Domani, e poi domani, e poi domani

Quest Shea

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    Shea • 26 Gennaio 286 • Sobborghi • Lorath
    Il sole non era sorto che da un paio di ore ma il gruppo di teatranti era già in pieno fermento. La loro solita zona di ritrovo, un cortile interno nei sobborghi di Lorath, spesso usato come abitazione dagli stessi attori, brulicava di vita con tanti suoni diversi a riempirne l'aria. Dopotutto era giorno di prove: quella sera si sarebbero esibiti all'Ostrica Ubriaca. Esibirsi all'interno di una taverna, specie di una così famosa, comportava vari vantaggi oltre al semplice guadagno in denaro; come ad esempio pasti offerti per l'intera giornata e una discreta dose di fama. Non c'era da stupirsi se il gruppo lavorasse con tanta solerzia per la buona riuscita di quello spettacolo, insomma!
    Il pezzo che avrebbe portato era "Il Pavone e il Serpente". Un classico della compagnia, adatto ad essere preparato in meno di una giornata, come la situazione richiedeva.

    "Andiamo, andiamo! Cerchiamo di darci una mossa, va bene?"

    A parlare era l'uomo che gestiva l'intera baracca. Vogan doveva avere circa quarant'anni ma il volto completamente rasato lo faceva apparire più giovane di quanto non fosse. Lisci capelli corvini sfuggivano al di fuori del voluminoso cappello che indossava quasi sempre. Le vesti colorati ed eleganti poi contribuivano a dargli un'apparenza di ricchezza agli occhi di un estraneo. Ovviamente chi viveva di teatro sapeva come quella non potesse essere altro che una facciata. Sempre che il teatro fosse effettivamente l'unica cosa in cui avesse le mani in pasta...

    "Chi vuole candidarsi come protagonista si faccia avanti. I provini partono ora!"

    Si era seduto accanto ad un piccolo palchetto di legno, in attesa. In pochi minuti già venne a crearsi una piccola fila. Chi aveva più battute in fondo riceveva un piccolo extra, era normale desiderare quel ruolo. Non tutti però erano in grado di guadagnarselo. Shea era forse tra questi?



    Iniziamo ad impostare la scena! Ci sono le prove per lo spettacolo della sera: puoi scegliere di proporti come protagonista o magari un qualsiasi altro ruolo. Ho dato volutamente pochi dettagli sullo spettacolo, ad eccezione del titolo, per lasciarti libertà di immaginarlo come preferisci. Naturalmente sei libera di non fare nulla di tutto ciò, se hai altre idee^^

    Scadenza: 18/09


    Edited by Numar - 11/10/2023, 23:14
     
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    <<Per la strada c'è una bambina
    resta china sul ciglio e osserva
    tutto il buono che c'è per terra
    questi ricchi, sempre a sprecar!
    Lentamente allunga la mano
    sì per coglier un pezzo di pane
    ma le risa e l'umiliazione
    poi la fermano lì sul fatto...
    >>



    Una voce soave, tenuta bassa per non divulgare quell'intimo ricordo, si disperse nel vento. Shea camminava per i sobborghi di Lorath volteggiando a ritmo della sua stessa canzone. Un piede a sinistra, poi uno a destra, una piroetta con le braccia protese verso il cielo, la testa gettata all'indietro nel completo abbandono mentre attraverso gli occhi chiusi immaginava un pubblico scrosciante di applausi.

    <<Ma la fame non fa eccezioni
    è più forte di orgoglio e pudore
    delle lecrime e dell'amore
    che ognuno prova per se stesso.
    Così senza più esitazione
    quella mano scatta ancora
    e senza più alcuna paura
    placa i crampi della fame...
    >>



    Adesso solo alcune tristi note sfuggivano dalle sue labbra serrate. Accompagnò il suono lugubre con un dondolio leggero dei fianchi mentre avanzava lentamente verso la sua destinazione.



    Le strade a quell'ora erano deserte. L'odore del pesce permeava l'aria come se ormai ne fosse l'essenza stessa ed il salmastro appiccicava la pelle donandole un riflesso umidiccio e pallido. Si sfiorò la guancia ed osservò i polpastrelli, scoprendo con rammarico che il trucco che aveva meticolosamente applicato si stava dissolvendo con l'umidità circostante. Corrucciata, strinse l'ampia manica del vestito nel pugno e la portò rapidamente davanti al volto per proteggerlo al meglio. Adesso che erano visibili solo gli occhi, immaginò di essere un bandito in procinto di derubare una rispettabile nobildonna.

    <<Ah ah ah! Cosa abbiamo qui?>>



    Aveva fatto sì che in quello sguardo si sgorgesse uno scintillio cupo e malizioso, ma non era totalmente convinta della profondità di quella risata malvagia. Si fermò per un istante e, testarda come un mulo, schiarì un paio di volte la voce. Riprese la posizione e l'espressione da bandito e provò di nuovo.

    <<Ah ah aaa- cof cof cof>>



    Iniziò a tossire con così tanta violenza che rimase per un attimo senza fiato. Mise le mani sulle ginocchia mentre, con le lacrime agli occhi, cercava di incamerare più aria possibile attraverso ampi respiri rochi. D'accordo, la risata malvagia non era il suo forte-

    <<S-s-signorina tutto... tutto bene?>>



    Quella voce la colse impreparata e solo la momentanea afonia le impedì di urlare per lo spavento. Con un poco elegante salto in avanti e gli occhi spalancati e pieni di terrore, si voltò ritrovandosi davanti ad un ragazzino che la osservava preoccupato. Shea teneva ancora una mano stretta al petto come a voler impedire al cuore di scappare dalla gabbia toracica e le guance che lentamente si stavano imporporando di rosso per l'imbarazzo. Ancora istupidita annuì con vigore e, senza proferir parola, si voltò per incamminarsi verso il punto di ritrovo della compagnia teatrale il più in fretta possibile.
    Ottima figura Shea... fu il suo ultimo pensiero.

    ***



    Quando arrivò nel cortile in cui si sarebbero svolte le prove constatò che trai presenti vi erano le stesse facce conosciute. Lo spettacolo che avrebbero inscenato quella sera stessa era intitolato "il Pavone e il Serpente" e, come suggerito dal titolo, i protagonisti erano proprio i due animali che, impegnati in un epico duello, rappresentavano l'incarnazione del bene e del male.

    Il sole aveva finalmente iniziato a riscaldare l'atmosfera togliendole quella patina lugubre che era solita discendere nelle ore notturne, così Shea alzò il viso verso il cielo e chiuse gli occhi prendendosi qualche istante per se stessa. Fu come se il fracasso dei teatranti cessasse d'improvviso. Sentì il battito del suo stesso cuore mentre prendeva un respiro profondo e cercava di calmare la mente. Già si vedeva, al centro del palco, muoversi sinuosamente mentre tra le mani agitava un sonaglio. La pelle era colorata e decorata da bellissime squame, gli occhi cerchiati di nero e sulle palpebre due linee verticali che fingevano di essere le pupille di un rettile, i capelli perfettamente acconciati sulla testa in una sontuosa coda di cavallo...
    Quando tornò in se, il presente la invase con così tanta prepotenza che si trattenne a stento dal sussultare. Risate, voci che intonavano un canto, corpi che si riscaldavano per una danza... più si guardava attorno più era facile rimanere sopraffatti da tanto chiasso. Prese un altro respiro, mise le mani all'interno della scollatura e strizzò il seno spingendone la carne dal basso verso l'alto, un trucco per renderlo più gonfio e visibile all'interno del vestito. Pettinò alla bene e meglio i capelli e, con un ampio sorriso, si avviò con passo deciso verso il centro del cortile.

    <<Andiamo, andiamo! Cerchiamo di darci una mossa, va bene?>>



    Vogan, l'uomo che dirigeva il teatrino e che aveva attualmente il potere decisionale, alzò la voce facendo tacere i presenti.

    <<Chi vuole candidarsi come protagonista si faccia avanti. I provini partono ora!>>



    Shea schiarì la voce ed alzò la mano, il sorriso ancora ampio a decorarle le labbra.

    <<Io->>



    Venne subito investita dalla piccola folla di artisti. Si avvicinarono d'improvviso urlando e cercando di farsi notare, sgomitando frenetici e noncuranti di cosa o chi avrebbero travolto al loro passaggio. Era chiaramente una spalla quella che sbatté contro il suo braccio, poi un gomito dritto nel fianco, un ginocchio all'altezza dei reni, un... cos'era quello? Meglio non farsi troppe domande...
    Come un ciocco di legno preda delle correnti venne portata a riva da quel fiume in piena e la sua espressione cambiò drasticamente. La bocca, dapprima sorridente, si tese immediatamente in una linea neutrale e gli occhi, fino a quel momento scintillanti, persero la loro luce e divennero gelidi come il mare d'inverno. Una ciocca di capelli le ricadde davanti al viso e, soffiandola via con una specie di sospiro esasperato, mise le mani sui fianchi e pensò ad un piano.
    Non era certo la prima volta che rischiava di perdere l'occasione di candidarsi come protagonista a causa della prepotenza altrui e Vogan non era certo tipo da curarsi delle ingiustizie. Shea non era forte fisicamente, non aveva mai imparato a combattere e di certo non ne aveva il corpo adatto, ma anni e anni di esperienza in strada avevano richiesto alla sua mente di farsi affilata come una lama. Molte volte nel corso della vita aveva dovuto ricorrere all'astuzia quando gli altri avevano fatto affidamento sulla forza, dunque si allontanò con cautela dalla folla per osservarsi attorno.

    Quando non hai niente ti rendi presto conto che in realtà, con un po' di fantasia, potresti avere tutto. Un pezzo di pane può diventare un banchetto sontuoso, una semplice moneta di rame il tesoro nascosto dei pirati, uno straccio il più bello dei vestiti. A quel punto della vita, Shea si sentiva come se il mondo stesso fosse il suo palcoscenico personale e lei la regista e unica protagonista di quello spettacolo tragicomico. Accanto a Vogan c'era un palchetto, ma chi diceva che bisognasse per forza utilizzare quello per la propria esibizione? Andare fuori dagli schemi, non era questa l'essenza stessa dell'arte?
    Con una nuova determinazione, afferrò le gonne e marciò con gran fervore verso una cassa di legno un po' più distante dalla fila di attori. Salì con agilità e vi ci batté i piedi con tutta la forza che aveva.

    <<Ehi!>>



    Gridò. Il suo volto adesso era contorno nell'ira. Lasciò che tutto il risentimento che aveva accumulato negli anni la guidasse in quella performance. Perché non fare il provino per il pavone, che con la sua bellezza e bontà rappresentava il bene, vi chiederete? Perché invece non fare il provino per il serpente, che con il suo ingegno e la sua astuzia era in grado di creare un'immagine così misteriosa e controversa che, in certi momenti, avrebbe portato persino il più puro dei cuori a fare il tifo per lui? avrebbe risposto Shea. Era facile essere ammirati quando avevi ogni carta a tuo favore, meno lo era quando non avevi nient'altro che te stesso. E non era forse più soddisfacente in quel caso guadagnare rispetto?
    Batté i piedi ancora ed iniziò a contorcere il corpo in movimenti languidi e sinuosi.

    <<Io, che ho sempre strisciato nell'ombra in attesa di mettere in atto la mia ultima mossa, oggi affronterò il mio nemico nell'atto finale della nostra guerra! E voi!>> indicò la piccola folla di attori che adesso la guardava attonita <<con i vostri cuori e pensieri corrotti, assisterete al mio trionfo! Oh, patetici piccoli esseri mortali! Così pronti a giudicare me il villano, quando è bastato così poco per farvi passare dalla mia parte! Ah ah ah ah ah!>> risata malvagia, ancora da rivedere, ma non si lasciò scoraggiare e proseguì <<E' stata una vostra scelta! E' solo colpa vostra! Colpa vostra per essere deboli, per cedere non appena un soffio di vento vi sfiora, ma ancor pià deboli quando anzi che ammettere il vostro errore incolpate me, animale corrotto e pieno d'odio, di avervi condotto alla rovina. Lo avete fatto con le vostre mani, ed oggi affonderete insieme a me!>>



    Un sorriso sinistro le si aprì a fior di labbra. Non appena finì il monologo ricominciò a danzare cercando di incantare chi la osservava dal basso.


    <<Questa è la danza mortale del serpente, ammiratemi nell'atto finale! Questa>> agitò la mano come avrebbe fatto con un ventaglio <<è la mia coda velenosa pronta a colpire.>>



    I suoi movimenti si fecero meno sinuosi e sempre più decisi al punto che, più che una danza, sembrò di assistere ad un combattimento. Le braccia si tesero in linee dure e precise fendendo l'aria con estrema efficacia e le gambe, seppur limitate all'interno del perimetro della cassa, accompagnarono con destrezza ogni movimento. Gli occhi erano aperti e fissati su Vogan con una certa sfumatura di sfida.
    Tuttavia, a nessuno piaceva assistere al trionfo del male. Era giunto il momento di perire con onore.
    Fece scattare il busto all'indietro, la testa lasciata mollemente sorretta dal collo, come se fosse stata colpita.

    <<Maledetto!>>

    gridò nella disperazione. Lacrime scintillanti iniziarono ad accumularsi agli angoli degli occhi finché, su quel volto adesso distorto dal dolore, comparvero due scie cristalline a solcarle le guance.
    Strinse forse i pugni fino a che le unghie non lacerarono la pelle sottostante.
    La stessa mano che prima sventolava vittoriosa il "sonaglio" adesso volò al petto, all'altezza del cuore. Si afferrò la veste e, come per magia, una chiazza di sangue iniziò ad allargarsi da sotto il suo palmo.

    Con la voce ancora dipinta da toni furiosi proseguì con il secondo monologo.

    <<Non morirò così facilmente! Il mio corpo sì, potrà perire qua, davanti ai tuoi occhi, ma il mio spirito resterà nei cuori dei corrotti! Sarò una leggenda, il mio nome verrà sussurrato come un malaugurio negli anni a venire perché un'idea, sì, un'idea non potrà mai essere estirpata!>> iniziò piano piano ad accasciarsi a terra. Aveva trattenuto il respiro così che il suo volto, in carenza d'aria, apparisse più pallido ed inscenasse l'imminente morte con ancor più convinzione.

    <<Io non... morirò... mai...>>



    Cadde finalmente a terra e lì vi rimase per diversi secondi.
    Nessuno osò fiatare.
    Attese altri cinque secondi e poi, con un sorriso estatico sulle labbra e le guance ancora rigate di lacrime, guardando Vogan chiese allegra

    <<Allora? Com'è andata?>>



    1869 parole.
    Okay, il personaggio è un po' eccentrico... dunque ecco un provino eccentrico
     
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    Shea • 26 Gennaio 286 • Sobborghi • Lorath
    Un'assoluta freddezza riempì gli occhi di Vogan non appena la sua attenzione fu attirata dal richiamo di Shea. La ragazza avrebbe potuto vedere nei suoi occhi l'aria di un uomo che gestiva da una vita la razza più ingestibile di questo mondo, gli attori, e che ormai ne aveva le palle piene. Eppure non la interruppe, le permise di compiere il provino nella sua interezza. Il suo sguardo non variò di una virgola per tutta la sua performance, né in positivo né in negativo, ma rimase fissato su di lei per tutto il tempo. Una volta che ebbe terminato e chiese pareri sul suo operato la situazione non cambiò di molto.

    "Bene."

    Probabilmente era il complimento più freddo che Shea avesse mai ricevuto, ma pur sempre un complimento era. E comunque Vogan non era solito sbracciarsi nel lodare i propri attori; perlomeno quando non parlava con dei clienti. Si risistemò sul suo posto e fece cenno agli altri teatranti di farsi avanti.

    "Annuncerò i ruoli tra massimo quaranta minuti."

    L'intraprendenza della giovane gli aveva permesso la certezza di ottenere un provino nel tempo limite, cosa non garantita a tutti. Alcuni parevano divertiti dal suo entusiasmo prendendo la faccenda sul ridere, altri invece erano incantati dal suo pezzo (incerto dire se per il suo effettivo talento o per il suo semplice fascino). Altri invece non parevano essere tanto entusiasti di lei.

    "... parte ...oia! A sto punto se ...le Vele Rosse!"

    Non troppo lontano da lei avrebbe potuto vedere un trio di donne parlottare tra loro. Due erano sui trent'anni e, sebbene fossero visi familiari, non riusciva a collocare un nome su nessuna. L'altra invece era un ragazza poco più grande di Shea che invece aveva ben presente: Karyia, una delle attrici più di talento all'interno di quella compagnia. Cosa ne pensava Shea di quella ragazza? Lei pareva averne di molto distinti visto il tono usato.

    "Probabilmente... qualcosa do... sibizione privata..."

    Almeno così sembrava. Non era esattamente certa che stessero parlando di loro, ma risultava logico pensarlo vista la sua ultima "trovata".

    "Spero ... senso di tenerla... gira voce che c'è... sempre più di soldati... Come se non accadesse già abbastanza spesso!"

    "Nah... che se ne stanno andando da... faccia troppe distinzioni... paghino!"

    Frammenti di conversazioni, risatine a mezza voce. Non sufficienti per farsi un'idea sulla situazione. Oppure più che sufficienti, a seconda dei punti di vista. Che fare quindi?



    Prova di Furtività
    Giudizio Mod Attrici = 4 circostanza 2 modalità = 6 punti
    Giudizio Mod Shea = 4 circostanza 3 modalità 4 scrittura = 11 punti

    [Giudizio mod + Intrigo/2 + Liv competenza Spionaggio*2 + Liv competenza Mimetismo*4 + Destrezza] - [Giudizio mod + Liv Competenza Controspionaggio*4 + Liv competenza Spionaggio*4 + Affinità attaccante/30 + Intrigo/2] = [6 + 1 + 0 + 0 + 2] - [11 + 0 + 0 + 0 + 7.5] = 9 - 18.5 = -9.5 Prova Parzialmente Riuscita


    Purtroppo riesci a sentire solo alcuni frammenti di chi - forse - ti sta parlando alle spalle. Per come la vedo io puoi gestirla in tre modi:
    - Affrontare queste tipe, in qualsiasi maniera tu voglia (amichevole o meno)
    - Essere una persona meglio e dedicare il tempo che hai prima della nomina dei ruoli ad un possibile addestramento (a patto ovviamente che abbia senso nel luogo in cui ti trovi)
    - Una terza soluzione alla quale io non ho pensato perché sono una persona semplice
    A te^^


    Edited by Numar - 11/10/2023, 23:14
     
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    <<Bene.>> fu la gelida risposta di Vogan.



    Lentamente, dolorosamente, quel sorriso che le si era aperto sul volto a fine esibizione iniziò a svanire. Fu lo stesso effetto di una nuvola solitaria che oscura un cielo fino a qualche istante prima limpido ed intonso. Si rese conto che, per quanto si sforzasse, non era in grado di decifrare quell'espressione severa e quella voce tanto fredda. Con le sopracciglia corrugate e le mani sui fianchi si guardò attorno per testare le reazioni degli altri presenti e, suo malgrado, scoprì di non poterle riassumere con un vero e proprio sentimento unanime. Alcuni sembravano divertiti, altri piacevolmente stupiti ed altri ancora decisamente arrabbiati.
    Ahhh ma chi se ne frega... pensò alzando le spalle.
    Si schiarì la voce un po' imbarazzata per poi riprendere il suo consueto sorriso. Se nel corso della vita, e di quella che era prematuro chiamare carriera, non si era mai fatta abbattere dai giudizi altrui era anche vero che dietro alla sua aria spensierata e forse un po' folle possedeva la forte consapevolezza di essere spesso fin troppo eccentrica, non aver capito ancora alla perfezione come parlare nella maniera più adeguata alle persone che si ritrovava davanti e forse di non essere molto ferrata nel leggere al meglio le situazioni. Ciò che di certo non che le mancava, d'altro canto, erano quella grinta, passione e vena di pazzia che nel bene o nel male colpivano le persone.
    Era stata brava? Sì, era stata brava.
    Annuì tra se e se e, forte di questa rinnovata sicurezza, fece un breve inchino e saltò giù dal palchetto con il suo consueto alone di allegria quasi fastidiosa. Si inoltrò ancora una volta tra la folla e, mentre saltellava tra la gente buttando un occhio di tanto in tanto alle esibizioni, si rese conto che alla fine non le importava veramente come sarebbe andata quella sera. Le avrebbe fatto piacere ottenere per una volta il ruolo da protagonista? Assolutamente sì, ma alla fin fine ciò che le dava maggior soddisfazione era mettere tutta se stessa in ogni respiro, comunicare con il corpo e con quel suo spirito ribelle tutta la vastità dei sentimenti che si sentiva dentro e che ogni giorno minacciavano di farla esplodere. Quell'esuberanza poteva essere un'arma a doppio taglio? Certo, ma le andava bene così... non aveva mai seguito una regola in vita sua e non avrebbe di certo cominciato adesso. Se le avessero dato il ruolo dell'albero allora sarebbe stata l'albero più maestoso di tutti.

    Gli altri teatranti intanto stavano affrontando i provini. Erano tutti uguali, tutti fatti allo stesso modo e senza un accenno di colore nelle loro personalità. Certo alcuni erano molto bravi, ma erano tutti così... banali. Dov'era la passione? Annoiata, cominciò a guardarsi attorno per studiare al meglio lo spazio circostante e, sbuffando, aguzzò le orecchie. Mentre arrotolava una ciocca di capelli tra le dita ed osservava la situazione, ecco che individuò la sua preda. Non poco distante da lei v'era un trio di attrici che parlottavano di qualcosa... anzi, di qualcuno. Probabilmente lei. Divertita nascose un sorriso dietro alla mano e si avvicinò con passo allegro e leggero, le mani giunte dietro alla schiena con finta innocenza. Cercò di fare il minor rumore possibile e di capire quello che stavano dicendo, ma le frasi non ebbero molto senso per lei. Le uniche parole che destarono la sua curiosità furono "Vele Rosse", quella che probabilmente era "esibizione privata", "soldati" e la frase "se ne stanno andando da". Come poteva tutto ciò avere un significato?
    Decise di indagare.

    <<Ciao ragazze!>>



    Con la stessa delicatezza di un elefante le sorprese alle spalle. Infilò il volto all'interno del cerchio che avevano creato con un sorriso smagliante, le mani ancora dietro alla schiena ed il busto leggermente piegato in avanti. Tra di loro riconobbe Karyia, una delle attrici più promettenti della compagnia. Se a livello professionale Shea l'ammirava molto, a livello personale non sapeva che farsene. Non aveva mai avuto l'occasione di parlare con lei né si era mai particolarmente interessata alla vita e personalità della ragazza, decise dunque di mantenersi neutrale nell'approccio. O almeno, neutrale nel vocabolario di Shea.

    <<Allora? Cosa si dice in giro? Vi dispiace se mi metto qui con voi intanto che aspettiamo la fine dei provini? Stavate parlando male di qualcuno vero?>> Alzò un sopracciglio ed annuì trionfante. <<Beh, se stavate parlando male di ma allora grazie! C'è un detto che fa qualcosa come... "parlatene bene o parlatene male, l'importante è che se ne parli". O qualcosa del genere. Comunque->> Prese a braccetto le due più vicine a lei ed indicò con il mento l'attore che si stava esibendo sul palco. <<Cosa ne pensate? Io credo che qui manchi qualcosa... un po' di passione, improvvisazione, un po' di... colore? Ahhh scusate, probabilmente voi ne saprete più di me.>> Alzò le spalle con un enorme sorriso. <<Ad ogni modo, mi sto annoiando. Che ne dite di combinare qualcosa?>>



    822 parole


    Mi guardo intorno per avere più info sul luogo e capire se posso combinare qualcosa :D
     
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    Shea • 26 Gennaio 286 • Sobborghi • Lorath
    Un improvviso silenzio colse il gruppetto all'avvicinarsi di Shea. Mentre i volti delle due donne si colorarono di fastidio e sorpresa, quello di Karyia non tradì alcuna emozione. I suoi occhi si limitavano a scrutarlo con apparente disinteresse.

    "Certo. Parlavamo del più o del meno... sai con i soldati e il resto."

    Poche semplici parole rispetto al flusso di coscienza che l'altra aveva riversato su di loro. Il tono era molto simile a quello che Vogan aveva utilizzato per commentare il suo provino.

    "Temo di essere occupata ora. Devo attendere il mio turno per il provino."

    C'era una certa secchezza in quelle ultime parole. Che non avesse apprezzato il suo eccentrico modo di saltare la fila? Si diresse dunque verso Vogan per conferire con lui. Le altre due invece si allontanarono senza fornire scuse o spiegazioni, lasciandola sola. Se avesse cercato del modo per passare il tempo, di certo non l'avrebbe trovato in quelle tre.

    "Oh. Lasciale perdere quelle!"

    La sua attenzione fu richiamata da una voce alle sue spalle. Apparteneva a Jaron, uno dei "muscoli" assoldati dalla compagnia. A volte aiutava con il montaggio del palco, altre volte allontanava gli ubriaconi che interrompevano gli spettacoli. Era seduto su uno sgabello, troppo piccolo per la sua mole, e giocherellava con dei dadi e un boccale sul lato piatto di un barile. Li scosse un poco come una sorta d'invito.

    "Ti va una partita?"

    Poteva essere un simpatico modo per passare il tempo, anche se forse non troppo producente. Nel frattempo invece il provino di Karyia stava per iniziare. Che gliene importasse qualcosa a Shea?



    Ti si presentano due possibili opzioni: o assisti al provino di Karyia o giochi a dadi con Jaron. Naturalmente sei anche libera di proporre tu una terza opzione a tua scelta^^
    Se scegli di giocare a dadi, ecco come gestiamo la cosa: nel tuo post fai 3 tiri da 4 dadi a sei facce, io farò lo stesso nel prossimo post. Ad ogni tiro elimini il risultato più basso e sommi assieme gli altri, poi si confrontano con la somma dell'avversario. Vince il tiro chi ha il risultato più alto. Vince la partita chi vince più tiri. (Es. tu tiri 3-6-1-5 e io tiro 2-4-5-3, la tua somma finale 14 mentre la mia 12. Tu vinci.) Sei anche libera di puntare la somma di denaro che preferisci, nel caso tu voglia scommettere.

    Tranquilla, farò io nel caso i vari calcoli^^


    Edited by Numar - 11/10/2023, 23:13
     
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    <<Certo. Parlavamo del più o del meno... sai con i soldati e il resto.>>


    Nonostante Shea non sapesse esattamente a cosa alludeva Karyia, finse comprensione annuendo pensierosa. Rigirando quelle parole ancora e ancora nella mente, giunse alla conclusione che stessero parlando di un qualcosa che senza dubbio riguardava quella parte più buia del pettegolezzo cittadino, ma nonostante le migliaia di speculazioni che le balenavano in testa non riuscì ad afferrare il nocciolo della questione. A giudicare dalle espressioni irritate delle due ragazze e da quella fredda e distaccata del capo di quel piccolo branco, nessuna di loro aveva intenzione di sbottonare un po' la lingua in sua presenza.
    Che peccato pensò con un pizzico di delusione. Non sarà semplice ottenere informazioni qui in mezzo, realizzò con un sospiro stanco.

    <<Temo di essere occupata ora. Devo attendere il mio turno per il provino.>>


    Tutto, a partire dal tono per arrivare alle stesse parole utilizzate, urlava a gran voce "comportamento passivo-aggressivo". Shea non poté far altro che sorridere con amarezza. Si era resa conto, nel corso degli anni, che suscitare quel genere di atteggiamento nelle persone altezzose era una sorta di sua caratteristica intrinseca, tanto quanto sembrava una prerogativa irritare quelle che non erano in grado di vivere la propria vita con spensieratezza. Quello che percepì forte e chiaro fu dunque un secco rimprovero nei suoi confronti: come osava, questa stupida ragazzina, catturare in questo modo la scena togliendo tempo da sotto i riflettori ai "veri attori"? Sempre più divertita, trattenne a stento una risata mentre osservava le schiene delle tre ragazze allontanarsi con più o meno stizza.

    <<Oh. Lasciale perdere quelle!>>


    Al suono di quella voce imponente si girò con il sorriso che ancora le tingeva le labbra. Un uomo robusto sedeva su un piccolo sgabello creando un contrasto a dir poco comico. Shea incrociò le braccia davanti al petto ed inclinò la testa di lato, ricordando vagamente un uccellino che incuriosito esce dal nido per la prima volta. Era sicura di averlo già visto da qualche parte e, a giudicare dalla stazza, non poteva trattarsi di altro se non uno dei fattorini incaricati di sistemare le scenografie, mantenere l'ordine e tutto quel genere di mansioni da retroscena.

    <<Qualcosa mi dice che le ho fatte incazzare>>


    commentò tornando con lo sguardo alla direzione in cui si erano dileguate le attrici, il tono di voce tutto condito con una sana dose di divertimento, mentre con un'alzata di spalle dimostrava quanto poco ne fosse dispiaciuta. Tuttavia, nonostante il suo atteggiamento rilassato e all'apparenza disinteressato, non si fece sfuggire il modo in cui Karyia si era avvicinata a Vogan per conferire con lui. Aggrottando lievemente le sopracciglia, cercò di sviscerare la questione. I due avevano mantenuto lo stesso tipo di atteggiamento nei suoi confronti, come se con quella esibizione fuori programma avesse in qualche modo non solo sovvertito le regole ma anche disturbato un qualcosa di più grande. Le fu naturale dunque sospettare che i due avessero una sorta accordo, o quantomento una linea generale d'azione in cui ogni cosa avrebbe dovuto svolgersi come previsto. Shea, con quella "delicatezza" che la contraddistingueva fin troppo spesso, probabilmente aveva sgretolato quel piano meticoloso e messo in atto con tanta dedizione senza nemmeno rendersene conto. Se da un lato non voleva peccare di egocentrismo e vanità giudicando la propria performance come una delle migliori mai viste nella storia del teatro, dall'altra era consapevole della propria presenza scenica e non aveva problemi ad ammettere che avrebbe potuto creare qualche grana anche agli attori oramai consolidati. C'erano delle volte in cui il "nuovo" era visto come qualcosa di fresco ed innovativo anche se acerbo e, con così tante persone testimoni della sua bravata, di certo Vogan non poteva fingere di aver assistito ad un provino scialbo. Poteva non aver apprezzato quel suo prendere l'iniziativa, ma di certo avrebbe anche dovuto tener conto dell'opinione del pubblico... che figura ci avrebbe fatto se avesse scelto come protagonista qualcuno che aveva eseguito una performance meno incisiva della sua?
    Probabilmente erano solo congetture, ma in quel momento Shea si sentì piuttosto sicura di aver appena fatto preoccupare il Re e la Regina di quel posto con la sua piccola ribellione. Che Vogan e Karyia avessero un rapporto che andava oltre la sfera professionale?

    <<Ti va una partita?>>


    Ridestata improvvisamente dai suoi pensieri si voltò di nuovo verso l'uomo e osservò con curiosità i dadi che teneva tra le mani.

    <<Non sono mai stata particolarmente fortunata con il gioco d'azzardo...>> disse pensierosa. Un piccolo ed innocente piano cominciò poi a prendere forma. <<Hey, hai per caso assistito al mio provino? Che ne dici di guardare con me quello di Karyia e dirmi con estrema sincerità cosa ne pensi e chi, secondo te, dovrebbe ottenere la parte? In cambio giocherò a dadi con te ed esaudirò un tuo desiderio, qualunque esso sia.>> ci pensò ancora qualche istante per poi aggiungere <<E ti dirò di più, la posta in gioco non saranno soldi ma domande... chi perde dovrà rispondere con sincerità alle domande dell'altro. Allora, ci stai?>>


    Gli occhi di Shea scintillarono davanti alla possibilità di lanciare una sfida. Adorava gettarsi di testa verso l'ignoto e, mentre sentiva il cuore battere sempre più forte a causa dell'adrenalina, andò a sedersi al fianco di Jaron impaziente di sentire la sua risposta. Come una bambina sovraeccitata, iniziò a muovere velocemente il piede su e giu tenendo solo la punta incollata al terreno, chiaro segno di impazienza e lieve nervosismo.
    Se avesse accettato allora avrebbero guardato in silenzio la performance e successivamente giocato a dadi, se invece avesse detto di no allora se ne sarebbe stata semplicemente lì a condividere quello spazio ristretto con questo sconosciuto.


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    Shea • 26 Gennaio 286 • Sobborghi • Lorath
    "Ehm... ma io... ehm..."

    Jaron era un uomo semplice, dai gusti semplici. Per questo motivo se ne stava lì a giocare a dadi, fregandosene di ciò che facevano il resto degli attori. Non gliene fregava un cazzo dei provini. Ma Shea era una ragazza molto carina e gli pareva scortese rifiutare.

    "Va bene..."

    Il duo ebbe quindi l'occasione di avvicinarsi per osservare il provino di Karyia. L'uomo non aveva chiaramente alcuna competenza a livello teatrale e si limitava ad annuire di tanto, fingendo di capirne qualcosa. Shea invece avrebbe potuto notare che le doti della ragazza rasentavano la perfezione: ogni singolo movimento era calcolato, così come il tono della voce che, salendo e scendendo, andava a complementare ciò che il resto del suo corpo faceva. Forse l'unica critica che sarebbe riuscita a venirle in mente era l'eccessiva perfezione. Non che il suo pezzo mancasse di passione, ma non presentava nessuna di quelle sporcature che aggiungevano valore alla recitazione. Questo però poteva essere anche un puro gusto personale! La verità dei fatti è che quella ragazza era in assoluto la sua principale avversaria per il ruolo da protagonista. Anche Jaron, nella sua beata ignoranza, pareva colpito.

    "Beh... è brava, no? Cioè... anche tu sei brava, sì. Il ruolo.... beh..."

    Pareva essere in difficoltà, come in cerca di una risposta che poteva essere adatta alla situazione. La risposta tuttavia non gli sovvenne.

    "Boh onestamente io non ne so un cazzo! E poi mica sono io che scelgo le parti, è Vogan! E a quello chissà che cazzo gli passa per la testa..."

    Se si fosse aspettata una dettagliata critica teatrale da parte di uno che si limitava a spostare attrezzatura, la ragazza sarebbe rimasta molto delusa. Ma forse non sarebbe servito il commento di quell'omone per farsi un'idea della performance di Karyia.

    "Ci stai ancora per quella partita?"

    Desiderava ancora giocare o l'esibizione della "rivale" le aveva fatto passare la voglia?



    Allora sei libera di scegliere di fare effettivamente quella partita o limitarti ad aspettare i ruoli annunciati da Vogan. Le regole del gioco nel caso restano le stesse di prima ma in questo caso tirerò io i dadi per primo e poi andrai tu ruolando quindi una vittoria o una sconfitta (magari fai un post in cui tiri unicamente i dadi e poi un post in cui ruoli di conseguenza). Se vinci fai pure una domanda e riceverai una risposta (sempre che lui ne abbia una). Se perdi invece considera che lui ti chieda qualcosa del tuo passato: non stai giocando con un maestro degli inganni, è un sempliciotto, quindi lascerò scegliere a te la sua eventuale domanda XD
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    Secondo tiro: 14-1=13 vs 13
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    --> due pareggi e una sconfitta per me, quindi perdo

    Per alcuni, la bellezza risiede nelle imperfezioni. Per altri nei piccoli dettagli. Per Shea invece impregnava completamente la scena che le si stava svolgendo davanti agli occhi.
    Con quel nuovo peculiare compagno di viggio al suo fianco, si avvicinò al palco per assistere al provino di Karyia. Rimase completamente rapita dalle movenze e dall'intonazione dell'attrice, dalle pause messe nei punti giusti, dall'intensità di uno sguardo che era in grado di bucarti il cuore e, con la massima sincerità, ri rese conto di non aver mai assistito ad un qualcosa di più eccezionale. Quasi a corto di fiato, sentì il battito galoppare impazzito ed i brividi ricoprirle il corpo. Erano lacrime quelle che bussavano alla porta dei suoi occhi? Mentre si immergeva totalmente nella performance, tutto attorno a lei svanì in un istante.

    <<Beh... è brava, no? Cioè... anche tu sei brava, sì. Il ruolo.... beh...>>



    Le parole di Jaron giunsero lontane ed inizialmente indistinte accarezzandole le orecchie in modo quasi superficiale. Senza distogliere lo sguardo da quella che sarebbe stata la sua più grande rivale da lì all'eternità, rispose un po' a corto di fiato.

    <<Brava...>> con uno sbuffo un po' ironico ed un po' tremante riprese a parlare <<non è brava, è semplicemente perfetta... l'inftonazione, le movenze, la passione... vedi? Guarda come intensifica lo sguardo adesso! Ed ora il braccio, messo in quella posizione, mette in completa armonia il corpo con la scenografia circostante...>> con un sorriso che avrebbe abbagliato anche il più buio dei cuori si girò finalmente verso l'uomo, le mani strette a pugno come per cercare di contenere un'emozione più grande del suo stesso petto <<questo! Questo è ciò che devo diventare! Ahhh come mi piacerebbe imparare da lei...>> mormorò a voce più lieve <<ma so che non sarebbe possibile. Cosa ci guadagnerebbe lei, oltre ad un potenziale avversario?>>

    Lasciò lo sguardo tornare sulla ragazza ed al tempo stesso vagare lontano. Il provino si era svolto senza pecche, sbavature o piccoli errori. Era stato talmente preciso e pulito che, una volta tornati alla realtà, lasciava quasi l'amaro in bocca. Perfezione è, in senso lato, uno stato di completezza ed ineccepibilità, il grado qualitativo più elevato e tale da escludere qualsiasi difetto, qualcosa di così distante dalla natura umana, così inafferrabile, che spesso può suscitare nell'essere umano innumerevoli sentimenti negativi. L'angoscia dello spettatore nel non ritenersi all'altezza di assistere a tali livelli artistici, l'alienazione dall'idealità di un mondo fittizio di cui nessuno poteva né voleva far parte, la sensazione anticlimatica a seguito della consapevolezza di essere arrivati a destinazione, tutto dava origine ad un paradosso secondo cui la vera perfezione era in realtà l'imperfezione, poiché era quest'ultima ciò che permetteva all'uomo di continuare a migliorare ed accrescere se stesso.

    <<Boh onestamente io non ne so un cazzo! E poi mica sono io che scelgo le parti, è Vogan! E a quello chissà che cazzo gli passa per la testa...>>

    Quel bagno di umiltà ebbe l'effetto di ridestarla da quello stupore malinconico. Shea, senza parole, restò qualche istante a bocca aperta per poi scoppiare in una risata fragorosa, talmente liberatoria che le fece sorgere piccole lacrime dagli occhi. Asciugandoli con il dorso della mano tornò per l'ennesima volta a guardare Jaron.

    <<Sai cosa ti dico? Hai perfettamente ragione. Chi siamo noi per comprendere gli schemi del mondo? Cosa ne sappiamo delle trame mosse dalle mani invisibili che scrivono la nostra esistenza? Ahhh Jaron... possiamo solo osservare e camminare lungo il percorso creato per noi su questa terra, godere di ciò che abbiamo e non desiderare ciò che non abbiamo. Migliorerò, ti prometto che lavorerò sodo per migliorare ma sai una cosa? Non voglio essere perfetta...>> conscia che quel fiume di parole non avrebbe avuto senso per le orecchie di Jaron e che avrebbe soltanto confuso quel pover'uomo, Shea si rese conto che a volte anch'essa stessa si capiva a malapena <<quello che voglio veramente è lasciare un segno, colpire le persone qui>> all'ungò il pugno fino ad impattare contro al petto importante del tuttofare. Corrugò le sopracciglia <<Caspita se sei in forma...>> mormorò sottovoce <<Comunque, vedremo come andrà a finire. Sì, penso di essere stata brava anche io, però... ho una strana sensazione.>>



    Dopo qualche attimo di silenzio, si spostarono nuovamente per giocare con i dadi.
    Come aveva previsto, perse. Si lasciò invadere dallo sconforto per tre secondi esatti, ma in quei tre secondi concentrò tutta la sua frustrazione e la tendenza al melodramma che riuscì ad invocare. Con un sospiro esagerato portò la mano alla fronte, disperata, e contorse il volto in una smorfia pietosa.

    <<Mondo crudele! La mia sfortuna non ha limiti! Oh come farò adesso a scoprire i segreti di questa città!!!>> e quando fu quasi sull'orlo delle lacrime, tornò immediatamente ad essere la ragazza sorridente e spensierata di sempre <<D'accordo, fammi pure una domanda.>>



    Vide Jaron corrucciarsi e sforzarsi nella ricerca di un qualcosa da chiederle. In quel momento a Shea sembrò quasi di poter finalmente prendere un respiro d'aria pulita. Stare con una persona semplice e genuina come l'uomo davanti a lei era un vero privilegio per chi era costretto a combattere tutti i giorni con le unghie e con i denti. L'ambiente del teatro era estremamente tossico, tanto intrigante dall'esterno quanto pieno di sotterfugi dall'interno. Non esistevano amicizie e non esisteva solidarietà, era un'eterna corsa disperata al successo. Nessuno poteva mai permettersi un passo falso e la banalità non era nemmeno contemplata, chi voleva far carriera era costretto a brillare come la più luminosa delle stelle senza un attimo di tregua. Era una vita estremamente malinconica e solitaria che non concedeva il lusso di poter godere delle cose più semplici della vita, dunque Shea si rese conto di provare un'immensa gratitudine ogni qual volta aveva il piacere di interfacciarsi con qualcuno che non aveva secondi fini nè pensieri torbidi nei suoi confronti.

    Completamente a corto di idee, le chiese dunque l'unica cosa che poteva aver senso

    <<Perché l'attrice?>>



    Shea ci pensò qualche istante, cercando di rivestire i panni di una lei bambina che vide per la prima volta una compagnia teatrale.
    Era sempre stata una persona molto sensibile. Quando era triste non riusciva ad alzare gli occhi da terra e piangere tutte le lecrime che aveva in corpo, quando era felice invece aveva un sorriso talmente ampio che la sera le facevano male le guance. Si era ritrovata spesso a provare emozioni talmente forti da avere una sincera difficoltà sia nell'esprimerle che nel contenerle, il che solitamente si traduceva in reazioni esagerate e completamente fuori luogo o al contrario in un'apatia malinconica che le faceva male al cuore. Ma quando aveva visto quelle persone incanalare quella stessa sensibilità in qualcosa di appartenente a mondi lontani e fantastici, aveva subito capito che quella sarebbe stata la sua strada.

    <<Perché ho talmente tante cose dentro che a volte mi sembra di scoppiare... non mi basta essere una sola persona per lasciarle andare e... se non lo faccio ho paura di perdermi...>> lasciò che la voce si affievolisse sulla frase finale, quasi stupita dalla sua stessa sincerità. Sorrise poi con affetto. <<Non ho mai conosciuto i miei genitori sai? Sono cresciuta qui per le strade di Lorath, mi sono sempre arrangiata con quello che riuscivo a recuperare giorno dopo giorno. Poi, vidi per la prima volta uno spettacolo teatrale. Non potevo credere ai miei occhi, quelle persone potevano essere chiunque volessero, anche se solo per qualche ora, ed essere persino pagate per farlo! Cosa c'è di meglio? Ho pensato "un giorno sarò un'attrice"... ed eccomi qua.>>



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    Shea • 26 Gennaio 286 • Sobborghi • Lorath
    Jaron sembrò sul punto di dire qualcosa in seguito alla risposta di Shea, ma prima che dalle sue labbra appena aperte potesse uscire un suono, Vogan arrivvò battendo le mani per cogliere l’attenzione di tutti
    Silenzio e attenzione grazie…abbiamo deciso a chi assegnare i ruoli…-dopo qualche secondo di brusio, tutte le aspiranti attrici tacquero
    Per il Pavone…Kariya, il ruolo è tuo, non poteva essere altrimenti. - l’attrice abbassò lo sguardo sorridendo con falsa modestia. Difficile immaginare che non se lo aspettasse.

    Per il Serpente ho deciso di prendere quella là…- disse più incerto strizzando gli occhi tra tutte fino a che un suo assistente non intervenne per aiutarlo ad indicare Shea tra tutte -Ecco, sì te. Sarai il serpente. Tutte quelle senza ruolo possono farci la cortesia di non stare in mezzo alle palle, eh? Che dite? Grazie mille a tutte, ci sarà un ruolo per voi un altro giorno…forse

    Complimenti- sorrise Jaron- Spero le cose vadano come speri. Io non ne capisco nulla, ma tra i mestieri che un’orfana può fare, l’attrice non è niente male. Ma se la fortuna dovesse seguirvi anche fuori dal tavolo da dadi, non vergognatevi a barare. -strizzò l’occhio prima di alzarsi
    Non perdiamo tempo grazie. - mise fretta Vogan- Se non conoscete il ruolo, Gabran ve lo racconterà, ma è essenziale che vi facciate vedere da Beldo per aggiustare i costumi, perché la cosa essenziale è che un a minima parte del pubblico presterà attenzione alle vostre parole, ma tutti vi guarderanno. Chiaro? Io devo parlare con i benefattori dello spettacolo, tornerò tra qualche ora, voglio trovarvi tutte pronte, chiaro? Altrimenti la paga ve la sognate. - spiegò l’impresario indicando i propri assistenti mentre il grosso delle attrici deluse abbandonava la taverna.
    Beldo, il sarto, era un uomo maturo dalla testa tonda, circondato da quelli che dovevano essere figli o, più presumibilmente, nipoti. Subito Kariya si accomodò da Beldo, il quale iniziò a prendere le misure degli abiti che aveva indosso dando istruzioni ai giovanissimi assistenti.

    Le piume di pavone saranno vere?
    Per chi ci hai presi? Certo che sì, se voi fate un buon lavoro è probabile che qualche riccastro decida di regalare il costume alla moglie, è così che Vagon mi paga, altrimenti col cavolo che potrebbe permettersi il fine operato di Beldo Damory! Ora dimmi un po’ come preferiresti che il costume ti vestisse: il costume del Pavone è un classico, ma piccole personalizzazioni sono possibili.

    Gabran, nel frattempo, chino su uno sgabello era impegnato a scribacchiare qualcosa con una penna di piccione, forse aggiustamenti per il copione di quella sera, forse invece la preparazione per un nuovo spettacolo. Kariya sembrava molto sicura della sua professionalità e conoscenza del ruolo e, per tanto, aveva deciso di investire pienamente il pomeriggio nel massimizzare il suo aspetto estetico, Shea avrebbe potuto imitarla, magari carpendo da lei qualche suggerimento mentre Beldo le misurava il costume, oppure avrebbe potuto dare le minime indicazioni necessarie al sarto per passare più tempo a studiare il ruolo con Gabran.



    Copro per Numar. Passi la giornata fino a sera, hai un paio di png con i quali puoi bilanciare il tempo da passare per preparare l'esibizione
     
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    Questa quest ha raggiunto 30 giorni di inattività continua.
     
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