Acciaio di Valyria- Quest introduttiva

Chiamata del Fato Vicare

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    Vicare Vorys • 15 ottobre 285 -sera • Mare Stretto - Nave dei Grafton• In viaggio verso Città del Gabbiano

    "Sedetevi."
    La navigazione verso Città del Gabbiano si stava svolgendo in maniera tranquilla, almeno a bordo dell'imbarcazione che ogni notte ed ogni giorno cullava dolcemente Vicare verso la meta. Forse era stato proprio perché stonava con la tranquillità di tutto quel viaggio che gli era giunto così strano l'invito di quell' uomo: un misterioso signore incappucciato, seduto sotto coperta di fronte ad un tavolino apparecchiato con un set di cyvasse.
    "Abbiamo una partita in sospeso."
    Ovviamente quel viaggiatore non gli era per nulla familiare e, per la verità, il nostro orefice avrebbe anche potuto dubitare di averlo mai visto a bordo fino a quel momento. Si trattava di un mozzo? No, non se si permetteva di rivolgersi ad un ospite dei Grafton in tale maniera. Forse un diplomatico della famiglia o un povero vecchio con problemi di memoria. Di certo aveva ripetuto la sua richiesta, pur mantenendo la voce bassa ed il volto nascosto.
    Il tavolino era già stato apparecchiato e il bianco (il colore che si poneva di fronte a Vicare) aveva già fatto qualche mossa, segno che la partita era stata cominciata da qualcuno. Forse si trattava solo di un povero vecchio desideroso di compagnia, in ogni caso non c'era alcuna ragione di credere che fosse pericoloso, almeno per il momento.

    Ti avviso: non sei costretto a sederti anche se sembrerebbe così XD Sei libero.
    Io il trance te lo avvierò comunque, in base a come procede la cosa potrebbe avvenire in diversi modi più o meno dolorosi.

    Enjoy


    IMPORTANTE: noi cominciamo ma potrai effettivamente usare i poteri solamente una volta che avrai raggiunto il lv 14 , quindi su su muovi le ciappettine
     
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    Vicare ormai aveva una certa dimestichezza coll’oscillare del vascello sulle onde, quelle sere in particolare erano una vera passeggiata a confronto con le notti della traversata passate insonni per via del vento burrascoso. Costeggiare il continente occidentale era perlopiù piacevole in fondo.
    In parte tale piacevolezza era dovuta all’umore ottimista e speranzoso di Vicare, che vedeva quelle coste come terre di opportunità e potenziali culle del suo futuro, e che sognava l’arrivo a Città del Gabbiano ed il conclusivo ricongiungimento con l’amata.
    Gli piaceva tenersi moderatamente impegnato, passando gran parte delle giornate a riflettere su concetti alti come la paternità e su questioni pratiche come il modo nel quale meglio comunicare gli sviluppi ai parenti d’oltremare.

    Stremato da cotanta fatica, la sera si concedeva spesso di affacciarsi dal parapetto sorseggiando il liquore portuale che riusciva a farsi offrire dai marinai. Perché? Beh, per ammirare il tramonto dietro le terre occidentali, per godere un po’ della fredda aria salmastra e pregustare l’arrivo della fredda stagione, per mettersi in mostra sia come romantico contemplatore che come virile bevitore…le ragioni erano infinite e proprio per questo non erano probabilmente affatto buone. Altrimenti una sarebbe bastata.
    Già - sospirò mentre l’orizzonte passava dal rosso al violaceo. Si soffermò però un altro poco, intenzionato a finire la sua coppa di liquore fuori dalla propria cabina…e magari servirsene un’altra già che c’era.
    Fu proprio dopo aver rimediato una seconda razione di dolce liquore sotto coperta che incappò nel più insolito degli individui di quella ciurma.
    Un, potenzialmente inutile, anziano seduto e intenzionato a giocare…ma parlava con lui?
    Ma parla con me?
    La luce non era ottima, la barca ballava un po’ e lo stesso faceva la sua vista inteporita dall’alcol, ma Vicare riuscì a riconoscere i pezzi del cyvasse
    Non rammento, era solito frequentare per caso il porto di Braavos? E’ facile che mi dimentichi di un creditore, ma di una partita a metà...strano
    Faceva meglio ad andare a finire la seconda coppa di quell’impronunciabile liquore occidentale sopracoperta per poi andare dritto a sonnecchiare in cabina?
    Bof, io ad ogni modo sono Vicare da Braavos, piacere - si presentò posando la coppa sul tavolo ed accomodandosi alla sedia di fronte allo strano anziano.
    E per vostra fortuna amo giocare - sorrise con una punta di malizia ed autocompiacimento - Ma cos’è che ci giochiamo? - chiese scrutando com’erano combinati i pezzi.
    400 parole, the game is on
     
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    Vicare Vorys • 15 ottobre 285 -sera • Mare Stretto - Nave dei Grafton/ Mare Fumante -Penisola Valyriana• Trance indotto

    "Frequento molti porti, da quando sono poco più di un bambino." -rispose utilizzando stavolta il basso valyriano. L'uomo era sicuramente misterioso, ma sembrava del tutto innocuo; si accese una grossa pipa non appena Vicare si sedette di fronte a lui. La scintilla che scoppiettò nella camera di combustione fu solo il preludio ad un sottile fumo bianco che si alzò ondeggiando sinuoso sopra la scacchiera; l'odore che impregnò le narici dell'orefice sapeva di incenso e di frutta lasciata troppo tempo al sole. Un odore strano, eppure stranamente familiare.
    "Ci giochiamo ciò che c'è di più importante per un uomo..." -iniziò avanzando col suo pezzo - "I ricordi."
    ---

    "Stai iniziando a diventare troppo bravo, mi hai battuto di nuovo, scricciolo. Ma guarda ora cosa ho in serbo per te..." -la voce dell'uomo si era fatta più chiara, ma era (di questo Vicare poteva dirsi sicuro) la stessa che aveva sentito fino a qualche attimo prima; solo che la scacchiera di fronte alla quale era seduto sembrava diversa da quella di qualche attimo prima ed anche la nave su cui si trovava...
    "Non ti seguiremo nelle tue pazzie Vorys! Noi ci fermiamo qui!" -l'attenzione di Vicare probabilmente sarebbe stata reclamata dal suo nome urlato a squarciagola in basso valyriano da un marinaio a pochi passi da lui, solo che l'arrabbiato mozzo non si stava rivolgendo a lui ma a... oh Dei cosa stava accadendo?
    "Non ho bisogno di un branco di codardi. Andate pure." -erano anni che il braavosiano non sentiva quella voce, l'aveva relegata in qualche angolo nascosto della sua mente ma ora che la sentiva a qualche passo da lui, non poteva non riconoscerla chiaramente: era quella di suo padre! Un uomo non troppo alto, dalla capigliatura castano biondiccia e dagli occhi decisi, una figura che Vicare ricordava chiaramente. Stava sognando? Aveva immaginato la partita a cyvasse e tutto il resto?
    "Scricciolo, non prestarci troppa attenzione. Tuo padre sa quello che fa." -la figura di fronte a sé si sollevò in piedi e si portò verso l'orefice prendendolo in...braccio? Il riflesso nel vetro di una bottiglia rhum chiarì ogni suo sospetto: stava sognando il sé bimbo di chissà quanti anni fa e più guardava quella figura, più la sua coscienza svaniva in essa...
    in pochi istanti il Vicare adulto non c'era più.

    Okay, gestisciti il trance come preferisci tu. In poche parole...ora sei un bimbetto, sei su una nave in un posto sconosciuto in braccio a questo tipo (che è lo stesso tipo che ti ha invitato a giocare sulla nave dei Grafton). C'è tuo padre e ci sono un sacco di marinai incazzati che stanno ammutinando.
    Introducici il minivicare che partiamo all'avventura <3
     
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    Dopo l’esperienza nelle tombe di Ny Sar, Vicare era dell’impressione di essere diventato più resistente al terrificante, di essersi fatto un po’ di scorza, ma anche di essersi fatto più sensibile in termini di allucinazioni ed astrazione in generale. Aveva insomma l’impressione di passare troppo tempo a immaginarsi cose, con la testa fra le nuvole…un’esagerata conferma gli arrivò quando il vecchio si accese la pipa.
    Il colore della fiamma, l’odore del fumo…forse anche l’alcol…si sentì girare la testa
    Per Merling - mormorò appoggiandosi al tavolo con una mano e reggendosi la testa con l’altra
    Scusate - sbadigliò perdendo sensibilità - Forse un mancamento - disse sicuramente con il labiale, ma ormai incapace di sentire la propria voce. Il chiaro e odoroso fumo gli appannava la vista, ma si sentiva come in un sogno ormai e perciò preferì restare al gioco e provare a muovere un pezzo.
    Come allungava la mano il pezzo sembrava allontanarsi, la scacchiera farsi più grande…lui più corto.
    L’odore si era fatto più forte, ma la particolarissima sensazione era che si trattasse di qualcosa di vecchissimo, stranissimo, ma tanto familiare da far venire le lacrime agli occhi. O era il fumo a pizzicargli i bulbi?
    Si era dovuto allungare fino a quasi sdraiarsi sulla tavola, ma alla fine aveva raggiunto il pezzo e lo aveva spostato con grande soddisfazione. In bocca non sentiva più il sapore dell’alcol, la testa non pesava più di stanchezza, il volto non prudeva più per la barba e tornando alla propria posizione iniziale non si trovava più seduto, ma in piedi sulla sedia.
    Bassissimo, leggerissimo e stranamente…sereno. Alzò lo sguardo sul suo avversario…non così vecchio tutto sommato e…sicuramente degno di fiducia, Vicare non poté fare a meno di sorridergli. Ma non un sorriso malizioso, divertito o cortese…si sentiva quasi ebete per il sorriso riservato a quello sconosciuto! Anzi, ebete? No, sorridere era la cosa più naturale che gli veniva. E quale sconosciuto? Quel signore che giocava con lui era suo amico!
    Vi era improvvisamente clamore, sembravano parole serie e arrabbiate, ma a Vicare non sembrava fosse un suo problema. Non era il suo posto occuparsi di cose serie.
    Non ho bisogno di un branco di codardi. Andate pure
    Quella voce! Ecco perché Vicare non aveva da preoccuparsi di alcun problema! Quella voce equivaleva sistematicamente a una serie di emozioni antitetiche al pericolo!
    Certo, sembrava contrariata, e Vicare detestava sentire quella voce contrariata, come se dipendesse sempre da lui. Non era una voce da deludere.
    Il suo amico di gioco comunque lo rassicurò, e tanto bastò a fargli tornare il sorriso; poi si alzò, era tristemente finito il tempo del giuoco, e gli si avvicinò. Senza nemmeno pensarci Vicare tese le braccia per farsi sollevare da quell’uomo con un risolino. Gli piaceva essere alzato, e poi, forse, quell’uomo lo avrebbe portato da lui. Dalla voce.
    Pappà! - esclamò con voce acuta indicando quell’uomo che mancava da un decennio e mezzo dalla sua vita. Si vide nel riflesso di una bottiglia: folti ricci ben più rossi di come ormai gli aveva coprivano la fronte fino all’altezza dei vispi occhi. Il naso, la bocca, i lineamenti…tutto appariva estremamente minuto, la pelle era totalmente immacolata da peli o sfoghi. Ebbe solo un istante di consapevolezza prima di svanire, separato da quel corpo che non era suo da tempo.
    *
    Aggrappato al suo compagno di gioco, il giovane Vicare si stropicciò gli occhi con vigore. Che sensazione bizzarra che aveva provato! Come se la mente avesse starnutito nel veder riflessa la propria immagine.
    Ma-ma… - farfugliò all’amico-portantino- Perché mi vedo riflesso sulle bottiglie? - forse avrebbe dovuto piuttosto chiedere a suo padre, aveva sempre risposte intelligenti, ma quell’adulto poteva essere divertente.
    Dove gli hanno inventati i riflessi? Ci sei stato? Ci andiamo? - gli adulti potevano sembrare ritardati quando non riuscivano a seguire una banalissima esplosione di curiosità
    E’ la prima volta che vado col mio papa lo sai? - lo aveva già ripetuto più volte, ma proprio perché gli adulti sembrano spesso ritardati è necessario ripetere le cose per il loro beneficio
    Mi ha promesso che vediamo tutto il mondo! Bisogna darsi una mossa quindi, ma qua non fanno che litigare…perché?
    L’alta marea di domande faceva parte del prenderlo in braccio del resto.

    700 parole e mille domande...mini-domande!
    zbt57KT
     
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    Vicare Vorys • 15 ottobre 285 -sera • Mare Stretto - Nave dei Grafton/ Mare Fumante -Penisola Valyriana• Trance indotto

    "I riflessi? Io non..." -eh già, era vero che gli adulti erano rallentati rispetto al vivace cervellino di Vicare che abbracciava qualsivoglia pensiero avesse avuto l'ardire di passare troppo vicino alla sua mente -"Forse ad est, oltre le Montagne, nella terra delle scimmie volanti..."
    Le baggianate che quell'uomo aveva cominciato a raccontare dovevano servire, nei suoi intenti, nel distrarre il bambino dall'andirivieni degli uomini che calavano le scialuppe abbandonando uno dopo l'altro l'imbarcazione del padre che imprecava e li malediceva l'uno dopo l'altro.
    "Farai ammazzare anche tuo figlio, disgraziato! Che gli Dei vi proteggano!" -si augurò il marinaio che aveva dato inizio a quell'ammutinamento prima di sparire in basso sulla sua scialuppa.
    "Vedi Scricciolo, hanno paura. Tutti abbiamo paura di qualcosa, io alla tua età me la facevo sotto ogni volta che veniva buio."
    "Non c'è nulla di cui aver paura." -tuonò quella voce tanto familiare prendendo Vicare in braccio e "togliendolo" dalle mani del suo amico, subito sparito dalla vista di entrambi per aiutare a manovrare una nave che ora era a corto di uomini.
    "Stiamo per arrivare a Valyria, la terra dei Draghi, ma non devi preoccuparti non ce ne sono più. Sai cosa c'è invece? Tesori, tesori di ogni forma e fattura, riesci ad immaginarteli?"
    Che Vicare lo immaginasse o meno, quel che di certo poteva già sentire era il caldo.
    L'aria su quello sprazzo di mare era densa e si sollevava in nuvoloni di vapore che riempivano le narici fino quasi a bruciare.
    Suo padre si avvicinò al parapetto per osservare l'acqua sottostante che si sollevava in tante piccole e grandi bolle...era come se l'intero mare fosse posto sopra la fiamma viva di un fuocherello.
    "Ora devi stare buono. Copriti naso e bocca con questo e se ti bruciano gli occhi chiudili forte, intesi?"

    Visto che a 5 anni non puoi gestire un'imbarcazione e ti tocca solo guardare, lascio quantomeno gestire a te l'attraversamento della prima porzione del Mare Fumante.
    Fumi, caldo, acqua che bolle, sprazzi di gas dai vulcani sottostanti...e problemi dunque alla nave.
    Nave che attualmente è governata da una ventina di persone.
     
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    Scimmie Volanti!? - esclamò meravigliato il bambino immaginandosele intente ad applicare riflessi su tutte le superfici lucide del creato- E hanno fatto riflettere tuuuutto il mare? - chiese issandosi sulle spalle del poveruomo e indicando la superfice marina (la quale risultava sempre più opaca in realtà) sulla quale al momento si stavano calando inspiegabilmente i loro compagni di viaggio.
    Da grande voglio volare come una scimmia per far brillare il mare come l’oro dello zio! …dove vanno tutti?
    La spiegazione del suo portantino non era un granché rassicurante, da quando anche agli adulti era permesso aver paura? Ma del resto la vita di Vicare era cambiata una media di decina di volte al giorno da quando suo padre gli aveva permesso di seguirlo in quell’epico viaggio.
    Se era vero che quegli adulti erano spaventati non lo sembravano, sembravano invece perlopiù arrabbiati. Era forse così che si spaventavano? Lui piangeva e cercava i genitori per stringerli quando aveva paura, non si metteva certo a urlare arrabbiato! Quello lo faceva quando era arrabbiato…o meglio, lo avrebbe fatto, ma urlare era vietato in casa per lui.
    Forse visto che è vietato da bambini, gli adulti urlano per esprimere tutte le emozioni per rifarsi da tutti gli urli che non potevano fare. Ma io non urlerò mai, l’ho promesso al papà e non infrangerò mai la promessa
    Immediatamente dopo aver pensato al padre, questo arrivò per sostituire il simpatico marinaio. Subito tese le braccia per farsi prendere dal padre Mantore con un gran sorriso. Pensò di raccontargli del fatto che anche se non se n’era andato, anche il suo amico aveva paura, paura del buio! Ma non poteva farglielo, avrebbe mantenuto il segreto.
    Suo padre lo rassicurò esattamente quanto bastava per evitare che iniziasse a spaventarsi, ed anzi provocò la forte immaginazione del bimbo evocando fantastici nomi
    I Draghi papà? Con il fuoco e le ali? Ma poi li portiamo a casa? Secondo me non abbiamo spazio, lo dovremmo tenere fuori, in un parco, se torniamo a casa con un drago il parco ce lo costruiscono sicuro! Può lavorare con zio Alfio poi, lui ci mette tipo un’ora a fare il metallo liquido, il drago ci metterà tipo…la metà! Ma poi che mangiano i draghi? - non sicuro di voler condividere le proprie porzioni di zuppa con il drago e rassicurato nuovamente dal padre, Vicare si accontentò dell’idea di riuscirne a vedere uno stormo…o anche uno solo.
    Del resto gli altri adulti rimasti a bordo sembrava addirittura accontentarsi dei tesori, se solo avessero saputo che i suoi parenti li costruivano! Forse suo padre voleva proprio far ingelosire Alfio e gli altri e avere i più bei tesori della famiglia.
    Ma la fantasia dei bambini non conosce modestia e Vicare ora sfruttava il padre come l’albero di una nave per issarsi in alto e scrutare fra le nuvole sempre più dense, completamente concentrato a voler trovare un drago od una scimmia sopra le loro teste.
    Sentiva caldo e l’odore era nauseabondo in quella zona, ma tutto sommato era in braccio a suo padre e non aveva ragione di spaventarsi, al contrario: si promise di non diventare mai un vigliacco come quegli uomini che avevano abbandonato il viaggio!

    Quando poi suo padre lo portò a guardare il mare al di sotto del parapetto Vicare ebbe un’illuminazione - Le scimmie volanti non sono mai passate a mettere i riflessi di qui papa! Le abbiamo battute! - esultò trionfante mentre suo padre lo posava e gli copriva il volto con un panno umido. Gli ordini sembravano seri e suo padre impegnato, quindi il piccolo si limitò ad annuire obbedientemente mentre si addentravano sempre di più nella foschia.
    Essendo drasticamente diminuiti i marinai, quelli rimasti sembravano il doppio più occupati ed agitati. Vicare, solo bimbo a bordo, stava nei pressi del padre, ben attento a non finirgli fra i piedi e fingendo di essere impegnatissimo in un qualche dovere che gli richiedeva di guardare attraverso la foschia. Con le mani accoppate sopra gli occhi stretti-stretti, Vicare voleva essere il primo ad avvertire suo padre dell’apparizione di un drago! Bolle sempre più innaturali sobbalzavano la nave a destra, a sinistra e pure a manca, ma Vicare era tranquillo che oltre quella foschia mille meraviglie li stavano aspettando!
    Nemmeno quando gli adulti si mettevano a gridare indicazioni si lasciava deconcentrare dall’orizzonte.
    Drago, drago! - gridò vedendo una grande ombra attraverso la nebbia. Purtroppo si trattava solo di una formazione rocciosa, la la quale bastò comunque a spaventare il timoniere. Si accontentavano davvero di poco.
    760 parole
     
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    Vicare Vorys • 15 ottobre 285 -sera • Mare Stretto - Nave dei Grafton/ Mare Fumante -Penisola Valyriana• Trance indotto

    "Ayeee! Vira vira!"-il grido di suo padre era rivolto al timoniere che, per evitare il masso a forma di Drago individuato da Vicare, stava portando dritta l'imbarcazione a schiantarsi contro un altro scoglio alla sua sinistra. Il povero marinaio fece del suo meglio per tentare di manovrare la nave, mentre un paio di mozzi si erano portati a prua per tirare le corde dell'albero maestro e facilitare la manovra, ma l'operazione non sembrava essere destinata al successo: non si sentì il rumore, i flutti del mare erano più forti, ma l'intera imbarcazione tremò mentre la nuda pietra squarciava lo scafo.
    "Scricciolo! Via da lì!"-le braccia del suo amico si portarono a cingergli la vita per trascinarlo indietro, più al sicuro, proprio mentre una gigantesca onda di fumo ed acqua mischiata a lava si riversava sulla prua della nave investendo il timoniere ed i due che lì stavano lavorando.
    "Chiudi gli occhi! Tienili chiusi!"-se Vicare avesse obbedito, si sarebbe evitato uno spettacolo raccapricciante: l'acqua bollente, che già aveva bruciato la pelle dei poveri malcapitati, era penetrata attraverso le narci ie la bocca dentro i polmoni. QUelle povere anime annaspavano alla ricerca di aria ma ciò che aveva in petto bruciava. Infine, caddero a terra, uno dopo l'altro, le mani spalancate verso l'alto in cerca di respiro.
    "La nave imbarca acqua! Preparate le scialuppe! Abbandoniamo la nave!" -suo padre berciava ordini a destra e a manca.

    Bon, avete bucato.
    Ti lascio descrivere la titanicata come preferisci (vedi anche se vuoi tenere gli occhi aperti o no); se vai sulla scialuppa siete tu, tuo padre, il tuo amichetto ed un rematore.
    Se invece fai i capricci ecc mostrami!
    Tutti gli altri muoiono in ogni modo, enjoy <3
     
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    Rapidamente quello che per Vicare era un deludente feticcio di pietra si riscattò come pari dei suoi parenti draconici di sangue e ossa spargendo terrore e caos sul ponte.
    Tutti scattarono alle rispettive postazioni di lavoro per evitare di colpirlo, ma evidentemente non fu sufficiente per evitarne l’ira.
    Il suggestionabile bambino si convinse di averlo sentito ruggire fra i gorgoglii del mare mentre, con la forza che solo un drago poteva avere, artigliava e lacerava la pancia della nave.
    E ora? Come potevano domare o uccidere il drago se quello si trovava seppellito sotto il mare e sotto la loro stessa nave? Partivano nettamente in svantaggio, non si poteva dire altrimenti! Fortunatamente si era fatto amico un marinaio svelto di riflessi e di muscoli che lo prese e spostò giusto in tempo per evitare…un’incredibile soffiata di quel drago marino di pietra! Fuoco liquido (giustamente) che investì la prua della nave, la sommerse e la consumò!
    Il suo amico gli intimò di chiudersi gli occhi e Vicare obbedì in buona fede ponendosi le dita davanti agli occhi. Non per fare un dispetto al suo amico, ma in virtù della minutezza delle proprie dita, si permise di sbriciare un momento fra le fessure, in tempo per cogliere la terribile visione del timoniere farsi rosso, la pelle gonfiarsi di bolle e sfarsi come esse esplodevano mentre il volto si contorceva in un’espressione raccapricciante alla ricerca di aria.
    Vicare si pentì della propria curiosità: serrò le dita, serrò gli occhietti, ci spiattellò sopra anche l’altra mano e si fece talmente rigido da far fatica a respirare a fondo, andando in iperventilazione mentre il suo amico lo trascinava di peso.
    Il piccolo Vorys tentava di cancellare quell’immagine, quella cosa che non avrebbe dovuto vedere e che sicuramente si era solo immaginato, ma tutto quell’urlare di sottofondo lo rendeva quasi impossibile.
    Come un ratto colto in trappola tremava paralizzato riuscendo a malapena a squittire ma non a piangere. Tutt’attorno a se sentiva soffioni bollenti, scoppiettare di acqua bollente, il mostruoso risucchio delle acque che allagavano la pancia della nave, l’odore tremendo di carne cotta. In qualche miracoloso modo si trovò vicino a suo padre, lo seppe istintivamente senza nemmeno dover riaprire gli occhi, e allora finalmente tolse le mani dal viso, dove avevano lasciato un segno rosso da quanto forte le aveva tenute premute, e si aggrappò con tutte le forze alla gamba del padre, schiacciando il volto contro lo stinco e finalmente trovando l’aria per incominciare a piangere.

    Papà, papà… - chiamò asciugandosi le lagrime sui pantaloni del genitore ed alzando verso lui lo sguardo. Dopo aver tenuto gli occhi così spremuti la vista era un po’ sfocata
    Ci lascerà in pace il drago ora? - chiese tremante. Alle loro spalle la nave stava venendo inghiottita dal mare…trascinata negli abissi dal drago di pietra sicuramente. Loro erano su un barchino ed insieme c’erano il marinaio amico ed un altro rematore…gli altri? Vicare si diceva che sicuramente stessero nuotando verso la salvezza, ma l’immagine che aveva “immaginato” insisteva perché la sua giovane mente interiorizzasse il concetto di definitività della morte. Ogni volta che ci ripensava stringeva istintiamente palpebre e palmi ed iniziava a respirare più velocemente.
    Gli…gli altri? Staranno bene? - deglutì, volendo non mostrarsi troppo debole…altrimenti suo padre non lo avrebbe portato più con se in quei viaggi. Guardò il volto anche degli altri a bordo, era contento di conoscere almeno uno dei due.
    Dovremmo rifarcela sul drago cattivo? Ce la possiamo fare in quattro? - Vicare non ne era sicuro, ma se suo padre avesse detto , allora ne sarebbe stato convinto.
    600 parole. Vigliacchi non si diventa tutto d'un colpo...almeno un po' lo doveva essere sempre stato.
     
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    Vediamo dove finisce sta bella imbarcazioncina.
    1= (1 sulla mappa)
    2=4 sulla mappa
    3=5 sulla mappa
    4=6 sulla mappa
    5= 7 sulla mappa
    6= 8 sulla mappa

    Dove finisce minivicare?: 4
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      28/12/2021, 17:31
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    Vicare Vorys • 15 ottobre 285 -sera • Mare Stretto - Nave dei Grafton/ Mare Fumante -Penisola Valyriana• Trance indotto

    Amore dolce minivicare
    "Stanno bene, stanno tutti bene. Vedrai che ci raggiungeranno presto." -dichiarò suo padre rincuorando il figlioletto mentre si apprestavano a raggiungere una riva. L'uomo sembrava piuttosto convincente, perlomeno agli occhi di un bambino, ma gli sguardi degli altri rematori sembravano tutto fuorché tranquilli.
    I resti di alcune costruzioni in pietra si sollevavano accogliendo la barcarola dei nostri superstiti; probabilmente si trattava di una sorta di antico acquedotto di cui però non era rimasto un granché; l'acqua del Mare Fumante, sebbene ora più fredda, si addentrava in profonde insenature che davano a quell'approdo un aspetto molto simile ad una palude.
    "Guarda, guarda Vicare! Questa deve essere Tyria!"-l'entusiasmo del padre lo spinse ad osservare meglio le insenature nelle quali stavano entrando -"Siamo stati fortunatissimi! Questa è una delle poche città ancora abitate dopo il Disastro di Valyria. Troveremo aiuto ed informazioni."
    "Voi dite fortunati. Io dico tremendamente sciocchi. Non avete sentito le leggende che si mormorano sulla gente di Tyria?" -uno dei rematori intervenne bloccando l'uomo a metà -"Si dice che siano poco più che bestie, disposte a nutrirsi di uomini, donne e bambini incauti."
    "Non spaventare il bambino con queste sciocchezze da marinaio." -era impossibile mangiare le...persone, no? Quello doveva aver bevuto o essere matto.
    "Guarda, abbiamo almeno tre approdi sicuri." -suo padre stava indicando al piccolo Vorys tre punti ben diversi: uno dritto di fronte a sé conduceva a delle casupole di pietra che rassomigliavano ad un villaggio, uno sulla destra portava ad una montagna da cui si accedeva per mezzo di una grotta e l'ultimo, sulla sinistra, sbucava in una sorta di lago fumante.
    "Vieni qui, mio piccolo portafortuna. Scegli tu dove sbarcare."

    Siamo dunque arrivati a Tyria. Una città abitata dopo il Disastro ma diciamo... non proprio piacevole :)
    Scegli tu dove sbarcare!
     
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    Vicare si sentì soddisfatto dalle parole del padre e, poco a poco, iniziò ad allentare la presa dalle sue gambe e a guardarsi un poco attorno. Erano proprio chiaramente nell’habitat dei Draghi! Vicare lo sapeva per certo perché fumo e maleodore continuavano a venir fuori da pressocché tutto: dal mare, dalle rocce, dalle coste in lontananza, dai relitti che affioravano…Per il resto sembrava Braavos, dove il mare si faceva laguna infilandosi fra centinaia di isolette, era come quando cadeva un’anfora piena d’olio al porto: il liquido si spandeva ovunque, ma allo stesso tempo non abbandonava mai i singoli cocci, mantenendoli in un certo senso uniti.
    Anche Braavos diventerà come Tyria tra tanti anni? - domandò, non ancora abituato a tenere certi dubbi per se - O è tutta colpa dei draghi? - la risposta non poteva importare un granché, questo forse Vicare iniziava a capirlo, ma fare domande rimaneva irrinunciabile.

    Ad ogni modo suo padre ed il marinaio al remo non sembravano essere d’accordo sulla natura della gente del posto: amichevoli o mangia-bambini. Anche a Braavos c’erano molti mangia-bambini secondo alcune madri: c’erano gli uomini-pesce che mangiavano i bambini maleducati e disobbedienti, c’erano gli stranieri dell’est che rapivano chi si aggirava a notte fonda e facevano allo spiedo i bambini, c’erano topi che mangiavano le orecchie dei bambini che non aiutavano le proprie madri…suo padre gli aveva confessato che si trattava sempre di frottole, ma Vicare si era cautamente mantenuto agnostico sull’argomento.
    Quel marinaio aveva avuto una madre molto fantasiosa e premurosa probabilmente, per fortuna non doveva fidarsi di lui finché aveva la sicurezza di suo padre ed il suo amico a smentire quelle storielle. Ad ogni modo sentire quelle illazioni sugli abitanti di Tyria finì sicuramente per influenzare ed impressionare la mente del bambino, il quale non vedeva dunque grande speranza negli insediamenti possibilmente abitati su quelle coste.
    Quando dunque suo padre decise di consegnargli una certa dose di responsabilità facendogli scegliere l’approdo, Vicare dovette provare a ragionare per esclusione:
    Là dove l’acqua è fumante potrebbe essere come prima…potrebbe nascondersi un terribile drago sotto e non mi piace…prima non è andata bene. La montagna o il molo? Al molo ci potrebbero dare aiuto ma…ne abbiamo bisogno?- se davano la caccia ad un tesoro non potevano permettersi di dividerlo!
    La caverna nella montagna! E’ lì che i Draghi nascondono i tesori. Sicuramente! - indicò sporgendosi oltre il parapetto del barchino.
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    E montagna sia!!!! :)
    Le cose si faranno complicate dalla prossima quest che dovrei aprirti lunedì.


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