Latore del Dio Abissale

Ultima quest chiamata del Fato - Dagon

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    Arcipelago di Lys• primo pomeriggio • Swordfish • fine settembre • Dagon

    La Swordfish solcava le acque del mare che circondava tanto Lys quanto l'arcipelago che distava non troppe miglia da essa. Bryndan aveva una gamba appoggiata ad un barile ribaltato e si trovava a prua, fissando la direzione verso cui si stavano dirigendo. Non vi era pioggia ma era come se l'umidità fosse palpabile, si potevano sentire sulla pelle, nitidamente, diverse goccioline. Le nuvole, in ogni caso, adombravano il cielo, riflettendo tutto il loro grigiore nelle onde del mare che impietose si scagliavano sullo scafo della nave lunga da poco varata.
    Vi erano altri uomini sulla Swordfish, la maggior parte uomini di ferro uniti ad alcuni pirati del Mare Stretto.
    La tradizione chiedeva che su una Nave di Ferro dovessero navigare solo Uomini di Ferro, ma vi era il bisogno di far necessità virtù, vista la lontananza da casa e la esiguità di uomini rimasti fianco a fianco a Dagon.

    Inoltre, lo stesso Dagon aveva da sempre fatto i conti con una tradizione che si distaccava particolarmente dalla Fede che i suoi conterranei isolani praticavano. Eppure era lì, diretto verso un'isoletta, pronto per fare ciò che fin da quando era piccolo aveva sentito che doveva essere fatto: ogni nave necessitava un nome. Ogni nome necessitava sangue e ricchezze per diventare temuto.
    "Dagon" L'avevano chiamato? Proveniva proprio dalle sue spalle
    "Dagon" Eppure dietro di sé non vi era nulla se non mare e onde
    "Dagon" Da dove?
    "Dagon!" Bryndan era ora di fronte a lui, con una mano sull'ascia ancora riposta proco sopra la cintola "A breve ci glorificheremo col sangue di questi poveri pescatori. Preparati"

    Strano, la voce sembrava provenisse dalle sue spalle, non dalla direzione opposta.
    Problemi d'udito a parte, la costa era quasi alla loro portata.
    Era ora.

    Bene, apriamo l'ultima fase della quest di cammino magico. Ti dico da subito che i combattimenti saranno completamente narrativi, quindi non useremo scalette o formule e di conseguenza non perderai PV! Sarà quindi tutto incentrato su come narrerai l'episodio!
    Per ora puoi fare le riflessioni che vuoi, parlare con Bryndan e ruolare il primo sbarco sulla costa, dove non noterai altro che alcune casette sparpagliate e qualche uomo e donne che vi guarda tra il timoroso e l'incuriosito.
    Ovviamente la nave è quella appena stata varata e possiede poco più di una trentina di soldati: non ricordo quanti soldati delle Isole di Ferro sono al tuo seguito, in ogni caso possiamo fare che sono una ventina mentre gli altri sono uomini marinai/pirati reclutati in giro.


    Numar Il tempo di risposta disponibile è una settimana dall'ultimo post. Se si è impossibilitati a rispondere nel tempo stabilito basta comunicarlo nel topic assenze informando su quando si tornerà attivi. Se non ci saranno comunicazioni, il pg salterà il turno e sarà mosso come png dallo staff se necessario per quel turno. Ogni turno di *assenza*costerà un malus del 10%in punti esperienza.

    Il moderatore ha tempo una settimana per rispondere. Se é impossibilitato incaricherà un altro mod di occuparsene.
    Se dopo una settimana il topic non avrà ricevuto moderazione, i pg potranno proseguire in libera muovendo eventualmente altri png e riceveranno un "risarcimento" del 10% in punti esperienza a fine quest.

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    Seduto sul cornicione della prua, Dagon assaporava ad occhi chiusi le goccioline di acqua salata che schizzavano contro il suo viso. La Swordfish si stava rivelando un'ottima nave e non poteva che rallegrarsi di poterne essere il capitano. Essere tornato a navigare poi lo metteva di buon umore dopo tutti quei giorni passati a Lys a pianificare l'assalto alle Stepstones con Salladhor. Riaprì le palpebre dando un'occhiata all'equipaggio con cui stava inaugurando quell'imbarcazione: aveva lasciato buona parte dei suoi uomini a controllare quelle lasciate alla città portuale, portandosene dietro solo una manciata e rimpinguando i ranghi con pirati del luogo, freschi di taverna. Inferiori, a pare suo, in combattimento rispetto agli Uomini di Ferro, ma di quest'ultimi in fondo non ce n'era una così ampia scelta così ad est di Westeros. Sarebbero bastati.
    Il suo sguardo poi cadde su Bryndan che gli stava venendo incontro. Aveva assecondato per giorni le strane richieste del vecchio e la sua pazienza era ormai agli sgoccioli; fortunatamente questa volta aveva avuto la decenza di chiedergli qualcosa di sensato. Razziare in fondo era sempre stato parte della natura del suo popolo, e di conseguenza parte di lui (nonostante il suo allontanamento dai precetti degli Annegati). Avrebbe assecondato ancora una volta quella strana guida, poiché nulla gli costava, ma poi avrebbe ottenuto le risposte che cercava. In un modo o nell'altro.
    Quello gli parlò, eppure qualcosa di strano avvenne. La voce che le sue orecchie udivano pareva venire alla sue spalle, dove solo le onde erano presenti...

    "Dagon! A breve ci glorificheremo col sangue di questi poveri pescatori. Preparati."

    Scosse la testa, confuso. Probabilmente era stata solo una sua impressione. Quando la Swordfish toccò terra poco dopo, il Greyjoy stringeva già l'ascia tra le mani e fu il primo a poggiare i piedi sulla sabbia. Poco lontano si poteva notare qualche casupola, i cui abitanti parevano intimoriti dai nuovi arrivati. E per un buon motivo! Iniziò ad incamminarsi verso il villaggio dei pescatori rivolgendosi al resto della ciurma che stava sbarcando.

    "Uccideteli."

    Un ordine semplice, portato con tono calmo e con un leggero ghigno sul volto. Dubitava seriamente che quella gente potesse rivelarsi un pericolo per loro. Dopotutto non era proprio quello il significato di una razzia? Il suo passo iniziò ad aumentare man mano che veniva raggiunto dai suoi uomini fino a diventare una vera e propria corsa. Il suo volto si deformò quindi in un'espressione feroce, da predatore, mentre dalla gola gli uscì una crudele risata. L'ascia era pronta a colpire, pronta a reclamare del sangue.



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    Arcipelago di Lys• primo pomeriggio • Swordfish • fine settembre • Dagon

    Non appena il legno dello scafo della Swordish colpì il terriccio sabbioso della costa, il gruppo di Uomini di Ferro, affiancato dai pirati del Mare Stretto, saltò giù e sfoderò le proprie armi. Qual era il tesoro a cui la ciurma anelava? Ci sarebbero stati alcuni oggetti preziosi da rubare, è vero, ma la cosa più importante era glorificare il proprio nome in quella che per i pescatori divenne una vera tragedia.
    Un vecchio cercò di avvicinarsi all'Uomo di Ferro che si era avvicinato più di tutti, allargando le braccia e dicendo qualcosa in basso valyriano.
    Come unica risposta ottenne un'ascia nel cranio, facendolo cadere a peso morto.

    Gli altri poveri abitanti iniziarono ad urlare, scappando in direzione opposta dalla costa, subito rincorsi dagli altri assaltatori.
    Qualche uomo tra i più giovani prese in mano attrezzi e rudimentali armamentari, rallentando per almeno un momento l'avanzata degli uomini di Dagon. Sicuramente, dalla posizione in cui si trovava, si doveva trattare davvero di un bello spettacolo.
    Una piccola capanna iniziò a prendere fuoco, appiccato per sbaglio da un ragazzino che, correndo via, cadde su un pentolone posto sopra a parecchia brace.
    "E' ora"
    Chi aveva parlato? Possibile che ancora una volta la mente di Dagon gli avesse fatto uno scherzo? Non c'era nessuno accanto a lui, tutti erano partiti per la carneficina.
    Il tempo di portare nuovamente l'attenzione al "campo di battaglia" e la situazione era leggermente cambiata. Mentre tutti scappavano, due isolani rimanevano fermi e si preparavano ad affrontare gli Uomini di Ferro che venivano verso di loro.
    Dalla distanza non poteva riconoscerli bene ma una era chiaramente una giovane ragazza, armata di arco, mentre l'altro era un energumeno alto e possente che brandiva un'ascia a due mani.
    Il primo alleato di Dagon venne ucciso ancor prima di raggiungere i due, con una freccia in mezzo agli occhi. Andò incontro alla stessa sorte anche il pirata poco distante.
    Il terzo sollevò l'arma per colpire l'arciera ma venne tranciato in due dall'ascia gigantesca.

    Per un momento gli Uomini di Ferro si guardarono tra loro, rallentando il passo.
    L'arciera incoccò nuovamente.

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    L'inizio dell'assalto si svolse esattamente come Dagon aveva immaginato: col primo morto la folla, inizialmente incuriosita, fu subito conquistata dalla paura e inizio una disperata fuga, mentre gli Uomini di Ferro e i pirati gli si lanciavano contro come lupi su un branco di pecore. Alcuni degli abitanti provarono a stabilire una difesa armandosi di attrezzi vari ma non avevano una vera speranza. Non l'avevano mai avuto, e il tutto si sarebbe concluso a breve. In caso contrario, non sarebbe stata una "razzia" la loro!
    Dagon si beò per un istante del caos che infuriava attorno a lui, dell'adrenalina che gli stava scorrendo nelle vene. Prese un profondo respiro.

    "E' ora."

    Si voltò di scatto. Gli era parso di sentire una voce sussurrargli qualcosa all'orecchio; gli pareva quasi quella di Bryndan. Eppure attorno a lui non c'era nessuno che avesse distolto l'attenzione dal combattimento per rivolgersi a lui. Che se lo fosse immaginato? Poco importava poiché un'altra faccenda richiedeva la sua attenzione al momento: alcuni membri della sua ciurma erano stati uccisi. E a farlo (fortunatamente) non erano stati i pescatori armati di merda, ma una coppia che ben si distingueva dal resto della folla. Uno era un bestione che stringeva tra le mani un'ascia grossa quasi quanto lui, mentre l'altra era una giovane ragazza che aveva già ucciso due dei suoi con arco e frecce. Immediatamente iniziò a correre verso quel duo, stringendo la propria arma tra le mani. Non diede segno di chi fosse il suo primo bersaglio finché non fu abbastanza vicino. Logicamente i due avrebbero potuto pensare che l'energumeno fosse il primo effettivo ostacolo, ma Dagon era convinto che la ragazza rischiasse di fare più danni se lui si fosse bloccato in un combattimento corpo a corpo. Afferrando l'ascia a due mani quindi, la alzò fin sopra le sue spalle per poi farla ricadere contro la sua schiena. Nel momento stesso in cui terminò la corsa, a qualche metro dai due avversari, piantò il piede destro nel suolo e sfruttò la spinta per lanciare l'ascia contro il petto dell'arciera.



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    Arcipelago di Lys• primo pomeriggio • Swordfish • fine settembre • Dagon

    Durante il tragitto che dovette percorrere, una volta saltato giù dallo scafo della nave, Dagon non poté fare a meno di vedere come un altro uomo della sua ciurma venne raggiunto da una infallibile freccia che addirittura riuscì a trapassare il suo povero corpo. Nella corsa non avrebbe potuto dire chiaramente chi fosse ma quel che era importante era il fatto che il suo corpo ormai non era altro che un sacco di carne senza più energia. Un'offerta per l'Abissale, quello era l'ultimo compito di un Uomo di Ferro morto.

    L'ascia del Greyjoy vorticò perfettamente ma propria quando stava per incontrare il petto dell'arciera, l'energumeno, con uno scatto degno solo del miglior combattente dei Sette Regni, si mise in mezzo alla traiettoria, accusando completamente il colpo.
    Non indietreggiò di un passo, nonostante avesse una pesante ascia piantata nella parte sinistra del petto, con buona parte della lama che aveva sicuramente perforato il cuore e gli organi vicini.
    L'uomo osservò Dagon con un sguardo misto tra l'indifferenza e il disgusto.
    Quello che però fu singolare, e che catturò l'attenzione dell'Uomo di Ferro, fu il "sangue" che sgorgò dalla ferita del suo contendente. Dalla lacerazione della carne usciva sì un fluido, non rosso ma bianco, quasi azzurrino. Nella caotica piccola battaglia sarebbe stato impossibile analizzare di più ma il sesto senso di Dagon avrebbe potuto fargli ricordare l'acqua marina che solo fino a pochi minuti prima aveva solcato a bordo della Swordfish.
    Reale o no che fosse, sarebbe stato un problema di ben poco conto in quanto, con la rapidità di un vero e proprio fulmine, una freccia scoccata dalla giovane arciera colpì Dagon, proprio sulla spalla sinistra. La freccia riuscì a trapassare qualsiasi armatura indossasse e rimase conficcata nella carne, provocando non poco dolore. Non era un ragazzino alle prime armi, aveva già fatto i conti con quantità ben superiori di dolore fisico, eppure sembrava che quella freccia, più che indolenzirgli il corpo, stessa affliggendo il suo umore e i suoi sentimenti.

    "Perché mi hai rinnegato?"

    Era la stessa voce, proveniente da chissà dove.
    In ogni caso, i pirati e gli Uomini di Ferro alleati di Dagon non sembrarono accorgersi granché delle stranezze del sangue, delle voci e della forza nemica. Due pirati di Essos, sciabola alla mano, corsero incontro all'energumeno pronti a infilzarlo.

    Parole: 386

    Che succede?

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    Con una mossa che Dagon non aveva minimamente anticipato, l'energumeno si pose letteralmente a difesa della ragazza: non parò l'ascia in volo con la propria arma o altro, ma subì il colpo in pieno lasciando che la lama penetrasse in profondità nella propria carne. Una scelta che aveva lasciato stupito il giovane capitano, anche se non quanto avvenne dopo. La ferita infatti avrebbe sicuramente significato una morte quasi istantanea per qualunque uomo, eppure quello non indietreggiò neppure di un passo limitandosi ad osservare il Greyjoy come si osserva un insetto fastidioso. A rendere la situazione ancora più assurda era il sangue che gli colava dalla ferita; sempre che di sangue potesse trattarsi vista la strana colorazione. Pareva quasi simile all'acqua di mare...
    La disattenzione gli costò cara. La ragazza, approfittando della protezione del compagno, aveva scagliato un'altra freccia che andò a conficcarglisi nella spalla sinistra. La forza dell'impatto lo smosse costringendolo a fare un passo indietro ma, sebbene un grugnito gli sfuggì dalle labbra, il dolore non era nulla che non avesse già affrontato prima d'ora. Stringendo i denti serrò le proprie dita attorno al legno della freccia andando a spezzarne la base. Rimuovere anche la punta nel bel mezzo della battaglia poteva non essere la migliore idea; la fretta avrebbe rischiato di fargli peggiorare la ferita già inflitta.

    "Perché mi hai rinnegato?"

    "Chi..."

    Ancora quella voce. Osservò attorno a sé con aria confusa ma si immobilizzò presto scuotendo la testa. Era nel bel mezzo di uno scontro, non poteva prestare attenzione ad altro! Doveva essersela immaginata... sì. Doveva concentrarsi. Eppure per qualche motivo trovava molto difficile farlo in quel momento.
    Due dei pirati che aveva reclutato a Lys riuscirono a fargli mettere in ordine i propri pensieri. Si stavano lanciando contro il bestione che aveva ancora la sua ascia conficcata nel petto. Dagon si unì rapidamente al loro assalto: avrebbe sfruttato la distrazione fornita da quelle canaglie per avvicinarsi al nemico e una volta vicino gli si sarebbe gettato contro, portando la mano destra a stringere la testa dell'ascia per poi affondarla ancora più in profondità nelle sue carni. Quel tipo poteva essere bravo a resistere ai colpi, ma lui era dannatamente bravo ad uccidere.



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    "Sii Mare e Tempesta."
    Ormai quelle parole circolavano nella mente di Dagon, che volesse ascoltarle o meno. Erano una distrazione, è vero, e quella freccia piantata nel suo corpo ne era il primo e più lampante esempio. Davanti a sé aveva due avversari di non poco conto, eppure la concentrazione continuava a venir meno.
    I due pirati videro il loro capitano unirsi all'assalto ma, proprio nel momento in cui dovevano colpire congiuntamente, i due piantarono i piedi in terra, arrestando la loro corsa e lasciando Dagon completare in solitudine l'attacco.
    Perché l'avevano fatto? Non c'era tempo per chiederlo.
    L'energumeno isolano, però, venne colpito comunque dal Greyjoy tanto che venne sbilanciato, cadendo all'indietro.
    Quello che successo nei secondi successivi fu tutto molto rapido e sconnesso ma Dagon avrebbe potuto giurare che per un secondo il volto del suo avversario corrispondesse proprio a quello che aveva lui poco prima che raggiungesse la maggior età.
    Purtroppo, non avrebbe potuto vederlo ancora perché, non appena il corpo dell'avversario toccò il suolo, venne inghiottito dalla terra come se al posto della solida terra vi fosse la sola superficie del mare.

    Dagon, che era saltato addosso al nemico, si trovò da solo, con mani e gambe a terra. Poteva fissare il punto in cui il corpo era scomparso ma non avrebbe trovato nulla di strano, come se nessuno fosse mai stato lì.
    "Dagon"
    Questa volta la voce provenne da una direzione precisa. Era quella dell'arciera che ora finalmente aveva un volto ricollegabile a qualcuno.
    Non c'erano dubbi, il volto e il tono della voce erano quelli di sua madre. Più giovane, molto più giovane, ma era lei.
    Sentimenti a parte, l'arciera scoccò nuovamente colpendo questa volta proprio il centro della pancia dell'Uomo di Ferro, dritto nell'ombelico.

    "Uccidi...in mio nome."

    Tutta la ciurma di Dagon si era fermata. Nessuno alzava più le armi contro il nemico. Gli unici che avevano ancora un ruolo e qualcosa da compiere erano Dagon e l'arciera.

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    "Sii Mare e Tempesta."

    Quella voce, quella maledettissima voce tormentava le sue orecchie e i suoi pensieri senza alcuna sosta, distraendolo in parte dal combattimento. Fu lento infatti ad accorgersi che i due pirati che lo affiancavano si fossero completamente immobilizzati lasciandolo da solo nella sua avanzata. Quando se ne accorse, tuttavia, era ormai tardi per tirarsi indietro: come previsto, assaltò quell'energumeno con tutto il peso del suo corpo e riuscì ad affondare l'ascia che aveva già conficcato nel suo petto ancora più in profondità. Questa volta anche la resistenza sovrumana del tizio venne meno e crollò a terra, seguito da Dagon sopra di lui. Eppure qualcosa di ancora più strano avvenne: ora che poteva osservarlo faccia a faccia, scoprì che il suo stesso volto ad osservarlo di rimando. Più giovane e meno rovinato dal sole ma era chiaramente il suo. I suoi stessi occhi azzurri lo penetrarono da parte a parte prima di sparire assieme al resto del corpo, inghiottito dal terreno alla pari di un cadavere gettato nell'oceano. Il giovane restò a fissare il punto il suo sosia era sparito. Non restava alcuna traccia di lui, come se non fosse mai esistito. Era esistito?

    "Dagon."

    La familiarità di quella nuova voce lo colse completamente di sorpresa. Ad aver parlato era stata l'arciera e non appena la riconobbe si immobilizzò sul posto: sebbene fosse di diversi anni più giovane infatti, il Greyjoy non faticò a riconoscere il volto di sua madre.

    "Ma che..."

    Quell'ennesima distrazione gli costò caro. La donna aveva nuovamente scoccato una freccia e lo centrò in pieno ventre. Un gemito di dolore gli sfuggì dalle labbra mentre la mano istintivamente correva a toccare il legno che l'aveva trapassato. Tutt'attorno a lui gli uomini avevano smesso di combattere. Restavano immobili, come in attesa.

    "Uccidi...in mio nome."

    Confusione e rabbia scorrevano in lui in pari modo. Ringhiando alla pari di un animale selvaggio e dimentico delle precauzioni che aveva preso prima, si strappò la freccia dalla pancia con un sommesso grugnito. Poi raccolse la propria ascia e si gettò verso l'arciera con il volto di sua madre menando un fendente con entrambe le proprie braccia. Urlò rivolgendosi alla voce che imperversava nelle sue orecchie.

    "FATTI VEDERE!"

    Aveva un terribile dubbio su chi potesse rispondere ma aveva bisogno di risposte, ora più che mai. Era furioso. E terrorizzato.



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    Arcipelago di Lys• primo pomeriggio • Swordfish • fine settembre • Dagon

    La furia di Dagon colpì il povero corpo dell'arciera che, possedendo il volto della madre, sembrava aver perso qualsiasi tipo di agilità che aveva posseduto fino a quel momento. L'ascia cadde in pieno petto, squarciando le poche vesti della donna e, sotto di esse, la carne. L'urlo che uscì dalla bocca della ferita a morte sovrastò qualsiasi eco e qualsiasi altra voce potesse giungere a Dagon. Non vi era altro che la sofferenza della madre.
    Questa volta, però, il corpo non sprofondò, anzi, rimase esattamente nel punto in cui era caduto, agonizzante e col sangue che risaliva dalla gola per uscire dalla bocca.

    Era davvero possibile che avesse ucciso sua madre, anche se sembrava molto più giovane?
    "Hai ucciso il tuo passato, infedele...ora assurgi al futuro"
    Il corpo della donna si avventò su Dagon, bagnandolo di sangue e facendolo altrettanto cadere al terreno. Anche questa volta, però, esso si trasformò in liquido, facendo sprofondare l'Uomo di Ferro in un freddo e oscuro ambiente.

    Era in acqua, ma era tutto rosso.
    Non respirava ma non ne sentiva il bisogno.

    "Passato e futuro. Fondale e superficie"
    Se Dagon avesse guardato in alto il rosso sarebbe diventato più luminoso, come se la luce attenuasse le tenebre. Se avesse guardato in basso, invece, il rosso sarebbe diventato talmente oscuro da sembrare nero.
    Per un'istante, quello che sembrò un fulmine illuminò una figura gigantesca che era tutt'attorno a Dagon. Avrebbe potuto distruggere almeno duecento navi lunghe di Pyke con un tentacolo. Sembrava una piovra.
    "Fa' la tua scelta. Ciò che è morto, non muoia mai"


    Parole: 248

    Vai, post conclusivo. Nuoti in superficie o nuoti negli abissi?

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    L'ascia colpì senza troppe difficoltà l'arciera che si lasciò andare ad urlo disumano mentre il metallo le penetrava la carne. Per una manciata di lunghissimi secondi Dagon non sentì altro che il suo lamento riempirgli le orecchie. Poi, improvvisamente, vi fu silenzio e pace. Il corpo della donna con il volto di sua madre giaceva a terra tirando i suoi ultimi respiri mentre il sangue le sgorgava dalla bocca. Tutto pareva essere tornato alla normalità, la realtà esattamente come doveva essere.

    "Hai ucciso il tuo passato, infedele...ora assurgi al futuro"

    La donna, prima in punto di morte, fu attraversata da una scarica di vitalità che lo colse di sorpresa. Gli si gettò addosso facendogli perdere l'equilibrio e ricoprendolo di sangue. Il pirata si preparò all'impatto con il terreno ma ancora una volta le sue aspettative furono completamente sovvertite quando la sua schiena incontrò qualcosa di non dissimile all'acqua.
    Improvvisamente la donna, i suoi uomini, la stessa isola erano spariti. Il Greyjoy si trovava da solo in quello pareva essere il mare aperto, ben al di sotto della superficie. La luce che filtrava da essa tuttavia mostrava come l'acqua attorno a lui fosse rossa, come se in migliaia fossero morti attorno a lui e il loro sangue l'avesse per sempre impregnata. Non era ovviamente in grado di respirare, eppure non ne sentiva particolarmente il bisogno.
    Un lampo improvviso gli rivelò come non fosse completamente solo. In controluce gli apparve l'immagine di qualcosa di mostruoso, immenso e... incredibile. Aveva spesso sentito parlare dei kraken dalle storie dei vecchi marinai ma mai aveva davvero creduto alla loro esistenza. Eppure ora si rendeva conto del perché la sua famiglia li avesse scelti come simbolo del proprio stemma: essi erano creature magnifiche, potenti e pericolose come al mare, persino più letali dei tanto amati draghi dei Targaryen. Come si poteva domare una bestia del genere? Erano una vera e propria estensione del suo potere.

    "Passato e futuro. Fondale e superficie.
    Fa' la tua scelta. Ciò che è morto, non muoia mai"


    Dagon sapeva dove dirigersi. In passato la paura l'aveva spinto: inizialmente credeva verso la salvezza e la propria sopravvivenza, ma ora capiva che l'aveva semplicemente allontanato dal suo dio, dalla sua natura. Dal suo destino. Aveva rifuggito gli abissi in passato, abbandonando Astrid e la sua fede. Ora li avrebbe affrontati.



    Parole 387

    Nuoto verso gli abissi
     
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    Così come era accaduto pochi secondi prima, un fulmine "subacqueo" colpì nuovamente, illuminando ancora una volta le mostruose fattezze della creatura che sembrava abitare una distesa d'acqua ben più grande di quanto ci si potesse immaginare.
    Dagon cominciò a nuotare sempre più in basso, l'ossigeno non sembrava essere un problema, la forza nemmeno. Eppure, ogni metro che percorreva verso i fondali, sembrava che il freddo s'impossessasse sempre più del suo corpo e dei suoi arti.
    La creatura non parlava più ma l'Uomo di Ferro poteva essere sicuro che si trovasse ancora tutt'attorno a lui. Poteva sentirne la presenza, poteva sentire che Essa era capace di leggere i suoi pensieri, come se sotto il livello dell'acqua si trovasse nel suo regno.
    Il buio impediva di capire quanto lontano fosse il fondale ma il giovane sembrava non voler demordere.

    Era questa la forza della Fede? Cosa si era perso in tutti quegli anni?
    Purtroppo, però, Dagon non riuscì a raggiungere l'abisso: era come se si fosse avventurato nudo ben Oltre la Barriera; no, forse in quel caso avrebbe sofferto meno il freddo.
    Prima le braccia, poi le gambe, poi lo stesso respiro: nulla rispondeva più a Dagon.
    Sebbene fosse impossibile da comprendere, poteva essere certo che il buio a cui stava per assistere era molto peggiore di quello notturno; era quello della morte.
    Mentre gli ultimi organi smettevano di rispondergli, una sola frase continuava a passargli per la mente: Ciò che è morto, non muoia mai

    "Quando verrà il momento, sii il mio campione nell'Eterna Guerra contro il Dio della Tempesta"
    Era la stessa voce che aveva sentito fino a quel momento, era la voce che accompagnava la sua morte.

    ~~~~~~~~~~~~~

    La Swordfish solcava le acque del mare che circondava tanto Lys quanto l'arcipelago che distava non troppe miglia da essa. Bryndan aveva una gamba appoggiata ad un barile ribaltato e si trovava a prua, fissando la direzione verso cui si stavano dirigendo.
    Dagon guardò tutto ciò come se si fosse svegliato improvvisamente da un brutto sogno.
    Doveva prepararsi, avevano un'isola da razziare.


    Ricompense:

    10 base +3 merito + 7 interazione -30%ritardo = 14 pe
    1 punto Conoscenza
    1 punto Marzialità
    +10 Affinità Dio Abissale
    +95 Pietà (ovviamente con le conseguenze narrative del caso)

    Ottieni tratto Zelota:
    CODICE
    <span>[IMG]http://vignette2.wikia.nocookie.net/totalwar/images/b/b0/Judean_Zealots.JPG/revision/latest?cb=20111026201136[/IMG]<p><b>Zelota</b>
    Descrizione: il PG è un fervente religioso della fede che professa
    <i>Effetti Immediati</i>: //
    <i>Effetti Permanenti</i>: -50 Affinità diversa Religione, +25 Affinità uguale Religione, Non hai il tratto ‘Cinico’</p></span>

    Latore del Dio Abissale: +3 punti Strategia in ogni battaglia navale


    Edited by Albi_96 - 24/1/2022, 14:39
     
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10 replies since 6/11/2021, 22:24   179 views
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