In fondo al mar, tutto bagnato è molto meglio credi a me!

Corale gente di mare

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    Eivor Bar Emmon• 21 gennaio 286 • Mercantile• Pomeriggio

    "Signorino Bar Emmon!" -il pomeriggio di quella giornata di navigazione procedeva placido come i precedenti, ma il riposo di Eivor venne presto interrotto dalle grida del Capitano che lo chiamavano al timone.
    "La flotta reale è in vista!"-Jon avrebbe accompagnato lo sguardo del ragazzo all'orizzonte dove si stagliava il profilo di una manciata di dromoni, visibilmente più imponenti del mercantile in cui si trovavano -"Non pensavo che li avremmo recuperati ancora nella Baia...qualcosa deve averli rallentati..."
    Il Capitano aveva commentato più per sé che per il suo interlocutore, quindi si apprestò a dare ordini ai marinai: "Fate sventolare la bandiera di Punta Acuminata, così ci riconosceranno!"
    Mano a mano che si avvicinavano, gli occhi di Eivor avrebbero potuto riconoscere otto dromoni e una nave molto più piccola persino del suo mercantile presto individuata anche dal Capitano: "Quella è una nave lunga. Non sapevo che vostro zio fosse accompagnato anche dagli Uomini di Ferro..."
    Quello era indubbiamente un particolare...strano.
    "Preparate la scialuppa! Appena ci risponderanno caleremo il signorino!"

    Astrid Grafton - Vicare Vorys• 21 gennaio 286 • Flotta reale -quali navi?• Mattina

    La partenza da Riposo del Corvo era avvenuta in mattinata in tutta calma, dopo aver preso dagli Staunton i rifornimenti necessari per il viaggio proprio e dei mercenari ingaggiati. Si trovavano ancora all'interno della Baia delle Acque Nere e secondo Dick sarebbero arrivati in mare aperto nel giro di un paio di giorni di navigazione; da lì occorreva proseguire verso nord fino a Porto Bianco, sperando di non imbattersi in altre sorprese.
    La prima delle tante, era apparsa sotto forma di un mercantile che li seguiva a velocità sostenuta da sud: la bandiera battuta dall'imbarcazione rappresentava un pesce spada blu su un cancello argentato su sfondo bianco. Cosa rappresentasse quel simbolo sarebbe rimasto un mistero sia per Vicare sia per Astrid, ma era evidente che la nave volesse in qualche maniera comunicare con la flotta. Dall'albero Maestro della nave condotta dal Bar Emmon si era alzata una bandiera a cinque strisce che dalle estremità erano due blu, due bianche e una rossa. Segnale assolutamente sconosciuto per i due ragazzi, ancora una volta. Era possibile che stessero rallentando nuovamente?

    Indicazioni
    CITAZIONE
    Intanto quando vi imbarcate ditemi se modificate la situazione navi, perché io al momento ho questo + 1 nave lunga
    Disegno_senza_titolo__1_
    FORMAZIONE
    Nave azzurra AMMIRAGLIA: Duran Bar Emmon + 150 soldati Bar Emmon + 60 prigionieri= 211 persone
    Nave gialla: Billy Stone + Astrid e Kristoff (contano come uno) + 238 soldati Grafton + 60 prigionieri= 300 persone
    Nave verde: Vicare + 229 soldati Grafton + 70 prigionieri= 300 persone
    Nave rosa: 240 soldati Grafton + 60 prigionieri= 300 persone
    Nave rossa: Dick Crabb + 150 soldati Crabb + 60 prigionieri +20 soldati Grafton= 231 persone
    Nave blu: 230 soldati Grafton +70 prigionieri= 300 persone
    Nave marrone: Reginald Waters + 150 soldati Massey + 60 prigionieri + 20 soldati Grafton= 231 persone
    Nave arancione: Conrad Thorne + 150 soldati Thorne + 60 prigionieri+ 23 soldati Grafton= 234 persone
    Nave lunga: 40 mercenari

    Potete modificare questa disposizione come volete tenendo conto dei minimi e della capienza di ogni tipologia di nave.
    Io per ora ho lasciato la cosa sul vago perché non sapevo effettivamente dove voi foste; se siete con un png o con lo stesso Duran in nave potete chiedergli tutto tranquillamente.

    Limite post: mercoledì 14 giugno
     
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    Mangiando un tozzo di pane raffermo Eivor si stava godendo il pomeriggio, aveva aiutato nella mattinata con l'organizzazione di alcuni carichi nella stiva e nella lista delle cose da fare rimaneva soltanto l'ozio. La schiena poggiata su un barile veniva inumidita dai liquidi contenuti dal contenitore che gocciolavano e le gambe completamente stirate a terra creavano un ostacolo improvvisato per chiunque passasse di lì. Come il mercantile su cui viaggiava, in egual modo la mente navigava verso porti della mente lontani. Pensieri verso casa, verso il futuro. Il Bar Emmon fu riportato alla realtà dal capitano che a gran voce richiamava a sè l'attenzione. La flotta reale era finalmente stata raggiunta e seguendo con lo sguardo il dito del Capitano Jon diretto verso Nord gli occhi di Eivor si posarono su otto splendide navi che solcavano il Mare Stretto in nome della corona, la loro formazione intimidiva al solo sguardo, sembravano pronte alla guerra. Il viaggio per acchiapparle aveva lasciato in Eivor emozioni contrastanti sulla vita di mare, se da un lato la bellezza del viaggio poteva quasi definirsi magica l'altra faccia della medaglia aveva invece mostrato quanto potesse essere logorante starsene mani in mano aspettando di arrivare a destinazione cullati dalle onde. Le aspettative del Capitano furono comunque smentite riguardo i tempi dell'inseguimento, Eivor stesso si aspettava di superare almeno le coste della Valle prima di intravedere vele amiche. Non osava lamentersene però, significava avere più tempo per stare nella flotta. Il Capitano fece notare la presenza di una nave lunga, marchio di fabbrica dei Ratti di Ferro. Eivor ne invidiava sicuramente lo stile di vita devoto all'avventura ed al saccheggio, ma li reputava selvaggi insozzati di fango e sale. La loro presenza era inaspettata e sicuramente bisognava stare all'erta, raramente quei razziatori avrebbero mosso un dito senza un tornaconto personale.
    Senza aspettare nessun via libera Eivor strappò dalle mani di uno dei marinai le corde che tenevano in bilico la scialuppa al fianco del mercantile. Slegando i nodi che la mantenevano salda nella sua posizione la piccola imbarcazione fece un tuffo in acqua alzando qualche zampillo fino alle ringhiere del brigantino. Il Pescespada salì in groppa della sua nuova "nave" provvisoria e remi in mano coprì la distanza, ormai misera, tra il mercantile e la flotta. Con la coda dell'occhio vide una delle navi in formazione issare una bandiera e decise così di avviarsi lì, non sapeva cosa volesse dire ma non poteva essere di certo un caso che fosse stata innalzata all'arrivo della nave salpata da Punta Acuminata.

    Affiancato il dromone il Bar Emmon si aggrappò ad una scala fatta di corda salendola. Una volta su non potè che sorridere alla vista di così tanti soldati, di cui la maggior parte portavan fieri il pescespada sulle proprie cotte d'armi. La vita sul mercantile impallidiva al confronto di quella presente sulla bestiona su cui Eivor aveva appena poggiato gli stivali. Se nella prima l'equipaggio era esclusivamente composto da semplici uomini di mare lì invece torreggiavano file di soldati intenti ad affilare le armi e ammaestrare le vele capricciose dell'imbarcazione. »Indicatemi dove si trova Duran Bar Emmon.« Sentenziò con fare autoritario, non c'era certo bisogno di presentazioni e convenevoli per il pupillo di Punta Acuminata. Una volta ricevute indicazioni si sarebbe diretto verso lo zio marciando lentamente, così da scrutare tutto ciò che aveva attorno.
    »Vuoi forse invadere il Nord con questa flotta, zio?« Avrebbe esordito scherzosamente una volta trovato lo zio, ignorando eventuali figure presenti. »Ne è passato di tempo.« Avrebbe concluso porgendo poi la mano verso l'uomo, Eivor non era un tipo da abbracci ma quel prostrare la mano era il suo modo per far sapere che gli era mancato. Ne era passato davvero tanto di quel tempo pensò tra sè Eivor. L'ultima volta arrivava a stento ad eguagliare la statura dello zio, mentre lì su quella barca Duran avrebbe probabilmente dovuto alzare il mento verso l'alto per incrociare lo sguardo del suo non più piccolo nipote. Il giovane Pescespada provava un sincero rispetto verso il fratello del padre ed il sapere che portava avanti gli interessi della corona stessa sotto la bandiera dei Bar Emmon non faceva che amplificare la cosa.
    Il tempo per la rimpatriata era finito però, ed Eivor diede le spalle allo zio guardando verso la prua e l'orizzonte incrociando le braccia. »Mio padre mi ha fatto partire in fretta e furia senza neanche degnarmi di un briciolo d'informazione, che succede zio? Perché una flotta salpa verso Nord e a cosa è dovuta la mia presenza qui?« L'ultima domanda forse non aveva risposta neanche per Duran, non sarebbe stato così difficile da credere che Lord Roger avesse deciso di mandare il figlio con lo zio senza meditare troppo su una ragione per farlo. Fatto sta che ormai Eivor era lì e poteva dare una mano, al fianco di Duran.

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    Riposo del Corvo era stata gentile con loro, e loro avevano ricambiato: grano da Vicare e acciaio da Astrid, gli Staunton erano stati rassicurati su tutti i fronti incuranti della giovane età di Astrid o dell’estrazione sociale e culturale di Vicare.
    Un luogo amico. Non male come prima visita ufficiale da Lord - il bilancio era positivo, il tempo era sereno…si prospettava una buona giornata. C’era un solo dolore.
    Raggiunse Astrid pochi minuti prima che la flotta salpasse fuori dal porto, cingendole le mani per stampare un bacio sul loro dorso.
    Al prossimo porto mio amore - la salutò tentando di infonderle fiducia - alla fine di questo percorso governeremo insieme come Lord Baelor e Lady Isla. Ancora una traversata. - la rassicurò con un sorriso prima di lasciarla imbarcare assieme a Ser Stone.
    Passò a salutare anche gli altri cavalieri, soffermandosi nuovamente a complimentare Conrad Thorne per il coraggio dimostrato.
    Per quanto mi riguarda non dovete preoccuparvi di piccoli ritardi come questi, fate il vostro dovere e la Corona sarà al sicuro in un battibaleno. Vento in poppa cavaliere.
    Tutto come doveva essere, certo c’erano quei mercenari al timone di una nave lunga carica di loro denaro, ma il Braavosiano, forse per difetto culturale, continuava a credere che potesse esserci un’utilità dietro a quelle spade di ventura.
    Una volta salpati da porto, Vicare fu libero di abbacchiarsi nella propria cabina, lasciando marinare i marinai senza intralcio e stendendo un momento le gambe sul tavolo, scostando leggermente le carte nautiche e lisciandosi la barba con la mano destra. Lo colse il gaudio la ruvida presenza di una briciola, passeggero imprevisto che fu lesto a cacciarsi in bocca.
    Diamine la cucina di Lord Baelor…ci credo che necessitino di grano, quando si ha una cuoca capace di cucinare certe torte è un dovere universale metterle a disposizione qualsiasi risorsa…spero questa briciola fosse del pasticcio di prugne di stamani e non della torta di montone di ieri. - rimuginando sui burri e le sfoglie, la transizione verso il sonnecchio di metà mattino fu rapida ed indolore.

    Remando sulla gondola dei suoi sogni su placide acque scure come il vuoto, Vicare finì nuovamente per imbattersi nei suoi vecchi amici, trovandosi improvvisamente circondato da fitti tronchi ed a dover navigare sulle burrascose spire di aspidi e neri pitoni. Giocavano a fingere di mordergli i piedi, tirandosi indietro solo dopo avergli sfiorato le caviglie o le dita. Piantatela. Devo andare a Porto Bianco. Al sicuro.- protestò insistendo a remare. Contro a quell’affermazione si scagliò insospettabilmente suo padre, che gli strappò il remo di mano e con espressione contrariata lo schiantò sulla barca.



    Aperti gli occhi, l’opinione di Vicare per la cuoca di Riposo del Corvo era mutata considerevolmente.
    Avanti - grugnì il rosso togliendo i piedi dal tavolo e sedendosi dritto. Lo stomaco sembrava tutto d’un tratto furioso e gli spedì una mortifera bolla su per la gola.
    Il marinaio che aveva avuto la clemenza di destarlo entrò per comunicargli l’avvicinamento di una nave all’ammiraglia del Bar Emmon, suscitando un deja vu in Vicare, il quale annuì per congedarlo.
    Nuovamente da solo lasciò andare un rutto ritrovandosi la bocca invasa da un sapore marcio che lo fece pentire di ogni sua scelta.
    Vile tradimento…dormire di giorno…non finisce mai bene - si lamentò issandosi in piedi e riempiendosi un bicchiere nel barile d’acqua fresca appena riempito a Riposo del Corvo. Si bagnò il volto e bevve un sorso per sciacquare le fauci, poi uscì sopracoperta per constatare la natura del nuovo imprevisto.

    E’ possibile che Ser Duran abbia chiesto rinforzi in questi giorni? - chiese ad alta voce, a nessuno in particolare -Nah, non esiste che da Punta Acuminata a qua corrano solo due gior-burp-merda… - nonostante l’indigestione, Vicare aveva fatto tesoro della recente lezione del maestro degli Staunton e non c’eran dubbi su cosa quel pescespada significasse.
    Affidiamoci al buon sen-burp-so di Ser Duran, ad ogni modo…preparatemi la scialuppa, se ci devono essere cambiamenti nell’organizzazione della flotta è comunque opportuno che le sovrintenda temo… - considerò aggrottando la fronte.
    Non lo entusiasmava perdere ore di navigazione per ogni cagata di gabbiano, ma supponeva che facesse parte del dover esercitare la propria autorità. Non aiutava che quel sonnellino andato storto gli avesse ribaltato l’umore, ma il dovere era dovere.

    Assicuratosi che la scialuppa non fosse stata calata fra i serpenti, Vicare diede l’ordine di essere portato a bordo della nave di Ser Duran. L’ultima volta aveva fatto quel percorso perché vi era una minaccia all’integrità della flotta, questa, invece, sentiva che oltre la possibilità di vomitare in presenza di un uomo che già pensava poco di lui, non si corressero grandi rischi.
    770 parole.
    Confermo la distribuzione navale e raggiungo anch'io il party a casa Duran duran.
    A Riposo del Corvo c'è un png cuoco, potevo farmi perdere l'occasione?


    Edited by Il Duca di Plexiglass - 12/6/2023, 21:28
     
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    Stava quasi per imbarcarsi per l’ennesima volta sul veliero che avrebbe permesso al gruppo di riprendere la loro traversata che avrebbe condotto Astrid e Vicare verso il loro destino di futuri sposi, quando venne raggiunta proprio da quest’ultimo, al quale la ragazza sarebbe saltata volentieri al collo per baciarselo, un lusso che tuttavia lì per lì non poteva permettersi, obbligandosi a fatica a limitare il proprio saluto ad un’imitazione di ciò che aveva appena ricevuto sulle proprie mani dal futuro marito.
    “Ancora una” Ripetè, avvertendo le viscere in fiamme per l’emozione all’idea che al successivo attracco avrebbe visto la loro ufficializzazione come marito e moglie.

    Astrid non mancò di gettare alcuni sguardi a metà tra il rattristato e lo speranzoso, come se desiderasse di salire sulla stessa nave con lui, di trascorrere assieme l’ultimo periodo che li separava dal loro nuovo inizio come sposi.
    Ma ciò non sarebbe accaduto, se ne rese conto anche lei quando si sporse per l’ultima volta dal parapetto nell’istante in cui furono mollati gli ormeggi, cercando il braavosiano con lo sguardo senza però trovarlo.

    “Ancora un pochino di pazienza, dunque…” Pensò tra sé e sé, scoprendo una porzione di guancia del neonato avvolto dalle fasce contro il proprio petto e passando due dita sulla sua guancia, prima di ritirarsi in cabina. Gli scricchiolii legnosi, l’odore salmastro che si mischiava a quello delle travi del sottocoperta, le voci soffuse sul ponte superiore, l’ondeggiare ritmico della nave… no, erano tutte cose che di cui non aveva sentito la mancanza neppure per un minuto, ma era troppo stanca per pensarci. Sistemando un cuscino sul fondo del proprio giaciglio, vi si appoggiò di schiena a gambe incrociate mentre con fatica cercava di scoprirsi un seno per allattare Kristoff, una routine ormai segnata non solo dall’abitudine ma anche dallo scorrere del tempo, a cui aveva quasi spontaneamente iniziato a far caso d’un tratto e senza bisogno di alcun insegnamento.

    Fu invece un caso che Astrid, più tardi quel pomeriggio, si trovasse sul ponte principale del veliero, intenta ad addentare un tozzo di pane in maniera distratta – e rimpiangendo le numerose pietanze di Riposo del Corvo con cui aveva avuto il piacere di rifocillarsi a più riprese – quando una certa concitazione prese piede tra tutti i membri dell’equipaggio, quando la nave ammiraglia su cui veleggiava il Bar Emmon espose una bandiera che Astrid non aveva mai avuto modo d’intravedere prima di allora e il cui significato le era dunque sconosciuto.

    Sporgendosi cautamente dal parapetto in legno, facendo comunque attenzione a mantenere una distanza di sicurezza da quest’ultimo, gli occhi azzurri della ragazza si rivolsero nella stessa direzione in cui molto marinai avevano gettato il proprio sguardo e la giovane Grafton notò immediatamente la presenza di un’altra imbarcazione diretta all’apparenza verso la loro direzione. Non riuscì, ovviamente, ad identificare il vessillo esposto su di essa, ma con una certa tranquillità si ritrovò ad escludere una qualche aggressione da parte di pirati o fanatici: se così fosse stato, il ponte sarebbe stato invaso dai soldati di suo padre armati fino ai denti e lei sarebbe stata riportata al sicuro da Ser Stone, sottocoperta.

    “Stiamo incontrando più gente in mare che facendo un giro al mercato di Città del Gabbiano, mancano soltanto le vecchie contadine che raccontano di come abbiano fatto fatica a sradicare i ravanelli, il venditore di ostriche e vongole e poi letteralmente è la stessa cosa” Commentò proprio al cavaliere incaricato della sua sicurezza, dopo averlo raggiunto con Kristoff in braccio che visibilmente protestava per quel trambusto.

    “Dovrei… sì, direi di sì, col cazzo che mi ci faccio tagliar fuori” Borbottò tra sé e sé, scoccando poi un’occhiata ad un paio di marinai di passaggio
    “Preparatemi una scialuppa, vediamo cosa vogliono” Ordinò senza tanti giri di parole: essere una ragazza non era un valido motivo per lasciare Città del Gabbiano senza alcun tipo di potere proiettato su eventi del genere e d’altra parte sapeva benissimo che suo padre glielo avrebbe rimproverato.

    “Mai lasciare che altri prendano decisioni per le quali sei convolta anche tu senza far sentire il tuo parere”

    Buffo: doveva rimanere al suo posto di Lady sottomessa ma far sentire la propria voce: un controsenso.

    696 parole

    Una accuratissima e precisa rappresentazione di Astrid quando deve scegliere che vocaboli usare: eoLKiGV


    Edited by Erika_111 - 1/7/2023, 17:57
     
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    Tutti• 21 gennaio 286 • Ammiraglia• Pomeriggio

    Se Ser Stone aveva accolto con un sorriso le esternazioni della Grafton, i marinai che accompagnavano Vicare sembravano piuttosto preoccupati del suo stato di salute; se chi aveva il compito di guidarli in situazioni d'emergenza avesse trascorso la maggior parte del suo tempo a vomitare sarebbe stato un bel guaio! Ad ogni modo, i due promessi sposi poterono giungere indisturbati fino all'ammiraglia e osservare la scena che lì si stava consumando: un ragazzo alto e tonico col viso di una fanciulla si era approcciato al burbero Duran appellandolo come zio? Sfortunatamente nessuno dei due sposini aveva studiato con attenzione la storia dei Lord di Punta Acuminata, dunque nome e identità di quel ragazzino erano ignoti. Si trattava del figlio di Lord Staunton? Oppure di Lord Bar Emmon?
    "Eivor! Cosa ci fai qui?" -almeno il nome non sarebbe più stato un problema da chiarire né per Astrid né per Vicare. In un primo momento il Bar Emmon sembrava stupito, ma ben presto si disegnò sul viso un sorriso del tutto nuovo sul suo volto! Strinse con energia la mano del nipote.
    "Tuo padre è solito assegnare compiti prima di fornire spiegazioni." -liquidò con una sola frase il rapporto con suo fratello dandosi da fare invece per meglio accogliere Eivor sulla nave che gli andava a mostrare passo dopo passo.
    "Stiamo scortando qualche centinaio di criminali fino alla Barriera per conto della Corona. Contiamo di raggiungere Porto Bianco tra un mese se non avremo altre interruzioni durante il viaggio."-portò una mano tra i capelli del nipote per scompigliarglieli come faceva diversi anni prima quando era ancora un bambino -"Roger intende farti fare le ossa immagino, ma mi vengono in mente almeno una decina di idee migliori che fare da balia alle reclute dei Corvi."
    Il sorriso ampio e sincero di Duran si spense non appena si rese conto che Lord Vorys e compagna erano giunti sulla sua nave e, probabilmente, avevano ascoltato la loro conversazione mentre salivano sull'ammiraglia. Con un cenno della mano invitò Eivor a seguirlo di fronte ai due ragazzi.
    "Eivor, ti presento Lady Astrid Grafton. E' la figlia di Lord Gerold Grafton, Signore di Città del Gabbiano." -fortunatamente la lezione di Orientamento che era riuscito a rimediare aveva avuto almeno la funzione di indicare al Bar Emmon che Città del Gabbiano fosse un seggio nella Valle, seppure probabilmente la presenza di una donna in una missione paramilitare non era cosa comune.
    "E...Lord Vicare Vorys, braavosiano. Il Sire nella sua infinita bontà e saggezza lo ha reso Lord dei vecchi possedimenti di Blanetree, nei Fiumi." -l'astio che Duran provava per il rosso era piuttosto tangibile, soprattutto perché non faceva molto per nasconderlo. In che modo un braavosiano fosse diventato Lord di Westeros sarebbe però stato un mistero anche per il ragazzo.
    "Lui è Eivor, figlio di Lord Roger Bar Emmon di Punta Acuminata. Mio nipote. Si unirà a noi per il resto del viaggio."

    CITAZIONE
    Conoscenze!!! giljotiini thumbup
    Non avete una turnazione specifica per ora quindi vada pure prima chi lo desidera, l'importante è che leggiate e consideriate le risposte di chi ha postato prima di voi ovviamente.

    Limite post: giovedì 22 giugno
     
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    La parte verticale del tragitto fu la peggiore: era meglio chiudere gli occhi o fissare un punto fisso? Il solo suono della carrucola era sufficiente a torcergli le membra; dunque non c’era motivo di sembrare ancora più stupidi chiudendo gli occhi, no?
    Dopo quelle che gli sembrarono ore poté finalmente mettere i piedi sul ponte dell’ammiraglia, un terreno non propriamente solido ma più saldo della scialuppa. Biascicò un ringraziamento e si passò le mani fra i capelli assestando un po’ la situazione mentre lasciava sibilare tra le labbra l’ennesima bolla d’aria indigesta.
    Sorrise scorgendo l’arrivo di Astrid e Ser Stone.
    Viaggiare ti rende particolarmente raggiante Jorrāeliarza - la salutò, astenendosi dal baciarla in quella circostanza. Lui non doveva avere una bella cera, ma tentò ad ogni modo di far finta di nulla.
    Ora vediamo com’è che la nave di Ser Duran è riuscita a trovare la sua anima gemella - scherzò occultando al suo meglio il proprio disagio.
    L’emissario era già a bordo e Vicare poté carpirne il nome e la relazione con Duran giusto in tempo
    Eivor…nipote di Duran. Schiuma di mare, com’è che la Baia brulica di parenti di quest’uomo? - il ragazzo, nonostante l’impressionante stazza era…beh, chiaramente un ragazzo. Il dubbio era se fosse il corpo ad essere ipertrofico od il volto acerbo, ma la differenza non aveva grande importanza in realtà.
    Vecchio o fanciullo l’importante è capire chi seguirà…e con quale scopo. - da quello che si erano detti sembrava che Duran non avesse nulla a che fare con l’arrivo del nipote, cosa che Vicare non faceva fatica a credere, ma che si trattasse di una totale coincidenza gli suonava comunque strano.
    Magari sarà un altro Conrad Thorne, insegue il sogno dell’avventura e cederà alla prima tentazione - peccato che rispetto all’incontro con il Thorne alla capitale, in questa circostanza era proprio Duran a fare le presentazioni e gestire il nipote. Ovviamente non poteva essere esplicito nell’astio, ma per la second volta di fronte ai famigliari del cavaliere, il nome del Vorys veniva inserito in fondo e con un tono che chiaramente voleva pilotare un certo tipo di opinione. Con lord Baelor e lady Isla, Vicare era riuscito a girare la situazione a proprio vantaggio…almeno apparentemente - Nulla toglie che una volta ottenuto ciò che volevano e congedata la nostra presenza non siano scoppiati a ridere…- con lo stomaco in rivolta era più facile che la negatività filtrasse, doveva lottare per tenere la voce invece quanto più piacevole oltre che la sua pronuncia quanto più immacolata.
    Il figlio di Lord Bar Emmon? - sorrise -E’ un piacere fare la vostra conoscenza Eivor. Questa missione si sta trasformando in una scampagnata di famiglia per voi, Ser. - proseguì, scherzando ma non troppo. Sembrava quasi che il signore di Punta Acuminata ci tenesse particolarmente a vedere quei cinquecento uomini dell’Ovest a congelarsi a Nord.
    Se cercate esperienza siete nel posto giusto. Non ha avuto modo di raccontarci i dettagli, ma Ser Duran ha accennato di aver una notevole esperienza militare…pensate che pochi giorni fa ha catturato una nave carica di ribelli! - raccontò guardando l’enorme Bar Emmon negli occhi. Non era totalmente vero che Duran avesse preso in custodia la nave dei fanatici, se il merito era di qualcuno era del Thorne e del mercenario Naaro, ma lo incuriosiva vedere come avrebbe reagito a false lodi di fronte a suo nipote.
    Non potevamo chiedere un condottiero migliore per questa missione. - sorrise incrociando lo sguardo con quello del cavaliere. - A che ruolo pensavate? Navigherete con vostro zio o comanderete la nave con la quale ci avete raggiunti? - da un lato cercava di capire se ed in che misura Eivor cercasse una propria autonomia rispetto allo zio, dall’altro voleva vedere se il rigido Ser Duran avrebbe concesso un simile desiderio al suo sangue.
    Un “dettaglio” che Duran aveva tralasciato era il legame fra Vicare ed Astrid, una dimenticanza che il Vorys non sapeva se essere intenzionale o genuina e che non corresse. Nella sua testa, correggere Duran sarebbe stato come accusare il colpo, preferiva che fosse lui stesso a dover completare le informazioni date al nipote.
    700 parole.
    Non metto in dubbio l'utilizzo della ghigliottina per le conoscenze...ma segnalerò che è una scelta particolare.
     
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    Il viso di Eivor si rilassò al sapere finalmente qualcosa riguardo la spedizione, era stato mandato lì brancolando nel buio. Certo non avere un ruolo preciso se non quello di "fare esperienza" lo aveva visibilmente deluso, ma almeno il carico trasportato dalla flotta sembrava di grande importanza, ed Eivor era felice di sapere che il suo nome sarebbe spuntato tra i responsabili del compimento della missione. »Arrivare prima della cattura di questi disgraziati e metterli in catene sarebbe stato sicuramente più divertente.« Disse sconsolato, d'altronde il resto del viaggio non prospettava nulla di movimentato, il grosso era già stato fatto.
    La mano si affrettò a riposizionare i capelli dietro le orecchie, non aveva mai amato quel gesto affettivo dello zio. »Spero avremo modo di allenarci con le spade zio, vedrai quanto sono migliorato« Batterlo con in duello gli avrebbe sicuramente fatto capire che non era più un ragazzino, ma un uomo. Il giovane pescespada era sicuro di sè e voleva farsi valere davanti a suo zio, voleva fargli capire che la sua presenza era un valore aggiunto e non un dovergli fare da balia come con quei prigionieri.
    L'espressione dello zio cambiò improvvisamente alla vista di due ospiti, forse inaspettati vista la reazione di Duran. Chi erano? Probabilmente altri membri della spedizione: La prima, Lady Grafton di Città del Gabbiano, una piacevole fanciulla della Valle dalla chioma fiammeggiante. Eivor si limitò ad un chinare il capo. »Lady Grafton, è un piacere.« Disse con il suo peculiare fare completamente gelido. Lo sguardo poi passò a tale Lord Vicare Vorys, un altro rosso. Il suo identikit era indubbiamente insolito e la sua figura non sembrava molto apprezzata dallo zio dati i toni e gli sguardi usati per presentarlo. Se non altro lo aveva incuriosito, come poteva un braavosiano scavalcare secoli di tradizioni e divenire Lord di un seggio dei Sette Regni. Eivor non poté che storcere il naso a tali informazioni miste al tono aspro dello zio, ma se quel Vicare era finito in quella posizione doveva sicuramente essere influente o ricco, ed entrambe le cose potevano tornare utili. »La corona ripaga dei debiti con la Banca di Ferro donandole titoli nobiliari?« Chiese con una schiettezza che poteva benissimo risultare fastidiosa, per poi recuperare in extremis. »Un piacere fare anche la vostra di conoscenza, Lord Vorys.«

    »Questo tipo di competenza la troverete in ogni Bar Emmon che incontrerete, Lord Vorys.« Asserì Eivor tenendo una compostezza militare in risposta a quelle lodi. In cuor suo era orgoglioso di sentire tali racconti, lo zio stava portando onore al Pescespada. Quel suo riempire di complimenti l'altro Bar Emmon lo aveva confuso, il braavosiano era veramente così affabile o stava tentando di imbonirsi Duran? Il suo modo di fare veniva tradito dallo sguardo con cui l'uomo sembrava fissarlo.
    Si passò poi a parlare del ruolo di Eivor in quella spedizione, il ragazzo sperava che una volta trovato lo zio avrebbe appreso da lui per quale motivo fosse lì, ma evidentemente la sua utilità doveva trovarsela da solo. Il mercantile aveva già il proprio Re: il capitano Jon. Per non parlare poi del suo rapporto non proprio amichevole con i marinai di quella nave, lo avrebbero probabilmente buttato in acqua nel sonno se avesse provato a dare più ordini del dovuto. No il suo posto era lì, con suo zio. I Pescespada dovevano restare uniti se si sperava in un futuro prospero per il casato. »I Bar Emmon comandano la flotta a quanto pare, dunque il mio ruolo è già deciso.« La risposta era volutamente molto vaga, poteva voler dire mille cose. Sapeva però di dover stare sotto l'ala dello zio, la voglia di farsi valere era tanta ma Eivor non era uno stolto, doveva affidarsi a chi poteva insegnarli qualcosa se voleva veramente "farsi le ossa" nella sua prima esperienza fuori dalle protettive mura di Punta Acuminata. »Voi invece? Una fanciulla della Valle ed un Lord dei Fiumi che utilità portano alla spedizione? Immagino abbiate un ruolo importante.« Le presentazioni sembravan esser diventate una partita a scacchi; Eivor non era di per sè la più socievole e amichevole delle persone, e lo zio aveva fornito l'assist perfetto nel farlo diventare diffidente verso il braavosiano. La Grafton invece era un'incognita, cosa ci faceva una Lady in mezzo a soldati e uomini di mare scortando dei prigionieri?
    »Il viaggio è lungo ed il tempo dovrà pur passare in qualche modo, spero possiate raccontarmi di Braavos in compagnia di qualche bicchiere di vino.« La domanda di per sè era genuina data la sua ammirazione per Essos e l'ardente desiderio di visitarne le famose città. Inoltre voleva conoscere più a fondo Lord Vicare Vorys, se doveva passarci un mese insieme Eivor doveva capire se potersi fidare o meno. »Ovviamente l'invito ad unirsi è rivolto anche a lei.« Disse girandosi poi verso la fanciulla Grafton con degli occhi vacui che tradivano il sorriso appena accennato. La donna non era stata esclusa dall'investigazione di Eivor, anche lei doveva essere studiata dal Pescespada.

    830 parole
    Eivor è molto amichevole e simpatico <3
     
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    Salita finalmente a bordo della nave dove si sarebbe tenuta l’ennesima riunione improvvisata, il primo dettaglio che balzò all’occhio della Grafton fu proprio l’aspetto estremamente provato di Vicare, ben diverso da quello con cui aveva affrontato la prima parte del viaggio. Per un attimo, nella sua mente balenò perfino il pensiero che qualcuno potesse averlo avvelenato, ma ciò pareva pressochè impossibile come eventualità: chi mai avrebbe potuto volergli fare del male? E perché?
    “Vicare, stai… stai bene? Non voglio certo offenderti, chiaramente ma… sei pallido come un fantasma” Azzardò Astrid, aggrottando le sopracciglia mentre la nave scricchiolava sotto il rumore dei suoi passi.

    A quanto sembrava, il comandante in capo di quella flotta sembrava aver colonizzato l’intero Mare Stretto con la propria stirpe: ad ogni miglio navigato parevano saltar fuori suoi parenti e correlati come se piovesse: quand’era stata l’ultima volta che, di contro, Astrid aveva potuto incontrare un suo famigliare che non fosse parte della non propriamente nutrita schiera di persone di Casa Grafton che già conosceva?
    Poco importava, comunque, le presentazioni vennero portate avanti proprio dallo stesso Bar Emmon, che senza ulteriore indugio introdusse sia Astrid che il suo futuro marito, il quale probabilmente – ormai vi era abituata – avrebbe suscitato parecchio stupore, essendo assai raro che un Braavosiano ottenesse titoli nobiliari di qualche tipo, a Westeros.

    “Il piacere è tutto mio, Eivor” Annuì amichevolmente Astrid, inclinando la testa leggermente ed osservando l’espressione austera del giovane, quasi quanto il suo linguaggio del corpo. Aveva forse un qualche tipo di passato militaresco? O era stato cresciuto ancor più rigidamente di lei?

    Sistemandosi il mantello sulle spalle e Kristoff tra le braccia “A quanto sembra, il Mare Stretto è un ottimo posto per chi deve navigare con pochi uomini: bastano pochi giorni di viaggio e aumentano da sé” Aggiunse subito dopo con fare divertito, facendo implicitamente riferimento ai mercenari che solo qualche tempo prima avevano deciso di unirsi alla flotta in cambio di un cospicuo pagamento. Quella era ancora una questione irrisolta, in realtà: sarebbero riusciti a rientrare in quella spesa inaspettata in tempi umani? Beh, poco importava, ormai era fatta.
    Fu la frase che rivolse a Vicare a non piacerle affatto: alle orecchie della giovane della Valle, quelle parole suonarono ai limiti dell’insinuazione, come se Vicare non si fosse minimamente meritato ciò per cui si era dato un gran da fare e che di certo non era il frutto di un mero pagamento di un prestito.
    La ragazza dai capelli rossi decise comunque di tacere: da quando era diventata madre, si era ripromessa di gestire situazioni del genere con più pacatezza e diplomazia. Soltanto pochi mesi prima, avrebbe scatenato una vera e propria rissa da taverna per cose del genere, ma più passava il tempo più capiva di doversi comportare in modo maturo e responsabile.

    Oltretutto, Vicare non era certo un bambino: un Lord appena proclamato, in un’ottica chiaramente improntata alla “superiorità maschile” – qualsiasi cosa significasse – della società di Westeros avrebbe preso l’intervento di Astrid come un “dimostrare che fosse incapace di difendersi da solo” e ciò era qualcosa che andava categoricamente evitato.

    Tale astensione da ogni replica, tuttavia, cessò di valere nell’istante in cui Eivor pose una domanda tanto vaga quanto specifica.
    “Beh, stiamo trasportando ladri, bracconieri, stupratori e tanta altra feccia… gli unici, su queste navi, ad avere le palle siamo noi che li stavamo e li stiamo tutt’ora accompagnando verso la Barriera” Disse Astrid di rimando, cogliendo la palla al balzo per lasciar scorrere un po’ di sottile ironia su quale potesse essere il ruolo della ragazza in un posto del genere.

    Il tutto parve comunque scemare poco dopo e all’invito posto da Eivor, Astrid si premunì di non atteggiarsi a ragazzina viziata ed offesa.
    “Sarà un piacere. Almeno eviteremo di trascorrere il viaggio completamente sobri”
    Non è che fosse proprio una gran frase da dire, specialmente dopo aver assaporato il tema della maternità per la prima volta e così in giovane età, ma ormai il dado era tratto.

    662 parole


    Edited by Erika_111 - 1/7/2023, 17:58
     
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    Allora, non sapevo bene come comportarmi perché non so se quello di Astrid è un inganno o se davvero Astrid crede di avere a che fare con criminali nel senso di stupratori bla bla bla
    Per non sbagliarci tiro di inganno ma tratto la cosa lasciando sempre il beneficio del dubbio sul risultato, state a vedere.

    Tiro di inganno Astrid vs Vicare vs Eivor vs Duran
    [Giudizio mod + Bonus fama + Liv Competenza Inganno*4 + Liv competenza Oratoria*5 + Liv Competenza Manipolazione*3 + (Intrigo + Diplomazia + Attrazione)/6 + Affinità bersaglio/10] - [Giudizio mod*2 + Liv Competenza Controspionaggio*4 + Intrigo/3*2 + Bonus convinzione]
    Giudizio mod Astrid= 6 circostanza (di solito effettivamente sto tipo di gente ci va alla Barriera) 2 modalità (stesso motivo) 4 scrittura( perché ci sei andata alla grande nella cosa)= 12 punti
    Giudizio mod Vicare= 8 circostanza e 5 modalità (solo perché te sai perfettamente tutta la storia) 3 scrittura= 16 punti
    Giudizio mod Eivor= 1 circostanza e 1 modalità (te sai poco poco poco invece della questione) 3 scrittura= 5 punti
    Giudizio mod Duran= 6 circostanza e 2 modalità (non è nei dettagli tantissimo, ma sa che so prigionieri di guerra)= 8 punti
    Affinità Astrid vs Vicare= Affinità casata/2 + Affinità casata maggiore/8 + Affinità vassalli/8 + Affinità cultura/2 + Affinità culto/100*pietà controparte + Affinità tratto specifico/5 + Affinità pg= 0 + 0 + 0 + 0 + 0 + 0 + 55= 55
    Affinità Astrid vs Eivor= Affinità casata/2 + Affinità casata maggiore/8 + Affinità vassalli/8 + Affinità cultura/2 + Affinità culto/100*pietà controparte + Affinità tratto specifico/5 + Affinità pg= 0 -1/2 + 0 + 0 + 0 +0 + 0= -0,5
    Affinità Astrid vs Duncan= Affinità casata/2 + Affinità casata maggiore/8 + Affinità vassalli/8 + Affinità cultura/2 + Affinità culto/100*pietà controparte + Affinità tratto specifico/5 + Affinità pg= 0+0+0+0+0+0+0= 0

    vs Vicare
    [12 + 0 + 0 + 0 + 0 + (30+15+14)/6 +55/10] - [16*2 + 0 + 26/3*2]= (12+9,83 + 5,5) -( 32+17,32) = 27,33 - 49,32= -21,99 Inganno non riuscito su Vicare
    vs Eivor
    27,33 - [5*2 + 0 + 0]= 27,33 -10= 17,33 Inganno parzialmente riuscito
    vs Duran, scheda
    27,33 - [8*2 + 0 + 40/3*2]= 27,33 - (16+26,66)= 27,33 - 42,66= -15,33 Inganno non riuscito su Duran


    Tutti• 21 gennaio 286 • Ammiraglia• Pomeriggio

    Oh, il fastidio che Duran provava per il Vorys ora era evidente anche agli occhi del nipote per la smorfia che fece quando il braavosiano accennò alla sua famiglia e alle sue imprese contro i fanatici: "Lord Vorys è un uomo generoso, ma non ho partecipato personalmente alla cattura dei ribelli e non ne intendo prendere il marito solo per la mia posizione." -quindi alleggerì la sua espressione rivolgendosi con uno sguardo quasi tenero nei confronti del nipote -"Ricorda Eivor, un capitano che si riempie la bocca di meriti non suoi non è destinato ad andare lontano."
    Burbero, decisamente poco simpatico, retrogrado e xenofobo, ma un uomo con una sua rigida morale.
    "Mio nipote navigherà con me, abbiamo molto di cui parlare e diverse sessioni d'allenamento da recuperare." -si affrettò a decidere, dando inoltre risposta alle richieste del più giovane Bar Emmon presente su quella nave.
    Fu immediatamente chiaro a chiunque avesse ancora qualche dubbio che la Grafton non era una Lady comune; forse Vicare era abituato alla genuina spontaneità della promessa sposa, ma un nobile occidentale aveva ancora qualche difficoltà ad immaginare una gentildonna in una spedizione paramilitare e a sentirla nominare attributi maschili senza un filo di rossore. Ora, per Eivor, del tutto digiuno della questione, tutto ciò che gli sarebbe rimasto da domandarsi in seguito alle parole di Astrid sarebbe stato se fosse davvero il caso di ospitare una fanciulla in mezzo a tanta pericolosa feccia.
    Vicare e Duran invece, ben consci che quelli che stavano accompagnando non erano criminali macchiatisi di reati del genere ma prigionieri di guerra, avrebbero potuto invece pensare, ad esempio, che simili informazioni più private non erano state condivise con la Grafton dai piani alti.
    Al momento di silenzio, Duran rispose dando sollievo alla perplessità del nipote: "Lady Astrid e Lord Vorys sono promessi, ecco perché abbiamo ricevuto il dono della sua compagnia. Non devi preoccuparti della sconvenienza della faccenda..." -una donna sola in una flotta piena di uomini che viaggiava con un uomo che non era ancora suo marito e senza una Septa come chaperon sarebbe stato qualcosa che avrebbe spedito Lady Ferna dritta dallo Sconosciuto per un infarto!
    "Loro hanno già, sono...cioé è pubblico che..nel senso"-Duran Bar Emmon, l'irreprensibile e rigido Duran Bar Emmon era forse diventato rosso come una fragola matura?
    "Quello è loro figlio." -riuscì infine a tagliare corto indicando il piccolo Kristoff tra le braccia della madre.

    Momento simpatico, vi lascio parlare e vi seguo <3 XD

    Limite post: sabato 1 luglio
     
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    Devo ammettere di aver ricordato male, perdonatemi, oggi sono in leggero disaccordo con la colazione. - sorrise rassicurando anche Astrid, che aveva manifestato la sua preoccupazione riguardo l’insalubre colorito del volto del Braavosiano.
    Il Bar Emmon rimaneva saldo e rigido nei suoi principi, Vicare poteva capire come mai persone come Eivor potessero ammirarlo.
    Lo stesso Eivor condivideva certi tratti dello zio, ma era presto per dire con precisione se fosse emulazione o “sangue”. L’alto giovane aveva un che di freddo nel suo tono, ma una freddezza priva di ogni crudeltà: si intuiva che dietro quelle granitiche parole non c’era alcuna intenzione maligna...Vicare probabilmente avrebbe dovuto sentirsi in colpa, in fondo era l’opposto di quello che aveva offerto pochi attimi prima.
    A ulteriore conferma delle buone intenzioni dell’erede di Punta Acuminata, li invitò a condividere del vino, molto di più di quanto non avesse proposto Ser Duran in oltre una settimana di viaggio. E se già aveva sorriso alla battuta di Astrid sui prigionieri, non poté trattenere una sghignazzata alla sua risposta all’invito fatto da Eivor. Fu il saporaccio dell’indigestione a tagliare corto l’ilarità
    Schiuma di mare jorrāeliarza… - esclamò con un sorriso chiamandola con l’appellativo valyriano che spesso usava nei suoi confronti - si vede che al prossimo porto dovremo caricare delle bottiglie.- scherzò aggiustandosi i baffi dopo la risata - Ad ogni modo condivido l’entusiasmo: sarà un piacere Eivor. Non affidare alle orecchie il compito che spetterebbe agli occhi, ma proverò a rendere onore alla mia città natale - Vicare era più un tipo da birra, ma da quando era giunto in occidente aveva provato vini niente male.

    Prima che le interazioni si facessero troppo confuse, Duran intervenne a precisare lo stato non solo di promessi dei due ma…di promessi di lunga data per dire.
    Ah, che sbadato, pensavo fosse ovvio. - finse candore, godendo dell’imbarazzo che aveva costretto Duran a sopportare. Chissà se la sua castità era solo frutto della grande rigidità o se magari aveva preso qualche voto Come un maestro in cotta di maglia
    Ma in effetti Vicare, pur avendo colto la negativa accezione dei bastardi, non conosceva pienamente quanto in profondità andasse quel tabù.
    Eivor, vi presento Kristoff - fece teatralmente indicando il figlio fra le braccia della madre - Undici giorni di cui almeno sette per mare. E’ sulla buona strada per diventare un grande navigatore. - sorrise osservando con orgoglio la prole e strizzando l'occhio ad Astrid
    Un quadro interessante, non ne dubito. Ma vedete, è a me che Lord Buckwell ha affidato la missione - come punizione, certo, ma non significava che non poteva almeno vantarsene un pochino quando utile - Ed è a Lady Grafton che la maggior parte dei marinai della flotta devono la loro lealtà - più o meno - Abbiamo poi deciso di affidarci all’esperienza di Ser Duran in quanto inequivocabilmente il migliore per il comando, ma spero che questo risolva la vostra curiosità riguardo alla nostra - spiegò indicando i tre membri della giovane famiglia - presenza. - pur capendo che non c’era sfida o ostilità dei dubbi di Eivor, nuovamente Vicare si vide condizionato dall’umore nell’esporre la faccenda in maniera assai più cruda e antagonizzante di quanto non avrebbe voluto.
    Dite Eivor, siete un viaggiatore? - domandò tentando di spogliare il tono dalla sgradevolezza.
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    Zio Duran era proprio come lo ricordava; l'uomo più ferreo ed onorevole che avesse mai incontrato, non perse un secondo nel correggere Lord Vorys riguardo i meriti delle catture. Avrebbe perfettamente potuto farsi bello davanti ad Eivor che lo ammirava così tanto ma la via della menzogna non faceva proprio parte del suo essere. Il piccolo Pescespada spesso stentava a credere che quello fosse il fratello di suo padre, non condividevano un singolo tratto se non il cognome ed i lineamenti. Duran spiccava per un carattere che si poteva accostare ad un perfetto cavaliere. Roger, suo padre, d'altro canto era una mente affilata più calcolatrice e sedentaria.
    Si limitò ad annuire alle sagge parole dello zio, anche se probabilmente se avesse avuto una nave sotto le proprie mani l'avrebbe governata con la frusta e ferrea volontà, non con l'onore. Lo spettro dell'anima di Eivor era un enigma anche per lui, doveva virava la sua indole? Onore e disonore, bontà e cattiveria. Probabilmente lui si trovava al centro delle cose, in un mondo di bianco e di nero lui apparteneva al grigio. Non aveva mai veramente compiuto cattiverie o disonori durante la sua breve vita, ma era ben conscio di esserne capace quando la situazione lo avrebbe richiesto.

    Gli occhi vacui di Eivor si posarono su Kristoff, il pargolo dei due Lord appena conosciuti. Una creaturina minuscola quasi insignificante, i capelli cremisi li aveva presi tali e quali alla madre. Si limitò ad avvicinarsi e fissarlo dritto negli occhi, per poi toccargli delicatamente la punta del naso con l'indice. Eivor non aveva avuto chissà quante interazioni con dei neonati, non ne era impietosito nè attratto da un qualche spirito paterno latente, era solo incuriosito. Quasi lo straniva pensare che un tempo anche lui fosse così piccolo ed indifeso. Pensò però che quegli occhi raccontavano un carattere con le... "palle", per citare la madre del piccolo. »Dunque è un bastardo.« Schietto come sempre, la sua bocca si aprì ancor prima di filtrare i pensieri. »Avete intenzione di legittimarlo una volta uniti in matrimonio? Se il Re vi ha concesso un castello, sarà una passeggiata chiedere anche una legittimazione.«

    Ascoltando i due Lord parlare fu sempre più chiaro il ruolo di ognuno di essi. Affidatogli l'onere di scortare la feccia di Westeros, stupratori e ladri così come li aveva appellati Lady Grafton, si erano affidati allo zio Duran per arrivare fino alla Barriera. Singolare la decisione di portare un infante ed una Lady, anche se giustificata dalla lealtà dei soldati. Così come gli sembrava singolare che tale Lord Buckwell avesse affidato ad uno straniero un compito del genere. Probabilmente Eivor era troppo influenzato dalle smorfie ed i toni infastiditi dello zio, Vicare Vorys sembrava un uomo rispettabile almeno in parvenza, qualunque fosse la sua origine. Il Bar Emmon dedusse che ne sapeva troppo poco delle vicende del regno per potersi permettere dubbi e giudizi sui vari Lord. Al contrario invece, se quest'uomo era così rispettato da ottenere titoli e doveri di quel calibro doveva farselo amico ed azzannare ogni opportunità che si portava appresso.
    »Il viaggio è un lusso che non mi sono mai potuto concedere, i miei doveri a Punta Acuminata non mi hanno mai permesso di allontanarmi troppo dalle sue mura. Immagino che voi al contrario abbiate visto molto, siete lontano da casa.« E per doveri intendeva studiare ed allenarsi per essere l'erede perfetto. Quello era il volere di Lord Roger. »Non vi nego però che gli echi dei porti lontani sussurrano al mio orecchio.« Il voler viaggiare era sempre stato un pallino fisso per Eivor e Lord Vorys aveva toccato un nervo scoperto. »Per ora dovrò accontentarmi di viaggiare con la mente grazie ai vostri racconti Lord Vorys. Zio, ci accompagni in un luogo più consono alle chiacchiere?« Chiese poi verso Duran Bar Emmon, aprendo il braccio destro ai due Lord per indicargli la strada, come se la nave fosse la sua. Non sarebbe comunque stato zitto durante il tragitto, se solo la corte di Punta Acuminata lo avesse potuto vedere. Quello spettro taciturno era diventato un crogiolo di chiacchiere. »Ditemi, gli spadaccini braavosiani sono talentuosi come ne narrano i racconti?« Parlare di terre lontane aveva trasformato Eivor nel giovane che effettivamente era, il suo carattere stoico e distaccato faceva spesso scordare che in fondo il Pescespada era ancora un cucciolo appena approdato nel mondo dei grandi, che non aveva mai visto nulla al di fuori delle protettive mura di Punta Acuminata. Finita la foga e la curiosità Eivor tornò repentinamente alla sua compostezza, non si era scordato di dover tener d'occhio sia i due Lord, ma anche le navi lunghe degli Uomini di Ferro. »Noto che godete della compagnia di navi delle Isole di Ferro. Quei pirati sono venuti a consegnarsi volontariamente ai Guardiani della Notte?« Sibilò indicando le navi lunghe, avrebbe con piacere percorso i ponti di quelle bagnarole per incatenare uno ad uno l'equipaggio. Non era difficile capire che Eivor provasse disprezzo per quegli uomini, un altro lascito dei racconti del padre di come i Greyjoy e la loro gente avessero un passato oscuro di razzie e distruzione.

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    Captando subito la giocosa insinuazione del futuro marito, Astrid scosse la testa e sbuffò una risata divertita “Sì, per te e per non renderti conto di quanto sia orrenda” Lo incalzò, stando al gioco e facendo si che le sue parole si ritorcessero innocentemente contro di lui, un attimo prima che la conversazione tra i presenti entrasse nel vivo: effettivamente poteva sembrare strano che due giovani non uniti in matrimonio fossero già così legati e lo stesso Bar Emmon fu in difficoltà nel far capire al nipote che non soltanto Vicare e Astrid provassero un sincero amore l’uno per l’altro, ma anche che il risultato di tale amore fosse già tra le braccia della Grafton.

    Fu proprio Kristoff ad attirare sia le attenzioni della presentazione del Braavosiano, sia il gentile tocco sul naso del neonato da parte di Eivor, che a giudicare dall’atteggiamento non doveva avere molta esperienza coi bambini.

    Non aveva ancora deciso come inquadrarlo: da un lato, Eivor ricordava ad Astrid certi suoi atteggiamenti in giovane età – e sarebbe stata ipocrita a condannarli quando lei per prima ne era la portatrice – ma dall’altro era come se facesse di tutto per “provocarla”, senza chiaramente riuscirci.
    “Penso che il termine ‘nato fuori dal matrimonio’ sia più elegante, non trovate?” Disse Astrid, senza tradire alcuna emozione negativa col proprio sguardo e concentrandosi invece su ciò che il ragazzo chiese di lì a breve.
    “Quella è l’intenzione, ovviamente non sarà l’unico figlio che avremo, se gli dèi lo vorranno…”

    Follia pensare che fossero gli dèi a decidere in merito a gravidanze e non gli esseri umani, ma la superstizione di Westeros talvolta non conosceva limiti.

    “Ma ci terremmo che lui fosse l’erede di tutto ciò che adesso è nostro” Asserì, scambiando poi un dolce sguardo d’intesa col proprio futuro marito.
    L’intuizione di Eivor non fu comunque troppo distante dalla realtà, sebbene per Astrid fosse meglio evitare di addentrarsi troppo nei dettagli. Braavos era un posto che aveva imparato a conoscere molto bene e il suo sogno di inoltrarsi più in profondità ad Essos ora sembrava destinato a rimanere soltanto un sogno, per l’appunto, ma ciononostante gli insegnamenti di suo padre avevano ben attecchito nella mente della ragazza: mai rivelare troppo di sé a chi si è appena incontrato: chi può dire se colui o colei che ci si trova davanti in un futuro più o meno lontano potesse diventare un nemico? E i segreti, in mano ad un avversario, diventano armi talvolta formidabili.

    Niente diffidenza, da parte di Astrid, soltanto cautela. Incamminandosi lungo le vie legnose della nave, guidati proprio dallo stesso Eivor, Astrid gettò uno sguardo oltre il parapetto, osservando le altre navi che veleggiavano con quella su cui si trovavano.

    Sfiorando la guancia di Kristoff con un pollice, la giovane Grafton mormorò “Beh, a viaggiare spesso si fanno conoscenze che cambiano la vita, Vicare ne è una prova perfetta” Mormorò Astrid con un sorriso cortese in risposta a Eivor “Sebbene di questi tempi non sia più così facile. La guerra spesso richiede la presenza di tutti, Lord o Lady che siano, ma se proprio doveste aver voglia di viaggiare, Braavos è la prima destinazione da vedere, in assoluto”.
    Un particolare che sarebbe potuto sfuggirle soltanto se Astrid fosse stata completamente sorda o, in alternativa, inetta, fu la scarsa simpatia che il giovane pareva nutrire nei confronti dei Greyjoy e non si lasciò sfuggire l’occasione di andare più a fondo della faccenda.

    “Come mai tutto questo astio verso gli Uomini di Ferro? Capisco che le loro gesta lascino molti con la non migliore delle opinioni nei loro confronti, ma mi pare che per voi sia quasi… personale, sbaglio?”
     
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    Per Duran quella conversazione era già divenuta spiacevole abbastanza da volerla tagliare: bastardi, condanne, spadaccini e viaggiatori...sì, il Bar Emmon più vecchio lì presente avrebbe volentieri chiuso la faccenda diversi minuti prima. Purtuttavia poteva comprendere la curiosità del nipote che da Punta Acuminata si era allontanato poche volte in vita sua.
    "Nella cabina del capitano." -indicò ad Eivor la direzione; concedergli un po' di intimità andava a vantaggio della sua reputazione. Che non si dicesse tra i marinai che Eivor Bar Emmon fosse una donnetta che si perdeva in chiacchiere!
    "Ho del lavoro da fare, vi lascio alla compagnia di mio nipote."
    ----
    Indubbiamente quella cabina era spartana e v'era una sola seggiola per sedersi ed un tavolo troppo piccolo, ma evidentemente quelli erano gli unici lussi che si concedeva Duran. Almeno avrebbero potuto continuare a conversare di quanto credevano e per il tempo che volevano, senza l'asprezza del Bar Emmon zio a rovinare l'atmosfera.
    Almeno per qualche minuto prima di un ingresso rumoroso e fragoroso: un ragazzone dalla corta zazzera bionda e con dei muscoli che avrebbero fatto invidia a molti nel continente occidentale: "Mi pigliasse un accidente, allora è vero che persino Duran Bar Emmon ha una famiglia!"
    Il ragazzo interruppe malamente la conversazione dei presenti e, senza badare troppo alle etichette, rifilò una sonora pacca sulle spalle di Eivor: "Conrad Thorne, al vostro servizio!"
    Più che servizio sembrava che il ragazzone intendesse "prendere spazio", in senso letterale.
    "Il buon Lord Vorys vi ha già parlato di me?" -che ad esempio non si era inchinato di fronte alla Grafton. Non già perché volesse mancarle di rispetto volontariamente, ma perché essendosi già presentato in passato oramai considerava Astrid alla stregua di un marinaio suo pari.
    "Ho catturato una nave di fanatici!"

    CITAZIONE
    Ora vi faccio sia chiacchierare tra di voi che le relazioni che costruite sono fondamentali, sia presento ad Eivor (e ripresento ad Astrid che non ha conosciuto tutti) i vari "capitani" presenti in questa spedizione.
    Considerate che dal tempo in cui arrivate in cabina fino a quando arriva Conrad avete del tempo per chiacchierare in pace.

    Limite post: domenica 10 luglio
     
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    Alfiere

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    Seguendo Eivor e le indicazioni di Duran per giungere alla cabina, Vicare provò un certo sollievo nel poter lasciar dietro il frigido capitano della nave, convinto di aver molto più spazio di manovra se soli con il nipote. Sorridendo al suo commento su Braavos, Vicare si assicurò di far accomodare Astrid sull’unico sedile nella spartana cabina di Ser Duran
    La mia preferenza per Braavos è indubbiamente di parte…come forse lo è per Astrid
    - spiegò carezzandole la chioma – Ma ciò non di meno è un porto che non potete mancare nella vostra vita Eivor
    Proseguì rincrociando lo sguardo del giovane - Io non ho grande esperienza con la spada, dei bravi posso dirvi che rendono una seccatura girare dopo una certa ora con la loro smania di fare spiedini gli uni degli altri. Ma viaggiare è un grande tiro di dadi, può rendere un uomo ricco o farlo sparire per sempre…io sono stato fortunato finora.- concluse guardando con affetto Astrid e Kristoff, simboli più evidenti della fortuna che in meno di un anno gli aveva consentito di arrivare così lontano. Sentiva che le sue esperienze sarebbero potute essere utili a ottenere il rispetto del giovane, motivo per cui si sarebbe ben guardato dal vuotare il sacco tutto insieme
    Confesso che in materia di “legittimità” sono ancora un poco confuso, quindi sulle questioni riguardanti Kristoff concordo ciecamente con Astrid- sorrise dunque andando a poggiare le spalle contro il muro. Lo stomaco ancora gorgogliava di tanto in tanto, ma stare in piedi aiutava.
    Se posso chiedervi Eivor, l’interesse di vostro padre ad incaricare un fratello ed il figlio in questa spedizione…è una cosa squisitamente vostra? Perdonatemi- rise leggermente il Braavosiano - Ad Approdo del Re abbiamo recentemente assistito ad una fuga di prigionieri, questa spedizione è sicure, ma non posso completamente abbandonare una leggera paranoia. E per uno straniero il fatto che la prima settimana di viaggio sia stata così ricca di contributi da parte della vostra famiglia mi riempie non solo di ammirazione…anche un po’ di timore- rise provando ad usare uno stile diretto che mai avrebbe funzionato con lo zio.
    Quanto alla vostra paranoia…forse per uomini di ferro vi riferite ai mercenari. Per ora non hanno motivo di tradirci, abbiamo fatto loro una buona offerta…è da vedere se si terranno la nave però… -spiegò rivelando chi fosse al timone della nave lunga al loro seguito
    Erano al soldo dei ribelli di cui vi accennavamo prima…fortunatamente siamo-
    La sua spiegazione venne interrotta dal brusco ingresso di Conrad Thorne al quale Vicare sorrise leggermente spaventato e imbarazzato dal giovane
    Parlavamo proprio della vostra impresa Ser Thorne! Vedete Eivor, è grazie alle prodi manovre di Conrad che siamo riusciti a trattare con i mercenari e risolvere la questione pacificamente - si sarebbero scornati o sarebbero diventati amici il Thorne ed il Bar Emmon? Era difficile da prevedere
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    Mercenario

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    Per l’ennesima volta, Astrid si ritrovò a domandarsi per quale diavolo di motivo il suo corpo dovesse reagire alle lusinghe di Vicare tramite l’arrossamento vistoso delle gote, che portò la ragazza a somigliare più ad una specie di frutto maturo che ad una diciassettenne col volto lentigginoso. In un certo senso invidiava Vicare: la possibilità di utilizzare le parole come se fossero un’arma e “manipolare” le emozioni di qualcuno in quel modo era una dote che Astrid ambiva a raggiungere ma che mai avrebbe ottenuto, con ogni probabilità.
    “Fortunato nel senso che hai trovato qualcuno di non così orribile?” Ridacchiò divertita, abbandonandosi al tocco leggero delle sue dita sulla chioma rossastra.

    All’interno della cabina non ci si poteva certamente aspettare i lussi e gli sfarzi di un castello o di una sala dei ricevimenti di un qualche lord del Continente Occidentale, ma Astrid non era certo una giovane fissata con comodità ed eleganza: che diamine, aveva trascorso i primi mesi di gravidanza in viaggio su un vascello decisamente peggiore dal punto di vista della sicurezza e della pulizia, a confronto quel veliero era l’equivalente di una delle navi deputate a trasbordare la famiglia reale da una parte all’altra del regno.
    I rumori dello stomaco di Vicare, forse di poco conto per Eivor, erano invece ben più facilmente udibili da Astrid, la quale tuttavia fraintese completamente la loro natura.

    “Caro, hai fatto colazione stamane? Mi sembri più affamato tu di quanto lo fossi io prima della partenza” Gli domandò alzando lo sguardo ed incrociando a metà strada i suoi occhi verdi.
    La conversazione fra i tre, che fino a quel momento si stava incentrando sulla presenza di mercenari – a quanto pareva così inaspettata per Eivor – fu bruscamente interrotta dal Thorne, il quale entrò nella cabina torreggiando sui presenti e facendo leggermente sobbalzare Astrid stessa.
    Era ancora palesemente galvanizzato dagli ottimi risultati delle proprie gesta. In un certo sento, vederlo così sicuro di sé fece ridacchiare sotto i baffi la Grafton, che tuttavia spostò brevemente lo sguardo su Kristoff.

    “Spero proprio che anche tu, un giorno, riesca a compiere simili imprese e a rendere fieri me e tuo padre, ma sicuro ci riuscirai”
    Nella mente di Astrid, le parole furono mormorate a metà tra la tenerezza e il fiducioso, ma non voleva lasciarsi andare ai propri istinti materni in pubblico.
    “Sarà meglio per Bar Emmon che vi tenga sempre sulla sua nave allora” Commentò Astrid con un leggero sorriso di sincera approvazione “Se in ogni singolo viaggio catturaste una nave di fanatici e la rivendeste, tempo pochi mesi e sareste più ricco dei banchieri di Braavos, non è vero, Vicare?” Aggiunse poi, spostando il proprio sguardo dal Thorne al proprio futuro marito.


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