Ti hanno visto alzare la sottana

Missione individuale, contenuti particolari

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    Nadine
    Missione individuale, 747 parole


    pegi_got_ridotta




    Nadine mescolò con cura un impasto di erbe e minerali all'interno di una ciotola in legno.
    La sera prima, sotto le tenui luci del crepuscolo, aveva passeggiato a lungo per i giardini che circondavano il bordello. Aveva annusato con minuziosa attenzione tutti i cespugli e le foglie che li adornavano, occupata nella ricerca dei più profumati, e ne aveva raccolto un mazzo consistente che aveva gelosamente deciso di custodire nelle sue stanze. Una delle prime cose che le aveva insegnato il padrone era di essere generosa quando doveva occuparsi dell'igiene personale: tra le varie pratiche, v'era la cura dei denti. Il suo sorriso doveva risultare piacevole, bianco come il latte, in netto contrasto con la tonalità più abbronzata della sua pelle. Erano in pochi a potersi vantare di quel particolare dettaglio ritenuto emblema di salute e bellezza, Nadine non mancava mai di ricordarselo.

    Quando si ritenne soddisfatta della pasta densa e profumata, ne raccolse una quantità abbondante con l'indice e se la portò alla bocca. Strofinò il polpastrello lungo l'arcata dentale, prima sul davanti e poi all'interno, facendo attenzione a raggiungere anche il retro dei molari. Succhiò la punta, facendo scorrere la lingua lungo il dito e, una volta rimosso, bevve dell'acqua così da poter risciacquare. Alitò sulla mano ed annusò, soddisfatta del risultato.

    Aveva riempito una bacinella con acqua tiepida, fiori ed oli profumati. Prese una pezza di lino e la intinse nel liquido, la strizzò e cominciò a passarla delicatamente sulla pelle nuda. Dapprima si concentrò sulla gola, scese poi lungo i seni strofinando i capezzoli e la parte a contatto con le costole.
    Intinse di nuovo la pezza.
    Massaggiò il ventre, i fianchi, l'inguine. Con movimenti lenti e languidi, fece particolare attenzione a quella zona tanto intima e solitamente celata dalle vesti. Una cascata di brividi le pervasero tutto il corpo. Trattenne il fiato, scendendo ancora fino a raggiungere la sua parte più sensibile.
    Strizzò di nuovo il panno, intinse, tornò con la mano alle cosce.
    Pulì le gambe, adesso scintillanti e profumate, i piedi, raggiunse i glutei.
    Lasciò per qualche attimo la pezza in ammollo e raccolse i capelli così da avere le spalle scoperte, poi riprese con la pulizia. Strofinò la schiena con un po' di fatica, nonostante fosse molto elastica era sempre una sfida poter raggiungere ogni pertugio del suo corpo. Sentì l'acqua rinfrescarle le scapole, passò alle ascelle ed infine nuovamente al collo. La brezza che giungeva dalla finestra non ebbe clemenza, la fece rabbrividire mentre cercava di asciugare quella pelle adesso umida.
    Si affrettò ad avvolgersi all'interno di un telo e sciolse nuovamente i capelli. Utilizzò un olio ed una spazzola per sciogliere i nodi che si erano formati durante la notte fino a che non rimasero soltando delle onde morbide e spumose, che decise di ravvivare con un po' d'acqua. Li avrebbe lasciati sciolti, decise, così che il cliente avrebbe potuto avere qualcosa da afferrare.

    Quando il corpo fu finalmente asciutto, prese un altro olio e lo applicò generosamente sulla pelle. Impresse un po' di forza nei suoi movimenti, così da sciogliere piacevolmente i muscoli e ravvivare la circolazione. Era liscia e morbida, oh quanto era morbida... avrebbe fatto concorrenza alla veste preziosa che scelse di indossare. Si trattava di un semplice vestito color ruggine lungo fino alle caviglie, fresco e leggero, che aderiva alle sue forme quasi fosse una seconda pelle. Si abbellì con bracciali e collane e, come tocco finale, inserì un anellino dorato al centro del labbro inferiore.

    Si osservò allo specchio e non poté far altro che sorridere. Morse un po' le labbra così che risultassero ancora più carnose e fu pronta per uscire dalla stanza.

    All'interno del bordello v'erano alcuni clienti abituali, ma la maggior parte delle volte era compito delle puttane scendere giù in strada e posare per i passanti, un bottino invitante che avrebbe catturato chiunque avesse avuto voglia di divertirsi un po'. Tenendo l'orlo del vestito tra le mani, così che potesse sia muoversi più agilmente sia mostrare la lunghezza delle cosce, abbandonò l'edificio. Inspirò a fondo l'aria aperta e si prese qualche istante per godersi l'attimo di pace. Con gli occhi chiusi ed il volto verso il cielo, lasciò che i raggi del solde le bagnassero la pelle. Non guastava il fatto che vista così, sotto l'oro dorato del giorno, fosse una vera e propria visione. Si guardò attorno e cercò di guardare negli occhi ogni passante, un sorriso sensuale a tenderle le labbra.

    Che la caccia abbia inizio.

    Attendo qualche cliente per un lavoretto hunter
     
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    A Lys gli schiavisti, i mercanti o i potenti non mancavano, anche se spesso e volentieri erano soliti venire accompagnati da guardie, eunuchi schiavi, armigeri o altri "colleghi di lavoro".
    La strada in cui Nadine faceva bella mostra di sé alla ricerca di qualche lauta ricompensa per i propri servigi era così gremita di gente, ma non tutti si potevano permettere quell'agio.
    In molti così le passarono davanti, di certo però rimpiangendo quella scelta. La ragazza sapeva il fatto suo e sarebbe stato assai gratificante ritrovarsi avvinghiati nel suo corpo.
    Quel viavai continuò per qualche minuto finché... Eccolo!
    Dalla strada saliva un uomo vestito come un mercante, vesti porpora bordate d'oro. Di certo non un artigiano qualunque, quello doveva essere un mercante facoltoso.
    Era giovane, sui 25 anni, moro con gli occhi verdi, pelle olivastra e nell'insieme ben tenuto e curato. Il mento glabro e volitivo faceva sfoggio di un bel sorriso malizioso quando vide la ragazza. Le si avvicinò.

    Buongiorno donzella... Mi è stato detto che su questa strada avrei trovato uno dei bordelli più famosi della città. Potete indicarmelo?

    Sapeva benissimo che Nadine altri non poteva essere che una delle ragazze della Casa chiusa, ma voleva essere desiderato. Voleva che fosse lei a fare il lavoro per cui poi l'avrebbe pagata. Voleva che fosse lei ad offrirsi a lui come una vera sottomessa!

    Vai, sbizzarrisciti. Hai la tua preda, fai di lui ciò che vuoi!
     
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    Innumerevoli uomini passarono davanti a Nadine con occhi pieni di lussuria e tasche vuote di denaro ma nessuno, incontrando il suo sguardo, le si avvicinò chiedendo qualche ora del suo tempo.
    Poi lo vide.
    Alto, moro, gli occhi color dei prati, giovane. Ricco. Cosa ci faceva in un posto come quello? Eppure i suoi intenti furono inconfondibili a giudicare dall'espressione predatoria e la foga controllata con cui lo vide avvicinarsi. Un uomo che sa quello che cerca e pretende ciò che vuole, pensò Nadine mentre aggiustava il proprio atteggiamento.
    Un predatore.
    Il che fece di Nadine una preda.
    Abbassò immediatamente gli occhi a terra, non le servì vederlo per avvertire la sua presenza. Era soffocante, una nube che d'improvviso s'era stagliata nel mezzo del cielo per oscurare i tenui raggi del sole. Incurvò lievemente le spalle, morse tentennante il labbro inferiore. Sarebbe diventato ancora più pieno di lì a breve.
    Attese.
    Poi attese ancora, immaginando le mille fantasie che adesso si stavano presentando nella mente dell'uomo.

    << Buongiorno donzella... Mi è stato detto che su questa strada avrei trovato uno dei bordelli più famosi della città. Potete indicarmelo? >>

    Sbattè le palpebre. Una, due, tre volte. Con la testa ancora reclinata verso il basso, finalmente lo sbirciò da sotto le ciglia.
    Il verde incontrò l'azzurro come le colline si uniscono al cielo all'orizzonte.

    << Posso fare di meglio mio Signore. Posso accompagnarvi. >>

    Alzò lentamente una mano, l'indice teso in avanti fino a che non gli sfiorò il petto. Nonostante cercò di mostrarsi docile e sottomessa, non smise mai di guardarlo negli occhi. Fece scorrere l'unghia lungo l'addome, giù e ancora giù fino al di sotto dell'ombelico, un sorriso a metà tra il timido ed il sensuale. Rimase ferma così per qualche istante godendo del respiro adesso accelerato del cliente. Era eccitato, eppure non fece alcuna mossa.
    Voleva essere deisderato.
    Percorse a ritroso la linea invisibile tracciata su quel corpo soprendentemente tonico, si fermò alla base della gola e lì afferrò il colletto della tunica. Se lo tirò delicatamente a se, adesso i loro nasi si sfioravano in una delicata carezza. Poté sentire il suo respiro a fior di labbra e, per un breve attimo, i suoi occhi si fissarono su quella bocca piena e mascolina. Ammiccò e tornò a guardarlo negli occhi.

    << Seguitemi, non voglio che nessun'altra vi metta gli occhi addosso. >>

    Si allontanò d'improvviso e prese a camminare senza mai interrompere il contatto col torace dell'uomo. Procedette lentamente, assicurandosi di far ondeggiare i fianchi e guardare tutte le altre ragazze che, come lei, erano scese in strada nella speranza di attrarre qualcuno.
    Questo è mio dicevano i suoi occhi e quella mano che possessiva stringeva la veste, era sicura che quell'atteggiamento non facesse altro che alimentare l'eccitazione del cliente.
    Quando una ragazza provò ad avvicinarsi a lui e sfiorargli la spalla, Nadine si voltò con estrema lentezza e la guardò. Semplicemente, la guardò. Non v'era mai stato tanto ghiaccio in quegli occhi azzurri. Calò il silenzio, ma non si preoccupò di accertarsi del fatto che l'uomo preferisse ancora la sua compagnia.
    La puttana indietreggiò, adesso un po' più incerta sul da farsi.
    Ancora senza proferir parola, Nadine riprese a camminare.

    Non appena attraversarono le porte del bordello non perse tempo. Si diresse verso le proprie stanze ed una dozzina di occhi curiosi l'accompagnarono fino a quando non fu al sicuro.
    Non appena varcarono la soglia, lasciò che l'uomo si avventurasse all'interno della camera da letto mentre lei rimase attaccata alla porta. Se la richiuse alle spalle e vi poggiò la schiena, i palmi aperti contro il legno mentre il suo respiro si faceva più ampio. Sentì la stoffa del vestito sfiorarle i capezzoli che, adesso induriti dallo sfregamento, era certa fossero ben visibili al di sotto della stoffa.

    << Vi voglio. >> sussurrò ansimando, ma non si mosse ancora.

    Gli occhi del cliente divennero più scuri, li sentì bruciare sulla pelle. La osservò con minuziosa attenzione da capo a piedi, soffermandosi sul seni e sulla curva dei fianchi.

    << Continuate a scegliere me e farò tutto quello che volete. >>

    Si assicurò di imprimere una nota disperata in quella richiesta, il corpo che ancora barricava la porta come se volesse impedire all'uomo di lasciarla. Inclinò lievemente la testa di lato evitanto di guardarlo negli occhi, come se si vergognasse dell'intensità del desiderio che aveva per lui.

    << Spogliati. >>

    Un comando che rimbombò nella stanza.
    Preso pensò, ma non fece trapelare alcuna soddisfazione. Piuttosto, aprì lievemente le labbra ed ansimò piano, la testa ancora rivolta di lato mente con mani tremanti andava tempestivamente a slacciare la veste.

    << Lentamente. >>

    Si fermò. Prendendo un profondo respiro fece cadere prima una manica, poi l'altra. Si fermò quando sentì la stoffa scivolarle sul seno e scoprirle quasi del tutto i capezzoli.
    Finalmente guardò l'uomo. Era seduto sul letto, le braccia all'indietro a sostenergli il busto e le gambe lievemente divaricate. La sua eccitazione era evidente, eppure non fece nulla per cercare sollievo. Era compito di Nadine.
    Iniziò a camminare nella sua direzione, dandosi una spinta con le mani ancora appoggiate al legno della porta, ed ecco che la veste le scivolò dalla parte superiore del corpo. Le si raccolse attorno ai fianchi, ma Nadine non fece ancora niente per toglierla del tutto. Iniziò piuttosto a sfiorare un capezzolo rendendolo ancora più duro, voleva sedurlo, farlo impazzire. D'improvviso gli diede le spalle fingendosi imbarazzata del fatto che si fosse fatta prendere dalla lussuria in quel modo e, dopo qualche secondo, voltò solo la testa per osservare il cliente.
    La stava mangiando con gli occhi.
    Dai seni, fece scivolare le mani fino a fianchi e, con una debole pressione, accompagnò con agonizzante lentezza l'abito fino a terra. Si piegò, offrendo all'uomo l'intera visuale sia della curva del sedere che della parte più intima di se. Con un passo avanti, lasciò la veste a terra e finalmente si girò.

    << Ditemi cosa volete. >> chiese in un sussurro.

    C'era qualcosa di stranamente elettrizzante nello stare nuda davanti ad un uomo ancora completamente vestito. Ad un occhio esterno poteva sembrare una sorta di sbilanciamento di potere, una richiesta di vulnerabilità da parte della schiava, eppure Nadine si sentì più potente che mai. Era lei ad avere tra le mani le sorti di quell'incontro, era lei che stava calando in battaglia le sue armi migliori.
    Un brivido le attraversò la schiena quando l'uomo sorrise vittorioso.
    Si slacciò il colletto della tunica permettendo a Nadine di sbirciare un torace ampio e solido al di sotto.
    La indicò, poi piegò l'indice due volte invitandola ad avvicinarsi.
    Con passi lenti e calcolati lo raggiunse fino a che non sentì il suo respiro solleticarle lo stomaco.
    Nadine portò una mano delicata tra quei capelli corvini godendone della morbidezza, assaporando la cura che v'era dietro. Soldi, quei capelli ben curati sapevano di soldi. Lasciò scorrere i polpastrelli sulla cute quasi teneramente mentre il cliente iniziò a deporre soffici baci lungo il suo addome. Con una mano le afferrò il fianco, con l'altra continuò a slacciarsi la tunica.
    Nadine abbandonò le carezze e posò le mani sulle sue per fermarne i movimenti, guadagnandosi uno sguardo incuriosito.

    << Lasciate fare a me mio Signore. >>

    L'uomo rabbrividì e lasciò ricadere la testa all'indietro, gli occhi chiusi.
    Nadine fece scorrere le dita al di sotto della veste stuzzicando quelle spalle possenti, i bicipiti, gli avambracci ed infine le mani. Se ne portò una alla bocca e cominciò a succhiarvi le dita mentre continuava lentamente a spogliarlo.
    L'altra mano del cliente le afferrò i capelli e Nadine quasi perse il ritmo. Si riprese tuttavia subito, trascinando la lingua lungo il braccio fino alla gila dell'uomo. Cominciò a lasciare una scia di baci a bocca aperta lungo il torace e, quando raggiunse la tunica oramai raccolta attorno ai fianchi, l'afferrò tra denti. Finì così di spogliarlo.
    Si alzò di nuovo e, da brava schiava, attese ulteriori ordini.
    L'uomo non fece altro che battere una mano sulle cosce.
    Nadine sorrise e vi si mise a cavalcioni.
    Sentì quelle mani grandi stringerle i glutei mentre cominciava ad ondeggiare il bacino. Fu l'uomo a darle il ritmo mentre la sua mente vagava altrove. Quella danza era ormai ben familiare ed il suo corpo la ripropose in automatico.

    Dopo qualche minuto in cui lo stuzzicò con ampi cerchi del bacino in un sensuale strusciamento, capì dagli ansimi impazienti del cliente che era giunto il momento di passare al concreto. Portò le mani tra loro ed afferrò quella virilità mentre si affrettava a scendere dal suo grembo e mettersi in ginocchio. Quando vide lo sguardo di approvazione in quegli occhi verdi, fece scorrere lentamente la lingua sulla cappella: avrebbe dovuto provvedere ad una sorta di lubrificazione se avesse voluto quantomeno non provare dolore. Prese la mano del cliente e se la portò alla testa incoraggiandolo a prendere il comando.
    Per diversi minuti si perse nel leccare, succhiare e solleticare lievemente con i denti e, non appena il desiderio fu troppo, l'uomo la tirò nuovamente in piedi sempre afferrandola per i capelli.
    Senza tante cerimonie ricadde di schiena sul letto ed aprì volenterosa le gambe.
    L'uomo le gattonò addosso, la mano adesso a stringerle la mascella.
    Non baciarmi supplicò tra se e se e, per la Dea, la sua preghiera fu ascoltata.
    Senza preavviso l'uomo affondò dentro di lei e, da quel momento in poi, non ci fu altro che vuoto nella sua mente.
    Avvertì i suoni, sentì le mani scorrerle lungo il corpo, partecipò alzando i fianchi ed andando incontro alle sue spinte, tutto senza mai essere effettivamente presente. Quando sentì il corpo su di lei irrigidirsi, sempre per forza di abitudine, spinse gentilmente con le mani su quei fianchi stretti e finì il lavoro con la mano, lasciando così che l'eccitazione del cliente si riversasse sulle sue cosce piuttosto che al suo interno.

    Quando l'uomo le ricadde affianco, Nadine si alzò per prendere un panno umido e ripulire il tutto, facendo particolare cura al corpo che adesso giaceva soddisfatto sul suo letto. Senza un'altra parola, attese il pagamento.
     
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