Interstellar

Quest Luthor

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    Maestro Luthor • 3 novembre • Cittadella• In partenza

    Probabilmente era usanza comune che i Maestri appena investiti del nuovo incarico restassero qualche mese alla Cittadella in attesa di essere assegnati a questo o quel seggio, ma l'urgenza di spedire un interprete ad Approdo, unito al fatto che sei già slittato troppo in avanti, fece sì che il neomaestro Luthor fosse già in partenza il giorno successivo alla nomina.
    Quel giorno un altro giovane uomo che aveva appena forgiato la catena stava lasciando Vecchia Città; Luthor non aveva mai avuto modo di parlarci personalmente, ma aveva sentito che Maestro Artos era finito dai Mullendore nell'Altopiano. La Casata si era prodigata a spedire la migliore carrozza e persino un Comandante per accompagnare il nuovo Maestro nella propria corte, Luthor avrebbe potuto osservare la sua ricca partenza dalla finestra di quella che era stata la sua cella fino a quel momento.
    Il suo destino era di certo meno sicuro di quello del compagno di studi, ma se si fosse dato da fare poteva essere parimenti ricco di stimoli ed opportunità. Di certo però la carrozza che era appena giunta per Luthor non era nemmeno paragonabile a quella di Maestro Artos. Certo, i due cavalli che la trainavano sembravano in forze, ma il tutto assomigliava più ad un baracchino di un qualche mercante che alla carrozza di un nobile.
    Beh, meglio così. Dopotutto Luthor aveva rinunciato al suo nome e alla sua nobiltà il giorno prima.
    Non si tornava indietro.

    Partenza easy.
    Stai per lasciare un posto dove sei stato a lungo ecc quindi in questo posto hai tempo di goderti tutti i saluti/quel che devi portarti dietro/ quello che vuoi. Mi è sembrato carino farti vedere la "fine" di Artos.
     
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    narrato pensato parlato

    Per lui non c’era stato nessuna lenta preparazione, sia fisica che mentale al suo trasferimento. In genere si attendeva qualche settimana prima che i nuovi maestri venissero indirizzati verso le loro nuove case ma per lui, a differenza di quello che anche gli arcimaestri gli avevano detto, il tempo venne ridotto ad una sola giornata.
    Che la sua missione aveva all’improvviso un carattere di urgenza? Certo era che la delegazione da Pentos era già giunta alla capitale appena dopo la fine della ribellione e lui ci avrebbe messo del tempo ad arrivare fin là.
    L’inizio non sarebbe stato dei migliori, con quei dignitari stranieri lasciati per settimane ad attendere.
    La mancanza di informazioni certe sulla situazione che avrebbe trovato una volta giunto alla capitale lo frustrava. Com’era possibile che si sapesse così poco di quello che era il centro del continente occidentale? Era come se una cappa avesse avvolto la città, rendendola indifferente a tutto ciò che non la riguardava. Qualcuno stava forse ignorando i suoi doveri?
    A lui toccava il compito di sbrogliare una matassa non da poco conto, ma poi? Gli arcimaestri gli avevano dato praticamente carta bianca, ma lui doveva pur vivere e mangiare e la sua nuova condizione gli impediva di cercarsi un qualsivoglia tipo di lavoro in forma privata. Si sarebbe sempre sostenuto solo prestando le sue doti alla nobiltà, ma nulla di più.
    Il discorso che aveva fatto con uno dei maestri di astronomia solo qualche settimana addietro gli riaffiorò alla memoria:
    dopo la capitale doveva trovarsi un benefattore, o comunque qualcuno al quale mettersi momentaneamente al servizio. Il suo piano originario era quello di dirigere verso nord per studiare le rovine che non avevano subito gli influssi andali, e alla capita avrebbe senza dubbio trovato numerosi tra nobili scesi per prestare soccorso alla guerra.

    <ancora qui a fantasticare sul futuro, come un ragazzo qualsiasi>

    alla fine il suo addestramento, se così lo si voleva chiamare, lasciava ancora spazio alle sue fantasie. Se doveva seguirle tutte si sarebbe ritrovato a scavare tra le sabbie di Dorne alla ricerca della corona del conquistatore, o a restaurare le antiche tombe delle cripte di grande inverno, o ancora a tradurre le iscrizioni delle armature di Casa Royce o a scrivere per primo in modo dettagliato sul trono del mare.
    Ecco, forse non l’ultima cosa. Le isole di ferro erano ancora un territorio off limits per il suo ordine, in base ad una vecchia e stupida legge, concessa per una promessa fatta a cuor leggero da un sovrano ormai ridotto a polvere.
    Però forse le cose avrebbero potuto cambiare:
    anche se il suo compito era di minima importanza all’interno di quelle che erano le politiche economiche del regno aveva deciso di mettere per iscritto le sue idee in merito durante il suo viaggio.
    Non aveva mai avuto quello che suo padre chiamava fiuto per gli affari, anzi, probabilmente non sarebbe mai riuscito a strappare uno sconto ad un mercante nemmeno piangendo in ibbense, ma a lui non serviva saper mercanteggiare, perché lui conosceva le teorie e le basi scientifiche su cui si posava il commercio, per lo più sconosciute a chi comprava e vendeva di mestiere.
    Aveva un anello a dimostrare il suo impegno e tanto valeva arrivare ad approdo con qualche idea brillante il più piuttosto che essere costretto a fare scena muta.
    Il titolo provvisorio della sua raccolta di idee era “nuova reale economia”.
    Un titolo assai altisonante, ma che non sarebbe stato fuori posto tra i volumi di una biblioteca. Del resto era una usanza comune usare titoli pomposi per qualsiasi scritto e lui, per il momento, non voleva essere da meno.
    Raccogliere i suoi pochi avere richiese una manciata di minuti, perché oltre alle vesti che indossava possedeva solamente un pugnale e gli ingredienti necessari a creare alcuni tra gli antidoti per i veleni più comuni.
    Non era il solo ad essere in partenza quel giorno: anche Maestro Artos era in partenza per la sua nuova casa. Non aveva mai avuto modo di conoscerlo, ma il suo nome riportava senza dubbio ad un, ormai ex, membro della casata Karstark, su nell’estremo nord. Era stato davvero un peccato non riuscire a chiedergli nulla del suo regno d’origine, avrebbe potuto dargli delle indicazioni o delle informazioni, per una volta diverse da quelle consultabili sui libri.
    Purtroppo i novizi alla cittadella non erano pochi, ed i corsi erano talmente tanti e variegati che due persone, come in quel caso, potevano finire con il non incontrarsi mai.
    Ciò che pareva era che la casata che attendeva Maestro Artos fosse ansiosa di riceverlo:
    nel giardino sul quale la sua celletta si affacciava sostava una carrozza finemente decorata e pareva che un qualche dignitario fosse venuto per accompagnarlo.
    Meglio per lui, ma era davvero così fortunato? Forse a lui interessava solo una vita tranquilla…
    tu invece da cosa fuggi?
    Era una bella domanda.
    Prese le poche cose che aveva riordinato e scese anche lui nel cortile antistante le grandi porte protette dalle sfingi gemelle. Per lui non c’era una carrozza mezza sgangherata, sebbene trainata da quelli che la sua formazione da cavaliere li fece riconoscere come dei cavalli in salute.
    Non gli importava gran che di come potesse apparire la carrozza, e forse era un bene che fosse anonima visto il lungo viaggio che lo attendeva per dei territori che erano stati teatro di guerra, ma non poteva gemere al pensiero che ogni dannata buca l’avrebbe sentita nel profondo. Dopo i problemi a Lago rosso si era procurato un semplice bastone da passeggio, con il quale riusciva a camminare con maggiore sicurezza, e che gli permetteva di salire le scale ad una velocità quantomeno accettabile.
    Non sarebbe tornato alla cittadella per molto tempo.
    Ed ora andiamo, verso il futuro che mi attende.
    Non aveva mai compiuto un viaggio di quella portata, ne aveva mai lasciato l’altopiano. Cosa sapeva in realtà del mondo? Solo quello che dicevano dei vecchi libri alla fin fine.
    Era il momento di confrontarsi con ciò che c’era la fuori, e sperare che i libri fossero veritieri.
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    >> Vediamo cosa ti riservano le stelle per il tuo primo incontro, poi posto.


    Primo dado:

    1. Cavaliere

    2. Cacciatore di Taglie

    3. Cacciatore di Tesori

    4. Septon

    5. Fanatico

    6. Maestro

    7. Bardo

    8. Ladro

    9. Bandito

    10. Nobile

    11. Fabbro

    12. Artista

    13. Prostituta

    14. Mercenario

    15. Mercante

    16. Perdigiorno

    17. Pazzo


    Secondo dado:

    1. Malato

    2. Traditore

    3. Devoto

    4. Ricercato

    5. Gentile

    6. Irascibile

    7. Tormentato

    8. Morto

    9. Eccentrico


    Terzo dado

    1. Del presente

    2. Del passato

    3. Del futuro

    4. Della fede

    5. Della storia

    6. Del tesoro

    7. Del viaggio



    Primo dado: 6
    • 1d17
      6
    • Inviato il
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    Secondo dado: 1
    • 1d9
      1
    • Inviato il
      10/12/2021, 08:37
      Freene
    Terzo dado: 6
    • 1d7
      6
    • Inviato il
      10/12/2021, 08:37
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    Maestro Luthor • 13 novembre • Alto Giardino• In viaggio

    I primi dieci giorni di viaggio erano trascorsi senza troppi sconvolgimenti per il nostro neoMaestro; certo, le strade di campagna che si trovava a percorrere in quella sorta di carro non garantivano un'adeguato riposo per il suo fondoschiena, ma presto avrebbero impegnato la Strada delle Rose e la situazione sarebbe nettamente migliorata. Un paio di volte aveva dovuto suggerire al cocchiere la strada migliore per non perdersi, ma fortunatamente la sua capacità di leggere la posizione di stelle e pianeti gli era venuta in soccorso; secondo i suoi calcoli oramai dovevano trovarsi nei pressi di Alto Giardino ed in effetti il profilo della fortezza dei Protettori del Sud si stagliava all'orizzonte in tutto il suo splendore.
    Tre giri di mura bianche che crescevano in altezza e dimensioni proteggevano il corpo principale della cittadella e, quando il carro impegnò l'ingresso meridionale, un paio di guardie si palesarono per verificare l'identità dei viaggiatori e permettere o meno l'accesso.
    "Veniamo dalla Cittadella. Trasporto il Maestro Luthor fino ad Approdo del Re. Dovreste aver ricevuto un corvo dal Siniscalco per autorizzare il nostro ingresso."
    Oh, potersi finalmente riposare in un letto vero! Se però Luthor cercava sollievo dal lavoro, ben presto qualsiasi suo sogno sarebbe andato ad infrangersi contro le parole concitate di una delle guardie: "Gli Dei vi benedicano! Il Maestro Lomys sta male, è chiuso nelle sue stanze e non esce da giorni. Gli erboristi lo stanno sorvegliando ma non cavano un ragno dal buco e dalla Cittadella temiamo arriverebbero troppo tardi. Il vostro Maestro potrebbe darci un'occhiata?"
    allora, intanto descrivimi pure come vuoi i 10 giorni di viaggio che ti separano da Alto Giardino (sarebbero stati 12 ma con la competenza Astronomia te li si riduce).
    Dopodiché...i dadi hanno scelto! Il Maestro Lomys sta male, lo si aiuta?
    Se accetti descrivi pure ingresso e arrivo consultando la mappa di Alto Giardino che si trova in biblioteca (ovviamente lui si trova nelle stanze del Maestro).
    Lo trovi sul letto, bianco, sudato, piegato in due dal dolore.
    Mostrami come approcci il paziente per cercare una diagnosi.
    (ps: ovviamente non pretenderò un'indagine diagnostica da manuale non preoccuparti, proveremo semplicemente a fare "supposizioni" e ti farò dare per scontate nel mio post nozioni che dovresti aver appreso con l'anello).

    Se invece non accetti mostrami come rifiuti e vediamo che accade!
     
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    Come aveva ipotizzato alla partenza il viaggio si stava rilevando molto tedioso per il suo fondoschiena e la sua gamba: le strade di campagna, come era risaputo, erano buone da percorrere solo a cavallo, mentre la carrozza nella quale si trovava continuava a saltellare da una parte all’altra ad ogni maledetta buca.
    La prossima volta chiedo di essere sistemato su una dannata barca, meglio il mal di mare dividendo la stiva con degli stoccafissi piuttosto che questo tormento
    poteva capire che le strade sterrate non venivano sistemate, ma diamine, quella era la strada che collegava vecchia città con Alto giardino, la capitale della regione! Non solo era trafficata, ma su quella strada passavano continuamente dei dignitari. Era ignobile quella situazione.
    L’unica nota positiva era che la carrozza sebbene fosse di un aspetto sciatto si stava dimostrando estremamente resistente, segno che qualsiasi falegname l’avesse realizzata aveva trovato dell’ottimo legname.
    Ad una delle soste la nuda terra sembrava essere più morbida dei migliori letti di piuma d’oca se confrontata con quella panca di legno sul quale passava le sue giornate. Osservava le stelle che scintillavano sopra la sua testa, dando alcune indicazioni al vetturino sulla loro posizione.
    Sebbene l’uomo fosse in grado di condurre la sua carrozza praticamente in ogni corte del regno si limitava a ripercorrere strade che aveva già visto nella sua vita, senza chiedersi se esistessero altre combinazioni di strade che potessero accorciare la strada. Strano come la conoscenza delle stelle sebbene alla portata di chiunque fosse così poco distribuita. Tutti sapevano osservare il sole e la luna per capire l’ora, o riconoscere le costellazioni, ma gli mancava quel piccolo passo che gli avrebbe permesso di comprendere la loro posizione nel mondo.
    Era appena partito eppure si era già scontrato con la realtà della vita. Il popolo sapeva davvero così poco del mondo?
    La sua scomodità gli aveva dato una nuova idea per l’economia dello stato:
    poteva essere un’idea “vendere” o semplicemente nominare una nuova classe di nobiltà, simile al cavalierato, ovvero non ereditabile. Li si poteva nominare custodi di tratti di strade lasciate in stato di abbandono, con il compito di sistemarle, cacciare i briganti e fornire protezione proprio da quest’ultimi, in cambio…. Di un piccolo pedaggio? Forse in base alla classe sociale, in modo che fosse sempre alla portata di tutti, dai contadini ai nobili….
    Si poteva essere un’idea. Una rete stradale sicura avrebbe invogliato i mercanti a muoversi, vendere dei titoli avrebbe permesso di racimolare soldi e le cariche che sarebbe tornata alla corona alla loro morte avrebbe reso le entrare fisse nel tempo. Umh, era un’idea con del potenziale, meglio segnarsela per vedere se svilupparla meglio. Tanto il viaggio sarebbe durato parecchio tempo.
    Il giorno successivo furono in vista della fortezza di Alto giardino. Le sue imponenti mura bianche si stagliavano all’orizzonte, e all’alba si tingevano diventato quasi rosa.
    Era anche sede di metà della sua famiglia. Del resto sia madre era la sorella del lord protettore del sud, ma ora come doveva comportarsi? Aveva rinunciato al suo retaggio, ma non poteva di punto in bianco di riconoscere i suoi familiari come tali giusto? Era meglio comportarsi come se nulla fosse, sperando di non essere riconosciuto. Sperando era il termine giusto? Chissà… non aveva fatto ancora i conti con tutte le implicazioni del suo nuovo status.
    Si sarebbero fermati soltanto per una notte, ma per quella singola notte avrebbe dormito in un vero letto. Dopo di ché avrebbero percorso la via delle rose che arrivava direttamente alla capitale e quella sarebbe stata di certo migliore e ben curata, o almeno lo sperava.
    Sentì il vetturino scambiare i convenevoli con le guardie, per garantire il loro accesso, ma la risposta concitata di quest’ultima lo costrinse a spostare la testa oltre i tendaggi che coprivano le finestre della vettura.
    "Gli Dei vi benedicano! Il Maestro Lomys sta male, è chiuso nelle sue stanze e non esce da giorni. Gli erboristi lo stanno sorvegliando ma non cavano un ragno dal buco e dalla Cittadella temiamo arriverebbero troppo tardi. Il vostro Maestro potrebbe darci un'occhiata?"
    “il vostro maestro è malato dite? Sarò lieto di aiutare un mio confratello, fatemi strada ve ne prego”
    scese dalla carrozza con la massima velocità che gli era possibile, lasciando la carrozza davanti alle porte per seguire i soldati all’interno, fino a quelle che dovevano essere gli alloggi del maestro.
    Entrarono nel corpo principale della fortezza, ma ci prestò ben poca attenzione, lo condussero fino a quella che gli dissero essere la torre del maestro. Al piano intermedio si trovava una libreria, che ingenti somme avevano riempito di ottimi tomi, da quello che potette dedurre con un rapido sguardo. I soldati non avanzarono oltre, limitandosi a dirgli che gli alloggi del maestro si trovavano al piano di sopra.
    Questa volta aveva avuto la buona idea di portarsi dietro un bastone e riuscì a salirle agilmente, a differenza di quanto successo a lago rosso. Il rumore delle sue suole e del bastone preannunciò il suo arrivo agli erboristi che sostavano nella stanza, impotenti.
    “salve, sono Maestro Luthor, dalla cittadella. Gli dei hanno voluto che passassi per alto giardino in questo momento. Come sta il Maestro Lomys? Da quanti giorni è in queste condizioni?”
    dopo aver ascoltato le risposte si diresse proprio dal malato.
    Si fece consegnare dagli uomini si riuniti dell’alcool per disinfettarsi le mani, mentre gli altri lo guardavano un poco male. Le teorie che proponevano che le bevande ad alto contenuto di alcool impedissero lo sviluppo di infezioni erano conosciute da qualche tempo alla cittadella, ma nessuno era ancora riuscito a confutarle in maniera efficiente, ed all’infuori della cerchia dei maestri erano guardate con diffidenza. Gli erboristi poi pensavano che l’alcool avesse l’unica funzione di estrarre dalle piante le loro capacità officinali, e nulla di più.
    Si avvicinò al maestro, facendo attenzione a non farlo eccessivamente. Esisteva sempre la possibilità che si trattasse di una malattia infettiva.
    Il maestro appariva molto pallido, sudato e la sua posizione indicava una grave patimento interno.
    Per prima cosa gli tocco la fronte e gli controllò le pupille per valutare le sue condizioni generali, prima di rivolgersi al maestro.
    “Maestro Lomys, riesce a sentirmi? Sono qui per aiutarla, riuscirebbe a descrivermi i suoi sintomi?”
    nel caso il maestro gli avesse risposto ne avrebbe approfittato per osservare la bocca, mentre appoggiò una mano al petto per sentirne il respiro mentre con l’altra valutava il battito cardiaco.
    Il maestro era piegato su se stesso, e poteva indicare una qualche emorragia interna o un qualsiasi disfunzione degli organi interni. Fece cenno ad uno degli erboristi di tenere fermo l’anziano uomo mentre lui procedeva il più rapidamente possibile a tastare il ventre dell’uomo in cerca di un qualsiasi segnale rivelatore.
    ho dato per scontato che gli erboristi impotenti si trovassero proprio dal maestro.
    per le pratiche mediche l'esperta sei te XD spero di aver fatto tutte le cose importanti per una anamnesi

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    Maestro Luthor • 13 novembre • Torre del Maestro• In visita

    "Maestro..."-uno degli erboristi prese parola a nome degli altri chinando la testa all'entrata di Luthor -"Sono stato contattato almeno una settimana fa per un problema di stipsi che gli causava tremendi crampi. Mi ha commissionato degli infusi con la radice di zenzero, ma il lassativo non ha funzionato."
    "In compenso ha cominciato a vomitare e le sue condizioni si sono rapidamente deteriorate nelle ultime ore." -gli fece eco un altro erborista.
    La fronte del vecchio era ben calda sotto la mano di Luthor, segno che probabilmente aveva la febbre. Le pupille sembravano rispondere bene alla luce e al suo riflesso, ma i respiri di Lomys erano accelerati; con un poco di attenzione il ragazzo avrebbe potuto contarne almeno 25 ogni minuto, ben sopra la media.
    "Il legno...Maestro Varus..bisogna... prenderl..."-l'uomo non riusciva a portare a compimento una frase ed era visibilmente confuso; questo non era mai un buon segno poiché voleva dire che qualunque fosse la causa iniziale di stitichezza, qualche evento era occorso a far precipitare in fretta la sua condizione in acuta.
    Giungere in fretta ad una diagnosi era quanto mai essenziale.
    L'addome del Maestro era dolente alla palpazione ed ogni volta che Luthor affondava la mano, egli si dimenava; tuttavia bisognava notare immediatamente che la parete addominale non sembrava eccessivamente tesa e non presentava fenomeni di rimbalzo ed irritazione, quantomeno avrebbe potuto escludere la peritonite tra i morbi che potevano affliggere Lomys. Il dolore evocato si irradiava nella zona attorno all'ombelico, questo dava a Luthor un po' di margine di manovra per circoscrivere la probabile diagnosi ad una serie di condizioni.
    L'acidosi diabetica spiegava il dolore ed il vomito; bisognava accertarsi dell'odore del respiro e delle urine del paziente però per confermarne la diagnosi.
    Non poteva essere esclusa la gastroenterite a causa del riscontro di febbre, dolore addominale e vomito: occorreva verificare i rumori intestinali per accertarsi che fossero accentuati in assenza di evacuazione. Se invece questi fossero stati assenti poteva avere un certo riscontro anche l'occlusione intestinale, in questo caso avrebbe dovuto verificare la sonorità delle anse intestinale ripiene.
    Si poteva trattare di pancreatite acuta, il che spiegava la sede del dolore, il vomito, la febbre, il sensorio obnubilato ed il decorso della sintomatologia; bisognava indagare le abitudini alcoliche del Maestro, controllare che vi fosse dolore sul dorso e la presenza di ecchimosi sui fianchi.
    Se non si escludeva la causa infettiva infine, come non pensare alla febbre tifoide dopo l'epidemia nata proprio ad Alto Giardino? Febbre, stipsi, confusione mentale, esordio a lenta insorgenza... la diagnosi poteva essere confermata dalla presenza di macchioline rosa a livello del tronco in risposta alla digitopressione.

    Un po' di possibilità dunque per il nostro Luthor, come procediamo?
     
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    Sono stato contattato almeno una settimana fa per un problema di stipsi che gli causava tremendi crampi. Mi ha commissionato degli infusi con la radice di zenzero, ma il lassativo non ha funzionato."
    "In compenso ha cominciato a vomitare e le sue condizioni si sono rapidamente deteriorate nelle ultime ore."
    devo pensare che non avesse avuto nessun sentore di avere qualcosa di grave, se si è rivolto ad un erborista.
    “vi ringrazio. Il vomito presentava forse sangue?”
    meglio escludere emorragie interne a livello dello stomaco.
    La fronte dell’anziano maestro era calda, ma non scottava, segno che la febbre era presente, ma non era così tanto alta da essere più un danno che altro. Le pupille si restringevano normalmente alla luce.
    Il cervello non sembra compromesso.
    Il respiro era accelerato, ma non era ancora in grado di dedurne il motivo.
    Il maestro dimostrò di essersi accorto della sua presenza, ma alle sue domande non ricevette altro che una risposta sconnessa
    "Il legno...Maestro Varus..bisogna... prenderl..."
    “qualcuno sa per caso chi potrebbe essere?”
    non pensava che quelle parole avessero in vero significato. Potevano essere anche frutto del delirio, oppure… un tentativo di fornire un indizio?
    Cercò nella memoria se a quel nome figurasse un qualche autore. Forse un trattato di medicina o botanica. Magari in maestro stava tentando di dirgli cosa avesse.

    La risposta sconnessa del maestro era in sintomi più preoccupante. La confusione era un brutto sintomo. Era partita con una semplice stipsi, ma questi sintomi…
    diabete forse?
    Possibile che il maestro non se ne fosse accorto in tempo?
    “avete raccolto l’urina da quanto è in queste condizioni?” sarebbe stato più facile annusare il fiato, ma non era sicuro. Poteva trattarsi di qualcosa di trasmissibile.
    Gastroenterite magari?
    “riesce a trattenere i liquidi o vomita anche quelli?”
    poteva anche trattarsi di una infiammazione al pancreas, ma ancora una volta era frenato dal giudicare le abitudini di quell’anziano maestro. Insegnava in una corte maggiore, non si sarebbe mai lasciato andare a certi vizi..
    no, non doveva presumere qualcosa, doveva sapere.
    Si rivolse all’indistinto gruppo che ancora sostava fuori dalla portarsi
    “qualcuno potrebbe trovarmi uno dei servitori? Mi servirebbe sapere gli ultimi pasti consumati dal maestro, e se avesse qualche preferenza per gli alcolici”

    man mano che procedeva nell’esame del ventre si delineò nella sia mente un altro quadro, ben più grave e mortale, che lo fece bloccare per un attimo.
    Tifo?
    Nell’altopiano si era appena conclusa un’epidemia anzi, tra quelle stesse mura.
    ed aveva falciato la vita di suo cugino e della principessa Targaryen
    “aiutatemi a spogliarlo”
    la febbre tifoide presentava un altro sintomo, che non avrebbe lasciato alcun dubbio.
    Non appena in maestro venne privato delle vesti nella parte superiore del corpo procedette all’ispezione.
    Per prima cosa applicò della pressione con le dita sul petto, per vedere se apparivano le petecchie proprie di quella terribile malattia.
    Se, come sperava, quell’eventualità non si fosse verificata avrebbe proceduto con gli altri controlli:
    per primo avrebbe auscultato in sequenza polmoni, cuore, stomaco ed intestino, in modo da farsi un’idea completa dello stato attuale del suo paziente, ed infine procedere ad una ispezione visiva del corpo del maestro, in cerca di strani segni, morsi o ematomi.
    Ciò che lo lasciava più perplesso era che Lomys, che aveva dalla sua un’enorme e lunga esperienza fosse arrivato fino a quel punto, ovvero l’essere inerme, senza procedere da se ad un inizio di cura.
    In fatto che si fosse rivolto all’erborista poteva forse significare che non fosse nuovo alla stipsi.

    “mastro Erborista, scusi la fretta, non ho nemmeno chiesto come vi chiamate. Maestro Lomys era solito ricorrere ai vostri rimedi per i suoi disturbi intestinali?”

    infine per ultima cosa procedette ad osservare la stanza in cui si trovavano, cosa che non aveva ancora avuto modo di fare, ma che potevano rivelargli qualcosa, magari un indizio che gli erboristi non avevano potuto cogliere, o forse un segno delle ultime attività dell’uomo che ora era costretto in stato di semi incoscienza.

    Prossimi passi?
    La febbre non era ancora necessaria abbassarla, magari poteva procedere con un clistere per alleviare la pressione intestinale, ma doveva fare attenzione:
    anche a far bollire l’acqua e facendola raffreddare si rischiava di trasmettere qualche ulteriore malattia ad un corpo già debilitato.
    No, era ancora troppo presto per pensare così in avanti, doveva iniziare a depennare qualcosa dalla lista delle probabili malattie.

    riassumendo:
    controllo feci e urine
    ascolto tutto ciò che si può ascoltare
    tasto il tastabile
    faccio un pò di domande
    faccio lo gnorri sul tifo per evitare di scatenare il panico prima del tempo, nel caso appaiano le macchie mi allontano immediatamente e invito tutti a fare Altrettando


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    Maestro Luthor • 13 novembre • Torre del Maestro• In visita

    "No, niente sangue nel vomito." -commentò il primo facendo però spallucce al nome di tale Maestro Varus insieme al suo compagno. Per la verità nemmeno a Luthor quel nome diceva nulla, forse si trattava di un collega o di un Maestro di Lomys dei tempi della Cittadella? Come avrebbe potuto verificarlo?
    "Certo che abbiamo raccolto le urine, ma di feci nessuna traccia." -gli fece eco il secondo rispondendo alle domande del giovanotto e portando una padella di ceramica sotto la faccia del poveretto. Sapevano di urine, nessuna modifica all'odore o al colore che fosse facilmente riscontrabile.
    Ringraziando il cielo Lomys non presentava le macchioline del tifo; per la verità il suo corpo non mostrava ecchimosi o petecchie di alcun tipo. I polmoni non davano segni particolari, nonostante il respiro accelerato, mentre il cuore presentava una leggera tachicardia. Sembrava che il problema fosse o fosse diventato sistemico, questo imponeva di agire il più in fretta possibile.
    "Maestro..." -un vecchio servitore col capo chino fece il suo ingresso nella stanza guardando con un misto di preoccupazione e rispetto il saggio di cui si era occupato per tanto tempo.
    "Il Maestro Lomys non beve. Non beve da tantissimo tempo."-parlava quasi con orgoglio, come se si sentisse in dovere di difendere la reputazione del malato -"Ultimamente richiedeva sempre zuppe e brodini poiché aveva problemi di digestione, ma riusciva ad ingoiare solo liquidi. Nemmeno un tozzo di pane, povera anima..."
    Si coprì gli occhi con il dorso della mano per coprire una lacrima.
    "E' vero, confermo che aveva spesso problemi di digestione. Non era la prima volta che ricorrevamo a certi rimedi, ma stavolta non hanno funzionato."
    L'ispezione procedeva con attenzione fino all'addome le cui anse apparivano dilatate e rigonfie nel primo tratto, in totale assenza di qualsiasi movimento di peristalsi.
    Merda...
    Luthor aveva una diagnosi.
    Diagnosi che richiedeva un intervento, urgente.

    Lascio a te l'eureka della situazione. Ora hai tutti gli indizi considerando quanto si era detto.
    La soluzione è chirurgica, bisturi? Ci si prepara?
     
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    Ciò che gli veniva passato sotto il naso dimostrò l’assenza di sangue nel vomito ed il fatto che al maestro non fosse venuto il diabete, mentre una volta che il maestro fu spogliato il suo controllo non fece apparire le macchie superficiali che avrebbero probabilmente segnato la morte di tutti i presenti in quella sala.
    “siano ringraziati”
    sapeva benissimo che al tifo non c’era scampo e che la sopravvivenza era solo in capriccio del destino, od un tiro a dadi dello sconosciuto.
    I polmoni erano liberi da liquidi e non davano segno di nessuna malattia polmonare, mentre il battito cardiaco era lievemente accelerato, ma era comprensibile vista la situazione.
    Il servitore che aveva fatto venire entrò senza nemmeno che se ne accorgesse.
    "Il Maestro Lomys non beve. Non beve da tantissimo tempo, Ultimamente richiedeva sempre zuppe e brodini poiché aveva problemi di digestione, ma riusciva ad ingoiare solo liquidi. Nemmeno un tozzo di pane, povera anima..."
    <molto bene, vi ringrazio per il vostro aiuto.>
    l’esame del fianco comprovò quanto stava dicendo, nella remota eventualità che stesse mentendo per coprire un comportamento mal visto, mentre gli appunti sulla sua dieta non fecero altro che aggravare il quadro clinico che gli si stava formando in mente.
    “perché non avete fatto niente per la vostra condizione Lomys? Potevate chiedere un consulto alla cittadella, vi avrebbero mandato un aiutante o qualcuno a visitarvi.”
    il controllo finale del ventre rese palese come il sole ciò che affliggeva il maestro.
    "Merda
    occlusione intestinale.
    "
    Facendo qualche rapido calcolo doveva essere iniziata già da qualche mese, fino a peggiorare definitivamente quando? Una settimana prima?
    Esistevano diverse tipologie di occlusione intestinale, ed alcune avevano la fortuna di risolversi in pochi giorni, ma nel so caso il paziente aveva sviluppato febbre, ed era un cattivo segno.
    L’intestino era un organo assai delicato, ricco di vasi e poteva essere soggetto anche a ischemie.
    Si poteva anche trattare di un tumore, un fecaloma, una strozzatura o un’aderenza interna.
    Non si poteva scoprire la causa senza aprire, ed anche se lo avesse fatto conosceva le statistiche di sopravvivenza.
    Per quando non se ne parlasse gli interventi interni erano rischiosi, ma piuttosto che lasciarlo li a morire non aveva molte alternative.

    <ha un’occlusione intestinale, grave essendo in corso da una settimana, ma forse ancora risolvibile>
    sorvolò sul fatto che il maestro poteva già essere in cancrena, come la febbre sembrava indicare.
    <devo operarlo, non c’è alternativa.
    Avrò bisogno di un assistente, che abbia i nervi abbastanza forti da non scomporsi alla vista di quello che dovrò fare.>

    dopo di ché si dedicò alla ricerca di tutto quello che gli sarebbe servito, ed era certo che avrebbe trovato il tutto lì negli appartamenti del maestro:
    latte di papavero, aghi, filo, candele, garze ed alcool e forse dei bisturi in vetro di drago.
    Riportò la sua attenzione all’anziano servitore:
    <potreste chiedere alle cucine di mettere a bollire qualche pentola? Dovrò sterilizzare garze e bendaggi.>
    per prima cosa avrebbe somministrato il latte di papavero al maestro, nelle dosi per indurgli il sonno profondo necessario ad operare. Dopo, nell’attesa che il resto venisse pronto ed il sonnifero facesse effetto si sarebbe recato al piano di sotto, alla biblioteca, in cerca di un volume di anatomia.
    Era certo della sua memoria, ma era pur sempre la sua prima operazione su un paziente ancora in vita, ed era cosa assai diverso dai cadaveri dell’obitorio, voleva essere certo di ricordare tutto nei minimi dettagli.
    Sapeva come procedere ma come tutti i membri del suo ordine sapeva che non era l’operazione in se ad essere problematica, ma il decorso post operatorio, nel quale si poteva solo sperare che non sopraggiungessero infezioni o stati generali di shock le quali cause erano ancora inspiegabili, come le embolie o le trombosi.

    Operiamo!
    e speriamo che sopravviva XD
    cerco l'essenziale, ripassino veloce e gli apriamo il ventre.
    chissà quale sarà la sorpresa al suo interno

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    Lanciamo un dadino poi posto.
    1-2-3-4= operazione un successo
    5= complicazione
    6= il paziente decede


    Vediamo un po'.
    Che fine fa Lomys?: 4
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      29/12/2021, 14:27
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    Maestro Luthor • 13 novembre • Torre del Maestro• In visita

    Somministrato del latte di papavero al paziente affinché perdesse coscienza e opportunatamente disinfettati gli strumenti necessari all'operazione, Luthor si sarebbe trovato a fare i conti con quanto aveva appreso durante i suoi studi alla Cittadella.
    Incisa la cute addominale infatti, bisognava trovare la via d'accesso più adatta a ciò che si andava ad effettuare: i muscoli della parete addominale infatti erano riccamente vascolarizzati e, onde evitare un'emorragia, bisognava evitare qualsiasi incisione che andasse a toccare aree pericolosi. Bisognava escludere in prima analisi le laparotomie trasversali perché, non esponendo tutta la cavità, non davano al chirurgo il modo di accedere ad ogni ansa dell'intestino che andava analizzata; bisognava procedere con un'incisione verticale xifombelicale, che poteva essere allargata a piacimento se la situazione lo richiedeva. Certo, sarebbe rimasta una profonda cicatrice, ma dubitava che a Lomys interessasse l'estetica della questione al momento.
    Avuto accesso alla cavità addominale, scostato il mesentere, bisognava trovare l'ansa maledetta e procedere alla sua rimozione; non senza aver fatto attenzione di clampare ogni arteria ed evitare così un'emorragia.
    Una semplice operazione di taglia e cuci, Luthor poteva farcela.

    Vai, opera pure come vuoi e concludi il tutto con un successo.
    Puoi arrivare già fino al risveglio del paziente (la sera)
     
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    Mentre il latte di papavero faceva il suo effetto, portando il paziente a quel sonno profondo e senza sogni che Luthor ben conosceva:
    una benedizione ed una maledizione assieme ti cullava in quel limbo infinito che solo la droga riusciva ad infonderti. Li nel continente veniva usato solo dai membri del suo ordine per scopi medici, ma aveva letto che ad est era bruciato, ed i suoi vapori allucinogeni erano utilizzati per scopi meno nobili.
    Quando lo aveva appreso si era disgustato al pensiero che delle persone potessero entrare in quel turbine quasi senza uscita volontariamente. Lui su era trovato ad un passo dal baratro, costretto a letto nel sonno per settimane, per poi lottare mesi sia contro il dolore che contro la dipendenza che il latte di papavero gli aveva iniziato a creare.
    Non incolpava Maestro Your per quella scelta, perché era ben consapevole che senza sarebbe probabilmente morto, ma il ricordo di quelle sensazioni lo tormentava ancora, nelle sere solitarie, quando il dolore alla gamba tornava a farsi sentire ed una voce dalle profondità più oscure del suo animo tornavano a farsi strada, come tentacoli fumosi, a lambirli il cervello. Le cose erano forse peggiorate da quando aveva imparato a produrlo da sé.
    La sua volontà restava ancora ferrea, e sapeva che erano più le volte che il dolore era psicosomatico che reale.
    Durante il tempo che il suo cervello passo nelle profonde valli della sua mente, perso tra i ricordi lui procedette meccanicamente alle operazione di preparazione all’intervento:
    aveva trovato tutto l’occorrente negli alloggi del maestro, come c’era da aspettarsi. Alcuni strumenti erano forse un poco datati, ma tutti erano perfettamente funzionanti ed altri erano stati modificati da Lomys stesso, per renderli più funzionali.
    Il suo “assistente” aspettava a lato del tavolo su cui avrebbe eseguito l’operazione, tenendo tra le mani il volume di anatomia che aveva recuperato al piano di sotto, nella libreria. Lo aveva richiesto solo per sicurezza, perché pur essendo fiducioso nelle sue competenze non era ancora caduto vittima della vanità, e sapeva che gli imprevisti, quando si apriva una persona e gli si guardava dentro accadevano.
    “bene iniziamo”
    per prima cosa si assicurò che il paziente fosse completamente caduto preda della droga, pungendogli la pianta del piede con uno spillo.
    Non ottenne nessuna reazione, potendo procedere.
    L’incisione iniziale era sia il primo passo da compiere, sia uno dei più importanti, perché dettava il corso di tutto l’intervento.
    Doveva operare nel basso ventre, quindi decise di procedere con una incisione orizzontale. Avrebbe potuto anche procedere con una trasversale all’altezza dell’ombelico ma non poteva sapere quando era estesa l’occlusione o quanto avrebbe dovuto incidere l’intestino.
    L’importante era evitare di intaccare le fasce muscolari, per evitare sanguinamenti. Abbasso il bisturi nel corpo immobile sotto di lui, scendendo con un movimento lento ma deciso
    uscì ben poco sangue, segno che aveva evitato le zone vascolarizzate, mentre quello che fuoriuscì dalla pelle venne velocemente tamponato con una striscia di garza.
    Un rapido sguardo al suo assistente confermo che il suo viso era sbiancato ma riusciva a mantenere il contegno necessario, ma soprattutto il controllo sul suo stomaco.
    Allargo con una mano l’apertura, inserendo con un’altra al suo interno un forcipe dotato di un ingranaggio collegato ad una manovella, al movimento della quale lo spazio iniziò ad aumentare, dandogli l’accesso completo al ventre. Ne posizionò una similare, a che se più piccola anche nella parte inferiore del taglio, dopo di ché si concentrò sugli organi interni

    prima di concentrarsi su quello che gli interessava, ovvero l’intestino procedette con un esame visivo degli altri, per assicurarsi che l’esame esterno avesse mancato di rivelargli importanti informazioni, oltre a controllare che non presentassero masse o colorazioni anomale, ma tutto sembrava in salute.
    A prima vista nessuna zona dell’intestino appariva necrotica, segno che era arrivato in tempo.
    Infilò le mani all’interno, spostando man mano tutte le sezioni dell’intestino, finché in tatto, prima della vista gli rivelò quella che stava cercando. Spostò le altre, la espose dalla protezione del mesentere, per decidere come procedere.
    L’occlusione non era, per fortuna, estesa. Gli sarebbe quindi bastato rimuovere la porzione interessata e riattaccare tra di loro i due lembi.
    L’esame visivo non rilevò particolari complicazioni o vasi sanguigni anormali.
    Inizio proprio dalle arterie, clampando quelle che rifornivano la zona di suo interesse prima di procedere a legarle con un filo di lino ed infine rimuoverle.
    Una volta che si fu accurato che tutti i vasi fossero occlusi inizio ad incidere l’intestino.
    In suo assistente, ora immobile come una statua di cera teneva aperto il libro sulla pagina che gli aveva precedentemente indicato, ma la mancanza di necrosi o altre complicazioni aveva reso la sua presenza inutile, ma nonostante ciò decise di confrontare gli schemi generali della distribuzione del sistema sanguigno per essere sicuro di non aver scordato qualche vaso profondo visibile solo dall’asse sagittale.
    La rimozione dell’ansa intestinale prosegui senza intoppi, permettendogli di ricucire l’intestino in tempi rapidi, asciugando le varie perdite di sangue con garze sterili e rimuovendo con attenzione tutti gli strumenti che aveva usato.
    Si concesse un attimo di riposo prima di cominciare a richiudere la pelle del ventre. Si concesse anche di sedersi su uno sgabello nel mentre per alleviare la rigidità che si iniziava ad irradiare su tutta la gamba, dopo che era rimasto in piedi in mobile per tutta la durata dell’intervento.
    In risultato finale e le sue cuciture lo soddisfarono.
    Ahimè al maestro sarebbe rimasta una vistosa cicatrice, ma era nulla in confronto alla fossa, no?
    Tagliò il filo da sutura, e dopo aver passato un’ultima volta dell’alcool sopra il taglio avvolse il ventre con delle garze e bende, buttò gli strumenti in un piccolo secchio pieno di disinfettante e si diresse verso l’uscita, facendo cenno all’altro uomo di seguirlo.
    Fuori trovò diverse persone in attesa, i quali sguardi si accesero vedendolo uscire,
    “l’operazione è andata bene e se gli dei vorranno non ci saranno complicazioni.
    Si dovrebbe svegliare verso sera, io aspetterò di sotto nel mentre”

    scese dagli alloggi del maestro alla biblioteca, dove trovò un divanetto abbastanza comodo sul quale sedersi e chiudere gli occhi, entrando in un torpore generalizzato ma senza addormentarsi.

    Quella sera, come previsto Lomys iniziò a ridestarsi dal suo sonno e Luthor era pronto al fianco del letto nel quale era stato spostato, per tranquillizzarlo ed informalo.
    Sapeva che i risvegli dal latte di papavero poteva essere confuso, e doveva evitare che il suo paziente si agitasse.
    “Salve Maestro Lomys, sono Maestro Luthor dalla cittadella. Vi ho operato stamane, quindi cercate di rimanere il più fermo possibile. Se avete delle domande sono a sua disposizione.”
    Nel mentre gli allungò un bicchiere d’acqua. L’uomo avrebbe dovuto seguire una dieta liquidi per diverse settimane, nell’attesa che il suo intestino guarisse.

    Se il maestro fosse stato abbastanza lucido e presente gli avrebbe posto un’ulteriore domanda.
    “scusate se mi permetto ma nel vostro delirio avete fatto riferimento ad un tale Maestro Varus, ma ne io ne altri qui ad Alto giardino sembrano conoscerlo. È qualcuno di importante? Se volete potrei avvisarlo se sapessi dove scrivere.”

    spero di non aver scritto qualche castroneria medica XD
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    Maestro Luthor • 13 novembre • Torre del Maestro/ sera• In visita

    "Che sciocco sono sta..to..." -il dolore per l'operazione rendeva i discorsi ed i movimenti di Lomys impacciati e lenti, ma il Maestro di Alto Giardino stava bene ed il merito era tutto del giovane studioso accanto a lui. L'operazione era stata un successo, ora bisognava solo scongiurare il pericolo di infezioni posteoperatorie ed il vecchio saggio poteva dirsi salvo.
    "Pensavo di poter risolvere la faccenda con gli infusi come al solito, ma ho sottovalutato la questione." -era raro probabilmente vedere un uomo di simile calibro ed esperienza rimproverarsi, ma era segno di una mente intelligente capace di riconoscere ed ammettere i propri errori -"Luthor avete detto. Ho ricevuto una missiva dalla Cittadella, siete diretto ad Approdo del Re. Inutile dire che siete il benvenuto per tutto il tempo che vi serve, vi sono debitore."
    L'altra questione colse il Maestro di sorpresa per qualche istante, quindi abbozzò un sorriso e si portò una mano sulla fronte a coprirsi il viso.
    "Varus...non sentivo questo nome da decenni."-avrebbe voluto tirarsi su a sedere per chiacchierare come si conveniva in una posizione più rispettabile, ma aveva anch'egli l'anello di Medicina e sapeva che non sarebbe stata la scelta più saggia.
    "Era il mio mentore alla Cittadella quando ero solo un giovane novizio, una vita fa. " -non era raro che sulla soglia della morte i malati ripercorressero i momenti più importanti del loro passato -"La situazione appare quasi ridicola a pensarci ora, ma all'epoca l'episodio fu parecchio increscioso. Conoscete il tesoretto della Cittadella? Ori e donazioni che sostengono l'accademia e le sue ricerche in poche parole..."
    Non erano in molti a poter accedere alla tesoreria, ma che vi fosse era nozione conosciuta dai più.
    "Quando ero al mio terzo mese ci fu un gran putiferio poiché ogni notte diverse monete d'oro o piccoli gioielli e non si riusciva a scovare il colpevole per quanto fossero messe di guardia diverse anime in diversi turni. Una volta toccò anche a me, fu in quell'occasione che..." -un sospiro divertito -"Non c'erano ladri, c'erano gazze. Si erano appollaiate tra le alte insenature della sala e avevano fatto della nostra tesoreria la loro personale stanza dei giochi. Oh, scoprirle fu persino più facile che acciuffarle! Il povero Maestro Varus le rincorreva con un bastone per farle allontanare, ma se lo diede in testa più di una volta e...oh oh oh..." -le risate gli provocavano un certo dolore al fianco che interruppe tutta l'ilarità del povero Lomys.
    "Ad ogni modo, le monete ed i gioielli...per così dire... rubati, non vennero mai ritrovati. Chissà, magari hanno fatto la fortuna di qualcuno negli anni!"
    Ti lascio a tu per tu con Lomys tutto il tempo che vuoi XD
     
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    Gli occhi dell’uomo ci misero un attimo a mettere a fuoco l’ambiente, capire dove si trovasse e focalizzarsi su di lui ma lo sguardo era vigile e presente, segno che lo stato confusionario che aveva dimostrato quando lo aveva visitato per la prima volta era completamente sparito. Ascoltò in silenzio le sue parole, rimuginandoci su.

    <che sciocco sono sta..to..> la bocca era ancora un poco impastata dai residui del latte di papavero, ed il dolore che iniziava a diffondersi mentre riprendeva controllo e sentore del corpo ne rallentava i movimenti.

    Aveva controllato i bendaggi poco prima senza trovare perdine o infiammazioni. L’operazione era quindi andata bene. Rimaneva solo da vedere come avrebbe reagito il suo corpo, ma tutto lasciava presagire in una piena guarigione.

    <pensavo di poter risolvere la faccenda con gli infusi come al solito, ma ho sottovalutato la questione>

    <le occlusioni sono sempre difficili da prevedere, ed una volta che si manifestano si può fare ben poco da sè.>

    <luthor avete detto. Ho ricevuto una missiva dalla Cittadella, siete diretto ad Approdo del Re. Inutile dire che siete il benvenuto per tutto il tempo che vi serve, vi sono debitore>

    <è stata una fortuna che mi sia trovato a passare per Altogiardino proprio in questo momento e credo che ripartirò per approdo solo dopo aver ottenuto la certezza che l’intervento sia andato a buon fine. Ovviamente vi sostituirò nel mentre se avrete qualche compito inderogabile>

    <varus… non sentivo questo nome da decenni. Era il mio mentore alla Cittadella quando ero solo un giovane novizio>


    <capisco> era arrivato proprio in tempo, era probabile che se avesse tardato di un solo giorno si sarebbe ritrovato a dover scrivere ben più infauste notizie alla cittadella, e pensare che erano in anticipo sulla tabella di marcia proprio perché aveva indicato al vetturino una strada più rapida.

    <la situazione appare quasi ridicola a pensarci ora. Conoscete il tesoretto della Cittadella?>


    <si, L’arcimaestro Valinor lo ha accennato durante i miei studi, ma come molti altri non so dove venga custodito>

    <quando ero al mio terzo mese vi fu un grande putiferio…. Non erano ladri, ma gazze, si erano appollaiate tra le insenature della sala e avevano fatto della tesoreria la loro stanza dei giochi>

    <gazze? Doveva essere proprio ricolma se hanno preferito correre il rischio di stabilirsi così vicino alla corviera. Immagino i saggi dell’epoca passare le notti insonni nel tentare di capire come qualcuno poteva intrufolarsi sotto i loro occhi!>

    <le monete sparite non vennero mai ritrovate. Chissà, magari hanno fatto la fortuna di qualcuno negli anni!>

    <non ne dubito, tirare giù un nido e trovarci dentro una piccola fortuna, di certo non lo sono andati a raccontare in giro.>
    <sono contento di vedervi riprendere salute maestro, quando sono arrivato ho temuto il peggio. Dopo così tanti giorni dall’inizio dei sintomi ero convinto di trovare già del tessuto necrotico.

    In effetti da stamattina non ho fatto altro che fiondarmi qui nelle vostre stanze e rimanerci, senza neppure presentarmi ai signori di Alto Giardino, anche se la fortezza mi è sembrata alquanto… vuota. Lord Tyrell è forse via? Alla cittadella non ho saputo gran che, per quanto possa suonare strano. Per certi versi continua a vivere in un mondo a parte. Ci sono nuove dalla capitale?>


    giusto un poco di conversazione e mi offro di aiutarlo nel mentre
     
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    Maestro Luthor • 13 novembre • Torre del Maestro/ sera• In visita

    "Oh, pochi compiti ora che i Signori non ci sono." -stava già per rendere partecipe il suo salvatore di tutte le novità che c'erano state in quell'ultimo periodo, ma il dolore ne rallentava l'eloquio ed il movimento impaziente della mano con cui tentava in qualche modo di scacciarlo indicava come odiasse sentirsi impacciato dalle malattie.
    "Re Rhaegar ha riconquistato il Trono di Spade e ha chiamato a raccolta i nobili di tutto il continente per giurargli fedeltà formalmente ad Approdo del Re. Lord Mace è partito con sua moglie e sua madre, anche per ricongiungersi alla figlia."
    Desiderava così disperatamente mettersi a sedere, ma aveva l'anello di Medicina anch'egli e voleva evitare di strappare la ricucitura che con tanta cura gli era stata fatta.
    "Abbiamo avuto tre splendide nascite in famiglia." -la famiglia era ovviamente quella dei Tyrell, ma dopo tanti anni di servizio era evidente che un Maestro si affezionasse a tal punto da considerarla in parte anche sua -"Lady Florent, la moglie del nostro caro Hadray, gli Dei lo proteggano, ha dato alla luce due bambine, Victoria ed Olenna. Lady Aconé invece ha presentato alla corte il suo primogenito, un maschietto sano e robusto. Galuadh Orwen Targaryen."
    Dei figli erano sempre una benedizione per ogni Casata e, sebbene ora il suo destino ed il suo futuro avevano preso un'altra strada, la famiglia dei Tyrell era in parte legata anche alla sua. Gli era ancora consentito rallegrarsene? Sì, forse si.
    "Si stanno trattenendo alla capitale perché la situazione è complicata." -lo sguardo del povero Maestro si rabbuiò di colpo -"Tywin prima di morire ha dato alle fiamme la città lasciando esplodere l'Altofuoco che il Re Folle aveva fatto nascondere sotto Approdo del Re. Per non parlare di..." -abbassò la voce come se fosse ineducato persino pronunciarne il nome -"Lady Illyria. Immagino che i suoi deliri siano giunti persino alla Cittadella...pare che l'eretica abbia raccolto diversi seguaci e più di un castello è caduto in suo possesso."
    Era proprio vero che grandezza e follia erano le due facce della stessa moneta per quella famiglia.
    "Da questo potete capire come il vostro aiuto sia ben più richiesto alla capitale che qui ad Alto Giardino al momento, ma se ne avete voglia...ho almeno due settimane di visite da archiviare."-sollevò lo sguardo verso la sua scrivania dove decine di foglietti sparsi indicavano appunti di questa o quella malattia diagnosticata a questo o quel cortigiano. Per avere una storia completa dei vari pazienti era importante organizzarli in appositi libroni, faccenda che era risultata ostica per il Maestro considerata la sua malattia.

    Un po' di news, se serve chiedi altro.
    +
    Puoi considerare la richiesta del Maestro come una missione individuale da svolgere quando ti pare (linka questa quest come "assegnazione"): praticamente devi catagolare negli archivi due settimane di visite di Lomys, a persone a tua scelta con malattie a tua scelta XD
     
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16 replies since 6/12/2021, 09:13   316 views
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