Arthur

Arte dell'Arco 4

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    Parlato Arthur
    Parlato Doran


    Quel giorno Arthur si svegliò tutto dolorante a causa delle botte ricevute il giorno prima durante gli allenamenti con lo spadone avuti con Doran e con gli altri 5 marinai al seguito del suo nuovo mentore.
    Si alzò con qualche gemito e si portò dinnanzi allo specchio ridacchiando alla vista della nuova varietà di lividi ed escoriazioni che aveva sul corpo, tutte tendenti ai colori del nero o blu.
    Una cosa era certa: i 5 spadaccini ci avevano dato giù pesante.
    Si vestì con una camicia pulita e un paio di pantaloni marroni in pelle e, stava per allacciarsi il cinturone con la spada al fianco quando sentì un lieve bussare alla porta.
    Aprì e una serva gli diede un bigliettino con il suo nome scritto sopra e se ne andò. Il valyriano lo aprì e vide la scrittura nitida e marcata dell'ex capitano ormai in pensione che si era preso il compito di addestrare ulteriormente il valyriano.

    Ti aspetto al campo di addestramento. Porta il tuo arco.
    Doran.


    Il bastardo allora lasciò il cinturone dove stava e, aprendo una cassapanca, trovò il suo arco e la faretra con le frecce. Mise il tutto a tracolla e uscì.
    Si diresse subito al campo di allenamento e, come promesso, vi trovò l'ex capitano ad attenderlo.

    Buongiorno Arthur, dormito bene? Ti vedo un po' rigido...

    Buongiorno Doran, nulla di cui preoccuparsi. Ieri tu e i tuoi amici mi avete lasciato qualche livido. Ma almeno ho imparato qualcosa in più.

    Doran sorrise sornione e fece cenno di seguirlo. Si diresse verso un boschetto al limitare del campo.

    Ah Arthur... I lividi non sono altro che un memento del guerriero. Ringrazia che ci siano, altrimenti saresti morto. E ricorda... Il dolore è tuo amico e tuo alleato. Sarà il dolore a dirti quando sei ferito gravemente. Sarà lui a tenerti sveglio e rabbioso e ti ricorderà di finire il tuo lavoro e tornare a casa in qualche modo. Ma sai qual è l'aspetto migliore del dolore?

    No, Doran. Qual è?

    Ti permette di sapere che non sei ancora morto!
    Bando alle ciance... Quast'oggi voglio saggiare le tue capacità con l'arco. Mi hai detto di aver imparato a Delta delle Acque giusto? Gli arcieri delle Terre dei Fiumi sono i migliori a Westeros, quindi dubito di poterti insegnare di più sulla tecnica. Voglio però che tu acquisisca una padronanza impeccabile su quest'arma, tanto da poter colpire un bersaglio anche quando la vista ti è limitata o assente. Quindi ho pensato di fare un giochino con te. Ho diviso questo allenamento in due. Per prima cosa...


    Arrivarono al boschetto ed Arthur si accorse subito che la penombra del mattino mista alle prime luci e i raggi di sole che giocavano sulle foglie degli alberi rendevano difficile la visibilità.

    Vedi Arthur, a quest'ora si verificano le condizioni perfette per la prima parte di questo allenamento. Vedilo come uno skill test. Se riuscirai a portare a termine questo compito potrai andare al successivo. Se no resti qui!

    Doran sorrise enigmatico e prese da una tasca un piccolo uccelletto in legno mostrandolo al giovane scudiero.

    Vedi... Ho sistemato dei piccoli uccelletti in legno, come questi, sui rami di questi alberi. Sono 11. Se ne prenderai almeno 6 potrai passare allo passo successivo. Ovviamente conterò il tuo tempo. Via!

    Arthur aveva già incoccato una freccia e quando Doran diede il via e fece qualche passo indietro lasciandolo solo non seppe bene da dove cominciare. Allora, cercando di calmarsi, ricordò gli insegnamenti di Ser Grell, il Maestro d'Arme di Delta delle Acque. Chiuse gli occhi e rallentò la respirazione cercando di fondersi con la natura circostante. Sentì i tordi mattutini cantare e fischiettare, la leggera brezza sul viso e l'aria che gli scompigliava dolcemente i capelli.
    Quando fu sufficientemente calmo riaprì gli occhi e iniziò a guardarsi intorno. Le foglie si muovevano al venticello rendono l'ambiente un effluvio di colori, luci, ombre e riverberi strani. Ma ciò che era male poteva anche trasformarsi in bene ed ecco infatti che grazie allo spostamento di una foglia il bastardo vide il primo uccellino in legno, appostato su un ramo alto di abete. Prese la mira e scoccò. Ma un raggio di luce dritto sugli occhi gli fece mancare il bersaglio di mezzo pollice.

    Dannazione...

    Prese una seconda freccia e riprovò. Stavolta lo prese. Andò a recuperare il modellino e se lo mise in tasca. Per la mezz'ora successiva il ragazzo cercò e trovò tutti gli uccellini spostato dal mentore e, malgrado le difficoltà date dalla scarsa visibilità riuscì a recuperarli tutti. Ma...

    Ce ne hai messo di tempo Arthur... Devi affinare la tecnica, cercare di vedere anche quando non vedi. Pensa se ti trovassi al buio e un nemico ti vuole morto... Devi imparare a mirare anche senza vedere, facendoti guidare dall'udito, dal fatto, dall'olfatto. Hai i sensi... Usali.

    Mentre il mentore parlava Arthur gli fece vedere tutti gli 11 passerotti in legno presi. Ognuno aveva due tacche in qualche punto. Una di queste tacche erano il segno della punta della freccia del ragazzo quando lo aveva colpito. Doran li prese e, con un dito accarezzò dolcemente le tacche lasciate dalle frecce. Una piccola lacrima si formò all'angolo dell'occhio del dorniano.

    Questi uccelletti... Li avevo costruiti per mio figlio, per addestrarlo come ora sto facendo con te. Sono lieto che dopo la sua morte siano ancora stati utili... È la mia eredità. Tienili e magari un giorno potrai usarli con tuo figlio. Così darai giustizia al mio!

    Il valyriano rimase colpito dall'improvvisa debolezza del dorniano e si commosse per il regalo appena ricevuto. Era come se il mentore vedesse in lui un valido sostituto del figlio perso.
    Doran a quel punto si riscosse e tornò ad avere il suo solito tono brusco.

    Però li hai presi tutti, niente male... Non serviva, ma niente male. Ora vieni con me.

    L'ex capitano precedette di nuovo Arthur fino al campo di allenamento, da dov'erano partiti. Cavò da una tasca alcune campanelle e una benda nera. Mostrò il tutto ad Arthur.

    Ora ti benderò e poi sistemerò queste campanelle in punti diversi di questo campo di allenamento. Aspetta il mio segnale a scoccare qualche freccia, meglio mettermi in salvo prima di fare questo esperimento. Per fortuna il campo è vuoto stamattina.

    Ridacchiò e si avvicinò al giovane. Vide il dubbio nella faccia del suo allievo.

    Ma... Cosa dovrei fare da bendato scusa?

    Aziona il cervello, figlio dell'estate! Ti ho appena finito di dire che devi imparare ad usare tutti i tuoi sensi... A cosa dovrebbe servire questo allenamento secondo te?

    A sentire le campane e scoccare dove penso che siano? Facendomi guidare dal suono?

    Doran sorrise e lo bendò. Il mondo di Arthur divenne nero pece.

    Metterò le campanelle su oggetti facilmente colpibili. Il tuo compito sarà quello di prenderli tutti, spaccando la campanella con la freccia in modo che quella non suoni più e non ti confonda. Sono 5. Ora preparati, ma aspetta il mio segnale a lanciare.

    Sentì Doran allontanarsi ed iniziare ad appendere le campane. Nell'attesa del segnale il valyriano aguzzò le orecchie ed iniziò a farsi una idea sommaria di dove potessero essere le campane. Iniziava a sentirle e si voltò più volte per capire meglio da dove venisse il suono. La difficoltà era data anche dal fatto che il numero delle campanelle poteva confonderlo su dove venisse il suono, quindi cercò di avere chiaro dove fossero le prime in modo da spaccare quelle e poi andare in ordine diminuendo sempre di più il numero dei suoni percepiti.

    Vai! Scocca!

    L'urlo del dorniano arrivò a ciel sereno e quasi spaventò Arthur nella sua tenebra. Regolò di nuovo il respiro, prese una freccia, calcolò la velocità e la potenza del vento... Si fece guidare dal suono e scoccò.
    Sentì un tintinnio, ma la campana a cui mirava suonava ancora. La freccia ci era andata molto vicina. Decise di riprovare.
    Prese un'altra freccia, incoccò e si mise in ascolto. Scoccò.
    Stavolta il suono di coccio rotto fu inconfondibile. La prima l'aveva presa.
    Andò avanti così, piano piano, campana per campana. Solo due le prese al primo colpo.
    Quando anche la quinta campana fu presa, all'improvviso, gli venne restituita la vista.
    Doran era tornato dietro di lui e gli aveva tolto la benda.
    Il valyriano si guardò intorno e, andando a riprendersi le frecce conficcate qui e là, esaminò i punti presi.
    Non era mai andato troppo lontano dalla campana, le aveva mancate di poco.

    Hai fatto un bel lavoro, Arthur. Devi continuare ad esercitarti, ma un nemico è più grosso di una campanella. Se lo miri come hai fatto qui, anche al buio, lo prenderai di sicuro. Ma non ti sedere sugli allori, capito? Continua ad esercitarti con questi metodi!

    1456 parole su 700 richieste
    Tratto Marziale (+25%)
    Pesi da allenamento (+25%)
    Requisiti: Marzialità 40 (150 e fischia posseduta), combattimento corpo a corpo 5 (fatto con Doran), Arte dell'Arco 3 (fatto a Delta delle Acque)
    Ricompense:Arte dell'Arco 4, 18 punti esperienza


    Edited by Pk96 - 17/4/2023, 12:47
     
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    Ottieni 31pe, arte dell'arco 4 +2 Affinità Doran


    Edited by BlackCleric - 18/4/2023, 18:15
     
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1 replies since 17/4/2023, 00:50   38 views
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