Arrotinoooo

Libera Leonard - Ausel

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    Si riparte da qui? x ;)
    -IngegnI- Libera a sorpresa...te tocca, volente o nolente.


    Leonard Marbrand • 27 gennaio 286 • Mattina • Bottega di Merion


    "Buzdarȳ, la hai con te?"
    "Sì, Padrone"
    "Bene. Tieni il secondo pezzo con te.
    Alyx, tu resta fuori per favore, vorrei evitare che i toni si alzassero ma mi piacerebbe non avere visite indesiderate alle spalle."

    "Vedrò quel che posso fare" affermò l'uomo mettendosi la mezza maschera che gli copriva le piaghe che avevano sfigurato
    "Roncan, precedici tu"
    "Sarà fatto" confermò iniziando a entrare nella bottega.

    Era stata una buona mossa far seguire da Buzdarȳ e l'Uomo Agile quel ragazzo. Non pensava di rivederlo ma se davvero come aveva detto possedeva una fucina allora poteva riparare quell'arma. Usarla in battaglia così sarebbe stato davvero inutile, inoltre non aveva intenzione di lasciare nello stesso stato un'arma del genere...così simile a quella del Valyriano.
    Guardò l'anello di Rhaegar. C'era già una prova della sua morte, non ne era necessaria una seconda.
    "Buzdarȳ, aspettiamo qui un paio di minuti"

    Nel frattempo, Roncan entrò nella bottega
    "Zǎoshang hǎo, yǒu shéi kěyǐ bāng wǒ xiūlǐ yī bǎ jiàn ma?"
    Sorrise, cominciando a guardarsi intorno. Erano passati ormai tanti cicli da quando qualcuno avrebbe potuto rispondergli nella sua stessa lingua.

    Dopo qualche minuto, anche Leonard entrò nella bottega, rimanendo appositamente dietro Roncan e Buzdarȳ che portava nelle mani la falsa Sorella Oscura rotta.
    Non disse però una parola.


    Visto che sono mod della tua quest ho ambientato la libera qualche giorno prima, così non abbiamo casini
     
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    Al player fa piacere ... al PG un po' meno forse.



    Ausel era nella bottega e stava disponendo i vari pezzi messi in mostra dopo l’ennesimo cliente che aveva visionato diverse creazioni, ne aveva mossa qualcuna per poi andare a dedicarsi a qualcosa più vicino alle sue tasche. Non che un acquisto fosse visto in modo negativo, anzi. Qualunque oggetto acquistato era pur sempre un guadagno per il Tasso che vedeva in quel nuovo oggetto venduto la possibilità di avere altri clienti anche perché era più facile metterlo in mostra e dare la possibilità a colui che aveva speso nella sua bottega di spargere la voce e fare il nome della stessa.
    Era ovvio che un oggetto in grande faceva molta più figura e destava più stupore, ma anche un piccolo passo, sommato di volta in volta, permette di ottenere grandi distanze. Ci voleva solo più tempo.
    Era intento a sistemare la bottega quando un uomo, non ricordava di averlo visto da altre parti, entrò mostrandosi e parlando in uno strano idioma che il Tasso non comprese.
    Ovviamente rimase interdetto incapace di formulare una frase di senso compiuto. Ci volle qualche minuto prima di osservare l’uomo e chiedergli cosa fosse venuto a fare in quella bottega.
    "Mi scusi, non credo di aver compreso."

    Solo qualche altro minuto e la soglia della bottega venne varcata da altri due uomini … uno dei quali aveva tratti che gli ricordarono qualcuno.
    Poi, senza preavviso, sgranò gli occhi e si ricordò di quel ragazzo. Lo aveva condotto come un furfante davanti a un magistro solo perché si era preso la libertà di soccorrere una ragazza che stava inciampando.
    Cosa voleva nuovamente da lui?
    Avrebbe voluto rispondergli in modo poco garbato, ma, haimè, doveva fare buon viso a cattivo gioco. Sorrise cercando di osservare i due uomini che lo accompagnavano e quegli strani monconi che avevano tra le mani.
    "Come posso esservi d’aiuto … Funzionario di Myr?"
    Si ricordava ancora come si era fatto appellare … Funzionario di Myr.



    PS: Ausel ha visto la spada del re molto da vicino. Direi troppo vicino, quindi quanto posso spingermi nel fargliela riconoscere in parte? Oppure riconoscerne un falso?
     
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    Allora, sul fatto che riconosca la spada bisognerebbe vedere se quando Ausel l'ha vista era già la Finta Sorella Oscura o no. In ogni caso questa spada ne replica le fattezze quindi Ausel la potrebbe riconoscere.

    Per quanto riguarda il fatto che non sia acciaio valyriano, riporto quanto aveva detto per Leonard il mod:
    Leonard guardando la spada spezzata da vicino avrebbe immediatamente capito che, nonostante tutti gli sforzi del fabbro nel ricreare le venature tipiche dell’Acciaio di Valyria, quell’arma non aveva la stessa lucentezza dell’Arakh o dell’anello: la spada del re era solo più bella di quella dei fanti che lo avevano seguito in battaglia, ma nulla di più.

    Dipende quindi dall'esperienza che ha Ausel con l'acciaio valyriano.


    Leonard Marbrand • 27 gennaio 286 • Mattina • Bottega di Merion



    Roncan sorrise, quasi divertito dal fatto di aver potuto parlare senza che fosse compreso, anche perché in quei frangenti non aveva perso l'occasione di guardarsi un po' in giro, così da constatare cosa vi fosse di mercanzia esposta.
    Leonard, poco dopo, fece capolino da dietro le spalle del giovane orientale, proprio quando venne riconosciuto da Ausel come "Funzionario di Myr".
    Sorrise a quell'epiteto, in fondo era una forma di appropriazione indebita di qualifica...se un popolano avesse provato a fare lo stesso a Westeros spacciandosi per nobile probabilmente non avrebbe mantenuto la testa sul proprio collo a lungo.
    Oh...ci incontriamo nuovamente, dunque disse in lingua comune.
    Non aveva voglia di girare intorno alla preda come aveva fatto Nenya la prima volta che si erano incontrati.
    "Ho una spada che deve essere riparata...riforgiata probabilmente visto che è spezzata in due. E desidero che sia fatto...con una certa solerzia..." Si guardò un po' in giro.
    "Buzdarȳ, appoggiala sul bancone" Senza farsi dare alcun permesso dall'apprendista di quella bottega, ordinò in basso valyriano al giovane ragazzo di procedere, cosa che venne fatta in pochi secondi, senza fiatare.
    Tornò però subito alla lingua comune.
    "Ah, ragazzo dai capelli blu" lo chiamò come aveva già fatto in passato "Ti porto i saluti di Canio"
    Non aggiunse altro ma se Leonard era lì...beh...le cose potevano essere andati in pochi modi.
     
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    Ausel non ha esperienza diretta di acciaio di Valyria, ma riconoscerebbe la spada del re perché l'ha vista molto bene.
    Avendo add sulla famiglia Targaryen, immagino possa fare il collegamento spada del re = acciaio di Valyria.
    Che non sia acciaio di Valyria non può saperlo, ma che sia acciaio comune solo ben lavorato immagino che possa riconoscerlo avendo lavorato diverse spade (in libera) e avendo il mestiere di fabbro.

    Se devo modificare qualcosa, ditemelo
    :)



    L'uomo dalla strana parlata non si scompose più di tanto, anzi, sembrava divertito dal fatto che Ausel non lo avesse compreso, come se quel muro che si creava tra i due fosse qualcosa che desiderava tanto. Nel mentre, però, l'uomo si guardò intorno. Probabile che fosse uno schiavo venuto a vedere cosa la bottega potesse offrire al suo padrone? Probabilmente doveva essere qualcuno di sconosciuto o proveniente da chissà quale zona lontana di Essos.
    Stava di fatto che il Tasso lo guardò osservarsi attorno finché, appunto, non entrarono le altre due figure di cui una già nota.
    Anche il ragazzo appellato con titolo di Funzionario di Myr si mise a sorridere. Che fossero venuti a prendersi gioco di lui? Come detto, avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco e avrebbe cercato di mantenere il buon nome della bottega. Era questo che doveva uscire da quella porta, il buon nome, la fattura ottima delle opere esposte e la cordialità, per quanto fosse possibile ovviamente.

    Il Lydden avrebbe preferito non vederlo nell'immediato. Non dopo ciò che gli aveva proposto e ciò che potenzialmente potesse rappresentare quell'uomo. Non si era scordato di quando aveva parlato in lingua comune e di come aveva messo la pulce nelle orecchie del biondo. Che fosse uno degli uccelletti di Varys non glielo toglieva dalla testa nessuno. Cosa voleva da lui? Perché non se ne andava in malora?
    A quanto pare gli dei così vogliono.
    Rispose nella lingua comune ai due. Era sobbalzato quando aveva sentito nuovamente quell'idioma uscire dalle labbra di quel ragazzo. Ciò che lo "preoccupava" se così si poteva dire, era quell'accento molto simile al suo. Non poteva essere uno delle Terre dell'Ovest o .. beh, Varys avrebbe usato qualcuno vicino al ragazzo per poterlo scovare. Qualcuno della sua stessa zona era la scelta più logica no? Era anche l'elemento che avrebbe potuto far avvicinare i due e far fidare il Tasso.
    Ciò che era venuto a fare in quella bottega non era diverso da qualche altra commissione che Merion e lui avevano accettato in quelle settimane e in quei mesi che il ragazzo era stato apprendista dell'uomo: riforgiare o riparare una spada.
    Va bene. Potrei vedere l'arma?
    Senza farselo dire due volte l'uomo che accompagnava il "funzionario" depose i due monconi di quella spada. Qualcosa gli diceva che non doveva stare lì quell'arma. Prese il moncone finale, quello con la punta e se la rigirò tra le mani. Era spezzata e probabilmente sarebbe stato più utile riforgiarla che ripararla. Era acciaio, era chiaro dal peso e dalla lucentezza anche se aveva qualcosa di diverso dalle classiche spade in acciaio. Qualcosa che sembrava volesse renderla diversa. Era ben fatta ed era chiaro.
    Il commento su Canio non lo sorprese più di tanto. Era chiaro che se fosse lì, Canio doveva essere morto. Cosa ne sarebbe stato dei suoi schiavi? E della persona che aveva usato al posto del biondo?
    Non lo conoscevo e non mi importano i suoi saluti. disse gelido.
    Ritornando alla spada, se la rigirò tra le mani prima di sgranare gli occhi e poggiarla sul bancone con un tintinnio sordo. Non arretrò come si potesse pensare, ma si limitò a guardare quel ragazzo con un certo strano sentimento. Non era terrore, non era riverenza. Di sicuro era curiosità, ma c'era anche qualche altra cosa in quello sguardo. Quella spada non era comune. Non apparteneva a un uomo comune. Avrebbe riconosciuto quella spada ovunque. La rivedeva nei suoi incubi ogni volta che rievocava la scena del suo esilio. Quella spada, stretta tra le mani di quell'essere che si faceva chiamare re, si era avvicinata così tanto alla sua gola, alla carne del suo collo da farla sanguinare. Quella non poteva essere la spada dell'uomo che più odiava.
    Non chiederò perché non è importante sapere come sia finita nelle vostre mani o come si sia spezzata? disse con un tono che non credeva di poter usare. Era senza emozioni eppure aveva sempre creduto che, alla morte di quell'uomo, avrebbe esultato. Per un certo periodo aveva sperato di vederlo morto ogni giorno. Aveva anche pregato che succedesse nel modo più atroce possibile e ... se davvero era morto, perché non stava esultando? Che fosse la presenza del "funzionario" a trattenerlo?
    Inoltre, se era la spada del re ... allora quello non era acciaio comune. Lui non conosceva come forgiare acciaio di Valyria o come riparare una spada in quel metallo e ... sarebbe stato del tutto inutile anche solo provarci.
    Non credo abbiate scelto questa bottega senza un motivo. Come mai siete venuto qui?
    Quel ragazzo non poteva essere un uomo di Varys e aver la spada del re tra le sue mani. Chi era dunque?
    Avrebbe spinto i due monconi verso i due uomini dall'altro lato del banco da lavoro. Continuava a osservarla come se ci fosse qualcosa che non era chiaro.
    Si era aspettato che l'acciaio di Valyria fosse diverso. Si dicevano tante cose su quel metallo e Ausel aveva solo letto qualche piccolo stralcio nei libri del maestro Dite quando aveva dovuto studiare la storia della Casa reale. Si dicessero che fossero più luminose, taglienti e forti e ... quella spada non sembrava poi così diversa dall'acciaio comune. Poi un sorriso si allargò sul viso del Tasso.
    La spada è di buona fattura e ... mi chiedo quanto siete disposto a pagare signor Funzionario di Myr.
     
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    Mi son fatto dare anche un parere dal Concilio dato che sono player in questo caso e non mod: direi che siamo allineati.
    Ausel può riconoscere la spada del Re ma non ha elementi per capire che tipo di acciaio sia.
    Conoscendo la spada come Sorella Oscura può dedurre sia acciaio valyriano ma non ha elementi per capire che così non è. Il fatto che la vede spezzata potrebbe indurlo a credere che l'acciaio valyriano non sia così indistruttibile come le leggende narrano...o insomma, vedi tu come reagire alla cosa.


    Leonard Marbrand • 27 gennaio 286 • Mattina • Bottega di Merion


    "Un peccato" commentò solamente quando il ragazzo gli disse che non aveva intenzione di accettare i saluti di Canio. "La cortesia sempre prima di ogni altra cosa" Concluse, lasciando poi che l'arma venisse rimaneggiata nelle sue mani. Effettivamente, anche se Leonard non conosceva nulla sull'arte di un fabbro, poter riparare una spada spezzata in due doveva essere qualcosa di molto complesso, anzi forse impossibile senza passare per una riforgiatura. Quel che però era importante è che il lavoro venisse eseguito e che quella spada servisse un uomo migliore di quello che l'aveva preceduto.
    Perché poi Rhaegar possedesse una finta spada in acciaio valyriano era un tema aperto e che probabilmente non avrebbe mai avuto risposta dato che il suo corpo ora riposava su qualche fondale marino.
    "Corretto." Annuì quando il giovane dai capelli blu gli chiese le motivazioni per le quali si trovasse in possesso di quell'arma. Annunciare che Rhaegar di Casa Targaryen fosse morto non era certo nei suoi piani a breve termine. "E per quale motivo dovrebbe essere "finita nelle mie mani"? Non starete mica pensando che sia stata...mmmh" rifletté un attimo "rubata?"
    Fece un paio di passi per la sala principale di quella bottega. "La spada va riparata, questo è tutto ciò di cui necessiti. L'acciaio color scuro è un segno distintivo, puoi fare in modo che rimanga, mentre l'elsa...bah, la trovo troppo lavorata, puoi rimuoverla e adattarne una molto più comune." Incrociò poi le braccia.
    "Perché mi fido dell'arte della forgiatura di Westeros" Commentò seccamente, a riguardo del suo arrivo in quella bottega. Il vero motivo era in realtà un altro, che in pochi secondi si sarebbe evidenziato.
    "Pagare? Oh, questo è un fattore a cui non avevo pensato. Come gira velocemente il ciclo di questa vita, prima quasi accusati di complottare con degli schiavisti e poi alla ricerca di denaro...ma è giusto, d'altronde, un'attività commerciale deve pur andare avanti."
    Conosceva davvero poco di quell'arte...quanto costava riforgiare una spada?
    "Mezzo pezzo d'oro" disse infine senza troppe pretese.
     
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    Il ragazzo non commentò le parole relative al saluto di Canio. Non voleva avere nulla a che fare con quella persona o con chi avesse tolto la vita allo schiavista. Poteva solo sentirsi sollevato per l’assenza di uno di quegli esseri fuori dalla circolazione. Di più, Canio, non meritava, come non meritava altre parole quel funzionario. Aveva voluto combattere contro quell’uomo? Ben, lo aveva fatto ed erano fatti suoi. Come tutto ciò si conciliasse con la presenza di quella spada, poi, era un mistero.
    Non erano affari suoi come quell’uomo avesse avuto modo di trovarsi quella spada tra le mani. L’aveva rubata o vinta non erano affari suoi, ciò che gli poteva importare era la sua presenza lì a Myr. Che il re fosse nuovamente salpato per quelle terra per una delle sue fantasiose missioni senza scopo alcuno? Che quell’uomo avesse perso la spada o se la fosse fatta rubare?
    Se non era tra le sue amni probabilmente era morto e questa notizia non poteva che renderlo felice. Come detto, però, quella felicità durò poco.
    "Non ho mai insinuato questo. Sono parole vostre signor Funzionario di Myr e non mie."
    Disse il ragazzo alzando le spalle. Era proprio così, non aveva certo detto che quell’uomo l’avesse rubata. Poteva essergli finita tra le mani, appunto, perché qualche suo uomo l’aveva strappata al precedente proprietario o per altre innumerevoli motivazioni.
    La spada andava forgiata nuovamente e il Tasso lo sapeva, così come aveva compreso anche il funzionario e, tra le modifiche, voleva anche un’elsa più semplice.
    "Per la colorazione non dovreste preoccuparvi. Dovrebbe mantenere quella tonalità anche se riforgiata. Dopotutto è un marchio indelebile della natura di quel materiale, no?"
    Ausel non aveva conoscenze approfondite di acciaio di Valyria, ma era noto che avesse delle caratteristiche differenti dall’acciaio comune e una di queste era, oltre alla maggior resistenza e forza, anche la colorazione. Se era acciaio di Valyria, questo non scoloriva.

    Il fatto che l’uomo si fidasse dell’arte di Westeros poteva essere vera come falsa e … beh, avrebbe comunque pagato.
    "State scherzando vero? Non ci pago nemmeno i materiali che mi servono per forgiare nuovamente la spada."

    Era assurdo come le persone che avessero tanto e che contassero cercassero sempre di approfittarsi del lavoro altrui.
    "Solo di materiali, lavorazione e attenzione, nonché cura del dettaglio per mantenere quelle venature, è richiesto, normalmente, molto di più"
    Poi, osservando l'uomo che gli si parava dinanzi, gli disse.
    "Non mi dite che un uomo come voi non può permettersi una riparazione o spendere quattro pezzi d'oro?"
    In realtà la spesa dei materiali sarebbe stata di tre ori e cinque argenti, ma il ragazzo arrotondò aggiungendo anche la manodopera.
     
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    "Oh...meglio, ci sono persone che potrebbero prendere a malo modo le insinuazione...anche se non sono veramente insinuazioni, insomma ci si intende, no?" Non era importante che ci si intendesse veramente.
    Annuì quando sentì la conferma del ragazzo sul mantenimento della colorazione. Leonard ci pensò per un attimo su, come se aver visto decine di volte quella lama infranta tra le sue mani avesse mosso migliaia di pensieri ma neanche uno sul colore di quella lama. Era semplicemente un dettaglio che aveva notato poco prima quando aveva consegnato la lama. D'altronde, però, se Rhaegar sapeva che era una finta spada in acciaio valyriano avrebbe fatto di tutto per far credere ai suoi sudditi che così non fosse. Una delle tante bugie che erano uscite da quelle labbra, infondo.
    "Di quel materiale?" Lo guardò con faccia sorpresa. Che anche lui fosse stato ingannato? Ma come poteva, il colore era sì distintivo da quanto aveva appreso nel suo viaggio a Qohor, anche il Nightrider lo possedeva, ma non accorgersi che quell'acciaio era una semplice copia?
    Forse avrebbe dovuto trovare un fabbro di maggiore fama nella città.
    "Sei tu l'esperto, come ho detto questa lama è giunta a me solo recentemente e...se posso confidarti un segreto" Fece un abbozzo di occhiolino, perché non gli erano mai riusciti bene "La sua origini mi è sconosciuta" Era la verità, perché un Re dovrebbe andarsene in giro con delle mere imitazioni? E chi l'aveva fabbricata così simile a Sorella Oscura? "Ma se sei in grado di dirmi di più..beh...allora sarò felice di pagare quanto mi hai richiesto." A quel punto cambiò lingua e usò quella nativa di Westeros, che sorprendentemente entrambi conoscevano. "Anche le informazioni hanno un prezzo, ancor più in queste terre."
     
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    Il ragazzo che aveva di fronte era davvero irritante. Continuava a fare battute e ad atteggiarsi a persona importante. Era stato così anche lui? In fin dei conti era stato, un tempo che gli sembrava così tanto lontano, il figlio di un lord minore. Era davvero stato così irritante un tempo? Ripensandoci non ricordava di essersi mai ricolto in quel modo a qualcuno e, probabilmente, uccisa davvero di rado più per seguire le lezioni di Maestro Dite che per puro divertimento. Era sua sorella quella che stava più fuori che dentro la dimora dei Tassi. Poi ci si conosceva quasi tutti e se si fosse comportato male con qualcuno del popolo di Deep Den, suo padre lo avrebbe saputo subito e la punizione sarebbe stata dietro l'angolo. Sì, probabilmente non era stato così irritante come quel ragazzo che aveva davanti.
    "Non ho mai detto di essere un esperto, né mi sono mai definito tale. Siete voi che vi siete rivolto a me ritenendomi all'altezza del compito." Ed era così. Ausel non si era definito tale e se mai avesse fatto qualche elogio, lo aveva fatto alla bottega, non a sé stesso. Dopotutto lui lavorava per la bottega e per Merion, non per se stesso, non ancora.
    Ascoltando le ultime parole del fantomatico funzionario di Myr, il Tasso scosse il capo.
    "Mi spiace, ma non funziona così. La bottega non è mia e non posso accettare commissioni senza un pagamento anticipato che copre i materiali da utilizzare. Se volete poi saldare il debito restante alla consegna, potete farlo."
    Quell'uomo non voleva pagare? Che si trovasse qualcun'altra che gli sistemasse la spada gratuitamente.
    "Come a voi non interessa da dove proviene la spada, non vedo perché dovrebbe interessare a me. Sono un semplice fabbro. Se volete che vi sistemi la spada, pagatemi. Se volete che ascolti le vostre storie, fate pure, sono felice di ascoltare, ma non lavoro gratuitamente se non mi viene espressamente consigliato dal proprietario della bottega."
    Se quella spada era davvero quella del re ... no, era meglio non chiedere. Meno si sapeva meglio era.
    "Potete guardarvi intorno se non credete alla bravura della bottega e potete anche osservarmi lavorare se non vi fidate. Pagatemi i materiali e la legna per la forgia e, se lo ritenete poi opportuno, al termine del lavoro mi pagherete la quota restante."
    Se lavorando a quella spada, poi, avrebbe scoperto qualcosa o lo stesso ragazzo avrebbe voluto dirgli qualcosa, questo era un di più.




    Mi spiace, ma avendo una semi ancora non moderata e considerando la lentezza delle stesse, nell'ipotetico caso in cui dovessi scoprire qualcosa di utile (molto remota rispetto alle informazioni che potresti raccogliere nel mentre tu stesso), credo sarebbe comunque poi troppo tardi per riferirtelo.
     
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    "Un ragazzo che sminuisce se stesso" batté un paio di volte le mani, senza però fare troppo rumore. "Ho conosciuto molte persone di Myr che pensavano la stessa cosa" Alzò lo sguardo al soffitto della bottega "Anzi, no."
    Era vero, ora che la cosa gli sovveniva. Rispetto ad anni passati a Westeros, tutto ciò che aveva vissuto a Essos sembrava essere legato indissolubilmente dalla ricerca e ambiziosità delle persone: schiavisti che miravano a maggior potere, Khal e dothraki che ambivano a maggior potenza, bande rivali che ambivano a maggior controllo e potere nella città, Magistri che ambivano a controllare la politica di altre città.
    Era...era differente da Westeros, dove forse, in certi punti della società, non c'era alcuna ambizione se non quella di arrivare alla fine della giornata e vivere la propria vita con chi aveva la fortuna di avere una famiglia vicino.
    Chi nasceva tra il popolino era destinato a vivere nel popolino, chi discendeva dal Re incoronato dai Sette Dei, viveva ancora negli agi della nobiltà.
    Ma quel ragazzo, no, quel ragazzo non era come tutti quelli che aveva conosciuto a Essos.
    "Ma che di certo ha imparato l'attaccamento al denaro delle Città Libere." Aveva continuato a parlare in lingua comune di Westeros, cambiando poi alla fine in basso valyriano per parlare col suo schiavo
    "Prendi e porgi al garzone quanto ha richiesto, che non si dica che Myr non paghi per i propri lavori"
    il ragazzo non disse una parola ma tirò fuori da una piccola bisaccia che aveva vicino alla cintola il denaro, appoggiandolo poi al bancone. La somma era quella indicata per intero.
    "Dunque, penso dalle tue labbra, ragazzo, quanto ci metterai a ripararla?"
    Nel frattempo cominciò a guardare in giro per la bottega, forse invece di vivere in povertà in quei mesi anche lui si sarebbe dovuto ingegnare a trovare un lavoro delle arti...
    No, scosse debolmente la testa, i suoi obiettivi erano più alti, il Fabbro l'avrebbe perdonato se la sua perseveranza fosse stata applicata ad altri ambiti.
    O almeno così sperava.
    "Che il Martello del Fabbro ti infonda la forza per non sbagliare" disse quasi disinteressato, erano in pochi a Myr a capire bene la differenza degli Aspetti Divini che erano Uno.

    A fine role certifico lo spostamento di denaro dalla scheda di Leonard a quella di Ausel
     
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    "Un ragazzo che sminuisce se stesso."
    Quanto era cambiato per far sì che persone estranee lo definissero in quel modo? Ripensandoci era sempre stato così? Non proprio. Non si era mai vantato di essere il figlio del lord a Deep Den anche perché non era necessario sbandierare ai quattro venti chi fosse. Tutti lo conoscevano come tale e, pertanto, non serviva dirlo. Probabilmente lo avrebbe dovuto dimostrare crescendo, ma ... non lo aveva fatto o, se lo aveva fatto, era stato per così poco tempo che, ormai, probabilmente nessuno più si ricordava di quel "figlio del lord". Sperava che la sua famiglia, da un lato, continuasse a pensarlo, ma dall'altro, considerando il dolore che si portava dietro ogni volta che ripensava a sua sorella e a sua madre, avrebbe preferito che lo dimenticassero. Non sopportava l'idea di aver dato loro questo ulteriore dolore e ... Non voleva pensarci. Gli faceva male e preferiva ricordare i momenti belli, le risate fatte insieme, le piccole avventure per Deep Den, le lezioni e i giochi piuttosto che sentire la loro lontananza.
    Si era mai sminuito? Probabilmente no e avrebbe voluto essere il pupillo di suo padre. Purtroppo questo ruolo era toccato a sua sorella e se all'inizio aveva una sorta di gelosia, alla fine dovette ammettere che i due, suo padre e sua sorella, erano così simili che era impossibile che non si creasse un legame così forte tra i due.
    Sulla seconda parte di quel discorso non poté he essere d'accordo con il fantomatico funzionario di Myr. Anche lui aveva conosciuto persone che avrebbero fatto carte false pur di avere le mani in pasta in diverse situazioni, anche lontane dal loro ambiente abitudinario. Bastava ripensare agli schiavisti che aveva incontrato, primo fra tutti Mida e il Lhosthak. Per quanto sembrasse e gli avesse dimostrato simpatia e apprezzamento era pur sempre un diplomatico che cercava di conoscere e avere influenze in quante più città possibili.

    Gli fece male sentire che fosse attaccato ai soldi. Non era un bel complimento, ma in quel contesto doveva accettarlo anche perché la bottega non era la sua e non avrebbe potuto fare credito a persone a nome della bottega stessa. Fosse stato Merion a dargli quel comando, avrebbe annuito e lavorato anche senza ricevere nulla, ma non essendo sua, non poteva permettersi di perdere quel guadagno. Probabilmente Merion non gli avrebbe dato nulla, poco gli importava visto che lo stesso ex mercante gli forniva vitto e alloggio.

    Dopo avergli dato il denaro pattuito, il ragazzo gli chiese quanto tempo avrebbe impiegato per riformare la spada.
    "Il tempo che ci vuole. Darò la priorità a questa commissione e, se vuole, può osservare. L'avverto che sarà abbastanza rumoroso richiederà qualche giorno."
    Ora che aveva i soldi, poteva lavorare con maggior tranquillità. Gli aveva pagato tutto, quindi avrebbe fatto il massimo che poteva.
    "Sarà il Fabbro a guidare la mia mano, se lo vorrà."
    Dopotutto aveva compreso che quell'uomo era un credente e non sarebbe stato saggio contraddirlo. Per quanto Ausel non era un fedele in senso stretto, conosceva quella religione essendo cresciuto e avendola studiata non solo con la Septa, ma anche con l'Alto Septon ad Approdo del re.

    A quel punto prese la spada spezzata i due monconi avrebbero richiesto un trattamento che prevedeva la fusione delle parti metalliche e il rimodellamento. Non sarebbe stato poi così difficile anche perché aveva già i materiali su cui lavorare.
    In primis dovette separare la parte lignea dalla parte metallica dell'elsa. L'uomo la voleva molto più semplice e priva di decori e questo sarebbe stato un lavoro in meno da fare, poi, una volta forgiata la lama.
    Prese le due parti metalliche, i due monconi, il ragazzo le portò alla forgia. Le pose una sull'altra in modo da recuperare spazio all'interno dei cubetti in cui si faceva fondere il metallo. "Farò fondere le due parti metalliche. Molti avrebbero incollato i due monconi saldandoli tra loro. Molta meno fatica, ma la resistenza della spada sarebbe stata minima. Preferisco perdere più tempo, forgiarla nuovamente, ma darvi una lama che non si spezzi al primo impatto."

    Il forno sarebbe stato alimentato con della legna e le fiamme avrebbero riscaldato l'area prossima alla fucina stessa.

    Inizio a lavorare alla lama. Dimmi te come proseguire considerando che ci vorrà un po' di tempo per fondere il metallo e poi inizierà a martellare. Per me una chiacchieratina tra i due non dispiacerebbe.
     
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    Alfiere

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    Leonard ascoltò con attenzione le azioni che il ragazzo dai capelli blu avrebbe fatto per rendere la lama ancora operabile "Bene, sai il fatto tuo, dunque" commentò mentre si avvicinava ad una scansia per vedere quali oggetti ci fossero nelle vicinanze.
    "Non conosco la tua arte, ho sempre avuto a che fare con i prodotti e progetti già completati, ma se ritieni che la ri-forgiatura completa della spada sia la miglior cosa, non ho certo elementi per non crederti."
    Soppesò per un attimo la situazione, passando con un dito il limitare di uno scaffale.
    "Un ragazzo del continente occidentale, che conosce la perseveranza del Fabbro, giunto fino alla Città Libera di Myr per fare da apprendista in una bottega per imparare i segreti del legno e del ferro." A quel punto lo guardò "Così intelligente da imparare la loro lingua, contento addirittura da adottare le tradizioni della tintura dei capelli" Fece una piccola pausa, prima di tornare a guardare i prodotti.
    "Non c'è che dire, una grave perdita per il continente occidentale. Già in molti non conoscono bene la nostra lingua pur avendo vissuto una vita intera e pinea...impararne una seconda, forse l'Ordine dei Maestri avrebbero potuto sfruttare il tuo acume, ragazzo"
     
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    Lord

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    "Sai il fatto tuo."
    Ci stava. il Tasso aveva imparato l'arte della forgia a Deep Den, a casa sua. Conosceva quelle tecniche che si tramandavano da fabbro a fabbro nella sua regione e aveva anche imparato, grazie al padre di Lajos, i vari segreti della concia e i vari metodi che si utilizzavano nei vari regni. Se la conciatura differiva da regione a regione, al forgiatura era pressoché identica. C'era chi era più portato a forgiare lame, chi pugnali e chi qualcosa di più elaborato e pesante. Ausel aveva appreso in primis l'arte della forgiatura dei coltelli e dei pugnali per poi passare a quella delle spade. Non si era mai trovato a dover fabbricare degli oggetti pesanti, ma avrebbe imparato a fare qualcosa di diverso da quello che aveva fatto fino a quel momento.
    "Non si dovrebbe mai smettere di imparare, signor Funzionario di Myr e ... forse è la curiosità che mi ha mosso a fare delle scelte ... particolari."
    Era stato proprio così. Era nato tutto per gioco, per imparare, anche spinto dal maestro di Deep Den, come si producevano le cose. Era stata sempre una grande risorsa e, allo stesso tempo, pecca del Lydden. La curiosità lo aveva portato a interessarsi a qualcosa che per molti era "così e basta". Lui voleva capirne il perché e questo aveva fatto sì che il ragazzo apprendesse anche qualcosa che secondo suo padre fosse inutile.
    Il ragazzo continuava ad osservarsi attorno andando ad indagare i vari scaffali e continuarsi a farsi un'idea di chi fosse e come operasse il Tasso.
    "Non credo di far onore al Fabbro e voi stesso, se non ricordo male, mi avete giudicato male per ... possiamo dire pregiudizio? Un semplice abitante di Myr che aiuta una ragazza in una piazza di Myr e in un contesto totalmente myrense non avrebbe mai suscitato tutti quei dubbi e quelle perplessità che vi ho suscitato io. Eppure ero in buona fede, come si è dimostrato."
    Non si riteneva intelligente, forse più desideroso di imparare rispetto agli altri, tra cui sua sorella che, una volta appreso le basi della finanza, si era incanalata in quella strada imparando tutto ciò che potesse servire per dare a suo padre quell'orgoglio che il Lydden non aveva mai suscitato.
    "Non è stato semplice impararla, lo ammetto e, come detto, la tintura dei capelli è nata per pura curiosità. Non credo mi stia bene questo colore. Voi cosa ne dite?"
    Quel ragazzo sembrava molto più propenso alla parola rispetto a prima. Non che sarebbero diventati migliori amici, ma una chiacchierata civile non gli sarebbe dispiaciuta. Dopotutto i loro incontri erano sempre stati guidati e controllati dal dubbio e dalla paura di dire qualcosa di sbagliato.
    "Purtroppo la conoscenza è limitata ai pochi che possono permettersela, no è così? Per chi è motivato, invece, sarà più difficile, ma qualcosa la si può imparare. posso essere fiero di aver appreso un'arte che a Westeros è sconosciuta."
    Ausel aveva un progetto, se fosse diventato lord di Deep Den. Il dominio sorgeva sulla Strada dell'Oro, a cavallo tra tre regni e sarebbe stato il luogo ideale per creare un posto dove le diverse arti si univano per dare nuovi artigiani specializzati. Ne aveva anche parlato con le Lannister che, subito, glielo avevano bocciato come proposito. Non erano discorsi da lord. Non si poteva "istruire" il popolo. Era meglio rimanere bravi in quel poco che si sapeva fare e basta.
    Discorsi che al Tasso non erano mai piaciuti e che, purtroppo, le vicissitudini gli avevano impedito di provare a cambiare e vederne i risultati.
    Con tutto ciò che il Tasso aveva appreso, e avrebbe potuto e voluto imparare, avrebbe potuto far fiorire quel progetto.
     
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