Visita al mercato

Semilibera Caleb e Aconé - Mercato di Pentos

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    Il mercato di Pentos era enorme, o almeno così gli era stato raccontato. Se anche non avesse avuto uno specifico impegno, Caleb sarebbe comunque stato curioso di visitarlo per poterlo paragonare a quelli che aveva visto nei Sette Regni, da Grande Inverno (in cui il commercio era ancora limitato) a luoghi come Approdo del Re e Alto Giardino, che pullulavano di mercanti.
    Affiancato da Zephirus, lo Stark camminava per le vie della città a passo svelto. Per dire la verità, Caleb camminava sempre a passo svelto: l'educazione militare a cui era stato sottoposto, insieme alla sua indole impaziente e euforica, rendevano le camminate più lente un'autentica tortura! A meno che non decidesse deliberatamente di godersi il momento, il paesaggio o stesse sorvegliando qualcosa, difficilmente avrebbe camminato lentamente. Per di più, i vicoli di Pentos non erano un così grande spettacolo: era evidente che la differenza di ricchezza tra la classe dirigente e il popolino fosse marcata tanto quanto nel continente occidentale, se non di più.

    Ciononostante, era evidente che Aconé non fosse veloce quanto lui, quindi si costrinse a rallentare il passo.

    Mentre camminava in direzione del mercato, Caleb scrutava il suo lupo con la coda dell'occhio: aveva ricevuto Zephirus come dono da parte del re, ma il loro rapporto andava ben al di là di ciò! Lui e il lupo erano affiatati come fratelli e il.. potere? Dono? Dello Stark aveva iniziato a cancellare la linea di separazione tra le identità dei due ormai da tempo.
    Caleb non sapeva ancora quale fosse la verità riguardo il suo dono, sapeva solo che ogni volta che ne aveva parlato con qualcuno aveva ricevuto solo sguardi terrorizzati in risposta... Ma anche che grazie a quel potere aveva vinto numerose battaglie apparentemente impossibili.

    E adesso si era unita alla collezione anche quella nuova incognita portata da Aconé.
    Aveva sentimenti discordi, a riguardo: da un lato detestava tutto ciò che quella novità rappresentava, dall'altro era possibile che quello fosse parte del disegno degli Antichi per donargli una nuova possibilità di sconfiggere il suo arcinemico.
    Era ancora alla ricerca di una soluzione definitiva, d'altronde...

    Una volta arrivato a destinazione, dovette ammettere che il mercato era degno della sua fama: era a dir poco enorme!
    Lui, però, non era lì solo per fare compere.

    Passeggiò per un po' di fronte ai vari banchi prima di trovare quello che cercava.

    Ho letto che è possibile trovare delle ossa di Drago! Ma è poi vero o mi hanno preso in giro?"

    "Ossa di drago? Leggende e misteri a volte ma non le neghiamo che a Pentos si possa trovare qualunque cosa... ma sicuramente non cercando causalmente tra i banchi"


    Memore della spiegazione, lo Stark si avvicinò al banco di quello che doveva essere un vecchio esploratore.
    Girandosi tra le dita una moneta d'oro, Caleb iniziò ad ispezionare gli articoli, chiedendosi se ci fosse qualcosa di interessante.

    Guardò Aconé con un po' di imbarazzo.
    Cosa ne pensi, dici che qui troveremo quello che cerchiamo? Domandò nella lingua comune, non conoscendo ancora il Basso Valyriano.


    Siamo al mercato per cercare ossa di drago vere: nella scheda seggio di Pentos viene detto che sono in vendita e i magistri lo hanno confermato in questa quest


    Ho con me Ghiaccio e un pugnale di ferro

    Tunica di Cotone (+7 Attrazione, 10% Resistenza Caldo)
    Sovratunica cotone (+10 Attrazione, 10% Resistenza Caldo)
    Cintura in tinta bruna (+7Attrazione)
     
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    mattina 17 gennaio


    Aconé era incredibilmente silenziosa quella mattina.
    Non era stata di troppe parole quando si era svegliata accanto al marito, né quando si era infilata una veste color della terra e non si era neppure acconciata i capelli lasciandoli sciolti sulle spalle; e non era stata di gran compagnia neppure durante la passeggiata che li aveva condotti (nuovamente per la Tyrell) ai mercati di Pentos.
    Caleb forse avrebbe notato come la moglie fosse spenta rispetto al suo solito, ma di certo non ne avrebbe compreso la ragione considerando che era all'oscuro delle passeggiate notturne della fanciulla.
    Di certo era sovrappensiero, tanto che quando lo Stark le chiese un parere strabuzzò gli occhi e ritardò la sua risposta di qualche istante di troppo, quelli necessari a risintonizzarsi sulla conversazione e a comprendere ciò che il marito le stava chiedendo. Sorrise, non c'era ragione per cui il Lupo dovesse preoccuparsi.
    "Non saprei, ma è un buon punto di inizio." -forse era inutile con un naginata in mano, ma la mente della Rosa era ancora acuta e poteva essere d'aiuto all'amato in un'infinità di modi, ad esempio traducendo i suoi desideri in basso valyriano.
    "Buon uomo" -iniziò ad usare la lingua locale, quantomeno Caleb poteva fidarsi del fatto che Aconé non lo avrebbe mai tradito e che le sue traduzioni sarebbero state esatte e puntuali - "Il vostro banco è pieno di ninnoli e cianfrusaglie di ogni sorta." -si complimentò cercando di attirarsi la simpatia del mercante - "Ma il Signore si chiedeva se commerciate anche in oggetti più...diciamo... particolari, magari qualcosa che non potete esporre su questo bel banchino."
    Accarezzò lentamente il bordo del tavoli di legno con le dita, per tutta la lunghezza, quindi sollevò nuovamente lo sguardo verso il mercante: "Ossa di Drago ad esempio. Il Signore ha sentito che non è così raro trovarne, se si sa dove cercare bene..."
    Aveva abbassato la voce ed alternava lo sguardo sul suo interlocutore a quello, leggero, verso le altre bancarelle; come a dire che Pentos aveva ben più di un mercante da offrire alla coppia.
     
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    Essos - Mercati Generali, Pentos • Mattina, 17 gennaio 286 AC • Aconè Tyrell e Caleb Stark
    Se c'era una cosa che distingueva i mercati di Pentos da quelli del Continente, era di certo il pungente e forte odore di spezie, in lotta con le piacevoli e dolci fragranze dei profumi, che impregnava l'aria e conquistava l'olfatto di chiunque osasse avvicinarsi tra quelle vie; questo misto di odori particolari e contrastanti erano forti come il sole, ma piacevoli al naso come i suoi raggi sulla pelle nuda.
    Alle prime luci del mattino, il legno usurato da chissà quanti anni di servizio alle spalle, sembrava risvegliare il proprio colore ancestrale a poco a poco, come per magia, sotto l'effetto del sole di Pentos. Tuttavia non tutte le bancarelle erano uguali, sia per merci che per modo di esporle: infatti, quelle più raffinate, senza un singolo strato di legno a vedere, erano sempre e completamente ricoperte di merci ovunque si girasse, quasi a creare un arcobaleno di sete, spezie e boccette di profumo, ma anche di coloranti strani e gioielli che si usavano per abbellire capelli e barbe.
    Ben poche erano le persone non impegnate a ispezionare le bancarelle, ancora meno erano i mercanti non occupati nel gridare il valore delle proprie merci o attirare con parole melliflue i numerosi passanti ancora indecisi. L'atmosfera era caotica ma piena di vita, un comportamento che era comune tra quelle strade, esattamente come lo era stato in quelle di Approdo prima della guerra. Dopotutto, ogni mercante viveva secondo un vecchio detto Braavosiano che paragonava il tempo al denaro... un detto che per loro era legge proprio quanto il verbo degli dei.
    Tra tutte le bancarelle di venditori stazionari e ambulanti, senza dubbio, quelle che spiccavano di più erano quelle dei primi, più ricche di merci preziose ed esotiche e che, non sempre, erano locali di Pentos grazie ai loro numerosi agganci con le altre Città Libere. Era proprio questa la bellezza della pace, ovvero la possibilità di condividere con tutti i prodotti della propria terra e, pagando qualche soldo in più e facendoli pagare il doppio di quanto li si aveva acquistati, portarli là dove non si fabbricavano per guadagnarci più del dovuto.
    Il camminare tra quelle vie era un continuo brulicare e rumoreggiare di acquirenti e venditori, soprattutto di quest'ultimi che, con la loro possente voce, rendevano note in ogni angolo della cittadina le merci da loro offerte. Alcune volte queste voci riuscivano a far breccia nella corazza dei passanti, attirando qualche acquirente veramente intenzionato a comperare, mentre altri si avvicinavano solamente a curiosare. Ovviamente anche chi guardava, senza comprare, era ben gradito tra quelle vie: era risaputo che più gente osservava e più anime avrebbero conosciuto, tramite la legge del passaparola, quel determinato mercante e i suoi beni in vendita.
    I due stranieri, avvolti da quel mondo a loro sconosciuto, si ritrovarono ad avvicinarsi a una delle tante bancarelle situate lungo la via. L'affluenza era minore rispetto alle altre e l'aspetto del mercante, senza alcun dubbio, più provato dagli anni in confronto ai suoi avversari in affari. L'uomo, intento a lucidare un'ampolla con uno strano liquido di color azzurro, si vide così costretto a posarla sul tavolo all'arrivo dell'omone del Nord, il suo fidato compagno e la sua signora.

    Una piccola ombra si mosse tra le stoffe a coprire la bancarella, smuovendo gli scaffali e facendo tintinnare gli oggetti appesi. Il rumore era palesemente udibile sopra le parole della Tyrell, ma il vecchio rimase impassibile dinanzi agli strani avvenimenti nella sua bottega all'aperto. Sistemò meglio l'ampolla, rivelando due braccia marchiate da due tatuaggi gemelli di color verde acqua, prima di levare lo sguardo dai suoi averi sulla coppia di possibili acquirenti.
    "Diretta quanto una freccia al cuore... voi bramate ciò che in pochi possono permettersi... qualcosa che in pochi avrebbero il coraggio di vendere, o anche solo mostrare, senza aver prima compreso chi si ritrovano davanti. Vedete, ladri e truffatori sono comuni da queste parti e io, come sicuramente i miei colleghi qua attorno, non mostriamo mai la nostra merce più rara senza aver prima compreso se chi abbiamo davanti è davvero disposto a pagare una tale fortuna" Un sorriso tagliente si fece strada da un lato all'altro della bocca, poi l'ennesimo rumore da sopra le assi, un veloce schioccar di dita dal mercante e l'ombra calò sul vecchio atterrando sulla sua spalla. Era un esserino strano, una specie di primato grande quanto un braccio, con due occhi viola come gli eredi dei draghi e il pelo bianco, seppur sporco di chissà quale polvere giallognola, come il latte.
    "Ma! Se davvero siete intenzionati a pagare una tale cifra, allora vi invito prima a comprare qualcosa, che valga almeno due pezzi d'oro, dal mio banco per dimostrarmelo... e in cambio, visto che oggi mi sento generoso, vi darò una sostanziosa mano nella vostra ricerca" Strizzò l'occhio avvolto dalle rughe, e subito dopo quelle parole, la mano del vecchio si mosse ad illustrare le sue merci più fine, situate davanti a lui come testimoni ai suoi numerosi viaggi per il Continente Occidentale. Avrebbe risposto a ogni domanda sul prezzo della sua mercanzia, ma oltre a quello non sarebbe andato. I mercanti erano bravi a mentire, eppure lui non sembrava intento a farlo... almeno per il momento.


    Okay... i mercati di Pentos sono un po' più deprimenti del previsto in termini di merci... Il vecchio vuole che compriate qualcosa che valga almeno due dragoni. Guardate pure le merci nei vari mercati e selezionate quale volete: tanto lui le ha tutte.
     
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    mattina 17 gennaio


    L'umore nero della Tyrell ebbe un primo scossone nel momento in cui una bestiola atterrò sulla spalla del mercante che aveva interrogato: non riusciva bene a comprendere di cosa si trattasse poiché un animale del genere non si era mai visto a Westeros. Forse un uomo di mondo avrebbe potuto vedere scimmiette e simili negli spettacoli itineranti degli stranieri, ma ad una Lady un simile piacere non era concesso facilmente.
    "Cosa..."-parlò in lingua comune, ma era evidente che la sua curiosità fosse tutta per la strana bestiola che guardava con sguardo interessato. Si ricompose quando il mercante iniziò a "contrattare" le sue informazioni; e certo, come poteva aspettarsi qualcosa di diverso?
    "Le sue informazioni hanno un prezzo. Vuole che compriamo da lui qualcosa che valga almeno due ori." -tradusse a Caleb affinché comprendesse lo scambio che era appena avvenuto -"Non mi sembra stia mentendo, forse sa davvero qualcosa..."
    Frugò nella piega del vestito che nascondeva il seno per tirar fuori un biglietto di pergamena ripiegata che passò a suo marito: "Avevo in ogni caso degli acquisti da fare. Se non c'è nulla che ti interessa e sei intenzionato a proseguire per questa strada..." -non proseguì, il significato di quanto stava per dire era chiaro. Era il momento che lo Stark facesse un regalo a sua moglie.
    Il biglietto era stato vergato la sera precedente e conteneva una piccola lista della spesa scritta in lingua comune con la traduzione in valyriano accanto:

    Lista degli acquisti

    1 piovra -1 skvid
    1 pescetto -1 machhalee
    Vino bianco -safed vain


    A Westeros una spesa del genere si aggirava intorno a poco più che 4 ori, pensava sarebbe stata una cifra sufficiente per sciogliere la lingua dello strano mercante. Ed il suo povero marito? Beh, sembrava la lista che una Signora dava ai suoi domestici per servire una cena a base di pesce, ma il Lord di Grande Inverno sarebbe stato deluso nello scoprire che non avrebbero mangiato pesce a mezzogiorno.

    Traduco per Caleb.
    Nel biglietto ho messo anche la traduzione in valyriano così non serve che io riposti post-Caleb, può andare direttamente lui col mercante XD
     
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    Quella strana creatura lo aveva sorpreso, e aveva sorpreso anche Zephirus, il quale annusò l'aria con fare curioso ed emise un vago mormorio.
    Non aveva mai visto una scimmia, il che lo rendeva estremamente curioso.

    Si avvicinò a sua moglie. I tatuaggi di quell'uomo... Sai per caso cosa significhino? O pensi siano solo decorativi? Domandò sottovoce durante una pausa nel dibattito.
    Ascoltò la traduzione dell'offerta del mercante, rivolgendogli un sorriso d'intesa: parlavano due lingue diverse, ma quel gioco non gli era per nulla nuovo.

    Ma sì... Facciamo circolare denaro nel continente orientale. Commentò divertito allungando il denaro e il biglietto al mercante.
    Quegli ingredienti sembravano perfetti per mangiare una zuppa o uno stufato, quella sera: nel corso dei suoi viaggi Caleb aveva imparato a cucinarsi il minimo indispensabile, ma magari Aconé sapeva preparare una cena di pesce?
    L'idea era alquanto allettante...

    Sperava davvero che quel mercante avesse informazioni utili: non aveva intenzione di passare la mattinata a inseguire un affare inesistente...
    Al contempo, qualcosa lo faceva rimanere con i sensi allerta. Se a metterlo a disagio fosse il fatto di trovarsi in una terra straniera dove nessuno capiva la sua lingua, l'oggetto della sua ricerca o semplicemente quel bizzarro mercante dai tatuaggi celesti, non avrebbe saputo dirlo.
    Nel dubbio, avrebbe contribuito il più possibile alla trattativa quanto più possibile affabile, ma rimanendo attento come sul campo di battaglia
     
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    Essos - Mercati Generali, Pentos • Mattina, 17 gennaio 286 AC • Aconè Tyrell e Caleb Stark
    In terra straniera capitava spesso di trovarsi in situazioni del tutto diverse da quelle che si potevano trovare a casa, specie per chi dall'altra parte valeva tanto ma che da questa veniva considerato pari a un ricco e influente mercante- talvolta anche da spennare a proprio piacimento. L'uomo rimase in attesa della decisione dei due, ascoltando quello scambio di parole che, nonostante i suoi viaggi, non comprendeva appieno. Una parola su mille riusciva a capirla ma niente che potesse dargli la certezza su cosa i due stessero effettivamente confabulando dietro quella barriera linguistica.
    Quando l'omaccione del Nord mise avanti la mano, porgendo biglietto e denaro, il mercante girò lo sguardo verso il suo piccolo esserino dagli occhi violacei, che senza perder tempo scese dalla sua spalla e arraffò avidamente entrambe le cose con le sue minute ma forzute manine. Che fosse con la coda o con le mani, era ovvio che quell'essere possedesse un'ottima forza per potersi reggere tra le assi o, per gli esemplari in natura, tra i rami di chissà quale foresta di Essos. Tornò dunque al suo posto originale, cedendo quanto preso al mercante che ricompensò il suo compagno con delle noci -già sbucciate- estratte dalla sua tasca destra.
    Il suo occhio salutò per l'ultima volta i due prima di inabissarsi nel foglietto, ripetendo a bassa voce quanto c'era scritto sopra. Alzò un dito come a richiedere un attimo di pazienza, poi si girò per cercare tra i tanti bauli, scaffali e casse alcuni gli ingredienti richiesti. Ritornò con il vino bianco e la piovra, poi fece cenno al suo compagno di prendere il pesce mancante, cosa che fece rispondendo con dei versi, scendendo dalla spalla e addentrandosi nel retro.
    "Ecco a voi quanto richiesto..." L'ultimo pezzo ad arrivare fu proprio il pesce, adagiato sul tavolo dalla scimmietta che ricevette in compenso un'altra noce. Un esserino alquanto utile, soprattutto per chi gestiva una piccola bottega a cielo semi-aperto da solo e che dall'aspetto sembrava avere una certa età.
    "Come promesso" Una moneta venne aggiunta alle cose sul tavolo, fatta d'argento e di forma circolare simili in forma a quelle di Westeros. Al centro c'era un buco, questa volta di forma quadrata, e lungo tutta la circonferenza interna c'erano delle scritte in una lingua orientale che nessuno dei due conosceva. Queste scritte stavano su ogni lato del buco, tutte diverse tra loro e che per leggerle bisognava girare la moneta con il lato del quadrato rivolto verso l'alto.
    "Andate là dove l'acqua scorre come vino ambrato e il vapore si mescola col respiro dell'accaldato. Addentratevi all'interno, trovate l'uomo dalla vista spezzata e al nominar del Mar di Giada -e solo allora- mostrategli questa moneta argentata" Disse avvicinandosi alla ragazza, l'unica tra i due che sembrava conoscere la sua lingua. Recitò quelle parole come una poesia, imprimendo un accento che prima non aveva ma che adesso faceva sentire a ogni sua singola parola. Terminate quelle parole si voltò, lasciando i due a prendere quanto acquistato ma senza eventuali risposte ad ulteriori domande.
     
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    mattina 17 gennaio


    "Non ne ho idea. Vorrei avere il tempo per approfondire la questione, ma non lo possediamo."-rispose al marito in merito ai tatuaggi del mercante. Sapeva così poco di quel continente...doveva raccogliere più informazioni possibili e velocemente, o sarebbero rimasti sempre un passo indietro.
    E ancora una perfetta ignorante si sentì nel momento in cui ricevette dall'uomo una moneta con un buco quadrato in mezzo e delle scritte in una lingua che non sapeva proprio come decifrare. Bastava attraversare un mare per perdere qualsiasi riferimento e rendere obsolete tutte le conoscenze accumulate nell'arco di una vita? Ecco qual era il problema di chi basava il proprio potere sull'istruzione; che bastava spostarsi di qualche miglia più lontano e già la sua forza diveniva inutile. Caleb non aveva questo problema: un pugno ben assestato faceva male a Grande Inverno così come a Pentos. Si rabbuiò, se non poteva essere utile all'amato né con le braccia né con la testa, la sua presenza al suo fianco diveniva assolutamente superflua.
    "Vi ringrazio, buon uomo."-si congedò dal mercante prima di riprendere il fianco del marito e consegnargli la moneta d'argento tra le dita. Lo prese sotto braccio parlando a bassa voce per far sì che le sue parole non fossero udibili da nessun altro: "Ci ha dato un'indicazione, dobbiamo cercare un uomo. Ti traduco ciò che ha detto."
    Socchiuse gli occhi facendo ben attenzione a ricordare tutto parola per parola e a tradurlo in lingua comune senza errori: "Andate là dove l'acqua scorre come vino ambrato e il vapore si mescola col respiro dell'accaldato. Addentratevi all'interno, trovate l'uomo dalla vista spezzata e al nominar del Mar di Giada -e solo allora- mostrategli questa moneta argentata."
    Certo che il mercante sarebbe potuto essere un po' meno criptico, ma forse la faccenda era una di quelle robe che scottavano e non voleva rischiare che occhi o orecchie indiscrete scoprissero qualcosa.
    "Sono abbastanza sicura che il luogo che siano le Terme Blu, ne ho parlato ieri al Concilio ricordi? Avevo fatto riservare una saletta per noi per stasera." -era il caso però che ci andassero subito poiché quella sera avrebbero attirato le attenzioni di tutti coloro che effettivamente li aspettavano lì -"Ho letto che vi sono due cisterne di vino ambrato e poi, da quanto ho capito le terme dovrebbero essere ricche di vapore."
    Quanto poi alla vista spezzata...quello sarebbe stato affare del marito.

    CITAZIONE
    Ho pensato di risolvere io "l'indovinello" sul luogo perché ho letto il famigerato libro regalatomi dagli ambasciatori sui luoghi turistici delle città libere, il resto a Caleb.
     
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    Caleb annuì deciso, chinando il capo di in segno di saluto al mercante prima di congedarsi.
    Quel continente era abitato da gente strana, che parlava in indovinelli e viveva in un lusso che i Sette Regni non riuscivano neppure a concepire.
    Anche il rapporto tra i due sessi era completamente diverso rispetto a quello che c'era nel continente occidentale, a quanto aveva visto.. Sebbene non avesse - ancora - mai visto una donna a capo di una città.

    Ascoltò la traduzione delle parole del mercante, concentrandosi per cercare una soluzione, ma lui stesso dovette riconoscere che l'unico posto a cui poteva riferirsi il mercante - l'unico che conoscessero, almeno - erano proprio le Terme Blu.
    Ammiccò verso la moneta. Non ne ho mai vista una così, cosa significano quelle scritte? Domandò incuriosito.

    Questo continente è così strano... Dobbiamo fare attenzione a non lasciarci distrarre da tutte le sue anomalie. Borbottò poi mentre, al fianco di sua moglie, si incamminava verso le terme. Anche se dubito che qualcuno dei miei antenati sia mai stato qui... Potremmo imparare un sacco di cose, e portarle a casa per cambiare i Sette Regni per intero, se dovessimo trovarlo utile.
    Sorrise ad Aconé: la curiosità che lo aveva sempre caratterizzato non poteva far altro che uscire allo scoperto, in un ambiente simile.

    Quanto all'uomo con la vista spezzata... Sembra che stia parlando di un cieco, ma mostrargli la moneta sarebbe difficile... Forse dobbiamo mettergliela in mano? Ipotizzò. Oppure è un uomo con gli occhi diversi, e la vista è spezzata è un'allusione al colore degli occhi?
    La seconda ipotesi era molto meno realistica, ma non si poteva mai sapere.

    Erano ormai giunti alle terme.
    Conosci il Mar di Giada? Domandò. Non ricordo di averne mai sentito parlare... Dove si trova?
    Che delizia poter lasciare le trattative a sua moglie...
     
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    Essos - Mercati Generali verso le Terme Blu, Pentos • Mattina, 17 gennaio 286 AC • Aconè Tyrell e Caleb Stark
    Nessuno sembrò udire le parole della Tyrell tranne il suo amato. Tra i vicoli di quel mercato era troppo il vociare della gente per poter riservare a determinati gruppi la propria attenzione da lontano: certo, qualcuno con un'ottima preparazione nell'arte dello spionaggio sarebbe potuto riuscire nell'intento e scoprire qualcosa, ma non contro la Lady di Grande Inverno che ormai viveva a pane, diplomazia e intrighi da un bel po' di tempo.
    Il mercante aveva dato ai due un lascia passare e un indovinello, ma era palese che il primo fosse inutile senza aver prima risolto il secondo. La moneta andava consegnata a un uomo e senza quest'uomo, nonostante la particolarità della stessa, non sarebbe stata altro che un pezzo di metallo bucato e privo di ogni valore in una città che probabilmente manco accettava quella forma di pagamento. Entrambi avevano avuto la possibilità di vedere, anche se di sfuggita, le numerose monete che scorrevano tra le mani dei mercanti per quella via, ma nessuna di tutte quelle sembravano assomigliare anche minimamente a quella adesso in loro possesso.

    [...]


    Non ci volle molto, vista la vicinanza, a raggiungere le terme della Città Libera. Pentos, esattamente come molte sue vicine, condivideva alcuni resti di quella che era stata la potenza ingegneristica dell'Antico Impero e che nel Continente Orientale, sfortunatamente, si poteva vedere solo in quei luoghi che avevano avuto un contatto con i Liberi Possedimenti di Valyria o che ne derivavano.
    Il distretto era circondato da numerosi giardini pensili e rigoli d'acqua, il cui profumo e fruscio permaneva nell'aria di quelle stradine ovunque si andasse. Le Terme Blu si trovavano incastonate in un labirinto di arazzi e spessissime mura decorate da bassorilievi, le mura erano fatte in lapislazzuli e i mosaici con quelle che parevano essere tessere d'oro, argento e altri materiali preziosi.
    La loro collocazione rispecchiava esattamente il lusso e i materiali con i quali erano state costruite: si trovavano infatti nell'area orientale della città, attorno al quartiere più ricco e frequentato da chi di soldi ne aveva da buttare. Talmente ricco e prestigioso era quel distretto che a momento nemmeno il sole si riusciva a vedere a causa delle numerose torri in muratura a simboleggiare le famiglie - nobili o benestanti - che risiedevano nell'immediata prossimità.
    Varcato l'ingresso delle terme il vapore avvolse i due, trasformando l'aria piacevole della cittadina in quella pesante e calda delle terme. Quello era un ambiente chiaramente fatto per chi voleva indossare poco o direttamente niente all'interno, cosa che infatti si poteva ben notare volgendo gli sguardi ai presenti che passavano, i quali indossavano davvero poco o talvolta direttamente niente.
    Agli angoli dell'anticamera c'erano due ingressi per due sale che sembravano condurre all'interno delle terme vere e proprie, mentre, parallelamente all'ingresso e quindi proprio davanti a loro, invece, ci stava una donna seduta dietro una scrivania. Ai lati aveva due uomini armati di lancia e scudo, esattamente come quelli all'ingresso delle due sale e affianco a loro. Tutti indossavano un indumento di lino, probabilmente usato al posto delle armature visto il calore, che li copriva dalla cintola fino alla coscia: era una sorta di perizoma fissato alla vita mediante un ampio cinturone da dove pendeva la spada di lato e un coltello in bronzo sul retro. Per entrare -sempre se non avessero voluto provare qualche sotterfugio- pareva necessario parlare con la donna dietro la scrivania.
    Per chiarezza, questo è l'ingresso delle terme. I pallini neri sono le guardie.
    3qa2wZq
     
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    mattina 17 gennaio


    "Mar di Giada? Non ne ho idea..."-Aconé ammise ancora una volta al sua ignoranza in quella giornata -"Sarà un'altra delle domande che farò oggi pomeriggio a Osirys."
    Forse finalmente si sarebbe resa utile al compagno d'avventura.
    Le terme si aprirono sotto lo sguardo della coppia in tutta la loro maestosità; ufficialmente le avrebbero visitate la sera su invito dei magistri, questo voleva dire che in quel momento nessuno lì dentro conosceva la loro identità probabilmente trovandosi a miglia e miglia di distanza da Westeros. Voleva anche dire però dover mantenere una certa discrezione in tutte le operazioni che sarebbero seguite. Non voleva che qualcuno potesse associare i loro nomi al genere di ricerca che dovevano fare lì dentro.
    "Forse dobbiamo pagare..."-il sussurro di Aconé alle orecchie di Caleb poteva sembrare fuori luogo per una persona di mondo, ma a Westeros non esisteva alcun luogo simile. Come poteva pensare che qualcuno chiedesse dei soldi solo per poter accedere ad un luogo?
    Guadagnò lentamente la posizione centrale dove si trovava la donna che credeva essere l'addetta all'ingresso (di certo non lo erano le guardie).
    "Buona giornata" -esordì con un sorriso sciorinando il suo basso valyriano. Quale sarebbe stata una cifra appropriata per quel luogo? Sapeva che i popolani non commerciavano in oro, almeno a Westeros; ma non poteva nemmeno permettersi di tirar fuori delle monete di rame e rischiare così di offenderla. Optò per l'argento, una via di mezzo che le sembrava appropriata.
    "Dicono che queste terme siano bellissime." -posò con delicatezza una luna d'argento di fronte agli occhi della donna; si trattava di una moneta di Westeros e le parole della Tyrell dovevano servire a rimarcare che si trattassero di turisti. Caleb non spiccicava mezza parola, sarebbe stato inutile fingere di essere locali.
    "Potremmo gestire la questione con un poco di..discrezione?"
     
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    Caleb avrebbe preferito provare a far uscire l'uomo con un inganno, magari facendolo chiamare fingendo fosse uno zio perduto da tempo. Aveva in mente una bellissima scenetta, a riguardo!
    Come aveva però evidenziato Aconé durante il tragitto, però, non conoscevano affatto l'uomo in questione. Persino il fatto che fosse cieco era una mera ipotesi: e se avesse semplicemente avuto una cicatrice sull'occhio?
    Per di più, non conoscevano il suo nome: sarebbero stati in grado di fingere innocenza abbastanza a lungo, e abbastanza bene da ingannare la donna all'ingresso?
    Forse sì, forse no... In ogni caso Aconé aveva optato per una misura molto più riservata, che magari avrebbe permesso loro di agire indisturbati.

    Fu per questo che Caleb rimase in silenzio accanto a sua moglie, preferendo apparire burbero e intimidatorio che rischiare di compromettere la situazione.
    Era Aconé quella che sapeva parlare il Valyriano, non lui!
    Incrociò le braccia sul petto, scrutando con attenzione tutte le guardie. Si limitò ad alzare impercettibilmente un angolo della bocca quando Aconé mise la moneta d'argento nelle mani della donna.

    A quel punto, era incredibilmente curioso di chi potesse essere l'uomo in questione, e soprattutto del motivo per cui fosse stanziato alle terme.
     
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    Essos - Le Terme Blu, Pentos • Mattina, 17 gennaio 286 AC • Aconè Tyrell e Caleb Stark
    La giovane ragazza allungò la moneta d'argento, posandola con delicatezza di fronte agli occhi avari della donna. Che fosse di Westeros o Essos, una moneta d'argento rimaneva d'argento e la donna, senza pensarci due volte, la prese subito col palmo. Sorrise e fece un cenno alle parole seguenti della Tyrell, anche se palesemente più contenta per la moneta che per i complimenti sulla struttura.
    "Certamente! Le terme più belle della città!" Apostrofò prima di addentare la moneta per verificarne la purezza. La donna si prese qualche secondo per frugare sotto la scrivania, da dove tirò fuori da un cassetto una chiave e la mise al posto della moneta. Era una chiave con un numero, ovvero il sei, appartenente a uno dei tanti bauli che avrebbero trovato nella lunga camera a sinistra.
    Su entrambi i lati, infatti, stavano gli ingressi per due camere visibilmente uguali. Il loro scopo era facile da intuire e ancor più facile da capire una volta al loro interno: erano due lunghi corridoi, fatti apposta per posare la propria roba e potersi preparare per la giornata alle terme. A ognuno veniva data la chiave di un baule, dove poter posare i propri oggetti quotidiani, in tutta sicurezza, prima del bagno.
    Un cenno della mano, da parte della donna, volò in direzione della guardia alla destra, che replicò mostrando la via per il numero sei ai due con la punta della propria lancia. Usata o semplicemente superata una delle due camere con numerose persone in preparazione per le terme all'interno, i due si ritrovarono subito nelle terme vere e proprie.
    Tra il calore del fumo e il cullante profumo esotico nell'aria, i due si ritrovarono su una lunga stradina che confluiva dalle due camere. A costeggiare questa stradina in marmo c'erano quattro grandi vasche: due erano d'acqua fredda, utili per quando si finiva e per sciacquarsi, mentre le altre due, dall'altra parte, erano quelle con l'acqua calda dalle quali preveniva tutto quel vapore annebbiante che assediava la grande stanza.
    In tutto questo, tra le due vasche, svettavano le due citate cisterne contenenti il famigerato vino ambrato. Entrambe occupavano un lato delle terme ed erano posizionate tra due vasche affinché, tutti coloro all'interno, potessero usufruire del loro contenuto senza dover cambiare lato o, addirittura, uscire dall'acqua. I rubinetti erano, infatti, messi così in basso che chi stava dentro la vasca poteva muoversi tra l'acqua fino al bordo e riempire il calice senza uscire.
    Quella era chiaramente la parte delle terme riservate al pubblico mentre, a fine stradina, separata da un muro blu e ricco di mosaici a tessere, il bagno pubblico pareva prolungarsi oltre e dividersi in diverse stanzette, scudate da fitte tende turchesi e contenenti piccole vasche private. Erano quasi tutte occupate e difficilmente si poteva sbirciare in una di queste stanze senza rischiare di essere cacciati via, o peggio, da parte delle guardie in servizio.
    Il numero di persone presenti, inoltre, era numeroso e dentro ogni vasca era possibile intravedere tra il fumo almeno una decina di persone di entrambi i sessi. Quella era una scena che a Westeros raramente avrebbero potuto vedere se non in un bordello... ma, in fin dei conti, Aconè avrebbe potuto intuire che, nonostante la lascività dei costumi, anche a Pentos era sconsigliato per una donna, sposata o nubile di buona famiglia, usufruire delle vasche pubbliche senza la presenza del proprio marito o di un fratello. Dopotutto era un posto dove chiunque, avvicinandosi abbastanza da nullificare il fitto vapore, avrebbe potuto irrompere nell'intimità altrui e, con un comportamento simile, incorrere nell'ira delle male lingue poteva essere qualcosa di facile come bere un bicchiere d'acqua per le donne. La legge, ovviamente, non vietava la mescolanza dei sessi nelle vasche, ma tra ciò che era permesso e moralmente accettato c'era sempre una differenza profonda quanto i fondali oceanici.
    Osservando bene all'interno delle vasche, tuttavia, nessun uomo pareva corrispondere alle supposizioni dei due sul loro tanto cercato uomo dalla vista spezzata... magari avrebbero potuto investigare chiedendo alle guardie in servizio o, ancora meglio, unendosi o parlando con uno dei gruppi/singoli in vasca o in procinto di immergersi.
    Scegliete pure se usufruire del baule e con cosa entrare nelle terme. Una volta all'interno noterete che esiste una parte pubblica e numerose stanze private... ovviamente potete provare a sbirciare dentro, ma questo a vostro rischio e pericolo. Un'altra opzione, invece, potrebbe essere informarsi alla vecchia maniera.

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    mattina 17 gennaio


    La donna sembrava aver accettato di buon grado l'offerta della coppia e si sbrigò ad indicare ai due l'ingresso ed il numero di un baule dove depositare i propri effetti personali.
    "Thraur, questi vanno a palazzo. Non voglio vadano a male." -pesce e vapore non erano propriamente l'accoppiata migliore, la Tyrell consegnò dunque alla guardia personale del marito la piovra ed il poco resto acquistato al mercato prima di incamminarsi verso la direzione indicatale dalla guardia. Raggiungere il baule numero sei non fu affatto complesso, decidere cosa fare da quel punto in poi invece...oh quello sì che era complicato. Istintivamente portò una mano a coprirsi gli occhi di fronte ad una coppia che le passò davanti nuda come appena venuti al mondo. Era così che si frequentavano le terme?!? Nudi?
    Accolse un telo (*) pulito su una delle panche vicine consegnandolo al marito affinché lo tenesse ben disteso per nasconderla mentre si spogliava: "Per l'amor del cielo, coprimi. Non voglio che qualcuno mi veda sotto i vestiti." -era paonazza in viso, stretta tra il muro ed il telo che lo Stark teneva per lei. Si tolse i vestiti raccogliendo i capelli dietro la testa, quindi si avvolse completamente con il telo per tentare di nascondere il più possibile alla vista altrui. Eppure anche solo le gambe e le spalle scoperte potevano essere motivo di imbarazzo per una Lady di Westeros.
    Non farsi riconoscere era essenziale.
    E Caleb? Sarebbe andato in giro con l'arnese di fuori come gli scostumati di Pentos? Uhm. Non poteva dirsene felice.
    ---
    La zona delle vasche era effettivamente più grossa di quanto si fosse aspettata e soprattutto molto più frequentata: donne e uomini di diverse età e stazze occupavano le vasche pubbliche mescolati come nel peggior bordello di Westeros. Le gote di Aconé erano color delle fragole e di certo non per il calore del vapore che riempiva la stanza. Lo sguardo con cui aveva analizzato la sala era stato fin troppo rapido (non intendeva soffermarsi con gli occhi su quei corpi nudi più del necessario), ma incrociando quello del marito avrebbe avuto conferma dei suoi sospetti: nessuno che corrispondesse alla descrizione ricevuta.
    Ed ora?
    In fondo alla sala dovevano esserci delle vasche più private, riservate a chi avesse pagato di più o a chi avesse avuto qualcosa da nascondere, probabilmente. Era possibile che il loro uomo si trovasse proprio lì, ma quelle camere erano sorvegliate e prima di rischiare un incidente diplomatico la Rosa credeva dovessero avere quantomeno qualche conferma.
    "Portare la madre dei tuoi figli in un posto come questo..."-sussurrò alla volta del Lord di Grande Inverno -"Giuro che te la faccio scontare. Vedi di non stare male durante il viaggio a Tyrosh, avremo da studiare."
    Quella che sarebbe stata una promessa per la maggior parte degli uomini del continente poteva diventare una vera minaccia per lo Sterminatore di Bruti, ma era proprio il caso che imparasse almeno la lingua di quei luoghi. La!"minaccia" della Tyrel era stata comunque condita da un sorriso, benché l'imbarazzo con cui ora si avvicinava ad una delle grosse vasche pubbliche era ben evidente.
    "Signorine..." -aveva deciso di approcciare le fanciulle che, sebbene spudorate, erano comunque il suo sesso e dunque le procuravano meno vergogna -"Starei cercando un uomo...potete essermi d'aiuto?"
    Non ci pensava proprio di spogliarsi ed entrare in quella vasca, quindi si limitò ad accovacciarsi sulle caviglie, le mani ben serrate sul suo telo affinché non scivolasse via.
    "Siamo viaggiatori in cerca di una guida, dovrebbe trattarsi un abitué di queste terme secondo l'oste della taverna."-stava mentendo, ovviamente, eppure quella bugia aveva un certo fondo di verità, come tutte le migliori menzogne del resto -"Sfortunatamente non sono ancora molto brava con la lingua e temo di non aver capito bene. Potrebbe essere guercio forse? Oppure con una vistosa cicatrice su un occhio?"
    Tentò di attribuire l'ignoranza in merito all'indovinello ricevuto dal mercante ad un problema linguistico e, per rendere l'inganno ancor più credibile, si sforzò di accentare le parole in maniera sgraziata come per voler accentuare l'ignoranza e la barriera linguistica che si trovava di fronte.
    *= ho supposto ci siano teli a disposizione per asciugarsi ecc

    Chiedo direttamente agli avventori (le signorine per prima, essendo Aconé non abituata a stare mezza nuda in mezzo alla gente). Cerco di far passare la ricerca del tipo come una semplice indicazione di un oste, una roba prettamente turistica; per quanto riguarda la descrizione fisica, non sapendo esattamente cosa si intende per vista spezzata tento di attribuire eventuali errori ad un difetto di traduzione.
     
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    Thraur era una benedizione.
    Ancora una volta, Caleb fu estremamente felice di aver portato con sé il guerriero delle montagne, il quale era ormai diventato a tutti gli effetti la sua guardia personale.

    E un grande amico di Zephirus, per di più!
    Dopo aver lasciato al guerriero qualunque cosa non gli sarebbe tornata utile in acqua - d'altronde, Aconé aveva cominciato dandogli le piovre e il pesce - Caleb si voltò verso l'ingresso e entrò nelle terme.

    Mentre entrava chiamò a sé una minuscola zanzara lì di passaggio, obbligandola a seguirlo. Da un po' di tempo era diventato abbastanza bravo a controllare gli animali da non aver bisogno di abbandonare il controllo sul proprio corpo. Non era entusiasta dell'idea di entrare in una zanzara, lui che amava passare il tempo con un lupo, ma si sarebbe dovuto accontentare.

    Aiutare Aconé a spogliarsi fu... Un'esperienza nuova per Caleb, il quale dovette distogliere lo sguardo onde evitare di lasciarsi distrarre da pensieri lascivi.
    Si spogliò a sua volta, resistendo alla tentazione di legarsi un telo in vita.
    Meglio non dare troppo nell'occhio. Borbottò con una scrollata di spalle, prima di chiudere il baule che gli era stato assegnato.

    Mentre abbandonavano lo spogliatoio, Caleb diresse la zanzara verso l'alto, in modo che non rimanesse schiacciata dopo essere andata a ronzare addosso a qualche persona.
    Purtroppo, l'uomo dalla vista spezzata non sembrava intenzionato a palesarsi...

    Dopo essersi avvicinato ai rubinetti per riempire un calice di vino, Caleb posò lo sguardo sulle stanze private: le pesanti tende non avrebbero permesso a nessuno di curiosare al loro interno, ma era probabile che una zanzara fosse in grado di nascondersi sopra il sostegno degli stessi tendaggi.

    Annusò dubbioso il vino, facendolo muovere nel calice prima di assaggiarlo, dopodiché tornò da Aconé.
    Con un guizzo di pensiero diresse la zanzara verso la posizione indicata, accertandosi chevolasse abbastanza alta da non poter essere intercettata da nessun uomo.

    "Portare la madre dei tuoi figli in un posto come questo... Giuro che te la faccio scontare."

    Caleb si passò una mano dietro il capo con evidente imbarazzo. Solo i posti migliori, per te, giusto? Domandò in risposta, divertito suo malgrado.

    Sarebbe rimasto nei pressi della Tyrell, scrutando i dintorni com'era sua abitudine e cercando di carpire informazioni attraverso il viaggio ad alta quota della zanzara.

    Prendo del vino, controllando (tiro) per sicurezza che sia bevibile e non ci siano strani intrugli. Se dovesse esserci qualcosa, ovviamente, non lo berrei.
    Usando il tratto metamorfo di livello 4 controllo una zanzara fornendole comandi semplici e cercando di scrutare con essa le stanze private, alla ricerca dell'uomo in questione. Essendo i soffitti alti, muovo la zanzara ad alta quota per sicurezza.
     
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    Essos - Mercati Generali verso le Terme Blu, Pentos • Mattina, 17 gennaio 286 AC • Aconè Tyrell e Caleb Stark
    Il fitto vapore delle terme avvolse i due sempre di più a ogni passo che presero verso le quattro vasche. Quel luogo ricolmo di gente non era proprio il massimo per delle ricerche sulle fattezze di una persona ma, fortunatamente, sia la signora di Grande Inverno che suo marito riuscirono a ideare un piano in grado di riportare equilibrio in quella caccia.
    La ragazza scelse di mischiarsi tra la folla, adattandosi -anche se in parte- ai costumi locali e avventurandosi tra il vapore fino alle vasche. Nonostante l'avvicinamento ad una di esse e l'approccio iniziale, la straniera scelse di rimanere fuori dall'acqua e quindi evitando di mischiarsi col gruppo di donne isolate dalle persone presenti. Una menzogna condita di verità venne dunque servita al gruppo, ricercando tra errori linguistici e ignoranza quella risposta tanto bramata dalla giovane coppia.
    "Giorno!" Risposero tutte all'unisono con la voce sciolta dal calore. La domanda tra il gruppo, una volta ricevuta, fu subito madre di confronti e ulteriori punti interrogativi, almeno fino a quando una delle presenti, con i capelli rossi come il sangue, si fece avanti per rispondere.
    "Una guida particolare…" Constatò tirando fuori una mano dall'acqua per toccarsi il lato destro del collo. Le signorine tacquero, lasciando alla ragazza il silenzio necessario per parlare. Nel frattempo, poco distante dal gruppo, il Lord di Grande Inverno rifornì il suo calice di vino, che dopo un controllo risultò non avere niente di strano... o forse sì... Caleb poteva pure non essere un esperto di vini, ma durante la sua permanenza a Sud ne aveva visti di tutti i tipi e quello, nonostante il tentativo di mascherarlo, aveva qualcosa che non andava con l'odore. Certo, poteva essere profumo o semplici erbe, però nessuno si era preso la briga d'informarli, nemmeno i servitori delle terme che sostavano accanto alle cisterne per portare il vino a chi stava in vasca.
    Potreste provare in una delle stanze private… abbiamo visto alcuni uomini passare ma, purtroppo, con questo vapore è difficile vedere qualcosa da così in basso oltre… beh…” Ridacchiò infine seguita da tutte le ragazze in gruppo. Ed effettivamente, Caleb, che aveva due occhi a terra e due in aria, notò tramite la zanzara due uomini intenti a parlottare dentro una vasca privata e con attorno alcune donne a fargli da serve. Di tutte le stanze quella fu la prima e l’unica ad attirare l’attenzione del Lord: uno degli uomini, intento a rilassarsi con la testa reclinata all’indietro e viso rivolto verso l’alto, portava una vistosa cicatrice all’occhio sinistro che cominciava dalla fronte e finiva alla bocca.
    La supposizione della Tyrell verso le signorine era stata appena confermata, ma rimaneva comunque la questione del vino e del perché fossero le terme la località scelta tra tutti i posti disponibili in città. Le signorine a cui la ragazza aveva appena fatto le domande, terminate tutte le possibili risposte disponibili, scelsero di ritornarono ai loro comodi, adocchiando tuttavia il grande omone che gironzolava attorno alla vasca e nei pressi della straniera.
    "Guarda che maschio!" Disse una delle presenti generando in tutte le altre varie reazioni d'assenso "Magari gironzola perché vorrebbe unirsi a noi ma è troppo timido" Scherzò un'altra ridacchiando col resto del gruppo. Alcune si immersero ulteriormente nell'acqua, probabilmente nel tentativo di sfruttare il dislivello per sbirciare sotto il telo stretto attorno la vita alla ricerca del frutto segreto; altre, invece, emersero leggermente per osservare meglio il nordico e i suoi muscoli. Il tutto, ovviamente, davanti alla povera sposa.
    Prova avvelenamento (Non sapevo manco esistesse quindi spero di averla fatta bene...):
    [10+50/2 + 0*2 + 1(+3)] - [12 + 1*4 + 0(+3) + 156/2]=-56, prova avvelenamento fallita! Il vino ha qualcosa che non va (l'odore non ti convince)
    Ps: Inoltre non ho ben capito se Caleb è coperto o no ahahahah
     
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