Un urlo, in lontananza, di dolore

Semilibera - Himra Celtigar

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    Un lontano ed indistinto lamento proveniente dalle campagne attrasse l' attenzione del giovane cavaliere.

    Era insolito:
    non sembrava una vera richiesta d'aiuto, ma l'espressione di un profondo dolore.
    Forse un lutto, forse altro ... chissà!

    C'e da dire che di lamenti e brutture lungo la strada ne aveva sentiti da quand'era arrivato in Ovest, ma comunque la monotonia del viaggio sembrava apportare un valore aggiunto ad ogni elemento che rompesse la monotonia.
    Probabilmente fù proprio quella noia a portare a galla nella sua giovane mente una vecchia frase, pronunciata in un contesto così simile.
    Suonava tipo ... "C' è un ultima cosa di cui devo occuparmi".

    Himra finì per rifletterci:
    lui ed il Capitano Ygor avevano poi parlato di quanto era successo?
    No ... mai!
    La curiosità s'impossesò dei pensieri del giovine e dando un colpo di tacco al fianco del proprio nobile destriero, la camminata rallentò e deviò quel tanto che serviva per poter conversare a tono basso con il capo di quella carovana.
    Che cos'è successo a Vecchia Quercia?
    Durante la caccia ho avuto prima l'impressione e poi la certezza che tu sapessi "esattamente" quanto di strano stesse accadendo.



    -Vediamo di sfruttare questo spunto ereditato da Berna
     
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    Allora, mi sono confrontato col tuo vecchio mod riguardo a questo episodio; aveva volutamente tralasciato eventuali approfondimenti; possiamo comunque continuare la semi, giusto per ruolare la cosa on game


    Ygor non aveva mai dato l'idea di essere una persona socievole o dalla grande felicità, forse era segno della sua personalità, forse era un dono ereditato dal suo grado all'interno della Confraternita dei Guardiani della Notte.
    La parte del viaggio successiva al combattimento con l'animale selvatico fu però teatro di un umore ancora più cupo dell'uomo. Rimuginava fra sé e sé borbottando ogni tanto parole sconnesse e senza alcun senso apparente.
    Il suo silenzio non era però un segno ostile verso il Celtigar perché, a guardarlo bene, aveva proprio evitato di parlare con chiunque lo accompagnasse.
    Si era avvolto nel suo mantello e nella sua corazza e aveva marciato guardando per terra.

    Il segno "ostile" direttamente verso Himra avvenne però quando il ragazzo decise di approcciarlo facendogli delle domande altrettanto dirette su quanto accaduto.
    Brontolò, sbuffando. "Mmmh, nulla che possa interessare un uomo che ha la fortuna di non avere su di sé il color corvino"
    Continuò a camminare, silente ma attento. Non sarebbe sfuggito a Himra che ogni tanto l'occhio di Ygor scrutava nelle boscaglie attorno alla strada scelta da percorrere.
    "Certi pericoli non dovrebbero esistere così a sud, a quanto pare sto diventando troppo vecchio per adattarmi a questo nuovo mondo" Un'amara riflessione per un uomo che in ogni caso non era propriamente alla fine dei suoi giorni.
    "Ascolta me, vivi la tua vita in serenità, ci sono cosa che non solo è meglio che gli uomini non conoscano ma perfino che, imperativamente, non devono conoscere."
     
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    "Mmmh, nulla che possa interessare un uomo che ha la fortuna di non avere su di sé il color corvino"
    Mhh
    Il giovane cavaliere fece una piccola smorfia sentendo la non risposta un poco spocchiosa ... o magari una risposta era che però mancava degli elementi per comprenderla.
    Qualcosa o qualcuno stava seguendo e tormentando Ygor? Magari era per quello era così guardingo e taciturno?
    "Certi pericoli non dovrebbero esistere così a sud, a quanto pare sto diventando troppo vecchio per adattarmi a questo nuovo mondo"
    "Nuovo mondo" Forse Ygor non rispondeva direttamente, eppure certe sue parole lasciavano intendere che certi pensieri o ragionamenti volessero uscir di bocca.
    Voleva esser pregato magari? Non sarebbe la prima persona che conosce con simili pretese.
    "Ascolta me, vivi la tua vita in serenità, ci sono cosa che non solo è meglio che gli uomini non conoscano ma perfino che, imperativamente, non devono conoscere."
    Chissà se Ygor si stava rendendo conto che agendo così, la curiosità del ragazzo e di chiunque altro fosse stato al suo posto ... si sarebbe ingigantita a dismisura.
    Una vita serena che rischia d'essere brevissima visto dove stiamo andando.
    Abbiamo affrontato schiena a schiena quel problema e continueremo a farlo per tutto il viaggio, sei il capo della carovana quindi sei libero di non dirmi nulla, inoltre non intendo pregarti ... ma liquidarmi come un bambino "che non potrebbe capire" no, questo non me lo merito.

    A quel punto era tutto in mano ad Ygor, Himra non avrebbe insistito.
     
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    "Di questo puoi esserne certo" commentò con voce tagliente il Guardiano della Notte non appena sentì le parole del Cavaliere sulla brevità della vita al Nord.
    "Ricorda bene queste parole: chi va alla Barriera, o oltre, o desidera la propria morte o è oggetto di quello stesso desiderio...solo ordinato da altre persone" Il riferimento era chiaro: pochi erano gli uomini che si univano spontaneamente alla confraternita. I più erano criminali o uomini esiliati dai Sette Regni di Westeros.
    Le parole di Himra, però, per quanto avessero un fondo di verità che toccava anche la mente e il cuore di Ygor, non ottennero altro che una nuova occhiata, ancora più criptica e feroce.
    "Non te lo meriti, dici? AH! Solo i bambini e i Re decidono cosa debbano o non debbano meritare dalle altre persone. Hai appena fatto intendere di non essere un infante, sei dunque un Re?"
    I Guardiani della Notte, per quanto la loro fama potesse essere non delle migliori, era un gruppo formato da uomini, uomini come tanti altri. Avevano bisogni fisiologici come tutti, probabilmente covavano ben radicati ancora sogni e desideri, eppure sembravano nascondere così tanto.
    Ygor non era da meno, qualunque cosa avesse visto, qualunque pericolo avesse affrontato, non voleva però abbandonare tale segretezza.
    "Sei un ragazzo alla ricerca della conoscenza, la cosa ti fa onore, ma ti sei mai chiesto quale prezzo abbia la saggezza?" L'uomo fece un segno con entrambi gli occhi e indicò il mantello che gli scendeva sulla spalla sinistra. Un mantello nero come la notte.
    "Questo è il mio. E a meno che tu non abbia accarezzato il folle pensiero di pagarlo, dovresti accogliere il mio consiglio. Per sopravvivere ti basterà usare la spada. La sapienza non farà altro che far tremare il tuo polso."
     
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    "Di questo puoi esserne certo"
    Ecco.
    Se prima la cosa aveva preso una piega difficile, ora Himra temeva d'aver trovato un eccessivo sciovinismo dietro la corazza di Ygor.
    "Ricorda bene queste parole: chi va alla Barriera, o oltre, o desidera la propria morte o è oggetto di quello stesso desiderio...solo ordinato da altre persone"
    Comprendeva quelle parole: essere vincolati alla Barriera con quelle regole era al limite del disumano.
    Quello che Ygor non comprendeva è che Himra aveva forti radici in un'altra realtà, dove marinai esploratori e studiosi anelavano ad allargare gli orizzonti delle proprie mappe e conoscenze un poco più in la, continuamente ... fosse anche andare oltre la Barriera.
    Ygor sembrava essersi arreso al cinismo, Himra cercava ancora di dare un senso e una bellezza al proprio tempo.
    "Non te lo meriti, dici? AH! Solo i bambini e i Re decidono cosa debbano o non debbano meritare dalle altre persone. Hai appena fatto intendere di non essere un infante, sei dunque un Re?"
    un Re ..." non era il tono di una risposta, ma solo una precisa ripetizione di quanto l'altro chiedeva, un appunto per se e per Ygor.
    Avrebbe voluto rispondere tante cose davanti a quel paragone così "esagerato", ma attese, convinto che quelle dichiarazioni fossero buttate li per eludere un vero confronto.
    "Sei un ragazzo alla ricerca della conoscenza, la cosa ti fa onore, ma ti sei mai chiesto quale prezzo abbia la saggezza?"
    Non si oppose all'invito di Ygor e guardò il nero mantello che significava essere un Guardiano della Notte.
    Lo sciovinismo stava prendendo sempre piu forma.
    "Questo è il mio. E a meno che tu non abbia accarezzato il folle pensiero di pagarlo, dovresti accogliere il mio consiglio. Per sopravvivere ti basterà usare la spada. La sapienza non farà altro che far tremare il tuo polso."
    Ecco, ora ne era certo.
    A che sarebbe servito controbattere?
    Se qualcuno ha un bisogno cosi forte da rispettare e condividere solo con chi gli è simile, se solo "un Ygor" era degno di "Ygor" bhe ... nessun ragionamento poteva essere fatto per fargli cambiare idea, perlomeno Himra sapeva di non avere quella capacita.

    La sostanziale mancanza di fiducia e riconoscimento da parte di Ygor, non poteva che far nascere in Himra il timore amaro che una volta arrivato alla Barriera, il capitano dei Corvi Erranti avrebbe trovato scuse per non onorare il proprio debito.
    No, non sono un Re, ne "il" Re che ha dato permesso ai Corvi Erranti di girare per il continente ma poi, un Re che aveva bisogno di affermare d'essere un Re sarebbe stato realmente tale?
    Sono solo "il" cavaliere errante padrone di se stesso con cui hai gia fatto schiena a schiena e continuerai a farlo quando banditi e mercenari ci minacceranno in queste terre dove il Re è assente.
    Himra decise quindi "d'allearsi" ai valori tipicamente nordici a cui Ygor aveva dato segno di rispetto:
    orgoglio, lealtà verso i compagni e resistenza ad ogni sventura proveniente da terre avverse.

    Tornò guardare avanti espirando e lasciando che il passo del cavallo lasciasse ondeggiare il movimento della propria testa.
    In quanto alla mia curiosità "sete di conoscenza" ... parole scomode che tendevano a mettede in allerta chi aveva o credeva di custodire grandi segreti.
    Scopriremo assieme quanto è forte alla fin fine a Nord poteva benissimo sperare in Guardiani piu loquaci, un uovo di drago, leggende interessanti da verificare, Maestri collegati ad una Cittadella a lui benevola e Bruti provenienti dall'Oltre la Barrira di cui conosceva la lingua.

    In fondo Himra poteva avere un rapporto particolare e celato con il fuoco, ma gli avevano insegnato ad agire per prima cosa come l'acqua davanti ad un'ostacolo:
    girandogli attorno e coprendo tutto il possibile.

    Anche la storia di come sei diventato un Guardiano è cosa riservata?
     
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    “Bene” sentenziò il Guardiano della Notte sentendo che il suo accompagnatore non si sentisse parte né della categoria dei regnanti né di quella degli infanti.
    “In questo caso, fatti dire ragazzo che non ho mai sentito né visto cavalieri petulanti, dunque sarà meglio non riaffrontare più questo argomento...alcuni potrebbero essere molto meno comprensivi e non aspettarti di certo che io venga a difenderti. D'altronde, da persone poco importanti quali siamo, tutte le informazioni che otterresti sarebbero dalla dubbia utilità."
    C’era da dire anche un’altra cosa, quanti cavalieri senza terre giungevano alla Barriera? Conoscendo anche solo un minimo i Guardiani della Notte e il clima in cui vivevano, non si andava molto lontani dal vero se si riteneva che i giurati dei Sette in armatura preferissero seguire i propri sacri voti a Sud dell’Incollatura.
    “La mia storia?”
    Sbuffò, anche se questa volta sembrò che Himra avesse toccato un tasto meno dolente.
    “Ho vissuti troppi anni per vergognarmene ancora, bracconaggio e contrabbando, non ho mai saputo quale dei due crimini ebbe più peso sull’altro per decidere di mandarmi in quell’Infero di ghiaccio, ma quando ad un uomo non viene lasciata altra scelta per sostentare se stesso e i suoi cari, bisogna lanciare una moneta e sperare cada dal lato fortunato. Il destino decise che la mia moneta, una volta lanciata, non fosse nemmeno degna di toccare il terreno dato che venne afferrata in volo dalle guardie armate di spada e scudo.” Una particolare metafora per raccontare il modo in cui venne catturato cogliendolo in flagranza di reato.
    “Temo che del resto ci sia poco da dire, in un caso potevo accettare la morte e macchiare il figlio che una donna portava ancora in grembo di un'onta tanto grande da non poter essere lavata via...nell'altro, potevo almeno lasciare una storia da raccontare, quella di un padre partito per una sacra missione, in un luogo così a nord che nemmeno le carte geografiche sono concordi sui giorni necessari per poterci arrivare.
    Commentò velocemente con una o due parole ma mangiò via le ultime lettere, rendendo indecifrabile il suo pensiero. Forse aveva accennato due nomi.
    "Non ho più notizie loro da diversi anni, ma l'ultima persona che li vide mi confermò che il giovane ragazzo non aveva assolutamente alba della mia esistenza. Sua madre è sempre stata furba, ha reciso i legami col passato tagliando direttamente la testa al toro. Non la biasimo, è sicuramente stata la scelta migliore." Sollevò le spalle. Per quanto ci fossero chiari rimpianti in quelle parole, aveva parlato con naturalezza, come se avesse fatto già pace con quella situazione tempo addietro. La vita in fondo era troppo breve per vivere pensando sempre al passato.
     
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    “Bene ... In questo caso, fatti dire ragazzo che non ho mai sentito né visto cavalieri petulanti, dunque sarà meglio non riaffrontare più questo argomento...alcuni potrebbero essere molto meno comprensivi e non aspettarti di certo che io venga a difenderti. D'altronde, da persone poco importanti quali siamo, tutte le informazioni che otterresti sarebbero dalla dubbia utilità."
    Himra trovò quell'espressione quasi divertente ... quanti cavalieri aveva conosciuto da vicino e quanti sapeva essere petulanti.
    Che Ygor ci credesse realmente a quei cavalieri idealizzati ne dubitava fermamente.
    Dietro tutti quei discorsi dal sapore paternalistico vedeva una nemmeno troppo velata intimazione al silenzio su certe questioni.
    Inutile, probabilmente persino dannoso insistere oltre.
    “La mia storia?”
    Ecco qui invece si sorprese: si aspettava maghiori resistenze e invece no!
    Perdere tutto spoglia di certi pudori e vergogne!
    “Ho vissuti troppi anni per vergognarmene ancora, bracconaggio e contrabbando, non ho mai saputo quale dei due crimini ebbe più peso sull’altro per decidere di mandarmi in quell’Infero di ghiaccio, ma quando ad un uomo non viene lasciata altra scelta per sostentare se stesso e i suoi cari, bisogna lanciare una moneta e sperare cada dal lato fortunato. Il destino decise che la mia moneta, una volta lanciata, non fosse nemmeno degna di toccare il terreno dato che venne afferrata in volo dalle guardie armate di spada e scudo.”
    Ecco arrivare la storia di un criminale comune, una storia quasi banale e priva di reale violenza se non una: la fame.
    Criminale si, ma con una certa dose di comprensione.
    “Temo che del resto ci sia poco da dire, in un caso potevo accettare la morte e macchiare il figlio che una donna portava ancora in grembo di un'onta tanto grande da non poter essere lavata via...nell'altro, potevo almeno lasciare una storia da raccontare, quella di un padre partito per una sacra missione, in un luogo così a nord che nemmeno le carte geografiche sono concordi sui giorni necessari per poterci arrivare.
    Ed ecco una storia ancora più umana, forse rielaborata o comunque descritta per essere più accettabile, rassicurante.
    Himra però scacciò indietro le proprie fantasie e domande:
    Ygor sembrava in pace con se stesso, almeno su quella cosa e quando una cosa funziona a quel modo non và aperta ne messa alla prova.
    "Non ho più notizie loro da diversi anni, ma l'ultima persona che li vide mi confermò che il giovane ragazzo non aveva assolutamente alba della mia esistenza. Sua madre è sempre stata furba, ha reciso i legami col passato tagliando direttamente la testa al toro. Non la biasimo, è sicuramente stata la scelta migliore."
    Capisco ...
    Da li per Himra ci sarebbe stato solo silenzio se non interpellato:
    aveva inteso d'aver trovato un segreto che Ygor non avrebbe mai svelato, ma la domanda "ripicca" a suo modo gli si era rivoltata contro e la scelta sembrava essere solo fra il religioso silenzio o la condivisione di una storia personale ... e lui un pò non voleva, un pò non poteva.

    Himra intende di poter scoprire poco/nulla da Ygor e batte in ritirata.
    A meno sia Ygor ad aggiungere qualcosa, io chiuderei
     
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    Ygor non si scompose molto vedendo che il ragazzo non disse nemmeno una parola. D'altronde, cosa c'era da dire? Parlare dell'ingiustizia della vita o delle leggi degli Dei e degli Uomini?
    Quasi la totalità degli uomini alla Barriera vantava una vita non troppo dissimile da quella che il reclutatore dei Guardiani aveva appena espresso, quindi in qualche modo dopo mesi si tendeva a credere di non essere nessuno di speciale e che non c'era pietà o compassione da ottenere tra i propri confratelli. Quella sì che era la vera e propria punizione di chi si ammantava di Nero.
    Ygor, in ogni caso, aveva imparato molto bene a farsi gli affari propri al freddo gelido del Nord, motivo per cui non provò in alcun modo a scucire alcuna ulteriore parola da parte del suo accompagnatore. Per gusto personale, però, l'uomo desiderava comunque avere l'ultima parola, distendendo per quanto possibile la situazione creatasi.
    "Forza, ragazzo, marciamo ancora per un paio d'ore, poi potremo concedere alle nostre membra un po' di riposo, sempre che qualcuno non desideri disturbarci ancora una volta." L'aveva detto quasi scherzosamente ma visto quanto successo solo poco tempo prima, sarebbe stata cosa buona e giusta non abbandonare mai lo stato di guardia.
    La vita era una, d'altronde, e persa quella non ce n'era un'altra per scoprire i segreti che i continenti conosciuti nascondevano agli occhi dei più.


    Ricompense:

    +1 diplomazia
    +1 punto Albero Qualità
    -1 affinità Ygor (-4 per aver cercato informazioni che un Guardiano della Notte non avrebbe mai divulgato, +3 per aver condiviso la sua storia passata)
    +2 affinità Guardiani della Notte
     
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