conoscenze religiose-sette dei 10

Maestro Luthor

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    Cavaliere del verbo

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    L’ultimo degli altari dell’improvvisato tempio dei sette era completamente immerso nel buio, ma a differenza della statua della vergine, qui la cosa era voluta. Nessuna finestra si affacciava su quell’alcova, nessun drappo era stato lasciato aperto, ma tutto era ricoperto di panni neri e pesanti, che rendevano la stessa aria, densa d’incenso, più soffocante di quanto già non lo fosse. Davanti alla statua si trovava un altarino, sul quale bruciava un’unica e solitaria candela, consumata, che buttava una luce talmente esile da apparire spenta, circondata da tutto quel buio. Le ombre che erano generate da quella fiammella erano grandi e traballanti che gettavano profonde depressioni di buio sull’imponente statua che trovava posto dietro l’altarino.
    Un’alta figura, ammantata completamente da un lungo mantello nero, dal quale si intravedeva solo il profilo di un naso e del mento, talmente accennati da essere a stento riconoscibili in quell’oscurità. Da sotto al manto usciva solo una mano, lunga, affusolata e scarna, che puntava il dito verso il moccolo della candela.
    Era la statua dello sconosciuto, l’unico dei sette a non venir pregato, l’unico a non avere strofe nei cantici, feste sacre o riti propri, perché esso era la morte, l’aspetto dei setti più temuto e più evitato.
    “siamo giunti alla fine, all’ultima statua, all’ultimo lato, all’ultima luce e all’ultimo olio sacro.
    Qui tutto termina e tutto inizia una seconda volta, verso l’ignoto. Qui è la casa della morte e dei misteri insondabili, la cui risposta si trova oltre i veli della vita. Dove non si conoscono le risposte. Questa è la dimora dello sconosciuto, la rocca del temuto e la fortezza dell’evitato.
    Nessuno, o quasi prega lo sconosciuto, perché tutti lo conoscono, lui e i suoi doni e nessuno li desidera. Se ne tengono a distanza, cercando di non pensarci, cercando di non avvicinarsi a lui.
    Eppure la morte è necessaria affinché il ciclo si possa concludere e ricominciare, affinché tutto possa continuare a funzionare nella sua infinita perfezione.”

    “Morte. Lo sconosciuto mi ha toccato da vicino già una volta. Non lo temo, e penso di essere uno dei pochi che come dite si fermano a pregare al suo altare. Non lo faccio perché non temo la morte, ma perché conoscendo già il suo tocco non mi è del tutto ignoto.
    Per un certo verso ho conosciuto una parziale risposta ad uno dei segreti insondabili, e per questo rispetto ancor di più gli altri. Ho camminato con lo sconosciuto tra i sogni delle febbri, e se vi ho parlato i ricordi se ne sono andati come la brina nelle ultime mattine di primavera, scomparsa al primo raggio del nuovo giorno.
    Quell’incontro mi ha cambiato la vita, il nuovi e inattesi modi, ed ora sono qui con voi, con indosso la mia catena ed il mio giuramento.
    La morte mi ha cambiato la vita”

    “le vostre parole sono molto profonde Maestro, della profondità che solo quello che viviamo ci può dare. Le vostre parole sono autentiche e difficilmente chi non ha mai passato quello che avete passato voi potrà dirlo in modo più vivido.
    Lo straniero non è la fine, ma un passaggio verso qualcosa di nuovo, di diverso. Non è malvagio, come il popolo spesso lo considera ma anzi, è forse il più neutrale che esista. Non fa scelte, non fa preferenze, non giudica ne istiga, ne aiuta ne ignora. Lui fa solo quello che deve, presentandosi nella nostra ora, per accompagnarci. Al padre tocca giudicare, alla madre perdonare, al guerriero supportare, alla fanciulla proteggere e alla vecchia guidare, mentre lo sconosciuto si limita ad accompagnarsi, in silenzio, verso dove siamo destinati ad andare.”

    “mi avete insegnato molto, grazie sommo Septon. Ora devo andare, spero di tornare presto qui, per imparare altro da voi”
    rivolse un altro sguardo alla statua dello sconosciuto sussurrando una frase nella lingua delle città libere:
    “Valar Mourghulis”

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    Ottieni Conoscenze Religiose 10 - Sette Dei
     
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