Il coraggio di andare avanti

Quest Dagon

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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    Dagon era ormai partito da circa tre settimane. Settimane in cui sembrava che l'Abissale avesse garantito al temuto pirata di Casa Greyjoy un mare calmo e favorevole, unito da venti forti ma non tempestosi, quasi come se fosse riuscito a raggiunger un accordo col suo eterno rivale Dio della Tempesta. D'altronde ciò che cercava Dagon e per il quale si era messo in viaggio non era altro che una ferma volontà che trascendeva da Westeros ed Essos e che affondava le radici...o i tentacoli, nel più profondo degli abissi.
    La luce solare stava venendo minuto dopo minuto meno, era uno di quei periodi in cui le giornate duravano molto poco e, sembrava, che aver navigato così a nord avesse ridotto ancor di più quei momenti di luce. La rotta era chiara e anche i compagni che navigavano con lui sulla Fantasma erano d'accordo nel ritenere che si trovassero vicini ad un'isola di nome Lorath.
    Pericolosa, eterna, ricca di tesori e...labirintica, così l'aveva descritta dall'eunuco Swenn, il quale era evidente non fosse minimamente a suo agio nel vedere quella Città Libera. La cosa che aveva messo più in agitazione l'eunuco, ma che tentava di nascondere o comunque di non creare allarmismo, fu un dispiegamento di cinque navi molto, ma molto più grosse delle strette e lunghe di cui disponeva Dagon.
    Erano ancorate e sulle vele appariva uno strano emblema, color oro od ottone, era difficile dirlo con la luce che veniva meno.

    Sween guardava, ma non sembrava riconoscere nemmeno lui nel dettaglio cosa raffigurassero quelle vele...l'inquietudine era però evidente.
    "Dovremmo costeggiare di più l'entroterra ed evitare di andare troppo vicini" affermò l'eunuco, che avrebbe parlato anche se non interpellato.

    Era un consiglio da seguire? O forse era solo un modo per sviare la flotta?

    Eccoci, allora vediamo un po' di cose, qui ti segno quelle narrative, nel prossimo quelle tecniche.
    Per il momento facciamo che Dagon abbia resistito alla tentazione di provare ad aprire la reliquia (semplicemente perché aprire una semi sarebbe risultato inutile...poi capirai perché se tenterai di aprirla. Puoi decidere come desideri il perché Dagon non abbia ancora provato nei giorni dopo essere partito da Myr ad adesso (non aveva interesse/si era dimenticato/sentiva che il momento non era giusto etc)
    Ovviamente dal tuo primo post in avanti potrai indagare sulla reliquia/sulla specie di "chiave" che ha trovato su Rhaegar o ciò che ti viene in mente.

    Piccolo consiglio, questa sarà una quest...importante...molto importante, per Dagon, per mooooolti png e forse per qualche PG.
    Le azioni che farai potrebbero anche indirettamente colpire (nel bene o nel male) altri, così come la ricerca di Dagon potrebbe interrompersi rovinosamente o arrivare al successo.
    Siamo ad uno spartiacque, ogni cosa che farai avrà delle conseguenze, anche se magari potrebbe non sembrare. Eviterò di dare indizi vista l'importanza ma essendo primo post ne lascio 2:
    - sì, indagare sulla reliquia potrebbe...comportare qualcosa (positivo? negativo? tocca farlo per scoprirlo).
    - sì, le navi non sono un caso...evitarle porta ad una strada, incrociarle ad un altra...e no, non c'è una cosa migliore dell'altra, solo diversi scenari.

    Vista l'importanza taggo anche Freene

    Percorrenze:
    Myr-Lorath = 96*0,2 = 19
    partenza = 26 gennaio
    arrivo = 14 febbraio

    Allora, ho provato a vedere un po' la scheda della flotta ma ho bisogno del tuo aiuto.

    Indicami:
    - quante e quali navi sono partite da Myr
    - equipaggio che ti sei portato indietro
    - schiavi eventualmente rimasti in città

    - la differenza dovrebbe essere dunque rimasta nelle Stepstones o rimaste a Myr
    /SPOILER]

    [SPOILER]Parole: 510

    Termine: 11/10
     
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    Dagon Greyjoy • 14 Febbraio 286 • Fantasma • Baia di Lorath
    "Dovremmo costeggiare di più l'entroterra ed evitare di andare troppo vicini"

    Dagon non disse nulla all'inizio. Si stava limitando a scrutare le navi, ancorate all'orizzonte. Le loro vele erano decorate da un particolare emblema, ma al capitano ciò poco importava. Il suo umore non era stato dei migliori negli ultimi giorni: aveva assaltato un cazzo di una fortezza per un bel niente. La schiava ibbenese non si era rivelata l'utile traduttrice che aveva sperato, aveva visto menti più brillanti persino tra i Codd. L'aveva quindi messa al lavoro sulla nave per non renderla un completo spreco di risorse. Compiti semplici, realizzabili nonostante la barriera linguistica.

    "Sai a chi appartengono quelle navi?"

    Non era nella sua natura ritirarsi da un eventuale scontro ma in quel momento tutto ciò che gli interessava era evitare altri ritardi. Specie in quella che altro non era che una meta di passaggio. Diede quindi ai suoi uomini gli ordini di manovra suggeritigli dall'eunuco. Aveva tuttavia altri pensieri per la testa.

    "Seguimi."

    Si mosse all'interno della sua cabina dove il motivo di quel lungo viaggio riposava. La reliquia stava solo sul tavolo dove l'aveva lasciata, come in attesa della decisione del pirata. La mano andò istintivamente nella sua tasca interna dove le dita di strinsero alla misteriosa chiave. Inizialmente l'aveva ritenuto un gingillo di poco valore strappato dalle fredde membra del Targaryen, eppure il destino pareva voler sottolineare come la strada che stava percorrendo fosse quella giusta. Le scritte sulla fredda pietra già l'avevano indirizzato verso Ibb, ma quando Swenn gli aveva confermato che l'incisione sulla chiave era nella stessa lingua aveva capito di non avere altra scelta se non quella di dirigersi verso quelle coste.

    "La donna ha rivelato qualche informazione utile?"

    Avrebbe ascoltato l'eventuale risposta dell'eunuco, nella speranza che tutta la fatica compiuta non fosse stata per niente. Poi la sua attenzione si sarebbe spostata unicamente nei confronti della reliquia. Forse c'era un modo per aprirla ora che aveva una chiave...




    Parole 326

    Seguo il consiglio di Swenn, chiede news sull'ibbenese e poi vedo se riesco ad aprire il forziere con la chiave.

    - Truppe: 226 Fanti / 48 Arcieri / 11 Mercenari
    - Navi Lunghe: 6
     
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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    Swenn sembrò rallegrato dal fatto che Dagon avesse seguito il suo consiglio e non fece niente per nasconderlo.
    "Milizie di Lorath a vedere i sigilli ricamati sulle loro vele. Cosa ci facciano qui non ho intenzione di saperlo...d'altronde sono le acque vicino alla loro labirintica Isola..." rimase per un secondo zitto "Non mi spingerei a dire che sia la Città Libera più pacifica ma senza dubbio posso affermare che sia quella di cui si sono visti meno i miliziani. Qualsiasi cosa ci facciano qui è meglio stare alla larga" borbottò non appena Dagon gli disse di seguirlo all'interno della propria cabina.
    Senza grosse lamentele l'eunuco fece quanto richiesto, stando vicino all'uscio della cabina, forse a memoria di quando non era altro che uno schiavo e non poteva prendersi certe confidenze con i propri interlocutori.
    "Devo dire che anche per me è stato complicato anche solo provare a comunicare...con lei" uno dei pochi che la trattava davvero come una "lei".
    "Non ho avuto modo di intercettare molti membri del suo popolo fuori da Ibb, negli anni, ma quelle volte che è capitato almeno vi era una base per poter comunicare...questa donna invece, sembra quasi aver vissuto lontana dal suo stesso popolo." Fece spallucce ma era evidente che il suo tono di voce tradisse una certo piacere, come se l'avesse trovato come una sfida per le sue attività di traduttore e conoscitori dei popoli di Essos.
    "Però...mi sono permesso di farle vedere la...reliquia...e la reazione temo che non si possa descrivere come niente di diverso dal puro terrore. Aveva cominciato ad agitarsi e gli occhi avevano cominciato a guizzare da una direzione all'altra." Ancora un momento di silenzio.
    "Non ne ho ancora scoperto il motivo ma è chiaro che deve aver colto qualcosa...siamo sulla via giusta"

    Cosa poteva spaventare a tal punto una donna quasi bestiale? Dagon non era uno stolto e in cuor suo poteva sapere bene che in uno scontro diretto quella donna avrebbe potuto smembrare facilmente diversi Uomini di Ferro prima di soccombere agli assalti.
    L'attenzione e la curiosità del Greyjoy erano però diretti alla reliquia in sé.

    Non fu immediato ma ad uno studio più attento, Dagon vide come effettivamente dove vari tentacoli sembravano intrecciarvi vi era un incavo che poteva ospitare proprio una chiave delle dimensioni di quella che aveva trovato addosso al Targaryen.

    Era giunto il momento.
    Una volta inserita, la chiave quasi si mosse da sola, ma forse era solo la forza impressa da Dagon a farle fare quel mezzo giro.
    Click Non appena si sentì quel rumore, i diversi tentacoli cominciarono ad aprirsi come se tentassero di avvilupparsi a qualocosa.

    Basta.


    Basta?

    Già, non era accaduto niente d'altro, l'unica cosa che aveva ottenuto era questi tentacoli che da una posizioni "racchiusa" si erano aperti, come tentassero di entrare in qualcosa d'altro.

    Basta?

    No.
    Improvvisamente la mente di Dagon si annebbiò e tutto diventò nero.
    Era notte, un fulmine fu l'unica fonte di luce.
    Un urlo nella notte. La folgore illuminò la sagoma di un castello nella tempesta. Pyke.

    Tutto cambiò, ora Dagon era come se guardasse uno specchio d'acqua. Non era una pozzanghera, era un...mare? Sì, era come se i suoi occhi fossero sul pelo dell'acqua e appena sotto di essa vedeva un'ombra navigare spedita. La dimensione di uno squalo o di un delfino. Riusciva a intravedere una lama in una mano? Una lancia?

    Dagon riaprì gli occhi, o forse non li aveva mai chiusi.
    Era come se il suo cuore fosse pesante, strappato da un dolore lancinante...ma non fisico, quasi morale.
    Poteva sentire della tristezza...ma per cosa?

    Parole: 569

    Hai scelto di inserire la chiave.

    Termine: 30/10
     
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    Dagon Greyjoy • 14 Febbraio 286 • Fantasma • Baia di Lorath
    Le politiche interne di Lorath erano al momento l'ultimo dei suoi pensieri e voleva restassero come tali, fu quindi sollevato dall'aver seguito il consiglio dell'eunuco. Quella sensazione naturalmente fu subito sostituita da un forte fastidio. Ovviamente la schiava che il Marbrand gli aveva fornito doveva essere l'unica ibbenese a non saper parlare come una persona normale! Lo spettro dell'inutilità di tutto ciò che aveva fatto a Myr stava pesando sempre più sulle sue spalle.

    "Però...mi sono permesso di farle vedere la...reliquia...e la reazione temo che non si possa descrivere come niente di diverso dal puro terrore. Aveva cominciato ad agitarsi e gli occhi avevano cominciato a guizzare da una direzione all'altra. Non ne ho ancora scoperto il motivo ma è chiaro che deve aver colto qualcosa...siamo sulla via giusta."

    "Beh quello non sta a noi dirlo..."

    Nello stesso momento in cui si stava interrogando sul timore dell'ibbenese descritto da Swenn, la chiave si inserì con facilità all'interno della fessura. Come parte di un unico meccanismo i tentacoli che decoravano la reliquia si mossero all'unisono ma la sua mente a malapena lo calcolò.
    Era a Pyke. Dopo mesi passati in acque straniere, era finalmente tornato a casa. No, non era così... era in mare aperto. Ma non su una nave? No, ma c'era qualcosa sotto il pelo dell'acqua. Cos'era? Un grido lacerò la notte.
    Istintivamente fece un passo indietro mollando la presa sulla chiave. Cosa cazzo era successo? Un altro messaggio dell'Abissale? Ora era di nuovo a bordo della Fantasma, gli occhi fissati sul forziere di pietra.



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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    Era una goccia di sudore quella che stava scendendo dalla fronte di Dagon? Pareva aver la consistenza del sangue, anche per la scia che lasciava, ma il colore non era decisamente rosso e non c'era alcuna ferita che potesse giustificare la fuoriuscita. Già, era sudore, ma il Greyjoy non sentiva alcun caldo, anzi. Il vedere quella figura sotto il pelo dell'acqua aveva creato quasi uno spasmo involontario nella colonna vertebrale dell'uomo e le pelle si era rizzata.
    Il suo corpo aveva reagito a qualcosa che solo la sua mente aveva creato. Era...possibile?
    Swenn non sembrava aver colto alcun rilascio di polvere strana da quella reliquia, almeno che non fosse invisibile...poteva essere stata una semplice allucinazione?

    Quel grido...quella figura, era tutto allo stesso familiare e sconosciuto, in un modo che effettivamente poteva essere l'Abissale, che regnava sul luogo che per eccellenza nascondeva nella profondità misteri che nessuno conosceva.
    Ma qualcosa non andava. Non era come l'ultima volta, anche se i tentacoli di quella reliquia che si erano mossi indubbiamente dovevano avere a che fare con la religione che lo stesso venerava.
    Guardando la reliquia, con ancora la chiave al suo interno, si poteva effettivamente notare che lo scatto aveva attivato qualche meccanismo che aveva permesso alle protuberanze di allargarsi. Se Dagon avesse rigirato la chiave in senso opposto, unico modo per toglierla, i tentacoli si sarebbero rispettivamente ritratti per tornare alla posizione iniziale.
    Swenn provò a dire qualcosa ma le orecchie di Dagon erano come tappate e riuscì a sentire solo un vociare indistinto. Poi, proprio per lui che aveva fatto della vita su una nave che solcava le acque la sua vocazione, perse l'equilibrio. La prima volta non sarebbe ben riuscito a capire, ancora frastornato da ciò che aveva proiettato la sua mente, ma dopo pochi secondi tutti i sensi di Dagon tornarono a funzionare...
    e perse l'equilibrio una seconda volta, tanto che si sarebbe dovuto appoggiare da qualche parte per non fare un ruzzolone per terra.

    Era...era come se un'onda d'urto avesse colpito la nave, ma uscendo dalla cabina non avrebbe visto nulla. Attorno alla nave non c'erano altre imbarcazioni e non si vedevano ombre sospette di animali marina che navigassero sotto lo scafo, come aveva visto la visione.
    Poi, una terza volta, il ponte traballò e vedendo il pelo dell'acqua la situazione si fece ancora più strana...era come se qualcosa avesse sprigionato un'onda d'urto, ma la Fantasma non era il bersaglio, quanto ciò che l'aveva sprigionata.

    Impossibile, no?

    Poi un urlo. Molto diverso da quello umano che aveva sentito vedendo Pyke, era quasi quello di una bestia e proveniva da sottocoperta, proprio dove la Ibbenese era stata portata.

    Parole: 429

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    Dagon Greyjoy • 14 Febbraio 286 • Fantasma • Baia di Lorath
    Un tempo Dagon era una persona estremamente cinica. L'uomo che aveva rinunciato alla sua cultura e alla sua religione avrebbe subito cercato una spiegazione logica per ciò che era appena successo. Ma quell'uomo aveva visto fin troppo per non comprendere che quella visione altro non era un messaggio dell'Abissale. Che cosa significava però? Un avvertimento? Un consiglio? Cosa stava succedendo a casa?
    Un vociare indistinto lo distrasse per qualche istante dal suo flusso di pensieri. Poi accadde.

    "Ma che cazzo..."

    Qualcosa sembrava aver colpito con forza la Fantasma. Che fosse un'onda? Erano vicini alla costa e il mare era stato calmo fino a poco fa. Con sorprendente fatica riuscì a farsi strada fuori dalla propria cabina trovandosi di fronte ad un mare piatto così come l'aveva lasciato. Mi era però un movimento delle acque che attirò immediatamente il suo sguardo: l'onda d'urto non pareva dirigersi contro la nave, ma proveniva dalla nave stessa.
    Un urlo quasi inumano poi squarciò l'aria, proveniva dalla stiva dove stava l'ibbenese. Stava succedendo qualcosa e la reliquia che il suo dio gli aveva donato ne era la causa. Senza perdere tempo quindi afferrò entrambe le mani la propria ascia e iniziò a dirigersi a passi attenti verso l'interno della nave. Non si sarebbe fatto trovare impreparato...



    Non so se ha qualche importanza ma lascio la chiave inserita nella reliquia

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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    Ad essersi accorti di quella strana onda d'urto non erano stati solo Dagon e l'eunuco che era con lui nella cabina, anche gli Uomini di Ferro che accompagnavano il loro capitano in quella traversata verso est si erano affacciati ai parapetti della nave lunga, cercando di capire come fosse possibile una cosa del genere. Proprio loro che tra tutti i popoli di Westeros erano i più affini all'elemento dell'acqua salata, ora assistevano a qualcosa che non poteva essere esistito in alcuna loro immaginazione.
    L'onda d'urto si infranse su due delle cinque navi lunghe che trasportavano gli Uomini di Ferro che seguivano la Fantasma, e, nonostante l'onda non sembrasse minimamente in grado di fare danni, quasi ribaltò una di queste due navi, al pari di aver ricevuto uno speronamento da parte di una delle più grandi dromoni della flotta del Re Targaryen.
    Proprio mentre Dagon scendeva le scale, poté vedere con la code dell'occhio alcuni uomini che per il contraccolpo erano caduti in mare mentre gli altri tentavano di allungare le mani verso il pelo dell'acqua per provare a ritirarli su prima che gli abissi li richiamassero a sé.

    Le scalette scendevano verso l'interno della sottocoperta...erano state mai così lunghe? Da quanto stava scendendo quei gradini? Trenta, quaranta secondi? Eppure gli occhi di Dagon vedevano davanti a sé solo oscurità e gradini da scendere. Sentiva nitidamente le urla di quella donna di Ibb, non capiva cosa dicesse ma era come se riusciva a comprenderne le emozioni. Erano urla di paura, terrore e strazio.

    Il tempo di battere le ciglia ed era tutto normale...o come doveva essere. Senza essersene accorto Dagon si trovava a cinque passi dalla donna di Ibb, accanto a lei due Uomini di Ferro con le asce in mano cercavano di tenerla chiusa in un angolo mentre riverso a terra c'era ormai un cadavere con la testa completamente sfondata. Era molto probabilmente uno degli uomini che l'aveva portata sottocoperta.
    Swenn provava ad agitare le mani per richiamare l'attenzione della donna e continuava a pronunciare verso di ella alcune parole, di lingua sconosciuta al Greyjoy.
    "AHHHHH!! Mi hai pugnalato, Dagon, è colpa tua, è colpa tua. E ora hai portato morte anche in quei luoghi."
    Era stata la donna a parlare ma dalla sua bocca era uscita una voce maschile, così profondamente conosciuta da Dagon, così diretta a lui.
    La voce di un pazzo. La voce del Pazzo.
    Un altro battito di ciglia e la donna si trovava accovacciata in uno degli angoli, tremante ma meno agitata, Swenn aveva le braccia incrociate e fissava Dagon, il cadavere non c'era più ma era visibile una striscia di sangue che andava su per le scale.
    "Ripete sempre la stessa parola, pesci" Anche Swenn sembrava ansimante, come se aver domato quella "bestia", l'avesse stancato.

    Parole: 451

    è chiaro che le condizioni di Dagon stanno cominciando a...cambiare...in base a cosa farà in futuro (o cosa non farà, potrebbero migliorare o peggiorare)...
    Auguri!

    Termine: 2/12
     
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    Dagon Greyjoy • 14 Febbraio 286 • Fantasma • Baia di Lorath
    Le onde generate dall'onda d'urto avevano riempito l'aria con il loro fracasso, accompagnate com'erano dal suono del loro schiantarsi contro gli scafi delle navi e le urla degli uomini che non era riusciti a mantenere l'equilibrio. Tutto ciò che Dagon sentiva però erano le grida della schiava ibbenese e lo scricchiolio dei gradini sotto i suoi passi mentre scendeva lentamente all'interno della stiva. L'ascia era stretta tra le mani come in attesa di difendersi da un attacco improvviso.
    Non ci fu alcuna imboscata eppure il capitano venne comunque colto di sorpresa. Forse per via della tensione non si era accorto di essere già arrivato nella stiva, la donna urlante poco distante. Al suo fianco stavano due Uomini di Ferro, mentre un terzo invece era a terra, la testa completamente sfracellata. La pericolosità del dono del Marbrand aveva finalmente superato la sua utilità. Le dita si strinsero attorno al manico dell'ascia come per preparare un colpo, ma i muscoli gli si bloccarono di botto quando quella cominciò a parlare. Con quella voce.

    "AHHHHH!! Mi hai pugnalato, Dagon, è colpa tua, è colpa tua. E ora hai portato morte anche in quei luoghi."

    "Zio..."

    Cosa ci faceva la voce del Lord delle Isole nella gola di quella donna? Prima che lo stupore ebbe cessato il suo effetto, Dagon ebbe come la sensazione di svegliarsi. La donna era accovacciata in un angolo, tremante e con una voce che le apparteneva. Nessun cadavere in vista.

    "Ripete sempre la stessa parola, pesci."

    Quasi non ascoltò le parole di Swenn, la sua attenzione era stata catturata da una striscia di sangue che risaliva le scale. L'eunuco non pareva essersene accorto, né aveva avuto alcuna reazione quando la schiava aveva parlato con la voce di qualcun altro. Ciò poteva significare solo una cosa: la sua presa sulla realtà si stava affievolendo. Aveva già avuto un'esperienza di questo genere in passato, ma cosa poteva significare adesso? Era ancora il suo Dio che voleva comunicare? Avvertirlo di qualcosa? Oppure qualcos'altro, di diverso? Aveva visto Pyke e sentito la voce di Quellon... cosa stava succedendo a casa?

    "Restate a tenerla d'occhio. Se si mostra aggressiva, uccidetela!"

    L'istinto gli diceva di abbatterla all'istante ma al momento su quello non poteva fare molto affidamento. Fu così che si avvio lungo le scale, seguendo quella scia di sangue e le visioni che comportava.



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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    "Ucciderla? Ma sarebbe la scelta giust...?" la domanda di Swenn cadde completamente nel vuoto, perché Dagon aveva già deciso di voltarsi per risalire quelle scale che poco prima l'avevano portato sottocoperta. Gli uomini di Ferro ancora presenti vennero raggiunti da altri due uomini, che armi alla mano, non sarebbero stati certo così dubbiosi, come l'eunuco, nell'eseguire gli ordini del loro capitano.
    La scia di sangue proseguiva e delle gocce colavano acnora dai bordi dei gradini.
    Guardando su, dove vi era il cielo, si poteva intravedere qualche nuvola, ma vi erano ancora quegli scalini a separare il Greyjoy dall'aria aperta e dall'odore salmastre.
    Uno, due, tre, quattro...no, questa volta i gradini erano numerati correttamente e non si aprivano più in alcuna infinita di passi. C'era luce, proveniva da quell'apertura...e poi di più, ancora di più, fino a quasi essere accecante.
    Ma era tardo pomeriggio, come poteva essere?
    Dagon avrebbe finito di salire tutti i gradini e si sarebbe trovato su un ponte familiare, perché era proprio quello della Fantasma. Qua e là c'era qualche Uomo di Ferro in armatura leggera ma la cosa più incredibile è che era veramente impossibile guardare il cielo, perché di un bianco veramente abbagliante.
    "Prima hai pugnalato me, poi il nostro Dio. Perché l'hai fatto, perché hai richiamato l'Antico Male e hai lasciato la tua casa alle spalle. Perché ci hai pugnalato?"
    Se Dagon si fosse girato verso il punto da cui proveniva la voce, avrebbe visto un uomo in piedi, con l'armatura identica a quella che portavano gli uomini su quella imbarcazione...parlava ma con la piccola nota da fare che quell'uomo non aveva più una testa. O meglio, ciò che aveva era una testa appena stata maciullata.
    Eppure parlava, e quelle parole erano nitide, distinte e chiare.
    Era Quellon, non poteva dimenticare quella voce.
    "Perché? PERCHE'?"
    La luce diventò ancora più abbagliante, fino a rendere impossibile tenere aperti gli occhi.

    Una volta sbattuti, però, Dagon si ritrovò ancora una volta sul ponte della Fantasma ma il cielo andava a scurirsi sempre di più.
    La scia di sangue che aveva attraversato tutti i gradini proseguiva ancora per qualche metro e terminava dove era stato lasciato il cadavere del povero uomo ammazzato dalla donna di Ibb. Probabilmente il trasporto aveva fatto sì che rilasciasse una scia di sangue.
    "Capitano...lo buttiamo a mare? Volete dire qualcosa?" A parlare era un ragazzo piuttosto giovane e che parlava con voce sommessa, quasi avesse paura di Dagon.
    "Quelle navi sembrano venire nella nostra direzione" A parlare era un altro marinaio, indicante in lontananza le stesse navi che Dagon aveva visto prima con lo strano sigillo sulle vele.
    "Se ridiamo ordine alla flotta di proseguire spediti fin da subito dovremmo cavarcela senza farci avvicinare...ma..."
    Gli Uomini di Ferro non erano soliti avere dubbi, soprattutto quando si trovavano sopra il pelo dell'acqua marina, ma così ad est chissà quali pericoli si potevano incontrare.

    Due decisioni per Dagon, mentre continua a vedere...cose...
    1) butti a mare il cadavere? Lo tieni? Pronunci un rito sacro?
    2) navi in avvicinamento. Vi fate raggiungere o proseguite?

    Termine: 13/12

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    Dagon Greyjoy • 14 Febbraio 286 • Fantasma • Baia di Lorath
    Istintivamente portò una mano a coprire gli occhi. La luce si stava facendo sempre più accecante ad ogni passo che compieva. Quando finalmente uscì da quella stiva, si trovò ad osservare con fatica un cielo innaturalmente bianco. Pareva quasi che il sole stesso fosse esploso in una luce ancora più intensa. I suoi occhi infine, nonostante quell'illuminazione così intensa, si posarono su qualcosa che li fece spalancare immediatamente. Un Uomo di Ferro era lì sul ponte della Fantasma; sempre che si potesse osservare qualcuno senza una testa. E poi di nuovo quella voce...

    "Prima hai pugnalato me, poi il nostro Dio. Perché l'hai fatto, perché hai richiamato l'Antico Male e hai lasciato la tua casa alle spalle. Perché ci hai pugnalato?"

    "Io non... non ho..."

    Non sapeva cosa dire a quell'apparizione, non capiva perché vedeva tutto quello. Cosa stava accadendo a Pyke? E quale male avrebbe mai liberato? Lui si stava limitando a seguire la strada che l'Abissale gli aveva messo davanti.

    "Capitano..."

    Di scattò si voltò verso il giovane marinaio che gli aveva rivolto la parola. La luce gradualmente si abbassò tornando a quella del tardo pomeriggio.

    "Lo buttiamo a mare? Volete dire qualcosa?"

    Ci volle qualche istante prima di rendersi conto di ciò che stava succedendo. Aveva quasi pensato che il cadavere che aveva visto di sotto fosse solo un'altra allucinazione ma evidentemente si era semplicemente perso il suo trasporto sul ponte. Stava per prendere parola quando un'altra voce attirò la sua attenzione: le navi che prima avevano intravisto ora si stavano dirigendo nella loro direzione. Swenn l'aveva messo in guardia da quella cosiddetta "milizia" di Lorath. Una loro eventuale fuga tuttavia avrebbe rischiato di metterli sotto una cattiva luce, per una volta in cui il loro unico scopo era un passaggio tranquillo.

    "Saremo anche vicini a Lorath, ma il mare appartiene a noi, signori. Lasciateli avvicinare! Ma non abbassate la guardia..."

    Con un sospiro poi si massaggiò gli occhi. Doveva mantenere controllo della realtà che lo stava circondando, specie ora che una possibile minaccia si stava avvicinando. Si diresse quindi verso la prua.

    "Preparate il corpo. Mettetegli dei pesi addosso."

    Una volta che i preparativi al cadavere furono apportati, prese nuovamente parola.

    "Oggi salutiamo il nostro compagno, ma non lo facciamo con tristezza. La feccia delle Terre Verdi piange i propri caduti. Voi - Uomini di Ferro, pirati e schiavi non più in catene - non dovete temere la morte, poiché per chi serve l'Abissale essa non altro che un invito al suo banchetto. Questa è la nostra vera forza! Non dimenticatelo: ciò che è morto non muoia mai!"

    La sua ciurma era etnicamente più variegata rispetto a quelle che potevano trovarsi alle Isole. Avevano già visto il potere dell'Abissale all'opera quando aveva curato le sue ferite, ma il capitano non era certo che la loro fede fosse ben consolidata. Era un lavoro che probabilmente avrebbe richiesto del tempo, ma quella era sicuramente una delle lezioni più importanti: chi davvero combatte per il Dio Abissale non teme la morte.

    "E ora lasciatelo andare. L'abbiamo trattenuto abbastanza..."

    Mentre i suoi uomini si occupavano dello scarico, si voltò nuovamente verso le navi in arrivo. Cercò di restare concentrato su di esse, per evitare che altre visioni gli impedissero di gestire quella situazione. Eppure non poté fare a meno di chiedersi quale fosse il motivo di ciò che stava vedendo? Il suo Dio cercava di avvertirlo? O c'era qualcos'altro in moto?



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    Faccio una breve cerimonia e attendiamo le navi di Lorath
     
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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    La cerimonia funebre fu breve...ma non per questo di minor significato. Diversi degli Uomini di Ferro si radunarono attorno a Dagon mentre le sue parole si perdevano nel vento che spirava dall'Ovest. Erano un misto tra il cordoglio per un compagno caduto e una motivazione nell'andare avanti, pronti a combattere ancora, e per sempre, nuove battaglie.
    Due uomini si occuparono di preparare la "salma". Non fu per niente difficile, non fecero altro che insaccare ancora una volto il corpo dentro quello che sembrava un rotolo di iuta, lasciando all'interno sia l'armatura ormai rovinata del defunto, sia la propria ascia. Per appesantire ancor di più il corpo, vennero inserite dei pezzi di ferro trovati qua e là, probabilmente anche dalla dubbia utilità a bordo e raccattati dagli uomini nelle diverse scorribande nelle Stepstones.
    "Ciò che è morto non muoia mai!" In coro, gli uomini radunati espressero quelle parole...quel desiderio, quella speranza e quella promessa di morte e vendetta.
    Sì, perché difficilmente quegli uomini avrebbero perdonato l'affronto arrecato loro da quella bestia che stavano trasportando...ma Dagon aveva altre piani per lei? O avrebbe lasciato che il destino si compisse?

    In ogni caso, niente di tutto ciò era affrontabile al momento, poiché la flotta seguì gli ordini del proprio capitano e, insieme alla Fantasma, si bloccarono esattamente nelle posizioni tenute. Se avessero voluto scappare, probabilmente almeno nel breve periodo avrebbero ottenuto un vantaggio ma Dagon aveva scelto la via prudente...o almeno così poteva essere vista, perché in quell'istante, oltre all'agitazione precedente della donna, si unì per la gioia di tutti anche quella di Swenn.
    All'inizio era riuscito a convincere Dagon a sfilare via dall'occhio vigile della milizia di Lorath navigando vicino alle coste, ma ora le cose stavano cambiando e la sua inquietudine sarebbe stata evidente anche a Dagon, che non era certo l'esempio perfetto di "nobile empatico"
    "Guai...sono sempre guai" L'aveva ripetuto un paio di volte, prima di avvicinarsi ad un barile e provando a schiacciarsi contro di esso, quasi a voler penetrare al suo interno.

    Nel giro di una decina di minuti, due navi di Lorath si erano avvicinate più di altre. Una aveva affiancato la Fantasma mentre un'altra una nave poco lontano. Erano più alte, più lunghe e la prima sembrava anche maggiormente rinforzata. Portavano diversi...anzi molti uomini a bordo e, sebbene la carnagione fosse leggermente diversa da quella degli Uomini di Ferro, non sembravano meno equipaggiati. Le armature erano rozze, certo, eppure sembrava che non fosse stato un fabbro poco esperto ad averle realizzate, anzi, era come se quella poco cura nei dettagli fosse ricercata.
    "Abbassate le armi e preparatevi ad accogliere il Custode, siete sotto la protezione delle Navi Ombrose, di Lorath e di Boash!"
    Dagon di tutti quei nomi aveva solo sentito accennare a Lorath come Città Libera, di chi o che diavolo fossero le Navi Ombrose e Boash non ne aveva assolutamente idea. Inoltre, Swenn non sembrava molto intenzionato a mettersi in bella mostra e rimaneva agli angoli di poppa della Fantasma.

    Sulla nave affiancata, diversi Lorathi cominciarono a muoversi ed era chiaro stessero preparando una passarella per permettere il trasporto degli uomini da una nave all'altra.

    Vi affiancano. Se non fai nulla il prossimo turno questi salgono sulla Fantasma.
    Sono tre navi: una affiancata a voi, una affiancata ad un altra nave lunga e una che è rimasta al largo.
    Vengono contate come galee.

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    Dagon Greyjoy • 14 Febbraio 286 • Fantasma • Baia di Lorath
    "Ciò che è morto non muoia mai, ma risorga più duro e più forte."

    Una frase detta a mezza voce, in risposta alla litania pronunciata dai suoi compagni. Vi era emozione in quelle parole, odio e sete di sangue. Come era giusto che fosse! Il dono del Marbrand fino a quel momento aveva portato più problemi che altro... ma poteva avere ancora degli usi una volta arrivati ad Ibb. O così almeno sperava. Non aveva però tempo di controllare quella bestia o i suoi uomini dall'ammazzarsi a vicenda. Non in quel momento perlomeno. A quello ci avrebbe dovuto pensare Sween per ora...

    "Guai...sono sempre guai."

    Parli del diavolo... l'eunuco doveva davvero temere la gente di Lorath per avere quel tipo di reazione. Ma il mare era il regno dell'Abissale e Dagon era il suo campione. Una cosa era evitare di correre contro un ostacolo a testa bassa, l'altra era fuggire da un confronto.

    "Abbassate le armi e preparatevi ad accogliere il Custode, siete sotto la protezione delle Navi Ombrose, di Lorath e di Boash!"

    Nomi che significavano poco se non nulla per il Greyjoy, e la cui conoscenza non era particolarmente intenzionato ad approfondire. Nel frattempo due navi si erano avvicinate alla sua flotta, una in particolare sembrava avere tutte le intenzione di affiancarli per far salire qualcuno sulla nave lunga.

    "State calmi, ma non abbassate la guardia."

    Cercò di farsi sentire dalla maggior parte degli uomini a bordo. Avrebbe voluto evitare che qualche testa calda causasse un qualche massacro; se qualcuno l'avesse fatto sul suo ponte, quello sarebbe stato lui. Attese quindi che la passerella fosse posta e che i suoi "ospiti" si fecero avanti, aspettandoli ad un paio di metri dal cornicione.

    "Buongiorno, signori. Sono Dagon Greyjoy, capitano della Fantasma. Apprezzo la vostra offerta ma immagino possiate vedere anche voi come non necessitiamo della vostra protezione."



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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    I soldati che seguivano Dagon a bordo della Fantasma si quietarono solo parzialmente tenendo comunque qualcuno, qua e là, le armi in bella vista. Inoltre, quando il capitano Greyjoy diede l’ordine di far salire a bordo della nave lunga il Custode e chi lo accompagnava, l’eunuco sembrò farsi ancora più piccoli. Aveva provato perfino a tornare sottocoperta, ritenendo probabilmente che stare a stretto contatto con la donna di Ibb forse una sorte migliore che trovarsi sul ponte insieme a tutti gli altri.
    Il Custode di Boash si ergeva maestoso sul ponte dell'imbarcazione da guerra di Lorath. Prima di scendere sulla passerella, si era appoggiato ad uno dei parapetti e scrutava in lontananza. La sua figura era avvolta in una veste chiaramente cerimoniale di un blu profondo, ornata di un simbolo al centro che era lo stesso che era stato collocato sulle vele della nave. Sul volto, invece, vi era una benda nera, avvolta attorno alla parte superiore del suo viso, copriva gli occhi in un gesto devozione al Dio Cieco. Nonostante la cecità apparente, la sua postura e i movimenti rivelavano che quell'uomo dovesse riuscire a vedere molto bene ciò che vi era davanti a sé. Un altro dettaglio che Dagon poté notare fu quando il Custode cominciò a percorrere la passerella, scendendo per raggiungere il ponte della Fantasma; erano i piedi nudi del Custode. Difficile credere che un uomo annunciato con co tanta veemenza non potesse avere neanche qualche pezzo di bronzo per mettere insieme delle calzature che lo potessero riparare dalla durezza del terreno.
    Fu il Greyjoy il primo a parlare e lo sguardo coperto del Custode si diresse proprio verso di lui. Pur essendo parzialmente nascosto dalla benda, si poteva notare che i lineamenti del viso fossero regolari, segno di un'età non troppo avanzata, e che quello suo sguardo coperto trasmettesse comunque un'intensità inquisitoria, come se riuscisse a scrutare non solo dentro l'anima dell'Uomo di Ferro ma addirittura nei fondali più oscuri del mare.
    "Dagon il Westerosi, un timoniere proveniente da onde lontante, un nome che forse altrove può dire qualcosa ma nei Grandi Labirinti non può che trovarsi di fronte alla sua insignificanza" affermò il Custode con una voce profonda. Dagon riusciva a capire quelle parole ma l'accento era profondamente diverso da quelli che aveva sentito finora, molto più chiuso e quasi altisonante, come se provenisse dal passato.
    "Gli uomini e le navi sconosciute di quest'uomo navigano in acque che appartengono a Boash. Questo dio non è indulgente verso coloro che attraversano il suo regno senza rispettarne la sacralità. Spiegate la vostra presenza in queste acque" Dichiarò.
    Alzò una mano, ma ancora prima che il Greyjoy potesse rispondere, continuò:
    "Che si sappia che le parole di questo timoniere saranno pesate nella bilancia di Boash, solo uno sciocco penserebbe che la protezione di cui questo timoniere necessita si trovi nelle asce occidentali. Che questo uomo dica il vero e ne estragga la sua benevolenza", concluse il Custode.

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    Dagon Greyjoy • 14 Febbraio 286 • Fantasma • Baia di Lorath
    "Gli uomini e le navi sconosciute di quest'uomo navigano in acque che appartengono a Boash. Questo dio non è indulgente verso coloro che attraversano il suo regno senza rispettarne la sacralità. Spiegate la vostra presenza in queste acque."

    La mascella di Dagon si contrasse. Chiunque fosse Boash, doveva essere una patetica merdina se aveva come suo rappresentante un pezzente che si fingeva cieco. E con quale arroganza proclamava il controllo di quei mari! Ogni singolo metro di acqua salata apparteneva unicamente all'Abissale... e a loro. Ma evitò di lasciarsi qualche aspro (e giustificato) commento: non aveva senso ritardare il suo viaggio ulteriormente per litigare con quella manica di stronzi.

    "Che si sappia che le parole di questo timoniere saranno pesate nella bilancia di Boash, solo uno sciocco penserebbe che la protezione di cui questo timoniere necessita si trovi nelle asce occidentali. Che questo uomo dica il vero e ne estragga la sua benevolenza."

    Schioccò leggermente la lingua prima di parlare.

    "Siamo semplicemente di passaggio, andiamo verso Ibb. Porto anche qualche schiavo con me, ma non ero sicuro se la vostra città fosse interessata a comprarli."




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    Dagon • 14 febbraio • Tardo pomeriggio •Fantasma - flotta di Dagon • Baia di Lorath


    "Ibb"? Domandò palesemente stupito il Custode, che aveva fallito fino a quell'istante nel trasmettere particolari emozioni o segnali in base a quanto si erano appenda detti.
    "Sono pochi quelle che intenzionalmente attraversano queste acque per giungere in quella terra maledetta...e ancora meno solo quelli che decidono di farlo autonomamente."
    Sollevò una mano con il palmo aperto e la posizionò davanti a sé, a poca distanza dall'Uomo di Ferro.
    "Boash sussurra nelle tenebre dell'anima, e io sento il suo richiamo attraverso questo uomo. La mia vista permette di vedere oltre la coltre di nebbia che ammanta questa figura." Era chiaro stesse parlando di Dagon, la cosa particolare era però che quelle parole continuavano ad essere rivolte proprio al Greyjoy stesso.
    La mano del Custode cominciò a tremare, impossibile sapere se fosse stata infusa di chissà quale magia o essenza o se era invece fosse una pura e umana paura di fare il passo più lungo della gamba.
    "Alla Città del Dio Cieco potrebbero servire selezionati uomini della fosse " Che quell'uomo stesse semplicmente reclutando?
    "Eppure più cerco di osservare cose c'è dietro questa maschera, più la vista viene offuscata e annerita"
    Non era certo difficile capire che per Dagon, pur capendo il senso generale del discorso, alcune parole suonassero desuete ed arachaiche.
    "Qualcuno protegge questo uomo dallo sguardo del Dio Cieco...com'è possibile?" La domanda sembrava retorica, senza destinatario ed espressa ai quttro venti, ma era veramente così?
    Qualunque cosa stesse succedendo, Dagon avrebbe potuto sentire un leggero fastidio. Come un breve ma presente inizio di mal di testa.
    Per un istante vide ancora Pyke, così realistica come se le vette fossero davanti a lui come nella realtà lo era il Custode. La voce riapparve "Perché hai richiamato l'Antico Male?"
    Oramai era complicato capire cosa fosse reale e cosa non lo fosse, eppure dopo un battito di ciglia non vi era altro che il Custode e la sua scorta davanti a lui, con il palmo della mano aperto e ancora puntato verso il capitano della Fantasma. Dal sudore che scorreva a goccioline, era chiaro che qualunque cosa stesse succedendo non stava andando come doveva essere.

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