[SWBR] Le Onde del Tempo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +4   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Uccelletti
    Posts
    3,269
    Prestigio
    +235

    Status
    Offline

    Dagon Greyjoy • 12 Ottobre 278 • Al Largo della Costa • Isole dell'Estate
    La cacofonia di risate, grida e canzonacce cantate a squarciagola sarebbe stata una tortura per le orecchie di qualunque persona. Non per Dagon, non quella sera. Le Stepstones avevano finalmente sferrato il primo colpo di risposta a Dorne dalla riconquista delle isole.

    I thought I heard the Old Man say
    "Leave her, Johnny, leave her"
    Tomorrow ye will get your pay
    And it's time for us to leave her


    Ciò che sentiva era la celebrazione della vittoria. Festeggiare una razzia andata bene era un dovere sacro, quasi quanto la razzia stessa. In tal modo un bicchiere veniva alzato da tutte le parti coinvolte, sia coloro che erano tornati a riva sia quelli che invece erano andati a sedersi alla tavola dell'Abissale.

    Leave her, Johnny, leave her
    Oh, leave her, Johnny, leave her
    For the voyage is long and the winds don't blow
    And it's time for us to leave her


    L'incursione degli scorsi giorni era stata quasi ridicolmente semplice: la resistenza del villaggio era stata pressoché nulla e tutti coloro che erano partiti dalle Stepstones lì erano tornati per combattere un altro giorno. Ciò non era sempre il caso.
    Il mezzo ghigno con cui stava osservando quel branco di ubriaconi sgolarsi svanì a poco a poco. Posò lo sguardo sul proprio bicchiere di vino. Onde scure che sbattevano contro il legno. Quasi di scatto, ingollò l'intero contenuto lasciando che i suoi amari vapori gli scorressero lungo la gola.

    Oh, the wind was foul and the sea ran high
    Leave her, Johnny, leave her
    She shipped it green and none went by
    And it's time for us to leave her


    y2JBX

    Leave her, Johnny, leave her
    Oh, leave her, Johnny, leave her
    For the voyage is long and the winds don't blow
    And it's time for us to leave her


    "TERRA!"

    Il grido della vedetta spezzò il canto ritmico che accompagnava i lavori sulla nave. Ben presto altre grida lo seguirono, spargendosi su tutte e cinque le navi lunghe. Dagon si diresse immediatamente verso il cornicione per constatare la notizia con i propri occhi. Ci volle qualche attimo ma alla fine un sorriso genuino gli comparve sul volto nel notare quella sottile striscia appena visibile all'orizzonte. Chiunque sarebbe stato contento all'idea di mettere piede sulla terraferma dopo mesi di navigazione, ma per un giovane Uomo di Ferro come il Greyjoy aveva tutto un altro significato. La prima razzia era un momento catartico per chi viveva alle Isole: ci si addestrava tutta la vita per quel primo singolo passo che avrebbe permesso di dimostrare il proprio valore di fronte all'Abissale. Le leggi della Corona costringevano la sua gente a viaggiare fino ai confini del mondo per poter celebrare le proprie tradizioni. Ma nulla poteva tenere lontano un Uomo di Ferro dal mare... e dal sangue. E oggi lo stesso valeva per Dagon.



    Iniziamo in modo molto semplice: dopo mesi di viaggio verso le Isole dell'Estate, finalmente vediamo la costa^^
     
    .
  2.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Lord

    Group
    Corona
    Posts
    6,774
    Prestigio
    +201
    Location
    Montagna dei fiori e dei frutti

    Status
    Anonymous
    12 Ottobre 278 • Al Largo della Costa • Isole dell'Estate


    Faceva caldo!
    Faceva TANTO caldo!
    Un caldo maledetto con l'umidità che superata la soglia di tolleranza umana, si rendeva capace d'incollare ogni tipo di tessuto alla pelle rendendo difficili i movimento, grazie ad una maleodorante mistura di sudore e sporcizia non ben specificata.
    Oramai sulla nave, di uomini o donne che fossero, ben pochi indossavano qualcosa sotto la cintura e ancor meno sopra di essa ... figuriamoci le protezioni di metallo!
    Sul ponte e sottocoperta vi era da tempo uno spettacolo non sempre gradevole di corpi pieni di cicatrici e tatuaggi per i veterani ... mentre per i novellini d'alto rango c'era tanta pelle immacolata che presto sarebbe stata offesa.

    Il morale generale stava peggiorando in modo sottile, graduale ma percettibile:
    se già alla partenza l'equipaggio era stato di fatto obbligato ad accompagnare vari sbarbatelli senza meriti ed esperienza ma comunque "figli di" per fargli provare l'ebrezza dell'Antica Via e renderli Uomini di Ferro nella sua natura più intima ed ancestrale, dall'altra fra i veterani più vecchi e superstiziosi vigeva una strana inquietudine causata dal tempo insolito per l'oceano ... le nuvole in cielo erano poche ma piu del giorno prima e ancor di piu del giorno precedente!
    Superstizioni certo, ma se per i giovani rampolli imbarcati sulla nave sarebbe bastato sputare a terra e bestemmiare contro il Dio della Tempesta per allontanare e deridere certe profezie ... per altri significava sfidare la sorte a fare del proprio peggio sulla pelle di tutti loro.
    Se a tutto il contesto s'aggiungeva poi il totale esaurimento di scorte d'acqua potabile a favore di misture alcoliche, si andava delieando una certa voglia generale di sfogarsi, di bere sangue ... qualunque scusa o provenienza fosse.

    Molto della situazione era stato causato semplicemente dal vento dell'ultima settimana, che sebbene non capriccioso si presentava molto irregolare al punto da obbligare l'equipaggio a continui cambi di veleggio ed infine portò buona parte di essi al remo:
    tanta fatica, tempo perso e scorte che si assottigliavano.

    C'era stata euforia generale ad aver sentito quel "TERRA" da parte del capitano che grazie al suo occhio di Myr era riuscito finalmente a scorgere qualcosa all'orizzonte:
    una luce che con l'andare dei minuti non solo diventava più grande, ma grazie all'avanzare della sera anche piu evidente, palesandosi ai più.

    La fortuna era forse girata dalla loro parte?
    È una città? disse una voce eccitata dalla scoperta ma non ben definita nella calca.
    Nha, non qui ... rispose un pirata non proprio di primo pelo li vicino che portava lunghi capelli scuri raccolti in treccine e con il braccio decorato dal tatuaggio di una rondine.
    Quella e una festa rispose un altro ancora, il più anziano del gruppetto in zona, un tizio calvo e dalla barba grigia, una pelle appesantita dal tempo, ma che ancora mostrava fiero le larghe spalle associate a braccia magre ma muscolose.
    E tu come lo sai? rispose stizzito il capellone
    Quelli festeggiano sempre espresse l'anziano sorridente Con le donne che trovere festeggerete anche voi più spesso
    Incitamento per i piu giovani? Esperienza diretta? Pensieri malevoli?
    Solo il tempo avrebbe dato la giusta versione.

    Preparatevi!
    Era stato il capitano?
    Uno dei suoi sottoposti?
    Uno dei veterani?
    Aveva poca importanza:
    il richiamo era un monito!
    Basta sognare, basta parlare a vanvera:
    il loro obiettivo era stato finalmente raggiunto, dopo tanto penare erano abbastanza lontani dal regno dei Targaryen per fare quello che i loro antenati, la loro cultura ed il loro dio dettavano:
    dimostrare il proprio valore sottraendo quanto possibile ai locali "pagando loro il prezzo del ferro".

    Chi andando a remare per dar maggior impeto alla nave, chi precipitandosi verso le proprie cose con l'intento di armarsi, la ciurma si avvicinava alla costa in malevolo silenzio alla ricerca del giusto attracco:
    il sole stava sparendo dietro l'orizzonte, mentra la luna e le stelle lottavano luminose nel cielo semicoperto contro le minacce del Dio delle Tempeste.

    I primi rumori percepibili sulla costa illuminata sembravano dar ragione all'anziano pirata:
    sembravano tamburi.
    Forse anche dei canti dalla natura incomprensibile ma comunque ritmati in qualcosa di forsennato.

    Terra!
    Stavolta però non era un avviso, ma un fatto compiuto!
    C'era solo da scendere, affondare piedi e calzari nella morbida sabbia bagnata dalle continue onde cristalline e procedere verso la meta.
     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Lord

    Group
    Città Libere
    Posts
    5,103
    Prestigio
    +68

    Status
    Offline
    flottaFerro
      Astrid Pyke· al largo della costa, Isole dell'Estate· 12 ottobre 278A.A.
    S
    tare su quella nave era una nuova esperienza per Astrid. A differenza per gli Uomini di Ferro, era molto più complicato per una Donna di Ferro farsi riconoscere come una marinaia valida durante la formazione di una ciurma, nonostante agli occhi del Dio Abissale entrambi i sessi dovrebbero essere uguali. Purtroppo per lei i voleri divini a volte non venivano rispettati dai servitori mortali.
    Eppure Astrid era riuscita a farsi prendere su quella ciurma, nonostante il suo nome non fosse seguito da un cognome importante delle Isole di Ferro come Harlaw o Codd, come era capitato per molti altri giovani verdi entrati a fare parte della ciurma, arrivati più per merito dei loro padri che per merito proprio.

    Il viaggio dall’Arcipelago fu lungo. I loro antenati di un tempo necessitavano molto meno di viaggiare per poter raggiungere luoghi da razziare, ma da quando il vicino continente era passato sotto la tirannia del fuoco volante, per loro era diventato necessario veleggiare verso altre mete.
    Il popolo delle Isole era odiato dai restanti uomini del continente per il loro stile di vita, ma ad Astrid non interessava ciò. Astrid amava il suo stile di vita, e non lo avrebbe mai cambiato per una vita stabile nei regni del continente, dove avrebbe dovuto vivere con i piedi sulla terraferma, lontana dal mare e dal sangue che tanto desiderava.
    Il viaggio fuori dall’Arcipelago fu lungo e variegato. La flotta proveniente da Pyke attraversò molte acque vicino a luoghi che sembravano ricchi, ma al contempo irraggiungibili. Le coste del Regno dell’Ovest, le isole dell Scudo, la Baia dei Sussurri e la costa di Dorne. I Guerrieri di Ferro dovettero navigare fino al luogo opposto del continente per poter raggiungere luoghi dove liberamente pagare mogli di sale, bottini e servizi non con il prezzo dell’oro, ma con il prezzo del ferro.

    Da quando la piccola flotta scese sotto il porto col grande faro, una afa insopportabile seguì il gruppo di marinai. Il calore era tanto pure per il luogo in cui si trovavano, quell’anno fu particolarmente tosto per tutti. Chiunque sulla nave girava con il minimo possibile addosso, coloro che scioccamente cercavano di vestirsi adeguatamente per la parte a fine serata rimpiangevano la scelta, trovandosi tostati peggio di un gamberetto. Per non parlare delle armature di ferro! Indossare una di quelle era una sicura condanna ad una bruciatura se esposta alla pelle diretta.
    Astrid non era immune al calore. Come tutti gli altri Uomini di Ferro la Pyke era abituata al clima più umido e rinfrescante dell’isola sua omonima. Non era fatta per quelle acque così calde, il clima bollente del Mare d’Estate e delle sue persone dalla pelle scura. Come la maggior parte della ciurma che non era abituata a quei climi, la Ragazza di Ferro cercava di muoversi il meno possibile mentre stava sul ponte seguendo le poche ombre presenti, seguendo per quanto potesse le poche ombre che le strutture più alte della nave, oppure una nuvoletta passeggera, donavano ai poveri rimasti sulla via dell’acqua salata.
    Nonostante il calore che squagliava le candele prima ancora che potessero accendere lo stoppino, il resto della ciurma sulla nave lunga era ebbra di gioia. Avevano preso ad intonare canzonaccie e ballate di mare, danzare e festeggiare come se avessero già compiuto la razzia. Astrid aveva preso parte ad alcune, ma le sue doti canore non erano certo il motivo per cui era stata reclutata nella ciurma di quella grande nave lunga. Inoltre smise di cantare anche per la gola secca. Astrid non aveva bevuto acqua potabile da giorni oramai, erano rimaste nelle scorte solo bevande alcoliche ed liquori di varia forza. Se si fosse rinfrescata con quelli, Astrid avrebbe rischiato di vedere non una, ma tre oppure cinque di terre da razziare quando sarebbero giunti finalmente al luogo.
    La Donna di Ferro decise allora di salire verso il capitano, che stava contemplando la sua ciurma festeggiare e cantare, cantare e festeggiare. Più cantavano e più si assetavano, e più si dissetavano e più avrebbero avuto voglia di cantare. Farsi vedere vicina e sobria dal capitano Greyjoy avrebbe aumentato le sue possibilità di fare una bella figura nella razzia, riuscendo così anche ad ottenere grandi vittorie.
    Ma prima che Astrid ebbe l’occasione di scambiare parola con il capitano Dagon, ecco che la vedetta urlò qualcosa che nessuno sentiva da mesi di viaggi, eppure tutti attendevano come se fosse una benedizione. «TERRA!»
    Quella singola parola fu come un richiamo per tutti, ecco che ogni uomo e donna si alzò dal suo luogo di riposo e prese a correre all’impazzata sul ponte della nave, come delle formiche una volta spaventate da una vorace carpa. E non solo sulla loro nave, anche dalle altre quattro navi lunghe compagne si alzarono grida di gioia e eccitazione. Finalmente si sarebbe assaggiato qualcosa di diverso dai pesci secchi e le razioni stantie. Quello era il momento per tutti loro di mettere bocca finalmente su qualcosa di solido e più sostanzioso, oppure riempirsela di sangue se la razzia fosse andata male.
    Ma non era il caso di pensarla così. Avere pensieri negativi avrebbe solo rischiato di attirare sfortuna su di loro. Astrid cercò di scacciare quella gufata dalla sua mente, e corse invece al cornicione della nave, seguendo il capitano Dagon.
    Oltre la sconfinata distesa d’acqua la Ragazza di Ferro poteva finalmente vedere un panorama diverso dalla collezione di albe e tramonti sul pelo dell’acqua. Questa volta si trattava di un altro tipo di luce, una luce sulla terraferma. Alcuni dei membri della nave iniziarono a discutere sulla sua identità, mentre la luce si faceva sempre più chiara con il calare della notte, e l’avvicinarsi della nave. Che fosse una città, ipotizzarono alcuni. Era una festa, dissero invece altri, parlando con il tono di chi aveva molta più conoscenza sulle spalle. Una festa dove non sarebbero mancate donne e bottini per tutti, bastava saperseli guadagnare.

    L’impazienza di Astrid fu tanta che i suoi occhi brillarono di riflesso nel vedere quella luce. Le sue orecchie furono sorde al suono dei tamburi. E appena la prima nave si fermò contro il banco di sabbia, lei balzò giù dalla nave, pronta a servire la causa e farsi un nome per sé stessa. «Andiamo!»



    Parole: 1035

    perdonatemi davvero per il ritardo, vi ho bloccati tutti per un sacco di tempo

    Code highly influenced by SlasherShane's and »S«'s

     
    .
2 replies since 10/6/2023, 21:43   174 views
  Share  
.