Cronache della rivolta Illyriana

a cura di Maestro Luthor

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +8   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Cavaliere del verbo

    Group
    Uccelletti
    Posts
    4,304
    Prestigio
    +364

    Status
    Offline

    Cronache della rivolta Illyriana
    A cura di Maestro Luthor


    dalle sue osservazioni e dai racconti dei protagonisti da lui raccolti.



    1.Analisi della figura di Illyria Targaryen, dei suoi testi e del messaggio in esso contenuto


    Preludio



    La rivolta Illyriana prende il nome dalla sua principale ed unica ideatrice, ovvero Illyria Targaryen. Lady Illyria era la prima ed unica figlia di Duncan Targaryen, a sua volta figlio Primogenito di Re Aegon V Targaryen, Il principe rinunciò al titolo, al cognome e all'eredità di Casa Targaryen nel 240, in seguito al suo matrimonio con Jenny di Oldstone, una popolana.

    Pertanto il lettore deve comprendere che Considerare Lady Illyria come parte della famiglia reale è solamente una concessione resa possibile da Re Aegon V e mantenuta dai suoi successori e non derivante dalla sua presenza nella linea di successione per il trono di spade.

    Nata a Sala dell'estate sopravvisse alla tragedia assieme alla madre, mentre il principe suo padre vi trovò la morte. Crebbe alla fortezza rossa ricevendo, per grazia del re, una istruzione completa per una nobildonna oltre ad una importante educazione religiosa. La madre morì di tifo quando la ragazza era ancora fanciulla e non è stato possibile stabilire se tale istruzione sia stata o meno decisa dai genitori.
    Chiunque l'abbia conosciuta o incontrata negli anni successivi la descriva come fervente e generalmente intollerante verso gli altri culti, ma mai in atteggiamenti tali da far presagire la svolta violenta degli anni successivi.

    La giovane, che presenta tutte le caratteristiche tipiche Valyriane, ovvero capelli argentati ed occhi viola, ereditate dal Nonno Aegon V, restò alla fortezza rossa fino ai 24 anni, senza che ci fossero eventi degli di nota sulla sua vita.

    Nel 285 si trova ancora alla Capitale reale quando questa viene invasa e velocemente conquistata dalle forze ribelli di Lord Tywin Lannister che approfittando della lontananza del re, impegnato al nord per via dell’invasione dei bruti iniziata nel 284, occupa il trono con l’idea di rovesciare il regno dei Targaryen portando la situazione del regno a quella di pochi anni verso la fine del regno di Aerys II, andando quasi a emulare quel conflitto.

    Illyria riesce però a scappare dalla città e a rifugiarsi a roccia del Drago assieme alla regina Madre e li attende il ritorno del sovrano il quale, avallando l’idea della Regina madre invia le due alla città libera di Braavos, per chiedere un prestito alla banca di ferro con il quale assoldare una truppa mercenaria da impegnare nella riconquista di Approdo del re.

    La nave della regina giunge senza intoppi alla libera città, dove la stessa Illyria si occupa delle contrattazioni con i banchieri, riuscendo ad ottenere i soldi necessari anche se in cambio di pesanti oneri per la corona. Se i fatti successivi avessero preso una piega diversa tale cifra sarebbe pesata in misura minore, di circa la metà, sulle spalle del Re ma la pazzia di Illyria vide probabilmente la luce durante questo suo viaggio tra le libere città. Infatti a Braavos le due donne di casa Targaryen si separarono:

    Mentre la regina fece ritorno con 400 Secondi figli (una compagnia mercenaria) a roccia del drago per avvisare il re degli accordi Illyria proseguì verso Pentos, per assumere altri mercenari per la causa essendo quelli presenti a Braavos di numero troppo esiguo.

    Con la loro separazione finiscono le informazioni dirette che questo Maestro ha potuto ottenere e da qui in avanti verranno affiancate agli scritti di Illyria che abbiamo tristemente imparato a conoscere solo speculazioni e teorie derivanti dagli elementi secondari che sono riuscito a raccogliere durante la mia permanenza tra il 285 e il 286 ad Approdo del re.


    Pazzia e primo scritto al continente




    Su cosa fece o su chi incontrò Illyria dopo la sua partenza da Braavos verso Pentos non abbiamo alcuna informazione. Se in un futuro qualcuno riuscirà ad ottenere informazioni direttamente presso queste due città libere o tramite qualcuno presente all’epoca dei fatti sarà mia premura inserirle.

    Se però, come detto in precedenza nella prima parte del viaggio Illyria non dimostrava, pubblicamente almeno, di covare o di star ideando le teorie e le idee che andranno a plasmare il cuore del culto eretico è ipotizzabile che tutto sia stato ideato e pianificato una volta lontana da qualsiasi influenza dei regni del tramonto, ovvero come il continente occidentale è noto tra le città libere.

    L’unica cosa certa, dedotta dalle note spesa e dai contratti che ci sono stati forniti dalla banca di ferro di Braavos, è che Illyria arrivò a Pentos, dove riuscì ad assoldare circa seimila mercenari della compagnia del vento, oltre a mettere le basi per la costruzione di un’ambasceria del continente nella libera città.

    Questo accordo, che da fuori può sembrare ottimo, se analizzato nel dettaglio fa intravedere l’inizio della pazzia e del complesso di grandezza che colpì la giovane:
    infatti l’accordo da lei stipulato con i Pentoshi permetteva alla Corona di creare a proprie spese un’ambasciata a Pentos, in cambio però prometteva al concilio dei Magister di inserire all’interno del concilio ristretto del Re dei suoi rappresentanti.

    Com’è risaputo il concilio ristretto è composto da persone in cui il re riversa la sua completa fiducia, dato che si occupa di gestire la capitale, ed il regno intero in vece del re, per tutte quelle migliaia di questioni che il sovrano non può gestire personalmente e pertanto promettere un posto in questa cerchia ci fa pensare che Illyria abbia travisato il mandato di agire nel nome del re che Rhaegar I gli affidò alla partenza.

    Successivamente vedremo anche come, dalle firme in calce alle lettere inviate per tutto il continente essa si sia considerata non solo la sostituta del re ma anche come regnante stessa.
    C’è chi afferma che il primo nucleo della nascente eresia sia da cercarsi proprio tra gli uomini ed i soldati graduati che accompagnavano Illyria in questa fase del suo viaggio, ma io mi permetto e rigetto categoricamente questa ipotesi per una semplice ed ovvia ragione: per quanto Illyria potesse avere un carattere carismatico, idea che non sono propenso a considerare, dobbiamo considerare che le truppe mercenarie che l’accompagnavano erano originarie di Essos, ignoranti dei dettami del culto dei sette e delle idee aberranti di illyria sui sette dei.

    Quindi sebbene queste sue idee abbiano attecchito sulla popolazione delle fasce più povere del nostro continente, che almeno conoscevano un’infarinatura del culto è improbabile che lei sia riuscita a convertire un’intera truppa mercenaria delle libere città che anzi rientrava a pieno titolo tra gli eretici da lei condannati.

    Inoltre non risulta che Illyria prima della partenza abbia mai affrontato studi di teologia presso il grande Tempio di Baelor. Quindi le sue conoscenze sul culto sono da limitarsi all’insegnamento dettato da una septa a cui tutti i nobili del continente sono stati esposti da fanciulli, quindi privo di approfondimenti. Una conoscenza limitata anche dei sette aspetti, come evidenzierò più avanti nell’analisi dei suoi scritti, qui riprodotti per fini unicamente accademici.

    Sulle azioni di Illyria una volta lasciato Pentos ci sono più dubbi che certezze, ma si presume che la flotta da lei capitanata sia transitata vicino alle Stepstones e poi si sia diretta verso l’uncino, essendo la capitale preclusa senza però sapere che l’uncino era nel mentre stato invaso dai Baratheon. La logica avrebbe imposto uno sbarco a nord della capitale, in modo da permettere un rapido ricongiungimento dell’esercito mercenario con quello reale ma ciò non avvenne, forse per mancanza di informazioni tra i lealisti ed Illyria o per mancanza di validi strateghi nella flotta mercenaria. Pare esserci stato un incontro tra la flotta proveniente da Pentos ed una nave Arryn, ma non sono riuscito né a rintracciare la nave né il suo capitano.

    Arrivati all’uncino e trovandolo invaso da forze ostili gli Illyriani per motivi non chiari e ormai impossibili da accertare tentarono di prendere con le armi uno dei porti della regione portando ad una pesante sconfitta di Illyria e delle truppe mercenarie che avrebbero dovuto aiutare Re Raeghar I nella riconquista della capitale, almeno stando al resoconto dei pochi uomini tornati a roccia del drago successivamente.

    Il lettore tenga conto che dei 3400 mercenari partiti da Pentos né arrivarono a Roccia del drago solo 700, comportando una perdita di quasi L’80% degli effettivi.
    Chiunque se ne intenda di guerra e strategia può capire come questa prima ed unica battaglia di Illyria sia stata una terribile sconfitta, ancora più grave se si considera che essa guidava gli attaccanti e l’attacco era portato via mare, quindi anche alla vista delle pesanti perdite iniziali scelse di non ritirarsi, o meglio scelse di continuare ad attaccare anche dopo la sconsiderata scelta di tentare l’approdo.

    Ovviamente queste sono solo speculazioni ma voglio sperare che tali scelte, per via dell’inesistente valore strategico dimostrato, non siano state invece frutto delle menti ei comandanti mercenari assoldati, perché in tal caso l’intero continente dovrebbe rivalutare il loro utilizzo autonomo.
    Non si sa per quale motivo la ragazza scelse di tentare un’inutile battaglia piuttosto che ricongiungersi direttamente con le truppe reali ma è probabile che già a quel punto non si considerasse più come suddita della corona, ma con il compito ed il dovere di sostituirsi ad essa.

    Guardando a questi eventi è impossibile non notare che se, come da lei stessa dichiarato successivamente, godesse del favore del Divino l’unica battaglia a cui ci risulta abbia preso parte si sia conclusa con una tremenda sconfitta e potrebbe essere stata proprio questa sconfitta ad alimentare la sua pazzia, in maniera simile a come la prigionia incrinò oltre il punto di non ritorno la salute mentale di Aerys II.
    Oltretutto vista la debacle subita è possibile che lo stesso comando della flotta sia andato vicino ad essere ucciso durante la battaglia.

    La tappa successiva di Illyria sappiamo essere stata Roccia del drago, dove si rintanò per rispendersi dalla sconfitta e dove, forte dei soldati da lei comandati e incontrando solo la resistenza della piccola guarnigione lasciata in sua difesa prese il controllo della fortezza dopo esservisi rifugiata come alleata, queste informazioni ci vengono dal maestro d’armi della fortezza, il quale lasciò la fortezza, rifiutandosi di servire Illyria e fu il primo a portare la notizia al Sovrano e alla Regina madre.

    La fortezza di Roccia del Drago cade sotto il giogo di Illyria il 4 agosto del 285

    Da quella data non si hanno più notizie dal seggio ancestrale di Casa Targaryen, e tutte le notizie sulla stessa Illyria sono riconducibili unicamente ai suoi scritti.

    Il primo scritto in realtà venne composto quando la ragazza si trovava ancora a Pentos e giunse nel continente quasi in concomitanza ad Illyria, ovviamente per la mancanza di corvi addestrati dalla cittadella nelle libere città. Se il messaggio avesse viaggiato attraverso i metodi da noi in uso è possibile che il re avrebbe potuto muoversi diversamente nei confronti della cugina, ma invece dato che il messaggio arrivò nelle terre della corona nella stessa settimana di Illyria e solamente all’attenzione dei nobili o dei più istruiti solo una manciata di persone era a conoscenza del messaggio che riporto di seguito quando Illyria, dopo la sua sconfitta si ritirò a Roccia del Drago ed aggiungo che la nobiltà era troppo impegnata della guerra per occuparsi di un delirante messaggio.


    Cittadini di Westeros, fratelli devoti, Simpatizzanti e Amici,
    tutti i mali che stanno colpendo il nostro popolo non possono che essere causati dai nemici dell’unica e vera fede: gli eretici.
    Non esistono eretici di serie a ed eretici di serie b.
    Per me sono tutti uguali: Re, principi, Lord, Cavalieri, contadini e servi.
    Come topi di fogna si sono fatti spazio tra la nostra cultura, portando sofferenza e divisione.
    Antichi Dei, Dio della luce, Dio abissale…
    Tutti falsi idoli che vanno sterminati prima che siano loro a sterminare noi.

    La scorsa notte la Fanciulla mi è apparsa in sogno, circondata da fiamme demoniache mi chiedeva aiuto.
    Da brava servitrice degli dei, è mio compito e onore diffondere questo messaggio e lottare per la distruzione dei falsi idoli.
    Il mio invito è quello di scendere nelle piazze delle vostre città, per catturare tutti gli eretici e condurli nella Casa degli Dei, il Tempio.
    Se i Septon e le Septe tengono veramente all’integrità e alla salvaguardia della Chiesa, sapranno cosa fare di loro.
    Presto tornerò ad occidente con un esercito. Un grande esercito.
    Non appena avrò eliminato i traditori della Corona, passerò ai Traditori della fede.
    Tuttavia, nonostante il Padre si ordini di essere severi e giusti la Madre ci insegna anche a essere clementi.
    Per questo avranno due possibilità: convertirsi o morire.

    Che gli dei vi benedicano,
    Illyria Targaryen, Prima del Suo Nome




    Analizziamo quindi queste parole:
    già dalle prime due righe si può leggere una parte focale del messaggio di Illyria, la menzogna. Essa non vuole portare una soluzione, ma solo presentare al popolo un capro espiatorio (pratica comune della libera città di Qohor, dove degli animali vengono sacrificati per ottenere il perdono dal dio della città, il capro nero).
    Anche se la lettere è rivolta a “fratelli devoti e simpatizzanti” posso affermare con certezza che quando venne scritta la lettera nel nostro continente non c’erano ne gli uni ne gli altri, mentre per quanto concerne la seconda riga da studioso di storia posso affermare con ferma certezza che l’ultimo conflitto religioso nelle nostre terre prima di quello scatenato da questo scritto fu la rivolta del credo militante nel 41, che tra l’altro si svolse tra il credo e re Maegor il Crudele e non certo tra il culto dei sette e le altre professioni religiose.
    Nella frase successiva tra gli eretici vengono inclusi tutti i gradi della nobiltà e non, dal re fino all’ultimo dei servitori.

    Un’interessante scelta di parole, dato che a questo maestro non risulta che né il sovrano, né i suoi fratelli, né il principe di Dorne siano seguaci degli antichi dei o del dio Rosso né tanto meno del dio abissale.
    Questa affermazione a mio avviso è un’idea embrionale del concetto che verrà espresso in uno scritto successivo sull’uguaglianza di tutte le persone.
    Collegandosi a quanto espresso in apertura alle tre religiose vittime dell’attacco in questo scritto viene ascritto il crimine di essere portatori di sofferenza e divisione, oltre al crimine di “essersi fatti spazio nella nostra Cultura”.

    Per prima cosa è doveroso notare che quasi tutti i grandi conflitti degli ultimi trecento anni che si sono svolti nel nostro continente sono avvenuti tutti tra seguaci del culto dei sette, dato che storicamente gli Stark non hanno mai preso parte a conflitti a sud dell’incollatura tranne che in rarissimi casi.
    Anche in questa occasione la storia viene in mio aiuto per screditare tali affermazioni. Per prima cosa occorre ricordare che è dall’invasione degli andali che non si assiste, in tutta Westeros, a delle guerre di matrice religiosa combattuta tra due credi differenti, inoltre sempre la conquista Andala, anche se andò a spodestare i regni dei primi uomini, assieme alla loro cultura, il processo fu graduale.
    Oggigiorno a sud dell’incollatura è difficile trovare delle persone di origine non andale, tranne qualche nobile famiglia, ma per il semplice fatto che gli andali che si trasferirono nel nostro continente da Andalos erano numericamente maggiori rispetto ai pochi primi uomini che vi abitavano.

    Per fare un esempio attualmente il Nord è la regione più vasta, pari a quasi il resto dei sette regni messi assieme, eppure la sua popolazione è circa quella che si può trovare nella terra dei fiumi o nelle terre della tempesta. La stessa densità di popolazione che oggi si trova nel nord era un tempo diffusa in tutto il continente, ovvero si trovavano pochi e sparsi insediamenti che vennero travolti dalla totalità del popolo andalo.
    Parlando poi delle religioni incriminate dubito che Illyria stessa le abbia mai incontrate prima della sua partenza.

    Il culto degli antichi Dei è oramai diffuso unicamente al nord e in alcune zone della terra dei fiumi, ma da millenni è una religione che potremmo definire pacifica, anche perché non si tratta di una fede organizzata come il culto dei sette, inoltre fattore che è stato dimenticato da Illyria, anche dove non è praticata il culto degli antichi è sempre stato in armonia con quello dei Nuovi Dei. Non si usano forse formule quali: “per i nuovi e antichi dei?” o “ti benedicano i nuovi ed antichi dei?”.

    Per le altre due religioni credo sia impossibile che Illyria ci sia mai entrata in contatto. Il culto del Dio abissale è prerogativa degli uomini di ferro e praticato solo nelle isole. Sebbene presenti tratti violenti gli isolani non si sono mai dimostrati interessati a diffondere la propria fede ed anche i tentativi di instaurare il Culto dei Sette nelle isole di ferro hanno prodotto scarsi risultati, fino al bando del culto, ed immagino che le copie di questo primo scritto giunte alle isole di ferro siano state rapidamente trasformate in combustibile per il fuoco.
    Il Culto del Dio rosso ha una diffusione talmente limitata nel nostro continente che io stesso, durante i miei studi alla cittadella ho solo intravisto i preti rossi, che per l’appunto si possono trovare in numero ridotto solo a vecchia città ed in qualche città costiera della penisola Dorniana.

    È possibile che ne possa essere entrata in contatto presso le libere città, ma continuo a non capacitarmi del motivo di queste parole, considerando poi che il “grande esercito” che viene citato poco dopo essendo composto da mercenari di Essos era quindi composto interamente da questi “eretici” che tanto accanitamente condanna.

    La seconda parte della scritta inizia con la prima affermazione su presunte capacità “mistiche” di Illyria nel vedere e parlare con gli Dei, in particolare con la fanciulla.
    Premetto ai lettori che, per poter dare un parere obiettivo ed accademico sulla questione ho provveduto a studiare teologia dei Sette che sono Uno presso L’alto Septon durante la mia permanenza ad Approdo del re, in modo da possedere tutte le conoscenze necessarie per formulare le opinioni, le condanne e le valutazioni che leggerete successivamente.

    Andiamo ora ad analizzare nel dettaglio le seguenti frasi:

    “La scorsa notte la Fanciulla mi è apparsa in sogno, circondata da fiamme demoniache mi chiedeva aiuto.
    Da brava servitrice degli dei, è mio compito e onore diffondere questo messaggio e lottare per la distruzione dei falsi idoli.”



    Fin dal primo sguardo possiamo notare come le informazioni riguardanti la presunta visione siano inesistenti.
    Illyria afferma di aver visto la Fanciulla, ma senza fornire informazioni sul suo aspetto, o più semplicemente come abbia fatto a riconoscerla, in secondo luogo afferma che essa era “circondata da fiamme demoniache” affermazione interessante, dato che sebbene abbiamo sempre sentito parlare dai septon del signore dei sette inferi e delle sue legioni di demoni sappiamo anche che i sette inferi sono stati creati dagli Dei assieme ai sette paradisi, ed affermare che la fanciulla si trovava circondate dalle fiamme e chiedeva aiuto starebbe a significare che la fanciulla, che ricordiamo essere un aspetto di un unico Dio dai sette aspetti, sia inferiore alle vili creature che abitano i sette inferi e che addirittura sia alla loro mercé, affermando quindi che queste creature siano superiori in potere la creatore, e già questa è di per se una bestemmia.

    Inoltre notiamo l’inconsistenza dell’affermazione “chiedeva aiuto”. Da chi, per quale motivo o per che cosa non ci viene detto, non ci viene spiegato, nemmeno nella riga successiva, dove Illyria, quasi dimenticando quanto appena scritto cambia subito discorso, affermando che è suo dovere diffondere il “messaggio”, che non ci è stato comunicato, e lottare per distruggere i falsi idoli.

    Avessi capito se nella visione avesse dichiarato di vedere, che ne so, la fanciulla stritolata dalle radici di un albero diga, tenuta ferma dai tentacoli di un Craken mentre veniva arsa da una fiamma bianca avrei potuto capire il riferimento, così come voi potete capire come la mia fantasia sia maggiore di quella di Illyria.
    Dovessi interpretare la presunta visione, prendendola per vera mi verrebbe da pensare che la fanciulla tra le fiamme possa indicare il suo essere oppressa dal peccato, che la consuma e chiedendo aiuto esorta il popolo fedele nei sette a ripulirsi dai propri peccati, ponendo fine alla guerra in corso e mondando i sette regni dai peccati che tutti voi che avete letto la stella a sette punte conoscete, non ci vedrei di certo un’esortazione a portare un’ulteriore guerra alle altre religioni, provocando ancora più morte, desolazione e peccato, come tutti voi potete vedere sia accaduto nel periodo in quale io scrivo.

    Successivamente si invita a fare retate casa per casa, prelevando i così detti eretici e a condurli ai templi affinché siano giudicati, perché i ministeri del culto sapranno cosa farne di loro.
    Ora, avendo letto la stella a sette punto, parlato a lungo con l’alto septon e studiato con lui, posso affermare con assoluta certezza che in nessun testo sacro ai sette dei o in nessun scritto ci sia segnato, come dovere di un credente quello di portare la morte al suo prossimo, così come non si fa nessun accenno al costringere gli uomini a convertirsi o a morire in caso di diniego.

    Nell’ultima parte afferma di essere in possesso di un grande esercito (posso assicurarvi che 3.400 uomini sono solo una forza modesta) e che avrebbe distrutto prima i nemici della corona e poi quelli della fede.
    Il solo fatto che questa lettera sia arrivata agli occhi di buona parte del continente negli stessi giorni della sua disfatta ci fa capire come queste parole siano frutto di una mente malata e secondariamente anche se fa riferimento ai nemici della corona la conclusione della lettera, ovvero come viene firmata ci fa senza ombra di dubbio capire che Illyria al momento della partenza da Pentos non sia più una servitrice di Re Rhaegar I, in quanto si firma Illyria Targaryen, prima del suo nome.

    Anche se non utilizza nessun titolo nobiliare per sé stessa immagino che tutti i lettori sappiano che la dicitura “primo nel suo nome” sia ascrivibile unicamente al titolo di Re o Regina dei sette regni. Pertanto nel viaggio tra Braavos e Pentos deve essere successo qualcosa ad Illyria che l’ha portata alla pazzia, al tradimento e ad un più generalizzato distaccamento dalla realtà, come vedremo negli scritti successivi.


    Secondo scritto



    Nel capitolo precedente abbiamo appreso come Illyria sia giunta a Roccia del Drago, prendendo poi possesso della fortezza. Nello stesso periodo Re Rhaegar I riprendeva il controllo della capitale reale, distrutta dall’altofuoco piazzato dai traditori Lannister che devastarono molte zone principali, compreso il Grande Tempio di Baelor. Non sono riuscito a ricostruire appieno quando il secondo scritto venne spedito alla capitale, alla quale era diretto, ma posso dichiarare che ciò avvenne solo dopo la riconquista della città, perché il sovrano ebbe notizia del primo solo al termine della battaglia, in quanto raggiunse i castelli della regione solo che si era messo in marcia assieme all’esercito.

    Nonostante le tesi Illyriane siano state spedite tramite corvo resta un mistero come il loro contenuto sia arrivato alle orecchie del popolo, ma rigetto l’ipotesi avanzata da alcuni che si sia trattato di uomini gestiti dalla stessa Illyria, così come non si può in alcun modo scoprire cosa sia accaduto nei lunghi mesi successivi a Roccia del Drago.

    Sta di fatto che qualcuno, mosso a mio avviso da fini anarchici ed insurrezionali, piuttosto che dalle tesi stesse le abbia portate all’attenzione del popolo, principalmente nelle zone della terra della corona, già scossa dal conflitto in atto e quindi più malleabile alle vuote promesse che vedremo tra poco dato che, anche se il conflitto era esteso anche nella terra dei fiumi e dell’ovest non mi risulta che vi siano presentate zone in cui l’eresia attecchì presso il popolo. Alcuni nobili pare siano stati toccati dalle parole di Illyria, ma nessun fatto significato è giunto alla mia attenzione.

    Il secondo scritto, inviato inizialmente alla sola capitale reale è fin dall’inizio in netta contrapposizione con la prima lettera, ma andiamo a vederne il contenuto:


    Illyria, chiamata a essere messaggera degli Dei per volontà della Fanciulla
    Al Grande Tempio di Baehlor di Approdo del Re, a coloro che sono stati benedetti dagli Dei e a tutti coloro che in ogni luogo e in ogni momento invocano il nome dei Sette
    Rendo grazie continuamente agli Dei affinché intercedano per voi ed allevino le sofferenze a cui siete sottoposti, uomini di fede.
    Ma ricordate: il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo. Non dovete cercare il Divino all’infuori di voi, in qualche santuario magari, ma dentro di voi, perché l’essenza che anima la materia in cui il vero io è imprigionato, è pervasa dall’energia che ha creato il mondo e l’umanità intera.
    Siccome quest’energia, incanalata e controllata dagli Dei, sempre c’è stata e sempre ci sarà, così l’anima o essenza sempre c’è stata e sempre ci sarà. E ancora, essendo quest’energia infinita controllata e incanalata dagli Dei, si presuppone che quest’energia infinita controllata e incanalata dagli Dei esista presso gli Dei stessi.
    Di conseguenza, avendo quest’energia infinita controllata e incanalata dagli Dei creato l’anima di ogni essere ed esistendo quest’energia presso gli Dei stessi, si può dedurre che le anime abbiano eternamente vissuto al cospetto degli Dei.
    Ora vi starete chiedendo: “Allora perché in questo momento ci troviamo qui, a Westeros, e non al cospetto degli Dei?” La risposta è molto semplice: perché durante il nostro soggiorno presso gli Dei, abbiamo fatto qualcosa che ci ha allontanati da Loro. Qualcosa di oscuro e sbagliato che Li ha spinti a mandarci a vivere momentaneamente qui, finché non avremo corretto i difetti che hanno portato la nostra anima a vivere qui.
    E ancora vi domanderete: “Ma perché mai dobbiamo correggere i nostri difetti qui e non al cospetto degli Dei?” Perché trovandosi gli Dei in un universo lontano dal nostro, dove le leggi della scienza sono solo fantasie lontane, non esiste il tempo e lo spazio per far sì che un’anima possa correggersi.
    Ma attenzione, a causa dei condizionamenti a cui l’essenza, priva della protezione degli Dei in seguito alla nostra lontananza da Loro, è sottoposta durante la sua permanenza terrena, è possibile che nascano nuovi difetti da correggere, che andranno così ad allungare la nostra permanenza qui.
    Tuttavia non cadete nell’errore di pensare che una singola vita possa bastare per correggere gli errori di un’intera esistenza. Talvolta le vite necessarie sono poche, talvolta molte, ma non temete: prima o poi tutti si ricongiungeranno agli Dei.
    E ancora, non credete che tutte le anime si incarnino esclusivamente in esseri umani, bensì allargate i vostri orizzonti a tutte le forme di vita del creato. E a tutti coloro che si cibano di carne o di pesce io dico che quella carne e quel pesce potrebbero racchiudere all’interno di sé l’essenza di un loro fratello o sorella defunto.
    Ma non temete fratelli, avendo l’anima sempre vissuto al cospetto degli Dei ed avendo sempre potuto godere della Loro presenza, gli esseri viventi sono per natura sempre portati ad adorarLi e a glorificarLi, talvolta chiamandoLi con i Loro veri nomi, talvolta con nomi fasulli e fuorvianti.
    Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete oggi appreso; tenetevi lontani da loro. Costoro, infatti, non servono gli Dei, ma il proprio ego e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.
    Che gli Dei benedicano e proteggano tutti coloro che supplicano rispettosamente la loro clemenza.
    Illyria di Casa Targaryen, Prima del Suo Nome.



    Come il lettore attento avrà senz’altro notato questa seconda lettera si apre con una grande discrepanza di informazioni:
    se Illyria sembra essere stata proclamata messaggera degli dei io, come tutti voi, possiamo tranquillamente affermare che non lo sia.

    Questo perché, come detto in precedenza Illyria giunse e conquistò la fortezza di Roccia del Drago il 4 agosto dell’anno 285 e da cui spedì questo scritto probabilmente il giorno seguente, indirizzandolo al grande tempio di Baelor (e non Baehlor. L’errore è presente nello scritto originale) che però era saltato in aria in seguito alla battaglia della riconquista di approdo del Re, svoltasi il 13 luglio 285, quindi quasi 3 settimane prima dell’arrivo di Illyria ad approdo del re.
    La notizia della riconquista di approdo e della distruzione della città deva per forza essere già arrivata alla fortezza.
    Pertanto questo è il primo segnale, all’interno di questo scritto, del distaccamento dalla realtà che deve aver colpito la giovane e a cui ho già accennato nel paragrafo precedente e che dal mio punto di vista segna inconfondibilmente la falsità delle dichiarazioni di Illyria.

    Finita l’introduzione abbiamo l’inizio della parte di teologia dello scritto.
    In
    “Ma ricordate… L’umanità intera” abbiamo una dichiarazione che nella forma è quasi identica ad alcuni passaggio della stella a sette punte il cui contenuto è stato però preso e manipolato per dargli un nuovo senso ed una nuova forma e come vedremo una serie di caratteristiche che mai prima d’ora sono state sentite sul nostro continente.

    Si fa riferimento ad un “regno di Dio” all’interno del cuore dell’uomo e che quindi il divino, ed i suoi aspetti immagino, vanno cercati all’interno di sé stesso e non nei santuari, o nei templi mi verrebbe da aggiungere.
    Strano come in questo scritto dica di non cercare i divini nei templi, dato che nello scritto precedente li definiva come la casa degli dei a cui condurre gli eretici.
    Molti teologi del culto, nella loro analisi della stella a sette punto concordano sul fatto che il cambiamento per portare gli insegnamenti dei sette ad essere vissuti in pieno deve partire da dentro di noi e che se imposto non dà gli stessi frutti ed è questo il concetto che in qualche modo qui viene ripresentato, mentre nei righi successivi si parla di una
    “essenza che anima la materia” la quale “è pervasa dall’energia che ha creato il mondo e l’umanità intera”
    Come voi non so cosa pensare di queste parole perché se è pur vero che i Sette che sono Uno hanno creato il mondo e gli uomini la prima parte parla di un’essenza che anima la materia e badate bene la materia tutta, non solo gli uomini e gli animali, ma anche l’acqua, le rocce o gli alberi in quella che mi sembra presa più dalle credenze degli antichi Dei, piuttosto che dai nuovi.

    Fatto curioso utilizzare frammenti di credenze di un culto che, nella sua precedente lettera indicava traditori della fede.

    La sezione successiva parla di questa “energia creatrice”, ma nella sua asserzione assistiamo ad una eresia in piena regola, perché energia, che pervade le anime degli uomini non è manifestazione del Divino ma “Incanalata e controllata” da loro, portandoci a pensare che questa energia creatrice non sia manifestazione dal potere dei divini, ma che sia antecedente a loro e che dà loro venga solo utilizzata, rendendola di conseguenza antecedente ai divini, così come le anime degli uomini che descrive come “sempre esistite e che per sempre esisteranno” facendole di conseguenza esistere prima dei Divini e non più come loro creazione o emanazione.

    La situazione che qui, in maniera confusionaria ed articolata ci viene presentata è quindi la seguente:
    le anime sarebbero pervase di un’energia creatrice che ha dato origine a tutto e che gli dei si limitino semplicemente ad imbrigliarla per i loro fini, essendo stati creati anch’essa da questa energia e che quindi non sono responsabile né della creazione dei mondi né delle anime o degli uomini, ma si limita semplicemente ad utilizzare questa energia primogenita per non sì che scopo o funzione.

    Tale definizione, come avrete intuito fa decadere, nelle tesi di Illyria, gli Dei dal loro status di divinità, anche se dubito che l’autrice di queste lettere se ne sia accorta.
    Il blocco successivo presenta una contorta idea che riguarda il motivo per cui l’umanità si troverebbe nel nostro mondo e non al “cospetto degli Dei”.

    Secondo questa bizzarra idea l’umanità, composta solo dall’anima, senza un corpo e pervaso da questa energia generatrice che lo teneva sempre al cospetto degli Dei, e quindi in un mondo non materiare ma unicamente spirituale sia riuscita, in qualche oscura maniera a commettere un non meglio specificato peccato che ci ha allontanato dagli Dei, i quali, per punirci ci hanno mandati a vivere sul mondo che occupiamo oggi giorno che a quanto pare, dato che come abbiamo visto prima tutto era già stato creato dall’energia generatrice prima di questo “tradimento” era a quanto pare inutilizzato.

    Che coincidenza! Un intero mondo, con vegetazione e forme animali privo di qual si voglia scopo e utilizzo che guarda caso serviva perfettamente agli Dei per condannarci a correggere i nostri difetti.
    Chiunque abbia letto i primi capitoli della stella a sette punto o si fermi un attimo a rileggere quanto da me appena analizzato potrà non trarre come conclusione come tutto ciò sia illogico e privo di qualsiasi coerenza con quanto già visto in precedenza e come abbiamo modo di notare nel passaggio successivo.

    Infatti questa “energia che ha creato il mondo e l’umanità intera” ed “energia infinita controllata e incanalata dagli Dei” diventa all’improvviso sottoposta a “condizionamenti” e “priva della protezione degli Dei” per via della sua “permanenza terrena” cosa alquanto strana se si considera che come abbiamo appena letto Illyria afferma che sia stata questa essenza a creare questa realtà terrena, che però è comunque in grado di condizionarla ed in qualche maniera priva di una protezione divina che viene a mancare, quando abbiamo appena letto che gli Dei la incanalano e controllano.

    Viene quasi da pensare che Illyria man mano che scriveva si dimenticava quello che vergava inventando nuove cose ad ogni tratto di penna, ma è qui che le idee della giovane si fanno via via più audaci, man mano che procediamo, sospinte da nuova inventiva e fantasia.

    Infatti, dopo la morte non saremo giudicati e passeremo l’eternità nei sette paradisi o nei sette insegni, come detto dagli dei stessi a Hugor della collina, ma invero entreremo in un ciclo di reincarnazione fintanto che non ci saremmo purificati del tutto di questo millantato oscuro peccato che ci ha allontanato dagli Dei.
    Strano allora che nei millenni passati dalla rivelazione dei Sette essi si siano dimenticati di accennarci tutti questi piccoli dettagli e come nessuno tra noi abitanti del continente e tutti i nostri avi si sia mai reso conto di essersi in realtà reincarnato per riuscire a ripulirsi da questo enorme peccato.
    Ed ancor più divertente per chi come me e gli altri stimati membri del mio ordine conoscono sia la matematica che l’etnografia sanno che la popolazione di Westeros, tranne che per il periodo della grande epidemia di primavera è sempre stata in costante crescita, come anche nelle libere città.
    Dovrei forse pensare che mentre noi mortali viviamo per purificare la nostra anima quelle già create nell’alba dei tempi ma che per i semplici numeri non hanno ancora potuto incarnarsi per provare a mitigare il loro peccato siano semplicemente in attesa, lasciati nella loro infinita condizione, senza dover patire le sofferenze umane.
    Mi viene da chiedermi cosa le spinga a volersi incarnare.
    Al contempo vedendo come i numeri della nostra civiltà siano sempre più in crescita quando a questo punto smetteranno semplicemente di nascere figli alle persone, dato che prima o poi le anime smetteranno di incarnarsi, dando per scontato che quello che leggiate sia veritiero o meno, come chi leggendo le mie critiche ed argomentazioni non può non essere portato a pensarlo.

    Ecco che però, forse immaginando l’obbiezione da me fatta Illyria abbia corretto il tiro affermando che le anime per pulirsi dai propri peccati non si incarnino solo in esseri umani, ma in tutte le forme di vita del creato.
    Non volendo essere ridondante sulla non coerenza numerica della cosa vorrei farvi soffermare solo su un pensiero, a tutti voi familiare, ovvero che gli animali a differenza nostra non posseggono una vera coscienza di se, non hanno regole morali, leggi o qualsiasi cosa gli possa aiutare a discernere il bene dal male.

    Questa distinzione, stando alle parole di Illyria, sarebbe la causa del motivo per cui le anime sono state costrette a reincarnarsi, ovvero per purificarsi da un peccato. Ma ora ditemi, pensando alle centinaia di animali esistenti al mondo, pensate alle migliaia di migliaia di animali che pascolano i nostri campi e che abitano la foresta ed i mari. Quante delle azioni da loro intraprese potrebbero essere iscritte al bene o al male? Io vi dico nessuna, perché gli animali non sono dotati di raziocinio, non agiscono in base al voler fare del bene o del male, ma agiscono solo per il loro estinto e per la loro sopravvivenza.
    Quindi sebbene Illyria tenti di mitigare la sua affermazione dicendo che le anime si reincarnano anche negli animali io vi metto davanti ad un bivio.
    Nel caso in cui affermiamo che queste anime contenute negli animali, uguali a quelle che ci animano non possano avere, in quel momento, coscienza del bene e del male a che sarebbe servito farle incarnare il quelle creature? Dovrei forse pensare che Illyria voglia affermare che gli Dei siano anche fallaci nelle loro decisioni e quindi nelle loro parole e che quindi le stesse parole di Illyria lo siano? O forse sono solo altri vaneggiamenti senza senso?
    Il caso opposto non è migliore perché se presupponiamo che gli animali abbiamo a questo punto di conoscenza del bene o del male, ma si debbano comunque comportare secondo i loro istinti, cacciando, predando ed uccidendo altri animali per sopravvivere allora un’anima reincarnata in un animale non potrà mai migliorare la propria condizione a solo peggiorarla aumentando la propria permanenza in questo mondo materiale, facendomi pensare che secondo Illyria le anime continueranno a reincarnarsi senza fine, dato che la somma di tutti gli animali del mondo è assai maggiore di quella degli esseri umani.

    Entrambe le possibilità portano alla stessa conclusione, ovvero che per essere vere devono rendere inesistenti coloro dei quali Illyria si fa portavoce, ed ancora una volta viene screditata dalle sue stesse parole facendoci capire ancora una volta come le parole che sto per voi analizzando siano insensate e discordanti tra di loro.

    Legandomi al discorso degli animali carnivori che per loro stessa natura, così dettata dagli dei, o secondo Illyria da questa “energia creatrice” vanno in contrasto con quanto detto nella riga successiva, ovvero
    “a tutti coloro che si cibano di carne o di pesce io dico che quella carne e quel pesce potrebbero racchiudere all’interno di sé l’essenza di un loro fratello o sorella defunto”.
    Capirete come gli animali nolenti o dolenti siano costretti a compiere questo presunto peccato per vivere e che tutti coloro che si reincarnino in essi non possano avanzare nella loro condizione. Ancora una volta colgo dei riferimenti al culto degli antichi Dei ed ancora una volta questa coincidenza mi fa pensare sulle condizioni di Illyria.
    Perciò dove sta il senso in tutto questo? Perché scrivere cose in contraddizione tra di loro? La sua sanità mentale come non può non apparire compromessa dopo tutto ciò?

    Stando a quanto detto nelle ultime righe i seguaci dell’eresia di Illyria dovrebbero state lontano da coloro che ostacolano questa presunta dottrina che vi sto commentando. Di tutto lo scritto queste sono le uniche frasi che condivido e di cui capisco in senso, dato che se un giovane Maestro non una spolverata minima di teologia sia riuscito a trovare così tante falle e contraddizioni non immagino un erudito o un membro dei Più devoti cosa potrebbero mai trarne e mi pare sensato che Illyria, conscia o meno di quanto fallace sia la sua tesi tenti il più possibile di allontanare i suoi seguaci dal lume della ragione.

    Per ultimo porto alla vostra attenzione un solo particolare. Io, per semplicità o traslato il concetto di “tutti gli esseri viventi” in animali. Se invece prendessimo davvero alla lettera il concetto di “tutti” dovremmo includere anche tutte le piante e tutti i fili d’erba. Non penso che la stessa Illyria ci abbia pensato mentre lo scriveva ma devo penare che i seguaci di questa eresia si nutrono solo d’aria e acqua per sopravvivere, dato che anche nelle piante, in quanto vive, si annidano delle anime.


    Terzo scritto



    il terzo di questi scritti venne inviato inizialmente a nido dell’aquila per ragioni di cui sono ignaro ma rappresenta l’ultimo scritto che possiamo definire in tal modo, in quanto l’ultima è poco più che una manciata di parole.
    In questo paragrafo voglio portare alla vostra attenzione i titoli che Illyria ha dato ad ognuno dei suoi scritti. Qui in questo mio libro ho preferito limitarmi ad indicarli come primo, secondo e terzo scritto, mentre nella versione originale vennero chiamati “messaggio a tutti i fedeli”, “prima lettera ad approdo” e “prima lettera a nido dell’aquila”. Sebbene, come voi sapete, gli scritti non siano più proseguiti dopo il quarto per motivi che vedremo più avanti è mia opinione che inizialmente Illyria avesse in mente di inviare una lettera ad ognuno dei seggi maggiori del continente e sempre per mia opinione si sia fermata non per i motivi che vedremo nei capitoli successivi, ma semplicemente perché la sua inventiva non era tale da dare luogo ad una raccolta teologica paragonabile alla stella a sette punte come quantità e qualità dello scritto come adesso vedremo.

    In questa lettera, esattamente come nella seconda Illyria sembra dimenticare i concetti da lei enunciati in precedenza, andando quindi a contraddirsi. Forse sperava di creare delle correnti di pensiero diverse in ogni regione o forse semplicemente lasciava scorrere le parole in modo che fossero il più carismatiche possibile senza soffermarsi troppo sul loro reale contenuto. Qui torna ad indicare i Sette dei come l’unico, forma già usata in precedenza, mentre manca, come nella seconda lettera qualsiasi riferimento a presunte rivelazioni da parte dalla fanciulla, punto focale del primo scritto, preferendo soffermarsi sugli attributi del divino, andando però in contraddizione con lo scritto precedente, ma vediamo il contenuto di questa lettera:


    Illyria, chiamata a essere messaggera degli Dei per volontà della Fanciulla
    Alla maestosa e gloriosa fortezza di Nido dell’Aquila sede di Casa Arryn, a coloro che sono stati benedetti dagli Dei e a tutti coloro che in ogni luogo e in ogni momento invocano il nome dei Sette

    Supplico costantemente gli Dei affinché mi rendano portatrice e annunciatrice di pace, dandomi la forza necessaria per eliminare i nemici dell’unica e vera fede.
    Dio è come un oceano sconfinato ed eterno. Le singole onde, così come le cose finite del mondo, vanno e vengono in quanto rappresentano pieghe dell’unica massa marina, mentre l’oceano, come Dio, permane in eterno, pur continuando incessantemente a specificarsi nella serie infinita delle onde. Di conseguenza, tutto ciò che esiste è un attributo di Dio o è una modificazione dei suoi attributi. In altre parole, dal momento che nulla è fuori di Dio, non essendoci un fuori rispetto all’infinito, Dio non crea qualcosa di diverso da sé, ma piuttosto si modifica, cioè si esprime in infiniti modi.
    Ricordate, devoti e devote, di rifiutare sempre qualsiasi riduzione di Dio nei limiti dell’umano. La visione che il popolo ha attualmente di Dio, ovvero la convinzione che gli Dei abbiano una mente e una sensibilità simili alle nostre, è il prodotto dell’immaginazione superstiziosa degli uomini.
    Un altro prodotto di questa insensata superstiziose è che l’uomo si consideri una creatura privilegiata. Non è così. La natura e l’essenza che animano l’uomo sono uguali a quelle di tutti gli altri esseri viventi. Ecco perché è severamente vietato consumare prodotti animali.

    Tutto quello che credevate di conoscere sugli Dei prima del mio arrivo è falso. Abbracciate e fatevi coinvolgere dal cambiamento, tanto odiato dalla struttura ecclesiastica stessa. Allontanate dalle vostre vite persone come queste, che hanno venduto il proprio onore per denaro e ora hanno un cuore di pietra.
    Che gli Dei benedicano e proteggano tutti coloro che supplicano rispettosamente la loro clemenza.
    Illyria di Casa Targaryen, Prima del Suo Nome.




    Andiamo a scoprire, in questa nuova versione, altre a fare un paragone tra il divino e l’oceano, in se fattibile, va subito in contraddizione con lo scritto precedente. Se infatti prima il mondo era stato creato dall’’energia creatrice ora veniamo a scoprire
    “ tutto ciò che esiste è un attributo di Dio o è una modificazione dei suoi attributi”
    non so cosa pensare.
    Le parole che stiamo leggendo sono esattamente l’opposto di quelle del secondo scritto. La siamo stati infarciti di idee sull’energia, sul fatto che abbia creato le anime, la loro caduta… mentre ora tutto ciò che esiste è una emanazione di Dio. Mi verrebbe da pensare che l’energia creatrice che abbiamo conosciuto sia in realtà Dio, ma questo è impossibile, dato che, come ricorderete, l’energia è incanalata e controllata dagli Dei. Continuiamo scoprendo che nulla può esistere al di fuori di Dio, quindi tutto ciò che ci circonda dovrebbe esserlo, anche le anime che abbiamo visto essere corrotte, tutte le cose malvagie… eppure se tutto è Dio, compresi noi stessi come potremmo essere condannati a reincarnarci, per arrivare poi al cospetto dei divini, quando siamo già parte dei divino? Ed inoltre perché il “regno di Dio” dovrebbe essere all’interno del nostro cuore, e non attorno a noi, che è tutto parte di Lui?
    Ed ancora se
    “Dio non crea qualcosa di diverso da sé, ma piuttosto si modifica, cioè si esprime in infiniti modi.” per quale motivo dovremmo considerare coloro che adorano altre divinità come infedeli da uccidere, quando non sono altro che diverse emanazioni del divino e che nel loro operato non sono altro che sue modificazione e comunque parti di lui? Ciò mi porterebbe a pensare che tutti i culti a noi conosciuti non siano altro che diverse espressioni del Divino, perché diamine, è quello che Illyria sta scrivendo qui! Eppure in precedenza ha espresso il suo odio verso coloro che credono il altre religioni o che non accettano il suo messaggio. Ma quale messaggio mi viene da pensare? Perché i messaggio di Illyria sono molteplici e tutti in disaccordo tra di loro, senza un senso di fondo che si dovrebbe vedere in quella che si presuppone essere una rivelazione divina
    “Ricordate, devoti e devote, di rifiutare sempre qualsiasi riduzione di Dio nei limiti dell’umano.”
    Ma come? Non dobbiamo accettarla? E dov’è finito in concetto del regno nel nostro cuore? In cercare Dio dentro di noi e non nei templi, il fatto che noi siamo una parte del divino? Perché ad ogni frase quello che sapevamo prima ad un momento smette di esistere? Com’è possibile che tale rivelazione cambi continuamente idea, andando contro alle rivelazioni precedenti?
    Conoscete già la risposta.

    “ La visione che il popolo ha attualmente di Dio, ovvero la convinzione che gli Dei abbiano una mente e una sensibilità simili alle nostre, è il prodotto dell’immaginazione superstiziosa degli uomini.”
    eppure la stessa Illyria nella sua prima lettera ci ha detto che la fanciulla le è apparsa, gli ha parlato supplicandola, anche quella era superstizione quindi? La stessa richiesta a fare tutto questo era finta, frutto di una sua convinzione. Forse Illyria con queste sue parole tenta di dirci che in realtà era tutto una sua fantasia, un frutto della sua mente malata, un qualcosa di troppo grosso per lei, ormai racchiusa all’interno della sua stessa creazione fallace?
    Dopo viene rimarcato l’ordine di non mangiare essere viventi, con la stessa discrepanza di prima e l’assenza di riferimenti sia ai cicli di reincarnazione sia alla presenza dell’anima all’interno degli animali ne dell’energia creatrice che era così fondamentale nello scorso scritto, sostituita da una generica condivisione dell’essenza tra uomo e natura ed ancora rimarco come dal mio punto di vista sia inteso che le persone non dovrebbero consumare prodotti di tutta la natura, animali o piante che siano, cosa che condurrebbe alla morte dei seguaci. Possibile che sia questo lo scopo ultimo che questa fede eretica e malsana presenza? Che il modo migliore per purificarsi l’anima sia lasciarsi andare in un suicidio per inedia? Lasciando che il nostro corpo pian piano si consumi?

    Tutto quello che credevate di conoscere sugli Dei prima del mio arrivo è falso.
    E questa è la frase che più distacca i pensieri di Illyria dalla realtà. Perché vi starete chiedendo. Perché Illyira dimentica, di sua iniziativa o forse solo per lasciare ancora più confusione tra coloro che pendono dalle sue parole, che tutto quello che sappiano sui Sette dei, il modo in cui gli chiamiamo, i solo attributi, tutto su di loro, anche la stesse cose che Illyria dice nella sua prima lettera, ovvero la fanciulla e le fiamme dei sette inferi ci arrivano non per le visioni di qualche fantomatico profeta, come Illyria, ma dal tempo in cui gli Dei stessi si rivelarono a Hugor e alla sua gente, camminando in mezzo a loro, come la stella a sette punte ci ricorda. Quindi con queste parole Illyria entra in un loop senza fine, perché se tutto quello che sappiamo, e sottolineo Tutto, allora le stesse basi della rivelazione di Illyria, gli stessi contenuto delle sue prime due lettere devono per forza essere falsi, in quanto il frutto di una visione rappresentante qualcosa che ora ci viene detto essere falso.
    Illyria quindi ha prima basato tutta questa eresia sulle parole della fanciulla, per poi togliere gli dei dal loro posto sostituendoli con un’energia sconosciuta, che è però Dio stesso, ed il tutto è falso, in quanto la fanciulla, ed i suoi attributi solo il realtà falsi.
    Ci invita a prendere parte al cambiamento, dicendoci che i modi in cui conosciamo gli dei sono falsi, senza però dirci quale sia il modo corretto di pregarli, di conoscerli, buttandoci lì un’informazione senza contenuto, allo stesso modo in cui all’inizio del primo scritto parla della della rivelazione che ha ricevuto senza dirci nulla sul suo contenuto.

    Questo mio commento è stato il più breve, come lo è stato il testo, frutto di una mancanza di idee che come avete visto hanno finito con il rivoltarsi contro se stesse.
    Per ultimo porto la vostra attenzione sull’introduzione allo scritto, che ho saltato appositamente. Illyria dice di essere una portatrice di pace, ma onestamente, tutti voi, da quello che avete potuto leggere e da tutto quello che è accaduto e sta accadendo nel continente in questo 286 in cui sto scrivendo come poteva e chiunque di voi possa pensare che qualunque cosa, del contenuto di queste lettere, sia in qualche modo propenso a portare la pace? Io ho visto solo guerra e divisione arrivare dall’eresia Illyria e spero che questa mia opera possa portare quei pochi che ancora credono alle falsità di Illyria di ritrovare la saggezza e la guida della vecchia.

    Quarto ed ultimo scritto



    Popolo dei Sette Regni d'Occidente, da ora questa è la terra benedetta degli dagli Dei e per il benessere degli Uomini. Nessuna donna e nessun uomo è nato con una corona in testa. Tutti abbiamo due braccia e due gambe, perché siamo tutti uguali. Non ci sono né Re né Regine, né maschi né femmine, né giovani né vecchi. Questa è la terra in cui la vita di un contadino conta tanto quella di un principe. Da oggi io, Illyria Targaryen, messaggera dei Sette Dei, alla luce di questa mia profonda convinzione, rinuncio ai privilegi che mi sono stati attribuiti al momento della nascita e vi guiderò in questo cambiamento. Voi, popolo dei Sette Regni, avrete gli stessi diritti dei più grandi Re del passato. Voi, cittadini di Westeros, sarete finalmente liberi dalla tirannia.

    Negazione. Pura e semplice negazione della realtà. Parole simili le potrete sentire pronunciare dai pazzi nei sanatori, da coloro che hanno perso il lume della ragione e che oramai sono prigionieri delle loro menti malate. Perché dopo che l’uomo ci viene presentato come una creazione dell’energia, poi come parte del divino ora ci viene detto che quello che i nostri occhi ci mostrano secondo Illyria non è reale, ovvero la differenza tra maschi e femmine, o il fatto che il tempo faccia invecchiare tutti noi. Da queste parole cosa poi dovremmo pensare degli dei? Conosciamo tutti cosa rappresentano la fanciulla, la madre e la vecchia, con le loro differenze di età, delle fasi della vita, cosi come si differenziano dal padre e dal guerriero, per il loro differente sesso?
    Questa è la fine, in tutti i sensi. Fine della comunicazione di Illyria al continente, fine della costruzione assai fallace di questa eresia, fine, a mio parere di quel poco di sanità che ancora la pervadeva, la discesa finale nel limbo della follia e della pazzia iniziata in qualche vicolo di Pentos e a mio avviso fine dell’esistenza terrena di Illyria.
    Si, credo che Illyria sia defunta e dai segni medici che ho colto dalle sue parole immagino che la pazzia si sia unita prima ad un estraniamento e poi ad una forma di depressione che l’ha portata alla morte e queste potrebbero essere state le sue ultime parole, prima di, io penso Suicidarsi.
    Trovo conferma in questa mia tesi, ovvero nella sua morte per il semplice fatto che sebbene l’eresia e la ribellione ed asse collegata si sia effettivamente estesa a tutta la terra della corona tutto si è sviluppato in maniera indipendente. Ovvero che uomini e donne, traviate e a volte ispirate dalle parole di Illyria hanno fatto nascere diversi filoni e movimenti indipendenti tra loro, mosse da ragioni e motivazioni diverse, che hanno raccolto attorno a loro persone indebolite, affrante e impoverite in seguito alla guerra di ribellione dei Lannister. Infatti l’eresia si è sviluppata principalmente nelle zone colpite dall’invasione del Lannister della terra della corona e solo li ha trovato mente fertile.
    Ora io credo che affianco a questi gruppi criminali che si sono ribellati alla corona, spinti più dalle possibilità criminali che dalla base ideologica che ci stava dietro altre persone anche tra la nobiltà si siano invece sentiti ispirati dalla prima lettera di Illyria, scritta quando la sua condizione non doveva essere ancora grave. Eppure, nel percorso che abbiamo seguito assieme siamo discesi nella mente di Illyria, nel suo cadere a pezzi e di come questa sua condizione si sia specchiata in quello che scriveva. Non so se la stessa Illyria si sia sera conto di quello che gli stava succedendo e non avremo mai modo di saperlo.

    Con questo termina la mia analisi sulle lettere di Illyria e sul mio commento di come essere non siano state nient’altro che la trascrizione inconscia dei mutamenti mentali che l’attraversarono da Pentos fino a roccia del Drago, del peggioramento delle sue condizione e di come, nel tentativo di trovare una nuova stabilità man mano che procedeva cercava di dimenticare quanto da lei scritto in precedenza, rimaneggiando e riformulando i suoi pensieri in nuove idee, in contrapposizione con quelle passate.
    Ho come l’impressione che in questo suo lento cammino verso la disperazione Illyria sia stata incredibilmente sola, e la solitudine ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella depressione e nel suicidio. Solitudine forse inizialmente scelta, e successivamente determinata dal suo ruolo di profetessa, che avvolge le persone di un’aurea di superiorità e misticismo che porta le persone a stare alla larga o a trattare con eccessivo rispetto e deferenza tali persone, alla stessa maniera in cui la solitudine nel privato si riscontra con le persone al potere.
    Su come queste lettere abbiano influenzato il continente oltre alle idee in se e alla rivolta che ha portato non c’è, in questa sezione, molto da dire in quanto risulta difficile trattare le ricadute dell’eresia Illyria al di fuori del contesto socio politico o semplicemente in maniera distaccata dalla guerra che ne è seguita.
     
    .
  2.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Condottiero

    Group
    Città Libere
    Posts
    1,654
    Prestigio
    +125

    Status
    Offline
    Allora... Siccome è un bel malloppo abbiamo deciso, in fase di moderazione di ricompensarti come 5 libere separate. Ti lascerò poi aperto il tipic come da te richiesto!


    1° libera: Preludio
    +4 Illyria Targaryen
    +4 Casa Targaryen
    +1 Re Targaryen menzionati
    +1 Regina Madre
    +1 Pentos
    1 Punto Albero delle Qualità.


    2° libera: Pazzia e Primo scritto al Continente
    -5 Illyria Targaryen
    +4 Re Rhaegar
    +3 Casa Targaryen
    +3 Sette Dei
    +2 Pentos
    +2 Braavos
    +1 Nord
    +1 Casa Stark
    +1 Dio Abissale
    +1 R'hllor
    1 Punto Albero delle Qualità


    3° libera: Secondo Scritto
    -5 Illyria Targaryen
    +4 Approdo Del Re
    +4 Stella a Sette Punte
    +4 Sette Dei
    +1 Hugor della Collina
    +1 Cittadella
    1 Punto Albero delle Qualità


    4° libera: Terzo Scritto -5 Illyria Targaryen
    +4 Stella a Sette Punte
    +3 Nido dell'Aquila
    +3 Generale
    +2 Sette Dei
    1 Punto Albero delle Qualità


    5° Libera: Quarto ed Ultimo Scritto
    -5 Illyria Targaryen
    +4 Corona
    -3 Lannister
    +3 Nobiltà
    +1 Pentos
    +1 Roccia del Drago
    1 Punto Albero delle Qualità


    Finalmente siamo giunti alla fine!
    Ultima cosa: ti becchi un bel Tratto: Storico!

    images__3_

    Storico
    Descrizione: Il PG, scrivendo un poema ben dettagliato ed eseguendo le giuste ricerche, si guadagna il Tratto e il Prestigio meritato.
    Effetti Immediati:
    +5 fama
    +5 prestigio
    +5 affinità generale
    +2 punti conoscenze
    +50 affinità tratto storico

     
    .
1 replies since 24/7/2022, 11:35   223 views
  Share  
.