La seconda toppa nelle falle

Semilibera per le spie alla Fortezza

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    La pazienza premia sempre i suoi devoti.
    Ed ecco dalle cucine uscire finalmente alla luce di una candela un bimbetto dallo sguardo duro e con una zazzera di riccioli scuri a coprirgli la fronte; portava in una delle piccole manine un coltellaccio da cucina e nell'altra un cesto di vimini da cui si scorgevano dei pani.
    "Pane? Davvero è questo tutto quello che sei riuscito a trovare?" -lo stalliere diede al suo giovane complice un coppino sulla nuca strappandogli dalle mani il cestino mentre il piccoletto si affrettava a mettersi in tasca qualcosa di luccicante, con ogni probabilità la chiave delle cucine.
    "Il ciccione si è fatto furbo e non lascia più niente. Dobbiamo cercare un nuovo posto..."
    "Nah, questo è il migliore che abbiamo trovato. Dobbiamo solo mantenere un basso profilo per un po' e le cose torneranno a girare per il verso giusto." -evidentemente i due ladruncoli erano un duo ben rodato per quanto fosse difficile immaginare una vita di crimini per il bimbetto che arriva a malapena ai sei anni. Erano parenti? Solo compagni di malaffare?
    Non si diressero verso il cortile esterno, ben sorvegliato, ma dalle cucine direttamente nella Sala Grande dove, a quell'ora della notte, non c'era verso di trovare nessuno. Ma a quel punto? L'unica altra uscita del salone dei banchetti dava appunto sul cortile e le alte vetrate che ne chiudevano i lati erano, per l'appunto, ben chiuse! Se non che...il bimbetto si diresse verso il caminetto della sala, quindi armeggiando col suo coltellaccio riuscì a togliere un mattone pieno di fuliggine dalla sua posizione. Fu un istante soltanto, ma un meccanismo ferruginoso scattò e i due scomparvero dietro il camino.
    Dove accidenti erano finiti?
     
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    Se il cesto di vimini, ricco di pezzi di pane, era la cosa che balzava all’occhio più di tutte ecco che allo sguardo di Lyanne non era sfuggito nemmeno il coltellaccio da cucina. La donna era da sola in quella missione e dall’altra parte c’erano lo stalliere e un bimbo che, per quanto potesse sembrare più facile da mettere sotto in caso di difficoltà, brandiva ugualmente un’arma affilata o almeno tagliente. Doveva cercare di tenere a mente ogni possibile variabile se voleva proseguire nella sua indagine.
    Dalla sua posizione riuscì ad ascoltare i dialoghi tra i due, evidentemente il capocuoco avendo annusato che c’era un ladro cercava di non lasciare più niente ma il problema era che qualcuno aveva la chiave e che poteva entrare e uscire senza essere fermato.
    Doveva fermarli e riappropriarsi di quella chiave. Rimase ferma sul posto ad osservarli, li seguì con o sguardo fino al caminetto della sala, gli occhi indugiarono sul mattone che il bambino smosse fino a far scattare il meccanismo e scomparire dietro al camino. Li aveva appena persi di vista scoprendo un altro passaggio segreto, una via di fuga. Ora poteva scegliere se bloccare quella strada per le cucine, lasciando tuttavia le chiavi nelle mani del bambino e dello stalliere, facendo intendere loro che erano stati scoperti. Poteva aspettare la notte successiva facendosi trovare con qualche guardia, tendendo una trappola, oppure poteva seguirli. Si avvicinò al caminetto della sala cercando qualcosa che avrebbe potuto far scattare il meccanismo, magari uno di quegli strumenti lunghi di metallo che si usavano per movimentare i ciocchi di legno tra le fiamme del focolare.
    Il tempo di prelevare un oggetto simile le avrebbe concesso, se tutto fosse andato per il verso giusto, di lasciare qualche istante ai due di non percepire il meccanismo scattare di nuovo e di sentire Lyanne muoversi cautamente per avanzare alle loro spalle, diretta all’inseguimento del bambino. Il suo scopo era seguire lui, con la stessa premura usata in precedenza, cercando di essere il più silenziosa e attenta possibile e continuando a brandire quel ferro come una sorta di arma improvvisata qualora le cose avessero preso una piega sfortunata.

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    Le accortezze di Lyanne le avevano garantito la sicurezza necessaria per seguire i due senza essere vista.
    Il passaggio che attraversava era lastricato in pietra e mattoni e coperto di cenere e fuliggine. Non durava che una decina di metri in senso orizzontale, senza salite o discese e non appena la Florent si fosse avvicinata all'uscita, avrebbe scorto una stanza in cui non era ancora mai entrata: lunga, con un alto soffitto a volta, con tavoli con le gambe intrecciate e panche che potevano ospitare duecento persone. A delimitarne l'ingresso c'erano grandi portoni di legno. La stanza possedeva infine una grande finestra rotonda ed era riccamenente decorata con arazzi e tappeti di Myr.
    "Guarda qua, da quando Lord Buckwell è sparito non ci sono nemmeno più i suoi soldati a montare la guardia alla Sala!" -fu quando lo stalliere scostò leggermente i portoni di legno che la Lady di Acquachiara capì dove si trovavano: quella era la Galleria Piccola situata sotto gli appartamenti degli ospiti, quindi la stanza dove sbucava il passaggio segreto doveva essere la Sala Piccola destinata alle udienze tenute dal Primo Cavaliere del Re. Un'ala della Fortezza praticamente dimenticata in quel periodo in cui la Mano del Re era per l'appunto assente.
    Ora che i due percorrevano con accortezza la Galleria verso la Torre del Primo Cavaliere, Lyanne non avrebbe più dovuto avere dubbi su quanto stesse per accadere: lei stessa aveva trovato il passaggio segreto che dagli appartamenti della Mano del Re conduceva verso l'esterno.
    Una strada che attraverso l'ala del castello dedicata al Primo Cavaliere conduceva dall'esterno alle cucine e viceversa.
     
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    Al rientro da quella nottata di inseguimenti avrebbe dovuto, senza alcun dubbio, darsi una bella ripulita da cenere e fuliggine, almeno alle calzature, dopo l’attraversamento di un passaggio cosparso da ciò che l’accensione di un camino lasciava dietro di sé. Si passò il dorso della mano contro la fronte per far sì che eventuale pulviscolo non le rimanesse in quella zona mentre avanzava oltre, dopo il passaggio si apriva una stanza dal soffitto molto alto e capace di ospitare un numero generoso di persone. Gli arazzi e i tappeti la decoravano. Furono le parole dello stalliere a farle capire chi ospitava e dove si trovava, quell’ala della fortezza era destinata al Primo Cavaliere del Re.
    Alle stanze del Buckwell era arrivata da un altro passaggio, da sotto la roccia delle mura, trovando una piccola mano che lasciava la boccetta vuota direttamente nel suo alloggio, ma da lì, invece, dalle cucine sarebbe arrivata all’esterno percorrendo un’altra strada. Una via diversa che aveva permesso a quei due ladruncoli di agire indisturbati per giorni e giorni. Chissà se erano stati proprio loro due o magari quel ragazzino ad avvelenare il vino, se era un altro dei tanti Uccelletti al servizio di Varys.
    Senza ombra di dubbio il fatto che quelle vie d’accesso fossero di dominio di spie di chi era stato al servizio del Re era preoccupante e avrebbe dovuto scegliere se chiuderne alcune o tenerle sorvegliate senza, tuttavia, rivelarne la presenza ad altri. Per quel compito avrebbe dovuto optare per pochi uomini buoni o la conoscenza e l’uso dei passaggi segreti sarebbe diventata qualcosa di inutile anche per lei.
    Silenziosamente, mentre continuava nelle proprie riflessioni, continuava a seguire i due con l’accortezza di mantenere una certa distanza e dei passi quanto più leggeri possibili.

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    Ti faccio lo schema di cui ti parlavo.
    Qui trovi la mappa e le indicazioni per i vari passaggi.

    Screenshot%202023-10-12%20113924

    a) Siamo partiti dal 5 -le cucine. Come vedi dalla mappa le cucine danno direttamente sul 6 (la Sala Grande) oppure sul 2 (il cortile esterno). I due ladri sono andati proprio nella Sala Grande passando dalla porta normale che le collega.

    b) Nella Sala Grande hai trovato il passaggio segreto conosciuto da Rhaegar che attraverso le mura rosse conduce dalla Sala Grande alla Sala piccola (13)
    Passaggi nelle mura della Fortezza (non si collegano verso l'esterno in alcun modo)
    -dalla Galleria Piccola alla Sala del Trono Rhaegar
    -dal Parco degli Dei alla Galleria Piccola Rhaegar
    -dalla Torre delle Cappe Bianche alle Caserme secondarie
    -dalla Sala Piccola alla Sala Grande Rhaegar questo qui sarebbe


    c) Ora dalla Sala Piccola (13), usando i normalissimi corridoi che attualmente sono poco popolati, i due si sono portati attraverso il 15 (la galleria piccola) verso il 14 (la torre del primo cavaliere).

    d) A questo punto, quando ho scritto nel mio post
    CITAZIONE
    Ora che i due percorrevano con accortezza la Galleria verso la Torre del Primo Cavaliere, Lyanne non avrebbe più dovuto avere dubbi su quanto stesse per accadere: lei stessa aveva trovato il passaggio segreto che dagli appartamenti della Mano del Re conduceva verso l'esterno.
    Una strada che attraverso l'ala del castello dedicata al Primo Cavaliere conduceva dall'esterno alle cucine e viceversa.

    intendevo che a questo punto Lyanne sa che strada faranno per raggiungere l'esterno, quella che ha percorso anche lei, e cioé:

    e) Salgono alla stanza del Primo Cavaliere
    f) Prendono il passaggio segreto dietro al camino e lo percorrono fino alla Camera del Mosaico del Drago
    g) Dalla Camera del Mosaico del Drago raggiungono poi l'esterno.

    Lascio così dunque che li continui a seguire?
     
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    Il rincoglionimento (il mio) aumenta. Sì, lascia pure che continua a seguirli.
     
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    Ripercorrere la scalinata fino alle stanze del Primo Cavaliere, ora quasi vuote, sarebbe stato un deja-vu per Lyanne. Senza toccare alcun degli oggetti ancora depositati negli appartamenti della Mano del Re, i due ladruncoli si infilarono nello stesso pertugio da cui era passata qualche giorno prima la Florent impegnando il lungo passaggio segreto che ella già conosceva.
    Questa parte del tragitto fu percorsa in rigoroso silenzio dai due fino alla camera centrale che la Lady di Acquachiara aveva cominciato ad esplorare nei giorni precedenti. Qui, lo stalliere prese la cesta estraendone solo un paio di pani e consegnandoli al suo compare di sventura che non sembrò lamentarsi della divisione iniqua del bottino.
    "Ti farò sapere la prossima volta che avrò bisogno dei tuoi servizi." -il bimbetto neppure rispose facendo alzata di spalle.
    Quindi, i due complici si congedarono imboccando ciascuno un corridoio diverso.
     
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    Un passo e poi un altro ancora, stava ripercorrendo a ritroso quella scalinata fino alle stanze del Primo Cavaliere. Li seguì, li guardò muoversi senza sembrare interessati agli oggetti che ancora adornavano gli appartamenti della Mano del Re, forse avrebbero faticato a rivenderli o, chissà, da quelle parti avevano già trovato quello che interessava loro, chissà. Quella zona era desolatamente vuota senza l’uomo che il Re aveva scelto come suo braccio. Proseguì in silenzio, accorta. Quando lo stalliere si separò dal bambino decise che avrebbe dovuto seguire chi deteneva quella chiave, con la descrizione di quello stalliere e il suo compito non sarebbe stato difficile mandare le guardie a catturarlo. Per il bambino, invece, si sarebbe rivelata probabilmente un’occasione più unica che rara di comprendere dove scovarlo se non gli avesse sottratto la chiave immediatamente. Li scrutò entrambi decidendo di continuare a seguire il bambino sempre ad una distanza tale da permetterle quella discrezione, non doveva farsi scoprire se voleva portare a termine il proprio piano.

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    Il percorso scelto dal bimbetto era uno di quelli che la Florent ed i suoi uomini non avevano ancora esplorato.
    Era umido, ancora più degli altri se fosse stato possibile, e mano a mano che procedeva i piedi affondavano nella fanghiglia, come se si trovassero sotto il livello dell'acqua forse? L'odore diventava nauseabondo passo dopo passo e le gambe della povera Lady affondavano in residui organici di ogni genere, dagli escrementi ai topi morti.
    Avrebbe avuto bisogno di un bel bagno una volta tornata nella sua camera....mano a mano che si avvicinava alla fine del condotto (che in un qualche punto si era dunque dovuto unire con le fogne della capitale, lo scrosciare di un fiume diventava sempre più forte. Dovette fare ben attenzione a tenersi per evitare di scivolare nel corso d'acqua che ora le si apriva davanti agli occhi: si trattava del Fiume delle Rapide Nere, senza alcun dubbio, in un punto a monte del porto nella Baia.
    Il piccolo ladruncolo si muoveva rapido lungo gli argini terrosi del fiume risalendo lungo un ponticino di corde verso l'altra sponda del Blackwater. Da lì in poi attraverso le ultime casupole dei pescatori era possibile raggiungere la Strada del Re e i campi da torneo.
    Screenshot%202023-10-17%20081437
     
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    Continuò a camminare rendendosi conto che quel percorso non lo aveva ancora battuto, non la parte che si incuneava in quel cunicolo più umido di altri. I suoi piedi, avvolti dagli stivali, stavano affondando in qualcosa che aveva la stessa consistenza della fanghiglia. Forse si trovavano più in basso del livello dell’acqua, non poteva dirlo con certezza ma l’umidità sembrava suggerirlo. Magari andavano in una zona dove il terreno, troppo umido, stava diventando di quella consistenza più morbida. Voleva illudersi che fosse così ma l’odore che le arrivò alle narici le fece intuire che, suo malgrado, non era affatto così. L’odore di escrementi le fece girare la testa, non era abituata certo a camminare dove gli scarichi della città confluivano e una volta tornata nelle proprie stanze avrebbe potuto, probabilmente, gettare quei vestiti tra le fiamme per non dover rischiare di indossarli mai più. Trattenne un conato di vomito avanzando, cercando di non scivolare, usando quell’oggetto metallico per i ciocchi del camino e puntellandolo alle pareti per tenersi in piedi o se non alle pareti agli oggetti che trovava lungo il percorso. Si trovo di fronte ad un corso d’acqua, a poter respirare, ma la fanghiglia orribile ancora le circondava gli stivali e le ricordava l’odore nauseabondo delle fogne. Sempre con gli occhi fissi sul ragazzino che si muoveva rapido, quel piccolo ladruncolo sembrava dove andare e risalì sul ponticino di corda. Doveva fare lo stesso, con cautela, sempre prestando attenzione, non poteva permettersi di perderlo d’occhio.

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    Durante il suo tragitto, il bambino si era fermato un paio di volte.
    La prima volta aveva dato un tozzo di pane ad una vecchia cieca che mendicava all'angolo delle strade; la seconda invece aveva ripetuto il suo gesto nei confronti di un cagnetto che scodinzolava contento alla vista di quello che doveva essere suo amico. Quindi, arrivato ad un piccolo angolo di terra battuta, il piccoletto si mise a terra, gambe incrociate, a gustarsi l'ultimo pezzo di pane rimasto.
    Le sue manine scure erano una tavolozza di terra, segno di una vita vissuta tra povertà e fango. I suoi occhi, però, brillavano di una luce vivace, carica di innocenza e pura meraviglia. Con un sorriso radioso, il bambino alzò il pezzo di pane verso il cielo grigio, come se volesse mostrare al mondo la sua piccola conquista. Poi, con un gesto gentile, cominciò a mordere il pane con appetito, lasciando che i bricioli cadesse sul terreno già intriso d'acqua.
    Il cagnolino nel frattempo si buttava nelle pozzanghere di acqua e fango con zampe danzanti e coda a spazzola che sollevavano piccole onde. Il suo musetto sorridente e gli occhi scintillanti raccontavano di pura gioia e felicità, come se quella pozzanghera fosse diventata il palcoscenico di un suo spettacolo personale.
    Si moriva di fame tra quelle casupole, ma si conosceva una libertà che Lyanne non aveva mai potuto assaporare.
     
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    Aveva osservato il fare di quel bambino, il modo in cui aveva condiviso quel pane tenendo alla fine una sola parte del bottino iniziale per sé. Una parte era stata destinata alla mendicante cieca, un’altra a sfamare quel cagnetto scodinzolante che, era chiaro, si era già fatto amico in passato. Quel poco che aveva visto le era bastato a farsi l’idea, forse errata, che quel bambino probabilmente partecipava ai furti per guadagnare quanto gli serviva a togliersi la fame, non sapeva se vi fosse altro e perché, in fin dei conti, tenesse lui la chiave quando lo stalliere era quello che guadagnava di più dai furti. Magari la figura più grossa e adulta gli serviva perché quella collaborazione di qualcuno di più robusto gli serviva per potersi sfamare e sfamare il suo piccolo amico a quattro zampe.
    Minacciarlo di cedere quella chiave non sarebbe servito a nulla e, forse, nemmeno offrirgli qualcosa in cambio, magari la stessa sorte che aveva dato alla piccola Selene. Se aveva sempre vissuto in povertà ma in libertà non vi avrebbe rinunciato per un lavoro a corte che lo avrebbe allontanato da dove era nato e cresciuto. Decise che avrebbe adottato un approccio ancora diverso, magari avrebbe potuto cedere all’idea di rinunciare ai furti e a cedere quell’oggetto in cambio di avere sempre del cibo assicurato per sé, per quel cane e magari anche per l’anziana mendicante. E le spalle protette da qualsiasi ritorsione dello stalliere. Il primo approccio avrebbe potuto darle indizi sulla scelta migliore dell’offerta da fare.
    Decise di avvicinarsi con calma, dandogli modo di notarla adesso, tenendo basso il braccio in cui brandiva quell’arma di fortuna da cui non si sarebbe ancora separata, se non altro per una questione di difese e per la presenza del cane che avrebbe potuto avere anche una reazione improvvisa.
    “Ho trovato chi ha fatto impazzire il capocuoco alla fine.”
    Le sue parole non erano troppo serie, sembrava quasi divertita dall’idea che quell’uomo non avesse mai capito chi gli sottraeva le provviste.
    Di fronte quel bambino aveva una nobildonna al momento infangata e non era solo terra ma altri liquami sporcavano la parte inferiore degli indumenti e degli stivali.
    Lo aveva seguito sin lì, forse ora il bambino ne aveva contezza.


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    Le parole della Florent giunsero come un fulmine a ciel sereno a rovinare la placida tranquillità del ragazzino; quand'egli si avvide delle condizioni in cui si trovava la donna capì il significato della sua frase e di come lui ed il suo compare fossero stati infine scoperti.
    Non aveva ben chiaro che ruolo avesse la Signora nella corte del castello, ma di sicuro era un nobildonna e in più frequentava i "piani alti" da quello che gli era parso di capire. Il che significava che da lì a qualche ora la sua fine sarebbe stata segnata se la tipa avesse deciso di parlare e spifferare tutto ai tizi in armatura.
    "La Signora si è persa." -non c'era ombra di minaccia nella voce del piccoletto che pur si era sollevato in piedi. Al limite, quello che digrignava i denti in quel momento era il cagnetto -"Non so cosa credete di aver visto mia Signora, ma io non ho mai conosciuto il capocuoco in vita mia."
    Quella in effetti non era necessariamente una bugia. Che la tipa avesse prove o meno, il piccoletto era ben consapevole che sarebbe bastata la parola della Lady contro la sua e non avrebbe avuto alcuna speranza. La via migliore che gli restava era la fuga, ma prima di aggiungere altre colpe al suo crimine gli conveniva scoprire cosa in effetti la donna avesse visto.
     
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    Una parte di lei avrebbe voluto respirare a pieni polmoni per togliersi l’odore dei condotti fognari dalle narici, l’altra le ricordava ad ogni respiro come quella fanghiglia lercia le lordasse ancora gli stivali. Cercò di respirare più che altro con la bocca, questo le permetteva di non sentire troppo quell’olezzo sebbene sembrasse affannata per la camminata, cosa che non era. Nel suo campo visivo c’erano sia il ragazzino che il cagnetto impegnato a digrignare i denti, li stava tenendo d’occhio entrambi ma fino a quando l’animale si teneva a distanza lo riteneva un pericolo limitato, controllato. La presa su quel ferro era salda, pronta a brandirlo per tenere a distanza l’animale qualora avesse deciso di farsi sotto.
    “Sono abbastanza sicura non abbiate mai conosciuto il capocuoco o quanto meno lui non sappia che faccia abbiate voi e lo stalliere.”
    Era consapevole anche di chi fosse il suo complice ma al momento non le interessava, era molto più facile da stanare poiché giocava d’azzardo e il suo lavoro permetteva di rintracciarlo con una certa semplicità.
    “Ma in qualche modo sei entrato in possesso di una copia della chiave e lui sostiene di non averla mai data a nessuno quindi in qualche modo è stata fatta e, diversamente, non lo avrei visto così innervosito per i continui furti di cibo dalla cucina.”
    Scrollò le spalle come se qualche innocuo furtarello di pagnotte non le interessasse.
    “Non che un cesto pieno di pezzi di pane mi tocchi in qualche modo.”
    Aggiunge a sottolineare quello che aveva visto con i suoi occhi quella sera. Poi decise che era il momento di scoprire le carte, di rovesciarle sulla tavola.
    “Non intendo denunciarti.”
    Era un ragazzino che, a quanto poteva vedere, campava di quei furti al contrario del suo complice che aveva sin troppi soldi per essere uno stalliere e si era tenuto la maggior parte della refurtiva. Non c’era menzogna nelle sue parole, in quel momento non aveva alcuna necessità di mentire.
    “Ma sono successe cose troppo gravi perché io possa ignorarle, l’accesso alle cucine grazie a quella chiave ha fatto sì che degli uomini siano morti e non posso lasciarti tenere la chiave quindi l’unica cosa che posso fare è proporti un patto.”
    Le strade che il ragazzino avevano davanti erano due: ascoltarla o tentare, ammesso che ci sarebbe riuscito, la fuga.
    “So dove posso trovare lo stalliere, so com’è fatto e ho visto che vive al di sopra delle sue possibilità, immagino che ogni volta tenga per sé la maggior parte del suo bottino. Pagherà per le sue malefatte e non farò menzione della tua sorte, se mi consegnerai la chiave sarai libero, non andrai incontro ad alcuna conseguenza, non ho intenzione di farti del male o di denunciarti.”
    Aveva visto abbastanza di come stava vivendo per capire che fargli del male sarebbe equivalso ad affondare una condizione di vita già abbastanza disgraziata.
    “Immagino che la via d’accesso alle cucine fosse un modo per vivere.”
    Aggiunse osservando poi anche la vecchia mendicante cieca e il cane.
    “Dammi quella chiave e manderò un mio fidato amico a consegnarti un sacchetto, quello che ci troverai ti basterà per sfamare voi tre senza doverti preoccupare dei furti ai danni del cuoco.”
    E ognuno sarebbe tornato per la sua strada. Era quella la sua proposta, senza ledere alla libertà del ragazzino che non avrebbe più avuto niente a che fare con la Florent.
    "O se non ti fidi e preferisci troverai quel credito saldato dal fornaio e in un paio di botteghe da queste parti."
    Era l'alternativa che aveva da offrire se temeva che avrebbe mandato l'amico in questione, uno dei suoi gregari, per fargli del male.
    610 parole

    La proposta è questa: se lui le da la chiave lo lascia libero e non lo denuncia e manda Holland a consegnargli 10 dragoni o, in alternativa, quei soldi li spartisce a credito per lui in 3 botteghe alimentari per la città in modo che possa sfamare per mesi se stesso, il cane e la vecchietta.
     
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    Seduzione Lyanne vs bimbetto
    [Giudizio mod + Affinità bersaglio/10 + Liv Competenza Seduzione/2 + (Attrazione + Diplomazia)/4] - [Giudizio mod + Intrigo/2 + liv controspionaggio*5]
    Giudizio mod Lyanne= 6 circostanza 4 modalità 4 scrittura= 14 punti
    Affinità Lyanne vs bimbetto= Affinità casata/2 + Affinità cultura/2 + Affinità culto/100*pietà controparte + Affinità tratto specifico/5 + Affinità pg= 39/2 + 20/2 + 12/100*50 + (+4-1)/5 + 0= 19,5 + 10 + 6 + 0,6= 36,1
    Giudizio mod bimbetto= 4 circostanza 1 modalità= 5

    [14 + 36,1/10 + 0 + (65+ 103)/4] - [5 + 100/2 +0]+15%= (14+3,61+42) - (5+50)+15%= 59,61 - 63,25= -3,64 Seduzione parzialmente riuscita

    Quel che proponeva la donna era particolarmente allettante, soprattutto perché voleva dire per il ragazzino sbarazzarsi dell'ingombro che lo stalliere rappresentava per lui. D'altro canto c'era una persona molto più pericolosa che spaventava il nostro ladruncolo, qualcuno da cui temeva neppure la gentile Lady avrebbe potuto salvarlo.
    "Uhm..." -mugulò in difficoltà.
    Il reale problema a quel punto non era neppure la fame, era che la nobildonna lo aveva visto e che di certo non poteva liberarsi di lei senza rischiare qualcosa di ben peggio. Forse conveniva davvero accettare quell'atto di gentilezza?
    "Chi mi ha dato questa chiave è un uomo pericoloso." -il ragazzino estrasse dalla saccoccia il pezzo di ferro tanto cercato dalla Lady di Acquachiara -"Ve la rendo, ma se dovesse venire a domandarmela..." -rabbrividì -"Dirò che voi me l'avete sottratta con la forza."
    Era ovvio che il ragazzino si riferisse al Maestro dei Sussurri precedente a Lyanne, il famigerato Ragno Tessitore. Se Lord Varys avesse saputo che la Florent era sulle sue tracce o comunque stava ricostruendo le sue azioni, sarebbe stata guerra aperta.


    1 punto Intrigo
    1 punto albero qualità
    Affinità uccelletti +3
    Affinità criminali -3
    Affinità Lord Varys -5
    Affinità Popolo +5
    Prestigio +3
    Fama +3
    Holland -10 dragoni (o tu se ce li hai tu)
    Ricevi : chiave delle cucine


    CITAZIONE
    Andiamo di background con l'arresto dello stalliere
     
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29 replies since 6/8/2023, 10:48   459 views
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