Nutshell

Libera - contenuti particolari

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Condottiero

    Group
    Member
    Posts
    1,653
    Prestigio
    +167

    Status
    Offline

    pegi_got_ridotta



    Nadine

    We chase misprinted lies
    We face the path of time
    And yet I fight, and yet I fight
    This battle all alone
    No one to cry to
    No place to call home

    My gift of self is raped
    My privacy is raked
    And yet I find, and yet I find
    Repeating in my head
    If I can't be my own
    I'd feel better dead





    Lasciati andare.
    Muovi i fianchi.
    Baci sul collo.
    Scendi giù, assapora la pelle ma non lasciare il segno, nessuno vuole addosso il marchio di una puttana.
    Una lieve suzione, giusto per far sentire il raschiare dei denti ma non abbastanza da provocare dolore. La vedi quella chiazza rossa sul pomo d’adamo? È il passaggio della tua bocca, destinato a durare solo una manciata di ore. Come una dedica incisa nella battigia, verrà cancellata dalle onde di un mare sempre in tempesta. Ma tanto non sai scrivere, vero? I tuoi sarebbero soltanto segni senza alcun senso, fatti per darti l’illusione che per un istante qualcosa sia stato veramente tuo. Ma tu non hai niente, puttana, se non l’abilità di dare piacere.

    Chiudi gli occhi e continui a lasciare baci bagnati e a bocca aperta sul corpo di questo sconosciuto. Lui cerca frenetico un appiglio per non annegare in quello stesso mare in tempesta che è il desiderio, desiderio di averti, di possederti, perchè lui sì che ne ha il diritto.
    Senti le mani che ti afferrano le cosce in un tentativo di riottenere il controllo, ma non glielo permetti.
    Almeno questo me lo devi, non credi? Qui, nella camera da letto di un bordello, sono io che ho preso in mano il timone della nave.
    Non può fare altro, tocca e strizza e usa la forza a suo vantaggio, ma quando raggiungi l’ombelico e vi lasci scorrere la lingua, ecco che perde di nuovo coscienza della realtà. Divarica un po’ di più le gambe perchè sapete entrambi dove vuole veramente la tua bocca. Ma tu non hai ancora finito con lui.
    Ti fermi un istante e cerchi i suoi occhi, lui li apre e li fissa nei tuoi mentre trattiene il respiro. Ammicchi, lasci che il sorriso sia malizioso mentre con la punta della lingua ricomincii a tracciare un percorso umido fino al suo inguine. Mordi l’interno coscia, sussulta, ti ho fatto male stellina? No, ti piace.
    Succhi ancora finché non vedi qualcosa di oscuro passare nel suo sguardo, sei impaziente. Presumi che siano finiti i preliminari, la sua eccitazione è così grande che quasi te la senti addosso.

    Gli accarezzi lo stomaco e lo guardi rabbrividire mentre lascia ricadere la testa sul cuscino. È tuo, ce l’hai in pugno. Questa volta ce l'hai in pugno.
    Lo accogli nella bocca, non ti piace il suo sapore, ma devi farlo comunque. Ti paga per questo, è il tuo fottuto lavoro.
    Fai vorticare la lingua, ti ricordi di quando eri piccola e ti davano le caramelle? Succhia Nadine, perchè se la mangi subito perdi il piacere di averla in bocca. E così facevi come ti veniva detto, fai sempre quello che ti viene detto.
    Torni con la mente a quei momenti, quando tra le mani tenevi una stecca colorata dal sapore zuccherino e vi racchiudevi attorno le labbra, lasciando che la consistenza liscia appagasse il tuo palato. Ti divertivi a farla scorrere trai denti, ma mai troppi denti, o rischiavi di rovinarne la superficie. Non volevi che il padrone di prendesse a schiaffi, la caramella doveva rimanere liscia. Facevi allora su e giù con la testa fino a quando non sentivi la punta sfiorarti la gola e ti veniva da vomitare, ma se vomitavi poi non avevi più niente nello stomaco e non sapevi quando ti avrebbero ridato da mangiare. Hai imparato a lasciare la muscolatura rilassata e respirare con il naso. Dentro e fuori, dentro e fuori, ingoia, le labbra che si piegano in un sorriso.
    Sto facendo bene, padrone? A vedere dall’espressione soddisfatta sul suo volto sì, sei stata brava.

    Una volta ti piacevano le caramelle, adesso non più.

    Scendi ancora, è tempo di dedicare un po' di tempo ai testicoli.
    Ne prendi uno in bocca, stringi un po’ ma fai attenzione, lo lasci roteare sulla lingua e, quando le gambe sotto di te iniziano a tremare, passi all’altro. Gli dedichi la stessa attenzione, non vogliamo che il gemello se ne risenta, no? Stai prendendo tempo, non vuoi che ti scopi, forse così se ne dimentica.
    Invece no perchè sta alzando il busto e si appoggia sui gomiti e c’è qualcosa di sinistro nel suo volto. È un’espressione che hai visto centinaia di volte, eppure non smette mai di lasciarti brividi gelidi lungo la pelle. Come sarà questa volta? Lento e dolce? Veloce e pieno di passione? Crudo e volgare? È questo ciò che ti spaventa, l’ignoto. Fino a quando non sarà dentro di te non potrai conoscere veramente il tuo destino.

    Ti afferra i capelli e ti avvicina al suo volto con poca grazia, troppa poca grazia per i tuoi gusti. Vuole un bacio, ma non glielo permetti. Ti lacrimano gli occhi mentre mille aghi ti attraversano lo scalpo, se sei fortunata lo scambia per immenso piacere.
    Ribalta la situazione ed ecco che la vera cavalcata comincia.




    Nadine tenne stretta tra le mani la sacca piena di monete. Il suo volto era imperscrutabile mentre attraversava i corridoi del bordello e, incurante di chi le passava accanto, si dirigeva a passo sostenuto verso la stanza del padrone. Bussò tre volte e lasciò per qualche istante che la sensazione familiare del legno contro alle nocche le portasse un po’ di conforto. Per quanto l’uomo che si celava dietro a quella porta fosse ancor più pericoloso di quelli che si portava a letto, almeno da lui sapeva cosa aspettarsi.
    Attese.
    Uno, due, tre... dieci.

    << Avanti. >>

    Dieci secondi, com’era prevedibile. Suo malgrado, sorrise.
    Entrò nella stanza a testa alta. Il padrone era seduto alla scrivania con un enorme libro sotto al naso e la mano stretta ad una piuma la cui punta era intinta d’inchiostro. Non alzò la testa.

    << Com’è andata? >>

    Nadine non rispose, riprese a camminare. Non appena fu abbastanza vicina lasciò cadere i soldi a pochi centimetri da quella mano che le dava da mangiare, che spesso la puniva, che conosceva intimamente. Ricaddero sulla scrivania con un tonfo sordo, il rumore attutito dal cuoio prezioso del sacchetto dentro cui erano racchiusi.
    L’uomo fermò la penna a mezz’aria e lentamente, così lentamente da risultare irritante, la posò al centro del tomo. Prese la sacca, slacciò il nodo, con un occhio chiuso e l’altro aperto vi sbirciò all’interno. Nadine potè soltanto osservare quella mente veloce calcolare la somma a colpo d’occhio, affascinante. Come faceva, dannazione? Un tempo aveva pensato che fingesse di sapere l’esatto ammontare delle monete che gli consegnava quotidianamente, ma aveva capito presto che no, era un fottuto dono della Dea. Quell’uomo era in grado di contare i soldi soltanto sentendone il peso e sbirciandone il colore.
    Assurdo.

    << Puoi andare. >>

    “Puoi andare” pensò imitando quella voce con fare canzonatorio finché non si trasformò in una lagna. Tutto nella sua testa, ovviamente.
    Che bambina che sei, Nadine.
    Incrociò le braccia al petto e sbuffò.
    Il padrone alzò finalmente lo sguardo.

    << Devi dirmi qualcosa? >>

    "Devi dirmi qualcosa?" si ripeté ancora sempre con quel tono beffardo.
    Ohhh, non aveva sospirato ma poteva sentire forte e chiara tutta la sua esasperazione. Si morse la lingua.
    Stai zitta, stai zitta, stai zitta!
    No non doveva dirgli niente dannazione, voleva solo che vedesse. Che vedesse per davvero. Era passato troppo poco tempo perché le impronte delle dita sulla sua gola diventassero lividi, ma sapeva benissimo che erano proprio lì, rosse e comunque ben visibili.

    << Scegli meglio i tuoi clienti. >>

    Delicatissima, Nadine.
    I lineamenti del padrone si indurirono.

    << Attenta. >>

    Oh se c’era una minaccia in quel tono… un semplice avvertimento ma che l’attraversò da testa a piedi e le gelò il sangue nelle vene. Tuttavia non si lasciò intimidire, era stufa cazzo. Cercò di calmare i nervi, ancora troppo scossa da ciò che era successo soltanto qualche porta più in là.
    Si lasciò cadere sulla sedia che le stava di fronte con un sospiro.

    << C’è andato vicino questa volta, davvero vicino. Pensaci padrone, ne vale davvero la pena? Sappiamo entrambi che un giorno di questi non allenterà in tempo la presa. >>

    Non c’era bisogno di dire altro, sapevano entrambi che prima o poi l’avrebbero trovata soffocata in un letto del bordello.

    << Ma oggi non è stato quel giorno. >>

    Disse alzando un sopracciglio. Un altro dei talenti del padrone: alzare il sopracciglio. Quando era più piccola passava le ore davanti allo specchio a cercare di imitare quell’espressione. Le aveva pure dato un nome, “il sopracciglio del padrone” e viva l’originalità di una bambina di sei anni. Niente da fare, o le alzava entrambe o non le alzava affatto.
    Però aveva altri talenti.

    << No, non lo è stato. >> concesse a denti stretti.

    L’uomo roteò l’indice in un muto gesto di “elabora, prego”.

    << Ma poteva esserlo. Poteva esserlo ed io non sarei stata qui a parlarne. Non sarei stata qui pronta a prenderlo nel culo dal prossimo cliente! >>

    Non le piacque la nota spezzata che aveva assunto il tono della sua voce verso la fine della frase. Si rese conto che il respiro si era fatto più corto e superficiale, le stavano tremando le mani.
    Le nascose sotto alle cosce.

    << Non essere volgare. >>

    Voleva urlare.
    Chiuse gli occhi e cercò di ricomporsi.

    << Lo sai che sono una delle poche che riesce a gestire ogni tipo di cliente, mi vuoi davvero morta? >>

    Questo lo fece riflettere per qualche istante.

    << No. Ma paga bene Nadine, molto bene. >>

    Si, paga bene.

    << Impara a non farti mettere le mani al collo. Adesso puoi andare. >>

    Fine della discussione.
    Sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
    Si alzò, fece un inchino ed uscì dalla stanza lasciando che la porta le si richiudesse delicatamente alle spalle.

    Impara a non farti mettere le mani al collo.
     
    .
  2.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Condottiero

    Group
    Corona
    Posts
    1,218
    Prestigio
    +91
    Location
    Territorio della Corona

    Status
    Anonymous
    Nadine
    *Ottieni: -2 Affinità Padrone del Bordello
    *+1 Punto Parametro a scelta +1 Punto Albero Qualità
     
    .
1 replies since 13/9/2022, 16:22   44 views
  Share  
.