Lord
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Ausel Lydden "parlato"
Ausel Lydden pensato
Vetraio "parlato"
Livello: 28
P.E. base: 12 PE; Vetraio 5
Tratto educativo: Studioso
Contro-tratto: Impudente
N° parole: 928
"Prima di passare nuovamente alla pratica, voglio farti vedere altre due cose. Poi, credo, abbiamo terminato per oggi."
Il vetraio stava per dare le ultime nozioni di quella sua arte al Lydden prima di lasciarlo per la sua strada. Cosa ne sarebbe stato di quel ragazzo e di quelle perle rilasciata stava a lui e alla sua “passione”. Aveva visto qualcosa nel ragazzo altrimenti perché sprecare del tempo ad insegnargli qualcosa se quei semi non avessero attecchito? Quel ragazzo poteva ospitare quei semi e dargli il giusto nutrimento affinché potessero germogliare e dare nuova vita a una maestria che sembrava essere confinata solo in quelle mura. Quel ragazzo era chiaramente un “estraneo” rispetto ai Myrensi e, forse, avrebbe potuto portare quella tecnica anche fuori da quella città. Una piccola oasi in un deserto dove l’unica fonte di approvvigionamento era la città di Myr. Cosa ne sarebbe stata di quella oasi dipendeva dal ragazzo, da quanto tempo avesse dedicato a quell’arte e ad acquisire esperienza. Il mastro vetraio aveva fatto il suo. Ora toccava ad quello strano ragazzo dalla zazzera azzurra e dallo strano nome di Zag.
"Col vetro puoi creare non solo oggetti sferici, lastre o tessere, ma anche monili e sculture. Queste ultime sono difficili da ottenere e serve davvero molta maestria ed esperienza."
Beh, quella si che era davvero una bella informazione. Credeva che il vetro, già di per sé abbastanza delicato, non si prestasse a sculture molto raffinate. Aveva già dovuto ricredersi vedendo opere davvero molto eccelse all’interno del negozio del mastro vetraio e sculture non ancora ultimate nel suo laboratorio. Sapere che c’era una tecnica e che non avrebbe dovuto levigare o tagliare il vetro dopo aver ottenuto un blocco unico, stile incisione nel metallo o intaglio nel legno, era molto più rassicurante. Si mise composto sulla sua seduta per ascoltare l’uomo che gli stava parlando.
"Dovrai produrre delle bacchette di vetro e modellarle sopra una fiamma viva. Il calore tenderà ad ammorbidire il vetro e a renderlo malleabile. Inutile dirti che dovrai utilizzare degli strumenti e stare molto attento a non danneggiare il vetro durante la lavorazione. Piega il vetro poco alla volta fino ad ottenere la curva desiderata e abbi molta pazienza. La fretta non va a braccetto con l’arte del vetro, imprimilo bene nella tua testa."
Questa nozione l’aveva compresa già la prima volta che era entrato in quel laboratorio. Aveva scoperto quanto la fretta fosse davvero una cattiva consigliera per quanto riguardava la lavorazione del vetro. La pazienza era una delle virtù che avrebbe dovuto coltivare e accrescere se avesse davvero voluto imparare quell’arte così difficile e complessa. Non ci voleva forza e “materialità” come per i metalli, non ci voleva precisione come per il legno o concentrazione, quella adatta a poter lavorare le fibre tessili o costanza come per il cuoio. Il vetro richiedeva pazienza. Stava imparando a diventare una persona nuova attraverso il lavoro e non a seguito di insegnamenti o lo studio. La pratica e il lavoro materiale gli stavano insegnando delle doti che, sperava, lo avrebbero cambiato rispetto alla persona impulsiva e “arrogante” che era stato.
"Oltre alla produzione di oggetti e sculture molto elaborate e raffinate, puoi anche incidere il vetro. Puoi farlo con delle punte particolari che sconsiglio anche perché difficilmente si è in grado di utilizzarle o puoi farlo con la più comune mola. Puoi fare sia incisioni leggere e superficiali, sia incisioni più marcate e profonde senza rompere il vetro. Come avrai imparato, il lavoro richiede tanto tempo e molta pazienza. Detto questo vediamo come te la cavi a soffiare il vetro, a modellare una forma semplice ed eventualmente, ad inciderlo."
Dopo queste ultime spiegazioni, il maestro vetraio lo lasciò libero di esprimere ciò che aveva imparato. Il Tasso iniziò così come gli era stato detto, impastando la silice all’interno di quei blocchi molto pesanti e riscaldarla per ottenere quella pasta malleabile che era il vetro fuso. Quando il calore della forgia ebbe fatto il suo lavoro, il vetro incandescente venne recuperato con una bacchetta cava che il Lydden usò per iniziare a dargli una prima forma attraverso la tecnica del soffiaggio. In un primo momento dovette prendere i giusti tempi, i giusti intervalli per poter soffiare così come gli era stato detto di fare ed ottenere un vetro omogeneo nello spessore. La forma sarebbe stata differente dalla classica sfera perché avrebbe dovuto creare un motivo a elica sulla parte terminale, quella legata alla bacchetta di metallo. Per farlo dovette attendere che la sfera si solidificasse un pochino e per evitare che anche la porzione legata alla bacchetta seguisse l’intero processo di raffreddamento, il ragazzo pose quella parte dell’oggetto che stava modellando sopra una fiamma in modo da ammorbidirlo e iniziare e ruotarlo. Con il peso della sfera legata a una delle estremità, il cordone di vetro fuso iniziò ad allungarsi e a pendere lì dove il Tasso ruotava la bacchetta ottenendo, dopo una serie di riscaldamenti e di raffreddamenti, quel motivo a elica molto largo. Per completare l’opera, diede un taglio netto alla bocca dell’oggetto. Doveva solo decorarlo e per farlo, il mastro vetraio gli aveva chiesto qualcosa di semplice, più per vedere se avesse prestato attenzione su come utilizzare la mola che per saggiare la sua reale bravura nel disegno.
Il Lydden, quindi, non si preoccupò molto del disegno creando un motivo molto semplice, dei ghirigori che correvano lungo tutta la parte inferiore dell’oggetto sferico.
"Come prima prova può andare?"
Il Tasso attese che il vetraio gli dicesse qualcosa prima di abbandonare quel laboratorio e dedicarsi a questa nuova arte.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ausel Lydden "parlato"
