Leonard Marbrand

I Sette Dei - Il Padre

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    Alfiere

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    8 luglio 285 A.A.

    Leonard chiuse il baule di legno e fissò l'esterno da una vetrata. Non si vedeva granché, a causa di una torre poco distante, ma si poteva ben immaginare l'estensione di quella città.
    Non era abituato assolutamente ad una quantità di soldati e civili di quella portata, ad Ashemark era tutto diverso. Tutto.
    Sospirò.
    Si avvicinò al muro opposto alla finestra e sfilò dalla rastrelliera la propria daga, infilandola cautamente nel fodero appeso al fianco sinistro. Da quanto gli avevano detto gli sarebbe spettata una bella camminata fino al Grande Tempio di Baelor.
    Era sicuro che gli altri nobili dell'Ovest in quella sala avessero riso sotto i baffi vedendo il povero Leonard Marbrand, mai uscito veramente da casa propria, che chiedeva se ci fosse un Septon con cui parlare prima dell'assedio.
    Sicuramente erano tutti più esperti di battaglie del giovane erede di Ashemark e forse avevano compreso che la Fede, alla fine, era qualcosa di superfluo quando ci si trovava in duello con un nemico.
    Tanti forse e poche certezze ma il fatto che gli avessero indicato come luogo di raccoglimento proprio il Grande Tempio di Baelor, beh, era qualcosa che Leonard accettò di buon grado.
    Cosa avrebbe detto Septa Agatha, vedendolo in quel momento?
    Un lungo mantello con l'albero infuocato dei Marbrand gli cadeva quasi fin sotto gli stivali, era pulito, i capelli tagliati molto corti e il piccolo filo di barba completamente rasato.
    Era il perfetto ragazzino pronto a morire.

    Le guardie del Marbrand gli fecero il saluto non appena lasciò la propria stanza; alcune rimasero a presidiare la porta, altri (quelli che formavano per volere di suo padre la scorta personale) lo seguirono.

    Fu davvero una lunga camminata e il sudore che scese dalla pelle di Leonard vanificò il bel bagno che si era fatto poco prima. Meno male che aveva deciso di non indossare anche l'armatura di cuoio borchiato.

    Era magnifico, una costruzione che non aveva nulla a che vedere con i numerosi templi sparsi per le Terre dell'Ovest. Il Grande Tempio di Baelor era un vero e proprio monumento ai Sette Dei, nessuno avrebbe potuto mettere in discussione l'importanza che esso avesse per quella città e per gli interi Sette Regni.
    Trovò una nota fuori posto: all'ingresso principale diverse Cappe Dorate facevano la guardia. Impossibile sapere quando sarebbe arrivato il vecchio Re Targaryen insieme ai suoi uomini.
    Un uomo abbastanza anziano cominciò a scendere alcuni scalini, diretto verso Leonard e le guardie
    "Benvenuti, Fratelli! Benvenuti al cospetto dei nostri amati Dei! Venite, seguitemi e ditemi, con chi ho l'onore di parlare?
    Leonard aprì la bocca ma una delle guardie lo batté sul colpo. Non aveva la forza di imporsi nemmeno sulla propria presentazione, come avrebbe potuto guidarli in battaglia? "Il qui presente Leonard Marbrand, primogenito di Preston Marbrand, alfieri di Tywin Lannister, Re dei Sette Regni, desidera avere un colloquio con l'Alto Septon"
    Leonard un po' in imbarazzò annuì e cominciò a salire le scale.
    "L'Alto Septon è molto impegnato in questi giorni, sapete i Sette ricevono molte preghiere in questo periodo...è un peccato che i nostri fratelli si avvicinino alla Grazia della Madre solo in prossimità della possibile morte. E' un vero peccato."
    Leonard notò come, pur essendo un Septon, egli affrontasse il tema della morte con relativa tranquillità. Il drago che sarebbe piombato sopra le loro teste metteva molto timore, questo era certo.

    Dovette aspettare dentro, nella prima ala del tempio, per almeno 15 minuti prima che l'Alto Septon si palesasse.
    "Oh, eccovi finalmente, vi ho dovuto cercare per parecchio tempio. Mi hanno riferito che desideravate avere un colloquio con me, giusto?"
    Leonard si riprese da qualsiasi pensiero aleggiasse nella sua mente e camminò di fretta verso la direzione da cui proveniva il Capo della Fede.
    "Sommo Padre, sì, io...io sono Leonard Marbrand, figlio di Preston, feudatario di Ashemark."
    "Oh...Ashemark...mmmh, Marbrand dite? Siete dell'Ovest, nevvero?"
    "Sì, Sommo Padre, pochi giorni di distanza da Castel Granito."
    "Capisco, capisco, siete stati in molti a provenire da quella terra in questi mesi."
    Leonard abbassò il volto.
    "Cosa desideravate, giovane nobile?"
    "Volevo avere...se me la concedeste, la benedizione dei Sette, per i pericoli che ci aspettano."
    L'Alto Septon si appoggiò ad un grande bastone ornamentale e fece segno di seguirlo.
    "Una benedizione, sapete cosa sia in realtà una benedizione? Vedete, non è qualcosa che viene concessa così, a comando."
    "Non era quello che intendevo, mi dispiace aver usato delle parole scorr..."
    "Shh...shh...venite, seguitemi, spostiamoci in prossimità della zona centrale. Osservate la Giustizia degli Dei, osservate la raffigurazione del Padre, colui che giudica e colui che non può essere giudicato."
    Nella zona centrale, disposte a cerchio, vi erano sette immense statue, ognuna di esse raffigurante un particolare immagine del Dio dai Sette volti. La prima sotto cui si erano soffermati era proprio quella raffigurante il Padre.
    "Voi chiedete a me una benedizione, ma chi sono io per poter giudicare se ne siete degno?" L'occhio di Leonard cadde, senza molti problemi, sulla gigantesca bilancia che pendeva dalla mano sinistra del Dio.
    Era vestito molto semplicemente, con una tunica che copriva quella che sembrava pelle ma che non era altro che essenza divina trasformata in ciò che gli uomini potevano vedere e comprendere.
    "Il Padre giudica i morti quanto i vivi, giudica le anime al trapasso quanto i cuori durante il matrimonio, nulla sfugge alla Sua vista e al suo controllo. Ovunque vi sia la luce degli astri, allora il potere del Padre sarà capace di discernere il giusto dallo sbagliato, il vero dal falso, la bontà dall'inganno. Vedete, giovane nobile, non è un caso che Egli sia vestito di una sola semplice tunica: non c'è bisogno che appaia in un modo che per noi uomini mortali sia suntuoso ed elegante poiché è Lui stesso a impersonare ciò che è giusto. Sopra ogni possibile attacco, sopra ogni possibile giudizio, alla nostra morte i nostri peccati vengono soppesati con le nostre virtù e il giudizio eterno viene annunciato. Da esso non si sfugge, da esso non c'è ritorno, eterni virtuosi ed eterni peccatori si separeranno per sempre e potranno raggiungere le Terre in cui la Misericordia della Madre viene donata o dove il disprezzo dello Sconosciuto viene elargito."
    Leonard si mise al fianco dell'Alto Septon, con il naso all'insù. Era abbastanza sicuro che quella statua potesse mettere soggezione perfino ad un non credente.
    "Bene, fate bene, giovane nobile, a fissare il volto coperto dalla sacra barba, poiché non è peccato ammirare la Giustizia che traspira dal Suo sguardo. Nulla, e dico nulla, si sottrae al giudizio, né un'azione né una parola. Ogni singolo gesto compiuto durante la nostra permanenza in questo mondo non scompare, per quanto piccolo sia. La vostra partenza dalla vostra terra natia, il vostro arrivo in questo sacro tempio, la battaglia che andrete ad affrontare una volta che la guerra scenderà su questa città. Tutto ciò che è accaduto e che accadrà sarà il vostro fardello. Dicono che il perdono sia risolutivo, ebbene, io vi dico che non c'è nulla di vero: ciò che accaduto non può essere scordato, si può rimediare, è vero, ma una ferita nel proprio cuore di Fede è come un coccio che cade frantumandosi; rimarrà in eterno e i Sette Dei lo sapranno in eterno."
    Certamente le parole dell'Alto Septon non erano granché calmanti per l'animo turbolento e spaventato del giovane Leonard, quella che era stata una semplice richiesta di benedizione si stava trasformando in qualcosa di molto più profondo, un viaggio all'interno delle figure e la mitologia della Fede dei Sette. Solo attraverso di essa, a detta del Capo della Fede, Leonard avrebbe potuto trovare ciò che cercava.
    Sarebbe stato vero?
    "Venite, spostiamoci al cospetto della Madre."

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    Lord

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    la regola dei due mesi off massimi dall'allontanamento del PG dal luogo d'addestramento non si applica in virtù della seguente quest
     
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