Vele, Sangue e Catene

Semilibera

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    Semilibera per il Punto 2


    Erano ormai giorni che una delle navi in formazione stava pian piano allargando la sua distanza dalle altre, così come era ormai evidente il tumulto sul ponte della nave. Qualcosa non andava, l'assenza di un supervisore rendeva anche difficile un resoconto delle attività sull'imbarcazione. Eivor tutto ciò lo aveva notato più volte durante il viaggio, consolandosi con la consapevolezza che zio Duran avesse tutto sotto controllo. Durante i suoi lunghi viaggi mentali con lo sguardo rivolto ad orizzonte, quella nave spiccava spesso e volentieri; I marinai son sempre caratterizzati da un via vai continuo per la gestione della nave, lì però i via vai erano da sottocoperta a fuori, che stava succedendo? Magari era solo paranoia, ma da quella spedizione il Pescespada ne sarebbe uscito ricoperto di onori, tutto doveva andare alla perfezione ed era compito dei Bar Emmon mantenere l'ordine. Inoltre tutto calzava a pennello per i piani di gloria di Eivor, essere tra i comandanti delle navi nella flotta lo avrebbe sicuramente aiutato in termini di notorietà.

    I sospetti crescevano sempre di più e complice il non aver molto da fare sull'ammiraglia decise di affrontare lo zio e convincerlo a mandarlo in supervisione, d'altronde chi meglio di suo nipote poteva far le veci di Duran Bar Emmon.
    »Zio, ho notato che una delle nave è sprovvista di un comandante. Mi offro volontario, sappiamo entrambi che sono il più adatto al ruolo. So che mi vuoi qui al tuo fianco, ma avermi come tuo rappresentante lì dove non puoi esserci è sicuramente una scelta più saggia. Mio padre mi ha mandato qui per aiutarti, fammi essere utile.« Non voleva confidargli i suoi sospetti, voleva anzi premere sul rendersi utile. Sapeva che l'animo diligente dello zio avrebbe ceduto a tali parole, e se non avesse accettato comunque c'era il piano B: Aveva ordinato a dei soldati di scortarlo da lì a breve sulla nave sospetta con o senza il consenso dello zio.


    -322 parole
    -Obiettivo: Prendere il comando della nave e fermare le insurrezioni.
     
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    "Non è saggio che tu vada solo." -quel che accadeva nelle retrovie non era passato inosservato agli occhi di Duran, il problema è che la valutazione su un intervento o meno lo impensieriva ancor più dell'evento in sé.
    "Ma non posso nemmeno privare questa o le altre navi di uomini..." -da quel po' che Eivor avrebbe potuto capire, il rapporto tra prigionieri e soldati di scorta non era dei migliori e qualsiasi spada che lo zio avesse deciso di affiancargli sarebbe stata tolta dalle riserve delle altre navi rischiando di far precipitare la situazione.
    "Prendi venti soldati e vai. Sono Bar Emmon." -concluse decidendosi infine per l'azione, ma il suo animo ne sembrava ancora turbato -"Fai attenzione e se dovessi aver bisogno d'aiuto sventola questa."-gli porse una bandiera quadrata di colore bianco con una croce a quattro bracci di colore rosso, evidentemente un segnale di soccorso.

    CITAZIONE
    Vai pure con un paio di scialuppe.
    Quando arrivi per quanto ti sforzi a chiedere ecc, nessuno vi tenderà delle corde.
    Che si fa?
     
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    Eivor guardava pensieroso la bandiera affidatagli dallo zio. Lo stesso sembrava più allarmato del dovuto, segno che anche lui aveva notato qualcosa di strano in quei giorni. Era comunque conscio che quella bandiera era inutile, si sarebbe fatto scuoiare vivo piuttosto che chiedere aiuto, il merito doveva essere unicamente suo.

    Uscito dalla cabina si mise a battere un paio di volte le mani per poi intimare ad avvicinarsi per attirare l'attenzione dei soldati sul ponte. Tre uomini erano già accanto le scalette, informati qualche minuto prima dallo stesso Eivor per andare. Una piccola calca si formò attorno a lui, i soldati avevano lasciato le proprie mansioni e si avvicinarono incuriositi, ben consapevoli di chi avessero di fronte: Il figlio del loro Lord di Punta Acuminata. »Il capitano ha ordinato un'inquisizione su una delle navi nella flotta; movimenti sospetti sono stati più volte riportati ed è tempo di andare a controllare. Ho bisogno di venti uomini, ed un'arma.« Un inquisitore disarmato non era molto credibile, sicuramente uno dei soldati si sarebbe preso la premura di consegnare un'arma al proprio signore. Una volta armatosi e raggruppato il manipolo di uomini era tempo di andare: Le scialuppe erano state calate, il gruppo si era diviso in due e lentamente si avvicinarono alla nave.

    Nessuno sembrava affacciarsi dalla nave per controllare l'arrivo delle scialuppe in avvicinamento, possibile? Fu notato con una piccola bagnarola da solo quando arrivò sulla nave ammiraglia per salutare lo zio, mentre qui era con una ventina di uomini in delle scialuppe decisamente più voluminose, eppure nessuno sembrava avvisar nessuno. Le corde non venivano lanciate, nessun benvenuto niente di niente, solo silenzio. La nave sembrava esser diventata fantasma e al Pescespada la situazione puzzava sempre più. Le due scialuppe avevano ormai affiancato il dromone ed un paio di soldati si assicuravano di restare attaccati all'imbarcazione più grande tenendosi con le mani ad essa.
    »Li passerò tutti a fil di spada.« Sussurrò a se stesso, infastidito da tutta quella situazione. Come avrebbero difeso quella mancanza di rispetto i marinai di quella nave? Avrebbe ribaltato la nave pur di sanare quel torto. Rimaneva però il problema di dover salire senza le scale a corda, Eivor doveva far qualcosa. »Aspettate il mio segnale, tenetevi pronti a salire ed una volta su restate uniti coprendo la spalla del vostro compagno alla sinistra, voglio una formazione salda. Se davvero sta succedendo qualcosa su questa nave dobbiamo esser prudenti, siamo in inferiorità numerica.« Guardava negli occhi ogni singolo soldato pronunciando quella frase, far da apripista avrebbe sicuramente instillato in loro coraggio e fedeltà. Guardò verso l'alto, la scalata non era così proibitiva e comunque se fosse caduto sarebbe stato sicuramente preso al volo dai soldati, o nel peggiore dei casi avrebbe fatto un tuffo a mollo. Il rischio era relativamente basso e sembrava l'unica opzione possibile. Lanciata la bandiera lì dov'era precedentemente seduto, non ne aveva bisogno di aiuti, tirò un sospiro rimboccandosi le mani: la scalata era iniziata. Nel cuore di Eivor non c'era ansia da prestazione, al contrario qualche soldato poteva giurare di aver visto un sorrisetto impercettibile nel volto del Bar Emmon mentre allungava le mani per scalare il fianco della nave. Era eccitato all'idea di vivere per la prima volta qualcosa di "divertente" al di fuori delle noiose mura del proprio seggio.
    Se fosse riuscito a salire si sarebbe fermato appendendosi sulle ringhiere prima di scavalcare e trovarsi sulla nave. Avrebbe allungato una mano per far cadere la corda verso i soldati per poi fargli cenno di salire, una volta saliti tutti sarebbe stato il suo turno poggiare i piedi su quella nave, l'incubo dei marinai iniziava lì.


    -605 parole
     
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    Eh....sfortunello qui

    Sfortunatamente il fianco della nave e persino quelle corde erano troppo scivolose per le mani del Bar Emmon che, mancando la presa col piede, finì per ruzzolare lungo la fiancata dell'imbarcazione scivolando in acqua dopo essersi scorticato i palmi delle mani nel tentativo di restare aggrappato.
    L'acqua del Mare Stretto era ancora calda in quel punto e col suo tepore riusciva ad obnuliare i sensi di Eivor, ma non troppo da non sentire la voce disperata dei soldati che lo chiamavano a gran voce per permettergli di mettersi al sicuro sulla scialuppa. I palmi delle mani del ragazzo bruciavano, ma probabilmente non tanto quanto l'orgoglio di quella figuraccia fatta di fronte agli uomini di suo padre.
    Non un buon inizio, ma si poteva ricominciare da capo.
    "Mio Signore, non preoccupatevi, ci pensiamo noi ora. Restate pure qui." -un soldato gli aveva offerto il braccio per ripescarlo dall'acqua. Evidentemente intendeva evitare che il figlio del suo Lord si facesse ancora male in sua presenza, ma cosa avrebbe fatto Eivor?

    CITAZIONE
    Il dado non ti ha voluto benissimo stavolta. Ci riproviamo o proviamo qualcos'altro?
     
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    Un appiglio dopo l'altro la scalata stava andando alla perfezione, Eivor si sentiva un'anguilla danzante sull'umido legno del dromone. Gli mancava solo l'ultimo appiglio quando si sentì mancare la terra sotto i piedi. Aveva mancanto una sporgenza delle travi lignee ed il piede era finito in balia della gravità, trascinando con sè tutto il resto dell'imponente corpo del Pescespada. Il tonfo in acqua fu sicuramente una scena esilarante per i soldati, che trattennero le risate solo perché quel sacco di patate era il loro Lord.
    Caduto in acqua si lasciò completamente andare, la mente era annebbiata da quello che era appena successo e probabilmente se i soldati non lo avessero tirato prontamente fuori dall'acqua sarebbe rimasto in balia delle onde per un paio di minuti prima di riprendersi. Nelle scialuppe il silenzio era fin troppo rumoroso, solo un coraggioso si era premurato di confortare Eivor, il cui volto era coperto dalla chioma inzuppata. Le gote erano rosse e pulsavano per l'imbarazzo, quella doveva essere la sua cavalcata in prima linea verso la gloria ed invece era lì, il primo passo era già il suo primo fallimento. Il suo carattere austero e stoico suggerivano una reazione dura, ma con lo stupore di tutti Eivor tirò indietro i capelli passandovi la mano scoppiando in una risata fragorosa. Probabilmente era la prima volta che qualcuno vedesse Eivor perdere la sua spettrale freddezza. Non era riuscito a trattenersi, trovava assurdo aver fallito. Lui che atterrava qualsiasi avversario gli andasse incontro era stato rivoltato come un calzino da... una nave.
    »Immagino che non si diventi marinai esperti senza farsi qualche tuffo.« Sghignazzò poggiando una mano sulla spalla al soldato che gli aveva prestato aiuto, per poi rialzarsi subito e riaggrapparsi alla nave. Che diavolo di guerriero si arrende al primo fallimento? Avrebbe provato cento volte se necessario, non voleva mandare i soldati a far il suo lavoro. Poco importava quanto tempo avrebbe perso, l'imbarazzo si era trasformato in una scarica di adrenalina, ed aver smorzato l'atmosfera con la sua più unica che rara risata doveva pur aver fatto effetto sui suoi commilitoni.
    »Se qualcuno racconta al capitano Duran della mia caduta, scoprirà cosa si prova a fare un tuffo da quell'altezza. Con mani e piedi legati però.« Era una battuta od una minaccia? Forse entrambe le cose, Eivor era un enigma difficile da decifrare. »Come ho detto, aspettate il mio segnale. Se cado un'altra volta assicuratevi di lasciarmi in pasto ai pesci questa volta, e salite da soli.« L'azione si ripeteva: Maniche arrotolate ai gomiti, stivali saldi sul legno e le mani, scorticate e dolorose, non avevano speranza contro la volontà ferrea del Pescespada. Quel dolore non era nulla, la meta era l'unica cosa che contava. Riecco il pescespada intento nella scalata, fosse riuscito nell'impresa avrebbe agito come pianificato in precedenza: Una volta su avrebbe lanciato le corde ai suoi compagni sotto così da farli salire.


    -481 parole
    Tentiamo nuovamente la Sfortuna, altrimenti si passa al piano B
     
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    Fortunatamente stavolta le cose erano andate per il meglio e ben presto Eivor ed i suoi erano riusciti a scalare la fiancata della nave e a raggiungere il ponte superiore senza troppi intoppi. Quando fu finalmente sopra, lo spettacolo che si stava svolgendo di fronte ai suoi occhi non era certo dei più edificanti: un manipolo di soldati con una torre infuocata disegnata sulla toppa delle loro pettorine, chi armato di spada, chi totalmente disarmato, si trovava a fronteggiare le proteste di un ben più agguerrito ma meno nutrito gruppo di prigionieri che agitavano contro di loro remi e...spade?
    Tale era la concitazione del momento che neppure si avvidero del Bar Emmon e dei suoi per il momento.
    "Tornate ai vostri posti, cani!" -sbraitavano i soldati intimando a quelli di riprendere le proprie posizioni senza però ancora usare la forza.
    "NO!" -era il coro compatto degli altri. Uno di loro, più coraggioso o eletto a diplomatico del gruppo, si fece avanti per esporre le proprie richieste: "Torneremo a remare solo se facciamo inversione di rotta. Nessuno di noi è intenzionato a trascorrere il resto della sua vita alla Barriera." Braccia alzate in segno di protesta e di sostegno alle sue parole: "Quel che è stato deciso per noi va contro ogni legge umana e morale."
    Da come parlava forbito evidentemente quel prigioniero aveva ricevuto una qualche istruzione nella sua vita precedente: "Siamo soldati! Combattere per chi il nostro Signore decideva di supportare era il nostro dovere. I soldati nemici che si arrendono alla fine di una battaglia non diventano prigionieri di guerra!" -a questo punto il tono della sua voce era salito di intensità -"Ci avete tenuto mesi alla fame nelle vostre prigioni ed ora intendete usarci per la vostra Barriera? No! Ci rifiutiamo! Lasciateci sulla terraferma e torneremo dalle nostre famiglie abbandonando i colori Marbrand."
    Eivor aveva tra le mani una ribellione.

    CITAZIONE
    A livello di numeri, sul ponte dove sei ora ci sono una quarantina di soldati e una ventina di prigionieri. Molti soldati però sono disarmati, i prigionieri invece hanno tutti qualche arma (tradizionale o non convenizonale) tra le mani.
     
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    »Parlate di morale come se foste ancora persone.« Intervenne Eivor facendosi spazio tra i soldati Grafton e facendo cenno al suo gruppo armato di avanzare. »Avete smesso di esser uomini nel momento in cui avete voltato le spalle al Re. Adesso siete poco più che vermi in catene. Avete anche l'ardore di protestare sul vostro destino? Non c'è problema se non volete andare alla barriera, potete benissimo raggiungere la tappa alternativa: Il fondo del mare con la gola recisa.« Eivor parlava con una tranquillità terrificante, se non fossero parole taglienti quelle provenienti dalla sua bocca il suo discorso poteva sembrare una calma conversazione. Estratta l'arma consegnatagli dai soldati sull'ammiraglia iniziò a farla piroettare nella mano fermandosi poi per indicare il manipolo di prigionieri con la punta della lama. »Avete davanti a voi due strade: Combattete per la vostra libertà, qui ed ora, consapevoli che se l'ammiraglio non vedrà tornare suo nipote manderà molto più di venti uomini su questa bagnarola.« Un veloce sguardo ai propri uomini li intimava a sguainare le spade a loro volta, Eivor era pronto allo scontro, non avrebbe mai permesso a dei prigionieri anche solo il lusso della trattazione, le catene o la morte erano le uniche opzioni per quegli uomini. Il Pescespada era assetato di sangue. »Se volete la mia opinione, questa opzione è la più divertente. La mia signora qui.« Si interruppe brevemente smuovendo l'arma, sottolineando che si riferisse a lei. »Ha sete, ormai l'ho uscita dal fodero ed è ansiosa di ballare.« Un ghignò macabro si piazzò sul volto di Eivor, stava invogliando in tutti i modi i prigionieri di venirgli contro. »Oppure, opzione noiosa e che vi sconsiglio: Lasciate cadere le armi e tornate ai vostri posti pacificamente. Consapevoli che la vostra testa rimarrà attaccata al corpo e che il vostro onore potrà essere recuperato servendo i Guardiani della Notte. A voi la scelta.« Una proposta fin troppo magnanima da parte del Bar Emmon, che normalmente non avrebbe degnato di una tale grazia. Farsi bello di aver sedato una rivolta senza versare sangue gli suonava bene però, anche se affondare la lama nelle carni dei prigionieri suonava meglio. Entrambe le opzioni lo avrebbero reso felice.
    Fece cenno poi ad un soldato Grafton dallo stendardo fiammeggiante e lo avvicinò prendendolo dalla pettorina. »Raggiungi una delle scialuppe attraccate sotto il Dromone, tieniti pronto, se i prigionieri prendono il sopravvento scappa ed avvisa l'ammiraglia.« Sussurrò al suo orecchio per poi spingerlo dalla pettorina verso il cordone con cui si erano arrampicati i soldati del Pescespada. Un piano di riserva era sempre saggio averlo. Sperava che i prigionieri non lo sentissero però, non per paura che fermassero l'uomo incaricato, ma per la paura che si tirassero indietro dallo scontro una volta a consocenza di quell'ordine. Il timore di essere raggiunti da altri soldati poteva benissimo intimorirli, ed Eivor voleva tutto il contrario.
    »Tempo scaduto miei vermi, è ora che prendiate una decisione.« Sibilò fissando uno ad uno i prigionieri, i suoi occhi erano due portali verso l'inferno. Schiuse le braccia pronto ad accogliere la battaglia. I soldati dietro di lui si erano serrati in formazione come aveva ordinato sulle scialuppe, avevano dalla loro attrezzature e disciplina, la sconfitta contro dei meri prigionieri non era contemplata.


    -539 parole
    non ho specificato l'arma che ho in mano perché non ho ben capito se i soldati mi hanno effettivamente consegnato qualcosa quando l'ho richiesta sull'ammiraglia
    (Sì Fra lo so che mi odi perché rispondo istantaneamente, ma devo godermi gli ultimi giorni di libertà prima di perdere la mia vita sociale per la sessione di settembre. Perdonami)
     
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    Giochiamoci un tiro di Intimidazione da come l'hai messa giù
    [ Giudizio mod - Bonus fama/3 + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/4 + Diplomazia/2 + Bonus tortura] - [Giudizio mod + Bonus infamia + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/2]
    Giudizio mod Eivor= 7 circostanza (devi far tornare la calma in un modo o nell'altro) 4 modalità (hai dalla tua parte più uomini in totale) 4 scrittura= 15 punti
    Giudizio mod prigionieri= 4 circostanza (si stanno ribellando quindi ci sta aspettarsi una risposta violenta, però al contempo non è che gradiscano crepare) 2 modalità (sono in inferiorità numerica, ma se riescono a prendere in ostaggio Eivor è la svolta)= 6 punti

    Soldato medio png Rango 1
    Lv 8 -Tratto Marziale controtratto Imbecille -Parametri 100
    Marzialità 50 (25-25)
    Diplomazia 15
    Intrigo 15
    Conoscenze 5
    Amministrazione 15
    Competenze base Ashemark

    [15 -0 + 6/2 + 0 + 50/4 + 6/2+0] - [6 + 0 + 0 + 0 + 50/2]= (15+3+12,5+3) - (6+25)= 31,5 - 31 0,5 Intimidazione non riuscita, non sono spaventati dalle parole di Eivor

    L'arrivo del Bar Emmon ebbe il primo merito di interrompere quella conversazione e concentrare su di sé tutte le attenzioni dei presenti. Le sue parole non ebbero l'effetto di far tremare i polsi dei ribelli, ma scatenarono comunque una vasta serie di reazioni tra i prigionieri.
    "E se invece ti catturassimo e ti usassimo come lasciapassare?" -l'opzione di prendere in ostaggio il nipote del Comandante Duran accolse qualche grido di approvazione, ma colui che si era preso la briga di farsi portavoce degli altri tentò un approccio più diplomatico: "Non ci saranno spargimenti di sangue. Nessuno catturerà nessuno." -cercò di calmare i compagni prima di farsi avanti, mani verso l'alto in segno di pace, in direzione del Bar Emmon.
    "Ragazzo... sai quanti soldati hanno combattuto contro i Targaryen durante la guerra?" -voleva tentare un approccio diplomatico -"Almeno venti migliaia solo nell'Ovest. Poi ci sono i soldati dei Fiumi, i mercenari, gli Uomini di Ferro prima che voltassero bandiera...se doveste punire con la Barriera ogni uomo che ha combattuto sotto la bandiera dei Lannister... figliolo non ci sarebbe posto neppure in tutto il Dono di Brandon per contenerci!" -il suo ragionamento nella sua testa filava perfettamente e sembrava abbastanza sveglio da comprendere che se avessero usato la forza contro il Bar Emmon nessuno di loro avrebbe rivisto la luce del sole.
    Non quello che desiderava ottenere.
    "Eppure su queste navi dirette a Nord ci siamo solo noi, solo i prigionieri di Ashemark. Non ti chiedi il perché?" -evidentemente i soldati si erano fatti i loro ragionamenti durante i lunghi mesi di prigionia nelle celle della Fortezza Rossa -"Perché alla fine di una guerra non si puniscono i soldati, si puniscono i nobili. Con noi nelle celle c'erano centinaia di soldati di Castel Granito, domandalo a tuo zio se non credi nelle mie parole. Centinaia! Chi più di loro meritava una punizione esemplare? Eppure sono stati liberati, tutti!"
    Probabilmente questi erano particolari di cui Eivor non era informato e benché l'uomo non sembrasse menzognero era pur sempre un criminale.
    "Servivano al nuovo Protettore dell'Ovest, ecco cosa! E' politica ragazzo, non giustizia. Vuoi sapere dunque il vero motivo che ci ha messo su queste navi? Il fatto che il figlio del nostro Signore è fuggito, ecco cosa!" -il figlio di Lord Roger poteva aver sentito della taglia di duecento ori messa sul capo di Tyche Lannister e di Leonard Marbrand (Albi_96 <3), mai ritrovati a Westeros dopo la riconquista di Approdo.
    "Ci siamo macchiati dello stesso crimine, quello di seguire il nostro Signore. Eppure chi ha avuto la fortuna di nascere a Lannisport ora è con la propria moglie ed i propri figli, chi ha avuto la sfortuna di nascere ad Ashemark è su queste fottute navi dirette alla Barriera. Di' un po' figliolo, questa ti sembra giustizia? Quanto a lungo dobbiamo pagare per i crimini dei nostri Lord?"

    CITAZIONE
    Proviamo a parlamentare un po', un po' di politica XD
    Se vuoi attaccarlo usa pure il Regolamento combattimenti.
    Per la spada ti si dà di narrazione ma non essendo tua non ha parametri suoi.
     
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    »Provate pure!« Disse continuando a roteare la spada e sorridendo mentre i prigionieri minacciavano di catturarlo. Intimidirli non era servito a nulla, il loro animo agguerrito non dava segni di cedimento e per quanto Eivor potesse rispettare quel tipo di coraggio, non poteva di certo venir meno alle sue minacce davanti ai suoi uomini o avrebbe perso credibilità. Fu l'intervento di un improvvisato diplomatico a fermar la lama del Pescespada che decise di ascoltarlo prima di decidere le sorti di quei vermi.
    Secondo campanello di allarme dopo la minaccia di esser catturato: Quell'uomo aveva osato chiamarlo "ragazzo" o "figliolo" e aveva osato prendersi un tipo di confidenza e dargli del "tu". Uno sporco prigioniero, un semplice soldato era lì ad atteggiarsi pari al Bar Emmon? I motivi per far saltare le teste si stavano accatastando dentro la mente di un Eivor assetato di sangue. La mano era salda sull'elsa e stava stringendo più del dovuto; Le dita stavano iniziando ad intorpidirsi per la foga con cui stringevano.
    Un respiro profondo però gli diede la calma necessaria per continuare ad ascoltare quell'uomo. La conta dei prigionieri era un argomento che non lo toccava minimamente, quello era compito dei piani alti della Capitale. Era il Drago di Approdo del Re a dover gestire queste rogne, fosse stato per Eivor avrebbe allestito uno squisito patibolo ed in fila indiana ogni traditore avrebbe perso la testa con l'accusa di tradimento. Il giovane Bar Emmon, freddo ed insensibile come la Barriera stessa, non aveva mezze misure.
    Quell'uomo iniziava a dargli sui nervi, voleva insegnar politica ad un nobile? Ad Eivor in realtà di politica non interessava molto, per troppi anni aveva discusso e ragionato col padre in esercizi per stimolarlo al suo futuro ruolo di Lord. Lì, in quel momento, spada in mano e soldati appresso voleva solo una cosa: Farsi valere. Eivor non aveva davanti degli uomini con una vita, una storia, una famiglia, dei sentimenti. No, lui davanti vedeva solo dei bersagli a punti: più ne andavano giù più il punteggio di gloria sarebbe stato alto. La sua attenzione però fu catturata dal venire a sapere del figlio del Lord Marbrand. Aveva già sentito quel nome uscire dalla bocca di suo padre Lord Roger, la prima cosa che ricordava era la taglia sulla sua testa e su quella della figlia del Leone Dorato che ammontava a più di un centinaio di dragoni. Facendo un paio di ragionamenti Eivor si rese conto che il discorso del prigioniero aveva il suo senso: Il Re aveva messo una taglia su quel Leonard e portando via gli uomini di Ashemark lo avrebbe anche privato dei soldati. Il Re temeva fosse un risorgere del tradimento ad Ovest? O forse era solo un'esagerata precauzione, in entrambi i casi non era da biasimare. Chiunque avesse avuto la corona dei Sette Regni sul capo avrebbe avuto automaticamente fedele la lama del Pescespada che mai si sarebbe permesso di dubitarne le decisioni. I discorsi di quel prigioniero avevan senso ma non avrebbero avuto effetto alcuno su un soldato fedele alla Corona. C'era da ammettere però che quel discorso gli aprì gli occhi su tutte le vicende a cornice di quel viaggio. Il Bar Emmon stava sempre più prendendo coscienza di ritrovarsi in qualcosa più grande di lui. Era incerto sul da farsi, ma qualsiasi cosa gli avrebbe riservato il destino in quella scacchiera chiamata Sette Regni, lui si sarebbe fatto trovare pronto

    Eivor si avvicinò all'uomo uscito a parlare poggiandogli una mano sulla spalla, lo voleva tranquillizzare e far sentire ascoltato. »Vi propongo un accordo allora: Andate alla Barriera ma siate scaltri! Rimandate il giuramento ai Guardiani finché non vi porterò personalmente la testa di Leonard Marbrand, poi sarete liberi di tornare alle vostre famiglie.« Sul suo volto era stampato un sorriso ed il suo tono di voce era cambiato, sembrava più rassicurante. »Parlerò personalmente al Re! Son felice che si sia risolta questa incomprensione.« Un altro sorriso questa volta era stato rivolto a tutti i prigionieri dietro il diplomatico. L'unica cosa vera in quel discorso era il portare la testa del Marbrand, lo avrebbe fatto volentieri non per la ricompensa in dragoni ma per la riconoscenza della Corona al contributo dei Bar Emmon nel mantenere pace e ordine.
    Eivor poi passò la mano dalla spalla alla nuca, tirando a sè la testa dell'uomo per sussurrargli qualcosa all'orecchio, in modo tale che solo loro due potessero udire le parole. »Credi davvero che io, figlio di un Lord minore, abbia potere ed influenza per cambiare la vostra situazione? Finirei alla forca con voi se osassi difendervi. E poi, sei un povero stolto se pensi che mi importi qualcosa di tutta questa faccenda. Siete nulla, non valete neanche lo sforzo di arrivare alla Barriera.« Mentre quelle parole di veleno venivano sputate all'orecchio dell'uomo, qualche centimetro più in basso, approfittando della distrazione Eivor avrebbe alzato la sua spada e l'avrebbe spinta con un colpo secco e deciso nel costato dell'uomo. Il colpo sarebbe stato volutamente verso l'esterno del busto per evitare di ucciderlo sul colpo ferendo punti vitali e lasciargli qualche secondo di consapevolezza. Voleva fargli scivolare il respiro della vita davanti agli occhi. Voleva che il suo sguardo vuoto come l'abisso fosse l'ultima cosa che gli occhi di quel povero disgraziato vedessero prima di morire. Il cuore del Bar Emmon batteva all'impazzata minacciando di scappargli via dal petto, era la prima volta che derubava un uomo della sua anima e della vita, donandogli morte con la sua mesta lama. Che effetto gli avrebbe fatto affondare il suo artiglio nelle carne dell'uomo?
    Dopo avrebbe ordinato a tutti i soldati presenti. »Uccidete chiunque opponga resistenza.« Si era stancato di tutto quel tempo sprecato, quei prigionieri avevano avuto semplicemente la sfortuna di essere l'occasione perfetta per l'ascesa di Eivor.



    -962 parole
    Abbiamo scoperto perché Eivor ha il controtratto Impudente, la diplomazia non è decisamente il suo forte (e nemmeno la pietà).

    MALUS PESO= 0 - 28/10 - 1*4 = 0 - 2,8 - 4 = 0 (-6,8)
    VELOCITA'= 27/3 + 3 - 0 = 9 + 3 - 0 = 12

    ATTACCO = 6*28/10 + 3*3 + 0*(1+1/2) = 16,8 + 9 + 0 = 25,8

    FORZA= 22 su 28
    DESTREZZA = 27 su 27
     
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    Combattimento 1v1
    CITAZIONE
    Attacco Eivor= 25,8

    Soldato medio riuso quello appena segnato da Laenor:
    Soldato medio rango 1 PNG LV 8 parametri 100
    Marziale Imbecille
    Marzialità 50 (25-25)
    Diplomazia 20
    Amministrazione 10
    Conoscenze 5
    Intrigo 15
    Competenze base rispettivo seggio.
    Questo nello specifico era disarmato.
    Vita (50 base + 10 lv + 30 da Marzialità)= 90

    Schivata= Variabile*DESTREZZA/10 + Corpo a corpo*5= 5*25/10+1*5= 12,5+5= 17,5
    Velocità= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 25/3+1(corpo a corpo) -0 (è disarmato)= 9,33
    Gap velocità= 12-9,33= 2,67

    Danni prigioniero= 25,8 -17,5 + 2,67 + 28/2 - 25/2= 12,47
    Vita prigioniero 77,53/90

    ---
    ATTACCO=VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in attacco *(numero mani+1)/2) + liv. competenza Arte del Combattimento a Cavallo * 3 (se a cavallo)= 5*25/10 + 1*3= 12,5+3= 15,5

    Forza rimanente prigioniero 20/25
    Destrezza rimanente prigioniero 20/25

    Situazione iniziale battaglia
    CITAZIONE
    Fronte prigionieri:
    20 fanti armati

    Fronte Eivor:
    20 Bar Emmon armati
    10 Grafton armati
    30 Grafton disarmati

    Superiorità numerica semplice= 2pv Eivor
    Superiorità di truppa= 4 pv Eivor
    Superiorità territoriale= 0 ad entrambi
    Superiorità strategia= assegno 1 solo punto ai prigionieri per aver disarmato buona parte dei Grafton prima di procedere

    1 pv: 6 pv

    Battaglia
    CITAZIONE
    6 caduti tra i prigionieri
    1 caduto Grafton disarmato

    Situazione finale:
    14 prigionieri vs 39 Grafton e 20 Bar Emmon

    Il sorriso pacato dell'uomo che stava parlamentando con Eivor si spense quando s'avvide della lama contro la sua pelle; riuscì a scansarsi di lato all'ultimo istante evitando che venissero colpiti punti vitali, ma rimediando ad ogni modo un taglio al fianco da cui sgorgava copiosamente del sangue. I suoi occhi erano smarriti, di colui che non si aspettava un epilogo del genere per il tentativo che aveva portato avanti insieme ai suoi uomini.
    E fu proprio a loro che rivolse il suo grido: "SCAPPATE!"
    Sul ponte della nave fu il caos: i soldati lealisti avanzavano nel tentativo di circondare e ridurre al silenzio i prigionieri, questi invece, inaspriti nella lotta dal colpo ricevuto dal loro "capo" si gettavano con forza verso i Grafton inermi. Non già perché sperassero ancora nella vittoria, quanto per la speranza di portarne con sé il più possibile.
    "Codardo!"-grugnì tra i denti il suo avversario caricando un pugno diretto verso il naso del Bar Emmon.
    CITAZIONE
    Se vuoi puoi utilizzare la scaletta presente in Regolamento!
    I prigionieri sotto coperta probabilmente si arrenderanno alla vista del massacro, ma per ora quelli sopra sono incattiviti.
     
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    Qualcosa dentro il Bar Emmon scattò nel momento esatto in cui sentì la carne del diplomatico lacerarsi sotto la sua lama; non lo aveva ucciso come da programma, ma lo aveva ferito per bene ed il suo sangue stava dissetando la lama di Eivor. Fissò il cremisi sulla spada mentre il ferito gli sbraitava parole a cui non prestava attenzione. Fu l'istinto a riportarlo coi piedi per terra, schivando all'ultimo il pugno in direzione volto scagliato dall'uomo ferito. Quel cane zoppicante non era più di suo interesse. Aveva mentito dicendo che fosse la spada ad essere assetata; Il sangue lo bramava lui. Come uno squalo quando le lacrime cremisi di una ferita si spargono nell'oceano, Eivor vide rosso e la mente andò in blackout. Lo sguardo si posò sul gruppo di uomini davanti a lui, era tempo di banchettare con le loro anime. Non c'era tempo di aspettare l'avanzamento delle sue truppe, non c'era spazio per il senno quando l'istinto prende il sopravvento. Eivor non era più umano, ma un predatore. La lama divenne una zanna ad estensione del suo braccio e camminando verso i prigionieri in un tetro silenzio iniziò la mietitura. Tre uomini provarono ad aggredirlo, furono i primi a notare la sua avanzata solitaria nel marasma della battaglia. Il Pescespada, trasformatosi in uno squalo in quel ponte rivoltoso, recise la gola del primo nemico ad approcciarlo con un colpo singolo per poi parare con l'avambraccio, che si aprì come burro lasciando spazio ad una ferita discreta, un fendente in entrata dal basso e controbattere con una stoccata dritto allo stomaco del secondo uomo i cui occhi si spensero fissando inorriditi le interiora uscire dal buco aperto da Eivor nel suo addome. Il terzo uomo, disarmato, provò in vano a colpire lo Squalo che con un colpo di lama strisciata sul tendine d'achille costrinse il prigioniero in ginocchio per poi spingere la sua lama dentro la bocca dell'uomo, che sputò zampilli di sangue mentre la mascella ed il cranio si scheggiavano al passaggio dell'acciaio. Uno spettacolo raccapricciante e disumano che probabilmente avrebbe inorridito in egual misura nemici ed alleati dello squalo di Punta Acuminata.

    Caddero altri sei prigionieri sotto i colpi del Bar Emmon, che si ergeva tinto di rosso sul ponte del massacro, era difficile capire se il sangue fosse il suo o dei suoi nemici, probabilmente entrambi. L'adrenalina però aveva preso il controllo di quel corpo ed il dolore delle ferite riportate lo avrebbe sentito più in là. Si fermò infine, solo un pugno di prigionieri era ancora in grado di combattere. Lo avrebbero attaccato, consci che sarebbero morti come gli altri per mano del Bar Emmon e dei suoi soldati, o si sarebbero arresi? Eivor cercava con lo sguardo il diplomatico ferito all'inizio della schermaglia, era stato spento dalle lame dei soldati o era riuscito a sopravvivere nonostante il taglio sul fianco?


    -477 parole
    Gap Velocità = 9,33 - 12 = -2,67
    Schivata = 2*27/10 + 2*5 = 13,5 + 10 = 15,4
    Danni subiti da Eivor = 15,5 - 15,4 - 2,67 + 25/2 - 28/2 = 15,5 - 15,4 - 2,6 + 12,5 - 14 = 0 (-4)


    CITAZIONE

    MARZIALITA' 51-100
    Questi pg possono uccidere un numero di png EXTRA pari al rango dell'arma che impugnano
    Nemici uccisi Punti vita persi
    1 1
    2 3
    3 6
    4 10
    5 15
    6 21
    7 28
    8 36
    9 45
    10 55


    Rango arma: 2
    Nemici uccisi: 9 (7+2 del rango arma)

    Vita Eivor: 65/93
    FORZA= 22 su 28
    DESTREZZA = 25 su 27
     
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    Situazione iniziale battaglia
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    Fronte prigionieri:
    14 fanti armati

    Fronte Eivor:
    20 Bar Emmon armati
    10 Grafton armati
    29 Grafton disarmati

    Superiorità numerica semplice= 2pv Eivor
    Superiorità di truppa= 4 pv Eivor
    Superiorità territoriale= 0 ad entrambi
    Superiorità strategia= assegno 1 solo punto ai prigionieri per aver disarmato buona parte dei Grafton prima di procedere

    1 pv: 6 pv

    Battaglia
    CITAZIONE
    9 uccisi da Eivor + gli altri uccisi dai soldati
    CARNEFICINA
    1 soldato Grafton disarmato morto nel frattempo.

    La spada di Eivor era rossa, così come il suo volto a mano a mano che procedeva a raccogliere le vite dei prigionieri come contadino faceva con le spighe di grano. Quando anche l'ultimo fu passato a fil di spada, non s'alzava più nemmeno un lamento sul ponte superiore della nave. Di fronte ai suoi piedi giacevano venti uomini uccisi, venti rematori in meno il cui posto sarebbe dovuto spettare a qualche soldato Grafton probabilmente.
    Venti corvi in meno alla Barriera, ma anche venti problemi in meno per la spedizione.
    Il tonfo che annunciò l'apertura della botola che conduceva sotto coperta rimbombò come tuono nell'aria, ma non appena gli uomini armati, prigionieri ribelli, s'avvidero del massacro che si era consumato lì sopra...quelli lasciavano cadere le armi ad una ad una inginocchiandosi ed arrendendosi al Bar Emmon.
    Si trattava di una quarantina di uomini, a cui si aggiungevano da sotto coperta le grida dei soldati della Valle che erano stati legati e tenuti sotto scacco.
    "Che ne facciamo di loro?"
    Accettare la resa e risparmiarli? Condannarli alla stessa sorte dei loro compari? Trovare un'altra punizione?
    Per la prima volta la responsabilità di decine di vite era sulle spalle di Eivor.
     
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    Eivor scese i gradini della botola lentamente, facendo rimbombare lo scricchiolio del legno umido, in modo che tutti i prigioneri sentissero il fato che veniva a prenderli. Non si era degnato di pulirsi il volto, il sangue dei prigionieri abbelliva ancora i suoi lineamenti non più così innocenti. Il cremisi era un monito a chiunque avesse provato a ribellarsi sotto la sua guardia. »Metteteli in fila.« Ordinò aspramente ai suoi soldati, le punizioni erano ben lungi dall'essere finite. Doveva mandare un messaggio alla flotta tutta, chiunque avesse anche solo intenzione di andar contro i Bar Emmon doveva capire a cosa andasse incontro.
    Una volta impartito l'ordine si crearono quattro file, da dieci prigionieri ognuna. Si avvicinò ad uno dei soldati per dargli le indicazioni, ma si premurò di alzar la voce così che tutti i prigionieri sentissero la loro giusta punizione. »Lasciate che ogni fila decida un uomo che dovrà essere ucciso dai suoi stessi compagni. Se si rifiutano di farlo uccidete tutti, non abbiamo tempo per ulteriori trasgressioni.« Il Bar Emmon si fermò un attimo a guardare le file, voleva che capissero quanto alto era il prezzo della disubbidienza. Sarebbero state le loro mani a punire i poveri quattro malcapitati, destinati a venire uccisi dai loro stessi compagni. »Prendete poi un paio di prigionieri e distribuiteli nelle altre navi, così che spargano la voce agli altri incatenati su quali siano le conseguenze se ci si ribella ai Bar Emmon.« Continuò sibilante ed austero, per poi ricordarsi anche dei soldati Grafton ancora imprigionati. »Appena avete finito liberate i soldati tenuti in ostaggio, i remi di questa nave non si muoveranno da soli.« Quella era la punizione per quei soldati così stolti ed incompetenti: Remare fino a Porto Bianco.
    Infine Eivor ritornò fuori, la nave ora era sotto la sua ala protettrice e l'avrebbe gestita nel migliore dei modi. Prima di avviarsi al timone si premurò di avvisare il soldato in attesa nella scialuppa. »Avvisa l'ammiraglia che la situazione è stata gestita, il capitano Duran non dovrà più preoccuparsi.«


    -338 parole
    Una dolcissima decimatio per punire in maniera leggera <3
     
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    giljotiini

    1 punto Marzialità
    Affinità Bar Emmon +5
    Affinità Targaryen +3
    Affinità Grafton +1
    Affinità Truppe +1
    Affinità Marbrand -20
    Prestigio +5
    Fama -5
    Tratto Impietoso
    CODICE
    <span>[IMG=tempo-impietoso]http://www.poesiedolci.it/img/fotopagine/tempo-impietoso.jpg[/IMG]<p>[color=purple]Impietoso[/color]
    Requisiti: Non hai il tratto Misericordioso
    Affinità tratto Commiserevole -20
    Fama -3
    Prestigio +3
    + 1 punto Marzialità
    + 1 punto Intrigo</p></span>
     
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