Rimettiamo in sesto la struttura

Libera

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    Lord

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    Quel terreno donato dal Lhosthak stava richiedendo davvero molto lavoro e giorno dopo giorno il Tasso si prodigava per renderlo fruttuoso. Non avrebbe usato quel terreno per coltivare qualcosa di utile per la città, ma avrebbe usato quel posto come segheria in modo da poter poi, un domani, creare un commercio con i boscaioli oltre i confini della città e dare loro un luogo dove riporre la loro mercanzia. Sarebbe stato anche un posto dove poter poi distribuire il legname non solo alla bottega di Merion, ma anche alle altre botteghe che richiedevano legname. Non sarebbe stato semplice, ma pian piano si sarebbe creata quella strada necessaria affinché la piccola attività potesse poi fiorire pian piano.
    Come prima cosa, avrebbe dovuto sistemare il terreno su cui sorgevano quelle strutture e solo successivamente avrebbe dovuto mettere in sesto l’intera costruzione. Ancora non conosceva realmente i danni e i lavori da fare e voleva concentrarsi su un elemento alla volta. Se non rendeva solido il terreno, calpestabile e, soprattutto, fruibile, non sarebbe mai arrivato a porre rimedio ai danni presenti in quegli scheletri che aleggiavano lungo lo sfondo delle campagne di Myr.
    Aveva già estirpato buona parte di quelle piante ed erbacce che occupavano l’intero suolo calpestabile e c’era davvero voluto molto tempo, giorni in realtà, per poter eliminare ogni singolo stelo di quelle erbacce infestanti. Il Lhosthak aveva lasciato quel terreno alla deriva e in balia di se stesso e la natura non aveva fatto altro che riprendersi ciò che un tempo era stato suo. Non ci voleva chissà che grande abilità per porre rimedio, ma se ci fosse stato un aiuto, male non sarebbe stato. Ovviamente Merion non si era proposto e non ci pensava minimamente a fare da zappatore o piegarsi su quella schiena dolorante per strappare quelle erbacce. Aidan … beh, quel ragazzino ne aveva passate davvero tante e il Lydden non voleva certo accollargli un ulteriore fardello, seppur potesse considerarlo un elemento utile a farlo distrarre da ciò che gli era capitato. Vivere con loro era già un passo davvero importante che gli aveva impedito di finire tra le strade della città, una città sconosciuta per il ragazzino proveniente da Raventree Hall, oppure nelle grinfie di qualche schiavista che lo avrebbe usato per scopi meno nobili. Forse, più in là, avrebbe anche chiesto il suo aiuto per fargli fare qualcosa o per legare maggiormente con quel ragazzo che faceva passare per suo cugino.
    Come detto, quindi, il Tasso era solo ad occuparsi di quel terreno che gli era stato donato dal Lhosthak e, finché non avesse iniziato a muovere i primi ingranaggi ed iniziare a fruttare, sarebbe stato l’unico a dedicare del tempo e del lavoro a quella nuova attività.

    Dopo aver estirpato le erbacce i giorni precedenti, il Tasso iniziò a lavorare al terreno che avrebbe condotto alla struttura in legno. Iniziò a compattarlo e a renderlo più omogeneo andando anche a creare quel percorso che conduceva fino alle zone manifatturiere. Ci vollero alcuni giorni per trovare una quadra e riuscire a vedere i primi risultati. Solo al termine di una intera settimana riuscì a porsi quella prima parte alle spalle.
    Doveva lavorare, ora, alle strutture. Riparare le porte e le assi che erano state danneggiate dal tempo e dall’incuria.
    Iniziò a riparare le varie porte eliminando quelle vecchie e, dove possibile, recuperando il legno ancora buono. Dovette sistemare alcuni architravi eliminando la colorazione precedente, lisciando il legname e lasciandolo nel colore naturale senza troppi abbellimenti. Eventualmente ci avrebbe pensato successivamente.
    Anche per le finestre dovette rimuovere quelle danneggiate e riparare prima i cardini danneggiati e arrugginiti, poi i listelli che ne delimitavano il perimetro e, infine, le finestre vere e proprie.
    La parte più difficile fu raggiungere i tetti dove dovette sistemare alcune travi e riuscire a porre rimedio ai danni del tempo e delle intemperie. In alcune delle strutture pioveva all’interno e alcune assi erano marcite. Dovette rimuoverle e ripristinare le zone colpite, ripararle e, infine, rimettere il sesto.
    Pian piano il lavoro del Tasso stava dando i suoi frutti e se avesse continuato così, nel giro di poco avrebbe iniziato a farla funzionare.
     
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