Una taglia per i tuoi pensieri (pt. 2)

Quest Edwin Roote

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    24 Novembre 285 - Lorath
    Con la nave che entrava, poco a poco, nella Baia di Lorath un'altra parte del suo viaggio stava per terminare. Sir Edwin Roote stava ufficialmente per sbarcare ad Essos in una delle nove città libere alla ricerca di Ser Yofus Waters, cavaliere traditore dell'isola di Driftmark e sostenitore del credo, reo di aver tratto in ostaggio e rapito Lady Serranei, moglie di Lord Monford Velaryon, Signore di Driftmark ed Altamarea. Sapeva poco di Essos, figurarsi di Lorath che fra tutte le nove città era la più piccola, la meno nota, ma soprattutto la più debole da un punto di vista economico e commerciale. Una balena con il suo sfiato avrebbe attratto la sua attenzione e quella di parte della ciurma "Una balena! Lì a prua" urlò sovente uno dei marinai mentre il nostromo, con cui Edwin aveva fraternizzato, si limitava a rispondere "Che novità! Il mare dei brividi ne è pieno! Tornate a lavorare canaglie" poiché in quella zona erano molti gli avvistamenti, giornalieri ma soprattutto notturni, di quelle immense bestie del mare cacciate per il proprio grasso, per la propria pelle spessa e le altre materie prime da ricavarne. Tre piccoli barchini si sarebbero infatti intravisti all'orizzonte partire dal porto, uno sfiato nella baia e così vicino alle barche era sì raro ed avrebbe altrettanto in fretta attirato l'attenzione dei pescatori di balene. L'isola brulla e pietrosa davanti a loro però era la loro destinazione, poco importava della caccia alla balena e del contendersi delle acque intorno a quell'isola che per loro non era che una destinazione da raggiungere e poco altro. Insomma, poco mancava all'attracco nel porto dell'isola dei labirinti grigi, la preda da raggiungere era assai vicina.

    Ishumaeru
    Ripartiamo da qui, se vuoi narrare il viaggio (ben venga) comunque siamo giunti alla destinazione finale. C'è decisamente da capire cosa fare una volta a terra e come comportarsi. Lorath non è propriamente una destinazione usuale, ha diverse complessità geografiche (tipo qualche labirinto di pietra) e quindi sarà divertente continuare questa caccia al tesoro.

    Nota png: ricordati che i png in quest non possono essere mossi dal player ma solo dal master, quindi nel caso dei soldati (anche se è ai tuoi ordini) oltre che di tuo Padre ed altri a meno che non siano cose minuscole ed ininfluenti, ci penso io a muoverlo

    parole: 280


    Il tempo di risposta disponibile é una settimana dall'ultimo post. Se si é impossibilitati a rispondere nel tempo stabilito basta comunicarlo nel topic assenze informando su quando si tornerà attivi. Se non ci saranno comunicazioni, il pg salterà il turno e sarà mosso come png dallo staff se necessario per quel turno. Ogni turno di *assenza*costerà un malus del 10%in punti esperienza.

    Il moderatore ha tempo una settimana per rispondere. Se é impossibilitato incaricherà un altro mod di occuparsene.
    Se dopo una settimana il topic non avrà ricevuto moderazione, i pg potranno proseguire in libera muovendo eventualmente altri png e riceveranno un "risarcimento" del 10% in punti esperienza a fine quest.


     
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    Se il viaggio verso CIttà del Gabbiano era stato interessante, essendo la prima volta che Edwin Roote era salpato in mare, nonostante fosse stato praticamente nullo di eventi, piatto come il mare che attraversarono, questa lunga traversata verso Essos fu affascinante.
    Non solo perchè il mare, man mano che ci si allontanava dalla costa, era sempre più mosso, ma sopratutto c'era ciò che abitava quel mare a renderlo unico. Aveva visto ben più di semplici pesci da pesca. Specie quando Lorath fu in vista, Edwin non potè non fissare i giganteschi pachidermi acquatici che erano le balene.
    Ci mancava solo che esistessero draghi di mare, cosa che non era così difficile da immaginare.

    La prima settimana di viaggio fu la più serena e pigra per i suoi sensi. Aveva provato ad attaccare bottone con il nostromo, detto anche l'Ammiraglio, fallendo miseramente. L'unica cosa che Edwin poteva dire era di non aver ricevuto, praticamente, alcuna notizia della Valle di Arryn, tra gli impegni che aveva sia a Delta che a Driftmark. In questo caso l'ignoranza non era beata, e ora capiva perchè quel bambino gli aveva chiesto soldi...
    Per il resto era riuscito a non farsi dare solo occhiatacce da scorticate: aveva preso interessa ad osservare ciurma e nostromo all'opera, affascinato dall'esperienza della navigazione. Se non ricordava male Daena aveva viaggiato in mare almeno per qualche anno, forse al ritorno avrebbe potuto chiederle di più sull'argomento...
    Quando era sottocoperta, tornava ad annotare sul suo pseudo diario di bordo. Doveva aggiornare un bel po' da quando ci aveva messo mano a Fairmarket. Inoltre continuava il suo passatempo da disegnatore improvvisato, su soggetti che sarebbero rimasti nascosti nella rilegatura. Un soggetto era raffigurato in maniera molto "sobria", ma l'altro era un risultato di sfottò misto ad esorcizzazione del timore nei suoi confronti. In entrambi i casi nulla di troppo fuori costume, ma...sarebbero restati dov'erano. Per amor del proprio capo e collo.

    Fu la seconda settimana ad essere più movimentata, tra avvistamenti di fauna marina mai vista prima dal giovane dei FIumi, e il mare che, ormai lontano dalla costa, iniziava ad essere mosso e a richiedere un coordinamento tempestivo per non finire con la barca a navigare sotto le acque invece che sopra. Stavolta non doveva fare lavori da marinaio per pagarsi il viaggio, ma almeno aiutava il garzone del fabbro, suo accompagnatore in questo viaggio, a distribuire i pasti. Non poteva certo restarsene sempre a girarsi i pollici.

    Fu il dodicesimo giorno che, insieme alle balene e ai pescatori che volevano appropriarsi del loro prezioso grasso, Edwin avvistò per la prima volta la città di Lorath. Yofus si era scelto bene il posto di arrivo: un grumo di roccia nel mare, su cui sorgeva una città piccola ma "labirintina", poco conosciuta e commercialmente la più ignorata. Se non volevi farti notare da un manipolo di mercanti, questo posto era perfetto.

    Quindi sorgeva il primo problema: sebbene si stesse man mano avvicinando a quel fuggitivo dannato, doveva per prima cosa preoccuparsi di non perdersi lui per primo. Non volendo affidarsi troppo alla ciurma, che era più un tramite di trasporto gentilmente concesso dal donnone che era il fabbro, Edwin si rivolse piuttosto al garzone, che sapeva sia dove trovare il carico di ferro di balena che identificare Yufus, come da patto.

    "Okay, ascolta: prima di partire con le ricerche meglio assicurarci di non perderci in questo labirinto di città, o rischiamo di perdere tempo sia per il carico che per il fuggiasco.
    Se quindi hai già una prima tappa in cui arrivare, o semplicemente sai orientarti qui, fai strada, sarò nelle tue mani."


    Il motivo era semplice: non doveva farsi notare troppo stavolta, quindi doveva limitare domande e investigazioni fatte in giro. Ad Essos era conosciuto ancor meno che a Westeros, ma la prudenza non era mai troppa.

    635 parole.
    Dunque, viaggio a parte, ora che siamo arrivato non posso certo mettermi a domandare in giro come un pirla ne a perdermi da solo.
    Siccome mi hanno detto che il garzone sa come identificare Yofus e dove trovare il carico, presumo che sappia orientarsi in giro, quindi mi affido a lui,o ai contatti che conosce lui etc. Voglio evitare di far girare tra le voci la mai persona, non adesso almeno.

    Inoltre, domanda su questione di contorno: la Fre mi ha detto di chiedere direttamente al moderatore come e quando ricevo la missiva di assegno seggio, quindi notifico per lasciare a te il tutto.
     
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    24 Novembre 285 - Lorath
    Il porto di Lorath non si presentava come tradizionale, nella baia che avevano ampiamente visto dal vascello erano posizionati qui e li diversi monoliti di pietra grigia, grigiastra o nera come l'ebano che spuntavano dalle acque. Attorno a loro, al filo delle acque del mare, erano posizionate delle palafitte di legno con assi ben curate preposte all'attracco dei vascelli, dei mercantili e delle galee. Lì, presso uno di questi punti, attraccarono pure loro mentre dalle palafitte alcuni garzoni e ragazzetti con delle cappe grigio-blu lanciavano a bordo le cime per fissare alla roccia la nave. Sir Roote, il suo garzone e pochi altri vennero subito fatti sbarcare e nel giro di pochi istanti si ritrovarono su una scialuppa in direzione della terra ferma. Man mano che la barca si allontanava alle loro spalle la città grigia, imponente e marmorizzata si vedeva più nitida. I due erano seduti l'uno in fronte all'altro, davanti a loro i vogatori, dietro altri passeggeri esotici con i quali si erano potuti intrattenere lungo la via. Alle esternazioni più che chiare dell'uomo occidentale il garzone sbarrò gli occhi, aveva un piano nella sua testa, il fabbro lo aveva istruito a dovere, non avrebbero perso un attimo! Il tempo era prezioso, quel ferro pregiato era denaro da caricare sulla nave e portare a Città del Gabbiano. Estrasse allora dalla sacca che aveva dietro la schiena alcune cose: due cappe grigie con dei bordi decorati in bianco e nero; una missiva ancora sigillata riportante un simbolo che Edwin non sarebbe sfuggito - quello dei draghi e della corona - ed infine un foglio con alcune istruzioni. Il garzone non perse tempo "Questa cappa è vostra Sir, qui la gente è solita vestirsi così. Tono su tono, grigio su grigio. Non daremo nell'occhio vista la nostra provenienza e la nostra missione" invitando l'uomo delle Terre dei Fiumi a non perdersi d'animo ed indossarla quanto prima, diversamente sarebbe stato complesso mischiarsi ai locali visto lo scarso flusso commerciale che interessava le varie località. Fatto ciò aggiunse "Questa è vostra..." mostrando la lettera con il sigillo spezzata "... vi posso giurare che mi è stata consegnata così, a Città del Gabbiano chi l'ha ricevuta forse aveva interesse di farsi i fatti vostri milord". Date quelle due cose nelle mani del nuovo Signore non si perse d'animo, il pontile era a pochi minuti e si limitò a dirgli "E' la quarta volta che sbarco in questo grigiore... Ser Yofus era stato indirizzato da un intermediario, nella parte superiore della città. Diversamente, se il carico è rimasto al suo posto, possiamo andare a visionarlo ai magazzini del porto" con una certa furbizia il garzone, con un mezzo sorriso stampato in faccia, concluse "Forse è meglio comunicare il ritiro del carico e dare prima ordine di mandarlo alla nave... qui le opere sono lente vista la disposizione del porto". In quelle parole poteva celarsi l'inganno di restare poi senza una guida? Finito di ascoltare si ritrovarono a riva, un portuale diede loro una mano a sbarcare, erano finalmente giunti a destinazione.

    1- Si consideri la Cappa Grigia come il Mantello di Lana Nera presente qui. Aggiungi pure all'inventario con il nome 'Cappa Grigia' e le seguenti statistiche modificate: +5 attrazione +10% resistenza al ferro +5 affinità Essos.

    2- Per la nomina a Lord delle Cascate del Tumbler ci togliamo subito il pensiero, la nomina ti aveva raggiunto poco prima della partenza. Qualcuno di curioso si è fatto i fatti tuoi - vuoi scoprire se è il garzone, il fabbro o altri? Libero di farlo - ma restano valide le indicazioni per l'accettazione dell'incarico. Consiglio di simulare la risposta con una missiva in libera poiché ho fatto più o meno uguale per la mia nomina :ph34r: .

    3- Procediamo verso la nostra caccia al tesoro, questo post è po' denso: ci sono due strade, i magazzini del ferro di balena, l'indirizzo dell'intermediario.

    parole: 507



     
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    Edwin aveva visto porti diroccati che potevano sembrare inusuali a gente che li aveva visitati prima di un disastro; basti ricordare come era ridotto il porto di Approdo del Re.
    Ma il porto di Lorath era parecchio...pittoresco: per ovvi motivi si erano dovuti fermare ad una sorta di attracco intermediaro, su delle palafitte di legno; per coem era l'isola, continuare con la nave era pressochè impossibile. Il giovane Roote era però più incuriosito dai vari monoliti che emergevano dalle acque. Non gli sembravano semplici scogli molto alti. O erano i resti di qualcosa di molto più antico, o una caratteristica estetica voluta per questo posto.
    E mentre erano saliti su una scialuppa diretta alla città vera e propria, Edwin la vide diventare più nitida, mentre prima in lontananza appariva quasi come un gigantesco ed irregolare blocco di marmo.

    Il garzone gli aveva appena fatto una buona impressione per la previdenza e la prontezza di risposta alle sue domande e dubbi, oltre ad avere già un piano per dove andare e cosa fare. Sicuramente merito era molto del Fabbro che l'aveva istruito, ma comunque avere pochi dubbi fin da subito era vantaggioso.
    Quindi Edwin non perse tempo ad indossare la cappa del posto in modo da mescolarsi con essi; aveva fin dall'inizio l'intento di acquisire vestiti locali, e l'averli già era stato gradito.
    Unito al fatto che conoscesse già il Basso Valyriano ad un livello perlomeno decente, dava ad Edwin la possibilità di passare poco nell'occhio, se poteva parlare come loro e apparire come loro.

    Inaspettata fu invece la lettera che il garzone diceva fosse diretta a lui. Una lettera il cui sigillo era stato spezzato.
    La prese con cautela ed un po' di timore per il contenuto: chi diavolo era stato a ficcare il naso? Se il garzone era nel vero, allroa cos'era, gli Arryn credevano che Edwin fosse una sorta di spia o ficcanaso di troppo e gli avevano intercettato una lettera? Oppure il fabbro l'aveva trovata in precedenza, aperta e capito subito chi fosse Edwin, quando domandava per l'intero porto di CIttà del Gabbiano?
    Prima però meglio capire cosa ci sia in questa pergamena.

    Oh cazzo.
    Questo era il riassunto dello sguardo di Edwin Roote nel leggere che gli era stato assegnato il seggio delle Cascate dei Tumbler.
    Per i Sette o chi per loro. Edwin si aspettava al massimo un semplice ringraziamento per aver salvato Lord Monford, ma questo... non l'avrebbe potuto prevedere.
    Certo, non è che fosse già suo: oltre a dover effettuare l'omaggio feudale, avrebbe sicuramente dovuto trovare qualcuno di fidato disposto ad aiutarlo, dato che aveva ancora molto da imparare sul come amministrare. Non sapeva se lezioni fatte in un passato non più così prossimo sarebbero bastate.
    Mise dunque a posto la lettera nei suoi vestiti ,e ben nascosta, mentre provava a ricomporsi. Meglio non pensare ai premi, prima c'era un dovere di importanza maggiore. Avrebbe risposto dopo con i dovuti ringraziamenti.
    Poi avrebbe pensato a capire chi ficcava il naso per cose che neanche erano fatti segreti o di importanza estrema. Non era certo stata una missiva personale...

    Comunque, poco prima di arrivare a riva, il garzone aveva già offerto due primi passi da fare: da una parte c'era un intermediario a cui Yofus aveva fatto visita, e quindi adesso sarebbero dovuti andar loro a fare lo stesso. In alternativa, il carico di ferro di balena da recupeprare era da controllare se fosse già in magazzino e, a detta del fabbro, bisognava dare già l'ordine di farlo ritirare subito.
    Ma quel mezzo sorriso non gli piaceva, e siccome non sapeva se era semplice modo di parlare o presa di Edwin per fesso, quest'ultimo assunse un tono chiaro.

    "Se è possibile ordinare il ritiro del carico, specialmente se puoi delegarlo a qualcuno di fidato in modo che non facciano scherzi, e se si tratta di qualcosa che non ci toglierà via molto tempo, possiamo anche passare subito da li.
    In ogni caso, sarà meglio essere tempestivi e andare entrambi dall'intermediario di Yofus il prima possibile. Puoi fidarti quando dico che l'ultima cosa che farò è dimenticare gli accordi fatti, ma ricorda che Il ferro non ha le gambe per correre, ma quel bastardo si."


    Aveva calcato il tono su certe parti, e lo aveva assunto in un modo che non doveva lasciare dubbi: dato che Edwin si stava fidando di lui, sarebbe stato meglio che non combinasse scherzi e lo lasciasse da solo tirandogli un tiro mancino.
    Aveva usato la stessa schiettezza di quando aveva stipulato il contratto con il fabbro. Giusto per far capire che non sarebbe stato disposto a farsi prendere per un fesso.
    Non quando era riuscito ad evitarlo con un certo mercante...

    782 parole

    Allora, faccio capire al garzone che la priorità è l'intermediario, ma sono disposto ad andare al magazzino SE è una cosa di poco tempo e se può delegare fidati in modo da RESTARE con me.
    Perchè sto tentando di mettere bene in chiaro che non gli venga in mente di fare furbate quali lasciarmi come un fesso dopo che è sistemata la questione carico. Dall'intermediario ci si va ENTRAMBI.

    Quindi di base verso l'Intermediario a meno che il garzone non possa promettere e fare quanto detto.

    Inoltre chiedo ultima delucidazione per la missiva: quindi semplicemente apro una libera in cui rispondo e la mettiamo implicitamente ambientata in un attimo di vuoto temporale nelle ricerche? O è meglio aspettare la fine della quest per questioni temporali?
     
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    24 Novembre 285 - Lorath
    "Visto quanto dite meglio andare dall'intermediario allora" il garzone non prese neanche in considerazione la possibilità di poter nominare un soggetto terzo per il magazzino ed aggiunse "Ci andremo finita la ricerca... sono certo che il ferro sia ancora lì!" togliendosi così quel ghigno che fino a prima gli si era stampato sulla faccia. L'intermediario, nella parte superiore della città, era quindi il loro obiettivo e non persero ulteriore tempo definito che fosse quello il loro scopo. Lorath appariva strana, sia per la gente che la viveva che per la conformazione fattuale della geografia che andava a comporne i quartieri. Si lasciarono il porto con i suoi uffici alle spalle finché salirono, passo dopo passo, verso quello che la gente definiva il mercato coperto. Il ragazzo che gli faceva da guida aggiunse allora "Vedete?! Qui la gente è solita farsi i fatti suoi, sarà per questo che il vostro fuggitivo l'ha scelta come rifugio" facendo presente al Roote come nemmeno gli sguardi finivano per incrociarsi. Giunti a quei mercati la zona si ravvivò, pesci di tutti i tipi, forme e dimensioni abbondavano sui banchi insieme a lavorati lignei e ninnoli di svariato genere e grado. Dove andare esattamente? Il garzone lo prese allora ancora una volta "Di qua" indirizzandosi verso un fabbro, dall'insegna si chiamava Jaqen che fosse anche il contatto della loro amica? Facile a dirsi ma non era importante, ora spettava al Roote spezzare il ghiaccio.

    Per la missiva fai pure una libera in un momento X delle ricerche, non serve che attendi la fine. Direi con molta pace che ci possano essere dei momenti di vuoto nella ricerca.

    parole: 238



     
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    A quanto pare o non c'era tempo o, più probabilmente, il garzone non si fidava di lasciare a terzi l'operazione di carico del ferro. Il che aveva senso: chi non penserebbe alla possibilità di sgraffignarsi un carico intero di ferro mentre i proprietari hanno occhi o gambe altrove? Probabilmente la gente lo farebbe anche per un carico di fieno per cavalli.
    Non si scompose per mantenere un aria seria, ma era compiaciuto di essere riuscito a togliere il ghigno di dosso dal suo assistente. Non gli era piaciuto, ed aveva deciso di essere fermo abbastanza per evitare rogne future e sopratutto ipotetiche. Se c'era qualcosa che poteva far alterare Edwin Roote, prima ancora dell'offesa, erano le prese in giro. Gli sputi in faccia si lavano, ma la fiducia spezzata era più ostica.

    Comunque, ora che era chiara la meta, Edwin stette ben attento a non perdere di vista il garzone, mentre entrambi risalivano la città diretti alla parte superiore, dove risiedeva l'intermediario. Arrivati a quello che era un mercato al coperto, Edwin potè da se confermare ciò che diceva il suo accompagnatore sugli abitanti di Lorath: forse la mantella che avevano entrambi indosso aiutava, ma il solo cercare contatto visivo sembrava arduo. Una città labirintina dove la gente può scomparire in piena vista se sa dove ficcarsi, e dove i suoi abitanti non passano il tempo a tendere occhi e orecchie sugli altri.
    Non c'è che dire, il luogo migliore per nascondersi o attraverso il quale dileguarsi. Se Edwin fosse stato mai un fuggitivo, si sarebbe ricordato di questa città come opzione.

    Mentre la vista veniva occupata da pesci d'ogni sorta e legno lavorato, il garzone lo portò verso dove dovevano andare...e cioè da un'altro fabbro, tale Jaqen dall'insegna. Be', era molto intuibile, tra fabbri ci si conosce.

    Era arrivato il momento di varcare la soglia, e trovare questo Jaqen, o se non era lui l'intermediario, chiunque fosse che lavorasse anche lì dentro.
    Avrebbe usato la stessa tecnica: usando la logica, c'era da mettere in conto la possibilità che l'intermediario potesse essere stato corrotto o ricattato da Yofus. Quindi fin da subito doveva sempre mostrarsi come la persona diretta a cui non è buona cosa prenderlo in giro. Con educazione, ma fermezza.
    Oh, e non avrebbe mai menzionato il suo cognome. Meglio non farsi un nome in questa città, se possibile.
    Inoltre lo avrebbe seguito, nel caso avesse chiesto di parlare altrove.

    "Salve, io sono Edwin. Io e il mio accompagnatore qui presente veniamo da Città del Gabbiano; ho bisogno di parlarti, ed è stata Kate il fabbro a dirmi di venire da lei.

    Non voglio sprecare il tuo tempo, avrai il tuo gran da fare, quindi sarò conciso. Scusa in anticipo se sembrerò troppo diretto.
    Da quello che ho capito, è passata di qui una coppia, più specificatamente un uomo di nome Yofus, ed era assieme ad una donna.
    Ora, non voglio impedirti di fare il tuo lavoro o simili, ma ho seriamente bisogno di sapere dove sono andati, come stava la donna in questione se era con lui, e sopratutto se ti hanno detto o richiesto qualcosa, qualsiasi cosa. Per ora, ti basti sapere che il motivo per cui li sto cercando è una faccenda che ha una certa urgenza.
    Inoltre vorrei sapere, in dettaglio, se uno di loro avesse, o per meglio dire, indossasse una maschera di ferro.

    Prima che tu possa avere qualche obiezione, ti avviso già da subito che non ho intenzione di importunarti, ne di dire a nessuno che hai visto e interagito con loro. Francamente non me ne viene nulla di provocarti altre seccature, quindi hai la mia parola che quello che diciamo qui, resta qui."


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    24 Novembre 285 - Lorath
    L'insegna di ferro battuto indicava un incudine battuta da un possente martello, Jaqen era il suo nome, del resto tra fabbri ci si conosceva no?!? Il Roote non sarebbe stato timido, mentre il suo garzone rimase a bordo della porta il cavaliere occidentale entro a gamba tesa, risolse delle domande cortesi - ma direttissime - all'uomo che aveva davanti e non si perse nei dettagli di sorta. L'uso della lingua comune occidentale avrebbe disorientato in un primo istante il fabbro, non era però un problema poiché la quasi totalità di commercianti ed artigiani delle Città Libere - e anche a Lorath - ne conoscevano l'idioma per il commercio. A quelle domande rispose brevemente "Sì! Kate quella canaglia! Mi deve ancora pagare l'ultimo carico" sputando a terra con disprezzo e guardando - con altrettanto spregio - il garzone che quasi appositamente era rimasto di fuori. Non si sarebbe fatto problemi quell'uomo, continuò con la stessa durezza "Quella coppia che cercate, mi doveva pagare! Loro dovevano avere i denari per il ferro giù al porto, se cercate anche quello sappiatelo, non è più lì, è qui". Il garzone a quell'affermazione avrebbe scalpitato, come a voler dire qualcosa, qualcosa che però non poteva dire e quindi rimase in silenzio guardando il Roote in attesa di una sua mossa sperando - invano - che il fabbro non continuasse. "I due sono in città, ella ha una maschera, non so chi sia e non lo voglio sapere! Se mi portate i miei denari il ferro sarà vostro" concluse con sprezzo, ora il ritiro del materiale dipendeva ancora una volta dal ritrovo di quel dannato Yofus.
    parole: 270



     
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    Forse il segreto per la diplomazia, almeno per Edwin, si stava rivelando il non fare troppe riverenze con le parole. Perchè era tipo...quanto, la seconda o terza volta che andava dritto per dritto, ed otteneva ciò di cui aveva bisogno. La parte di cortesia era giusto quella, cortesia che solitamente dovrebbe avere anche il più grezzo dei contadini quando parla ad un'altro contadino.
    Quando non si è sobri la dimenticanza di cortesia è già più scusabile.

    A quanto pareva però, sebbene un po' a ragione, Jaqen il fabbro non aveva molta cortesia da elargire e diffondere: a quanto pare non aveva un buon trascorso lavorativo con Kate il fabbro di Città del Gabbiano.
    Tempo un'altro paio di frasi e la cosa sarebbe stata chiara: Yofus doveva pagare per il ferro, ma siccome si era dileguato riguardo alla promessa, aveva truffato entrambi. E il carico sembrava essere rimasto qui invece che ai magazzini del porto; cosa buona per loro, un posto in meno da controllare.
    A Edwin parve di notare, però, un certo incespico verbale da parte del garzone. Gli avrebbe parlato dopo e fuori di li, anche perchè avrebbe comunque discusso sul da farsi.

    Adesso l'importante era avere una risposta: i loro due fuggiaschi erano qui in città, e il dettaglio della maschera non era stata mera congettura, ma effettivamente Yofus l'aveva messa alla donna. Buffo, nascondeva il volto ma ti rendeva riconoscibile, con un aggeggio così sul volto.
    Ora era arrivato il momento di chiudere le fila dialogiche e spronare qualche dettaglio utile, se era possibile.

    "Sappi che ti sono grato. Tremendamente grato: non so che trascorsi hai avuto con Kate, ma ti posso assicurare che quell'uomo che è passato di qui...vi ha fregato, a voi entrambi. Kate mi ha inviato qui proprio per chiarire la cosa e sistemare il problema con quel furbetto. Ma non ti annoio con dettagli di cui non hai bisogno.
    Quindi stai sicuro che non appena lo accufferemo, ti restituiremo pure i denari che ti spettano. So cosa si prova quando ti ritrovi davanti ad uno che ti frega; mi è quasi successo una volta.

    Però, se vogliamo essere sicuri di prendere lui e denari prima che sfili via sotto il nostro naso devi dirmi qualsiasi dettaglio che ti ricordi o che puoi dedurre.
    Prima di tutto: sai se hanno menzionato dove alloggiano in città, oppure dove è più probabile che possano essere andati?
    Seconda cosa: oltre alla maschera di ferro, la donna aveva segni di tagli, lividi visibili, macchie di sangue sui vestiti o altro?
    Infine: c'era qualcuno con loro che era rimasto fuori dal negozio quando è arrivato qui? O sei sicuro che fossero solo in due?"


    In quel momento si rese conto di un dettaglio importante: senza riflettere aveva parlato a Jaqen nella sua lingua madre. Male: Edwin sapeva il Basso Valyriano, e doveva usarlo in una situazione come quella!
    Ottenute le risposte o no, con la sua solita "pressione cortese", Edwin avrebbe avuto gli elementi per uscire da lì dopo averlo ringraziato di nuovo, e poi parlare con il garzone per discutere sul corso d'azione. Con voce abbassata per non farsi sentire.

    "Okay, ora abbiamo un'idea chiara su dove sta cosa e sopratutto cosa fare, quindi ascoltami bene:
    Innanzitutto, devi dirmi se sai parlare, anche solo lo stretto necessario per il commercio, il Basso Valyriano; se possiamo dare ancor meno nell'occhio, specie se ci ritroviamo Yofus davanti, meglio sarà per noi.
    Oh, meglio non usare il mio nome, nel caso possa scappare. La gente qui vedo che si fa i fatti propri come hai detto tu stesso, ma meglio non lasciare briciole in giro per eventuali "topi".

    Dunque, quando beccheremo Yofus e saremo sicuri di essere tutti e tre isolati e discreti abbastanza perchè non scappi via, dovremo placcarlo in due e legarlo. Ma se diventa necessario...le gambe non dovranno funzionargli. Penso che ci intendiamo su questo.

    Infine, un'ultima cosa: mi era parso di vederti trattenuto dal dire qualcosa li dentro: se è qualcosa di vagamente importante...beh sai che con me la bocca è sigillata con i chiodi, tra noi; è ancora lontano il giorno in cui mi pagheranno per diffondere in giro cose che dovrebbero starsene tra pochi."


    699 parole.
    Ringrazio Jaqen, chiedo dettagli per capire cosa fare nello specifico.
    Poi fuori parlo col garzone, do una bozza di corso d'azione e chiedo se e cosa stava omettendo nella conversazione lì dentro dato che pare l'abbia notato.
    Sottolineo la seguente: se anche lui parla Basso Valyriano, allora meglio usarlo dato che c'ho la competenza e do ancor meno nell'occhio. Gli addestramenti non si sprecano!
     
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    24 Novembre 285 - Lorath
    Il confronto tra i due rimase molto cordiale - miracolo visto l'astio che il fabbro aveva mostrato nei confronti di Kate e del suo garzone ancora stizzito - eppure il Roote con una innata capacità riusciva a conciliare anche quelle situazioni di me**da che lo stavano colmando di passo in passo fin dalla sua partenza. Sulla maschera di ella, quella che Yofus gli aveva fatto apporre, aleggiava ancora un grande mistero ma alle domande del Ser vi fu qualche - parziale - risposta d'aiuto "Dove alloggiano? Chiedetelo a lui!" disse indicando il garzone "Kate paga sempre il vitto a chi manda qua per i suoi affari in uno tra i seguenti posti: Vele Rosse, Ostrica Ubriaca o il Kraken. Difficilmente cambia perché lì costa poco, certo vi è affluenza ma fidatevi, non da nell'occhio" allora sogghignò trattenendosi con una mano. Cosa avrebbe inteso con quel ghigno? Difficile a dirsi, la disponibilità si stava esaurendo, il Roote lo avrebbe percepito a chiare lettere, alla seconda domanda non ricevette risposte, uno sputo al suolo sarebbe stato il massimo che avrebbe ottenuto mentre sul terzo quesito, forse il meno importante ma comunque fondamentale, ricevette una risposta glaciale "Doveva esserci suo fratello, ma qualcosa mi dice che non ha superato la traversata..." a quel punto volse le spalle, tornò al suo. Si sarebbero rivisti per lo scambio, se mai ce l'avessero fatta.
    Usciti dalla bottega, quel buco del mercato coperto in cui spiccava l'insegna posta a segnalare il fabbro, mentre attorno a loro andava calando l'affluenza segnata dal cambio dell'ora il cavaliere ed il garzone avrebbero avuto ampio spazio di dialogo. Avevano in mano tre posti, il garzone ancora con il rospo in gola li conosceva più che bene, erano i principali postriboli e/o taverne dell'isola, i luoghi d'eccellenza per trovare o cercare qualcuno. Una risposta che valeva tutto e niente? Più si che no ma il garzone non si sarebbe smentito "Maledetti! Me la pagheranno entrambi, lui e anche il vostro Ser!" imprecando vistosamente. Il tono allora si abbassò drasticamente, il Roote mise sul piatto delle regole - chiare e funzionali - avrebbero parlato per quanto possibile in Basso Valyriano poiché anche il garzone ne conosceva alcuni idiomi basilari. Il garzone allora annuì un paio di volte, circa l'essersi trattenuto non disse molto ma si limitò nel dire "Troviamoli, facciamolo in fretta! Mio fratello li aveva accompagnati ma se è vero quel che dice il fabbro non era con loro. Se posso suggerire partirei dal Kraken per avere qualche dritta, conosco l'oste".


    parole: 419
    Allego la carta recuperata da qui se vuoi qualche info sulla city. Ne approfitto per un piccolo punto riassuntivo:
    1 - cerchiamo Yofus per riportare la dama indietro viva (lui anche no)
    2 - c'è la possibilità che si nasconda in uno dei tre luoghi e che abbia con lui un secondo ostaggio (o lo sta aiutando a nascondersi?)
    3 - c'è da capire perché ha la maschera di ferro
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    A questo punto Edwin si stava chiedendo se avesse avuto fin dall'inizio una vena diplomatica; nonostante la sitazione scoppiettava come fuochi d'artificio, tra il fabbro furibondo e il garzone di Kate offeso e stizzito, il giovane Roote era riuscito a mantenere sotto controllo la tensione che si era creata nella stanza. Così come era riuscito a barcamenarsi verbalmente tra tutte le rotture di scatole che si erano andate a creare da Driftmark in poi.
    Forse aveva qualche asso nella manica da affinare...
    Purtroppo Edwin rimaneva tutto fuorchè un'oratore infallibile: il fabbro, oltre a non cessare in toto le ostilità verbali, aveva si rivelato i tre possibili posti dove Yofus poteva essersi andato a cacciare, rivelando come fossero offerti da Kate ai tramite per gli acquisti di risorse (pure scroccone il dannato).
    Inoltre il fabbro aveva sogghignato. La gente ha sempre qualcosa che trattiene, specie quando ne hai bisogno subito, ma Edwin sapeva di non poter forzare ancor di più la mano.
    Non seppe nulla sulla misteriosa maschera di ferro, ma di eventuali accompagnatori venne a sapere che, teoricamente, ci sarebbe dovuto essere il fratello del garzone, che alle parole sue non ce l'aveva fatta ad arrivare fin qui. Edwin sentì una punta di amarezza penetrare nei suoi pensieri; un'altra famiglia messa in mezzo per questa fuga.

    Non frenò quindi le imprecazioni del garzone una volta usciti. Lo lasciò sfogare come giusto che fosse, era sconvolto e offeso.
    Una volta calmato gli spiegò per filo e per segno tutto il da farsi, e il garzone aveva già suggerito uno dei tre posti, Il Kraken, dato che a detta sua conosceva l'oste.

    Edwin diede assenso a seguire questa prima pista, mantenendo il piano come spiegato, specialmente il lato linguistico, e raccomandandosi sempre di stare attenti nel caso ci fosse un secondo ostaggio, magari il fratello stesso, oppure se era uno aiutato da Yofus.
    Non dovevano farsi scappare la preda.
    E camminando verso la loro prima tappa, Edwin avrebbe tenuto occhi e orecchie aperti ad ogni angolo dei suoi paraggi. Non voleva essere colto alla sprovvista nel cammino.

    345 parole
     
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    24 Novembre 285 - Lorath
    La parte settentrionale dell'isola di mostrava più spoglia, isolata, qui il Kraken - noto luogo di ritrovo di locali e vagabondi - svettava per i due grandi camini che emanavano fumo grigio e denso. Prima di entrare, lungo la strada polverosa, il garzone non si lasciò perdere d'animo "Questa locanda è pericolosa, facciamo attenzione! Il molo lì è anche un approdo di bracconieri e piccoli rivenditori del mercato nero" descrivendo al giovane nobile delle terre occidentali alcuni dettagli che forse gli sarebbero potuti sfuggire di vista. Varcata la porta non persero tempo, il garzone prese per un braccio il suo compagno e lo condusse ad un bancone secondario dove un uomo alto e grosso era intento a pulire alcuni boccali opachi. In basso valyriano non perse tempo a chiedere le informazioni necessarie: la stanza che di solito veniva occupata era libera? Si era fatto vivo qualcuno? Magari con una maschera di ferro? Al Roote sarebbe stato dato del tempo per le domande, ma non in quell'istante, il garzone bramava vendetta e verità in quell'insieme di momenti. L'ingordigia di informazioni lo avrebbero reso sazio poco dopo e soprattutto lo avrebbe ripagato di alcune di quelle dannate domande. Grugnì l'oste, forse avrebbe pure sputato a terra quel dannato oste se non fosse che era intento a pulire quei boccali, avanzò una pezza - era vistosamente un conto da pagare - e aggiunse "Questo è quanto mi dovete, chi cercate era qui, ma non essendo il solito intermediario. Le due persone col volto coperto erano l'uno silenzioso e l'altra piangente, come una fontana, li abbiamo sbattuti fuori! Non pagavano loro ma spendevano troppo". Il garzone allora avrebbe guardato il conto, quasi sbuffando avrebbe consegnato a quell'uomo una lettera di cambio e così si ritrovarono sul bancone due pinte in aggiunta a quanto era rimasto da saldare. Ora sarebbe stato il turno del Roote, cosa avrebbe chiesto? Erano sulla giusta pista.

    parole: 317

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    In cammino verso il loro obbiettivo, poteva constatare come la città, man mano che si avviavano, in un certo senso si scarnificava. Più isolata, poco fitta, e questo rendeva il Kraken un luogo ben riconoscibile: bastava vedere il fumo, un po' come per i segnali tra torri nelle montagne.
    Il garzone aveva fatto bene a confermargli l'aria che tirava: quello non era certo un posto tranquillo. Edwin sapeva di cose come il commercio di schiavi per Essos, o in generale che i porti non ospitassero spesso gente qualunque. Un motivo in più per stare in campana.

    Non avevano minuti da sprecare, quindi entrarono senza neanche badare agli avventori, preferndo andare dritti per il locale; o meglio, Edwin venne trascinato al bancone dal garzone, facendo subito tutte le domande necessarie per iniziare questo nuovo interrogatorio. E forse stavolta sarebbe stato un po' meno diretto diretto, dato che c'erano orecchie attorno e l'oste non pareva proprio di buon'umore.

    Prima Edwin notò lo scambio di lettera di cambio. Non se ne intendeva molto di banche, ma bastava ragionare un attimo per capire che l'oste avrebbe detto il vero quando venne affermato che i loro ricercati erano stati lì, e che hanno speso oltre misura.
    Non trangugiando subito tutta la pinta, per restare il più sobrio e concentrato possibile, Edwin prima di domandare riflettè su ciò che gli era appena stato detto, in modo da poter formulare domande precise. Sempre in Basso Valyriano.
    A quanto pareva erano in due col volto coperto; la piangente probabilmente era Serranei, il silenzioso o era Yofus o un suo complice, un terzo uomo.
    Ma doveva sapere di più, perchè le maschere potrebbero essere un elemento potenzialmente ingannatore. Non volevano certo rischiare cose del tipo colpire la Lady rapita.

    "Scusa se chiedo, ma per caso si ricorda se quella che piangeva era una donna o un uomo? O anche solo com'era vestita, vagamente se non si ricorda bene. E se l'altro, quello tutto silenzioso, era armato."

    Un sorso di birra fece da pausa per la gola, aveva parlato un sacco oggi...

    "Ho visto anche che hanno speso molto...anzi, moltissimo, non ho mai visto conti del genere in una taverna, e dite che non hanno pagato nulla. Ma allora cosa hanno preso per avere un conto così alto?

    Infine, quando li ha cacciati, ha idea se hanno detto dove sono andati, o lo hanno fatto capire in un modo o nell'altro?"


    Cercò di mantenere un tono da semplice curiosone, non troppo inquisitivo. Del resto il loro debito gentilmente lasciatogli da Yofus tecnicamente l'avevano saldato. E non stavano dando fastidio.

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    24 Novembre 285 - Lorath
    "Quella che piangeva era una donna... belle vesti... sporche ma belle! Sicuramente una schiava che varrà qualche dei vostri dragoni" la prima domanda del Roote venne evasa con celerità e franchezza, non c'erano troppi giri di parole nelle espressioni dell'oste, era stato molto sincero con loro. La seconda scendeva più nella specificità - ma risultava anche parecchio banale - l'uomo sorrise e rispose "Le informazioni costano! L'alloggio del resto non è gratis e questi tre qui hanno mangiato e bevuto per giorni, troppi giorni, il che mi ha fatto capire che non erano qui per i soliti affari". Del resto non sarebbero stati né l'oste, né il garzone a guardare la lista delle spese e o perché questi 'ospiti' le avevano sostenute. Il garzone grugnì seccato, il tempo era denaro! Quello contata eccome e pure la vita del fratello probabilmente! La terza domanda avrebbe trasceso il limite, l'oste infatti non era in grado di dare quell'informazione ma si limitò a dire "Hanno preso una scialuppa, di questo sono sicuro! Ma per il resto spero siano affondati" a quel punto sputò a terra e guardando dritto negli occhi il garzone aggiunse "Avete altro? Volete che chiami le guardie?" ironizzando - forse - sulle troppe domande in un ambiente non dedito a dare informazioni gratuite.

    parole: 213

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    Mentre parlavano, o meglio l'oste rispondeva, Edwin era attento ad una cosa: i propri d'intorni. Perchè il timore che qualcuno li ascoltasse c'era. Poteva nel migliore dei casi essere un curiosone sui curiosoni, nel peggiore Yofus aveva uomini che facevano da palo per vedere già se qualcuno li cercava nelle vicinanze.
    Ma non si concentrò troppo sulla cosa: doveva apparire naturale.

    Sentire la risposta alla prima domanda fu un sollievo: oltre alla conferma che si trattasse di Serranei, erano ora sicuri di non poter confonderli, almeno speravano. Sarebbero dovuti stare attenti comunque, perchè magari il fuggitivo potrebbe aver avuto ripensamenti sulla scelta degli abbigliamenti.

    La seconda informazione era off limits. Un po' c'era da aspettarselo, in un luogo come questo, specie se le informazioni portano rischi.
    Ed era anche il prezzo da pagare per la discrezione: meno faceva sapere di un fuggitivo e rapitore in giro per la città e oltre, meglio poteva sorprendere quel bastardo..
    E la terza voleva dire poco: avevano preso una scialuppa, quindi avrebbero dovuto chiedere lì. Ma almeno restringevano il campo a due opzioni: o era ancora in Essos, dato che una scialuppa in mare aperto sarebbe una seconda follia, oppure avevano trovato una nave capace di traspostartli....ahhh come sarebbe stato bello avere un blocco navale da prima...

    Dovendo sbloccare un po' la serratura che lo separava dalle altre informazioni, Edwin, discretamente e tenendo i pugni ben chiusi, recuperò dagli abiti, dove nascondeva invece di usare il borsello, ben tre dragoni d'oro dei sette che aveva, che le poggiò sul tavolo, pugno su di esse, lasciando che solo l'oste potesse vederli, tra le dita ben serrate. E parlò a voce bassa.

    "Non so quanto abbiano speso, ma questi non sono proprio ramini o argenti qualsiasi...
    Se ci dirai le altre informazioni che ho chiesto, ed in più ci dirai se le vesti della donna erano sporche di sangue, e se magari ti sei dimenticato qualcosina da dire, tipo se hanno trapelato qualcos'altro sottovoce mentre venivano cacciati o simili...lo scambio si fa.
    E nessuno di noi due si è conosciuto. Abbiamo solo preso una pinta"


    Parte della sicurezza di Edwin derivava da una cosa: Essos sarà un continente diverso, ma se una prostituta con cinque monete d'oro poteva praticamente rifarsi una vita nuova, delle informazioni non potevano costare di più. Anche se Edwin poteva giocarsi ancora qualche moneta, sarebbe stato graduale e fermo nel trattare, per evitare di farsi spennare subito.
    Anche perchè, seppur non fosse un mercante, ci arrivava da solo ad un ragionament semplice: se uno mettesse i costi troppo alti, poca gente acquisterebbe, quindi a lungo termine si guadagnerebbe poco.
    Ed un taverniere come quello, dopo aver visto una situazione che, come del resto diceva lui, "non si trattava di soliti affari", di sicuro voleva guadagnarci.

    463 parole.
    Scalerò tre dragoni d'oro dal mio inventario per scucire le info.
     
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    24 Novembre 285 - Lorath
    L'uomo, quell'oste unto dai piedi fino al collo, fissò nuovamente il Roote con interesse - chissà se forse ad attirarlo era soltanto l'oro eh - per poi aggiungere al garzone "Ci trattiamo bene oggi!" quasi imprecando. Fece allora per prendere una caraffa lignea, la iniziò a riempire di birra e proseguì "La tua donna, se è tua moglie, tua figlia o tua sorella non mi interessa, è viva e vegeta! Trattata come un guanto milord te lo assicuro. Hanno preso una scialuppa, il vostro amico ha remato a nord-est di qui... sull'isolotto di Lorassyon... il labirinto è un bel nascondiglio! Inoltre, senti a me... i balenieri scaricano gli scarti e i residui che non si portano fino ad Ibben proprio sulle spiagge del labirinto... che non stia cercando lì un dannato passaggio". La sua lingua si era sciolta come il burro sulla padella, mise allora la caraffa ricolma di schiuma sul bancone ed aggiunse "A voi miei cari signori" volse quindi le spalle e si dedicò ad altri clienti. Il compenso andava ora pagato, prima di voltarsi un cenno aveva fatto sì che un energumeno alto almeno due metri si fosse posto sulla porta del locale, se avessero voluto prendere una strada verso le barche avrebbero dovuto pagare il pegno.

    parole: 210
    in altre circostanze avrei tirato per vedere se la trattativa andava a buon fine ma sarebbe stato stupido negare il contrario per 3 ori
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