Cavaliere del verbo
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Il lato successivo nel quale fu condotto era il meno frequentato, il più buio ed il più scarno del tempio improvvisato. I tappeti che ricoprivano il terreno erano vecchi e lisi e la statua, invece di essere di nuova realizzazione era stata recuperata chissà dove, e mostrava i segni del tempo:
in molti punti era sbeccata, i colori che un tempo la ricoprivano erano sbiaditi, lasciando spazio ad una patina di grigio uniforme intervallata da macchie funginee e i lineamenti del viso erano talmente consulti da essere quasi spariti. Doveva trattarsi di una statua molto vecchia, forse risalente all’epoca pre Targaryen. Per quale motivo era finita li?
Mentre si avvicinavano la faccia del sommo prete si scurì, rivestendosi di rabbia e tristezza mischiati assieme.
“questa è la statua della fanciulla, la vergine. Fino a poco fa era tenuta in grande conto, sia dalle giovani ragazze che dalle loro madri, che chiedevano la sua intercessione per la loro salvaguardia e protezione. La ora tutto è cambiato. Come vedi in pochi si attardano davanti alla sua statua, e nessuno brucia incensi o oli in suo onore. Tutto questo è vergognoso, ma ancora più vergognoso è il motivo per il quale il popolo ora la evita.
È tutta colpa di Illyria Targaaryen. Se nei suoi blasfemi scritti non avesse osato associare il suo nome a quello della fanciulla, insozzandolo nel definirsi sua messaggera non saremmo arrivati a questo.
Ora gli eretici che agiscono nell’ombra pregano alla statua della fanciulla, ma non pregano Lei, ma Illyria, perché nella loro ignoranza e cecità preferiscono ascoltare parole freddolose e vuote, che puntano solo ad attirare i poveri e gli afflitti piuttosto che tornare alla verità della fede, la stella a sette punte, redatta da Hugor della collina in persona millenni fà. Retta nella fede e nell’ortodossia, perché scritta con la supervisione degli aspetti in persona.
Ma non è stato così e dobbiamo guadarci con sospetto, anziché con fiducia, perché il dubbio e l’eresia serpeggiano tra i nostri fratelli e tra in nostro gregge, e non lavorano con la novelle e le opere, ma con gli inganni, la spada e la morte. Tutto questo è cos’ lontano dall’essenza del nostro credo. Proteggere, non distruggere, istruire, non piegare, guidare, non comandare! Però non lo capiscono… non lo capiscono. Voi che ne pensate Maestro?”
“penso che abbiate ragione Eminenza, voi parlate con perizia e conoscenza, perché siete stato istruito approfonditamente sui sette e sulle loro parole, così come l’ordine ha saputo vedere le contraddizioni nelle parole di Dama Illyria quel tanto che bastava per bollare le sue parole come vane. Però cosa sa il popolo dell’ortodossia, cosa può saperne un contadino delle parole della stella a sette punte, quando non sa nemmeno leggere? Certo, ascoltano le prediche dei septon, ma non penso che in un villaggio di pescatori si parli di concetti troppo complicati.”
Evitò di aggiungere che forse il septon del più sperduto villaggio non reggeva il paragone con coloro che servivano nel tempio stellato o presso le corti nobili. Alcuni di loro era già tanto che sapessero leggere e che conoscessero la loro religione a fondo.
“anche voi non avete torto, ma il padre non ci insegna forse ad amare i nostri figli così come sono? Ed il fabbro a riservare ad ognuno di loro un compito adatto alle loro possibilità.
Sarebbe stupendo che ogni membro del gregge potesse dialogare alla pari con il proprio pastore, di certo i nuovi adepti sarebbero animati da un animo elevato e forte, ma non si può pretendere che una pecora diventi anche cane, se non ne è portata.
Voi siete maestro, sapete che la conoscenza, e lo studio ad essa va appresa fin da fanciulli, perché è l’età migliore per rendere recettiva la mente e non da adulti, quando si è ormai focalizzata e fossilizzata sul presente e non più su quello che può fare.
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tratto studioso
5 punti esperienza |
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