L'offesa Dorniana

A difesa della religione

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    Le parole vergate dal Principe Martello lo avevano scosso, sia per l’ennesimo fantasma della guerra che aleggiava sul continente, sia perché il rischio di un ulteriore scisma religioso rischiava di frammentare uno dei pilastri di unità che faceva da legante al continente occidentale, se si escludeva il nord, nel quale il culto era poco presente, ma tollerato dalle popolazioni. Il sorgere di nuove ed innumerevoli eresie e religioni vere e proprie avrebbe potuto scatenare un’infinità di guerre religiose, che avrebbero rischiato di far cadere la corona, riportare il continente alla situazione frammentaria che esisteva prima della venuta dei Targaryen ed ipoteticamente renderlo desiderabile alle invasioni da Essos, perché le città libere si erano sempre tenute lontane dal continente occidentale, ma restavano bramose di territori in cui espandersi.
    Dato che non possedeva nessun aggancio di rilievo da utilizzare, ed il sovrano, così come i suoi più fidi consiglieri non conoscevano nemmeno la sua faccia, ad esclusione del Gran maestro e che comunque sua maestà non aveva ancora risposto, per quello che sapeva, a quella infausta lettera si presa la briga, e di certo il gusto, di dare a qualcuno in consiglio giusto, perché pensava che essendo stata inviata solamente alle corti, nessuno dei tanti lord che si trovavano alla capitale avesse avuto ragione di informare anche il capo della religione che in quella lettera veniva minacciata.
    E mentre i suoi capelli assumevano una piega molto famosa in una remota città chiamata Zena si diresse con in suo passo claudicante verso i resti del grande tempio, dove sperava di riuscire a incontrare il Sommo septon. Questo perché in cuor suo temeva le rivendicazioni religiose dello scritto più di ogni altra cosa e già intravedeva all’orizzonte una possibile alleanza tra il Martell e gli eretici che ancora imperversavano nelle terre della corona e non solo.
    Allo stesso tempo sapeva che i desideri ed i piani di un Lord non erano lo specchio di quelli del suo popolo. Popolo, quello Dorniano, che probabilmente non sapeva nulla dei piani di ribellione del loro signore, e speravano tanto di continuare nella loro tranquilla vita.
    Il potere del popolo, specialmente quando infiammato dallo zelo religioso, era una forza incredibile, e così come gli eretici avevano conquistato metà dei territori della corona Luthor credeva che una spintarella e qualche parola al popolo avrebbero potuto portarlo a paventare una ribellione contro il Martell, se avessero saputo della sua volontà di portarli in guerra per il suo solo tornaconto personale, egoistico ed illegale a dirla tutta.
    Pertanto il principe avrebbe probabilmente desistito al pensiero dei forconi e delle torce sotto la sua finestra, pertanto bisognava infiammare il popolino, e tra il popolino quelli che avevano maggiore presa ma che spesso erano dimenticati erano i septon.
    Quindi se voleva evitare una nuova guerra doveva portare il popolo di Dorne dalla parte della corona, passando attraverso le omelie e le esortazioni del clero, che certamente sentivano più spesso dei comunicati del loro signore, dal quale provenivano solo richieste di tasse in genere.

    Con quelle intenzioni arrivò alla piazza che un tempo ospitava il grande tempio. Se la corona non voleva salvarsi da sola, qualcuna doveva salvarla, e l’alto septon poteva essere quella persona, se consigliato a dovere.
    “buongiorno, sono Maestro Luthor. Avrei necessità di parlare il prima possibile con L’alto septon di questioni di grande importanza delle quali deve essere portato a conoscenza, per il bene del regno e del culto”
     
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    Del Grande Tempio di Baelor era rimasta solamente la Sala delle Lanterne, senza ovviamente alcun soffitto con le stesse, e qualche Septon raccoglieva i pochi fedeli che trovavano il coraggio di praticare apertamente la "vecchia" religione. Alle domande del Maestro, lo indirizzarono nuovamente alla Fortezza Rossa, al Tempietto reale che si ergeva nel cortile interno del castello.
    Era qui che il nuovo Alto Septon lavorava alla ricostruzione del culto e, in quel particolare momento, all'istruzione di un gruppo di novizi raccolti in preghiera. Si trattava di un uomo anziano senza alcun dubbio, ma che sembrava aver conservato un fisico ancora prestante in qualche modo. Aveva barba e capelli ordinati e tagliati ben corti, un paio di occhialini sul volto segnato da diverse cicatrici, oltre che ovviamente dalle rughe. Sembrava qualcuno che in un tempo passato era stato un soldato.
    "Continuate." -diede istruzioni ai giovani prelati, facendo segno al Maestro di seguirlo in sagrestia per parlare un poco più comodamente.
    "Siete un altro assistente del Gran Maestro?"
     
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    La vista di quello che una volta era stata la piazza che ospitava il Grande tempio era sempre dolorosa, al ricordo di quanto era stato perso, sia dal lato umano che da quello del patrimonio culturale e simbolico della capitale e del culto. Una piccola parte rimaneva ancora in piedi, sventrata, privata del tetto, ma ancora con qualche parete che tenacemente continuava a reggersi in piedi, anche se ben pochi, tra septon e fedeli vi si potevano trovare. Alla sua domanda sull’alto septon fu reindirizzato nuovamente verso la fortezza rossa, perché era li che l’alto prelato ora viveva e praticava. Tra qualche imprecazione e un poco di sudore versato si inerpicò sulla strada da cui era appena disceso, diretto nuovamente verso il mastio che svettava al disopra della città ferita. Una volta tornato all’interno delle mura chiese ad uno dei servitori di indicargli la direzione del tempio reale, perché non ne conosceva l’ubicazione.

    Il suo tempo libero era stato talmente ridotto che conosceva pochi corridoi della fortezza, ovvero quelli essenziali per i suoi spostamenti. Si sarebbe preso la briga di studiarsi una pianta del castello nella biblioteca, qualora ne avesse trovato il tempo.

    Entrando nella struttura che si affacciava sul giardino interno scorse un gruppo di giovani raccolti attorno ad un uomo più anziano, che indossava la livrea del culto e che identificava proprio come l’alto septon.

    Era anziano, ma ancora prestante nella corporatura, e man mano che si avvicinava vide che il viso dell’uomo era segnato da cicatrici, oltre alle rughe, e che montava un paio di lenti di Myr sugli occhi, per correggere un difetto visivo.

    Possibile che il nuovo alto Septon avesse un passato militare? Sarebbe stato inutile chiederlo, dato che ricevendo la nomina rinunciava alla sua precedente identità, ma Luthor si sarebbe aspettato un uomo con un aspetto più mansueto. Forse però dietro del viso si nascondeva un esperto oratore, e non un vecchio guerriero. Ci mancava solo un altro credo militante in quel momento.

    Si congedò da coloro che lo attorniavano e gli fece cenno di seguirlo verso la sagrestia.

    “siete un altro assistente del Gran Maestro?”

    “no eminenza.” Iniziò a dire, mentre si inchinò davanti all’anziano.

    “ sono al servizio dell’arcimaetro Vaelyn, ma attualmente mi trovo qui alla capitale come interprete, e sto aiutando il Maestro del Conio su alcune questioni economico, ma non è il mio incarico a portarmi da voi”

    È giunta alle mie orecchie una missiva del principe di Dorne, diffusa in tutti e sette i regni, e da alcune sue parole sembra intenzionato a fare dichiarazioni di carattere religioso che spetterebbero solo a voi.

    Come Fedele ho creduto doveroso informarla, visto il periodo che il culto sta attraversando. Ecco, se volete questa è la missiva.”


    Gli porse una copia della lettera che aveva avuto modo di leggere nella tenda di Lord Karstark e che aveva provveduto a trascrivere subito dopo, per evitare di scordarsela. Al di là delle pretese matrimoniali, che potevano essere o meno legittime a seconda della persona a cui si chiedeva le dichiarazioni di carattere religioso andavano al di là dei poteri e delle possibilità del principe dorniano e il culto non poteva rimanerne ignaro, nel caso avesse dato luogo a quanto minacciava.

    Oltre a quella comunicazione impellente aveva anche intenzione di conversare con l’alto prelato, per carpire informazioni dettagliate su quanto fosse grave la situazione attuale e cosa poteva fare per aiutare, in un momento così delicato come quello che stavano attraversando. In toccare cos’ tante situazioni, con così tante personalità diverso lo faceva sentire quale tirato verso diverse direzioni, nel tentativo di trovare, con le sue sole forze, una quadra che potesse sistemare o porre rimedio a quanti più problemi possibili. Stava forse andando oltre alle sue capacità, ma intendeva essere fedele al giuramenti di servire il regno e quello e gli altri tentativi che aveva messo in piedi erano forse non necessari, ma doverosi per la sua coscienza.

    Pensare che lui aveva mosso solo pochi passi nella fortezza rossa, come faceva Lord Varys a gestire tutto il suo lavoro?

    “inoltre volevo sapere se potevo aiutarla in qualche modo, potrei forse darle qualche consiglio da un punto di vista diverso…”



    695 parole.

    Mo la faccia davvero partire una controriforma, che il luteranesimo in confronto è acqua fresca, altro che 40 righe sulle porte della cattedrale, tutta la città vi riempio di manifesti.
     
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    "Un interprete, capisco." -non sembrava esserci disprezzo nella voce del religioso, quanto più il registrare ad alta voce un'informazione che avrebbe riposto in un qualche cassetto della mente.
    "Le voci corrono in fretta in questa Fortezza, ma non ho ancora avuto il piacere di leggerla." -inforcò meglio gli occhialini sventolando la pergamena che gli era stata offerta e bevendone il succo alla luce di alcune candele accese nella sagrestia. Mugolava senza dir nulla durante la lettura, lasciando al Maestro solamente alcuni appigli per decifrarne lo stato d'animo: a volte sollevava le sopracciglia in segno di sorpresa, altre volte accigliava la fronte con evidente disappunto, altre ancora sollevava un angolo della bocca quasi come fosse divertito.
    "Non è il primo nobile che si riempie la bocca di questioni che non gli appartengono e non sarà di certo l'ultimo." -scosse il foglio per riconsegnarlo al suo legittimo proprietario e si tolse lentamente le lenti per osservare meglio Luthor negli occhi. Sembrava assolutamente calmo, era evidente che per mettere mano alla questione del Sentiero Luminoso avessero scelto un uomo non facilmente impressionabile, quantomeno.
    "Ma non avete di che temere, conosco molto bene il mio ruolo e le mansioni di un Septon se è questo a preoccuparvi." -frugò nelle tasche per estrarre un libricino di piccole dimensioni e dalle scritte molto fitte che mostrò al giovanotto. Si trattava di preghiere o cerimonie o ancora protocolli da adottare in questa o quella situazione -"Se il Sire dovesse decidere infine per le nozze con la Principessa Martell, sarà mia premura indagare nelle visite prematrimoniali le ragioni della loro unione ed eventuali impedimenti. Se non dovessero sussistere, procederò con le celebrazioni."
    Tra le ragioni che rendevano nullo un matrimonio vi erano la sterilità o la non verginità della donna, oppure un'estorsione del consenso alle nozze. Se le prime due non erano affare di un Septon (a meno che il Targaryen non avesse richiesto altrimenti), la terza richiedeva una breve indagine di conferma da parte dei religiosi che sarebbero andati a celebrare le nozze. Una formalità nella maggioranza dei casi ma considerato il polverone sollevato dal Principe di Lancia del Sole, l'Alto Septon intendeva fare le cose per bene per tutelare (probabilmente) sé stesso prima ancora della Martell.
    "Volete aiutarmi, dite?" -ecco di nuovo il sopracciglio alzato in segno di sorpresa -"Non vedo come in tutta sincerità. Non ho bisogno di un interprete e tutti gli averi del Grande Tempio sono saltati in aria insieme all'edificio stesso, dunque non mi serve neppure un tesoriere."
    Simili parole in bocca ad un'altra persona probabilmente sarebbero state indice di stizza, ma il religioso sembrava assolutamente neutrale; anzi, si poteva dire che affrontava tutte le questioni che gli erano state poste davanti fino a quel punto quasi come un uomo di scienza.

    Farà le sue indagini e se Lily non è costretta a sposarsi celebrerà le nozze e fanculo Matthew Martell.
     
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    Il nuovo Alto Septon sembrava estremamente calmo e composto. In ogni sua azione, in ogni sua frase, ma a Luthor sembrava più che altro oltremodo freddo. Forse un contegno del genere poteva essere doveroso per ricostruire l’immagine del clero agli occhi del popolo, ma quell’uomo gli pareva più uno statista che un ispiratore di masse.

    Lungi da lui criticare la scelta dei più devoti, ma se quello era il modo in cui teneva anche i suoi sermoni non avrebbe indotto il popolino a tornare a frequentare pubblicamente il culto alla capitale.

    Liquidò come di poco conto le parole del principe di Dorne e gli servi tutto il suo contegno per non dare segnali di sbigottimento. Certo, voleva procedere per assicurarsi la validità del matrimonio, ma solo fine a se stesso, senza considerare l’impasse politica che andava a crescere dietro quella scelta del Principe. Era l’alto septon, era vero, ma in quel momento la sua figura alla capitale era assai traballante finché l’eresia fosse continuata, e una nuova guerra avrebbe portato nuove persone ad abbracciare la nuova fede, in cerca della pace e dell’equità decantata da Illyria.

    “Volete aiutarmi dite? Non vedo come in tutta sincerità. Non ho bisogno di un intendente e utti gli averi del grande tempio sono saltati in aria assieme all’edificio stesso, dunque non mi serve neppure un tesoriere”

    Beh.

    Aveva nutrito l’idea di richiedere un aiuto economico al clero, cercando di capire cosa potessero volere in cambio del loro aiuto alla corona, ma pareva che tutti i loro averi fossero appena evaporati grazie all’altofuoco. Mai una gioia in quella vita. Era così difficile trovare persone con del capitale in quei giorni bui? Pareva fosse costretto ad appellarsi ai mercanti o ai borghesi a quel punto.

    Quando al resto della frase era stato piallato su tutta la linea. Tentò un ultimo e disperato approccio prima di dichiararsi sconfitto e battere in ritirata verso altri lidi.

    “forse non vi potrò aiutare professionalmente, ma non potreste avere bisogno nemmeno di un fedele preoccupato per quello che sta accadendo? Sono stato alle rovine del grande tempio, prima di essere indirizzato qui, e oltre ad essermi intristito per le sue condizioni lo sono stato ancora di più nel vedere pochi è ratti fedeli, troppo spaventati dall’eresia per recarsi al tempio alla luce del sole, nascondendosi come se fossero essi nel torto e non gli Illyriani. Immagino che abbiate un piano, od una linea di azione eminenza, non ne dubito, ma il popolo è il preda al dubbio, all’insicurezza e alla paura dopo che il vostro predecessore e parte dei suoi sono stati spazzati via da un’esplosione. Ed io non sono meno di loro, un cittadino preoccupato, in attesa di risposte, o almeno posizioni chiare da, Beh, anche dal re in questo momento che però ha la possibilità di andare e venire dalla fortezza, e per questo sono qui.

    Se posso rendermi utile a voi ben venga, altrimenti aspetterò con impazienza di ascoltare un vostro sermone, per farmi un’idea della vostra linea di pensiero, e di direzione religiosa, dato che sarebbe oltremodo irrispettoso chiedere a voi spiegazioni su cosa volete o non volete fare eminenza.”


    Troppo? Troppo poco? Si era ritrovato di fronte un uomo tutto d’un pezzo, una statua umana gli veniva da pensare, dal modo in cui gli era sembrato reagire ed ogni sua domanda o affermazione.

    Un approccio poco umano e molto scientifico, neutro ed oltre le apparenze, contando solo sull’essenziale e sul significato reale delle cose che raramente aveva visto anche negli arcimaestri.

    Mentre finiva si domandava chi fosse quell’uomo prima di diventare Septon, e cosa fosse diventato dopo. Già il solo sedere tra i più devoti lo indicava come una persona di elevatissima conoscenza teologica ed abile

    nel destreggiarsi nelle politiche interne, eppure aveva come l’impressione di non avere scorto le sue capacità in quelle brevi frasi che si era scambiati. Non aveva mai avuto problemi a leggere le persone, ma quell’uomo pareva superarlo in mente e in acume.

    Era una persona da cui imparare.
    mi sento un poco bistrattato. dovrebbero essere 600 parola più una manciata
     
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    Una lieve increspatura di un angolo delle labbra, simile all'ombra leggera di un sorriso: "Non sono molti i Maestri e gli uomini di scienza che attraversano le porte di un Tempio, scoprire che anche tra di voi vi sono veri fedeli è una piacevole novità."
    Si voltò verso un armadio di legno che si impegnò ad aprire con una chiave tirata fuori da chissà quale tasca e tenuta insieme da un cordoncino da cui ne pendevano altre; dopo aver armeggiato con la serratura, aprì le ante rivelando diversi tomi ordinati che facevano bella mostra di sé. Ne prese uno con la copertina di cuoio semplice e lo posò sul tavolo per aprirlo e mostrarlo a Luthor.
    "Abbiamo perso un migliaio di religiosi e religiose con l'esplosione del Grande Tempio." -mentre sfogliava le pagine, il Maestro avrebbe potuto leggere i nomi di donne ed uomini con indicate due date accanto; una variava a seconda del nome stesso, l'altra era la stessa per tutti. Tredici luglio 285. Si trattava evidentemente di coloro che avevano servito come Septon e Septe al Tempio della capitale.
    "Prima di fare alcunché per gli edifici o persino per la popolazione, dobbiamo riformare le schiere del nostro clero. La formazione dei novizi è il primo passo per ripartire garantendo l'evangelizzazione e la protezione dei fedeli." -chiuse il libro indicando stavolta la porta della sagrestia -"Ho dieci Septon dal Tempio Stellato che si stanno occupando dei novizi, ma non sono sufficienti. Avete idee in merito, Maestro?"
     
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    Le sue parole avevano oltrepassato quella corazza di neutralità che avvolgeva l’alto septon, che per la prima volta da quando era iniziato il loro incontro si lasciò andare in quello che poteva apparire come un mezzo sorriso.

    Trasse da uno degli armati un volume rilegato in pelle, senza fronzoli ne incisioni, e lo aprì sul tavolo, iniziandolo a sfogliare. Era scritto fittamente di liste intere di nomi.

    “abbiamo perso un migliaio di religiosi e religiose con l’esplosione del grande tempio”

    “così tanti?”

    Sapeva che l’esplosione era stata devastante, ma che avesse mietuto così tante vite tra il clero non lo poteva nemmeno immaginare.

    “prima di fare alcun ché per gli edifici o persino per la popolazione dobbiamo riformare le schiere del nostro clero. La formazione dei novizi è il primo passo per ripartire garantendo l’evangelizzazione e la protezione dei fedeli.

    Ho dieci Septon dal tempio stellato che si stanno occupando dei novizi, ma non sono sufficienti. Avete idee in merito Maestro?”


    “sì, forse, anche se prima vorrei proporvi un ragionamento, in modo che possiate avere ben in mente il mio punto di vista sulla questione.



    Perché l’eresia ha preso così in fretta piede? Ha promesso la fine delle disuguaglianze e tutta una serie di cose simili, che magari possono convincere i più ingenui forse, ma una persona cresciuta ad approdo, tra alti e bassi, che venga da fondo delle pulci, dalle concerie o da una famiglia di mercanti conosce la realtà del mondo e che nulla, soprattutto il benessere viene gratuitamente. Per mangiare bisognerà sempre lavorare, per imparare un mestiere servirà sempre faticare e fare sacrifici e ci sarà sempre qualcuno a capo di qualcun altro.

    Le persone colpite dalla guerra possono forse cedere più facilmente a queste promesse è vero, ma la guerra contro i Lannister si è solo combattuta in maniera violenta qui ad approdo, il resto delle terre della corona ha vissuto in relativa pace, se comparata agli anni precedenti.

    Illyria parla di nobili, dei loro privilegi che vanno aboliti, ma ditemi, un popolano cosa ne sa davvero dei nobili? Si, sanno che governano, che sono ricchi, ma in una grande città come questa quando mai hanno a che fare con loro? Forse li vedono passare per le strade diretti alla fortezza, persone ben vestite, in belle armature su magnifici cavalli, ma non sono uno sciocco e so bene che tra i nobili e i mendicanti ci sono un’infinità di livelli di potere e di ricchezza, dalla malavita ai mercanti, pertanto l’adesione non è data dalla posizione in se dei nobili. Sono un simbolo, o meglio un ideale, ma un ideale che fa muovere una buona fetta dell’economia, cosa che sia contadini che le maestranze conoscono.

    Se fossero state solo le lettere di Illyria la rivolta non sarebbe nemmeno nata, dato che quasi tutto il popolino, a parte gli impresari non sanno praticamente leggere e forse solo contare il conio inferiore, quindi non sono state le parole in sé che hanno accesso il fuoco dell’insurrezione, ma altro.

    I suoi fattori importanti sono stati principalmente quattro:

    primo, che questa eresia si è organizzata molto, anche troppo in fretta, e con la solita formula. Persone brave a parlare e a convincere le masse, che promettendo un cambio e la caduta di coloro che vessano il popolo si elevano a guide della rivolta solo per prendere il posto di coloro che scacciano.

    Le condizioni della popolazione non cambiano, ma anzi peggiorano, ma vengono convinti che la libertà dall’oppressione che hanno ricevuto valga i loro sforzi, mentre indossano senza comprenderlo il giogo del loro nuovo padrone. Penso che, seppure la rivolta ci possa apparire organizzata essa in realtà non sia omogenea né come guide né come contenuti, ma su questo posso solo speculare. Non mi stupirei che con il passare dei mesi possano nascere conflitti e dissidi interni tra varie fazioni, o meglio tra vari capoccia per il controllo.



    Secondo, la distruzione del grande tempio e la morte di un così alto numero di religiosi ha tolto al popolo la guida che essi davano, perché sono i septon ad avere le risposte alle domande della religione, a saper dare quelle giuste ed a indicare al popolo cosa sia ortodosso e cosa no. Ne abbiamo avuto un esempio lampante durante la rivolta del credo militare, in cui il credo ha infiammato presso il popolo la questione, altrimenti cosa avrebbero mai potuto comprendere loro di consanguineità, genealogie e simili? Certo, sapevano che si sposavano tra fratelli, ma senza il clero ad attizzare gli animi se lo sono fatti andar bene per più di un secolo. Anche perchè chi il re si porta a letto non è il loro pensiero principale la mattina.

    Pertanto il popolo, spaventato, sopravvissuto ad un assedio, ad una guerra, privato di importanti membri del loro tessuto sociale ha cercato altre guide, e le ha trovate in coloro che hanno saputo guadagnare dalla situazione.

    Penso anche che molte delle nuove guide spirituali abbiamo solo un’idea limitata delle esortazioni di Illyria, così come dei sette dei, ma grazie alla loro influenza sono riusciti a radunare coloro che si sentivano senza una guida, ed ha funzionato. Qui si chiama sentiero luminoso, altrove potrebbe essere conosciuto con altri nomi, e forse solo a roccia del drago è stata applicata appieno l’ideale che aveva mosso illyria, per quanto folle.

    Terzo, l’ignoranza, ovvero che il popolo in genere sa ben poco del contenuto della stella a sette punte, perché non sa leggere, non può permettersi di imparare, segue le celebrazioni sì, ma sono solo celebrazioni appunto, non lezioni di teologia. C’è un motivo per cui per loro sono soltanto i Sette dei, e non i sette che sono uno, o non conoscono a fondo ognuno degli aspetti o la storia delle origini del culto per vedere quanto fragili e piene di errori sono le tesi che hanno sentito proclamare.

    Per nostra fortuna l’eresia ha preso piede a livelli preoccupanti solo qui nelle terre della corona, dove il potere centrale temporale e spirituale mancava a causa della guerra e delle devastazioni che ha portato, mentre mi sembra che nel resto del continente il problema non si sia diffuso nel popolo, o forse voi avete delle informazioni diverse?



    Quarto problema, che ha spinto molti verso l’eresia, il culto in questa citta si è fatto avaro, desideroso di soldi e di comfort e questo ha reso la popolazione insofferente.

    Sono certo che nei conventi e nei monasteri sparsi per il continente i vostri religiosi conducano vite conformi ai dettami e alle regole, ma il tempio pur essendo un luogo dalla forte religiosità era anche pieno di ricchezza e molti se ne sono appropriati. Ho sentito che questi attriti sono emersi in concomitanza con la liberazione di approdo e l’inizio dell’eresia, e pertanto potrebbero essere stati anche in quel caso pilotati.

    Perciò benché capisco che voi necessitate di nuovi novizi da addestrare per evangelizzare avete anche bisogno di ri evangelizzare il popolo affinché vengano da voi nuovi novizi, e questo è un circolo vizioso. Pertanto credo che prima abbiate bisogno di istruire, nelle basi della fede il popolo, con parole semplici, chiare e pronunciate con trasporto negli angoli delle strade, dove la gente vive e soffre, ricordando con voce chiara, a tutti, chi sono i sette, cosa hanno detto agli andali e perché le parole che gli eretici gli hanno messo in bocca non possono essere vere, o perché i nuovi dettami di uguaglianza, assenza della morte ed altre non possono coesistere con i sette dei, e pertanto perché coloro che credono nelle parole di illyria non stanno ascoltando i sette, ma qualcos’altro, che mina l’unità del popolo e rischia di far crollare il sogno di Hugor ed i piani dei sette per il suo popolo.



    A parole sembra semplice vero? Ma a voi mancano le persone. Quindi prelati avete con voi e quanti di essi sono ligi alle regole del vostro clero?

    Avete bisogno di septon poveri, che vivono in pio isolamento lontano dal denaro e non di quelli che officiano a corte con tutti le comodità che questo comporta.

    Non c’è nel circondario qualche luogo da dove richiamare persone del genere da prendere e mandare in mezzo alle strade? Gente esterna, non conosciuta e non influenzata dalla situazione.

    Voi invece, eminenza, dovreste fare una sorta di… riforma? Non so se sia la parola corretta. Il popolo ha ascoltato le parole di una sconosciuta piuttosto dei membri delle loro comunità, e voi dovete capire il perché, cosa ha fatto il vostro clero per essere tenuto così poco in considerazione da color con i quali vivevano?

    Dovete mostrare al popolo che l’eresia è sì sbagliata, motivando le vostre dichiarazioni, ma al contempo riconoscere che questa sfida che vi ritrovare ad affrontare può essere un motivo di crescita e di miglioramento per il culto. Fare autocritica e capire cosa non ha funzionato, o come su è arrivati a questo clima.

    Questa volontà deve arrivare in tutti e sette regni, comunicare che la guerra tra religioni che illyria ha istigato serve solo coloro che vogliono vedere caduto il culto dei sette, che invece vive e cresce in armonia con le altre religioni, perché le vostre verità non hanno bisogno della violenza per essere ascoltate, come invece stanno facendo gli eretici.



    Credo che voi siate più bravo di me a scrivere sermoni ed esortazioni, è il vostro compito del resto, io sono bravo con le idee, ma non credo che riuscirei a rendere le mie parole al contempo semplici ed incisive. Ho imparato i segreti del molto e gli alti ragionamenti e mi ci vorrebbero ancora molti anni per imparare ad esprimermi affinché tutti possano comprendermi



    Per quanto riguarda la parte più pratica invece… non lasciate che i septon istruiscano i novizi qui al chiuso, fatelo fare vicino alle rovine del tempio, o deve pensate ci sia il maggior passaggio di gente.

    La teologia non è pericolosa, non deve essere un segreto. Che tutti sentano le verità che pronunciate, non parlate solo ai novizi ma ai cuori di chiunque passi, forse in questa maniera troverete più novizi da istruire e molta più gente da convertire nuovamente a voi.

    Il popolo ha paura del sentiero luminoso, voi dovete ridargli coraggio con la semplicità e la parola.


    1700 parolw
     
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    "Perbacco, dopo questo sermone dovete avere una gran sete! Desiderate un sorso d'acqua?" -il religioso si portò a versare del liquido limpido da una brocca dentro un calice di vetro grezzo che porse al giovanotto -"Vi offrirei del vino, ma non ne possiedo, non credo faccia bene al corpo e allo spirito."
    Checché avesse fatto Luthor, l'Alto Septon avrebbe dal canto suo sorseggiato il bicchiere che si era a sua volta versato: "Avevo sentito che i Maestri della Cittadella potevano rivaleggiare con i Septon più zelanti in quanto a cicalate, ma non avevo mai avuto modo di sperimentarlo personalmente."
    Sorrise, riponendo i bicchieri, vuoti o ancora pieni che fossero.
    "Io credo che il popolo tutto, prole degli Dei dal volto multiforme, sia il soggetto dell’evangelizzazione e non solo l'oggetto; e all’interno del popolo, soggetto lo è ogni fedele, non per benevola concessione dei suoi pastori, ma a motivo del sacramento con cui è stato iniziato al Culto dei Sette, è questo che fa di ogni fedele un missionario." -stavolta l'uomo si sedette, segno che al ragionamento di Luthor avrebbe risposto con la stessa cortesia di ragguagliarlo sul proprio indirizzo spirituale e teologico -"Ovviamente affinché non vi siano deviazioni eretiche, ci sono delle condizioni che occorre rispettare. Innanzitutto quella di rimanere discepoli-missionari degli Dei: ovvero di fare l’esperienza dell’incontro con i Sette e del loro amore che salva, come i primi discepoli di Hugor della Collina. Questo comporta di diventare più coscienti che l’evangelizzazione è opera gratuita della misericordia dei Sette che ci attraggono per unirci a loro e farci loro collaboratori."
    Anche i Maestri della Cittadella dunque, avrebbero dovuto darsi da fare per diffondere il vero Credo, almeno secondo quanto aveva da pensare l'Alto Septon.
    "In secondo luogo occorre curare la qualità della formazione religiosa, per un permanente cammino di crescita nella fede, che però sia maturo e non infantile e mediocre, che cioè accresca la consapevolezza che sono gli Dei a dare senso autentico alla vita." -poteva comprendere Luthor a fondo questa esigenza?
    "Poi, e in questo mi perdoneranno i miei predecessori ma convengo con voi, occorre considerare la pietà popolare, come “luogo teologico”, cioè come manifestazione dell’azione del Fabbro e della sua multiforme ricchezza nella vita del popolo di Hugor. Compresa così, e discernendo in essa ciò che è veramente espressione della vita teologale dei fedeli e vera spiritualità popolare, ovvero frutto della Stella a Sette Punte inculturata e riespressa attraverso la particolare forza comunicativa e attrattiva del simbolo, la pietà popolare si mostra essere una via di autentica evangelizzazione, un’autentica azione missionaria del popolo di Hugor, cui prestare attenzione con lo sguardo del Buon Padre." -eccola dunque la prima grande azione di forza del nuovo Alto Septon, l'idea perlomeno. Sarebbe riuscita a portarla a termine con successo?
    "Ma vi è anche il sentito bisogno di valorizzare la forma interpersonale dell’annuncio, quella forma testimoniale quotidiana da persona a persona, accessibile a tutti attraverso il dialogo personale. Purché questo avvenga, da parte dell’evangelizzatore, senza arroganza, ma con
    rispetto, con gentilezza, con quell’umiltà di chi ha sempre da imparare, e solo gli Dei sanno quanto questo sia mancato."
    -non solo la cupidigia dunque impensieriva il nostro religioso, ecco perché dedicava così tanto tempo nella scelta oculata dei nuovi novizi da aggiungere alle schiere del suo clero.
    "Ed infine serve mettere al servizio della comunità ecclesiale e della sua azione evangelizzatrice i carismi e i ministeri che ognuno, persone, comunità, ha ricevuto dalla grazia dei Sette: i teologi, purché la loro teologia si ponga in dialogo con la cultura, cioè con la vita. La Cittadella, purché il lavoro sia interdisciplinare, integrato e creativo. Tutti noi ministri ordinati e tutti coloro che in vario modo sono chiamati al servizio, purché abbiamo familiarità con la parola di Sette, la ascoltiamo, la meditiamo, la preghiamo, la contempliamo, la studiamo e nello stesso tempo diventiamo anche ascoltatori contemplativi del popolo e sappiamo accompagnare spiritualmente le fasi di crescita delle persone."
     
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    “Vi ringrazio, l’acqua andrà più che bene. Negli ultimi anni mi è stato concesso raramente di bere del vino annacquato, ma a quel punto è meglio l’acqua. Il prolungarsi del mio essere astemio mi ha fatto rivalutare gli effetti dell’alcool. Poco può far bene, tanto fa male, ma sono anche io arrivato alla conclusione che sia una cattiva abitudine quella di ottenebrare i sensi e la mente”

    “avevo sentito che i maestri della cittadella potessero rivaleggiare con i septon in quanto a cicalate, ma non avrei mai pensato di provarlo personalmente”



    “consideri che in linea di massima qualsiasi divergenza di opinioni viene risolta in questa maniera alla cittadella, decine di persone in una sala a discutere ore e ore dello stesso argomento fintanto che la maggioranza non sia tutta della stessa opinione. Voi avete il vantaggio di avere un solo argomento su cui dilungarvi, noi divaghiamo anche solo su quali materie dovrebbero essere studiate, e lo facciamo per settimane intere.”


    forse la cittadella era anche l’unico luogo del regno in cui la burocrazia era più complicata di quella dell’apparato statale, dato che chi amava parlare aveva la brutta abitudine di mettere tutto anche per iscritto, ed era la dimostrazione che le alte menti non riuscissero a elaborare delle procedure e dei metodi semplici ed immediati.

    Ascoltò quindi il discorso dell’alto prelato sulla pietà popolare.

    “voler aumentare la qualità della fede del popolo è giusto e mi trovate in accordo con voi, solo che è come aumentare la base generale dell’istruzione che mi sembra inarrivabile, a meno che non si riesca a rendere allo stesso tempo ricco e semplice l’evangelizzazione, in maniera che tutti possano capire e non semplicemente sapere. La pietà popolare opera molto, è vero. penso che dato che il nostro sovrano pare intenzionato ed evitare i matrimoni tra i suoi consanguinei si possa abolire in maniera definitiva la variante Valyriana del culto, in maniera da non far più passare il messaggio dell’eccezione fatta per i potenti.



    Valorizzare l’annuncio? Si, ha senso. Un clero guidato va vero spirito e motivano intimamente ha una forza difficile da replicare, che è capace di penetrare chi gli sta attorno, esprimendo pienamente la forza del messaggio divino tramite i suoi servitori.”


    L’ultimo punto non sapeva bene come interpretarlo invece

    “intendete forse che non dovrebbero essere solo gli ecclesiastici ad insegnare, ma che dovrebbero anche apprendere dalle loro comunità dentro le quali sono inseriti? Oppure rendere più labile la differenza tra ecclesiastico e fedele, in modo che il secondo sia promotrice del messaggio del primo, avendone maggiore comprensione, e riesca quindi a diffonderlo anche dove il primo non arriva, e forse… ascoltare il popolo per garantire la crescita del culto?”

    L’appunto sulla cittadella gli solleticò un’idea, o meglio gliela fece nascere.

    “eminenza ditemi, se la cittadella riuscisse, e ci stiamo lavorando, ad aprire una sede anche ad Essos, sareste interessati a partecipare ad una spedizione archeologica ad Andalos? Forse portare alla luce le parti più antiche del culto, o magari anche quei luoghi citati nella stella a sette punte potrebbero essere un’ulteriore fonte di riflessione, crescita e preghiera, non trovate?”

    Strano come a volte passioni, volontà lavorative, fatti storici e casualità si intrecciassero assieme in maniere imprevedibili, per dettare una nuova linea possibile al futuro. Prima di entrare in quella stanza non aveva mai preso in considerazione quello che aveva appena proposto, mentre in quel momento gli pareva una conclusione quasi obbligata, che potesse unire assieme più interessi, ovvero quelli di Pentos, della corona, del culto e della cittadella, oltre che al suo assieme in un unico scopo. Anche se lo doveva dire, si stava impelagando in troppe situazioni tutte assieme. Doveva muoversi con perizia se voleva districarle tutte.



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    Mi ero scordato di avere questa role aperta
     
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    "Entrambe, giovane Maestro." -portò le mani in avanti disegnando due sfere con la destra e con la sinistra -"Siamo fallacemente abituati a considerare la vita un rincorrersi di opzioni tra cui scegliere e, prendendo una decisione, finiamo inevitabilmente per chiuderci l'altra strada ugualmente importante."
    In dimostrazione, aprì la mano destra e chiuse la sinistra, poi fece lo stesso a mani invertite: "Si può chiedere ad un uomo di scegliere tra il proprio Regno e la propria famiglia? Nel momento stesso in cui egli compie una scelta di questo tipo, dimentica una delle missioni a cui gli Dei l'hanno chiamato. Io dico che invece dobbiamo imparare a comprendere gli intrecci e le possibilità che questi aprono."
    Stavolta aprì entrambe le mani e le unì formando una sfera virtuale ben più grande delle prime due.
    "I Septon insegneranno al popolo ed il popolo insegnerà ai Septon con i suoi bisogni e le sue domande. Ed anche la Cittadella.." -sorrise riportando le mani accanto ai fianchi -"Quanto profondo sia il legame tra sapienza e fede è indicato già nella Stella a Sette Punte con spunti di sorprendente chiarezza. Non è un caso che, nel momento in cui gli autori sacri vadano a descrivere l'uomo saggio, lo dipingano come colui che ama e ricerca la verità: « Beato l'uomo che medita sulla sapienza e ragiona con l'intelligenza, considera nel cuore le sue vie, ne penetra con la mente i segreti. La insegue come uno che segue una pista, si apposta sui suoi sentieri. Egli spia alle sue finestre e sta ad ascoltare alla sua porta. Fa sosta vicino alla sua casa e fissa un chiodo nelle sue pareti; alza la propria tenda presso di essa e si ripara in un rifugio di benessere; mette i propri figli sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiorna; da essa sarà protetto contro il caldo, egli abiterà all'ombra della lanterna della Vecchia.»"
    Finì di recitare il passo imparato a memoria e tornò a parlare con Luthor con un tono di voce più colloquiale e quotidiano: "Non ha dunque motivo di esistere competitività alcuna tra la ragione e la fede: l'una è nell'altra, e ciascuna ha un suo spazio proprio di realizzazione. Non vi sarà di certo opposizione da parte del clero ad un interessamento della Cittadella nella storia del Culto, purché questo venga fatto con rispetto per entrambe le parti." -sembrò riflettere per un istante -"Potrò occuparmi di inviare con voi un paio di miei ministri per accompagnarvi e supportarvi."
    E controllarvi, probabilmente.
     
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