Comunicazione non verbale

Add congiunto Lyanne - Corinna, Controspionaggio 1

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    Condottiero

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    Un pensiero le stava accarezzando la testa, più d’uno a dire il vero, ma quello avrebbe dovuto essere posticipato a momenti più adatti. Nel percorso di ritorno da Roccia del Drago, quella fallimentare missione, Corinna le aveva insegnato le basi dell’arco, come prendersi cura di quell’arma, com’era fatta. Se, tuttavia, voleva imparare da lei a scagliare una freccia con un minimo di precisione allora la lady di Acquachiara si sarebbe dovuta procurare un’arma propria. Le sembrava ingiusto chiederle in prestito il proprio, piuttosto si sarebbe fatta consigliare e accompagnare da qualcuno di abile.
    Proprio la Forrester era stata raggiunta dalla stessa Volpe con miti intenzioni, Corinna non sarebbe stata subissata di domande circa il funzionamento dell’arma a cui l’aveva introdotta, non in quel momento almeno.
    “Corinna.”
    Sorrise con modi rilassati, tranquilli.
    “Non c’è bisogno di temere, non sono qui per andare a caccia di poveri fagiani anche se magari un consiglio su un abile artigiano potrebbe farmi comodo, presto o tardi avrò bisogno di reperire anche io un arco e se ne conoscete uno valido ad Approdo sarei lieta di farmi indirizzare da voi.”
    Una risposta che sarebbe stata ben presto registrata dalla mente della donna dell’Altopiano prima di passare al vero motivo per cui l’aveva raggiunta per quella volta più al riparo da orecchie indiscrete rispetto al ponte della nave. C’erano cose che potevano essere discusse alla luce del giorno, davanti a occhi e orecchie indiscrete, altre invece richiedevano maggiore discrezione e luoghi un po’ meno affollati.
    Le loro strade si sarebbero separate di nuovo, presto o tardi, ignorava se Corinna avesse affari al Nord di cui occuparsi mentre Lyanne sarebbe rimasta, almeno per ora, ad Approdo del Re per poi decidere se fare ritorno ad Acquachiara in un secondo momento. Fino a quando erano lì, tuttavia, c’era ancora qualcosa che poteva insegnare alla Forrester. Qualcosa che aveva imparato da Olenna.
    Tenere gli occhi aperti era importante, saper riconoscere d’essere osservati ancora di più.
    “So che siete una guerriera e probabilmente la vostra lama è spesso affilata tuttavia talvolta occorre che i pericoli vengano notati prima che diventino tangibili, talvolta si nascondono alla luce del sole e i nostri occhi devono essere addestrati a vederli, sapete?”
    Approdo pullulava di uccelletti e informatori.
    “Magari è semplicemente il servitore che vi sta portando da bere durante un pranzo tra nobili, mentre versa da bere sembra stia facendo solitamente il suo lavoro ma un occhio attento potrebbe notare che è insolitamente lento, che si trattiene riempiendo con calma i calici e il suo orecchio, nel frattempo, cerca di rubare informazioni.”
    Mimò il gesto del versare come se stesse tenendo una caraffa stretta e volesse quasi far cadere il vino goccia a goccia in un calice immaginario che l’altra teneva vicino alla propria persona.
    “Tanto l’atteggiamento fisico quanto l’espressione del volto possono indicare qualcosa, magari lo stesso servitore può apparire nervoso proprio perché teme d’essere scoperto, i suoi movimenti non sono fluidi come vorrebbe, magari quel nervosismo gli fa rovesciare qualcosa.”
    Aveva iniziato citando il linguaggio corporeo e gli atteggiamenti che potevano apparire sospetti, qualcosa a cui era importante prestare attenzione, quello che era ribattezzato il linguaggio non verbale ma non si limitava soltanto a quello.
    “Magari è freddo ma noterete delle gocce di sudore per le emozioni o anche un tono di voce che tradisce lo stato emotivo di chi vi sta vicino, sono dettagli che possono lasciar presagire che c’è qualcosa che vi deve mettere in allerta.”
    Le veniva da sorridere ma si frenò, si stava rendendo conto così che con certi discorsi rischiava di far diventare paranoica anche una persona che non lo era. Magari Corinna avrebbe iniziato a guardare con sospetto anche persone che non lo meritavano e a tenere gli occhi aperti più del necessario.
    “L’esperienza, il capire le situazioni, sono tutti fattori che aiuteranno ad avere via via più chiaro quando è il caso di alzare la soglia dell’attenzione e quando, invece, magari vi trovate davanti ad una sensazione che sulle prime vi aveva messa in guardia senza motivo.”
    Proseguì con altri esempi in modo che fosse chiaro, con tipi di atteggiamento che potevano avere una chiave di lettura utile ad interpretare il linguaggio di tutto quello che era non detto.

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    C

    orinna stava nella Fortezza Rossa come un coniglio poteva stare tra le fauci di un cane. Se già in precedenza non fosse luogo di calma e di rilassamento, dagli ultimi avvenimenti che le stavano turbando l'esistenza era diventato un piccolo purgatorio di eterno fastidio.
    Si era fatta nervosa, agitata, dormiva ancora meno e mangiava se possibile meno del meno. Si sentiva di camminare sugli spilli, in costante tensione...
    Du questo lo stato d'animo in cui fu trovata quando la Volpe, Lady Lyanne, la andò a trovare.
    Corinna era nella proprie stanze, guardandosi in giro come una civetta. Quelle stesse stanze erano state profanate alla ricerca di prove contro Red. Corinna si sentiva quasi violata, quasi come quello che fino a cinque minuti fa considerava fosse suo, non lo fosse più improvvisamente.
    Probabilmente era la stanchezza, la rabbia, il dolore ma... non si sentiva al sicuro. Non si sentiva per nulla al sicuro, e ogni più piccolo rumore la faceva sobbalzare come presa da infarto.
    Forse si era illusa, dopo tanto tempo di soggiorno alla Capitale, di avere una tana sicura a cui poter far ritorno, un rifugio protetto che potesse essere immune dal mondo...
    La vita le aveva ricordato in maniera poco garbata che non stavano affatto così le cose.
    Lady Lyanne l'andò a trovare e, come di abitudine ultimamente, Corinna sussultò sulla propria sedia. Si alzò di scatto come morsa da un ragno, in piena allerta.
    Quando riconobbe il viso amico, gli occhi spaventati sembrarono addolcirsi in una espressione vagamente più serena. Forse serena era una parola grossa, ma sicuramente non era il viso di chi aveva visto un fantasma passargli davanti...

    «Quasi mi rammarico che non mi avete chiesto di andare a caccia... »


    Si guardò in giro, constatando forse per la prima volta da quando era tornata che aveva scostato solo di poco le tende della stanza. Si era rinchiusa in quell'isolamento, e forse inconsciamente sperava che il buio la tenesse nascosta dal mondo esterno.
    Al sentir parlare di archi, quasi recuperò quell'aria di vita che sembrava averla abbandonata.

    «Artigiano? »


    chiese, non perchè non avesse compreso ma quasi per stupore.

    «Milady se desiderate posso intagliarne uno io per voi... Su, al Nord, a casa mia, ho appreso l'arte della falegnameria ormai da anni. Io stessa mi forgiai il mio primo arco... non fece una bella fine ma non per mancanza di cura nella creazione. »


    Sorrise, cercando di sdrammatizzare un attimo.

    «Prego, facciamo due passi... »


    Si alzò dalla sedia e, con una eleganza quasi degna da fiaba, si affiancò alla Lady per fare qualche passo all'interno della Fortezza.
    Non prima ovviamente di aver richiuso a tripla mandata la porta della camera.

    «Se gradite posso farvi io stessa l'arco, così da potervelo fare su misura e adatto alla vostra altezza. Gli archi, quelli buoni dico, sono a forma dell'arciere, e non il contrario. Sarebbe un onore per me. »


    Le sorrise con gentilezza, e se si tralasciavano le occhiaie nere sotto gli occhi, sembrava quasi felice.

    «So che siete una guerriera e probabilmente la vostra lama è spesso affilata tuttavia talvolta occorre che i pericoli vengano notati prima che diventino tangibili, talvolta si nascondono alla luce del sole e i nostri occhi devono essere addestrati a vederli, sapete? »


    Al suono di quelle parole, Corinna si irrigidì quasi. Sembrava avesse percepito il nervoso della ragazza, e i dubbi che l'affliggevano.
    Era forse anche lei una risposta degli Antichi Dei alle sue preghiere? Le avevano forse inviato qualcuno in grado di insegnarle come difendersi dalle lingue velenose e dalle parole dolci?
    Corinna ascoltò con attenzione alle parole della giovane donna. E nel mentre, si soffermava a guardare intorno a loro il mondo che si dispiegava nella sua solita giornata.
    Ma rischiarata da quelle parole di verità, Corinna sembrò percepire piccole accortezze che prima sembrava banalmente ignorare...
    La lavandaia che si allontanava di volata da una stanza, con la cuffietta storta.
    La guardia che rigirava più e più volte l'asta della lancia in mano.
    Il cameriere con un vassoio di dolci, che sembrava guardare con gran attenzione una porta, come se stesse attendendo qualcosa...
    Era un mondo segreto quello delle bugie. Era un mondo fatto di piccole cose insignificanti, che però se svelate tardi potevano dire la fine di ogni gioco.
    Sembrava vedere il mondo da un altro punto di vista, da un'altra finestra rispetto alla solita a cui si è abituati.

    «Capisco... »


    Lyanne ne parlava come se ne fosse esperta. E forse lo era davvero, se era sopravvissuta per tutto quel tempo nelle corti nobili.
    Ma se le stava dando quel consiglio, era evidente che c'era il bisogno di farlo.
    Ricollegando gli ultimi avvenimenti vissuti, sembrava quasi la volesse mettere in allerta per qualcosa...

    «Avete ragione Milady, più volte sono stata cieca, e più volte mi hanno fregato... la spada è affilata, ma se lo spadaccino è cieco, il nemico rimane intonso. Non vi nego che a stare in questa Fortezza mi sentivo come un cieco mendicante, alla mercé dei giochi altrui. Mi avete però fatto il dono della vista Milady... non me lo dimenticherò. »


    La passeggiata durò ancora, e come un credente che ascolta i sermoni del sacerdote fedelmente, Corinna così ascoltava gli esempi che le venivano riportati da Lyanne.
    Vi era più sole, nella vita di Corinna. Più sotterfugi sarebbero venuti a galla.
    Soprattutto ora che era diretta verso casa, là dove qualcuno aveva tradito la sua famiglia e ucciso suo fratello...




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