C'è solo la voglia e il bisogno di uscire

Quest di viaggio per Corinna, Edwin ed Osmund

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    13/01
    Le forze dei Forrester erano ormai assottigliate a qualche decina di guerrieri, motivo per cui l’esercito reale nemmeno si fermò quando Corinna comandò alle proprie forze di fermarsi. Quegli uomini non erano necessari, ma la figura di Ser Corinna ormai rasentava la leggenda anche a sud dell’imboccatura per le sue azioni nelle recenti guerre. Nell’immaginario dei soldati e di alcuni cavalieri era un’altra faccia della medaglia di Lord Stark o Lord Karstark: un’incarnazione del valore militare del Nord. Il suo abbandono dell’esercito non passò certo inosservato da Ser Rowan Waters, come lei sopravvissuto alla debacle di Roccia del Drago ed ora in testa alla fanteria del Primo Cavaliere.
    Non disse una parola, limitandosi a spronare i suoi a proseguire, ma il suo sguardo pregno di risentimento le sarebbe bastato come messaggio.
    Il cavaliere non aveva una casa, non erano riusciti a riconquistarla, forse se l’avesse ancora avuta avrebbe potuto capire la scelta di Corinna.

    Nemmeno un’ora più tardi, dei corpi iniziarono ad entrare ad Approdo: corpi in armatura ricoperti di fango e sangue rappreso, corpi con ossa rotte e senza vita, un presagio ancor peggiore.
    Sarete contenti avrebbe potuto sentir dire una cappa dorata ad uno dei suoi trenta, che si era offerto di aiutare quando un corpo era scivolato giù da un carro.
    Questa era tutta la guardia di Lord Buckwell e Lord Celtigar. Macellata senza pietà- commentò venefico prima di andarsene.
    La giornata era serena, ma era difficile non sentire pericolose nubi ammassarsi sopra la capitale.
    Era tempo di partire.
    *
    Il Consiglio Ristretto, pur decapitato, fece del suo meglio per preservare la pace e l’equilibrio e parte di ciò significò incoraggiare diversi Lord a partire con i rispettivi soldati dalla capitale. I seggi trascurati potevano incoraggiare insurrezioni di eretici e serviva che alcuni signori si insediassero nei rispettivi seggi per la prima volta, anche per sottostare agli ordini dei propri Lord Protettori.
    Era il caso di Edwin, avvicinato dal Maestro del Conio personalmente per essere raccomandato. Al giovane di casa Roote, non era dato nemmeno il tempo per piangere il lutto da dover portare i soldati che mai aveva conosciuto a Lord Frey.

    Ad avvicinare invece Sir Forrester e Lord Hornwood fu il Gran Maestro, consapevole di come fossero finiti in mezzo a quella situazione senza complicità, ma non scordando loro le implicazioni del tradimento del Flagello dei Bruti. Non si avevano notizie di Ser Waters e del suo esercito, l’unica certezza era che stava marciando lungo la Strada del Re per costringere Lord Karstark ad uno scontro. Non esisteva una migliore strada per giungere a Nord. Era stata costruita dai Targaryen nella loro epoca dell’oro appositamente del resto.
    Per evitarla, avrebbero dovuto prendere mare, ma la flotta reale sembrava avere già un compito. L’alternativa terrestre implicava sicuramente prendere la Strada dell’Oro verso Ovest e poi affidarsi alla rete di percorsi più antichi ma non lastricati delle stradine e delle selve delle Terre dei Fiumi.
    Per coincidenza, quello stesso percorso avrebbe dovuto condurre Lord Edwin alla sua nuova dimora. A differenza dei signori del Nord, Edwin non aveva un suo drappello di soldati, aveva sostituito Casa Goodbrook ad Approdo, e nessuno dei loro soldati era là al tempo. Sebbene ci fosse teoricamente la pace, si poteva davvero fidare di percorrere la strada da solo?
    Cioffa Ishumaeru Brule
    Eccovi signori, ho allegato il post di Fre nel quale i vari membri del Consiglio danno le proprie raccomandazioni, potete ruolare da quando arriva la notizia della scomparsa del Primo Cavaliere alla vostra partenza. Io faccio fede al percorso che mi è stato inviato, se avete domande o accorgimenti da fare non esitate a contattarmi. La scadenza è il 10/02


    Edited by Il Duca di Plexiglass - 4/3/2023, 11:53
     
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    C
    orinna si sistemò i bracciali sui polsi, raddrizzandoli per far aderire al meglio il metallo al tessuto sottostante. Era in tenuta da partenza, non da guerra.
    Con gli occhi rossi e gonfi di chi aveva pianto lacrime dolorose, era pronta ad andarsene una volta per tutte da quel mondo infernale.
    Lanciò un'occhiata al Gran Maestro. Non vi era odio nel suo sguardo, ma un profondo dolore.

    «Gran Maestro, non vi è terra che può unire chi usa il sangue per dividerla.»


    Corinna era ferita, arrabbiata.
    Prima suo fratello, poi Lionel unico cuore affine al suo da molti mesi a quella parte e poi Luthor. Luthor, tanto caro quanto poteva esserlo un amico fidato, una spalla di supporto e un orecchio sempre disponibile all'ascolto.
    Lionel doveva ancora mostrarle come suonava... lei mai aveva suonato per lui la ghironda.
    Strinse i denti.
    Non poteva piangere in quel momento, era più che fuori luogo.
    Ma la ragazza soffriva, soffriva nel suo silenzio.

    «Per Casa Forrester non vi sarà pentimento grande abbastanza per il tradimento di Casa Karstark... non vi sarà pane e sale per nessuno di loro, e nemmeno pietà. »


    Corinna stava più parlando forse facendo riferimento a qualcosa che il Gran Maestro nemmeno poteva comprendere. Ma lei ricordava le lettere che le rispettive famiglie avevano fatto ricevere a lei e a Red, e lei era più convinta che mai che quei cani fossero i responsabili dell'omicidio di Will.

    «Gran Maestro, io nutro enorme rispetto per il vostro ordine. Mi addolora andarmene senza aver appreso... di più, dalle vostre parole. »


    Era vero. Corinna, in ogni luogo in cui era stata, mai aveva avuto negative esperienze con l'Ordine dei Maestri e sempre si era ritrovata a fare affidamento ai suoi adepti ciecamente. Senza contare di quel Maestro che le salvò la vita dopo l'incidente di caccia.

    «Vi prego di mandare una missiva ad Ironrath. Comunicate per favore che Ser Forrester sta tornando e che ogni rapporto con la casata dei Karstark deve essere severamente interrotto il prima possibile. Ve ne prego, fate questa gentilezza a qualcuno che è sempre stato dalla parte della Corona. »


    Il tono era gentile ma freddo. Non era aggressiva o velatamente irata, era una sincera richiesta, ma usciva da labbra che sapevano pronunciare solo parole di rabbia.

    «Ah... e se foste così gentile da comunicare pure con Grande Inverno... chiedo un ricevimento a Corte. Dovrebbe esserci la madre dell'attuale Lord Stark se non sbaglio... »


    Si guardò in giro e fece mentalmente il calcolo di quanti uomini le erano rimasti. Pochi, maledettamente pochi...
    Un sospiro.

    «E vi prego Gran Maestro, anche se so perfettamente che non è il momento adatto... vi prego di sollecitare il Gran Concilio a decidere una ricompensa per me dopo i servigi e i sacrifici che ho compiuto in nome della Corona. Ne parlai in tempi recenti con Ser Lionel, ma... »


    Le si spezzò la voce nel mezzo della frase. Si schiarì la voce per riprendere un po' di contegno.

    «Ma non me ne fece più parola dalla mia partenza per Roccia del Drago. Quando avrete tempo e sistemato i danni causati dai cani dei Karstark, vi chiedo di ricordarvi chi è stato fedele fino in fondo. So che sono giunti castelli e titoli a molti sconosciuti. Attendo anche le mie di ricompense. Il Nord non dimentica. »


    Seria, dura, ma non scortese. Questo era l'approccio di Corinna. Non aveva le forze per imporsi con aggressività o ira a quel mancato pagamento di ricompense, ma voleva quanto meno rammentare la memoria a chi ora, di fatto, deteneva le redini dei Regni.
    Si congedò con rispetto dal suo interlocutore e si diresse verso quello che, ahimè, rimaneva dei soldati Forrester.
    Una stretta al cuore le fece mancare un battito alla vista di quello scarso drappello di sopravvissuti.

    «Mi... mi dispiace per quello che ci è successo. Per quello che VI è successo. »


    Parlava da generale? Da figlia del Lord? O da soldato?

    «Ho fallito, ancora una volta nel mio compito di guidarvi con sicurezza e con saggezza. Abbiamo perso tante persone, e non c'è dolore paragonabile a questo. Mi tormenta, e avete tutta la ragione a non credermi o dubitare del mio sincero pentimento. »


    Si morse l'interno della guancia, incapace di continuare un discorso così difficile.

    «Ma se mi è concesso l'ultimo comando, vi voglio condurre a casa. Non per la Strada dell'Oro. Meno incroceremo le vie dei Karstark più saremo al sicuro. Questo mi auguro... ci metteremo di più, ma avremo anche più soste nel mezzo e più ristoro. Per riportare tutti a casa. Non vi sarà più guerra nelle vostre giornate, mi auguro. E mi auguro anche che presto potremo scaldarci i piedi davanti un falò. Vi chiedo l'ultimo sforzo. Casa è vicina. Preparate i carri, partiamo immediatamente. »


    Corinna guardò i suoi tre compari di viaggio, che l'attendevano appena più in là. Con loro, Vendetta.
    Corinna sorrise, quasi intenerita da vedere quei tre omoni fatti e finiti essere a disagio intorno a un gattone.
    Erano diventati quasi un'altra famiglia, ed essere riuscita almeno a portare sani e salvi almeno loro le dava un dolore in meno al cuore.
    Horb stava in disparte, tirando su con il naso in una attesa che era evidente gli fosse di noia.
    Kaffer e Mogge guardavano Vendetta, interdetti dal comportamento stranamente pacato e tranquillo del micio, e borbottando qualcosa tra loro.
    Vendetta, dal canto suo, aveva occhi solo per Corinna.
    Corinna si avvicinò al trio, e il felino le andò incontro con fusa così forti da far tremare i baffi.

    «Allora... pronti per un altro viaggio? »


    chiese, nel mentre che si era abbassata per fare i grattini al micione.

    «Per dove questa volta? »


    chiese Horb, grattandosi un sopracciglio.

    «Non ci saranno altre guerre... »


    «No Horb, si va a casa. Casa mia almeno... se volete. »


    Vendetta sembrò percepire la parola casa come un qualcosa di gradevole e si sedette di fianco a Corinna.
    Gli altri tre uomini si guardarono in viso, titubanti.

    «Nord... nord? »


    Kaffer era il più indeciso.

    «Sì Kaf, Nord. Non... Barriera ecco, ma comunque una terra dove di notte ti vengono i geloni alle orecchie se non ti scaldi per bene. »


    Corinna sorrise.
    Sì, proprio casa.

    «Non siamo mai stati così lontani. »


    borbottò Mogge da sotto i folti baffi.

    «E che diamine ve ne importa, se per questo non siamo mai stati nemmeno su un veliero in pieno mare ma... ci siamo stati, per l'amor dei Sette. Sarà tanto difficile? »


    Horb sbottò, infastidito da quella terribile indecisione giovanile.
    Corinna rimase chinata su un ginocchio, grattando il mento a Vendetta. Non voleva pressarli, non voleva agitarli ulteriormente.
    Era comprensibile.
    Sarebbero dovuti proprio passare nei territori di casa loro e avrebbero dovuto sorpassarli per andare oltre, in terra sconosciuta.
    Per seguire una ragazza che aveva diciotto estati e poco altro.
    Non si prospettava una vita di agiatezze...

    «Vi do il tempo di pensarci... io carico il nostro carretto, vi aspetto ai cancelli. I cavalli devono essere ancora bardati e attaccati, ci vorrà ancora un pochino. »


    Si alzò, sempre sorridente. Stava tornando a casa...

    «Andiamo Ven, andiamo da Bucefalo. »


    Il gattone le trottò dietro come fosse stato stregato.
    Stavano tornando a casa.






    EDIT:
    -Avevo sbagliato a scrivere e mi sono confusa Stark con Karstark scrivendo di Grande Inverno
    -Per il resto sto giocando con il codice del post per modificarlo, nulla da segnalare di importante.


    1189 parole.
    Faccio tre richieste quindi al Gran Maestro, che può tranquillamente rifiutare e mandarmi a quel paese.
    -Scrivere ad Ironrath dicendo che sto tornando e di cessare ogni tipo di rapporto con i Karstark
    -Chiedere udienza a Grande Inverno
    -Ricordare a chi di competenza delle mie ricompense.
    Ovviamente per le missive, qualora non dovesse spedirle, mi arrangio io in maniera diversa al prossimo post e prima di partire le scrivo io. Attendo di
    vedere cosa risponde.
    . Calzoni di lana (10% resistenza freddo)
    . Scarsella Bianca (+7Attrazione, +2 posto zaino)
    . Corazza donna serpente (Riduzione danno 9, peso 6)
    . Stivali di cuoio da uomo alti (15% resistenza freddo, + 5 Attrazione)
    . Pugnale Forrester (7atk, 2 dif, 2 peso)
    Tutto il resto nel carretto per la partenza.


    Edited by Cioffa - 8/2/2023, 00:56
     
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    Il Primo Cavaliere del Re era scomparso.
    C'era una gran confusione fuori dalle sue stanze e Osmund non aveva potuto fare a meno di uscire per capire cosa stesse succedendo. I soldati, stranamente numerosi rispetto a quelli che di solito montavano la guardia da quelle parti, erano in preda all'agitazione e non c'era voluto molto per capirne il motivo: il Primo Cavaliere del Re era scomparso. E con lui erano dispersi anche lord Celtigar e Maestro Luthor.
    L'Hornwood aveva perso un paio d'ore girovagando per la Fortezza. Aveva estorto alcune informazioni, altre era riuscito a coglierle dalle bocche delle guardie, e quasi tutti parlavano di un legame tra queste sparizioni e lord Karstark.
    -Sono usciti per inseguirlo- gli aveva detto un tizio.
    -Ci sono dei morti- aveva sussurrato un altro.
    Più ne sapeva, più dentro di lui si faceva strada la consapevolezza che qualcosa di molto grave doveva essere accaduto oltre le mura di Approdo.

    -Casa Hornwood non sarà complice di nessun fuggitivo- disse Osmund non appena la Forrester ebbe terminato il suo discorso.
    Il Gran Maestro li aveva avvertiti. Non li stava accusando, non ancora, ma il senso delle sue parole era evidente: a nord dell'Incollatura tutti erano considerati possibili alleati del Karstark. Il Maestro della Guerra era un traditore, questo Osmund ormai lo aveva capito, pur non avendo chiaro l'ordine degli eventi.
    -Non abbiamo niente a che fare con questa storia- aggiunse, ostentando disinvoltura. -Io e i miei uomini, i pochi che sono sopravvissuti alle battaglie combattute per il re e la Corona- disse, alzando la voce nel pronunciare le ultime parole -siamo diretti a Willow Wood. Gli affari di lord Karstark non ci riguardano.-
    Salutò il Gran Maestro con un mezzo inchino e raggiunse i suoi, tutti presi dai preparativi per la partenza.
    Si avvicinò a ser Ygon. -Il vecchio ci tiene gli occhi addosso- sussurrò a denti stretti. -E ho paura che non sia l'unico. Diamoci una mossa; prima ci mettiamo questa città alle spalle, meglio è.-
    Si voltò e prese un lungo respiro per calmarsi. Non sapere con certezza cosa diavolo era successo là fuori lo faceva sentire vulnerabile e in balia degli eventi. Fece vagare lo sguardo tutt'intorno, come per dare un'ultima occhiata alla capitale. Era entrato ad Approdo del Re da semplice cavaliere e ne usciva da lord, signore di un castello tutto suo, e questo lo rendeva orgoglioso, ma non sarebbe rimasto in quella città un momento di più.
    Mentre si sistemava la corazza, poco lontano intravide Corinna Forrester, attorniata dai suoi soldati e con quello strano animale accanto. Anche loro erano rimasti in pochi. Senza distogliere lo sguardo, si rivolse di nuovo al cavaliere di Porto Bianco e indicò con la testa la gente di Ironrath: -Pare che viaggeremo con loro.-

    Parole: 460
     
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    Non c'era parola più azzeccata per descrivere gli avvenimenti di questi soli pochi giorni se non: macello. Letterale e non.
    C'era stato un macello un giorno fa, quando dei fanatici uscirono dalle ombre e bagnarono di fuoco e sangue la città.
    Era avvenuto un secondo macello il giorno dopo, quando corpi iniziavano a rientrare in città, assieme alla nefasta notizia della scomparsa del Primo Cavaliere e non solo.
    E pure Edwin, seppur non l'unico, era un macello, ma le ferite non sgorgavano sangue ne si infettavano.
    Salvi una vita solo per poi ritornare e trovare una città a pezzi e la propria famiglia lacerata. Sua cognata era morta, e suo fratello era disperato, se non peggio. Cosa ci potesse essere di peggio della disperazione non poteva saperlo neanche lui.
    Si, macello era perfetto come termine, perché descriveva lo stato emotivo di Edwin: non solo arrabbiato, solo triste, solo piangente...ma svuotato. Anzi sventrato, si sentiva sventrato come un animale appena abbattuto e senza più interiora.
    Sventrato e stanco. Se Edwin Roote già era meno ottimista e sereno rispetto a ben più tempo fa, ora queste due cose le vedeva all'orizzonte. Qualcosa a lungo termine.
    Sulle spalle aveva un peso fatto di perdite e problemi.
    E non sembrava volersi alleggerire, neanche di un poco.

    L'aggiunta era stata fatta dal Maestro del Conio, il cui augurio di buon viaggio non serviva ad un bel niente.
    Ad Edwin non veniva concesso tempo di piangere i morti e i tristi. Non gli veniva concesso neppure un attimo di riposo.
    Gli era stato invece richiesto la disponibilità di se e delle sue truppe a intervenire contro l'esercito del Karstark fuggitivo nel caso ce ne fosse stato bisogno.
    Che nervi. Aveva usato il seggio appena acquisito per la "buonanima" della Corona per...convincerlo. Anche se per Edwin poteva tradursi in "ricattarlo", in una versione più sottile, più educata e socialmente accettata.
    Era sempre stato una persona molto disponibile, ma questa volta sentiva la sua prontezza al servire vacillare. Per una questione di logica, ovvero che la sua condizione, militare s'intende, non era ottimale per un intervento diretto. Soprattutto se si trattava di avere a che fare con colui che aveva rapito il Primo Cavaliere e sterminatone la guardia.
    Gli toccava accontentare entrambi e nessuno dei due.

    "Non posso non essere onesto con voi, Maestro: sebbene io non mi tirerei mai indietro di fronte a crisi come queste, specie se il campo di battaglia fosse nelle Terre dei Fiumi stesse, non posso neanche non realizzare che le mie forze sono scarne: Harroway ha subito tremende perdite, e molto probabilmente le truppe dei Tumbler non saranno ampie nelle fila; proprio a causa dei disordini di questi giorni, siano essi degli eretici o dell'esercito Karstark, non potrò permettermi di sguarnire le Cascate se le truppe non saranno abbastanza.

    Ma voglio evitare fraintendimenti, ed è per questo che chiedo a lei, e alla sua esperienza e saggezza, di prestare orecchio a quanto sto per affermare:
    Posso garantire sforzo. Sforzo che ci sarà quando ce ne sarà il bisogno, da parte mia e dai miei uomini, sforzo che devo sia alla Corona che al Lord Protettore dei Fiumi, che mi hanno concesso delle responsabilità, per cui non posso che essere loro riconoscente.
    Ma, almeno per ora, non le posso garantire grandi certezze. Le chiedo perdono, Maestro, non piace neanche a me avere questi dubbi, ne darvi queste mie affermazioni; ma le assicuro che il mio Onore non verrà meno."


    Era tutto abbastanza sincero. Beh, quasi tutto: dentro di se non capiva cosa doveva lui ad una Corona che non era sul suo seggio, che non teneva insieme ciò che si stava sgretolando davanti ai loro occhi.
    Ma quella nomina era un occasione, una risorsa. Non per se, del prestigio e delle ricchezze in quel momento se ne faceva ben poco. Era un occasione per sostenere la sua famiglia, per i suoi cari.
    Non era più un ingenuo con poco da perdere. E quello che avrebbe guadagnato non lo avrebbe gettato alle ortiche.

    ---

    Era il momento delle partenze, di lasciarsi alle spalle un posto che Edwin non aveva molto cuore di rivedere. Aveva ancora la corazza e la mantella di Essos indosso, e per come era messo sembrava più un soldato solitario dal volto stanco e abbattuto.
    Una partenza che all'inizio sembrava promettersi solitaria: nonostante avesse chiesto a Lily la prostituta di seguirlo, per portarla al sicuro (e limitare certe possibili notizie che non avrebbe desiderato giungessero a molte orecchie...), Edwin non aveva alcuna scorta. Le truppe lo aspettavano, ma non erano con lui.

    A proposito di Lily, tra loro era notabile un grande raffreddamento: gli avvenimenti recenti erano la causa principale, ma Edwin...beh, aveva piani diversi per il futuro ora. Non l'avrebbe di certo abbandonata, aveva ancora dell'umanità in corpo. Ma le cose stavano cambiando, e probabilmente nessuno dei due sarebbe stato contento alla fine.
    Comunque, si era premurato di trovare una cavalcatura per lei, in modo da non dare modo di generare ovvi sospetti e ovvie voci. Se fossero incappati in qualche gruppo lungo la strada, non avrebbero praticamente parlato tra loro lungo il tragitto, e nel caso di domande, Edwin aveva una storia pronta: povera donna incinta ritrovatasi nel mezzo del conflitto nelle Terre dei Fiumi, tenuta in salvo insieme al resto di Fairmarket da Edwin, e aveva chiesto a quest'ultimo di portarla salva altrove. Agli altri sarebbe dovuto sembrare un semplice gesto di pietà e bontà d'animo, nulla di più.

    Di per certo avrebbero seguito la strada più lunga, per evitare di incappare nell'esercito Karstark che marciava verso l'Imboccatura. Dopo quello che era successo non ci si poteva permettere di incontrarli lungo la via.
    Ma andare da soli sarebbe stato stupido e folle.
    Una buona coincidenza era sorta: a quanto pare un piccolo drappello, una scorta tutto fuorché imponente, si stava approntando alla partenza, e non si poteva non identificare come la scorta di Sir Corinna Forrester. Non sarebbe neanche servito notarla per saperlo, bastava la presenza del grosso felino.
    I numeri del drappello non erano certo alti, anzi; non era adatto a percorrere la strada più breve in una situazione come questa, pena l'imbattersi in ciò che si voleva evitare. Probabilmente la loro strada sarebbe stata anch'essa lunga, ma fintantoché fosse arrivato alle Cascate, il fattore tempo non gli sarebbe importato granché, finché fosse stato lontano da Approdo del Re.

    Era abbastanza ovvia e logica la decisione: Edwin si sarebbe unito a loro, per evitare inutili rischi. Ne aveva già presi abbastanza in precedenza.
    Anche perché, al momento, la presenza del cavaliere donna era l'unica rassicurante.
    Corinna Forrester era la persona della quale Edwin sentiva di potersi meglio fidare in questo macello.
    Attriti precedenti o meno.

    1118 parole
    Mi unisco a loro.
     
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    Il Gran Maestro annuì profusamente alle dichiarazioni di Osmund e Corinna
    Nemmeno il Sud si dimenticherà della vostra lealtà alla Corona…non questo Consiglio Ristretto. Faremo in modo che a qualsiasi porto torni Lord Stark, sia prontamente informato di tutti gli avvenimenti e che la sua corte a Grande Inverno sia pronta ad accogliervi Sir Forrester. Che il ritorno vi sia più pacifico della vostra discesa. - potevano fidarsi delle parole del Gran Maestro? Se il giovane e possente Lionel era scomparso, poteva un anziano studioso assicurarsi che la loro lealtà fosse ricompensata?
    Come i loro signori, i soldati nordici erano davvero abbattuti di spirito, conservando solo abbastanza ottimismo da festeggiare rumorosamente all’annuncio dei rispettivi condottieri di ritorno a casa. I passanti si spaventarono e disertarono la via al levarsi di quel ruggito di gioia. Ai soldati Hornwood, aspettavano nuove possibilità a fianco del loro signore nelle Terre dei Fiumi, a quelli di Ironrath bastava la prospettiva di tornare alle proprie famiglie rivestiti di gloria.

    Al Cancello del Leone, luogo che aveva dato inizio ai grandi tumulti della capitale, molto prima dell’arrivo degli Hornwood, Forrester o Roote alla capitale, si andò adunando un sempre più cospicuo seguito nel quale in maniera sempre più sospetta, personaggi di retaggio affatto militare si affiancavano ai soldati del Nord.
    Dai settanta guerrieri che in teoria comandavano Osmund e Corinna, sembravano arrivare o superare il centinaio.
    Mio Signore, Ser… - giunse Ser Ygon raggiungendo Corinna ed Osmund in testa al gruppo - Tutto è pronto per la partenza, le scorte sono state caricate e sono tutti presenti, ma ecco… - spiegò il cavaliere gettando l’occhio alle proprie spalle - Ci sono sei ragazze…ragazze gravide vedete. I soldati vorrebbero portarle a casa. Non ho idea se ci siano stati matrimoni o solo grandi amicizie, ma c’era da aspettarselo…leggenda vuole che Rogar Baratheon perse metà del suo esercito nei bordelli della capitale, tutto sommato poteva andare peggio.
    Sono stato inoltre avvicinato da un certo Ulrych, proprietario del carro in fondo ai nostri, dice che vuole portare la famiglia lontano dalla capitale, vorrebbe seguirci per un po’ e si dice disposto a pagare.
    - fungendo da intermediario, il cavaliere risparmiò l’imbarazzo a quei soldati che, scesi a portar morte, avevano per sbaglio prodotto vita ed il fastidio di dover interagire con quello che doveva essere un popolano spaventato.
    Stava a loro decidere se porre a quei soldati la scelta di partire o di rimanere con quelle donne e di lasciare o meno che Ulrych si aggregasse a loro per salvaguardarsi da banditi o altre minacce.

    Edwin, avrebbe potuto simpatizzare sia con i primi che con il secondo, trovandosi di fatto in una simile situazione. Lily cavalcava silenziosamente vicino al Roote, forse timorosa del prospetto dell’abbandono, forse insicura del suo futuro vicino al giovane Lord.
    Raggiungendo la porta occidentale della capitale sarebbe passato di fronte proprio al carro di Ulrych, pur non conoscendone l’identità, era su di un carro coperto trainato da un paio di somari ed un’asina. Ometto dall’aspetto malnutrito, la sua testa somigliava ad una pesca, con corti e sottilissimi capelli paglierini che mal proteggevano la cute che pareva bruciata dal sole. Al passaggio di Edwin chinò rispettosamente il capo, gesto notevole messo a contrasto con i soldati i quali parvero nemmeno accorgersi del suo arrivo, tanto erano eccitati dall’idea del ritorno.
    Allora, Osmund e Corinna possono intanto decidere sulla questione dei soldati e di Ulrych, poi potete ruolare la partenza tutti assieme in tranquillità. Il mio prossimo post sarà il primo salto temporale, quindi prima di esso potete, se volete comportarvi come in libera se volete dialogare tra pg. (Vi conteggerò poi tutte le parole alla fine per le ricompense).
    Se per queste esigenze vorrete spostare leggermente la scadenza della mia moderazione sono lievemente flessibile, altrimenti io posterò con conseguente skip temporale il 21/02
     
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    orinna guardò Ser Ygon dall'alto del suo cavallo argenteo. Che fosse per effettivo senso di superiorità o per pura stanchezza, la ragazza aveva in viso un volto serio e decisamente molto meno allegro rispetto a prima.
    Sei ragazze gravide...
    Quella parola, quella condizione fisica, le fece venire la pelle d'oca. Un brivido di dolore le percorse la schiena, come uno stiletto tra le costole.
    Perché gli Antichi dopo averle tolto il dono della vita le rammentavano ogni volta questo dolore?

    «Non è affar mio ciò che gli uomini fanno delle proprie donne. Fosse per me rimarrebbero qui... »



    Guardò appena più in alto rispetto all'uomo, come a cercare le colpevoli. Presa dal profondo pregiudizio, forse dato dalla carriera austera a cui era sopravvissuta o forse gli insegnamenti materni, si aspettava che si trattassero di prostitute.
    Forse non era nemmeno troppo pregiudizio infondato...

    «Se vogliono seguirci sono libere di farlo. Almeno quelle legate... ai miei uomini. A loro rischio e pericolo, non garantisco nulla. Io non ho ceduto alle tentazioni della carne, e nemmeno i miei gregari. Mi aspetto la stessa autorità da chi mi segue. Il primo che si metterà in pericolo per salvarne una, verrà punito duramente... Non siamo una carovana di girovaghi, e nemmeno un circo. Mi aspetto l'ordine e la disciplina di un esercito e non il caos che si addice agli sbandati. »



    Guardò poi Lord Hornwood.

    «Per quanto riguarda i vostri, Milord, lascio a voi la scelta. Per quanto riguarda Ulrych ... personalmente è un no, ma gli concedo almeno il beneficio di spiegarsi direttamente con me. Lo voglio conoscere quantomeno. Ma non mi piace che ci abbiano preso per il circo equestre. Prego Ser Ygon, portatemi da quest'uomo, e dopo parlerò io personalmente con i miei uomini per quanto riguarda le loro... »



    Si trattenne da un commento ben più arduo di quanto volesse davvero dire.

    «Donne. »







    309 parole
    Per quanto riguarda il viaggio penso che me la svolgerò in libere ecc, perché ho roba da dover elaborare con calma e preferisco aprire con calma tutte le mie cosine. Per me possiamo pure passare oltre, vorrei solo parlare con suddetto soggetto (con una tendenza sul no però), e conoscere pure le ragazze. Magari apro una semi? Non lo so.
     
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    Osmund fissò Corinna e annuì brevemente, in segno di assenso, poi abbassò gli occhi verso ser Ygon.
    -Per quanto riguarda me e i miei uomini, se quelle ragazze vorranno seguirci fino a Willow Wood sono libere di farlo.-
    Il suo volto non lasciava trasparire particolare preoccupazione. Aveva già visto molti eserciti con donne al seguito e, anche se quella che stava per lasciare Approdo non era certo un'armata, sapeva che il viaggio non sarebbe stato rapido. Avevano già carri e bagagli a rallentarli e di sicuro qualche ragazza non avrebbe causato troppi problemi.
    Diede un leggero strattone alle briglie e fece girare il cavallo, cercando con lo sguardo quel Tizio, Ulrych, che il cavaliere di Porto Bianco gli aveva indicato poco prima.
    -Non mi sembra un uomo pericoloso- concesse, dopo averlo esaminato rapidamente. -Assicuriamoci solo che il suo carro venga controllato e che né lui né la sua famiglia portino armi.-
    Si voltò verso la Forrester. -Se hai intenzione di interrogarlo personalmente, fa' pure- disse con un cenno d'assenso.
    Quando Ygon e Corinna si furono allontanati, Osmund diede di sprone e mentre si portava in testa al gruppo osservò, uno per uno, i volti dei suoi uomini. Erano stanchi, anche se non tutti lo mostravano. Avevano attraversato quasi tutta Westeros per trovarsi lì e, dopo aver combattuto nei Fiumi e nelle Terre della Corona, avrebbero accompagnato il loro signore per strade lungo le quali soffiavano impetuosi nuovi venti di guerra per prendere possesso di un seggio che nessuno di loro aveva mai visto.
    "Non sanno neanche dove si trova" pensò l'Hornwood.
    Così come gli abitanti di Willow Wood e di Fairmarket non conoscevano lui. O forse gli erano addirittura ostili. Non poteva certo dimenticare che i Ryger, che dominavano quelle terre prima di seguire il loro lord nella ribellione contro la Corona, erano stati suoi nemici. Il ricordo del massacro di Vecchie Pietre* era ancora vivido nella sua memoria… e nei suoi sogni. Per quello aveva bisogno di uomini fedeli una volta giunto a destinazione, e se il prezzo da pagare erano quelle ragazze in fondo alla colonna sarebbe stato ben disposto a pagarlo.
    Sollevò un braccio per attirare l'attenzione dei suoi.
    -Pronti a partire!- gridò.

    Paole: 366

    * Durante la ribellione dei Lannister, a Vecchie Pietre il contingente Hornwood subisce un'imboscata dei Ryger. Sopravvivono solo Osmund e tre soldati.

    Osmund indossa:
    Corazza in cuoio (riduzione danno 2 peso 1)
    Bracciali di cuoio (riduzione danno 1 peso 1)
    Guanti di cuoio (riduzione danno 1 peso 0)
    Gambali di cuoio (riduzione danno 1 peso 1)
    Stivali di cuoio (riduzione danno 1 peso 0)
    Daga di ferro (att 6 dif 3 peso 3)

    Caricati sul cavallo:
    Elmo in cuoio borchiato (riduzione danno 1 peso 1)
    Scudo di legno (att 4 dif 8 peso 5)
    Mazza in ferro (attacco 10 difesa 4 peso 5)

    Caricati su un carro:
    Daga di bronzo (att 4 dif 2 peso 2)
    Spadone a due mani in bronzo (att 15 dif 10 peso 17)


    Edited by Brule - 21/2/2023, 16:22
     
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    Sentire lo schiamazzo di quei soldati al sapere di star per ritornare a casa era rincuorante e deprimente allo stesso tempo. Avevano visto una disfatta, a giudicare dal loro numero, ma almeno avevano cari sani e salvi che li aspettavano a casa.
    Edwin invece non sapeva cosa gli sarebbe aspettato alle Cascate: sebbene non avesse ma intrapreso alcun rapporto con Casa Goodbrook, dubitava che il benvenuto sarebbe stato caloroso.
    Una volta arrivato, il primo periodo sarebbe stato un banco di prova: la popolazione e la milizia avrebbero deciso se Edwin era degno di essere lasciato come governante in quelle terre, o se fosse stato meglio stroncarlo sul nascere.
    Non poteva permettersi errori in una cosa simile. La cautela dovrà essere tutto.

    Ai cancelli scoprirono che non sarebbero stati "soli": a loro si andava affiancando un seguito cospicuo. Non sarebbe stato un viaggio veloce.
    Degne di nota erano due cose: la prima era una questione di donne. Alcuni soldati chiedevano, a quanto pare, di poterle portare con se lungo la via del ritorno.
    Fortuna che Edwin si era preparato in anticipo una storia differente nel caso il silenzio non sarebbe bastato, ma era comunque...non il massimo, sapere che la situazione non era limitata solo a lui.
    Non poteva sapere se la richiesta di farle unire al corteo fosse un atto di pietà da parte dei soldati o qualcosa di più torbido. E onestamente, ad Edwin stavolta non importava un granché. La questione non era di sua responsabilità, e non aveva soldati sotto la sua ala a cui pensare. Ovviamente Lily avrebbe seguito lui e il corteo, e infatti gli fece un sottile cenno per farla stare tranquilla.
    Si sarebbe fidato del giudizio di Ser Forrester e Lord Hornwood. Del resto la richiesta era stata fatta a loro.
    Similmente fu fatta richiesta per una seconda cosa: un poveruomo che tentava di allontanare se stesso e la propria famiglia dalla capitale. Comprensibile, ormai Approdo poteva dirsi in procinto di svuotarsi lentamente. Forse per alcuni quella città era maledetta, con tutti questi tumulti uno dietro l'altro.
    Il proprietario del carro era visibilmente consumato dagli stenti e dalla fatica. Non era una minaccia a prima vista, ma Edwin non aveva nulla da ridire a Lord Hornwood: meglio controllare il suo carro e poi decidere se lasciarlo unire al loro corteo.
    E a quel gesto di riverenza non poté che risponderne con uno di saluto e di rassicurazione, atto a mostragli come non fossero necessarie le riverenze rivolte a lui.
    Anche perché al momento non sentiva di meritarsele granché.

    423 parole
    Nulla da obiettare, lascio a loro le decisioni


    Equipaggiamento

    Indosso:
    -Corazza in Acciaio (Riduzione Danno 8, peso 6)
    -Guanti di Ferro (Riduzione Danno 2, peso 1)
    -Stivali di Ferro (Riduzione Danno 2, peso 1)
    -Cappa grigia (+10% resistenza al freddo)

    Legato a Cavallo:
    -Scudo di Legno (+2 Atk, +8 Dif, peso 5)
    -Spada Lunga in Ferro (+10 Atk, +6 Dif, peso 8)
    -Arco in Legno (+7 Atk, peso 4)
    -Frecce in Ferro
    -Elmo d'acciaio (Riduzione Danno 5, peso 2)
     
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    Ser Ygon annuì e prontamente accompagnò Corrina al fondo della colonna, attraverso tutti gli uomini pronti alla marcia e alle occasionali accompagnatrici.
    Non temete Ser, appena arriveranno a Nord si pentiranno di aver chiesto a questi baldi giovani di crescere i loro figli. - scherzò il cavaliere - Queste pulzelle saranno alla ricerca di un passggio verso Sud in meno di un anno. .
    Giunti dall’aspirante accompagnatore, incrociarono Lily ed Edwin, quest’ultimo intento proprio a salutare il presunto proprietario del carro.
    Il carro di Ulrych era piuttosto pesante, con ruote spesse che lasciavano profondi solchi nel fango. Fortunatamente la Strada dell’Oro era lastricata.
    L’uomo che Corinna poté immaginare essere Ulrych si sfilò rapidamente un berretto e chinò profondamente il capo, riconoscendola o almeno deducendo la sua identità.
    Aveva la testa allungata, pochi capelli e un’apparente assenza di mento, ma la caratteristica che sarebbe subito saltata all’occhio grazie al gesto formale dell’ometto, era il collo profondamente arrossato, gonfio e a tratti squamoso. Prudeva solo a guardarlo.
    Ossequi mia signora - gracidò tenendo lo sguardo basso - Il mio nome è Ulrych, voglio solo portare la mia famiglia lontano da qua - la sua voce era nasale ed incerta, come avesse qualcosa in gola che si rifiutava di deglutire o tossire - abbiamo oro e argento per voi mia signora, chiediamo solo di poter viaggiare e far campo vicino voi. - spiegò estraendo dalla mantella un cucchiaio d’argento.
    Da dietro la pesante stoffa che copriva il carro, per un momento si affacciò un giovane viso.


    Edwin… - bisbigliò Lily avvicinandosi a lui dal suo cavallo - loro marciano con molti soldati…noi saremo al sicuro? Se non dovessero volerci intendo… - la ragazza non era informatissima, ma la sua preoccupazione era tangibile, il seggio di Edwin sarebbe stato il primo nel tragitto, ma in un certo senso sarebbe stato alla mercé del rispetto che gli abitanti di Tumbler avevano per gli ordini della Corona. Rispetto che negli ultimi tempi non sembrava essere molto diffuso.

    Spronati dal loro signore, la colonna iniziò a fuoriuscire dalla Porta del Leone capeggiata dalle forze Hornwood. Se mai fossero tornati alla capitale, era possibile che quella porta sarebbe diventata la Porta del Pavone in onore dei nuovi protettori dell’Ovest.
    Certamente sollevati dal permesso ricevuto di portare con sé le proprie conquiste, i soldati iniziarono pressoché subito a cantare e fischiettare con entusiasmo

    “Dum, Dum, Dum…Virtuosi nella Furia…Dum, dum, dum…dal Bosco al Fiume…dum, dum, dum…da Nord a Sud…dum, dum, dum…”


    Se vuoi Brule puoi perfezionare una canzone per i tuoi uomini e incassare il premio dell'evento!
    Scadenza 30/02 2/03
     
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    Si, la decisione spettava agli altri; quel carro non era certo cosa leggera. Sarebbe andato bene finché fossero rimasti sulle strade principali, lastricate e mantenute. Ma nel caso si dovesse andare fuori tragitto verso sentieri poco battuti dall'uomo, in quel caso forse il carretto avrebbe rallentato il viaggio.
    Ma non era strettamente un problema suo. Voleva tornare a casa, ma preferiva comunque una lenta prudenza che correre rischi inutili per un po' troppa fretta.
    Mentre tale Ulrych era intento a imbastire il suo parley per convincere a farlo unire alla fila, era sicuro di aver visto qualcuno fare capolino dal carro.
    Non lo chiamò ne fece altro; se era un bambino non voleva spaventarlo.

    Ad essere spaventata invece lo era Lily, e non senza ragione: tutto questo groviglio di problemi e dubbi futuri riguardava anche loro, e molto.
    Doveva rassicurarla, ma anche mantenersi realistico; aveva già fatto una promessa troppo grande da mantenere senza compromessi, non poteva sparare troppo alto stavolta.
    Ma poteva confermare ciò di cui si sentiva sicuro.
    A tono di voce molto contenuto ovviamente.
    "Per il viaggio non ti devi preoccupare: Ser Forrester è una persona di cui mi fido. Ci lasceranno seguirli fino a che non arriveremo a casa.
    Lì invece...devo essere onesto, non so neanche io come sarà; dopo gli eventi di questi giorni, dubito che ci accoglieranno a braccia aperte. Non sarà senza impegno, ma posso dire che finora ho notato di cavarmela abbastanza bene con la gente.
    Tranquilla, Lily: non ti lascerò da sola ne in pericolo, in nessun caso."

    Edwin sarà stato insediato alla Cascate dalla Corona, ma prima ancora di esserne un vassallo, era servo dei suoi principi personali; salvare Lady Serranei per lui era dovere personale prima ancora di servizio ai Sette Regni. E ciò che è successo negli ultimi giorni non aveva certo creato simpatia per la Corona, anzi: un Re vacante non era un Re capace secondo lui.
    Avrebbe dovuto puntare su questo. Aveva notato che con i popolani riusciva a imbastire un dialogo. Forse sarebbe riusciti a convincerli che, prima del bene della Corona, veniva il bene loro prima di tutto. Che il suo non era comando su di loro, ma responsabilità.
    Del resto, è grazie a loro e al loro lavoro se un Nobile ha di che sostentarsi.

    380 parole


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    -Stivali di Ferro (Riduzione Danno 2, peso 1)
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    Legato a Cavallo:
    -Scudo di Legno (+2 Atk, +8 Dif, peso 5)
    -Spada Lunga in Ferro (+10 Atk, +6 Dif, peso 8)
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    C

    orinna squadrò con sguardo austero l'uomo che le si piegava davanti in atteggiamento remissivo.
    Per la mal fidata rossa del Nord, quelli potevano essere atteggiamenti di finta sottomissione per celare un tradimento... o forse erano solo davvero gesti di un padre disperato.
    Prima di sentenziare la sua decisione, Corinna si accorse di un viso sbucare dal carretto dell'uomo.

    «Messer Ulrych, rimettete via i vostri averi, vi sarà tempo per discutere il compenso che dovrete...Dove siete diretto? Fino a quando vi dovremmo scortare?
    Mi preme prima accertarmi di non avere traditori nelle mie fila. Già una volta ho subito un attacco nel cuore della notte, nel mio stesso accampamento, non vorrei che si ripetesse lo stesso scenario.
    »


    Guardò il cavaliere a fianco a sè, quel Ser Ygon che prima le stava parlando.

    «Ser vi chiedo gentilmente di controllare il loro carro e i loro averi. Prelevate armi, boccette di vetro con veleni e qualsiasi altra cosa possa essere utilizzata contro l'esercito. »


    La voce si era appena appena addolcita, ma non lasciava comunque trapelare nessun tipo di pietà per il destino di Ulrych e della sua famiglia.

    «Messer Ulrych... »


    Riprese a parlare con l'uomo.

    «Comprendete penso abbastanza chiaramente del mio sospetto. Ogni vostro avere verrà restituito al momento del raggiungimento della vostra destinazione, parola mia. Fino ad allora sarete sotto la mia supervisione e protezione, per ogni cosa potrete fare affidamento a me. Ma, ahimè, siamo in guerra, in fondo. Approdo stessa è caduta sotto i fanatici... quindi mi preme non portarmi delle blatte di Illyria nelle mie terre.
    Ditemi, Messere, a che credo appartenete? Devo dubitare di voi e trovare per caso sulla fronte di vostra moglie una stella a sette punte?
    »


    Ecco, ecco ora la voce era diventata gelida. Dall'alto del suo cavallo, Corinna aveva fatto avanzare il destriero fino quasi a pestare i piedi all'uomo, tirando il morso all'inversomile. Argento sbavava come un cane rabbioso, agitato e confuso da quella tensione che percepiva.
    Corinna, in armatura di acciaio, si era limitata a mettere mano alla mazza ferrata.

    «Se mai vi doveste rivelare un infiltrato del Sentiero, vi posso giurare che qui avreste una morte lieta e veloce. Se vi dovessi scoprire più tardi... non vi assicuro lo stesso rispetto. »






    370 parole
    Eeeee tiro intimidazione.
    Corinna teme abbastanza infiltrazioni al nord del Sentiero Luminoso, e questo che ciccia fuori dal nulla tutto innocente le puzza di tradimento. Magari è solo paranoica, ma è una paranoia quantomeno comprensibile dopo due battaglie affrontate contro i fanatici. Inoltre chiedo a Ser Ygon se può perquisire il carretto alla ricerca di armi o veleni perché già ai Fiumi Corinna aveva subito un attacco nel cuore della notte da parte avversaria, ora teme possa replicarsi lo stesso scenario. Poco simpatico svegliarsi il mattino con tutti i soldati sgozzati nel sonno...
    Spero abbia un senso tutto ciò e che non venga preso per azione insensata o fuori luogo.

    [ Giudizio mod - Bonus fama/3 + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/4 + Diplomazia/2 + Bonus tortura] - [Giudizio mod + Bonus infamia + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/2]
    Fama 42 = (42-40)*107/100=+2.14
    Prestigio 107
    Autorità 1
    Marzialità 280
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    Osmund toccò con gli speroni i fianchi del cavallo e quello scattò subito in avanti, così rapido da costringere l'Hornwood a tirare le redini per tenerlo al passo.
    -Calmo! Sta' calmo!- Il ragazzo si chinò sulla sella e, allungando una mano, accarezzò il collo del corsiero.
    "Anche lui non vede l'ora di andarsene."
    Fango era un ottimo animale e fin dal momento in cui lord Manderly glielo aveva donato, ferito e denutrito, si era sempre dimostrato affidabile, anche nelle situazioni più estreme. Quel nervosismo era inconsueto, ma l'Hornwood era certo che fosse dettato dalla voglia di abbandonare un luogo che nessuno dei due amava.
    La Porta del Leone era spalancata, la Strada dell'Oro si stendeva davanti ai suoi occhi fino a Lannisport, in quelle terre dell'Ovest che i Lannister avevano perso dopo gli ultimi eventi. Dall'alto della sella di Fango, Osmund fece un cenno di saluto alle guardie e attraversò i cancelli, gli zoccoli che rimbombavano secchi sotto l'arco di pietra. Dietro di lui gli uomini cantavano e scherzavano fra loro. Nonostante li aspettasse un lungo viaggio e l'incertezza su cosa avrebbero trovato una volta giunti a destinazione, l'atmosfera era leggera.
    Di sicuro le donne in fondo alla colonna avevano una parte del merito.
    Quando tutti ebbero varcato le porte, Osmund fece voltare il cavallo per raggiungere ser Ygon.
    -Tutto tranquillo, pare- esordì, affiancandosi al cavaliere di Porto Bianco. Con un cenno della testa indicò gli uomini, che ancora cantavano. -Il morale è alto, e questo è un bene, ma teniamo gli occhi aperti. Tieniti in coda al gruppo e fai attenzione, se dovessi vedere qualcosa di sospetto vieni subito a riferirmelo.-
    Nessuna disattenzione. Quello che era successo a Vecchie Pietre non doveva ripetersi. Stavolta non erano in guerra, ma i corpi che aveva visto poco prima in città e le voci su quanto era accaduto con il Karstark gli suggerivano prudenza.

    Parole: 312
     
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    [ Giudizio mod - Bonus fama/3 + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/4 + Diplomazia/2 + Bonus tortura] - [Giudizio mod + Bonus infamia + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/2]
    [ 11 – 2/3 + 107/2 +6 + 280/4 + 67/2] - [5 +15/2]= 174 -12= 162 un pelo riuscita

    Non appena i soldati scoprirono il carro, le ben cinque persone rannicchiate nel suo interno si strinsero fra loro: erano due bambini, forse bambine, due giovani ed una ragazza, tutti seduti su alcuni sacchi. Nessuno particolarmente somigliante a Ulrych. Fu chiesto lor di scansarsi e diligentemente il carro fu perquisito, rivelando argenteria di natura varia, un tappeto e delle provviste: rape, cavoli, farina…
    Alla fine, furono requisite due vecchie spade corte dalle impugnature usurate e mostrate a Corinna
    Noi… - balbettò Ulrych. Era rimasto come paralizzato dalla minaccia dell’Amica dei Giganti, rimanendo a bocca mezz’aperta e con lo sguardo basso.
    Vogliamo solo andarcene da qua…a sud…a ponente…staremmo vicino a voi solo finché rimarrete sulla strada dell’oro…poi… - la voce, secca e stridula era diventata dolorosa da sentire - spariremo. Ve lo giuro sui miei ed i vostri Dei. - ormai a malapena udibile, Ulrych sembrava essere ora appoggiato contro il carro, come se non gli bastasse più la forza delle gambe per tenerlo in piedi
    qualsiasi cosa fossimo, siamo solo fuggitivi ora. - singhiozzò col capo talmente chinato da esporre la nuca spelacchiata al fiato di Argento.
    Era una confessione quella? Il loro fato era nelle mani del cavaliere di Ironrath, sarebbe bastato indicarli alla confusionaria guardia cittadina e certamente non avrebbero dubitato di lei, non in quel clima.
    Puoi decidere cosa fare di Ulrych e compagnia, puoi denunciarli per sospetto fanatismo, dir loro di non seguirvi, tollerarli etc...


    Comunque venisse risolta la questione, il gruppo sarebbe infine partito con il buon umore delle truppe ed una cauta tensione dei comandanti
    I giorni seguenti di marcia sarebbero forse stati una buona occasione per rinnovare gli umori: la strada era sorprendentemente tranquilla, complice la sospensione di molto commercio causata dalla guerra. Ai lati della strada avrebbero occasionalmente trovato arazzi del leone stesi a terra, coperti di fango e strappati dalle intemperie, memorabilia del breve regno di Tywin.
    Da sud spiravano ora i caldi venti d’alta quota della giovane estate, pulendo per loro il cielo da ogni impurità e facendo risplendere i campi ed il fiume delle Rapide Nere al loro fianco.

    20 Gennaio, Strada dell'Oro
    In una settimana sarebbero giunti al punto nel quale le Rapide Nere e la Stra d’Oro si separavano. Un ponte attraversava il fiume per proseguire la strada verso le Terre dell’Ovest, mentre un più rudimentale sentiero proseguiva verso nord continuando a costeggiare le Rapide Nere verso la loro sorgente. Il ponte era costudito da una piccola guarnigione, non più di dieci uomini e quello che sembrava, a giudicare dall’armatura, un cavaliere od un soldato particolarmente facoltoso.
    Oy, salute! - gridò loro l’uomo in armatura puntando i pugni sui fianchi - Parete perduti, il Nord è altrove. - una volta più vicini, l’incisione di un rospo sull’armatura divenne evidente, uno stemma sconosciuto sia a Osmund e Corinna che ad Edwin che pure era natio delle Terre dei Fiumi.
    Vicino al ponte erano numerosi i carri apparentemente abbandonati fuori strada, alcuni da abbastanza tempo da aver sviluppato del muschio.
    map14
    Voi siete qui!
    Potete ruolare con tranquillità i sette giorni di marcia, fare libere e semi libere nel mentre. Ci fermiamo a questo crocevia intanto, con la nuova dimora di Edwin sempre più vicina
     
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    Corinna, per un attimo, fu impietosita da quella scenetta che le si parava davanti.
    Tirò su con il naso, cercando di frapporre un suono tra lei stessa e quella strana sensazione di pietà.
    "Va bene... Sarete sotto la mia diretta sorveglianza, e vi domando di non effettuare spostamenti o di non prendere decisione alcuna senza la mia approvazione. E... nel caso aveste bisogno di un medico... posso provare ad aiutare."
    Mentre il primo comando era apertamente rivolto a tutti i componenti della famiglia, la seconda frase sembrava più personale, rivolta direttamente all'uomo.
    Non sembrava avere una buona cera.
    Anche Argento lo annusava con un certo fastidio.
    I giorni passarono, non come la noia che invece sembrava perseguitarli come un branco di cani feroci. Ma era sempre meglio la noia che la pena di una guerra...
    Una figura si stagliava tra l'esercito del nord e il sentiero.
    Corinna alzò il muso, quasi infastidita.
    Anzi, palesemente infastidita.
    Anche la luce del sole sembrava darle noia, e quella seccatura era davvero un ago su per...
    "Siamo solo di passaggio, messere"
    Si zittì di colpo, guardando rispettivamente prima Edwin, poi Lord Hornwood.
    Erano i nuovi lord in quelle terre, no? Dovevano parlare loro, non sicuramente lei. Lei non c'entrava proprio nulla.
    Anzi, la cosa le dava un fastidio tremendo. Si sistemò, risistemando il posteriore nella curva della sella, per poi di nuovo incurvarsi di schiena come un vecchio. Cazzo faceva male il culo dopo una settimana di viaggio in sella...

    Con un ritardo spaventoso, ma sono fulminata...
    Domani cerco di sistemare e di raggiungere le 300 parole, promesso.
     
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    La puzza che aleggiava su Approdo del Re era ormai un ricordo.
    Osmund si schermò gli occhi con la mano e respirò a fondo, lentamente, riempiendosi le narici del profumo dei campi. "Finalmente" pensò, fissando gli occhi sul punto in cui, poco più avanti, un ponte attraversava le Rapide Nere.
    I primi giorni di marcia erano trascorsi senza particolari problemi. Il tempo era stato clemente e l'umore era alto nonostante le miglia percorse e la fatica del viaggio. Lungo la Strada dell'Oro non avevano avevano fatto grandi incontri, ma Osmund li aveva incitati perché tutti mantenessero alta l'attenzione, anche se, a mano a mano che si avvicinavano alla meta, quella sensazione di minaccia incombente che alla partenza gli opprimeva il petto si faceva sempre meno pressante.
    La capitale era ormai lontana e con essa tutti i suoi problemi.
    -Signore!- esclamò d'un tratto uno dei suoi. Osmund si voltò e il soldato fece un cenno in direzione del ponte.
    Alcuni uomini a cavallo bloccavano il passaggio.
    L'Hornwood tirò le redini e alzò una mano per interrompere la marcia. -E questi chi diavolo sono?- disse, strizzando gli occhi nel tentativo di distinguerne le figure. Per alcuni istanti restò immobile, cercando di capire che intenzioni avessero.
    -Oy, salute!- gridò uno di loro. -Parete perduti, il Nord è altrove.-
    Osmund si voltò verso la Forrester e il Roote, cercando di intuire dai loro sguardi se quella gente fosse loro familiare. Corinna, però, si limitò a rispondere: -Siamo solo di passaggio, messere.- Dalla sua espressione pareva evidente che non avrebbe detto o fatto altro. L'Hornwood allora piantò gli occhi in quelli di Edwin e gli fece cenno di seguirlo, poi fece lo stesso con ser Ygon.
    Con i talloni colpì i fianchi di Fango e lentamente si avviò verso il ponte, ostentando calma.
    -Quei carri non mi convincono- disse a chi aveva accanto, sussurrando per non farsi sentire dagli altri. -Lì sotto potrebbe nascondersi qualunque cosa.-
    Fermò il cavallo a una ventina di passi dal punto in cui la strada incrociava il fiume. L'uomo che aveva parlato, e che di sicuro era al comando, adesso era ben visibile. La sua armatura suggeriva che non si trattasse di un brigante e quello stemma…
    "Un rospo… mai visto prima."
    Inspirò piano e, drizzando la schiena, appoggiò una mano sul pomolo della daga con un gesto plateale. Non strinse le dita sull'elsa perché la minaccia non fosse troppo evidente, ma quel gesto voleva essere un segnale sia per chi aveva di fronte che per i suoi uomini. Dovevano essere pronti.
    -Siamo di passaggio- disse con voce ferma, ripetendo le parole di Corinna -e viaggiamo in pace. Vi chiediamo di lasciarci passare!-

    Parole: 443

    Osmund indossa:
    Corazza in cuoio (riduzione danno 2 peso 1)
    Bracciali di cuoio (riduzione danno 1 peso 1)
    Guanti di cuoio (riduzione danno 1 peso 0)
    Gambali di cuoio (riduzione danno 1 peso 1)
    Stivali di cuoio (riduzione danno 1 peso 0)
    Daga di ferro (att 6 dif 3 peso 3)

    Sul cavallo:
    Elmo in cuoio borchiato (riduzione danno 1 peso 1)
    Scudo di legno (att 4 dif 8 peso 5)
    Mazza in ferro (attacco 10 difesa 4 peso 5)


    Edited by Brule - 13/3/2023, 15:16
     
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