Cavaliere del verbo
- Group
- Uccelletti
- Posts
- 4,304
- Prestigio
- +364
- Status
- Offline
|
|
Ora che non doveva più recarsi fino alle rovine del grande tempio per seguire le lezioni dell’alto septon prendeva con più tranquillità le cose, non essendo costretto a organizzarsi per lo spostamento fino all’altra zona della zitta, ma poteva semplicemente scendere una rampa di scale fino al giardino, in cui sorgeva la cappella reale. Ciò gli permetteva in linea teorica di assistere anche alle funzioni, ma non si era informato se nel tempio della fortezza esse venivano sempre celebrate o invece avevano luogo solo nel caso i reali volessero assistervi.
Il sommo septon era impiegato nell’istruire altri giovani, non più sulle questioni di sola teologia, ma erano passati alla storia della nascita del culto dei sette, così come era stato raccontato nella stella a sette punte.
Come periodo si collocava in quello che lo interessava a livello accademico, e che aveva già avuto modo di studiare alla cittadella, ma sentire come il culto presentasse la cosa era sempre una nuova fonte di ispirazione, anche perché raccontava di una zona di essos, quella dell’ascia, di cui non avevano ricevuto quasi nessuna informazione dopo l’arrivo degli andali.
“Hugor della collina era un semplice uomo, come molti altri, appartenente al popolo degli andali, quando essi abitavano ancora solo ad Andalos, nostra terra ancestrale di Essos, che si trova tra Pentosh e Braavos, e si affaccia sulla costa.
Come raccontato nella stella a sette punte in quei tempi i sette decisero di camminare in mezzo a noi, prendendo forma umana ed insediandosi ad Andalos, dove videro in Hugor il migliore degli uomini di quel tempo.
Per questo motivo lo scelsero, lo benedirono sette volte e lo unsero con i sette oli, dopo di che il padre gli pose sulla testa la corona a sette punte costruita con sette stelle del cielo, elevandolo a re degli andali.
La fanciulla le presentò una ragazza, dagli occhi blu come il mare più profondo e flessuosa come l’alto salice e Hugor la prese in sposa, con la benedizione dei sette dei che quarantanove volte benedissero il loro matrimonio e la loro progenie. La madre benedì la giovane, la quale diede alla luce quarantaquattro figli, resi saggi e istruiti dalla vecchia e resi robusti e retti nell’onore dal guerriero, mentre il fabbro diede ad ognuno un’armatura in acciaio.
Il suo regno crebbe e si espanse, fino a ricoprire l’intera andalos, grazie alla benedizione dei sette, che però avevano in servo altro per loro, qualcosa di così grande ed importante che nemmeno lo stesso Hugor se lo poteva immaginare. Essi gli promisero che la discendenza dei suoi figli avrebbero eretto numerosi e grandi regni in terra straniera, al di là del mare.
E gli dei, non potendo sbagliarsi, non si sbagliarono. Come potete vedere noi viviamo in quei regni che gli dei promisero a Hugor, ed in cui credette, anche se la migrazione del suo popolo iniziò solo dopo la sua morte. I suoi figli mantennero le promesse del padre, crebbero e si preparano all’impresa che gli dei gli avevano preannunciato, e quando furono pronti attraversarono il mare stretto.
Quella fu la prima ed unica volta che gli dei misero fisicamente piede nel nostro mondo, ed utilizzarono il loro tempo per istruire i popoli nella tecnica e nel culto, su come onorare gli dei, sui riti, sui prismi, le candele e gli oli sacri a loro graditi. Essi guidarono e consigliarono il re andalo, aiutandolo a erigere un regno vasto e ricco, tutto in vista del compito che avevano prefissato, ovvero creare un regno per loro lontano da possibili nemici e minacce, in un continente che sarebbe stato consacrato ai sette dei per tutti i millenni a venire. Vedremo meglio nella prossima lezione come questo avvenne, perciò prima di lasciarci vedremo assieme e mediteremo sui passaggi della stella a sette punte da cui ho tratto spunto per oggi, in modo che possiate comprendere al meno le parole del libro ed il modo migliore in cui voi stessi potrete trasmettere questi insegnamenti ad altri, mentre assolverete ai vostri compiti qui o altrove, in modo da trasmettere a chiunque sia ina ascolto l’unica e vera fede nei sette dei, in modo che mess a conoscenza della promessa fattaci dagli dei, e visti i millenari sforzi degli uomini a mantenerla viva possiamo noi, nelle tribolazioni che stiamo patento redimere chi si è perduto in modo da riportarli nella luce dei sette.”
8 pe
Tratto studioso
Add da 700 parole, 728 parole
Conoscenze religiose sette dei 11 |
|
.
