Ad un passo dal conflitto

Quest Vidya & Josephine

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    Io andrei con un ultimo giro qui e poi chiudiamo e riapparite per magia dai Dustin, come la vedete?
    Josephine può arrivare dove Vidya sta interrogando i prigionieri (apparendo a discorso finito, in caso), afferrando le ultime parole di Vidya e questo che viene detto ora.


    L'avevo detto io che sarebbe finita male.. Sbottò uno dei soldati, apparentemente più giovane degli altri, visto il suo volto imberbe.
    Chiudi il becco Karl. Non sapresti riconoscere un buon piano da un fallimento nemmeno... Gli rispose per le rime un altro. Ma che lo dico a fare... Razza di impiastro, è colpa tua se siamo finiti così.

    Karl, però, sembrava intenzionato a parlare. Volevamo la Mallister, quella che parla con i pazzi di Illyria. Con lei, i cani rognosi che hanno seminato il caos nelle nostre case si sarebbero fermati. Avrebbe spiegato spostando lo sguardo verso Vidya.
    E tu sei riuscito persino a farti scappare la sostituta, razza di idiota. Rispose per le rime l'altro soldato.
    No! Io... Il ragazzo esitò. Io voglio solo farla finita con questa storia. E se per farlo dobbiamo ammazzare tutti gli infami che hanno messo in pericolo le nostre famiglie...

    Fate silenzio. Berciò un altro uomo, questo più avanti negli anni. Volevamo la Mallister. La Prima Lady è la Madre del Nord, tutti lo mormorano. Il suo cuore è puro. I fedeli ai Sette, invece, hanno ucciso amici e familiari di molti di noi. E' davvero una colpa aver tentato di difenderci?
    Avremmo fatto prima a chiederlo... Mormorò il ragazzo.
    E fidarci? Oh, pensi davvero di poterti fidare? Si lagnò in risposta l'altro uomo Hai dimenticato cos'è successo a tua sorella, idiota?

    Un silenzio di tomba avrebbe avvolto i prigionieri. Evidentemente, quella rabbia era ben radicata in questioni personali.
    Mia signora. Mi prendo la piena responsabilità dell'accaduto. Vi prego, però, mettete a tacere il caos di queste terre. Con il sangue, o in un altro modo a voi congeniale. Sospirò il soldato più anziano.
     
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    ∼ 25 Gennaio 286 • Tramonto - Pioggia •
    Barrowlands - Accampamento ∼


    L
    acrime di giada cadevano dal cielo. Poche gocce, sempre meno frequenti. Come il pianto di una vedova che prima o poi esauriva le proprie lacrime e sopraggiungeva il vuoto. La pioggia diventava sempre più rada in un cielo coperto da nubi. L’assenza di vento e la quiete che avvolse l’accampamento era come se il tempo si fosse fermato. E Lady Josephine nel passare tra i pellegrini quasi non distingueva più sostenitori della Vecchia o della Nuova Fede. Uniti da un comune destino, riscaldati da un solo fuoco e cullati da antichi contastorie. Uomini, donne, anziani e bambini. Ognuno con un tozzo di pane raffermo ed un boccale di bevanda calda per riscaldarsi in quella buia notte. Ogni angolo dell’accampamento, lì dove era impossibile erigere tende per il terreno accidentato e l’accumulo di fango, era popolato dai pellegrini avvolti in pesanti manti e pellicce. Di rado udiva canti, frequenti invece venivano mormorate a fior di labbra preghiere come buon auspicio ed affidare la propria anima agli Dei. Un brusio che pian piano cessava, con il protrarsi dell’ora del Gufo. La stanchezza della marcia soppiantava la preoccupazione dell’incerto divenire, tanto da assopire i più esausti in sonno profondo mentre gli altri erano prigionieri di una incessante ed estenuante veglia. Le sentinelle non chiusero occhio e le pattuglie delle milizie assicuravano protezione su ogni fronte dell’accampamento. La terribile sensazione d’esser accerchiati da un invisibile nemico, svanì quando la delegazione inviata per lo scambio di ori ed ostaggi tornò vittoriosa. Eppure alcuno pellegrino mostrava desiderio di letizia, assopiti nella stanchezza e nella misera in cui versavano per via delle inospitali Barrowlands. Neppure la Mallister riuscì a gioir troppo del trionfo della Bolton, anche perché terribili rivelazioni giunsero per favella dei caduti.

    Il gaudio per la salvezza di Carol durò poco. Dopo averla avvolta in una pesante pelliccia di volpe e indirizzata verso la propria tenda, decise di avviarsi verso la Bolton intenta ad interrogare i briganti. Aveva predisposto un bagno caldo ed un lauto pasto per la coraggiosa ancella, oltre che regalarle con estrema generosità e magnanimità l’abito che indossava. Non aveva nessuna intenzione di riporlo nel baule, ma ricompensare Carol per la lealtà ed il coraggio dimostrato. Il Padre aveva guidato le sue azioni, la Vecchia illuminato la sua mente ed il Guerriero stretto il suo pugno per infonderle coraggio. Era stata una guerriera, vittoriosa di una lotta contro la paura e l’incertezza. Era riuscita ad ingannare i briganti, temporeggiando e permettendo all’avanguardia di decimarli e catturarli. Ulteriori dettagli li avrebbe chiesti in un secondo momento, anche perché Carol era troppo scossa anche solo per schiarire la mente. Labbra esangue, volto pallido e mani tremanti. Eppure c’era orgoglio e la solita vitalità nei suoi occhi, che nemmeno il terrore era riuscito a scacciar via. Dopo averle donato un sorriso la congedò con dignità e riconoscenza, ripromettendosi di trascorrere le ultime ore del gufo con la fedele ancella, accerchiata dalle altre donne, nel tentativo di farle dimenticare quei momenti e proteggerla dagli incubi che seguiranno. Nessuno meritava d’esser presa di mira da taglia-gole e rischiare essere il prezioso ostaggio di un gruppo di banditi.

    Nascose la delusione quando le ultime parole di Lady Bolton sopraggiunsero alle sue orecchie. Udì quel poco per comprendere appena la situazione. L’accento duro ed aspro del Nord tradiva le origini dei briganti, che erano senza ombra di dubbio natii dei freddi domini degli Stark. Gli stessi uomini e donne che avevano giurato accoglienza con il “pane ed il sale”, una millenaria tradizione che rendeva l’esule o il pellegrino protetto da qualsiasi ingiustizia e lo si accoglieva entro le proprie mura al pari di un alleato. Tradire un ospite era come profanare i sacri precetti degli Antichi. Il popolo del Nord era così attaccato alle tradizioni, ostinato contro ogni forma di cambiamento ed orgoglioso delle proprie origini. Senso della giustizia e sacra lealtà, era ciò che aveva riscontrato in ogni Lord e Lady di cui era stata ospite. Lady Eliza Stark ne era un chiaro esempio. Una donna dall’intramontabile bellezza, nonostante lo scorrere del tempo, e benedetta dal favore degli Antichi oltre a possedere polso e tenacia nel mantenere i potenti e supponenti Lord del Nord sotto l’egida del Lupo. Una donna temprata dalle difficoltà del Nord, una terra che non concedeva sconti a nessuno ed a volte fin troppo povera e desolata. Lealtà, parsimonia e prudenza. Era ciò che aveva appreso dai Lord delle terre del Lupo. E ritrovarsi al cospetto di uomini del Nord, ridotti in catene, che per timore dell’estraneo avevano perso perfino la propria libertà era di quanto più triste avesse mai visto dall’inizio del suo pellegrinaggio nelle terre del Lupo. Provava pietà per gli uomini, che spinti dalla paura di perdere se stessi e riconoscendo nemici negli estranei, avevano agito contro le Leggi del Lupo. Aggredire un convoglio, non per cupidigia, ma per ragioni politiche e religiose. Un modo per sabotare una marcia pacifica, un pellegrinaggio fatto d’elemosina e preghiera per i piccoli villaggi del Nord e per rinnovare la fedeltà dei singoli alla propria fede. Convivenza, non tolleranza. Era possibile, il gruppo di pellegrini ne era il chiaro esempio. Chiacchieravano davanti ad un fuoco, condividevano giacigli e si raccoglievano in preghiera ascoltando gli Inni dell’una e dell’altra Fede. - … - Sopraggiunse di fronte ai prigionieri, affiancando Lady Vidya, proprio quando la Bolton stava annunciando che sarebbero stati giudicati secondo la Legge dei Dustin. Una scelta prudente ed oltremodo saggia, anche se l’inadempienza dei Dustin era chiara sotto la luce del sole, che in quella notte faticava a sorgere. Non aggiunse altro, ma rimase in ascolto. Viso serio, espressione austera e biasimo negli occhi. Spalle dritte, mani intrecciate davanti al grembo e chioma ramata che risplendeva sotto il pallore lunare. S’era tolta il cappuccio per permettere a chiunque di riconoscerla nei tratti e nel regale portamento come Lady del Sud, oggetto di discordia tra le file del Nord.

    Inarcò debolmente un sopracciglio, mentre perle di pioggia percorrevano il pallido incarnato. Un’espressione di chiara disapprovazione e biasimo si dipinse sul viso della Mallister, soprattutto quando l’irriverenza del più giovane tra i banditi, dal viso imberbe, fu messa a tacere dal più anziano. Fu lui, e lui solo, a prender parola per rappresentare il monopolio di banditi del Nord. Fino a farsi carico perfino di ogni responsabilità e sollevare da giudizio i suoi compagni di malefatta. Non s’aspettava un atteggiamento diverso da un uomo del Nord, fiero ed orgoglioso anche nel torto. - Aldric, il Redento. - Corresse l’ingiuria del più giovane dai traditori, mosso dallo spirito focoso e belligerante dei suoi anni. Pensava forse di poter distruggere il nemico, senza rendersi conto quale fosse davvero il reale nemico, e poter riportare la pace nelle sue terre. Un’idea troppo ristretta e sempliciotta, che poteva esser partorita da una mente che non godeva della lanterna della Vecchia. Troppo inesperto per comprendere, troppo imprudente per tacere. Lo sguardo chiaro e severo della Mallister calò sul giovane bandito, senza alcuna aria di sfida, anzi. - La Fede del Sette Dei non ha nulla a che vedere con l’Eresia di Lady Illyria Targaryen. - Breve pausa. - Temo sia la paura a muovere le vostre parole… ed azioni. - Abbassò lo sguardo fino alle catene di cui erano prigionieri. Privati della propria libertà, dopo aver tradito il sacro giuramento dell’Ospitalità e attaccato un convoglio sotto l’egida del Lupo. Una mossa avventata, forse dettata dalla disperazione. Del resto i territori di confine erano tormentati da terribili conflitti interni, non solo politici.

    Si strinse nelle spalle. Rimase ferma e statuaria di fronte al gruppo di prigionieri, ormai in catene ed incapaci di arrecar danno o dolore ai poveri pellegrini. Sentiva di poter tirare un sospiro di sollievo, visto che il pericolo era stato placato dall’efficiente piano di Lady Vidya e dal valore delle milizie del Lupo, ma rimase contrita e seriosa di fronte al gruppo di banditi. Seppur miseri e resi innocui dalle catene, i loro sguardi erano taglienti come lame di coltelli pronti a ferire ed annientare qualsiasi nemico. Leggeva nei loro occhi paura, risentimento ed aperta ostilità. Nonostante l’alto rango i fieri uomini del Nord non si spezzavano, anche se piegati dalla giustizia del Lupo e dalle catene della prigionia. Erano i più giovani, a volte i più incoscienti, a continuar ad inveire contro gli immaginari nemici. Provava pietà per coloro che non riuscivano a scorgere la grandezza di quel corteo, uniti sotto un solo stendardo privi d’ideali politici o religiosi, pur di riportare la pace sui territori di confine. Erano stati accolti benevolmente dai Lord sulla via del Re ed anche dagli umili abitanti di desolati e miseri villaggi di frontiera. Di fronte ad una mano tesa non si poteva rispondere con un pugno chiuso, come stavano facendo quei banditi. I fuorilegge speravano di farsi giustizia da soli, violando le regole del Lupo e ribellandosi alla giurisdizione dei Dustin. Un errore che forse avrebbero pagato a caro prezzo, con le loro stesse vite. Eppure quei fieri uomini del Nord erano disposti a morire pur di difendere le tradizioni e la propria identità. Proprio come i cittadini del Sud. Percepiva cieca rabbia e profondo risentimento, non per lei in quanto Mallister, ma per ciò che rappresentava. Fedele ai Sette Dei, con legittime rivendicazioni su Capo Piovra e difensore degli usi e costumi di terre così diverse dal Nord. Interessi inconciliabili, eppure i pellegrini condividevano pasti e preghiere in suffragio della tregua promessa.

    - Liberatelo dalle catene. - Sciolse la statuaria posizione per indicare il più anziano dei banditi. Colui che desiderava farsi carico dell’intero peso di quel fallimento e del chiaro tradimento della sacra legge dell’ospitalità. Non c’era gloria o perdono per i traditori. La Legge del Re parlava chiaro, non dissimile da quella del Lupo. Eppure Lady Josephine Mallister poteva anche solo comprendere il dolore e la rabbia che le terre contese si portavano dietro da un po'. Lei stessa aveva accolto con misericordia ed umana comprensione i lamenti delle vedove ed i pianti dei padri. La guerra aveva lacerato non solo le terre del Nord, ma anche gettato infamia e carestia sui feudi a Sud dell’Incollatura. Re Targaryen, dopo la riconquista di Approdo del Re e l’annichilimento del Leone Dorato, aveva solo stabilito una tregua senza curarsi dei focolai di rivolta nel suo regno. Incendi che rischiavano di divampare ed affidati alle cure dei Lord minori e maggiori. Mai i Sette Regni erano stati così frammentati ed il destino della corona tanto incerto. - Vi prego, consegnatemi una daga. - Chiese verso uno dei soldati al suo seguito, che faceva parte della guardia Mallister. Sembrava più un ordine, che una vera richiesta. L’aspra autorevolezza che aveva ereditato dal giudizioso e lungimirante Lord Jason Mallister venne fuori. Aveva qualcosa da recriminare al saggio padre, insieme all’erede Joseth. Nessuno dei due aveva previsto simili disordini nel regno, dopo che Seagard era stata commutata in exclave del Nord. - È dunque cieca ed irrazionale giustizia quella che cercate? - Impose al prigioniero di mettersi in piedi, sorretto eventualmente da due guardie ma comunque lasciato libero d’agire. - La chiamate giustizia, ma senza un regolare processo e la benedizione del Padre, o degli Dei, diventa una mera vendetta. Liberate i vostri cuori dalla vendetta ed abbiate il coraggio di perdonare. - Le dita sottili ed affusolate si rigiravano la fredda elsa della daga tra di esse. Un gelido strumento di morte, capace di trapassare il cuore di una persona e farla annegare nel suo stesso sangue. Mai le sue nobili e delicate mani avevano maneggiato una lama. Impreparata ed inesperta anche solo per maneggiarla nel modo corretto. Eppure sfiorava quell’oggetto di morte, intriso forse ancora del sangue dell’ultima vittima, con accortezza e prudenza. Dentro di lei si agitava il timore, il terrore di esser dalla parte sbagliata. Il suo cuore era leggero, privo di rancore, ed illuminato dalla Misericordia della Madre. - Cos’è per voi la giustizia? Com’è possibile trovare la pace interiore in questa spirale di odio e rancore? - Rischiava di perdersi nella retorica, anche perché non si aspettava alcuna risposta dal bandito o da chiunque altro. Riflessioni a cuore aperto, ferito da tanta distanza. L’uomo era davvero Lupo dell’altro uomo? Terre così aspre avevano forse chiuso i cuori dei loro ospiti.

    Non curandosi del sudiciume e delle tracce di sangue raccolse le mani dell’anziano bandito. In modo da cedergli la daga ed indirizzarla verso il nobile e virtuoso petto. Collo lungo e pallido, scollatura appena accennata ed incarnato chiaro come il chiarore di luna. S’era privata di ogni gioiello e beltà per confondersi con gli umili pellegrini, eppure un occhio attento poteva distinguerla tra tanti per virtù e grazia nei movimenti. L’accento del Sud era quasi marcato, debolmente ammorbidito dalle parole che uscivano quiete tra le sottili e rosee labbra. Le iridi chiare erano puntate contro il bandito, non come atto di sfida ma per accogliere il dolore di chi aveva sofferto per via delle divisioni e dei conflitti. - Se pensate che la mia vita valga tanto quanto quelle che vi sono state strappate via… allora non esitate. Spingete la lama in profondità, fino al cuore. - Nonostante fosse terrorizzata all’idea di abbandonare la vita terrena era pronta ad accogliere l’Oltre e godere della luce del Dio dei Sette. - La mia morte non fermerà la spirale d’odio di cui siamo prigionieri. Ferire è la via più facile! Spezzare le catene dell’odio e la paura dello straniero richiede sacrificio, impegno e abnegazione. Siete pronti a sacrificare il vostro dolore in favore della comprensione, del perdono e dell’ascolto? - Chiese stavolta rivolgendosi anche agli altri prigionieri. Era lì, ferma e pronta ad esser sacrificata come una bestia da macello. Un rischio che nessuno le avrebbe mai perdonato e consentito. Nonostante la paura, il terrore ed il risentimento che lei stessa provava. - Non verrò dimenticata. Non dalla mia famiglia che cercherà vendetta su di voi. Non dalle vostre famiglie che cercheranno vendetta sulla mia. Un ciclo infinito che va spezzato! Dunque ora ti chiedo: Sei disposto a fermarti? - Ripose lo sguardo serio ed austero sull’uomo che le puntava la lama al petto.

    - Lady Josephine Mallister, figlia di Lord Jason Mallister e Lady Joanna Banefort, sorella dell’Erede di Seagard Joseth Mallister, conosciuta come “La Misericordiosa”. - La voce ferma e straniera della natia di Seagard si diffuse nell’accampamento. - Permettetemi almeno di conoscere il nome di chi prenderà la mia vita o avrà il coraggio di spezzare le catene dell’odio. - Concluse, serena. In ogni caso avrebbe affidato la sua anima alle cure dei Sette Divini.

    Untitled






    Parole: 2429

    Tiro d’intimidazione/persuasione.

    In pratica Lady Josephine si fa consegnare una daga, ordina di liberare il prigioniero più anziano e si fa puntare la lama al petto.
    Scelta al PNG se trafiggere la mia PG per vendetta oppure spezzare le catene dell’odio. Ovviamente farà tutto questo se non verrà ostacolata da nessuno.
     
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    q5-8
      Terre delle Tombe · 25 gennaio 286AA
    Per qualche attimo le parole di Vidya sembrarono sfumare, dissolvendosi nell’aria assieme alle piccole nuvole di condensa che le accompagnavano, apparentemente insufficienti a penetrare il muro d’ostinata diffidenza e gelido risentimento eretto dai prigionieri fin da quando, immobilizzati dai soldati e con i polsi stretti dalle corde, erano stati trascinati al suo cospetto.

    Poi una voce si levò dal gruppo, spezzando l’immobile e denso silenzio calato su di loro.

    "L'avevo detto io che sarebbe finita male.."



    La Bolton ne inseguì il suono, individuando la fonte in un giovane dal volto lungo e pallido. Probabilmente, constatò, osservandone i lineamenti acerbi, che tanto contrastavano con la massiccia costituzione, non doveva aver vissuto molte primavere in più di lei, e, sicuramente, non abbastanza per acquisire una reale esperienza sul campo e sviluppare il giusto autocontrollo nel gestire le proprie reazioni.

    Sostenuto dall'irruenza e dall'incoscienza della giovinezza, il ragazzo non si lasciò intimidire e, ignorando gli aspri rimbrotti, le recriminazioni e il tentativo di tacitarlo di uno dei suoi compari, continuò imperterrito a parlare, svelando come il loro obiettivo fosse sempre stato Lady Josephine.

    Vidya aggrottò le sopracciglia, perplessa, ripensando al messaggio dei banditi, scribacchiato col carbone su di una pergamena umida e sporca. ‘Solo una Lady col denaro’.

    Cosa avrebbero fatto se fosse andata lei all'incontro, dunque? L’avrebbero rimandata indietro? Usata come ostaggio per costringere la Mallister a collaborare? O, visto lo sdegno con cui l’avevano guardata, e il modo irrispettoso con cui le si erano rivolti fin dal principio, l’avrebbero trattata alla stregua di una traditrice?

    Inclinò leggermente la testa, sogguardando il volto della nobildonna al suo fianco. La fanciulla di Seagard li aveva raggiunti poco prima, rimanendo in silenzio, rigida e severa, la ramata chioma lasciata esposta alla leggera pioggia che, dopo la breve pausa, stava riprendendo forza. Studiò la sua espressione, l’elegante sopracciglio inarcato e le labbra tese, e vi trovò marcato disappunto e riprovazione.

    Le adamantine iridi della Bolton tornarono sui prigionieri, spostandosi da un prigioniero all'altro, seguendo con crescente confusione e turbamento lo scambio tra i due, osservando la rassegnata determinazione del più giovane - che, stanco, vedeva nella collaborazione un modo per mettere una volta per tutte un punto alla questione - scontrarsi con l’acredine e sfiducia del secondo.

    Un piano, quello che emergeva dalle loro mezze frasi, fumoso e privo di ogni lungimiranza. Riducibile ad una serie di scelte scomposte e improvvisate dettate dalla pura disperazione, più che strategie frutto di un'attenta pianificazione.

    Con la Mallister, dicevano, sarebbero riusciti a fermare i fanatici che infestavano le loro terre. Non le era chiaro, però, cosa esattamente si aspettassero da Lady Josephine. Volevano intercedesse per loro, convincendo quei ‘cani rognosi’ a desistere dal loro intento, ripetendo l’impresa che l’aveva vista protagonista a Piazza di Torrhen? Era un azzardo credere che quel risultato si potesse ripetere e che la supposta influenza della Giovane Aquila potesse essere altrettanto incisiva dinanzi, non ad un lupo solitario stremato dalla prigionia, ma ad un branco. Agli occhi degli eretici lei, come ogni Fedele dei Sette che non riconosceva il verbo Illyriano, avevano perduto la strada tanto quanto - se non più - di chi non li aveva mai venerati.

    O forse, pensò, assottigliando lo sguardo sospettosa, udendo Karl venire accusato di essersi fatto sfuggire ‘persino la sostituta’, non era una mediatrice quello che cercavano...

    Fece scorrere di nuovo lo sguardo sui prigionieri innanzi a lei. Alcuni tenevano il capo chino, asserragliati in un muta e fiera accettazione della loro condizione. Altri, stizziti, lanciavano occhiate dardeggianti ai due che più si erano esposti. Tutti, indistintamente, conservavano la pervicacia insita nei natii del Nord.

    Per quanto potesse nutrire compassione per la loro sofferenza e comprensione per le ragioni che li avevano spinti a tanto, Vidya non dimenticava di avere davanti hættr menn. Uomini pericolosi. Guerrieri che non avevano niente da perdere.

    In lei erano ancora vivide le intense emozioni che l'avevano investita nel corso di quelle ultime tumultuose e concitate ore. Il senso di minacciosa inquietudine provato alla vista del tronco riverso al centro del sentiero ad arrestare la loro pacifica marcia. L'apprensione con cui aveva seguito le sagome degli esploratori sparire oltre l'orizzonte, mentre fulmini screziavano la nera volta del cielo forieri di tempesta. Il respiro mozzato al sinistro sibilare che aveva preceduto lo schianto del dardo infittosi nell'abitacolo della carrozza a pochi centimetri dalla sua testa. La paralizzante realizzazione di essere come prede in trappola. La vischiosità del sangue che le aveva tinto le mani mentre ricuciva la ferita ammonitrice inferta all’uomo dell’avanscoperta. Il crescente orrore nell’udire della fine di Soran, caduto in un’imboscata e poi barbaramente sgozzato. Il terribile peso del malcelato giudizio e del biasimo negli occhi dei più tra il resto della delegazione allo svelamento del piano da lei proposto. Al senso d'impotenza e terrore, che gravava su ogni sua scelta, opprimendole il cuore, dinanzi a scelte che richiedevano celerità ma, allo stesso tempo, necessitavano oculatezza nel contemplarne i molteplici e ignoti risvolti.

    L’amaro sapore della delusione nello scoprire che erano stati dei fratelli a fare loro tutto questo. Fratelli che l’avevano guardata con disprezzo e odio, sputando ai suoi piedi in senso di spregio verso il messaggio che portava e la causa che rappresentava.

    La rossa nebbia dell'ira li aveva accecati a tal punto da non fargli vedere quanto il loro agire fosse simile a quello dei barbari che avevano stravolto le loro vite e la quiete delle loro terre? La lucidità persa al punto da non realizzare che il ridurre il tutto ad una guerra tra fazioni, senza alcun distinguo, non avrebbe fatto altro che aumentare la frattura sino a trascinare tutti, indistintamente, nel baratro?

    Strinse la mascella e si passò una mano sulla fronte, massaggiandola lentamente, nel tentativo di allentare la sensazione di tensione crescente, spettro di un'emicrania incipiente, annuendo al saggio intervento della Lady al suo fianco. Non era eliminando a vista, senza eccezioni, ogni seguace della Stella a Sette Punte sul loro cammino e versando altro sangue che avrebbero trovato sollievo e ristabilito la pace.

    A porre fine a tutto quel discutere fu il prigioniero più anziano che intimò loro di tacere. Poi, con espressione grave e compunta, si rivolse alla Bolton.

    “... La Prima Lady è la Madre del Nord, tutti lo mormorano. Il suo cuore è puro…”



    Vidya rimase impassibile, facendo ricorso a tutto il proprio autocontrollo per non tradire il suo scetticismo nei confronti della figura della Tyrell. Madre del Nordun’Andala! Trovava profondamente ironico come, alla fine, dopo secoli di strenua opposizione e sonore sconfitte inferte a chi aveva provato a insinuarsi oltre l’Incollatura, l’ostico Nord si fosse fatto conquistare da una Ballata, lasciandosi avvolgere dalle spire di una Rosa. Il fascino e la propensione a guardare a Sud degli Stark non era una novità, ma l’orgoglioso spirito del resto dei discendenti dei Primi Uomini, si chiese, si era davvero indebolito a tal punto?

    Non aveva nulla contro la nuova Lady di Grande Inverno, la considerava indubbiamente un’alleata della Regione - per tornaconto o sincero interesse per la causa che fosse - e le riconosceva ogni merito ed onore. Ciononostante, per quanto le concerneva, era una donna dell’Altopiano. Era cresciuta tra i vividi colori di terre fertili e rigogliose, non stretta nell’arido e algente abbraccio del perenne inverno, usa alla carezza dei caldi raggi del sole e non al tocco dei fiocchi di neve trasportati dai freddi refoli di vento. Certo, avrebbe potuto imparare ad amare le grigie distese delle loro lande più dei verdi e aulenti prati del Sud ed indossare abiti per riuscire a sopportare le temperature a lei tanto estranee ma, appunto, non sarebbe stato altro che un adattarsi.

    E, su quanto puro fosse il suo cuore e quel titolo meritato, avrebbe voluto ribattere, si sarebbe visto quando, al dunque, sarebbe stata messa di fronte ad una vera scelta. Fino ad allora Vidya avrebbe prudentemente riservato il proprio giudizio sulla nuova Lady Stark.


    “… I fedeli ai Sette, invece, hanno ucciso amici e familiari di molti di noi…”



    «Tra i fedeli dei Sette c'è chi ha combattuto al vostro fianco,» ribadí ancora una volta, determinata a ricordare l’importante differenza tra fanatici e fedeli, vista la difficoltà che stavano dimostrando ad assimilarla. Distinzione che sembrava essersi fatta pericolosamente labile da ambo le parti, come dimostrato dagli sfregi perpetrati ai danni dei simboli sacri al confine e dagli scontri, sempre più frequenti, che agitavano il territorio del Metalupo. La convivenza tanto decantata e di cui si facevano promotrici si basava su fondamenta instabili. Ma, se fino a quel momento quell’insofferenza era stata espressa tramite battute e sguardi obliqui, ora sfociava nella violenza. «Coloro che vi hanno attaccato non sono fedeli ai Sette, ma folli aizzati dalle farneticazioni di Illyria.» Ripetè, facendo eco alla Mallister. «Con le loro esecrabili azioni, levando la propria arma su innocenti e alleati, sono venuti meno all’onore promesso al Guerriero e offeso ogni principio rappresentato dai Volti.»

    “ …E' davvero una colpa aver tentato di difenderci?...”



    La Bolton sulle prime non rispose alla domanda posta dall’uomo. Si appressò a lui con passo leggero e si abbassò, mettendosi al suo livello, annullando così ogni distanza.

    «Non è mai una colpa difendersi,» ribattè quindi, umettandosi nervosamente le labbra e pesando le parole, conscia di navigare acque turbolente e di dover fronteggiare un odio profondo la cui forza, nel tempo, era cresciuta al punto da essere paragonabile ai violenti flutti di un fiume in piena. «Avevate - ed avete - ogni ragione di cercare giustizia e proteggere ciò che vi è caro», si fermò, il viso fino a quel momento imperturbabile si adombrò e dalla sua voce trasparì l'amarezza che stava provando. «Avete però rivolto la vostra rabbia nella direzione sbagliata e quella che definite difesa si è tramutata in offesa.»

    Quanti altri come loro, pensò avvilita, alla ricerca di giustizia si erano resi protagonisti di crimini verso altri innocenti in quelle sanguinose spire di sofferenza?

    “Avremmo fatto prima a chiederlo.”
    “E fidarci? Oh, pensi davvero di poterti fidare? Hai dimenticato cos'è successo a tua sorella, idiota?”



    Lo sconsolato mormorio del giovane la raggiunse, seguito dall’aspro commento del compagno. Cosa era accaduto, si domandò turbata, per portare queste persone a non avere fiducia in una delegazione composta per la maggioranza, tra civili e milizie, da fedeli degli Antichi?

    La loro attenzione sul piccolo incendio aveva portato ad ignorare quello sotterraneo che serpeggiava silente lungo tutto il territorio? La diffidenza con cui li avevano approcciati aveva dei fondamenti?

    Qualcuno al Nord lavorava forse a favore degli eretici?

    Con un sospiro si rialzò. La furia provata per lo spavento si era ormai dissipata, lasciandole solo un profondo senso di tristezza e di impotenza. Quelli in ginocchio nel fango con le corde a mordere i polsi erano i prigionieri ma anche lei - come loro - aveva le mani legate. Uno dei soldati aveva perso la vita per proteggerle e Vidya aveva promesso ai suoi compagni giustizia. Non poteva esserci completa impunità. Una realtà che forse anche i banditi avevano infine compreso dato il silenzio che tornò ad avvolgerli tutti.


    “Mia signora. Mi prendo la piena responsabilità dell'accaduto. Vi prego, però, mettete a tacere il caos di queste terre. Con il sangue, o in un altro modo a voi congeniale.”


    Vidya scosse la testa alle parole dell’uomo. «Non ho bisogno di un capro espiatorio, ma di elementi.»

    Fece per continuare ma venne interrotta da Lady Josephine, e, con crescente orrore, osservò spiazzata l’altra nobildonna rischiare di vanificare il suo tentativo di riportare alla ragione gli astanti, ordinando alle proprie guardie di liberare il bandito più anziano ed armarlo, prima di metterlo di fronte alla scelta di prendere la sua vita come risarcimento per le proprie perdite.

    «Per amore degli Déi, ricomponetevi!» tuonò, avvicinandosi repentina ai due, intenzionata a porre fine a quella scena. Senza timore allungò la mano per afferrare la lama del coltello e la strinse nel palmo freddo fino a sentire il filo premere contro la carne. «Non è necessario ricorrere a tali insensati estremismi!» La redarguì, allibita e ricolma di sconcerto. «Hanno bisogno del nostro aiuto. Non di altri sacrifici.» Non di quello di una Lady. Non di quello del loro dolore.

    Avevano bisogno di capire che la sofferenza e la rabbia non dovevano essere in controllo delle loro azioni, né andavano represse o annullate, ma canalizzate per costruire un ponte verso chi condivideva le loro stesse pene - che pregassero in silenzio seduti sulle candide radici di un Albero Diga o salmodiassero avvolti dai riflessi colorati delle Septe.

    Fissò l’uomo, facendo appello alla ragionevolezza che aveva mostrato fino a quel momento, quindi si voltò verso la giovane di Seagard. «Non è uno sciocco. Sa che sarebbe morto prim’ancora di muoversi. E con lui tutti i suoi uomini.» Se non avesse compreso le intenzioni con cui si era mossa e quale fosse il messaggio che l’altra nobildonna stava cercando di comunicare, avrebbe potuto dire di trovarsi davanti ad un gioco crudele e perverso, atto a indurre il povero prigioniero all’errore. «Quale sarebbe la scelta offerta? In che modo questo dovrebbe fargli comprendere lo sbaglio del cercare una cieca vendetta, o ispirarli a spezzare le catene dell’odio?»


    Una volta placata la situazione Vidya si sarebbe nuovamente rivolta ai prigionieri.


    «Parlateci di cosa è accaduto nei vostri villaggi e alle vostre famiglie» disse, mani strette in grembo e voce ferma, riprendendo il discorso che era stato interrotto, consapevole che le sue parole avrebbero potuto non avere più la stessa presa. «Aiutateci ad individuare coloro che vi hanno tradito.» Cosa era accaduto alla sorella di Karl? «Vi prometto che daremo voce alle vostre istanze e useremo le vostre testimonianze per sollecitare interventi più decisivi, affinché si ristabilisca l’ordine e le nostre case tornino ad essere sicure.» Fece una pausa cercando di capire se, infine, avesse scalfito la loro riottosità. «Ma per riuscire abbiamo bisogno che siate con noi in questa lotta.»



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    Non ho idea di chi sia questo Aldric. Ma non avremmo comunque provato ad ammazzare la Mallister.Ringhiò in risposta l'uomo, rifiutando la daga e rimanendo immobile, in ascolto delle parole di Vidya.
    Da quando la follia di Illyria è sorta, insieme ai mercanti sono arrivati dei bastardi a razziare i villaggi. Erano banditi, noi siamo soldati e sappiamo come trattare i banditi, ma stavolta...
    Scosse il capo, esitando.
    Erano tutti fedeli della folle Illyria. Spiegò il soldato più ragionevole, mentre l'altro teneva il capo basso, probabilmente preso da un brutto ricordo. Hanno dato fuoco al nostro villaggio e ucciso tutti i presenti: donne, bambini... I pochi che siamo riusciti a salvare ora sono fuggiti nelle terre dei Flint, dove ci sono più soldati e più sicurezza... Noi non siamo stati abbastanza: troppi uomini, troppi traditori, persino alcuni che vivevano tra noi da anni... NOn siamo riusciti a far nulla.

    Un lungo silenzio. Speravamo di poter placare questa follia. Da quando la guerra è finita, i fanatici sono diventati più pericolosi: si nascondono e istigano il conflitto... E nessun villaggio è al sicuro: nessun esercito può proteggere dalle pugnalate di quello che pensavi fosse il tuo vicino di casa. Sbottò, facendo una smorfia come se una ferita gli avesse mandato una fitta in quel momento.
    Non sappiamo più cosa fare... Speravamo che la Lady che viene da Seagard sarebbe stata un buon deterrente contro questo caos, ma... Deglutì. Ma probabilmente ci sbagliavamo, non c'è una soluzione che possiamo trovare da soli.
     
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      Terre delle Tombe · 25 gennaio 286AA
    L’affilato respiro della daga contro le dita era una sensazione vaga e distante. Vidya sapeva che sarebbe bastato un movimento scomposto da parte di uno dei due, o una semplice - involontaria - contrazione dei muscoli della sua mano, per ferirla. Ma non se ne curò. Era una Bolton, dopotutto, e nelle sue vene scorreva anche sangue Moore. Stirpi che facevano un vanto della loro confidenza nell'uso delle lame. Non temeva l'acuto e bruciante dolore del filo di un pugnale che incideva la pelle, non dopo essere stata temprata dagli acuminati artigli della sua malattia. Tenne dunque il pugno chiuso blandamente, calma e determinata nonostante l'irritazione e il disappunto nei confronti di Lady Josephine, alternando lentamente lo sguardo tra questa e il prigioniero.

    Trascorsero attimi di completa e tesa staticità, in cui ogni cosa le parve divenire immobile, in attesa di una risposta. L’unico segno dello scorrere del tempo il sordo e cadenzato picchiettare della pioggia contro il cappuccio del mantello. Gocce che cadevano pesanti e sempre più insistenti, pomellando di chiazze nere il cupo rosso sanguigno delle sue vesti; e iniziando a lavare via, poco a poco, la terra e la polvere rapprese sui volti degli uomini catturati, inzuppandone le povere pellicce e scivolando su ciò che restava delle loro armature raccogliticce.

    Alle loro spalle il mormorio dei pellegrini, scossi dalle parole della Mallister, si era fatto più intenso. Gli sporadici commenti che l'avevano raggiunta fino a poco prima, colmi di indignazione tanto quanto di risentita curiosità nei confronti dei presunti criminali che li avevano terrorizzati, erano mutati in un vociare allarmato e confuso.

    Un’agitazione che, temeva, potesse diffondersi lungo tutto l’accampamento, contribuendo ad inasprire la criticità della situazione. Lanciò una veloce occhiata verso il rilievo. Le figure dei fedeli erano a malapena distinguibili nell'artificiale penombra di quella vernina serata d'estate, poco più di ombre solide impresse sulla luce soffusa dalle fiaccole e dai pochi fuochi accesi. Poteva quasi figurarsi gli sguardi di quelle donne e di quegli uomini, accoccolati nei loro ripari di fortuna, levarsi di scatto dalle coppe fumanti che stringevano tra le mani livide nel vano tentativo di contrastare il freddo, e rivolgersi, turbati, verso la fonte del trambusto ai piedi della collina.

    Il senso di comunione così come l'equilibrio raggiunti in quei giorni, che avevano nutrito la speranza e dato vigore al loro proposito a dispetto delle difficoltà incontrate, avrebbero potuto finire per incrinarsi, facendoli sprofondare nuovamente nel sospetto e nella diffidenza reciproca.

    Non ho idea di chi sia questo Aldric. Ma non avremmo comunque provato ad ammazzare la Mallister.



    Osservò, con sollievo, l’uomo ignorare l’arma che gli era stata porta e respingere, netto, le labbra arricciate in una smorfia di rabbioso sdegno, l’accusa sottintesa nel discorso della Mallister.

    Se quanto affermava corrispondeva al vero, ed effettivamente non avevano mai avuto intenzione di attentare alla vita dell'altra nobildonna, la violenza delle loro azioni le appariva ancora meno sensata. A quale scopo versare sangue amico, esponendosi al rischio di finire sulla forca e mettere lei nella posizione di non poterli aiutare?

    Allentò la presa sul pugnale e, profondamente amareggiata, abbassò lo sguardo, portandolo sulle corde che giacevano a terra tra il fango, simbolo della gravità e serietà dei crimini di cui, guidati da rabbia e disperazione, si erano resi protagonisti. Le fissò, sentendone quasi l’immaginaria morsa contro i polsi, e continuò ad ascoltare, cupa e pensierosa, le loro testimonianze.

    Gli Illyriani si erano insinuati nel Nord usando la copertura dei mercanti. Proliferando nell'instabilità dei territori provati dalle lunghe guerre. Sfruttando a loro favore la fiducia e il falso senso di sicurezza in cui erano caduti i discendenti dei Primi Uomini; rei di aver considerato la minaccia religiosa un affare esclusivamente del Sud e dei fedeli dei Sette, un pericolo distante dalle terre attraversate dalle profonde radici degli Alberi Diga e storicamente avverse ad ogni tentativo di invasione - militare o religiosa che fosse - da parte degli Andali.

    Erano banditi, noi siamo soldati e sappiamo come trattare i banditi, ma stavolta...


    La frase rimase in sospeso, interrotta come una fiamma estinta da un’improvvisa folata di vento, ma le parole non dette, simili a volute di fumo, aleggiarono incorporee nell’aria fredda delle Terre delle Tombe.

    … non avevano potuto fare nulla.

    Un silenzio, quello che cadde su di loro mentre il soldato, sopraffatto, chinava il capo, che sembrava riverberare della desolazione e distruzione che le razzie degli eretici avevano lasciato in quei villaggi. Orrori e perdite che si sommavano a quelli già subiti in un crudele susseguirsi di sofferenze, a cui continuò a dare voce il più anziano del gruppo quando divenne chiaro che l'altro non era in grado di proseguire, perso nei propri dolorosi ricordi.

    ... troppi uomini, troppi traditori, persino alcuni che vivevano tra noi da anni...



    I seguaci della folle Targaryen erano riusciti a muoversi inosservati, facendo breccia nella tana del Metalupo e tessendo la loro tela indisturbati, sussurrando le loro idee eretiche fino a fare presa sulle anime più stremate e colme di rancore, manipolandole con utopiche promesse di rivalsa e giustizia. Subdola e strisciante come una mortifera pestilenza, la presenza dell’eresia si era rivelata in tutta la sua virulenza solo quando l'infezione era ormai ad uno stadio avanzato.

    Vidya lottò contro l’istinto di fuggire dalle vivide immagini che le parole dell’uomo evocavano, costringendosi a guardarle. L’odore acre del fumo che avvolgeva ogni cosa nel proprio grigio e soffocante abbraccio. Il crepitio della paglia e del legno avvolti da roventi lingue di fuoco. Urla di terrore e pianto a riempire l’aria. Fiocchi di cenere che cadevano lenti su corpi ormai freddi ed esanimi.

    Forse, riflettè tristemente, i lamenti che, nelle ore più buie e silenziose della notte risalivano le colline e i tumuli tutt’intorno, non appartenevano agli antichi Re che piangevano la propria vita mortale ma erano lo straziante eco di queste vite interrotte.

    ...nessun esercito può proteggere dalle pugnalate di quello che pensavi fosse il tuo vicino di casa...



    Pugnalati alle spalle dalla propria gente, uomini e donne che conoscevano da una vita e di cui si fidavano divenuti complici dei loro aguzzini. Pura, feroce, follia. Aveva letto durante i suoi studi di tali aberrazioni religiose e della conversione ottenuta col sangue. Il fanatismo aveva il potere di offuscare la mente e la ragione al punto da trasformare gli uomini in esseri privi di ogni empatia e umanità, capaci di ogni nefandezza in nome di un Dio. Era questa la via verso la luce? Brandire testi sacri con una mano, elevandosi a guida morale, mentre con l’altra si soffoca ogni libertà?

    Quando la Lady Madre si era recata nelle sue stanze a Grande Inverno, e le aveva raccontato dei tumulti di matrice religiosa che stavano agitando i territori al confine, Vidya aveva reagito accendendosi d'indignazione. Inorridita dalle descrizioni degli sfregi inflitti ai volti degli Alberi Diga. Offesa e ferita da quello che era un attacco alle fondamenta della propria fede, quanto simbolo della propria cultura. Atti vergognosi che, però, ora impallidivano dinanzi alle barbare violenze di cui gli uomini davanti a lei erano stati testimoni.

    Lo scenario peggiore, realizzò, portandosi istintivamente le mani all'addome, artigliando il tessuto come a placare la fitta di terrore che le aveva attraversato le viscere, quello che tutti paventavano ma non esprimevano a voce alta, era già realtà.

    Serrò la mascella, inghiottendo ogni recriminazione e tacendo la propria frustrazione verso i neghittosi Lord che avevano mancato di vigilare e proteggere efficacemente la propria gente, ed annuì, solenne.

    Non poteva mostrare l'estensione della sua paura e dei propri dubbi, né mostrarsi debole se voleva convincerli di avere difronte, non un’ingenua ragazzina in grado solo di fare proclami ma una Lady concreta e affidabile.


    «Tutto nel vostro racconto restituisce a noi, colpevolmente estranei ai fatti, quel lacerante dolore, senso d'impotenza e abbandono che avete provato in quei frangenti.» Principiò, con tono grave. Riconoscendo, ancora vivide nella fissità dei loro occhi, le atrocità che avevano vissuto. E, stendendo leggermente le labbra in un gentile sorriso, aggiunse: «Non siete soli. Non più.»

    Sciolse quindi la marmorea postura, posando la mano sul braccio del prigioniero, in un gesto di comprensione e accoglienza.

    «Non c'è minaccia che possa scalfire la compattezza del Nord.» Un’allusione alla stoica resistenza della regione e, a come, più di una volta, i singoli vessilli si fossero uniti - mettendo persino da parte storiche rivalità e vecchi rancori - per affrontare un nemico comune, uscendone vittoriosi e rafforzati. Sogguardò, inquieta, la giovane Lady accanto a lei, ripensando al trasporto con cui viveva la propria fede e ai trascorsi tra il Nord e i Mallister, e si chiese per quanto ancora avrebbero marciato fianco a fianco. Hann hefir arnarham, en er hann beinir flug, þá standa vindar undan vængjum hans, cantavano i bardi, “ha la forma di un’aquila e quando si alza in volo,sotto le sue ali, si levano tutti i venti.” «É stato cosí in passato, e continuerà ad esserlo in futuro.»

    Bisognava però agire con celerità, in modo deciso e discreto. Dovevano, al più presto, comunicare agli Stark il reale stato delle cose e studiare, insieme, un solido piano d'azione.

    «Le vostre testimonianze sono fondamentali» riprese, la sua voce quieta ma ferma e chiara, a sottolineare l’importanza del loro contributo.

    Se finora gli eretici erano stati un nemico astratto, ed ogni azione contro di loro un dardo scoccato alla cieca, ora le cose erano cambiate.

    «Una volta che saremo giunti a Città delle Tombe, porterete all’attenzione di Lord Dustin tutte le barbarie subite, fornendo ogni informazione utile a riconoscere gli eretici che vi hanno attaccato.» Descrizioni, nomi, segni particolari … ogni dettaglio poteva essere d’aiuto per la loro individuazione. «E farete i nomi di chi, connivente, vi ha infidamente tradito.»

    No, non era con un esercito o tramite uno scontro diretto che sarebbero riusciti ad arginare la deriva Illyriana. Ma muovendosi nell’ombra. Era cruciale scovare i corridoi lungo cui si muovevano, ricostruendo almeno in parte la rete degli eretici per poterli indebolire ed eventualmente fermare.

    Per farlo avevano bisogno di tutti gli uomini in grado di combattere, di coloro che erano immuni alle lusinghe dell’eresia e determinati a liberare la loro terra da questo male.

    «Alleggerirebbe la vostra posizione rivelare l’identità di chi ha aggredito il nostro esploratore» suggerì, dunque, parlando lentamente e stabilendo un contatto visivo con ognuno di loro.«Che egli sia tra di voi, o tra gli uomini che sono scappati prima della nostra sortita…»

    Stava tendendo loro una mano. In quell'ultima frase era contenuta una possibile via d’uscita. A loro decidere se coglierla e, concordando le loro versioni nella notte, addossare la colpa ad un compagno mai esistito. O lasciare che il colpevole affrontasse le conseguenze delle proprie azioni.

    Quindi, prima che potessero rispondere o reagire, spostò la sua attenzione verso i soldati.

    «Approntate una sistemazione per la notte e portategli qualcosa di caldo.» Ordinò. «Devono essere in grado di viaggiare, non possiamo permetterci ulteriori rallentamenti.»

    Attese che gli uomini iniziassero a muoversi, osservandoli mentre senza troppi convenevoli aiutavano ad alzarsi i prigionieri, per poi condurli in una zona più riparata lungo il perimetro - abbastanza lontana dai pellegrini, ma sufficientemente vicina da poter essere tenuti d'occhio durante i turni di guardia senza sacrificare troppe risorse.

    «Riguardo Aldric,» disse nel frattempo, abbassando leggermente il tono della voce e puntando le penetranti iridi sulla Mallister. «Durante il vostro colloquio avete forse saputo di come sia entrato in contatto con l’eresia Illyriana?» Non avevano avuto modo di confrontarsi sulla questione nei giorni seguiti al soggiorno a Piazza di Torrhen, e Vidya ignorava completamente come un cortigiano del Nord si fosse ritrovato a credere nelle farneticazioni della Targaryen. Era stato indottrinato da qualcuno - e, in quel caso, dovevano assolutamente sapere chi stava facendo proselitismo - o l’aveva abbracciata di sua sponte una volta venuto a conoscenza del movimento? «Pensate di riuscire a scoprirlo?»



    Parole: 1911


    Vidya:

    1. Si mostra partecipe delle loro sofferenze, abbandonando la severità con cui aveva iniziato l'interrogatorio.

    2. Chiede loro di dare informazioni utili sugli eretici e conniventi poiché crede che conoscere volti e nomi possa diventare un'arma di difesa. (eventuali 'identikit' possono essere inviati ai vari seggi per individuare più facilmente e velocemente i soggetti pericolosi prima che possano agire )

    3. offre una via d'uscita ai prigionieri, alludendo alla possibilità di scaricare la colpa dell'assassinio dell'esploratore a chi non può essere portato a giudizio, lasciando a loro la scelta.

    4. infine chiede a Josephine (se ancora presente, altrimenti ignora pure) delucidazioni su Aldric e di indigare a riguardo per la stessa ragione del punto 2.


    Edited by »S« - 18/11/2023, 23:17
     
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    ∼ 25 Gennaio 286 • Tramonto - Pioggia •
    Barrowlands - Accampamento ∼


    P
    ronta al martirio. Al pari di una devota Septa ritenuta degna dal Dio dai Sette Volti per ascendere ai Sette Cieli. Fiera nella propria integrità, maestosa nella propria moralità e meravigliosa nel proprio Credo. Sentiva il petto esploderle, forse per orgoglio o forse per terrore. Armare un potenziale nemico, che aveva dichiarato più volte di sottrarle la luce negli occhi per vendetta, era un’azione avventata e priva di raziocinio. Eppure permetteva anche al più misero dei mortali di compiere una scelta ed eventualmente redimersi. Le catene dell’odio andavano spezzate, non con miti trattative diplomatiche ma con significativi gesti il cui riverbero avrebbe scosso nel profondo i comuni animi. Proprio com’era accaduto nelle segrete di Piazza di Torrhen, un seguace della defunta Illyria Targaryen, s’era piegato alla Luce dei Sette. Aldric il redento, così era conosciuto tra i domini dei Tallhart e forse la sua conversione pian piano avrebbe preso piede in ogni locanda o corte del Nord. Anche il peccatore più ostinato e l’anima in apparenza perduta, ormai lambita dai sussurri dei demoni dei Sette Inferi, poteva ritrovare la Luce dei Sette. E Lady Josephine Mallister desiderava mettere alla prova il buon giudizio e la misericordia dei perduti uomini del Nord. Era inconcepibile ammettere che valenti uomini del Nord fossero caduti così in basso per mera vendetta, abbandonando ogni forma d’onore e di raziocinio. Dunque l’uomo era divenuto lupo per l’altro uomo. Una triste realtà che non aveva percepito presso la corte della Lady Madre Stark. Accoglienza, benevolenza e rigore. Lady Elysa Flint-Stark incarnava gli ideali del Lupo, non ferinità e irrazionalità, ma capacità di tenere il branco insieme anche negli inverni più rigidi. Il Nord, in assenza del Protettore, rischiava di frammentarsi a causa delle silenti e calde lotte interne. E non si trattava solo di politica, ma di vere divisioni religiose e culturali.

    Viso austero, occhi vitrei e postura rigida. Ogni fibra del corpo era in tensione, mentre il cuore le martellava nel diafano petto coperto da strati e strati di pellicce e soprabiti. Non c’era aria di sfida ma solo il tipico orgoglio di una nobildonna forgiata nelle corti più illustri e ricche del Sud. Supponenza? Ostinazione? Superbia? Mai nessuno le aveva imputato simili superbie nel carattere, eppure qualche germoglio paterno era fiorito anche nel più candido e lieto degli animi. Una fanciulla spigolosa nell’indole, soprattutto quando sentiva velate minacce incrinare la propria realtà e credenze. Nell’eterna lotta tra Nuovo e Vecchio Credo, seppur la storia riportasse ingiustizie e massacri, di certo non poteva essere dal lato sbagliato. In nome degli Dei erano state dichiarate così tante guerre e cospirazioni ai danni della Corona. Non aveva però mai smesso di credere alla veridicità della Fede. Mistero della Fede, la cui rivelazione si procrastinava fin dall’albore dei Tempi. Ancor prima dei Sette Doni al primo fedele ai piedi di una collina. - … - Pronta ad accettare il proprio Destino, qualunque esso fosse. Anche perire come una martire per mano di un comune soldato. Del resto al cospetto dello Sconosciuto né nobiltà e né miseria assumevano un qualche valore. Il manto nero della morte calava sul capo dei ricchi, dei poveri, dei malvagi e dei magnanimi. Se la mano del Padre avesse guidato in qualche modo quella dell’anziano soldato probabilmente le catene dell’Odio si sarebbero infrante, in accordo con il cuore della Madre e la ragionevolezza della Vecchia. Al soldato era richiesto un atto di coraggio, tipico del Guerriero, capace di comprendere quando affondare la propria lama o quando rifoderarla.

    La composta ed algida Lady Bolton intervenne con fervore. Impedì con agilità felina alla fredda daga di avanzare e le intimò di ricomporsi, proprio come Septa Ysilla faceva quando era solo un’infanta. Un gesto frainteso, o mal interpretato. Di certo una chiave di lettura molto diversa, ma forse più vicina a quella del Nord. Era difficile a volte comprendere il Nord e nonostante i suoi tentativi e sforzi ancora faticava ad entrare in sintonia con una terra sterile ed un popolo inasprito dalle intemperie del cielo. Pragmatici, essenziali, ostinati. Ma all’occorrenza anche veementi ed iracondi, quando si sentivano minacciati nella loro integrità e moralità. Era così facile cadere in errore, nonostante le calde chiacchierate davanti ad un fuoco di campo le avessero aperto gli occhi. Il Nord non era una terra di selvaggi. C’era della beltà anche dove si richiedeva sacrifici e si tirava avanti di stenti. Nulla a che vedere con le ricche e floride Terre dei Fiumi. Eppure era ancora ben lontana dalla piena comprensione degli austeri Lord e ferree Lady del Nord. Come anche gli autoctoni al di sopra dell’Incollatura faticavano a comprenderla, e leggere purezza nei suoi gesti e nelle parole. - Avete appena commesso un ingiustizia, Lady Vidya. - Gelida. - Sottrarre ad un uomo il libero arbitrio. Ora è prigioniero sia di catene fisiche che spirituali. - Non fu particolarmente morbida con la nobildonna di Forte Terrore. Probabilmente mossa da buoni intenti per non esporre l’Aquila ad inutili pericoli. Ma il tono e l’animo concitato della Bolton l’aveva fatta apparire come una sprovveduta. Si strinse nelle spalle, mani pallide tornarono a mantenersi conserte davanti al grembo. Il viso contrito e teso rivolto verso la nobildonna del Nord. - Avere il coraggio di perdonare. - Replicò accigliata a Lady Vidya, senza nascondere troppo il suo disappunto per alludere ad un crudele gioco di potere che stava conducendo ai danni dei prigionieri. Quasi ferita all’idea che la nobildonna potesse anche solo alludere ad una simile blasfemia. Ma forse nonostante i punti in comune che avevano trovato, restavano molto distanti. Un’illusione che s’era creata, o che aveva provato a credere in quel viaggio intrapreso con i pellegrini. Era stata proprio la Bolton a prenderla per mano e spogliarla di ogni preconcetto o giudizio. - Ancor prima di offrire il proprio aiuto. In modo che non ci siano ombre o rancori… e costruire insieme il futuro! - Si rendeva conto di essere poco pragmatica e fin troppo idealista. Di certo non si poteva pretendere altro da una nobildonna che non aveva mai patito la fame, vissuto carestie per una terra prospera e avvertito i nemici fuori le porte del castello, a parte le incursioni degli Uomini di Ferro. Pericoli che non aveva mai vissuto davvero sulla propria pelle, privazioni di cibo e vino per scelta e mai per necessità. Impettita si fece da parte, circondata dalle ancelle pallide come un cencio e visibilmente preoccupate in viso.

    Il rifiuto della daga da parte del soldato fu una magra consolazione. Segno che qualcosa negli uomini del Nord si stava muovendo. Un raziocinio che permetteva di discernere i subdoli nemici dai veri alleati. Contrita nel viso e pallida nell’incarnato si ritrovò a tirare quasi un sospiro di sollievo quando l’anziano uomo confessò che non aveva nessuna intenzione di attentare alla vita della figlia di Lord Jason Mallister e Lady Joanna Banefort-Mallister, e riconosceva nei fedeli all’eresia il vero problema dei disordini al Nord. Si chiedeva come mai avessero preso di mira proprio lei, la cui fedeltà nei confronti della Fede dei Sette era ben conosciuta nella Terra dei Fiumi e risaputa alla Corte del Lupo. Forse le notizie non correvano così veloci come i venti nelle Barrowlands, che flagellavano le colline e piegavano gli arbusti. Rimase in silenzio, senza desiderio di esprimere la propria opinione. Cercando una motivazione plausibile per cui una nobildonna dell’Aquila di Seagard era stata presa di mira da poveri soldati. Disperazione. Erano fin troppo disperati da cadere nell’irrazionalità e trovare un modo, qualsiasi, pur di portare all’attenzione le proprie urla d’aiuto. A quanto pare la frattura al Nord era più grave di quanto pensasse. Mercanti che diffondevano il culto dell’Eresia, intere masse popolari che insorgevano contro il vicino e seguaci di Illyria che portavano caos dove un tempo c’era solo ordine. - … - Sciolse l’espressione di disappunto sul pallido incarnato quando il soldato rievocò macabri ricordi. L’acre odore di carne bruciata, il clangore della lotta e le urla disperate delle madri di fronte ai cadaveri dei figli. Per un attimo avvertì un capogiro, tanto da appoggiarsi ad una delle ancelle. Aveva vissuto così tante emozioni da non reggerle tutte: la felicità per il martirio, la rabbia contro Lady Vidya, la compassione per i soldati, la paura dello Sconosciuto. Sentiva il corpo cedere, sotto alla pioggia battente.

    - Vi perdono. - Proferì sollevata. Gli uomini del Nord sarebbero stati giudicati dalla corte dei Dustin, ma desiderava almeno sollevarli dal biasimo che aveva provato poco prima. Ammorbidì il viso con un debole sorriso, appena accennato a fior di labbra. Lasciò alla Lady di Forte Terrore il comando, per quella sera desiderava estraniarsi da tutto e da tutti. Forse aveva bisogno di piangere, tra i confortevoli e privati arazzi della tenda. Si rendeva conto forse, ora che era troppo tardi, di dover perorare una causa per un popolo che non l’avrebbe mai davvero compresa. Annuì debolmente alle richieste della Bolton. - … - Algida ed ancora risentita. Aveva perdonato i soldati, non la Bolton.

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    Gli uomini, sogghignando, avrebbero ammiccato verso la foresta. Il vostro esploratore legato come un salame vicino al nostro accampamento, pensavamo lo avreste trovato. E' al caldo e non è ferito,
    Per quanto riguardava i traditori, venne fatto il nome di un mercante, un tale Ed delle Terre della Tempesta. Molti di quelli che i soldati conoscevano erano ormai morti, avrebbero spiegato, il problema erano quelli che, pur non conoscendo nessuno, avevano comunque seminato il caos.

    Quest conclusa! Per un po' sarete nelle mani di Fre, è stato un piacere moderarvi.
    In bocca al lupo!

    Vidya
    CITAZIONE
    10 +39(4+5+2+4+3+5+3+4+3+3+3) lunghezza +5 mod +4 trama + bonus ritardo = 63 pe

    3 punti intrigo
    1 punto diplomazia
    1 punto a piacere

    Affinità culto dei Sette Dei +3
    Affinità Primi Uomini +8
    Affinità Josephine +3

    Josephine
    CITAZIONE
    10 +37(3+5+3+4+4+4+3+3+3+3+2) lunghezza +5 mod +4 trama + bonus ritardo = 61 pe

    3 punti diplomazia
    2 punti a piacere

    Affinità culto dei Sette Dei +8
    Affinità Primi Uomini +3
    Affinità Vidya +3
     
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