Tanti personaggi, ma quante persone?

Semilibera - Himra Celtigar

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    Himra Celtigar • 19 Novembre 285 • Strada dell'Oceano (fra Altogiardino e Vecchia Quercia)


    Finalmente la sera era calata su tutta la carovana come una tiepida coperta che sopiva i sensi, la stanchezza e i dolori del viaggio.
    Zīrtys Perzys era assicurato ad un albero, alleggerito da tutti i pesi, con una generosa metratura di laccio ... eppure i suoi tormenti non erano ancora finiti:
    il suo padrone soffiò nell'ocarina ed il suono straziato che e uscì lo portò a sbuffare.
    Il suo padrone ci provava ogni volta ma ogni volta qualcosa non andava per il verso giusto.

    Basta, per stasera non tedio più nessuno disse Himra "al cavallo" come anche ad una platea invisibile sospirando e mettendo via l'oggetto dentro una tasca.
    Non era solo il cavallo ad essersi accorto degli infausti tentativi di Himra, ma anche i suoi compagni di viaggio.
    Che fosse una pausa o un pezzo di strada senza fine lungo l'orizzonte qualche tentativo l'aveva fatto ... anche per esternare un poco della tristezza che sentiva mentre abbandonava quella terra.
    Però nulla.
    Nessuno aveva detto niente: in fondo durante i viaggi c'era sempre qualcuno che cantava, che parlava, che si disperava ... era una carovana di condannati e guardie.

    Allacciò l'entrata della propria piccola tenda per non far entrare troppo umido e raggiunse il fuoco dove stavano preparando il rancio.

    -Semi dove il PG conosce meglio i compagni di viaggio che lo accompagneranno da unA parte all'altra del continente (volendo anche i condannati che si portano dietro) e si valutano ulteriori evoluzioni.
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC • Himra Celtigar
    Tutti avvolti dal profumo del rancio e dal calore del fuoco, bagnati dalla luce che donava nell'oscurità, i compagni di viaggio del giovane Celtigar stavano seduti ognuno accanto all'altro, i più fortunati su alcuni ceppi e i rimanenti per terra. Per il ragazzo, abituato alla cucina di Vecchia Città, il pentolone poteva non profumare come uno stufato o qualche piatto da nobile, ma per dei stomaci affamati come quelli davanti a lui era abbastanza buono da far brontolare le pance nell'attesa.
    Un uomo tra i tanti, con una cicatrice sulla guancia e capelli neri, girava il mestolo dentro la pentola, assicurandosi che ogni singolo componente di quel rancio cucinasse a dovere senza rimanere con una parte cotta e una no. Attorno i suoi compagni bevevano quel poco che potevano, offerto dal comandante per mantenere quei futuri fratelli buoni e mansueti fino al castello che sarebbe diventato la loro nuova e perpetua casa.
    Su uno dei tronchi messi per terra, un ragazzo cantava una ballata delle terre fuori l'Altopiano, intonando le gesta di un lontano ma famigerato guerriero e la sua avanguardia. Non era uno dei condannati, bensì un uomo di passaggio che in cambio di una ciotola di rancio e un posto sicuro dove dormire, prima di ripartire la mattina seguente, aveva deciso di mettere il proprio liuto al servizio della carovana. Le risate, la canzone e le note avevano reso difficile udire Himra e i suoi fallimenti con l'ocarina, un bene per il giovane cavaliere che si era già messo abbastanza in imbarazzo col suo cavallo.

    "Centocinquanta uomini a cavallo
    E una bottiglia di rum
    Voglia di birra e bordelli
    E di una casa per noi
    centocinquanta senza ritorno
    Diavoli persi nel nord
    Bruti spadate
    Vino puttane
    casa che più avvisterò
    E una bottiglia di rum


    Cantava inizialmente da solo mentre gli altri dondolavano a tempo, agitando i boccali e attendendo il rancio. In lontananza Clay faceva il turno di guardia, osservando da lontano, sotto l'oscurità di un albero, il gruppo vicino al fuoco. Nonostante fossero tutti diretti verso la barriera a diventare fratelli, quelli attorno al fuoco rimanevano criminali, il cavaliere poco fidato e il bardo uno sconosciuto.

    Sguardi rivolti al tramonto
    Occhi che cercano me
    Pianto d'amore lasciato
    non rassegnato al perché
    ed un bardo le canta
    braccia che più rivedrà
    Una fanghiglia
    Una bottiglia
    Una bottiglia di rum
    Diavoli persi nel nord

    L'ho tradita con il nord
    Rassegnata aspetterà
    Ma beffardo il Metalupo
    Grida la mia libertà
    Sale l'orda dalla barriera
    Fuoco e fiamme su di me
    Bruti solo bruti
    La mia morte attendon già


    E tra una stanza e l'altra lo stufato fu finalmente pronto. L'uomo acchiappò delle ciotole di legno con diversi cucchiai, cominciando a riempire a pari misura ogni piatto facendo attenzione a non sprecarne neanche una goccia. Si passarono tra di loro le ciotole come marinai intenti a svuotare la nave dall'acqua con un secchio, poi il cuoco mise di lato la sua, e riempendone un'altra, si alzò dal suo posto allungando quest'ultima verso il cavaliere errante, invitando anche lui a sedersi insieme a loro con un sorriso.

    Spettri di selvaggi dannati
    rinforzi che salgono a nord
    Lacrime per i soldati
    Lacrime gonfie di rum
    Sole che fende il destino
    Cupe le terre laggiù
    Brindo alla sorte
    Sputo alla morte
    L'ultimo goccio di rum
    Diavoli persi nel nord.

    La Guerra che trascina
    La speranza via con sé
    Vento gonfio di ponente
    Spruzza sangue addosso a me
    Tra bestemmie imprecazioni
    fango morte e niente più
    Bruti solo Bruti
    La mia morte attendon già

    L'ho tradita con il nord
    Rassegnata aspetterà
    Ma beffardo il Metalupo
    Grida la mia libertà
    Sale l'orda dalla barriera
    Fuoco e fiamme su di me
    Bruti solo bruti
    La mia morte attendon già


    Una scodella giunse anche sotto il naso del bardo, che ormai si apprestava a terminare quella canzone proveniente da lontano. La guerra, per quelli come lui, era quasi sempre una benedizione: era nelle battaglie che gli uomini facevano grandi le loro gesta e necessitavano di persone come lui, abili con la musica e le parole, per imprimerle nella memoria collettiva attraverso l'arte. Qualcuno lanciò un ceppo nel fuoco, smuovendolo con un pezzo di ferro affinché il legno ancora sano non soffocasse la fiamma dei tizzoni e di quello parzialmente bruciato.

    Centocinquanta uomini a cavallo
    E una bottiglia di rum
    Voglia di birra e bordelli
    E di casa per noi
    centocinquanta senza ritorno
    Diavoli persi nel nord!"


    Terminò in quel modo la sua ballata, immediatamente accompagnata con un'alzata di calici alla sua salute da parte degli uomini attorno al fuoco, giusto per ringraziarlo. Finalmente anche lui si mise a mangiare e piccoli gruppetti dall'altra parte delle fiamme si aggregarono a parlare di qualcosa, ogni tanto sostituendo le parole a qualche risata. Il cuoco, invece, rimase accanto a Himra, seduto e in silenzio a gustarsi quello stufato di verdure fatto con le sue mani. Alla fine -nonostante l'apparenza- il gusto e il profumo del piatto, si sarebbero rivelati essere niente male e degni di qualche lode.
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC


    Il bardo cantava e suonava.
    Quel maledetto sapeva suonava veramente ... che invidia!
    Se fosse stato ancora a Vecchia Città avrebbe preso i suoi amici e forte della simpatia in piazza ... e l'abilità della sua vecchia ragazza che gli compriva le stecche ... sarebbe riuscito a giocarsela.
    Qui non era così purtroppo: il valore del singolo senza preconcetti o benevolenza aveva rivelato in fretta quando fosse indietro in termini musicali.
    Magari prima della fine della serata avrebbe potuto chiedere al bardo itinerante qualche dritta?
    Espirò avvicinandosi al fuoco ed escludendo la questione dalla mente: doveva mettersi in testa ben altro!

    Con l'allegro canto in mente che dava il ritmo, si avvicinò al gruppo attorno al fuoco.
    Si chiese chi fra di loro aveva scelto quella vita e chi l'aveva ottenuta per disgrazia:
    nel popolino si diceva che i Guardiani fossero il peggio della società arruolato che avere salvato la vita ... eppure nella sua breve esperienza acca to alle guardie di Vecchia Città aveva inteso la differenza fra un ladro che cerca un modo per mangiare e colui che lo faceva per avidità.
    Questi uomini meritavano di essere considerati tali?
    Di certo il bere collettivo non era da persone irreprensibili ... ma chi non beveva?
    Himra però non si fece avanti per averne un sorso ... non era per età ne un divieto e che a forza di visitarlo al suo anziano mentore per questioni di salute, anche lui aveva preso l'abitudine di berne poco, solo quello buono ed in certe occasioni.
    Fatto stà che i guardiani li tutti assieme a cantare non sembravano poi così male come si mormorava.

    Accostato al cuoco si vide offerta una ciotola di stufato:
    l'ultima ciotola, quella più ricca di sostanza!
    Grazie! Era un poco sorpreso, più che altro non per il pasto offerto, ma per il sorriso.
    Andò a sedersi vicino il cuoco, giusto in tempo per offrire omaggio all'aedo di passaggio che concludeva il suo numero
    E bravo il nostro ospite! bisognava saper dare omaggio a chi se lo meritava e la cosa si sarebbe dovuta ripetere da lì a poco, dopo il primo mestolo di assaggio.
    Era buono, non era buonissimo ma per qualcosa a base di verdure cucinato in mezzo al nulla con zero aspettative era da considerarsi "buono".
    L'espressione perplessa in volto lasciò spazio a quella più convinta di una seconda mescolata d'assaggio.
    Buono ... buono ... ceci, prezzemolo, qualche erba ... c'è un sapore che non riesco ad identificare
    Poi si girò in direzione del cuoco dal volto offeso
    O più di uno ... qual'è il segreto?
    Si poteva caricare amicizia a tavola parlando di cibo come le persone normali?

    Mentre domandava si girò un'ottima a cercare Clay sotto l'albero da cui faceva da vedetta
    Ma ... è tornato o dobbiamo portargli li sotto la cena?
    Dove il "dobbiamo portare" rischiava di tramutarsi velocemente in un "devo portargli io la cena visto che sono stato il primo ad aver aperto bocca".
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC • Himra Celtigar
    Il cuoco si limitò a rispondere con un cenno al suo ringraziamento, tornando subito dopo a immergersi nella ciotola. Un coro all'unisono concordò sulla bravura del bardo, che non si nascose dietro finta modestia.
    Una mestolata tirò l'altra e così parve essere per tutti quelli attorno al fuoco, incluso l'allegro viandante, sempre propenso a narrare anche quando alle prese con la cena. Il gruppo dall'altra parte delle rosse lingue parlava di viaggi e speranze, mentre quello formato dal Celtigar e il cuoco si limitava a commentare sulla cena e il confratello solingo.
    "Il segreto è conoscere bene le erbe e saperle aggiungere col giusto dosaggio durante la cottura. Spezie e sali possono salvare qualunque cosa, esattamente come possono anche ucciderne il sapore se usati erroneamente" Rispose abbassando di poco la ciotola affinché la bocca fosse più propensa a parlare rispetto a riempirsi nuovamente. Anche con le erbe il cuoco sembrava saperla lunga, dopotutto ci voleva una certa conoscenza per riconoscere le giuste bacche e non avvelenare tutti, in una sola botta, a causa di un semplice errore figlio dell'ignoranza.
    "In questo caso, più nel dettaglio, il segreto sono le bacche di ginepro. Mai più di sei visto il loro sapore deciso" Rivelò al Celtigar quel sapore che le sue papille non erano state in grado di scoprire. A memoria, infatti, tutti avrebbero potuto dire di aver visto il cuoco addentrarsi nella boscaglia alla ricerca del necessario e qualche albero, lungo la strada da cui erano venuti, l'avevano incontrato più volte.
    "È là da una decina di minuti. Ha mangiato qualcosa ma ha detto che preferisce rimanere di guardia e tenersi leggero, che mangiare e bere gli fanno salire il sonno..." Condivise con il ragazzino. Vero o no che fosse, quella era la motivazione che il confratello aveva detto alla futura recluta e gli altri. Una decisione che sembrava intenzionato a rispettare, almeno fino a quando sarebbe stato suo il compito di rimanere sveglio. Era rimasto a fare il turno di guardia, il primo di una lunga serie; i suoi confratelli, nel frattempo, sembravano essersi ritirati nelle tende, in attesa della loro chiamata alla veglia. La notte era il momento preferito da banditi e fuggitivi, e due occhi e una lama dovevano sempre stare vigili.
    "Ci seguirete fino alla Barriera?" Chiese il cuoco, mostrando con quella domanda un lieve interesse per il cavaliere e le sue intenzioni. Finalmente prese un'altra cucchiaiata, il tutto nell'attesa di una risposta fa parte del Celtigar.
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC


    Il segreto è conoscere bene le erbe e saperle aggiungere col giusto dosaggio durante la cottura. Spezie e sali possono salvare qualunque cosa, esattamente come possono anche ucciderne il sapore se usati erroneamente
    E fin li ... Era una risposta un po ovvia quanto vaga ... che lasciava un'interlocutore come Himra insoddisfatto:
    Che il cuoco fosse geloso dei porpri segreti culinari?
    Per fortuna no ...
    In questo caso, più nel dettaglio, il segreto sono le bacche di ginepro. Mai più di sei visto il loro sapore deciso
    Ginepro? A quella rivelazione Himra prese un'altra mestolata, che più per nutrirsi serviva per aver conferma di quell'informazione
    Da domani hai un apprendista anche lui voleva creare un pasto dal ... "nulla"? Dal poco diciamo.
    Gli piaceva l'idea d'imparare qualcosa di buono, gli piaceva anche l'idea di entrare a far parte di un gruppo in modo discreto, facendosi apprezzare per qualcosa di così defilato eppure importante come il cibo ... e gli piaceva l'idea di sapere cos'avrebbe mangiato di volta in volta.

    È là da una decina di minuti. Ha mangiato qualcosa ma ha detto che preferisce rimanere di guardia e tenersi leggero, che mangiare e bere gli fanno salire il sonno
    Uno sguardo a Clay, ma di quelli che non si soffermano più di tanto: la spiegazione aveva senso e forse avrebbero tutti dovuto tenersi leggeri per fare il proprio turno di guardia quando sarebbe arrivato.
    Ci seguirete fino alla Barriera?
    Eh? Ah si Annuì Himra e cominciò a mangiare con calma, riaprendo bocca per parlare solo quando il cibo "era al sicuro"
    L'accordo con il capitano è semplice:
    vengo con voi fino alla Barriera dividendo oneri ed onori ... poi li valuterò il da farsi
    rimaneva sul vago? Si è no ... non poteva ottenere risposte e dritte se lui era il primo a non darle.
    Arrivato alla Barriera vedo che possibilita ci sono:
    non troppo tempo fà un cavaliere mi ha raccontato bene di uno di voi ... un certo Alastair ... Alistar magari saprà dar qualche dritta pure a me.
    Era azzardato tirare in ballo quel nome?
    Forse si, ma non sapeva nulla del Guardiano della Notte che stava cercando ... doveva pur iniziare in qualche modo o no?
    E così dopo essersi affidato alla fortuna, tentando di capire se quel nome diceva qualcosa al proprio interlocutore, mangiò un'ulteriore mestolata e continuò a spiegare i propri intenti.
    Magari salendo al Nord salta fuori qualche buona occasione con qualcuno dei Lord che tanto si sono messi in luce durante l'ultimo periodo ... chi lo sà?
    Quasi sicuramente al proprio interlocutore l'obiettivo dichiarato del giovane cavaliere errante era quello di trovare una "sistemazione" ... eppure quelle stesse parole nascondevano una verità un po piu complicata: raccogliere informazioni sull'operato di Lord Karstark per farsene un'idea, ma anche scoprire qualcosa sugli Stark non era malaccio ...

    Tu cucini ... e gli altri invece?
    Butta la domanda così, tanto per far conoscenza con calma nel caso che gli altri due argomenti proposti fossero di poco interesse.
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC • Himra Celtigar
    Sorrise davanti alla voglia del Celtigar di voler imparare a cucinare, accogliendo con sorpresa e piacere quelle parole. Molti uomini consideravano l'arte del preparare le vivande come un mestiere da sole donne, o di uomini poco maschi e inadatti al combattimento... in parte era vero visto che il cuoco accanto a lui non sembrava possedere muscoli né atteggiamenti troppo rozzi, eppure per cucinare c'era bisogno di saper cacciare e raccogliere, qualcosa che il cuoco non aveva mai detto di aver delegato a qualcun altro. Di pregiudizi quel Continente ne era pieno, specialmente verso chi si allontanava dal tipico cammino del guerriero per un uomo o della buona madre per una donna. Tutto doveva essere e non poteva che essere guerra e famiglia, fede e fedeltà… tutti insegnamenti che venivano impartiti sin dalla tenera età a ogni uomo o donna di quel continente.
    L'argomento passò così, senza ulteriori domande o parole, verso l'accordo con il capitano. Nonostante le cucchiaiate prese durante il discorso, atte a finire il suo stufato, l'uomo apparse interessato fino all'ultimo: dopotutto anche lui era diretto alla barriera, dolente o nolente, e conoscere chi l'avrebbe accompagnato lungo quel lungo e difficile viaggio non poteva che essere un bene.
    "Alistar? Un nome piuttosto raro nel Continente... chissà da quale regione proviene" Pensò ad alta voce, condividendo volontariamente i suoi pensieri col ragazzo "Mi spiace deludere la tua sete di curiosità, ma ho come l'impressione che troverete pochi Lord al Nord in questo periodo. Tra l'incoronazione di Re Rhaegar e il matrimonio di Lady Tyrell con lo Stark saranno ancora tutti nella Capitale, o tuttalpiù sulla via di ritorno per le proprie terre!" Disse dispiaciuto per il Celtigar. Nell'Altopiano tutti sapevano di quegli avvenimenti, anche chi aveva vissuto lontano dalla corte o tra le strade limitrofe ai seggi. In taverna, in fin dei conti, non c'era miglior argomento che parlare dei fatti degli altri, soprattutto se questi appartenevano a nobili e regnanti. E dopo quella frase l'uomo terminò la sua ciotola, adagiandola accanto a sé.
    "C'è chi raccoglie la legna, chi pensa al fuoco, chi organizza le provviste e chi aiuta a fare la guardia la notte contro i predatori e predoni, ma, alla fine del giorno, tutti quanti aiutiamo a smontare il campo per ripartire e ognuno fa la sua parte come gli altri" Rispose osservando le fiamme al centro del gruppo. Di notte, insieme al sole, calava anche il freddo e quella era la loro unica fonte di calore dopo i loro vestiti. Il suo lavoro all'interno del gruppo era sì importante, ma per il corretto funzionamento di quel campo tutti dovevano fare la loro parte: un gruppo in viaggio, tutto sommato, non era altro che un grande organismo dove ogni uomo concorreva nel suo corretto funzionamento per il bene suo e di tutti.
     
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    Alistar? Un nome piuttosto raro nel Continente... chissà da quale regione proviene
    A quelle parole Himra scrollò le spalle in segno di genuina ignoranza Non ne ho idea ... sò che solo è un corvo e me be han parlato bene.
    In realtà "molto bene" se si conta che Ser Cawder Hightower aveva affidato a quest'uomo segreti così importanti.

    Mi spiace deludere la tua sete di curiosità, ma ho come l'impressione che troverete pochi Lord al Nord in questo periodo. Tra l'incoronazione di Re Rhaegar e il matrimonio di Lady Tyrell con lo Stark saranno ancora tutti nella Capitale, o tuttalpiù sulla via di ritorno per le proprie terre!
    Ah si ... commentò ironico, scherzandoci sù e mascherando il vero senso del suo ironizzare È un vero peccato, ma mia cugina Lady Tyrell ed il suo sposo Stark cugina poi ... cugina di secondo grado. si sono dimenticati d'invitarmi al loro matrimonio e per questo temo che dovrò arrangiarmi andando a cercare occasioni una ad una.
    Non è che non valesse nulla quel legame, ne che fosse rimasto deluso dal non aver ricevuto nessun invito ... aveva ben chiaro d'essere alcuni gradini sotto al livello d'attenzione della neo sposa
    Con tempi un poco piu lunghi sorrise è finì il proprio pasto.

    C'è chi raccoglie la legna, chi pensa al fuoco, chi organizza le provviste e chi aiuta a fare la guardia la notte contro i predatori e predoni, ma, alla fine del giorno, tutti quanti aiutiamo a smontare il campo per ripartire e ognuno fa la sua parte come gli altri
    Ah messa da parte la ciotola guardò anche lui il fuoco ... che poteva fare di utile per il gruppo?
    Bhe ... potrei fare il vostro cerusico sbuffò so cavare denti, medicare ferite, staccare ossa e alleviare il mal di pancia: non sarò un maestro ma nel mio piccolo ....
    Poteva essere quello un buon punto d'inizio per legare?
    Fra i soldati i medici erano tenuti di buon conto, ma lui lo era al massimo "da campo"

    -Pronto soccorso 3 permette al PG di creare unguenti base e fare medicazioni base
     
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    Di corvi ce n'erano già pochi di guardia al nord rispetto al passato, poi con un nome simile anche meno. In ogni caso lui alla barriera non c'era ancora stato, nonostante fosse il suo futuro ormai, quindi non era proprio la persona più adatta con cui parlare di quel genere di cose. E anche parlando di matrimoni e nobiltà, il povero cuoco non era il migliore degli interlocutori: per un popolano come lui quel tipo di cose erano lontanissime. I matrimoni erano importanti per tutti, questo era vero, però nessun popolano riceveva mai un invito da chissà quale luogo lontano del Continente. Nei ceti inferiori ogni cosa veniva fatta all'interno del proprio villaggio -in rari casi anche in quello accanto- ma viaggiare lunghe distanze non era cosa comune in un mondo dove si doveva lavorare ogni giorno e anche saltarne uno poteva fare la differenza tra la vita e la morte quando l'inverno bussava alle porte.
    Speriamo abbiate fortuna nella vostra ricerca allora" Si limitò a dire. Non spettava a lui giudicare le decisioni della famiglia regnante l'Altopiano, specie di fronte a un cavaliere di quelle terre. C'era sempre quel timore di spingersi oltre, là dove la propria testa poteva abbandonare il corpo al taglio netto del boia, o la lingua la bocca per l'impudenza. Una risata giunse dalla loro destra, nata dai racconti del menestrello ramingo.
    Il giovane cavaliere ascoltò le parole dell'uomo sull'utilità di ognuno dei presenti, poi palesò la propria, sorprendendo non poco il cuoco. Di solito erano i maestri e gli erboristi a occuparsi della salute degli uomini, di certo non i giovani rampolli, ma nonostante la sorpresa e lo scetticismo non sarebbe stato lui a rifiutare qualcosa di cui tutti avevano o avrebbero avuto bisogno da qui alla Barriera.
    "Un cerusico è sempre ben accetto tra le fila di una carovana. Nel caso qualcuno dovesse farsi del male e vi dovessero servire degli ingredienti per un rimedio, mandate pure me a raccogliere le erbe necessarie" Accettò la proposta del Celtigar senza pensarci troppo, mostrandosi al contempo disposto a dargli una mano nella raccolta di erbe medicinali e non solo. Per cucinare in mezzo a un bosco, senza avvelenare nessuno con funghi, erbe e tant'altro, bisognava possedere una certa conoscenza, qualcosa che il cuoco aveva già dimostrato con le bacche.
     
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    Himra dovette prendere atto che dell'uomo che stava cercando manco si conosceva il nome:
    era logico, probabile che andasse così, ma un tentativo andava fatto ... eppure un retrogusto amarognolo di delusione c'era da ricacciare in gola.
    Speriamo abbiate fortuna nella vostra ricerca allora
    Sorrise il giovane cavaliere Speriamo sarebbe stato peggio scoprire che il potentissimo Lord Red aveva realmente infangato ogni regola morale e conseguentemente doverlo combattere oppure no?
    Per non parlare dell'uovo di drago: cos'avrebbe fatto se l'avesse trovato? Che implicazioni sarebbero scaturite?
    Si chiedeva se "avere fortuna nei propri obiettivi" aveva reale corrispondenza con il semplice"avere fortuna"

    L'attenzione venne distolta dalle risate:
    quel menestrello ci sapeva veramente fare ... se fosse stato un segno del destino?
    L'ultima possibilità per il ragazzo di esercitarsi con una delle sue arti preferite prima di quell'immenso viaggio pieno di miseria e miserabili?
    Un cerusico è sempre ben accetto tra le fila di una carovana. Nel caso qualcuno dovesse farsi del male e vi dovessero servire degli ingredienti per un rimedio, mandate pure me a raccogliere le erbe necessarie
    Si ... Tornò a guardare il cuoco allora abbiamo un accordo
    La mano andò al petto A proposito, già lo ho detto al capitano ed si suoi: puoi chiamarmi "Im" ... magari anche io posso chiamarti in un altro modo oltre che "cuoco" nemmeno il suo nome sapeva! Da domani ci aiutiamo a vicenda: ti aiuto a nutrire tutti, tu aiuti me a trovare quel che si può come timo, echinacee, malva ... certe cose meglio prepararle per tempo che sia un male dei polmoni o piaghe i viaggi erano lunghi e per Himra aveva più senso preparare medicine ed unguenti per tempo in modo da non veder rallentata la marcia dagli inevitabili malanni di questo e quello Alla fine del viaggio avremo imparato entrambi qualcosa dall'altro. riabbassò la mano e guardò il cantastorie:
    aveva trovato un compagno di viaggio la cui attività era sovrapponibile alla sua e con i giorni avrebbe conosciuto meglio anche gli altri, anche solo in virtù del ruolo che si era scelto ... e se?
    Si girò verso l'altro Scusami un attimo ...
    A quel punto mise da parte la ciotola vuota è di alzò andando verso il menestrello itinerante.

    È un peccato che tu non possa accompgnarci nel nostro viaggio, sarebbe stato assai piu gradevole
    Pensiero esposto al menestrello ma in modo defilato, in un momento di pausa per evitare d'interrompere lo spettacolo e magari attirare su di sé le ire dei compagni di viaggio.
    Devi sapere che sono anni che mi esercito per diletto nella musica e la composizione e sebbene sappia cantare decentemente con gli strumenti sono decisamente meno dotato ... mi chiedevo se tu potessi darmi qualche dritta ...anche pagando perché no?
    Il suo interesse era sincero e le parole veritiere: aveva un desiderio e davanti qualcuno che era del mestiere ... perchè non tentare?

    Dopo aver stretto la promessa/patto con il cuoco della conpagnia, con Himra tento un avanzamento verso il tratto "musicista". Il PG ha gia intrapreso tal cammino ma solo in varie libere.
    Se serve ha anche l'albero delle arti al completo
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC • Himra Celtigar
    Quello tra i due fu un accordo verbale dove il guadagno sarebbe stato equamente reciproco, utile sia per loro che per il gruppo intero. Il giovane avrebbe aiutato il cuoco a fare i suoi pasti niente male e quest'ultimo avrebbe aiutato il ragazzo nella ricerca delle erbe necessarie affinché potesse curare o prevenire eventuali mali. Dopotutto, come diceva un antico detto, era sempre meglio prevenire che curare e per prevenire, innanzitutto, bisognava essere pronti a rispondere a ciò che la natura era pronta a tirare contro l'uomo privo di fortuna o maledetto dagli Dei.
    "Edgarth, ma tutti mi chiamano Ed per abbreviare" Disse in risposta alla presentazione del ragazza. A pensarci, infatti, i due si erano fiondati in una chiacchierata senza neanche conoscere il nome dell'altro, qualcosa che di solito doveva precedere ogni discussione ma che, talvolta, sfuggiva di mente proprio grazie alla naturalezza con la quale questa si veniva a generare. Ma come tutte le cose, anche quella conversazione giunse al termine quando il ragazzo si alzò per dirigersi verso il menestrello circondato da futuri confratelli. Il cuoco lo lasciò andare con un cenno, ritornando alle sue faccende e controllando se era rimasto dello stufato nel grosso pentolone.
    Il viaggiatore sollevò lo sguardo all'arrivo del ragazzino, inclinando la testa verso destra dalla curiosità. Di sicuro il suo aspetto non passava inosservato e, com'era logico dedurre per qualcuno che di leggende e storie ne aveva la mente piena, la sua provenienza fu quasi subito chiara all'altrettanto giovane bardo dai tratti dolci e i capelli rosso fuoco. Un sorriso venne concesso in risposta al suo complimento, poi si spostò di poco per far spazio al ragazzo invitandolo a sedere al suo fianco.
    "E cosa ci fa una rara perla del vecchio impero tanto a Ovest?" Disse innanzitutto perseguendo una propria linea d'interesse. Le risate e i racconti con i tizi attorno avevano scudato ogni parola tra Himra e il cuoco dal raggiungere le sue orecchie. La curiosità dell'uomo era più un interesse personale, frutto del suo lavoro e che spingeva, quelli come lui, a voler conoscere le storie degli altri per essere i primi a mettere su musica le gesta di chi, molto probabilmente, un giorno sarebbe diventato famoso per chissà quali azioni. Le più grandi leggende cominciavano tutte così, con qualche canzone cantata al popolino, talvolta a favore talvolta contro, e la voce di chi la udiva che spargeva quel nome, insieme a quanto aveva sentito, tra chi conosceva come fuoco in un campo di grano fino alla gloria o l'infamia.
    "Anni di pratica e nessun successo? Magari è lo strumento sbagliato per te o hai imparato male sin dall'inizio. Ricorda che, quando una casa si fonda su basi malfatte, il costruttore può provarci quanto vuole ad aggiustare le mura ma se non la rifarà daccapo l'intera struttura tenderà a crollare comunque alla prima folata di vento" Era sempre un piacere aiutare chi voleva percorrere la strada della musica, e nonostante il bisogno di soldi che si tendeva ad avere quando non si aveva una casa, il bardo non sembrava interessato al voler ricevere alcuna moneta da parte del giovanotto.
    "Suonaci qualcosa, giovane valyriano: se non vedo non posso commentare né comprendere dove sbagli!" Sentenziò con un caldo sorriso, invitando il ragazzo a farsi avanti. Magari tutti quegli occhi avrebbero intaccato la sua concentrazione e la sua prestazione, ma talvolta bisognava osare e sentirsi sotto pressione per poter dare il meglio di sé. Il Celtigar si era dimostrato disposto a voler migliorare la propria arte, perciò quale modo migliore per farlo che non quello consigliato dal suo possibile istruttore?
     
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    E cosa ci fa una rara perla del vecchio impero tanto a Ovest?
    Himra si sentì un pò coglione ed imbarazzato più con sè stesso che con i presenti:
    aveva fatto mille prove allo specchio per depistare gli osservatori casuali riguardo le proprie origini ... e si era dimenticato d'applicarle andando a farsi beccare dal primo viaggiatore incontrato per strada.
    Che fare in frangenti come questi?
    Provò a stare al gioco dicendo una verità che lasciava intendere una realtà molto più "comoda" agli interessi del giovane cavaliere.
    Anche se ho un cavallo, in realtà ho sangue di parecchi porti e banalmente mia madre era originaria di uno poco più a sud chissà se il primo pensiero del giramondo sarebbe stato lo stesso dei guardiani di qualche sera prima: ovvero di trovarsi davanti ad un bastardo.
    L'importante però era fare in modo che non ci fosse il tempo per l'altro di approfondire chiedendo nuovi dettagli
    Se saprai insegnarmi a suonare a dovere potrai chiamarmi come possono gli amici: Im, cavaliere del ...bhe di cosa devo ancora decidere, è poco che sono stato investito.
    Ci scherzo sopra andando a sedersi accanto, ma approfittando di una pietra piatta a fianco a lui per pareggiare l'altezza che li divideva visto che Himra sempre un'età minore di tutti loro aveva pur non avendolo confessato.
    -Diplomazia 31 / Intrigo 74 / Attrazione 18 / Spionaggio 2
    -Tratti albero qualità: Presentazione, Voce Piacevole e Mantenere i Segreti


    Anni di pratica e nessun successo? Magari è lo strumento sbagliato per te o hai imparato male sin dall'inizio. Ricorda che, quando una casa si fonda su basi malfatte, il costruttore può provarci quanto vuole ad aggiustare le mura ma se non la rifarà daccapo l'intera struttura tenderà a crollare comunque alla prima folata di vento
    Strumento sbagliato ...
    Era l'ocarina il problema? Lo strumento che gli era stato dato da bambino dopo la morte della madre?
    Oppure il liuto? Lo strumento che aveva tentato di padroneggiare sotto la guida della sua ex ragazza?
    In realtà ne aveva parecchi approfittando della liuteria ... eppure qualcosa mancava sempre.
    ... non credo o meglio spero di no ... non saprei quali strumenti mi siano rimasti da provare!
    Vero, terribilmente vero!
    E se fosse negato e basta?
    Suonaci qualcosa, giovane valyriano: se non vedo non posso commentare né comprendere dove sbagli!
    Sbarre gli occhi ed ispirò forte dalle narici.
    Doveva farò li davanti a tutti?
    Certo che doveva, lo aveva chiesto lui stesso ... che coglione che era!
    Bene ... con i modi di chi s'era messo in trappola da solo.
    Va bene, lo faccio ... e cercando ispirazione andò a prendere "in prestito" il liuto del diabolico cercatore rimasto fianco:
    se doveva suonare al suo massimo doveva avere la bocca libera di cantare o no?
    Questa è una cosetta mai realmente provata e con il testo ancora da aggiustare ...è recente, ho iniziato a covarla la sera che ho incontrato i miei compagni di viaggio ...
    Cominciò a raccontare senza che ci fosse un vero interlocutore davanti a lui ma un'intera platea, prendendo il tempo necessario alle proprie mani di ottenere la giusta postura e confidenza con lo strumento.
    Erano seduti in un angolo della locanda, nessuno si era mescolato con loro per via della nomea e loro stessi facevano fatica ad essere "gli altri" anche se ci provarono.

    E dopo quel preambolo, le dita cominciarono a suonare la canzone dedicata ai guardiani:

    Nessuno sa come mi sento ...
    ad essere il cattivo ...
    ad essere quello triste ...
    ... vede solo i miei occhi blu!


    E se quella prima parte della canzone era suonata e cantata bene, risultava un pò smorta, asettica.
    Lentamente però il giovane musico cominciò a farsi prendere, con il risultato di un'escursione tecnicamente meno precisa, ma che mano a mano acquisita intensità

    Nessuno sa come mi sento ...
    a sentirmi odiato ...
    ad sentirmi dire bugiardo.
    ... vede solo i miei occhi blu!


    A quel punto parte il ritornello e li comincia la maggiore difficoltà, perchè da lì in poi la canzone sembra virare dalla tristezza a qualcosa di diverso e ribelle.

    Ma i miei soooogni, non sono vuoti ...
    ... come seeeembra, la mia coscienza.
    Ore e oooore, di solitudine
    Il mio



    DLEN!
    Parte la stecca ed Himra si ferma.
    Eccola qui ...
    Osservando dita e corde:
    si era fatto prendere e avevo perso la tecnica.
    Un rapido sguardo ai commilitoni e poi al cercatore a fianco.

    -Tratti albero qualità: Canto, Musica, Poesia
    Pur avendo il Tratto Calmo, non sapendo bene come regolarmi mi sono inventato questa "difficolta".
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC • Himra Celtigar

    CODICE
    [11+(74+31+18)/6+30/10]-[6x2+15/3x2]= 12... Inganno parzialmente riuscito sul bardo. Il camuffamento invece passa a pieno.

    Un cavallo non era raro da vedere nelle mani di un semplice popolano, ma uno bardato di tutto punto e con ogni accessorio possibile e immaginabile lo era eccome. Inoltre, a gravare su ciò, Himra era un cavaliere con un'armatura di tutto acciaio e finemente decorata: certo, poteva averla vinta a qualche torneo o contro qualche avversario, ma il bardo aveva viaggiato abbastanza il mondo per sapere che senza una goccia di sangue nobile nelle vene si faceva poco nella vita a Westeros. Uno poteva benissimo vincere un torneo, ma disarcionando il figlio di qualche nobile nell'intento senza avere un nome a proteggere da eventuali ripercussioni, il fortunato poteva altrettanto benissimo finire ammazzato in qualche vicolo, di notte, dopo la sua vincita.
    Approfondire sulle sue origini, tuttavia, non era qualcosa che aveva voglia di fare al momento e, in ogni caso, la mattina seguente si sarebbe trovato lontano da quel gruppo e dal cavaliere stesso. Loro avrebbero proseguito verso l'Ovest mentre il bardo verso il più tranquillo Sud. La sua professione gli imponeva di muoversi perennemente, sempre alla ricerca di una locanda dove suonare o di qualche mecenate sotto cui stare. L'unico motivo che poteva avere per spingere su quell'argomento era la possibilità di poter scrivere una ballata sul suo conto, ma vista la volontà del cavaliere di non fornire risposte del tutto veritiere, il bardo avrebbe lasciato perdere accontentando la velata richiesta di segretezza del giovane.
    "Vediamo cosa posso fare allora!" Rispose allo scherzo del cavaliere, attendendo che si mettesse comodo sulla pietra al suo fianco. Gli occhi del giovane si sbarrarono alla sua richiesta di suonare dinanzi a tutti, e in risposta il bardo gli diede una piccola pacca sulla spalla, prestandogli volentieri il suo strumento. I guardiani si strinsero un pochino attorno a loro, giusto per poter ascoltare meglio la canzone: il silenzio calò attorno al fuoco e la melodia avvolse l'aria.
    Ai futuri confratelli fece piacere avere una canzone dedicata a chi aveva preso o era stato costretto a prendere il nero. Tra i presenti ci fu un veloce scambio di sguardi e sorrisi, poi continuarono ad ascoltare con religioso silenzio il giovane all'opera. Il bardo, d'altro canto, non aveva mai spesso di osservare con cura e perizia le mani del giovane scorrere sul suo liuto sin dalle prime mosse. Una piccola smorfia apparve quando il ragazzo cominciò a mancare di precisione, abbandonando la tecnica per un più forte impatto emotivo. A quel punto giunse il ritornello e poi l'errore che spezzò la magia e tutti gli occhi dei presenti furono nuovamente sul giovane.
    "Disciplina e rigore devono essere le fondamenta della tecnica. La canzone trasmette i sentimenti che vuole trasmettere, ma tu devi rimanere con la mente limpida e imperturbata da questi. Le mani devono essere coordinate, le corde pizzicate con precisione e cura. E poi..." Si alzò dal suo tronco avvicinandosi al giovane. Le mani del bardo andarono a posarsi con delicatezza una sullo strumento, l'altra sul braccio sinistro. Sistemò la posizione del liuto affinché la base di questo poggiasse sulla coscia destra in modo bilanciato, poi con l'altra mano sistemò la presa della sinistra sulla parte superiore dello strumento.
    "La posizione iniziale è importante. Non aver fretta di cominciare a suonare... il pubblico di certo non scapperà per una decina di secondi d'attesa, cosa che invece farà ai primi errori" Continuò passando la mano sul braccio destro, prendendo poi il polso e posizionandolo all'altezza giusta delle corde. Si soffermò qualche altro secondo sulla cinghia a supporto del liuto, si mise dietro al ragazzo e la sistemò a dovere, replicando nei gesti la stessa dolcezza che c'era nella sua voce. Lo strumento non doveva muoversi durante l'esecuzione e affinchè non lo facesse la cinghia doveva abbracciare dalla spalla sinistra fino al ventre destro.
    "Bene... adesso riproviamo" Disse tornando a sedere al suo posto "E questa volta mente sgombra: devi essere imperturbabile come una quercia quando impazza la tempesta. Se proprio non ci riesci a causa dei sguardi su di te, allora chiudi gli occhi! Concentrati sulla canzone e immaginati altrove per le prime volte. Col tempo riuscirai a guardare chi ti sta attorno, ma spesso è meglio non farlo del tutto e continuare così: in una taverna succedono troppe cose tra i tavoli per rimanere concentrati" Spiegò al giovane, scherzando infine con un po' di malizia nella voce e un veloce occhiolino. Tra rumore, risate, chiacchiere e chi "lavorava" tra i tavoli era impossibile non farsi distrarre. Attese qualche secondo, poi batté le mani come a dar il via al giovane.
     
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    Alzò lo sguardo sul bardo ed assottiglia gli occhi ascoltandolo attendo e ... decisamente più calmo e controllato di quanto lo era pochissimo prima quando stava suonando.
    "Disciplina e rigore devono essere le fondamenta della tecnica. La canzone trasmette i sentimenti che vuole trasmettere, ma tu devi rimanere con la mente limpida e imperturbata da questi. Le mani devono essere coordinate, le corde pizzicate con precisione e cura. E poi..."
    Ah ... Disciplina e rigore ne aveva in abbondanza, l'aveva avuta in ogni cosa ... perchè la musica no allora?
    Si lasciò plastico alla guida dell'aedo, allargando leggermente la coscia perchè meglio poggiasse il tutto nonché la presa.
    "La posizione iniziale è importante. Non aver fretta di cominciare a suonare... il pubblico di certo non scapperà per una decina di secondi d'attesa, cosa che invece farà ai primi errori"
    Non era del tutto convinto il giovane cavaliere, ma rimase attento, quello si!
    Dentro di se l'immagine del musico si sovrapponeva ad un ricordo lontano: quella di suo zio Gunthor che gli spiegava per la prima volta la postura e l'impugnatura di un'arma ... poi seguì l'immagine di sua cugina Alysée quando dipingevano assieme scambiandosi consigli ed idee.
    Era tutto così incredibilmente simile ... ma allora perchè con le armi o il pennello riusciva ad essere coeì preciso nonostante la pressione data dalle emozioni e con uno strumento musicale no?
    "Bene... adesso riproviamo"
    Mhh
    Rimase a fissare il maestro e poi abbassò lo sguardo, in silenzio.
    "E questa volta mente sgombra: devi essere imperturbabile come una quercia quando impazza la tempesta. Se proprio non ci riesci a causa dei sguardi su di te, allora chiudi gli occhi! Concentrati sulla canzone e immaginati altrove per le prime volte. Col tempo riuscirai a guardare chi ti sta attorno, ma spesso è meglio non farlo del tutto e continuare così: in una taverna succedono troppe cose tra i tavoli per rimanere concentrati"
    Chiuse gli occhi, ma poi li riaprì:
    Non era l'imbarazzo il problema.
    Era lui.
    Forse aveva inteso la musica come un semplic3 sollazzo, un passatempo allegro da passare con gli amici, dando la precedenza a tutto il resto.
    La musica però non si può ingannare: essa esige umiltà e pazienza, esattamente come tutte le altre cose.
    Cominciò a muoversi leggermente sia con il corpo che con le dita, assestato la posa e la presa allo strumento secondo le nuove direttive, prese un respiro e attese d'essere pronto.
    Non doveva avere fretta, il pubblico avrebbe atteso giusto?

    Sgombrò la mente e cominciò a pensare a cosa suonare:
    la stessa canzone abbozzata?

    Doveva imparare a suonare, non a fare il genio e quindi scelse una canzone più conosciuta e che non deprimesse il gruppo e che a suo modo potesse ricollegarsi.
    La trovò è le dita si mossero sulle corde

    C'era un orso - Un orso - Un orso!
    Nero, marrone e tutto peloso.
    L'orso! - L'orso! - L'orso!



    Muoveva leggermente il piede dandosi il tempo mentre con la mente immaginava di essere in un luogo più tranquillo e familiare: la piazza sul porto dove aveva strimpellato questa canzone la prima volta.

    Vieni hanno detto, vieni alla fiera!
    La fiera ha detto, ma io sono un orso,
    Nero, marrone e tutto peloso.



    Continuava a suonare ed immaginarsi d'avere accanto il proprio vecchio gruppo di amici che lo accompagnava

    Lungo la strada,
    da qui, a lì!
    Tre ragazzi, una capra e un orso!
    Hanno ballato e filato, fino alla fiera!
    La fiera! La fiera! La fiera!



    Poi arrivò la parte dell'altra protagonista della canzone, così simile alla sua ragazza d'allora

    Oh, com'era dolce, pura e bella,
    la ragazza dai capelli di miele.
    I capelli! I capelli! I capelli!
    La ragazza dai capelli di miele!



    Anche stavolta Himra cominciava a farsi prendere dalla canzone e dai ricordi di ciò che aveva lasciato dietro di se ... e scacciò i pensieri rassicuranti decidendo d'esser li, ora, con i propri fompagnni di viaggio.

    L'orso annusò il profumo nell'aria.
    L'orso! L'orso! L'orso!
    Nero, marrone e tutto peloso,
    ha sentito il profumo di miele nell'aria!
    Tesoro di miele, miele nell'aria!



    Era lì, era presente e sopratutto era consapevole dello strumento che stava maneggiando.
    Le incertezze del pezzo precedente erano svanite mentre Himra si faceva scivolare addosso buona parte della foga ed insicurezza di poco prima,

    Sono una ragazza, sono pura e giusta!
    Non ballerò mai con un orso peloso!
    Un orso! Un orso! Un orso!
    Non ballerò mai con un orso peloso!
    L'orso, l'orso, l'orso!
    L'ha sollevata in alto in aria!
    L'orso! L'orso! L'orso



    Non era più la foga e l'esaltazione a guidarlo, ma un'emozione piacevole, da pelle d'oca che lo attraversava come un vetro invisibile.
    Ci stava prendendo gusto:

    Ho chiamato un cavaliere, ma tu sei un orso!
    Un orso! Un orso! Un orso!
    Tutta nera, bruna e con tanti capelli!

    Lei scalciava, si lamentava,
    ma lui leccò il miele dai capelli.
    I capelli! I capelli! I capelli!
    Leccò il miele dai suoi capelli!



    Ed infine, padrone dei propri gesti suonò e canto l'ultima stofra incitando con un gesto della testa impropri commilitoni a prendere parte alla canzone.

    Sospirò, strillò e diede calci!
    Il mio orso, cantò. Il mio orso è bello!
    E se ne andarono, di qua in là,
    L'orso! L'orso! L'orso!
    e la fanciulla fiera



    E la canzone finì è Himra sorrise.
    Non aveva bisogno di responsi: forse non era stato perfetto, ma si era reso conto del miglioramento.
     
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    Altopiano - Strada dell'Oceano • Notte, 19 Novembre 285 AC • Himra Celtigar
    La musica tornò a riempire il silenzio secondo le direttive del bardo, ancora una volta pronto ad ascoltare il ragazzo all'opera insieme a tutti i futuri confratelli attorno al fuoco. La canzone questa volta era diversa, conosciuta da entrambi e non frutto dell'ispirazione del ragazzo. Le dita trovarono le corde e cominciarono a muoversi, seguite subito dopo anche dalla bocca con i versi della canzone. Il piede dettava il tempo e le mani lo seguivano con assoluto rigore, pizzicando le corde dello strumento preso in prestito dal musico viaggiatore.
    I futuri confratelli continuarono ad ascoltare, scambiando qualche chiacchiera dovuta alla canzone e i ricordi che questa rievocava. Nelle taverne c'erano stati tutti almeno una volta nella propria vita, e non conoscerla era abbastanza difficile per chi era solito visitarle. La canzone raggiunse la fine, eseguita senza interruzioni, poi il valyriano sorrise e il bardo rispose rispecchiando lo stesso movimento delle labbra. Una pacca sulla schiena giunse subito dopo, come per congratularsi del successo.
    "Visto ragazzo? Calma e concentrazione... la musica è un arte e come ogni arte necessità tutta la nostra attenzione durante l'esecuzione" Disse il bardo allungando la destra per prendere in consegna il suo strumento. Si stirò entrambe le gambe, poi le braccia prima di lasciarsi andare a uno sbadiglio... chissà quanto aveva camminato prima di trovare quella carovana, e chissà quanto ancora avrebbe dovuto camminare il giorno seguente.
    "L'oscurità s'infittisce, forse è l'ora per me di chiudere gli occhi" Continuò dopo lo sbadiglio. Gli altri uomini, nel frattempo, tornarono alle proprie chiacchiere ma con minore energia. Ripresero a parlare del più e del meno, talvolta rimpiangendo il passato e le azioni che li avevano portati fino a quel punto della propria vita.
    Il sonno cominciava a farsi sentire su tutti, specie su chi aveva avuto una lunga giornata. Anche il cuoco aveva finito di prendere tutte le ciotole, tolto la pentola dal fuoco e messo tutto di lato. Probabilmente c'era un ruscello là vicino dove pulire quanto utilizzato, ma a quell'ora di notte sarebbe stato abbastanza rischioso avventurarsi nella boscaglia per una misera pentola e qualche ciotola. Sotto l'albero, dopo aver osservato e ascoltato la canzone, anche il guardiano di guardia era tornato alla tenda in attesa del cambio da parte degli altri. Himra stesso, dopo essere riuscito, finalmente, nel suonare un pezzo senza errare, decise di congedarsi e tornare al suo giaciglio. La notte passò quiete e, tra un cambio di guardia e quello dopo, fu nuovamente mattino per tutta la carovana.
    +6 Guardiani
    +4 Edgarth
    +3 Bardi
    +2 Fama (ti proponi come cerusico della carovana, promettendo di aiutare nel curare le persone e nell'aiutare il cuoco)
    +1 punto Albero Qualità
    +1 punto parametro a piacere


    Edited by Aeryx - 21/11/2022, 20:28
     
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13 replies since 15/9/2022, 22:21   359 views
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