Apprendimento Basso Valyriano

Lyanne Florent

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    Il fallimento bruciava. Bruciava eccome, così come il fastidio sempre più serpeggiante nei confronti della figura del Re. Il blocco navale chiesto dal Maestro della Guerra non era stato minimamente disposto e questo aveva fatto sì che i fanatici avessero avuto modo di riorganizzarsi ed accoglierli con quella flotta, il tentativo di riconquistare quell’isola si era rivelato, quindi, un disastro o quasi. Alcune navi erano andate perse e con loro anche i soldati che vi erano sopra.
    Al ritorno avrebbero dovuto cercare di capire come agire ma davanti a lei Lyanne aveva ancora qualche tempo di viaggio, poco oramai, la costa di Approdo era sempre più vicina stando ai tempi dell’andata. Dopo avere conferito rapidamente con gli altri si era rintanata di nuovo nella propria cabina e aveva afferrato quel volume che a stento ricordava di avere portato con sé per affrontare la navigazione, magari qualche momento di quiete.
    Un abbecedario e dizionario di basso valyriano.
    Da qualche tempo si era ripromessa di ampliare le proprie conoscenze linguistiche poi, per un motivo o per l’altro, aveva spesso rinviato ma adesso? Lo aprì lasciando scorrere lo sguardo su parole che non avevano alcun significato, fortunatamente accanto ad essere vi era anche la lingua comune espressa.
    “Tirisitì?”
    Lesse con tono interrogativo e la cadenza sbagliata prima di rendersi conto della complicazione, nessuna delle parole che andò avanti a leggere aveva un’assonanza con quelle che era abituata a pronunciare e usare sin da quando era una bambina e ne aveva alcuna memoria. Sembrava di dover imparare a parlare da capo. Sfogliò altre pagine, la costruzione delle frasi era un’altra cosa su cui avrebbe dovuto lavorare e farlo senza avere qualcuno con cui parlare in modo costante quella lingua le avrebbe reso più complicato il lavoro. La balia che le era stata lasciata per le figlie, assegnata da casa Targaryen, conosceva l’alto valyriano ma il basso era un’altra cosa.
    “Ferìfar.”
    Lesse un’altra parola provando a migliorare la pronuncia, la ripeté più volte fino ad avere più chiara quella corretta e ad averne appreso il significato poiché avrebbe potuto tornarle utile in contesti basilari.
    Decise di concentrarsi sull’apprendere un vocabolario inizialmente più semplice e di trascrivere quei termini, iniziare a metterli su un foglio di pergamena le avrebbe concesso di memorizzarli.
    Più andava avanti e più aveva l’impressione che studiare da sola fosse complicato, nessuno le stava insegnando la giusta pronuncia o le permetteva di ascoltarla e, soprattutto, non aveva dinnanzi qualcuno che parlava quella lingua e le permettesse di imbastire un dialogo per esercitarsi dopo avere memorizzato qualche vocabolo. Tirare fuori un piccolo specchio da toeletta, con il manico, ed osservare il proprio riflesso, il labiale, ascoltando la propria voce era ben lontano dall’esperienza di una persona con cui raffrontarsi davanti ma andò avanti per tutto il tempo, abbastanza da perderne la cognizione.
    Si trovò un paio di volte a chiudere quel volume e massaggiarsi le tempie, sicuramente una volta raggiunta la terraferma avrebbe dovuto tirarlo fuori di nuovo ed esercitarsi anche nei giorni a venire. Una lettura quotidiana non poteva fare altro che giovare, rinforzare quello che stava imparando e permetterle di mettere assieme qualche altro vocabolo.
    Era tornata sulla composizione delle frasi quando entrò Orwell, aveva bussato ma lei, concentrata sulla lettura, si era persa quel suono tanto che sollevò il capo con uno sguardo infastidito per l’interruzione.
    “Itì giyò ty ras?”
    Chiese con la mente ancora proiettata sul basso valyriano. Peccato che gli avesse appena chiesto se non glia avessero insegnato a pettinarsi invece che usare il verbo giusto per bussare, per quel che ne capiva l’uomo era pressoché identico. Lui la guardò con fare confuso, di chi non aveva capito molto.
    “Siamo prossimi al porto di Approdo.”
    Richiuse l’abbecedario e lo ripose, avrebbe dovuto sicuramente tirarlo fuori di nuovo per un ripasso ma quel giorno non avrebbe potuto fare altro.

    640 parole (minime 600)
    Requisiti: Conoscenze 10 (punteggio attuale 41)
    Possesso abbecedario (ottenuto e presente in scheda)
    Ricompense:
    Basso Valyriano
     
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