Arthur

Legge 9

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    Condottiero

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    Parlato Arthur
    Parlato Doran


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    Camminavano veloci verso una piazzetta di un fortino secondario alle pendici della Fortezza Rossa, le pozze di melma fanghigliosa andavano schivate o sia Arthur che Doran vi ci sarebbero finiti dentro e si sarebbero sporcati le vesti! Approdo del Re non era immensa, ma quando erano in ritardo appariva sette volte più grande di quanto lo era in realtà.
    L'ex capitano gli aveva detto che aveva organizzato una lezione speciale mediante un appuntamento. Ma non aveva voluto dirgli più di così.

    Il mentore prese dicendo

    Muoviti Arthur! Siamo in ritardo!

    Fece un cenno al proprio discepolo di seguirlo e, con l'altra mano salutava una guardia in lontananza che palesemente li cercava all'orizzonte come se tenesse una certa premura nell'attenderli. Con un passo spedito i due si avvicinarono alla piazza d'armi di quella che appariva come una caserma o una casamatta tra le tante presenti nella capitale dei Sette Regni. Vi era un gran fragore e tutti urlavano esultanti in un contesto quasi estraneo al contesto bellicoso a cui Arthur e Doran potevano essere abituati. Numerosi stendardi, per lo più Targaryen, addobbavano l'arena al centro della quale era posto un palco con dei seggi per quella che il valyriano capì subito essere una sorta di giuria popolare. Guardò il suo mentore e gli chiese

    Dove siamo di preciso mentore? Oggi c'è un processo?

    Il dorniano, dal canto suo, non esitò a rispondere e disse

    Vedrai! La guerra non sempre sorride a tutti, ma questo già lo sai

    E così presero posto tra la folla scortati da quella guardia che li portò fino alla prima fila dove avevano come 'prenotato' una posizione.
    La scena era ampiamente prevedibile, come ogni guerra vi erano stati vincitori e sconfitti, i primi dopo la vittoria ed i festeggiamenti si rifacevano sugli altri ma se questo spettava alle alte sfere della Fortezza Rossa così non era per i semplici cavalieri senza terra, prodi guerrieri dotati di cavallo, scudo e armatura che sfortunatamente avevano scelto di servire l'anziano, avido, Leone ed ora il popolo ne chiedeva la deposizione a gran voce. Davanti ad un giudice, probabilmente nominato dal Concilio Ristretto, giacevano quindi una dozzina di Cavalieri in ginocchio, il buon Arthur non ne riconosceva nemmeno uno e i loro simboli erano tra loro più disparati e sconosciuti al punto che il giovane si permise di dire

    Questi non hanno un vero titolo, sono cavalieri senza terra giusto?

    L'ex Capitano annuì. Non aveva mai ricevuto l'onore del Cavalierato fermandosi ad essere un "semplice" comandante di vascello. La carriera di marina era diversa da quella nell'esercito reale, ma Arthur era totalmente sicuro che le capacità del dorniano erano alte ed ampie, come aveva già potuto notare.
    Ad ogni modo quelli erano comunque tutti 'Ser' e per questo erano lì, in ginocchio, davanti al giudice. Il dito di Doran si fece allora indicatore, puntando uno dei simboli che giacevano sulle spalle di quelli

    Vedi quello? Quello con il cavalluccio marino giallo rampante e la Fortezza Rossa alle spalle? Serviva come guardia della sala del trono, un aggiunta alle guardie reali nominate abusivamente da Tywin... Un gran guerriero... Gli è stato chiesto se volesse giurare fedeltà ai Targaryen. Ebbene si è rifiutato, ora la sua sorte sarà decisa dal giudice con l'apporto del popolo

    Arthur capì la triste situazione, il solo pensiero di cosa sarebbe potuto accadere se fosse toccato a lui lo preoccupò a tal punto da renderlo in ansia e chiedersi

    Ma come mai una giuria popolare?

    Il mentore lo guardò secco e rispose

    Perché a pochi o nessuno interessa di questi cavalieri senza terra... I loro beni sono ciò che indossano e privati del titolo torneranno ad essere popolani.

    Le grida del popolo si fecero allora più forti, più offensive, e pure qualche ortaggio marcio arrivò a colpire gli imputati mentre sulla platea dei giurati si assisteva a quello che per Arthur e Doran era un giudizio già scritto. I due allora si allontanarono per rientrare a Palazzo mentre dietro di loro i condannati venivano svestiti dei propri beni e dei propri simboli. Si erano macchiati di tradimento alla Corona e per il popolino forse pure di tutti gli altri reati esistenti. I processi popolari non erano mai giusti, Arthur lo sapeva bene, ma come aveva detto il comandante in pensione erano dei processi-farsa perché nessuno a corte era realmente interessato del destino di quei miseri cavalieri senza terre. A Westeros, nei Sette Regni, erano del resto i nobili ad amministrare la giustizia per forma diretta o interposta persona attraverso i propri vicari. Arthur stesso aveva amministrato la giustizia di Lord Lionel sulle navi di Roccia del Drago, prima contro i fanatici di Illyria, poi decidendo di avvalersi dei proprio poteri nell'ordinare la ritirata e infine con Doran esonerandolo a vita dal servizio attivo a seguito della perdita del figlio e del suo impegno ad addestrare ulteriormente il valyriano.
    Ricordava bene come fosse ieri come si era sentito nell'esercitare questi poteri ed i casi ai quali aveva dovuto prendere una decisione non erano altro che una delega della delega. Il giudizio di un Signore si sa, è insindacabile, una volta preso non può essere invertito se non dai Sette Dei ma quanti di quei cavalieri avrebbero chiesto un singolar tenzone per rimanere cavalieri? Quanti? Forse nessuno! Il Re era il massimo giudice per i Sette Regni e così a cascata fino all'ultimo valvassino delle terre. Il giovane, mentre i due camminavano, allora riprese

    Certo... Si fosse trattato di un Lord sarebbe stato diverso... Tywin marcisce nelle sottoterra e vi è finito appena il suo Sovrano si è risvegliato dal suo lungo coma.

    Doran, dal canto suo, non poté che confermare annuendo e si sentì di dire

    Tra due alfieri decide il Lord Protettore, tra due Lord maggiori decide il Re, ma come hai visto per deporre un cavaliere basta un misero funzionario incaricato dalla Corte e circondato dal circo del popolo.

    Lo sguardo di Arthur si fece basso, triste, e la sua affermazione, seppur vera, sarebbe stata assai amara

    Per deporre un Re ci vuole una guerra.

    1008 parole su 600 richieste
    Tratto Marziale
    Requisiti: Legge 8, Amministrazione 40 (posseduta 40)
    Ricompense: 14 punti esperienza, "Legge 9"
     
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    Ottieni "Legge Lv.9"


    Edited by Numar - 16/4/2023, 23:04
     
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