Dammi questa mano, zingara

Libera

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    Condottiero

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    La punta dell'indice tracciò un percorso invisibile che partiva dalla spalla. Pelle contro pelle, la sensazione più piacevole che un essere umano potrà mai sperimentare. Delicata come una piuma, un semplice soffio leggero che solleticò il bicipite, si soffermò sensualmente all'interno del gomito e proseguì lungo l'avambraccio.

    << Lentamente Nadine. >>

    L'uomo che aveva di fronte era, nonostante le vesti relativamente povere e l'altrettanto povera discendenza, una visione. V'era qualcosa in cui che le toglieva il fiato anche anni dopo aver sviluppato una sorta di immunità alla bellezza. Circondata dagli sfarzi, dalla perfezione, dalla più armoniosa combinazione dei tratti del volto, dalla più sensuale forgiatura dei corpi, non era l'estetica che andava ricercando quanto più lo spirito, ciù che rimaneva di un uomo una volta spogliato dal suo guscio più esterno.
    Si permise solo per qualche attimo di far vagare lo sguardo su una pelle chiara e scrintillante sotto ai raggi lunari che penetravano dalla finestra, quando una leggera brezza serale fece vorticare soavemente dei capelli biondo grano, lunghi fin sotto alle spalle e lasciati sempre liberi di essere. Labbra piene che imploravano di essere baciate e ciglia lunghe che proiettavano ombre sui suoi zigomi alti, adesso osservava Nadine con un'intensità tale da procurarle una cascata di dolcissimi brividi lungo il corpo. No, non era la sua evidente bellezza a renderla così irrequieta, era quella sicurezza di se che indossava come la più preziosa delle vesti, il suo sguardo fiero e pieno di misteri. Era uno schiavo, eppure dava l'impressione di possere il mondo intero trai palmi delle mani.
    Un giorno anche io sarò così.
    L'età non era riuscita ad imbruttire il suo volto, piuttosto gli conferiva una certa maturità e rispetto. Da che avesse memoria, il suo compito era quello assistere tutti gli schiavi del piacere che appertenevano al padrone come una sorta di mentore: dal modo più appropriato di accogliere un cliente a come rivolgersi al padrone per evitare di essere punita, come iniziare un contatto, come estrarre dalle gole degli uomini versi di assoluto piacere. Quel giorno aveva deciso di insistere sulle mani.
    Le sue erano grandi e mascoline dove quelle di Nadine erano piccole e delicate. Il solo osservare quelle vene in rilievo le suscitò la strana urgenza di posarvi sopra le labbra e succhiare dolcemente, tracciare quei percorsi azzurri con la punta della lingua e perdersi nel sapore salmastro della pelle. Quella pelle chiara che era in netto contrasto con la sua, naturalmente più abbronzata ed incline ad inscurirsi ulteriormente sotto ai raggi del sole.
    Quando le permettevano di uscire.

    Continuò a tracciare il suo avambraccio, poi l'interno del polso ed infine il palmo, dove si soffermò. Si specchiò in quegli occhi severi chiedendo consiglio.

    << Mi devi sedurre Nadine. >>

    Si leccò nervosamente le labbra per inumidirle, ma guadagnò soltato un tacito no.

    << Con le mani, non con la bocca. >>

    Aggrottò le sopracciglia e si concentrò ancora sul lievissimo contatto che v'era tra la punta del suo indice ed il palmo dell'uomo. Iniziò a disegnare dei motivi astratti, passando dal polso alle punte delle dita, al dorso della mano e di nuovo all'interno. Poté sentire il battito forte e regolare dello schiavo sotto ai suoi stessi polpastrelli e ne premette uno con un po' più di forza per godere di quell'alito di vita.
    Tum tum, tum tum, tum tum.
    Lo sentì accelerare, un cavallo al galoppo verso l'orizzonte e che avrebbe desiderato così tanto seguire...
    Afferrando il polso con fermezza lo sollevò, quella mano aperta adesso di fronte al volto di Nadine e, delicatamente, fece combaciare i loro palmi. Ancora una volta si stupì di quando fosse piccola a confronto.
    Intrecciò poi le loro dita in un gesto insolitamente intimo. Da subito provò conforto, ma mano a mano che i secondi passavano subentrò il disagio. Quand'era l'ultima volta che l'avevano tenuta per mano? Si ritrovò immediatamente in un territorio estraneo ed inesplorato, un territorio in cui il contatto con un altro essere umano aveva ancora il potere di farle provare qualcosa.
    Non le piacque, oh non le piacque affatto.
    Ma prima che il panico la ingoiasse del tutto, una voce profonda penetrò la nebbia dei suoi pensieri.

    << Rilassati. >>

    Inspirò ed espirò.
    Poi inspirò ed espirò di nuovo, le loro dita ancora saldamente strette tra loro.
    Riprese l'esplorazione portandosi il palmo alle labbra. Vi posò un bacio, poi un altro ed un altro ancora.

    << Questo è altamente inappropriato... >> mormorò l'uomo con un leggerissimo ma ben presente divertimento nella voce.

    Nadine alzò le spalle.

    << Dipende al proprietario della mano. >>

    Il più piccolo sorriso si formò su quelle labbra sempre così stoiche, ma lo schiavo fu rapido a mascherare qualsiasi altra emozione.

    << Se non fosse un cliente? >>
    << Allora così potrei renderlo tale. >>
    << Nadine... >> una nota di avvertimento.

    Sbuffò.

    << D'accordo... >>

    Raddrizzò la schiena e tornò ad un approccio meno... sensuale. No, non meno sensuale. Meno... esplicito.
    Lasciò i loro palmi si unissero nella più innocente stretta di mano e, con estrema grazia ed educazione, guardò l'uomo negli occhi.

    << E' un piacere conoscervi, mio Signore. >>

    Strinse brevemente la presa, indugiando qualche istante di troppo. Avventato sì, ma ancora nei limiti del decoroso e rispettoso. La più soave delle seduzioni, quella fatta di allusioni ed intenti che lasciavano all'altro libera interpretazione.
    Qualcuno una volta le disse che lo spirito di un uomo andava di pari passo con la forza che questi imprimeva nella stretta di mano.
    Stronzate, ma sapeva bene quanto ad alcuni piacesse far sfoggio della propria virilità, quindi incoraggiò quello strano rituale.
    Ma lo schiavo non fece altro che aggrapparsi teneramente a lei, ancora una volta superiore alle superficialità del mondo. Il cuore di Nadine batté un po' più forte.

    Dopo un numero appropriato di battiti, lasciò ricadere il braccio lungo i fianchi.

    << Molto bene. >>
    << Adesso? Devo inchinarmi ai suoi piedi? Sono molto brvava in quello. >> disse con un sorriso malizioso e curandosi di imprimere nel suo tono una buona dose di sana autoironia.
    Lo schiavo scosse la testa divertito.

    << E' proprio quello che farai, mia cara Nadine. >>
     
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