Non tutto il male vien per nuocere

Corale Vidya- Josephine

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    Vidya Bolton - Josephine Mallister• 30 gennaio 286 • Città delle Tombe -Portico• Tramonto

    Forse la vecchiaia aveva giocato a Maestro Harwin un brutto scherzo.
    La "scorciatoia" che aveva suggerito alle due ragazze per raggiungere più in fretta la loro meta si stava rivelando in realtà una gran perdita di tempo, ancor più perché le piogge incessanti dei giorni passati avevano reso il terreno fangoso un ostacolo fin troppo pesante per l'avanzata dei carri, che non potevano contare su un sentiero lastricato come sarebbe stato quello della Strada del Re.
    Fortunatamente l'aiuto rapido dei soldati Dustin mandati a raccoglierli, così come l'olio di gomito dei partecipanti della spedizione che più di una volta dovettero prendere sulle spalle questo o quel lato di qualche carro, permisse alle due ragazze di raggiungere Città delle Tombe nei tempi previsti. Quel che era certo era che l'umore dei presenti era andato peggiorando di giorno in giorno e l'arrivo alla Fortezza dei Dustin sembrò ai più quasi un miraggio. Il portico in legno che ammetteva all'edificio principale era abbastanza grande da accogliere il passaggio di tutta la comitiva senza troppe difficoltà e piuttosto recente rispetto al resto del castello e delle case circostanti.
    "Casa Dustin vi dà il benvenuto, Lord William, al vostro servizio." -ad accogliere la spedizione alla fine del lungo porticato c'era un uomo straordinamente alto, vestito di una lunga pelliccia e con capelli e barba in disordine. Appariva serio nel suo parlare e persino i suoi omaggi avevano una certa aurea di solennità. Al suo fianco invece c'era una donna che manteneva intatta la sua bellezza nonostante l'avanzare degli anni e che curava il suo aspetto con maniacale devozione: "Lady Barbrey. Io e mio marito vi preghiamo di accettare pane e sale a testimonianza dell'ospitalità che vi garantiamo."
    A quelle parole un paio di servitrici si fecero avanti porgendo alle Lady una tazza di sale e due tozzi di pane da consumare come tradizione dei Primi Uomini all'ingresso nel castello. Alle spalle dei Padroni del castello, v'era un'altra Lady, silenziosa e dallo sguardo penetrante. Sia Josephine sia Vidya avrebbero potuto immaginare si trattasse di Amanda Tallhart, la sorella di Lord Tallhart e moglie di Ser Erik Dustin che invece sembrava mancare all'appello.
    "Non ho ben capito che state facendo però e che ci fate qua." -era evidente che Lord Dustin fosse un tipo di poche parole e le informazioni che aveva ricevuto sul pellegrinaggio della coppia di fanciulle non erano state ben comprese. La moglie per tutta risposta gli riservò un'occhiataccia.

    CITAZIONE
    Cerchiamo di ricavare il meglio anche da questa deviazione!

    Limite post: mercoledì 6 dicembre
     
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      Città delle Tombe · Tramonto · 30 gennaio 286AA
    Attraverso il vetro appannato della carrozza il paesaggio appariva nebuloso, come velato da una leggera foschia. Un dipinto privo di ogni dettaglio e contorno, in cui colori e forme scorrevano lenti sotto lo sguardo e il cupo verde e paglierino dell’erba si mescolava all’arido bruno delle coltivazioni e degli alberi, per poi sfumare nel bardiglio del cielo.

    Le spoglie e spettrali lande dell’entroterra, con i silenti tumuli e le distese punteggiate dalle pietre di altari abbandonati, erano ormai alle loro spalle. Gli accidentati sentieri, lungo i quali avevano arrancato per giorni, avevano gradualmente lasciato il passo a stradine piú praticabili e le prime abitazioni, sempre meno isolate, avevano fatto la loro comparsa, segnalando l’approssimarsi della loro destinazione.

    Scegliere di rinunciare alla sicurezza e comodità garantita dalla Strada del Re - ne era consapevole - era stato un grosso azzardo. Tuttavia, l'itinerario indicato loro dal Maestro di Piazza di Torrhen, si era rivelato molto meno conveniente di quanto avessero mai potuto presagire. La scorciatoia, di per sé a stento visibile per via dell’incuria e disuso, era stata difatti resa quasi del tutto impraticabile dal fango creatosi in seguito alle precipitazioni, complicando ulteriormente la loro avanzata. Date le condizioni, senza il provvidenziale apporto degli uomini Dustin, in quel territorio ingannevole e privo di reali riferimenti agli occhi dei forestieri, avrebbero probabilmente rischiato di perdersi, o, a causa delle numerose soste forzate per liberare i carri impantanati, accumulare un consistente ritardo sulla tabella di marcia prevista.

    Vidya passò la mano sul finestrino, sentendo la fredda patina di condensa dissolversi sotto le dita, e guardò il grosso rilievo che si stagliava di fronte a loro increspare, simile ad un'improvvisa onda erbosa, l'irregolare linea dell’orizzonte. La Collina della Grande Tomba. Era lì, secondo le leggende tramandate nel Nord, che da millenni giaceva il Primo Re - il vero primo sovrano dei Primi Uomini - di cui il tempo poteva aver obliato il nome, ma non il mito della sua figura. Altre, invece, ricordò, considerando l’imponenza del tumulo, affermavano fosse il luogo di riposo di un Re dei Giganti.

    Sulla cima, nonostante la distanza, era possibile scorgere il profilo di Barrowhall, con le sue alte torri quadrangolari in legno, dominare sull'ondulata pianura circostante. Una vista, quella dell’ancestrale seggio di Casa Dustin, che aveva spesso silenziosamente cercato nelle ore e nei giorni precedenti, quando lo sconforto e la stanchezza aveva minacciato di prendere il sopravvento, rendendo ogni miglio più lungo ed ogni passo più pesante.

    Non mancava ancora molto.

    Sospirò, rincuorata, e rivolse la propria attenzione alla ghirlanda che teneva in grembo, osservando compiaciuta l'intricata composizione e il modo in cui i diversi elementi si incastravano gli uni con gli altri. Il contrasto cromatico tra il rosso-ocraceo dei rami del ginepro con il candore degli alberi diga. Resilienza e protezione. La flessibilità del salice alternata alla robustezza degli alberi sentinella. Sacralità e Secolarità. Una mescolanza di sfumature e consistenze, quanto di simbologie e significati, che stava dando vita ad una sorta di diario arboreo del loro pellegrinaggio, in cui ogni componente narrava una tappa e portava con sé l'essenza dei territori attraversati.

    Controllò la tenuta della base e, avendo cura di non pungersi con gli aghi, sistemò i diversi rametti, allentandoli e stringendoli ove ve ne fosse bisogno. Giunta all’ultimo - incompleto - anello, si fermò. I polpastrelli a sfiorare il viticcio che lo componeva e la mente volta alla mattina in cui lo aveva colto, recidendolo da un antico monolite.

    Ricordò la meraviglia provata nel trovarsi dinanzi ad uno di quei reperti a cielo aperto, solida eco di un'epoca remota e misteriosa, di cui, fino a quel momento, aveva potuto solo leggere vaghe descrizioni e testimonianze sulle ingiallite pagine dei libri. Ed avvertì, come allora, l’acuto desiderio di lasciarsi alle spalle la spedizione e rimanere lì, a studiarne i dettagli per scovare indizi e scostare il velo che celava il passato della sua gente. Sentimento immediatamente soffocato dall’amara consapevolezza dei suoi doveri e responsabilità. Aveva quindi guardato l’antico blocco, avvolto quasi del tutto da un groviglio di rampicanti ed erbacce, trovandovi la perfetta rappresentazione della sua condizione e stato d’animo. Solitaria e dimenticata, stretta nella morsa del mondo che la circondava.

    Era stato catartico liberarlo da parte di quel viluppo, dandogli respiro, ma i segni erano rimasti. Alcuni leggeri, sotto forma di superficiali macchie e indentature che il tempo avrebbe levigato e lavato via, altre, invece, erano incise come cicatrici sulla pietra, alterandone l’aspetto per sempre. C’erano poi tracce più recenti, conseguenze del temporale della sera precedente, che persistevano, cristallizzate dal gelo di quell’alba senza sole, come la sgradevole sensazione lasciata dalle parole della Mallister nei suoi confronti.

    Vere e proprie accuse che sul momento aveva ignorato, preferendo concentrarsi nel cercare di stabilire una connessione a livello umano con i prigionieri, provando a riscuoterli dal trincerato silenzio in cui si erano chiusi e permettergli - seppur brevemente, e forse troppo tardi - di trovare in qualcuno ascolto e conforto. A distanza di ore, tuttavia, queste continuavano a perplimerla e a riproporsi nei suoi pensieri.

    "…Avete appena commesso un ingiustizia, Lady Vidya…
    Sottrarre ad un uomo il libero arbitrio. Ora è prigioniero sia di catene fisiche che spirituali…"



    Cosa c'era di iniquo e irragionevole nel sottrarre un uomo, già piegato da morte, dolore, odio e poi dalla prigionia, ad una ulteriore -per quanto inconsapevole- angheria? Un gesto, quello della Mallister, che poteva apparire come una provocazione a chi una scelta non aveva - e uno schiaffo agli sforzi profusi dagli uomini della scorta e da Carol.

    In quale irreparabile danno morale aveva mai precipitato il malcapitato e i suoi compagni, ponendo fine alle sue velleità di martire?

    Lady Josephine aveva forse dimenticato di fare parte di una delegazione diplomatica? Il loro operato doveva essere scevro di ogni estremismo ed emotività. Guardando all'imminente arrivo nei territori teatro di quella deriva d'intolleranza, fondamentale sarebbe stata, per entrambe, la capacità di sedare quell'animosità, e dimostrandosi capaci di rimanere salde nello spirito, anche davanti a smaccate e deliberate provocazioni, improperi o dileggi; di essere pronte ad opporre al cieco fanatismo la ragione, e al personalismo la collaborazione.

    Il suo frapporsi alla lama offerta al prigioniero e il suo riscuoterla ad alta voce davanti a tutti, che tanto avevano arruffato le piume della Giovane Aquila, era avvenuto proprio in quest'ottica di distensione.

    Non potevano permettersi di fallire, cedendo alla pressione che gravava su di loro.

    Strinse le labbra in una piega amara e, in silenzio, riprese pazientemente a lavorare il viticcio. Lo modellò e piegò, facendolo scorrere tra i rametti già presenti. Un modo per tenersi occupata durante quell'ultimo tratto di strada, quanto uno scudo per scoraggiare ogni tentativo di approccio e dialogo da parte dei suoi compagni di viaggio. Ad un osservatore esterno sarebbe difatti parsa completamente assorta in quel lento, ripetitivo, compito e del tutto distaccata ma, in realtà, Vidya ascoltava, vigile, prendendo nota di quanto accadeva intorno a lei. Di tanto in tanto, le mani interrompevano l’intrecciare e le pallide iridi Bolton scivolavano discrete verso il finestrino, scrutando impazienti oltre la breccia aperta nella condensa.

    *


    Varcarono le porte della cinta al calare del tramonto, mentre i tiepidi raggi del sole stavano perdendo l’eterna lotta contro le scure ali del Pipistrello, tingendo ogni cosa di tenui e malinconiche sfumature.

    Annunciati dallo stanco scalpitio degli zoccoli dei cavalli e dal sordo rombo delle pesanti ruote che affondavano nel compatto strato di terra umida, si erano mossi lungo le dritte e ampie vie che l’attraversavano, per poi risalire, lentamente, il pendio verso il grande tumulo.

    Città delle Tombe era uno degli insediamenti più popolosi e antichi del Nord, e la sua anacronistica architettura sembrava testimoniarne l’appartenenza ad un altro tempo. Aveva osservato, man mano che li superavano, i semplici edifici e le abitazioni in legno, soffermandosi con occhio critico sulle datate, e potenzialmente vulnerabili, strutture di difesa costituite dalle alte e possenti palizzate, ben lontane dalle solide e rassicuranti mura delle fortezze di altri seggi; ed aveva colto i volti e le confuse voci dei curiosi al loro passaggio, che, attirati dalla vista dell'insolito convoglio e dei pellegrini, avevano interrotto le loro mansioni in preparazione della sera affacciandosi dalle finestre o fermandosi lungo il ciglio della strada.

    Scesa dalla carrozza, il suo sguardo si posò immediatamente sulle figure ferme ad attenderle all'ingresso della magione.

    Lord Dustin svettava su tutti. Alto e solido, con gli scarmigliati capelli castani che gli sfioravano le spalle in ispide ciocche e la folta barba, sembrava uscito da uno dei racconti delle leggende del Nord sugli antichi e selvaggi guerrieri dei Primi Uomini. Dal piglio severo e lievemente accigliato, le fissava solenne.

    Al suo fianco, la Lady sua moglie, si distingueva per raffinatezza e grazia bilanciando la trasandata ruvidezza del Lord. Il volto maturo, dai morbidi e regolari lineamenti, conservava intatta la bellezza della gioventù, ed era incorniciato da una lunga chioma di un biondo cosí chiaro da rendere quasi indistinguibili i primi accenni dell'età. Guardandola con attenzione, poteva ritrovare in lei i colori e i delicati tratti di Bethany, sebbene gli anni trascorsi al Forte e i dispiaceri dell’ultimo anno avessero privato Lady Bolton del vigore e radiosità che emanava la sorella.

    Fiera, con passo fluitante, coprí la breve distanza che li separava, portandosi al loro cospetto.

    «Lady Vidya Bolton,» si presentò e, impeccabile e aggraziata nelle movenze, si produsse in una riverenza in segno di rispetto. La sua algida eleganza ed austerità messa in risalto dal castigato abito in velluto porpora visibile sotto al mantello, con l’alto collo e le rigide e affilate linee dal taglio quasi militaresco. «I miei rispetti alle loro Signorie.»

    Rivolse poi la sua attenzione alla donna che si trovava alle spalle dei Dustin. L'aristocratico portamento e le pregiate vesti dalla tipica sobria fattura del Nord, indicavano fosse anch'essa d'alto rango. Si soffermò sugli indagatori occhi chiari con i quali, silenziosa, le studiava, simili ad altri che aveva già incrociato giorni prima, ed un nome prese forma nella sua mente. Tallhart. «Ossequi, Lady Amanda.» Ser Erik Dustin, suo marito, non le era accanto. Forse, come Lord Cerwyn, si trovava ancora a Sud o al seguito del Giovane Lupo.

    Quando una delle servitrici, su ordine della Lady, le si avvicinò, prese il tozzo di pane dal piatto e, intingendolo delicatamente nel sale, lo avvicinò alle labbra. «Ég tek tilboði þínu um brauð og saltr*», mormorò, scegliendo di suggellare quella reciproca promessa utilizzando l’antico linguaggio. Parole forse ignote ai più tra i presenti, ma il cui suono e significato era sicuramente familiare a coloro che potevano vantare radici profonde nella terra del Nord. Un modo per omaggiare, in quanto discendenti dei Re dei Tumuli e dei Re Rossi, l’ancestralità dei loro casati.

    «Vi siamo grati per l'ospitalità che ci state accordando, seppur in simili impreviste circostanze» disse, a conclusione del rito. «E vi ringraziamo, Lord Dustin, per aver prontamente inviato uomini in appoggio, a noi e al nostro seguito di pellegrini.»

    "Non ho ben capito che state facendo però e che ci fate qua."



    Una domanda diretta, priva di ogni orpello diplomatico. Era chiaro che il Lord, ad onta del chiaro imbarazzo di Lady Barbery, non fosse tipo da perdersi in inutili chiacchiere e convenevoli. Vidya non si scompose e, seria e imperturbabile, resse il suo sguardo, indecisa nello stabilire se la confusione dell’uomo, riguardo lo scopo del loro pellegrinaggio, fosse dovuta ad una qualche ambiguità del messaggio inviato dal Tallhart; o se si trattasse di un modo per esprimere le proprie riserve riguardo la messa in atto della loro ambiziosa, e con molta probabilità troppo utopistica, azione pacificatrice. Uno scetticismo che con loro scorno si erano già trovate ad affrontare a Piazza di Torrhen ma che, ora, sentiva di iniziare a comprendere.

    «Spirano venti di fronda» rispose, altrettanto netta ed essenziale. «Su mandato della Lady Madre di Grande Inverno ci stiamo dirigendo verso i territori di confine Flint-Mallister, ove tafferugli - sfociati in atti di reciproco spregio - hanno portato all'esasperazione degli animi tra i fedeli dei Sette e degli Antichi Dèi.» Un’animosità e livore che, non c’era bisogno di specificarlo, se non arginati, potevano potenzialmente infiammare l’intera Regione. «Il proponimento di questa delegazione», continuò con convinzione, la sua voce pacata ma ferma, «è quello di sedare gli animi e rinfocolare il minacciato spirito di fratellanza.»

    Fece dunque una pausa, la seconda parte della domanda era più spinosa da affrontare.

    Perché si trovavano lì?

    Il Maestro Harwin era stato molto convincente nell’esporre i vantaggi della scorciatoia e la giovane Lady si era lasciata tentare, confidando nell’esperienza e nella conoscenza del territorio dell’anziano sapiente. Forse se fosse stata più lucida, e non provata da una lunga e tormentata notte insonne, avrebbe prestato più attenzione alle mappe e sollevato qualche obiezione.

    «Abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che, seppur non di agevole percorrenza, la strada attraverso le Terre delle Tombe avrebbe consentito di accorciare i tempi,» spiegò, limitandosi a raccontare i fatti, «cosa per noi indispensabile considerando i fedeli al nostro seguito e vista l'urgenza di giungere a destinazione.» Trasse un sospiro e scosse lievemente la testa con leggero disappunto. «Ma è evidente che, a monte, ci sia stato un errore di valutazione.»

    I fuochi che per gran parte del viaggio erano stati punto d'incontro e occasione di convivialità, accendendo di voci e persino di risate le tenebre che circondavano l’accampamento durante le soste, erano diventati sempre più freddi e silenziosi. Qualcosa si era spezzato. L'umore dei soldati e dei pellegrini, già messo a dura prova dalla disavventura vissuta per mano dei falsi briganti, era stato del tutto spento ed incupito dalle difficoltà e continue complicazioni sul loro cammino.

    Dal canto suo, la giovane Bolton, aveva fatto il possibile per limitare i disagi, cercando di rassicurare gli animi nella sua veste di Cerimoniere e alleviare le sofferenze fisiche distribuendo cure e rimedi all'occorrenza. Ma c’erano stati momenti in cui aveva seriamente temuto per la riuscita della spedizione, e lo strisciante dubbio che potessero essere state depistate di proposito l'aveva attanagliata più di una volta.

    «Un errore che si è, però, rivelato provvidenziale» riprese, seria, impedendo a quell'intoppo di scoraggiarla e tentando di razionalizzare quella disavventura, concentrandosi su ciò che di positivo era venuto da questa. «La deviazione ci ha permesso di constatare con i nostri occhi la situazione d'instabilità nel territorio» cosí come, aggiunse mentalmente, valutare le posizioni dei Lord dinanzi alla nascente crisi, «e realizzare la reale portata del problema.» Se come previsto avessero seguito la Strada del Re, dove il costante flusso di viandanti e il maggior controllo la rendeva una tratta più tranquilla, non si sarebbero imbattute in Aldric, venendo così a conoscenza dell'avanzata dell'eresia; né, grazie ai prigionieri ora in coda al corteo, avrebbero aperto gli occhi sulla reale portata della minaccia che incombeva sui domini del Metalupo. «Ora abbiamo una maggiore consapevolezza di ciò che potrebbe attenderci al confine.»

    Non avevano approcciato la missione diplomatica con leggerezza, eppure la situazione rischiava di superare le loro più pessimistiche aspettative.



    Parole: 2452

    * Ég tek tilboði þínu um brauð og saltr = accetto questo pane e sale
     
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    Vidya Bolton - Josephine Mallister• 30 gennaio 286 • Città delle Tombe -Portico• Tramonto

    Lady Vidya aveva preso in mano la situazione e la grazia con cui aveva omaggiato la tradizione non era passata di certo inosservata. Il Lord in particolare sembrava compiaciuto, mentre sua moglie osservava con apprensione la giovane Mallister. Forse il clima del nord era troppo rigido per il fiore di Seagard, forse si sentiva in ansia di fronte a nobili dalle tradizioni così diverse dalle sue, o ancora semplicemente i suoi occhi avevano visto abbastanza.
    "Bene. Fate riposare i cavalli e accomodatevi nel mio studio. Ciò di cui dobbiamo parlare merita meno orecchie e più muri."
    "Non solo i cavalli devono riposare, marito. Lasciate che le fanciulle si ristorino dopo il lungo viaggio."
    Se i due coniugi si amassero o meno questo non era dato saperlo, quel che era certo era che Lady Barbrey non aveva alcun timore a far sentire la sua voce; qualcosa di comune, forse, nelle corti del nord ma di certo non a Seagard. Qualcosa che però Josephine aveva imparato a conoscere frequentando la sorella di Lord Bolton.
    "Se Lady Josephine desidera riposare lo faccia, Vidya è una Bolton. Sono fatti di un'altra pasta, seguitemi."
    Nonostante le rimostranze della moglie, Lord Dustin sembrava poco "propenso" ad usare l'arte della diplomazia e sembrava davvero non capire, o forse non lo faceva davvero, che le sue parole potevano risultare offensive per la figlia di Lord Jason. Alla fine la Signora scosse la testa portandosi al fianco della fanciulla a cui porse il braccio: "Non date retta a mio marito, con l'età si è bevuto il cervello. Venite con me, vi accompagno nelle vostre stanze."
    ---
    Se lo segui
    Vidya Bolton• 30 gennaio 286 • Città delle Tombe -Studio di Lord Dustin• Tramonto

    Lord Dustin procedeva con passo militare verso una torre alta e stretta che si apriva alla fine dei portici: "Come sta Roose? Gli è passato l'acciacco alla schiena? Inizia a farsi vecchio anche lui..eh eh.."
    Senza la grazia di mantenere aperta la porta per la fanciulla o di scostarle la poltrona in velluto rosso per farla accomodare, il Signore di Città delle Tombe si gettò in malo modo sulla sua, di fronte ad uno scrittorio in legno massiccio che occupava quasi tutta la piccola stanzetta quadrata della torre.
    "Quando ho saputo che Lord Stark c'aveva portato i Mallister lo sapevo che non sarebbe andata a finire bene, gliel'avevo detto a mia moglie." -quindi sollevò le mani in alto -"Per carità si capisce tutto eh si capisce, e sono sicuro che tra loro ci siano tante brave persone. Lady Josephine qua per esempio è una bella figliola e sa stare zitta, non faticherà a trovare un brav'uomo del Nord che la mariti non ci piove."
    Ah la semplicità di alcuni uomini oltre l'Incollatura!
    "Però siamo troppo diversi...è come prendere un cosciotto di montone e servirlo con la salsa al limone. Non c'azzeccano insieme, è inutile no?"

    CITAZIONE
    Ho dato modo a Josephine di scostarsi perché è un po' assente questo periodo, ma se vuole seguire anche lei il Dustin può farlo liberamente nel suo post. Diciamo che William non è esattamente il tipo che si farebbe problemi a parlare così anche in faccia a lei ecco rotflmao

    Limite post: venerdì 22 dicembre
     
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      Città delle Tombe · Studio di Lord Dustin · Tramonto · 30 gennaio 286AA
    Tenendo l'orlo della gonna lievemente sollevato affinché non le fosse d'impaccio, Vidya, si incamminò lungo l'ultimo tratto di portico; il leggero rintocco degli stivaletti sulle assi in legno scandiva i suoi passi, alternandosi a quello più pesante e marziale del Lord che, a grandi falcate, la precedeva.

    Parte di lei avrebbe voluto riposare come suggerito da Lady Barbrey. Lavare via le ore di viaggio, assieme alla stanchezza accumulata in quei giorni, con un rilassante caldo bagno. Spogliarsi, almeno per quel breve lasso di tempo, dei pesanti e opprimenti abiti come di ogni preoccupazione e responsabilità. Ritirarsi nella sicurezza di una stanza dopo le lunghe notti trascorse all'aperto, tendendo l'orecchio ad ogni sinistro movimento proveniente dal buio.

    Ma non poteva permetterselo. C'erano questioni impellenti da discutere e importanti decisioni da prendere.

    Vidya catturò una ciocca, sfuggita dalla blanda stretta del fermaglio a seguito di una folata di vento particolarmente vigorosa e, sistemandola distrattamente dietro l'orecchio, sollevò il volto. La torre verso cui erano diretti si ergeva, snella e slanciata, poco più avanti. Come le altre strutture all’interno della cinta non vi era dubbio fosse molto antica - probabilmente risalente al primo insediamento, quando le armi erano forgiate col bronzo e i Re dei Tumuli governavano il Nord - longeva testimone di secoli di storia quanto arcaico simbolo di potenza e prestigio. Diversi vessilli ne vestivano di giallo le pareti in pietra e legno, muovendosi, silenti e fieri, ad ogni refolo. Non vi era punto, realizzò, spaziando velocemente lungo le altre torri ed edifici, in cui lo sguardo si potesse posare senza incontrare lo stemma del Casato. Aveva spesso sentito definire i Dustin una famiglia particolarmente orgogliosa ed, ora, mentre i suoi occhi indugiavano sulla corona nera che - a richiamo del loro regale lignaggio - sormontava le rugginose asce da battaglia incrociate, ne comprendeva il motivo.

    Sogguardò l’uomo, studiandone il piglio fiero, e la mente tornò allo scambio a cui aveva assistito pochi istanti prima.

    Le donne del Nord erano note per il proprio spirito indomito. Una forza che si esprimeva in maniere diverse: in campo militare, in ambito politico e muliebre. Giustappunto, durante il suo breve soggiorno a Grande Inverno, aveva avuto potuto osservare la saldezza della Lady Madre nel gestire il seggio, avendo a che fare con tracotanti - e a volte rissosi - Lord.

    A spiazzarla, in quel momento, non era stato il vedere Lady Dustin far sentire la propria voce. Era stata la confidenza che si evinceva dalle parole schiette - quasi sfrontate - che aveva rivolto al marito, e il modo in cui questi non le avesse minimamente intese come una lesa maestà, limitandosi ad ignorarle e perseverare, con scorno della sua signora, nel proprio atteggiamento. Una disinvoltura e libertà del tutto inconcepibile per altre nobildonne. Anche al Nord.

    Pensò a Bethany, alla quale gli Dèi avevano riservato un destino ben diverso da quello della sorella. Se Lady Bolton avesse difatti anche solo provato ad immaginare di usare quei toni - e per di piú in pubblico - nei confronti di Roose, Vidya ne era certa, sarebbe stata la prima e ultima volta.

    Chinò il capo, tranciando di netto quel filo di pensieri, sentendosi quasi di far torto al fratello con simili considerazioni e, iniziando a risalire le scale che li avrebbero condotti allo studio, tentò di focalizzarsi su quanto l'attendeva e prepararsi a discutere delle spinose questioni in ballo.

    Nonostante la sicurezza che ostentava, nascondendo ogni dubbio e timore dietro una maschera di altero distacco e formalità, era pur sempre una giovane Lady, nuova a destreggiarsi tra i delicati equilibri sui quali si reggeva il regno. E questo per lei era l'ennesimo banco di prova.

    L’interno della torre era rischiarato dai cupi raggi del sole calante. Da quell’altezza, notò, lanciando un’occhiata attraverso le finestre, si aveva una visuale quasi del tutto completa del territorio circostante. Colse il baluginante brillio dell'affluente del Lancia di Sale oltre le alte palizzate. Scorse il lento ruotare delle pale del massiccio mulino a vento che fiancheggiava la collina. E, poco più in basso, intravide parte dell’ingresso, ove alcuni soldati della loro scorta erano impegnati a scaricare i primi bagagli mentre i cavalli, di cui fin lì si potevano udire gli irritati nitriti, venivano condotti verso le scuderie. I suoi occhi, infine, si posarono su un gruppo di figure più lontane.

    I prigionieri.

    Tese le labbra in una linea sottile, determinata. Quegli uomini erano la testimonianza dello stato farraginoso della Regione, del diffuso senso di abbandono in cui parte della popolazione versava e del crescente inasprimento degli animi. Il loro ravvedimento poteva essere una speranza.

    La voce del Lord irruppe dunque nel suo rimuginare, riportandola al presente.

    "Come sta Roose? Gli è passato l'acciacco alla schiena? Inizia a farsi vecchio anche lui..eh eh.."



    Vidya aggrottò la fronte, confusa, e, allungando il braccio per impedire alla porta dello studio di richiudersi alle spalle dell’altro, lo seguì all’interno della stanza.

    «Da quando ho lasciato Forte Terrore, più di una luna fa, non ho avuto modo di tenermi in contatto con Lord Bolton», premise, chiedendosi con non poca preoccupazione se non si riferisse a qualche sviluppo recente di cui lei era all’oscuro, «l’ultima volta che ci siamo visti, tuttavia, godeva di ottima salute.» Quindi, soffocando il timore che l’aveva attanagliata, accennò un piccolo sorriso. «Come avete detto poc’anzi: al Nord siamo fatti di un’altra pasta.»

    Il Signore di Città delle Tombe non difettava solo in diplomazia, constatò con divertito sconcerto mentre l'osservava ricadere pesantemente sulla poltrona, ma anche in buone maniere. Non solo l'aspetto, persino il comportamento dell’uomo evocava epoche lontane - tempi in cui le relazioni erano più semplici e spontanee, prive di ogni affettazione e delle insidiose e rigide regole dell’etichetta. La sua poca raffinatezza, tuttavia, non le sembrava nascondere alcun reale intento di mancarle di rispetto.

    Dopo un breve momento di esitazione, incerta se dover attendere l’invito a sedersi o meno, la giovane nobildonna prese posto sulla poltrona posta innanzi al massiccio scrittoio, il caldo fruscio del velluto ad accompagnarne gli aggraziati movimenti. Discreta, scorse velocemente lo sguardo lungo il piccolo studio. Se dall'esterno la magione dei Dustin appariva modesta ed essenziale rispetto ad altre fortezze, il suo interno poteva rivaleggiare con le più eleganti roccaforti della Regione - seppur, osservò, soffermandosi sulla scarna robustezza della scrivania, mantenendo la sobrietà e praticità del Nord.

    Non appena l’uomo iniziò a parlare, Vidya comprese ancor di più la necessità di affrontare il discorso in privato. In tempi precari e di tensione come quelli che stavano vivendo, ogni appunto e critica rivolta al proprio Lord Maggiore poteva facilmente essere travisata e strumentalizzata da chi aveva interesse a trarne guadagno, o alimentare il serpeggiante risentimento. Un pericolo da cui lei stessa - soprattutto in quanto Bolton - doveva guardarsi, calibrando con cura ogni parola pronunciata.

    Lo ascoltò esprimere riserve sulle scelte di Lord Stark, facendo attenzione a non far trapelare le proprie opinioni a riguardo e, quando l’altro si affrettò a spiegarsi, annuì comprensiva, come a rassicurarlo di intendere il senso del suo discorso. L’imperturbabile compostezza interrotta solo per un istante con l'inarcarsi di un sopracciglio alle parole sulla Mallister.

    «Ho avuto modo di conoscere Lady Josephine,» principiò, nascondendo il leggero disappunto per quella visione tanto limitante, «posso testimoniare che il Lord che avrà l'onore di coprirne le spalle con i colori del proprio casato potrà vantarne, non solo la beltà e riservatezza,» doti che la fanciulla di Seagard indubbiamente possedeva, «ma godere di tutte quelle qualità proprie di una giovane Lady del suo rango, e scoprire in lei la risolutezza e coraggio dimostrati nell'organizzazione e gestione di questa missione diplomatica.»

    L’utilizzo di un audace accostamento culinario per spiegare l’incompatibilità tra le genti di terre e culture tanto lontane tra di loro, nonostante la gravità della situazione, le strappò un piccolo sorriso. «È un abbinamento difficile,» concesse. Lei stessa, come per il perdono ai Bruti, riteneva che quelle del Giovane Lupo fossero scommesse, più che scelte, frutto di un eccessivo ottimismo e della indefessa fiducia che il Lord riponeva nei propri alfieri. Alla fine erano loro a dover affrontare le conseguenze delle sue decisioni e arginare eventuali criticità sul territorio. «Ma, come la storia ci insegna con i Manderly, non impossibile.» Con la giusta ricetta, e sensibilità di chi la componeva, anche la carne di montone poteva essere accostata a del succo di limone. «Invero la situazione, sotto molti aspetti, è diversa. I tempi sono diversi.» Quando, dopo l’esilio, il Tritone era stato accolto nel branco del Metalupo, le sue mani non erano certo macchiate di sangue fresco dei Primi Uomini e nessun Lord in carica era stato privato di parte dei propri possedimenti. «La diffusione dell'eresia, poi, non fa che aumentare l’attrito tra le fazioni…» Fece una pausa, insicura di come approcciare la faccenda. «A tal proposito,» riprese, concentrando tutta la propria tensione nella stretta delle mani che teneva in grembo, «con noi abbiamo dei prigionieri, parte di un gruppo armato che, a cinque giorni da qui, ci ha teso un’imboscata. Uomini il cui giudizio è stato offuscato dalla rabbia e dalla paura a causa dei soprusi subiti per mano dei seguaci di Illyria e dei loro conniventi.»

    Sospirò, portando la mente a quei concitati e angoscianti momenti. L’albero riverso al centro del sentiero. Il sordo schiocco della freccia che si infiggeva nel legno della carrozza. La vischiosità del sangue contro le sue dita mentre ricuciva lo sgarro che avevano aperto sul volto di uno degli ostaggi. La snervante attesa durante la sortita. Lo sdegno e odio negli occhi dei prigionieri con le ginocchia nel fango…

    «Dall'interrogatorio è emerso che il tutto era stato orchestrato con obiettivo ultimo ottenere l’aiuto della Mallister» proseguì, una volta terminato il breve resoconto dei fatti intercorsi nelle Terre delle Tombe e degli orrori emersi dalle storie personali dei prigionieri. «Si auspicavano che questa, in qualche modo, intercedesse in loro favore e fungesse da deterrente contro gli eretici responsabili dell'assalto e razzie nei loro villaggi.» Come esattamente intendessero procedere, a distanza di giorni, non le era ancora chiaro. Ma da quanto aveva potuto constatare, molte delle loro azioni erano frutto dell’emotività e non di piani o strategie ben studiati. «Eretici che hanno potuto fare affidamento su appoggi nel Nord.»

    Tacque, fissando le pallidi iridi sull'uomo. «Si nascondono tra i mercanti. Fanno proseliti. Sobillano e terrorizzano la popolazione.»

    Veniva da chiedersi se gli scontri e le provocazioni che stavano portando scompiglio al confine non fossero dovuti solo ad una semplice incompatibilità, ma avessero anche nella follia Illyriana la loro matrice.

    «Temo non siano casi isolati e che la diffusione sul nostro territorio sia più capillare e strutturata di quanto ci si aspettasse.»



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    Vidya Bolton• 30 gennaio 286 • Città delle Tombe -Studio di Lord Dustin• Tramonto

    "Temete bene." -il Lord era rimasto in silenzio ad ascoltare il parlare della donna, riflettendo sulle sue parole non già per educazione quanto perché davvero la riteneva capace di formularsi un'idea in merito alla Mallister meglio di quanto avrebbe potuto fare lui in poche ore.
    "Se quel che raccontate è vero, la situazione è pure peggiore di quanto immaginassi." -si grattava il mento. Non era certo uomo da girare troppo intorno alle questioni, ma Vidya, per quanto sorella di Roose, restava ancora un'estranea e non sapeva quanto potesse condividere con lei.
    "Non vi siete chiesta perché i vostri prigionieri pensassero che Lady Josephine potesse fungere da deterrente per i fanatici?" -no, parlare per allusioni non faceva decisamente per il povero William che iniziava a sentire sulle spalle il peso della conversazione -"Ci sta siano solo disgraziati senza educazione per cui un seguace dei Nuovi Dei vale l'altro...gente che non fa distinzioni tra un normale baciasette o uno di questi matti in culo però..."
    Lord Dustin sbattè i palmi delle mani sul legno aprendo un cassetto della scrivania e consegnando una missiva nelle mani della sorella del Signore di Forte Terrore; ne aveva abbastanza di danzarellare attorno alle questioni in punta di piedi.
    "Questa me l'ha mandata Robert Flint."

    La situazione ai confini è precipitata.
    I nostri villaggi sono stati attaccati da gruppi di fanatici. Ho visto con i miei occhi uomini, donne e bambini marchiati con il simbolo degli eretici e torturati in modi che neppure nei miei incubi peggiori posso ricordare. Mia cugina risponde che devono trattarsi di eretici dal mare o dall'Incollatura e invia truppe a pattugliare la zona, ma quello che si mormora tra le fila dei miei uomini è ben diverso.
    Sono state ritrovate cappe con l'aquila argentea dei Mallister addosso ai pochi che sono stati ammazzati. I sopravvissuti raccontano di aver udito gli invasori parlare di Seagard. Non c'è stata nessuna dichiarazione ufficiale, ma se questo è vero... se i fanatici provengono dai territori di Lord Jason, qui non si tratta più di scaramucce tra seguaci dei Vecchi e dei Nuovi Dei.
    Questa è guerra.
    Potrò contare sul tuo aiuto quando il momento sarà maturo, amico mio?



    Edited by Freene - 9/1/2024, 07:20
     
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      Città delle Tombe · Studio di Lord Dustin · Tramonto · 30 gennaio 286AA
    L'atmosfera nel piccolo studio era mutata. Il peso di quella conversazione e la gravità delle sue implicazioni incombevano su di loro, minacciando tenebre assieme alle sempre più intense ombre del crepuscolo.

    "Temete bene. Se quel che raccontate è vero, la situazione è pure peggiore di quanto immaginassi."


    La lapidarietà con cui Lord Dustin aveva confermato le sue paure e angosce la geló. Il pericolo che, sino ad allora, era stato solo un lontano ed incorporeo spettro che aveva infestato i suoi pensieri, agitando costantemente la sua mente durante il viaggio, si era materializzato. Rimase immobile e, in silenzio, con crescente apprensione, lo osservò dibattere brevemente tra sé e sé, lisciandosi la lunga barba con movimenti lenti e meccanici, cogitabondo, probabilmente titubante riguardo quanto e cosa condividere. Non poteva biasimarlo. Ai suoi occhi, immaginava, doveva apparire come una giovane - idealista e inesperta - Lady alle prese con qualcosa di ben più grande di lei.

    E, pensò, sentendo la soffocante morsa della responsabilità, nonostante la sicurezza e compostezza che continuava ad ostentare, in effetti lo era.

    "Non vi siete chiesta perché i vostri prigionieri pensassero che Lady Josephine potesse fungere da deterrente per i fanatici?..."


    Vidya inclinò la testa, d’un tratto guardinga, le iridi che si muovevano interrogative, studiando la seria espressione dell'uomo per cercare di capire dove questi volesse andare a parare. «Si sono riferiti a Lady Josephine come “colei che parla con i pazzi di Illyria"... Abbiamo assunto fosse per quanto avvenuto a Piazza di Torrhen, ove è riuscita nell'impresa di riportare sulla retta via un eretico … » Si fermò, la sua voce, fino a quel momento ferma e pacata, sfumò in una nota d'incertezza al ricordo della confusione dei prigionieri quando la giovane nobildonna di Seagard aveva fatto cenno ad ‘Aldric il Redento’. Confusione che, lì per lí, aveva liquidato come dovuta al loro ignorarne il nome, ma che ora assumeva un significato ben diverso. ”...Ti sei fatto sfuggire persino la sostituta...” era stato il rimprovero rivolto da uno dei falsi briganti al più giovane tra di loro che, stremato e deluso, aveva deciso di parlare durante quel primo interrogatorio. Un’ulteriore frase a cui non aveva dato più di tanto peso e che, in prospettiva, suggeriva un’altra interpretazione alle loro intenzioni. Presa com'era dal cercare di placare gli animi ed evitare che la situazione degenerasse in conseguenza del poco accorto intervento della Mallister, non aveva approfondito la questione, rimandando l'interrogatorio vero e proprio in un luogo e in un momento piú appropriati.

    Premette le mani, allacciate in una nervosa stretta, contro l'addome, come a calmare lo stato di agitazione suscitato da quell’allusione. Possibile si fosse sbagliata cosí tanto su Lady Josephine? Ricordava l'ardente indignazione con cui fin da subito, con parole nette e di feroce condanna, ella aveva preso le distanze dai deliri della Targaryen. Aveva visto la profondità della sua fede nella dottrina ufficiale del Credo, lo slancio e disciplina con cui ne seguiva i dettami, così come aveva constato la sua apertura -per quanto timida- e tolleranza durante il loro confronto sulle differenze tra le due religioni. Le risultava difficile credere fosse stata ingannata.

    Diverso era il discorso per quanto riguardava la sua famiglia…

    Lo schiocco dei palmi del Dustin, battuti sul duro legno dello scrittoio, recise di colpo quella spirale di pensieri, riportando bruscamente la sua attenzione al presente e al legnoso stridio di un cassetto che veniva aperto.

    Si sporse leggermente in avanti sulla poltrona e prese la missiva portale dal Lord. Svolse la pergamena con cautela, curiosa ma allo stesso tempo timorosa di quanto vi avrebbe potuto trovare, quindi, con un ultimo sguardo all'uomo seduto davanti a lei, iniziò a leggere.

    "La situazione ai confini è precipitata..."


    Le parole prive di ogni eufemismo del Lord di Dito della Silice erano state vergate con la pragmaticità e l'impellenza di chi, uso al comando, non indulgeva in inutili preamboli, e tratteggiavano in modo coinciso e ficcante il precipitare degli eventi.

    Vidya serrò la mascella, la tensione chiara nella linea netta della labbra e nell'irrigidirsi della già austera postura. Erano trascorsi poco più di una decina di giorni dalla mattina in cui la Lady Madre l’aveva messa a parte di ciò che stava accadendo nei territori tra i Flint e i Mallister, chiedendole di affiancare Lady Josephine in quella operazione pacificatrice in rappresentanza dei Primi Uomini, eppure il quadro della situazione era mutato drasticamente e risvolti ancora più drammatici sembravano profilarsi all’orizzonte.

    «Lo scenario che più di ogni altro paventavamo si è dunque avverato» mormorò, turbata, lo sguardo che continuava ad indugiare sulle terribili immagini create dall’inchiostro. Gli atti di vandalismo e gli sfregi inferti agli Alberi Diga, che tanto l’avevano riempita di bruciante sdegno, impallidivano dinanzi alle violenze perpetrate contro i loro fratelli accennate dal Lord. Scene di una brutalità e crudezza tali da aver segnato persino chi, come il Flint, aveva assistito e vissuto gli orrori della guerra. Uomini, donne e bambini innocenti torturati senza pietà. La loro carne marchiata con la Stella a Sette Punte. Un simbolo che, dopo secoli di pacifica convivenza, stava tornando ad evocare terrore e dolore tra i seguaci degli Antichi, minando pericolosamente il già faticoso e traballante equilibrio tra i due culti, e che cominciava a inquietare anche i fedeli alla dottrina rappresentata dalla figura dell’Alto Septon. Un'aggressività e brutalità crescente quella dei fanatici che, pur non sorprendendola, avendo udito le testimonianze dei prigionieri sulle barbarie avvenute nei loro villaggi, la perplimeva e crucciava profondamente. Cosa pensavano di ottenere terrorizzando in questo modo la popolazione? Il loro agire, più che a quello di paladini religiosi, era simile a quello dei razziatori delle Isole di Ferro. Non potevano neanche essere paragonati agli antichi guerrieri missionari votati ai Sette, poiché i loro attacchi non si traducevano in conquista del territorio e conseguente conversione dei suoi abitanti, ma alla mera distruzione e sconvolgimento di questi. Quale era il loro obiettivo ultimo dunque? Porsi come gli aguzzini spargendo sangue non avrebbe portato altro che ad una maggiore chiusura nei confronti del verbo Illyriano, generando null'altro che false conversioni e odio nei loro confronti. Le loro menti erano così offuscate dal delirante fanatismo da non vedere quanto controproducenti fossero le loro azioni? O quello che sembrava un seminare caos e sfacelo senza senso altro non era che parte di un disegno, e questi folli strumento per la destabilizzazione dei Sette Regni.

    Proseguì con la lettura e apprese con sollievo dell'invio da parte di Lady Elysa Flint-Stark di truppe aggiuntive per monitorare e proteggere le zone teatro dei vili attacchi. Era importante, per quanto non fosse una mossa risolutiva delle criticità sorte, mandare un messaggio alla popolazione, farli sentire al sicuro facendo percepire concretamente la propria presenza. L'agguato di cui erano state vittime, dopotutto, era frutto proprio del senso di abbandono che aveva spinto quegli uomini a cercare di prendere la situazione in mano e farsi giustizia da soli.

    "... Non c'è stata nessuna dichiarazione ufficiale, ma se questo è vero... se i fanatici provengono dai territori di Lord Jason, qui non si tratta più di scaramucce tra seguaci dei Vecchi e dei Nuovi Dei.
    Questa è guerra...."


    All’inespressa, ma chiara, accusa nei confronti di Lord Jason Mallister, celata tra quelle parole e quel pesante ‘se’ lasciato in sospeso, sogguardó Lord Dustin. Le allusioni di poco prima assumevano un senso.

    Comprendeva la diffidenza e ritrosia verso chi, come i Mallister, si era macchiato di tradimento; e condivideva il timore per il potenziale pericolo rappresentato dall’assegnazione, a questi, di un terreno tanto strategico per la regione come quello della Costa Pietrosa. Tuttavia la Lady Madre aveva dato loro il compito di mediare - essere la voce della ragione in quel rimpallo di responsabilità e accuse - e Vidya, pur tenendo a mente queste nuove informazioni, non avrebbe permesso al sospetto di offuscare il proprio giudizio.

    «L’eresia è come la malerba in un campo» disse dunque dopo un lungo silenzio, posando la lettera sullo scrittoio. Una Stellaria, subdola e resistente, le cui sementi passavano inosservate, attecchendo nel terreno silenti, per poi crescere e diffondersi velocemente, invasiva e infestante. «E come tale va trattata: estirpandola alla radice.» Affermò, risoluta, schiena dritta e mento alto. Se le aquile di Seagard, come sembravano alludere quelle testimonianze, erano implicate in qualche modo, che fosse per complicità o per colpevole inazione, sarebbero stati sradicati insieme al resto. «Onde evitare di vanificare gli sforzi profusi sin qui, e sacrificare inutilmente il raccolto, occorrono azioni mirate, tenendo ben presente che la contaminazione può, sì, ingenerarsi nel terreno stesso ma anche essere introdotta da agenti esterni.» Non dovevano abbassare la guardia ma neanche saltare a conclusioni affrettate, iniziando a ventilare la possibilità di una guerra, e rischiare così di puntare il dito verso chi era loro amico e, nel processo, perdere i frutti di una proficua alleanza, finendo per facilitare il lavoro di indebolimento del territorio da parte degli eretici.

    Fece una pausa. I suoi occhi, che differivano da quelli di suo fratello solo per una leggera velatura di verde, incrociarono nuovamente quelli del Dustin. Un errore, il basarsi su parziali indizi e lasciarsi dominare dal pregiudizio, che i Lord del Nord avevano commesso con i Bolton, quando, nella confusione durante la guerra contro i Bruti, avevano accusato Roose di tradimento.

    «Uno degli eretici identificati dai nostri prigionieri, tra coloro che hanno attaccato i villaggi, è un mercante delle Terre delle Tempeste di nome Ed.» Fece presente, mettendo sul tavolo tutte le informazioni, anche le più piccole e apparentemente insignificanti, di cui era in possesso. Un dettaglio che sembrava dare adito alla posizione della Lady Madre che vedeva la provenienza degli Illyriani oltre i confini del Lupo. Questo, però, non smentiva necessariamente ciò che la presenza delle cappe dell’Aquila Argentea tra i fanatici poteva rappresentare. «Non è difficile immaginare che i terreni dei Mallister siano stati visti come i più vulnerabili, e potenzialmente fertili, alle loro follie.»

    L’annessione di Seagard nei territori del Metalupo, infatti, non aveva destabilizzato solo il Nord. La prospettiva di divenire parte di una regione ai loro occhi tanto lontana e barbara negli usi e costumi aveva, con molta probabilità, generato risentimento e paura nei suoi abitanti, che vedevano minacciato il loro retaggio culturale, tradizioni e religione.

    «È imperativo trovare le risposte a quel “se” e determinare le certe responsabilità.» Una breccia era stata aperta nell’impenetrabile muro che costituiva il Nord, dovevano ricompattarla prima che fosse troppo tardi. «Questa nostra missione diplomatica può offrirci l'opportunità di farlo.»



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    Vidya Bolton• 30 gennaio 286 • Città delle Tombe -Studio di Lord Dustin• Tramonto


    Lord Dustin si passò ancora una volta una mano sulla barba ispida, contemplando le parole uscite dalla bocca di Vidya. L'atmosfera nel piccolo studio era carica di tensione, e la gravità delle implicazioni pesava sulle spalle di entrambi. Volenti o nolenti, quella era una situazione che doveva essere affrontata e non si poteva sperare che fosse il popolino a farlo.
    "Sarò onesto con voi, Lady Vidya" la voce era roca, come se fosse appesantita improvvisamente da qualcosa.
    "Da una parte mi rendo conto che le vostre parole espongono una situazione che non può essere liquidata facilmente. Essa, ammetto, è più intricata di quanto ognuno di noi avesse potuto immaginare inizialmente."
    Tossì
    "Ma dall'altra, non posso neanche rimanere in attesa di qualche spiraglio che potrebbe mai giungere...Se Lord Jason Mallister fosse coinvolto in qualche modo, abbiamo il dovere di affrontare la questione con serietà e determinazione."
    Lord Dustin fece una breve pausa, le dita tamburellando leggermente sul tavolo.
    "Apprezzo la vostra breve lezione di botanica, Lady Vidya...e capisco il senso dietro la figura della radice...ma lasciate che vi racconti una breve storia, una di quelle che mi porto dietro da molti, molti anni. Quando ero giovane vi era un cavaliere al mio fianco, si occupava di tenermi al sicuro e di tanto in tanto avevamo la possibilità di confrontarci con la spada e con l'arco. Era più di un semplice e devoto soldato di Casa Dustin, era un vero amico. Un giorno, ancora non riesco a spiegarmelo, una banale ferita sulla caviglia ne comportò una profonda infezione che poté essere curata solo con l'asportazione da parte del Maestro dell'intero piede. Una terribile perdita ma almeno il peggio era stato scongiurato. Passarono poco meno di due mesi e la salute di Ser Allewn peggiorò, con l'infezione che in qualche modo si era aggrappata all'intero arto destro. Il Maestro consigliò a quel punto di portar via l'intera gamba. Un'attività a cui non voletti assistere ma gli Antichi Dei avevano buon riguardo per chi aveva operato nel giusto come Ser Allewn. Riuscì ad usare perfino delle stampelle di legno e continuare a vivere per altri circa cinque mesi...Poi, questa malerba, come l'avete chiamata...trovò altro a cui appigliarsi. Beh, sembrate essere una donna perspicace, non serve continui.
    No, Lady Vidya, ci sono passato e per esperienza sappiate che non tutte le cose possono essere estirpate alla radice, pensando di risolvere la situazione...quando qualcosa si diffonde...solo il fuoco può portare beneficio...ora è da capire quanto questa eresia si sia diffusa."

    Smise di tamburellare.
    "Tuttavia, la giustizia richiede prove, e prima di condannare dobbiamo esaminare attentamente ogni dettaglio. Un'indagine approfondita, condotta con imparzialità, è necessaria per stabilire la verità. Questo vorrebbe il nostro Lord Stark."
    Quando il discorso si spostò sulla proposta diplomatica della Lady Vidya, il Lord alzò leggermente un sopracciglio, riflettendo. "Una missione diplomatica potrebbe essere la chiave per risolvere questa crisi senza dover ricorrere alla guerra. Dobbiamo cercare la verità e, nel contempo, evitare di precipitarci in conclusioni affrettate che potrebbero portare a un conflitto aperto. Allo stesso tempo, Lord Flint non è uno sprovveduto."
    Aprì e chiuse la mano sinistra un paio di volte.
    "La vostra prospettiva è preziosa e sono disposto a considerare la via della diplomazia che avete citato, ma solo se questa via porti ad avere Lord Mallister in questa sala, esattamente di fronte a me, dove dovrà rispondere di quanto accusato. Mi assicurerò della imparzialità della situazione ed eviterò che Lord Flint richieda la testa del Lord o della figlia...al cui proposito, spero che anche lei venga condotta qui...tutte le domande devono trovare risposta, anche se queste potrebbero non piacerci."

    Errore mio, dovevo passare ieri a coprire Fre, scusa!

    Allora, il Lord potrebbe venirti incontro nella via della diplomazia...ma alle sue condizioni. Vuole che Lord Mallister e Josephine vengano portati al suo cospetto.


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      Città delle Tombe · Studio di Lord Dustin · Tramonto · 30 gennaio 286AA
    Vidya fissò il Lord, per nulla colpita dal tono a tratti ironico e paternalistico con cui questi le si stava rivolgendo. Un modo, immaginava, per alleggerire la pesante atmosfera del momento e, allo stesso tempo, esternazione del suo poco tollerare il linguaggio - a volte paludato - della diplomazia.

    Quindi aggrottò leggermente le sopracciglia, turbata. La sua non era, però, come sarebbe potuto apparire al suo interlocutore, una reazione al racconto su l'orribile e lento calvario vissuto da Ser Allewn, quanto piuttosto dovuta al suo sentirsi contrariata. A dispetto di quanto affermato, infatti, Lord Dustin pareva non aver affatto compreso il senso delle sue parole - o, almeno, non pienamente. Il suo invito alla prudenza, e a verificare la fondatezza delle voci prima di saltare alle conclusioni, sembrava quasi essere stato percepito come un voler temporeggiare in attesa di fantomatici sviluppi e aperture, o, peggio, un non avere reale contezza dell'urgenza della situazione. Il suo suggerire un’azione mirata e netta nei confronti di coloro che sarebbero risultati colpevoli, scambiato come un ingenuo credere che il tutto potesse essere risolto con qualche condanna.

    Decise tuttavia di tacere il proprio disappunto e, in rispettoso silenzio, continuò ad ascoltarlo rievocare il crudele destino spettato al cavaliere suo amico. Si chiese mentre la voce roca e profonda dell'uomo, accompagnata dall’inquieto rullare delle sue dita sul legno dello scrittoio, riempiva il piccolo studio, se questi si rendesse conto che quella tragedia le offriva, sì, spunti di riflessione su come affrontare l'emergenza attuale, ma, invece di persuaderla della forza annientatrice delle fiamme come unica efficace contromisura ad alcuni mali, la stava convincendo dell'opposto.

    L'amputazione in risposta ad un'infezione era una misura estrema, solitamente l'ultimo tentativo quando tutto il resto era risultato inefficace, o non vi era altra alternativa praticabile. Un metodo drastico per cercare di eliminare il problema invece di curarlo e questo, nel loro caso, più che allo sradicare un’erba infestante alla radice, equivaleva ad incendiare l'intero campo nel tentativo di bonificarlo. Perché le lingue di fuoco avrebbero senza dubbio incenerito l’erbaccia, bloccandone la crescita, ma la loro azione si sarebbe limitata alla superficie, lasciando che le radici continuassero a diffondersi nascoste alla vista - pronte a risorgere con altrettanto, se non maggiore, vigore. Esattamente come era avvenuto con l’infezione che aveva colpito Ser Allewn.

    «Dite bene, la rimozione di una singola radice non libererà il terreno da tutta la malerba - ne sono consapevole» ribatté, pacata, una volta che l'altro ebbe finito di parlare. «Non sono, però, altrettanto sicura che il dare tutto alle fiamme sia un'opzione tanto più benefica e risolutiva contro l'insidiosa natura della minaccia che abbiamo davanti.»

    Fece una pausa, studiando il volto dell’uomo alla ricerca di eventuali cenni di irritazione nel venire, seppur solo in minima parte, contraddetto. Esprimere la propria opinione in modo schietto, ad onta di ogni ripercussione, era un lusso che una giovane Lady non poteva sempre concedersi. E, sebbene il Dustin, così come aveva evinto dalla dinamica tra lui e la sua signora, non sembrava essere particolarmente rigido a riguardo, il timore di mettere un piede in fallo, sconfinando da ciò che era considerato accettabile, permaneva, instillato da anni e anni di raccomandazioni di Septa Loreza.

    «È per l’appunto ad un intervento serio e determinato - in seguito ai dovuti accertamenti - a cui alludevo con la mia metafora», riprese.«Intervento che, ne convengo, deve avvenire entro un ragionevole lasso di tempo - a maggior ragione ora che abbiamo appurato la velocità e ferocia con cui gli eretici si diffondono ed operano - ma che, mi trovate assolutamente d’accordo, non può essere avventato.»

    Accennò un sorriso, sollevata dal fatto che, alla fine, il Lord fosse giunto alle sue stesse conclusioni, abbandonando l’impellenza con cui si era affacciato alla questione per un approccio piú oculato.

    "Una missione diplomatica potrebbe essere la chiave per risolvere questa crisi senza dover ricorrere alla guerra. Dobbiamo cercare la verità e, nel contempo, evitare di precipitarci in conclusioni affrettate che potrebbero portare a un conflitto aperto. Allo stesso tempo, Lord Flint non è uno sprovveduto."

    «Lord Flint non è uno sprovveduto,» concordò. Non metteva in dubbio l’esperienza del Signore di Dito della Silice ed era propensa a credere nella sua buona fede. Ciononostante non poteva ignorare la maniera in cui la questione lo toccasse - troppo - da vicino per poter dare per scontato che egli riuscisse a mantenere la propria obiettività. Si parlava pur sempre di un Lord a cui erano stati arbitrariamente tolti dei terreni e che ora vedeva i propri domini presi d’assalto da sanguinari fanatici. A voler essere del tutto cinici, pensò, Casa Flint non aveva che da guadagnare dalla rovina della Casata dell’Aquila Argentea. «Ma, come noi al momento, non ha che una visione parziale della situazione.» Strinse le labbra e, con aria pensosa, rivolse le pallide iridi sulla lettera ancora aperta sullo scrittoio. C’era inoltre da considerare la cosa dal punto di vista di Lord Mallister. L’alleanza con gli Stark aveva portato sicuramente con sé molte difficoltà ma, soprattutto, vantaggi e insperate opportunità per una casata minore che, fino a qualche mese prima, era stata ad un passo dal venire punita assieme a tutti coloro che si erano resi complici della ribellione orchestrata dai Tully e il Vecchio Leone ai danni della Corona. Le era difficile credere che questi fosse disposto a rinunciarvi, mettendo a rischio la vita di sua figlia e, in generale, il futuro della propria famiglia. Se Vidya poteva considerare la possibilità che la follia Illyriana avesse fatto presa sul buonsenso del neo Alfiere - o semplicemente lo sprezzo verso il branco del Metalupo avesse alfine vinto sulla sua ragione - le riusciva comunque difficile immaginare come il Signore di Seagard potesse essere così maldestro e sprovveduto da non riuscire a coprire le proprie tracce, permettendo a uomini vestiti dei propri colori di prendere parte agli attacchi e razzie, ponendosi bersaglio del sospetto di tutti gli altri Lord. Rialzò lo sguardo, seria. «Dobbiamo approfondire e assicurarci che tutto questo non sia un tentativo di creare scompiglio e dividerci, frammentando il Nord per renderlo ancora più fertile ai semi dell’eresia.»

    Era loro dovere tentare tutto quanto possibile per scongiurare uno scontro diretto e gettare la regione nel caos di un nuovo conflitto. Una guerra che il Nord non poteva permettersi.

    "La vostra prospettiva è preziosa e sono disposto a considerare la via della diplomazia che avete citato, ma solo se questa via porti ad avere Lord Mallister in questa sala, esattamente di fronte a me, dove dovrà rispondere di quanto accusato. Mi assicurerò della imparzialità della situazione ed eviterò che Lord Flint richieda la testa del Lord o della figlia...al cui proposito, spero che anche lei venga condotta qui...tutte le domande devono trovare risposta, anche se queste potrebbero non piacerci."

    Sciolse dunque le mani strette in grembo e le pose sui braccioli della poltrona, accarezzando distrattamente il purpureo velluto mentre rifletteva sulla proposta avanzata dal Dustin e le sue implicazioni, sentendo sotto le dita il tepore residuo dei raggi del sole di quella fine giornata.

    C’era differenza tra il tentare di ottenere risposte a delle domande e il cercare conferma alle proprie supposizioni. Una differenza sottile, forse, ma essenziale. E la giovane Bolton temeva che, nonostante il suo profondersi in rassicurazioni e promesse d’imparzialità, il Lord potesse fare l’errore di scadere nella seconda. La colpevolezza dei Mallister, per quanto presunta, sembrava essere già data per scontata, al contrario la veridicità delle accuse mosse dai Flint non veniva minimamente messa in discussione.

    «Un incontro per fare chiarezza,» disse dopo qualche attimo di silenzio, scegliendo le parole con cautela. Non un processo a senso unico. O almeno così doveva essere presentato. Non si poteva trattare Lord Mallister alla stregua di un traditore e non aspettarsi delle ripercussioni in caso venisse provata la sua innocenza. «Previo, ovviamente, consenso della Lady Madre affinché Città delle Tombe sia la sede del confronto», rilanció. Non si trattava più di semplici tafferugli da sedare e Lord litigiosi da gestire, ma di pesanti accuse di tradimento ed eresia - Vidya non aveva l'autorità per predisporre da sé quanto il Lord le stava chiedendo. «Come il nostro Lord Maggiore vorrebbe.»

    Pensò alla giovane di Seagard e la prospettiva di vederla - pur con tutti i rispetti e garanzie del caso - messa sotto torchio la riempiva d'apprensione. Nonostante le numerose differenze la sentiva vicina e non poteva immaginare come questa avrebbe potuto reagire ad un tale risvolto come il vedere la propria famiglia tacciata di connivenza con gli eretici, lei, tanto devota ai Sette e osservante dei dettami della Stella a Sette Punte. Ma, per quanto scomoda e spaventosa, era un questione che non poteva essere rimandata se si voleva gettare luce su quanto stava realmente avvenendo e trovare una soluzione.

    «L'occasione di affrontare l’argomento con Lady Josephine», chiosò, «non mancherà certo nel corso della permanenza della delegazione sotto il vostro tetto.»



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    Vidya Bolton• 30 gennaio 286 • Città delle Tombe -Studio di Lord Dustin• Tramonto


    "E sia." -il Dustin sembrava infine convinto -"Contatterò Lord Flint. Voi scriverete a Lady Elysa e farete in modo che i Mallister partecipino a questo....incontro."
    Aveva roteato gli occhi al cielo ma Vidya aveva ottenuto la sua vittoria.
    "Considerando le tempistiche di spostamento, direi che possiamo aspettarci siano qui intorno al 16 del secondo mese dell'anno. Inutile dirvi che Casa Dustin e Città delle Tombe vi ospiteranno con piacere per queste due settimane che ci separano dal grande giorno."

    CITAZIONE
    Vengo prestissimo a darti tutte le indicazioni necessarie, compresa Josephine che sta tornando!
    Intanto ti lascio le ricompense.

    10 punti esperienza base + 10 punti lunghezza -0 post sotto le 300 parole + 5 mod + 3 interazione + 3 punti per ritardo subito (i tuoi fatti sono stati comunicati)= TOTALE 31 PUNTI ESPERIENZA
    3 punti Diplomazia
    +5 Prestigio
    +3 Fama
    Affinità Mallister +5
    Affinità Dustin +1
    Affinità Flint +1
    Affinità Stark +5
    Affinità (fanatici o eretici o sentiero luminoso...insomma quella che hai segnata per sti tipi strani) -3
    Tratto Riflessiva
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    Descrizione: Il PG dedica molto tempo all'introspezione e al ragionamento
    <i>Effetti Immediati</i>: +1 a tutti i parametri, Non hai il tratto ‘Impulsivo’</p></span>
     
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