L'Ultimo Atto

Libera Leonard

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    Alfiere

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    Leonard Marbrand • 17 febbraio 286 • mattina• MYR





    La Folgore aveva nuovamente attraccato al porto di Myr, e Leonard aveva diligentemente dato ordine di pulire il ponte e rimuovere le vele col sigillo della Banca di Myr. Avrebbe fatto volentieri montare nuove vele con il simbolo di casa Marbrand, del suo esercito personale con la hrakkar ai piedi dell'albero ardente o con quello della Stella a Sette Punte. Tutte scelte significative e importanti ma non aveva tempo da perdere dietro questi dettagli, ancor più perché non voleva in alcun modo dare ad eventuali imbarcazioni vicino a Capo Tempesta l'opportunità di scoprire in anticipo chi stava per giungere.
    Non era mai stato bravo con gli addii, quando aveva lasciato Ashemark era sicuro che in pochi mesi la situazione sarebbe stata risolta ad Approdo del Re e che finalmente anche lui avrebbe avuto un ruolo nella storia come trionfatore.

    Leonard era appoggiato al legno della locanda del Timone d'Oro, dove in tutti questi mesi aveva soggiornato insieme ai suoi compagni di viaggio. Aveva provato a salutare nel migliore dei modi possibili Helen, la giovane ragazza che prima tra tutte l'aveva aiuto nel comprendere la lingua che usavano in quel continente. Aveva salutato con una stretta di mano energica il padre della suddetta ragazza, che anche quando le finanze mancavano non aveva fatto mancare un testo sulla testa al gruppo.
    Era passato perfino dalla caserma portuale, il luogo dove aveva salvato la vita del suo primo schiavo, e dove aveva conosciuto nel tempo uno dei rampolli delle famiglie più in vista di Myr, Adanedhel Phelagos. L'aveva trovato indaffarato e sembrava che quella caserma fosse molto più affollata e in attività quella mattina. Il motivo era completamente sconosciuto a Leonard ma non poté che ricordare con affetto il luogo dove la sua scalata per guadagnare la fiducia di un Magistro era cominciata. Era poi passato proprio di fronte al Palazzo dei Magistri. Per un attimo aveva quasi pensato di chiedere una breve udienza al Magistro Leniar ma, avendo già preparato un messaggio per quest'ultimo, non fece altro che consegnarlo ad uno dei miliziani all'esterno, chiedendo che glielo consegnasse.
    Poche parole: Ad Occidente non sono molte le persone che, oltre a portare il fardello della vita altrui sulle spalle, mantengono il desiderio della conoscenza e la curiosità verso ciò che ancora non conoscono. Sono certo che porterete nel futuro questa Città Libera con grazia e onore.
    Se mai avrete bisogno di aiuto, così come ne ho avuto bisogno io, giungete ad occidente e cercatemi sotto il nome di Leonard. E' un nome comune ma saprete trovarmi.
    Fortunato da Myr
    Certo, la cosa migliore era che tutti si dimenticassero che una delle prime missioni di cui Leonard era stato incaricato era assassinare l'Arconte di Tyrosh.
    E poi? Khal Haggo non era certo uomo propenso a strazianti addii ma Leonard aveva fatto in modo che le loro lame si unissero contro un solo nemico, fuori dalle mura della fortezza di Canio. E anche Yaram, che ora "regnava" su una porzione delle Terre Contese, doveva avere il suo bel da fare...era stato la cosa forse più vicina ad un collaboratore, anche se profondamente divisi dai principi della schiavitù, e ogni contratto che avevano siglato, seppur non sempre onorevole, aveva fatto crescere la fiducia di due uomini nati in continenti diversi e che in altre occasioni non avrebbero avuto niente da spartire l'uno con l'altro. L'unico augurio è che la sua azione di potere potesse tramutarsi in qualcosa di migliore rispetto a quanto aveva fatto il Gallar.

    Mentre era ancora appoggiato vicino alla porta, la sua fidata compagna Nenya si avvicinò, strusciandosi vicino ad uno degli stivali e cominciando a fare dei brontolii molto simili a delle fusa. L'altezza al garrese della hrakkar stava aumentando e tutti i punti che da piccola non presentavano peli ma solo rosea pelle, ora vedevano ciuffi bianco latte. Le accarezzò per qualche momento la pancia, ripensando alla caccia fatta insieme ai dothraki nei quali aveva avuto quasi la peggio, finendo in una lotta senza scampo con un esemplare adulto e maschio della sua stessa specie.
    Aveva lavorato a lungo, e il sospiro che gli era uscito dalla bocca ne era la prova. Il viaggio fino a Qohor, dove la scorto ad una missione diplomatica era diventata qualcosa di molto più sorprendente. Lo scontro con i poveri infetti di quella forma di Morbo Grigio, asserragliati per qualche motivo in un vecchio e antico conglomerato di edifici ormai in rovina, dove, venerando qualche divinità oscura, tenevano al sicuro potenti armi, forse troppo potenti per degli uomini: il Nightrider, un'arma conosciuta anche dai Khal, fatta di acciaio valyriano e che aveva già assaggiato il sangue di chi si era provato ad opporre alla redenzione del Marbrand ad Essos. Per poi giungere fino a Qohor, dove gli uomini veneravano una divinità sanguinolenta ma ciò non gli aveva impedito di trovare flebili punti in comune. Lì era nato Cenere, un equino pari alla notte più oscura ma dal portamento fiero e più imperioso di ogni cavallo visto nelle stalle di Ashemark. Ma quel viaggio non aveva portato solo quelle scoperte, perché anche quella misteriosa figura di cui tuttora Leonard non conosceva il nome e che veniva chiamata solo col l'epiteto "Uomo Agile", aveva fatto la sua comparsa. L'aveva condotto, come se conoscesse i suoi più reconditi pensieri e desideri, fino alle celle del Tempio Nero, dove aveva incontrato la progenie dei suoi antichi avversari valyriani. Gli aveva fatto dono della vita, e così era stato corretto fare, perché non gli era servito ad altro che ad usarlo come merce di scambio a Pentos.

    Leonard alzò lo sguardo al cielo, già Pentos...sì, perché era giunto in quella Città Libera perché in quello strano viaggio Leonard aveva scoperto se stesso così come non era mai successo. Gli Dei gli erano apparsi, senza che lui mai avesse fatto qualcosa di così puro da meritarlo. Gli avevano mostrato un antico passato e la decadenza della Fede a Westeros. Leonard era diventato un prescelto, in qualche modo, un Campione della Fede, la Voce dei Sette Dei. Era diventato completo, ora i due obiettivi coincidevano, nobiltà e politica si erano fusi in un tutt'uno con la restaurazione della Fede che gli Andali avevano perso, e tutto cominciava con la distruzione della stirpe valyriana, che da secoli aveva avvelenato i terreni su cui i loro piedi e le zampe dei loro draghi si erano mossi.
    Mullen era stato chiaro, vi era una cosa grande da compiere, una impresa che non doveva portare alcuna gloria ma solo un fardello divino da portare. Un nuovo futuro da creare.
    Gli Dei lo guardavano e il cielo non vedeva più solcare Ikarus, il drago di Rhaegar, morto per qualche misteriosa ragione che Leonard non comprendeva ma che non poteva derivare se non dalla bontà degli Dei. Uno stolto l'avrebbe potuta prendere come la fine di tutto, di tutto ciò per cui Leonard aveva cominciato a combattere...ma no, quello era solo l'inizio. Una morte che ne avrebbe scatenate molte altre, di tutti quelli che avrebbero tradito gli Andali e gli Dei.

    "Abbiamo concluso, è stato trasportato tutto" Leonard abbassò nuovamente lo sguardo e vide davanti a sé Roncan, o almeno l'uomo che aveva assunto quel nome "occidentale" rispetto a quello con cui era nato in patria, Min Janbo. Uno dei suoi tre fidati alleati che aveva conosciuto in quella Città Libera. Lui, Alyx, l'uomo dal volto sfigurato dagli intrugli alchemici con cui aveva lavorato per una vita intera, e il suo primo schiavo, Buzdarȳ. Tre personalità diverse che doveva ancora comprendere ma che in un modo o nell'altro avevano visto qualcosa in Leonard e nel futuro che aveva loro prospettato.
    "Grazie, ora arrivo." Leonard si diede una spinta e fece un primo passo sul selciato della stradina. Si girò un'ultima volta verso quella locanda e sorrise. Era passato tanto, tanto tempo.
    Voltandosi, vide Zelda Goodbrother, già ormai avviata su quella strada, mentre discuteva di chissà cosa con Rath, il capitano che per primo si era unito a Leonard, e da un solo passaggio da Dorne a Myr, aveva deciso di rimanere con lui in pianta stabile. Uomini di Ferro...Gli uomini dell'Ovest non avevano mai avuto alcuna simpatia per quei razziatori ma Leonard aveva trovato in loro i primi veri alleati di Westeros. Dagon...era ormai salpato da settimane ma portava nel cuore la promessa che quel capitano gli aveva fatto, aiutarlo nella guerra che stava per compiersi e restaurare la libertà e autonomia dei loro popoli.
    Era buffo, perché non erano Andali ma era riuscito con ognuno di loro a mostrare che se si era uniti contro una forma di ingiustizia, anche gli avversari potevano trovare un terreno comune di scontro. Si fidava, si voleva fidare, era la Madre e la Fanciulla che gli imponevano di preservare quei pensieri di bontà e genuinità verso il prossimo. Lo doveva fare.

    Quei pensieri gli avevano impegnato tutto il viaggio fino alla banchina dove si trovava la Folgore. Alzò lo sguardo e la vide...a poppa e che guardava verso il mare...verso Westeros.
    L'eredità dei Lannister fatta persona. Leonard non poteva sapere se ci fossero state ancora persone in vita a portare quel cognome. Quello che sapeva è che lo Sconosciuto gli aveva mostrato la morte del Vecchio Leone, la sua testa rotolata via dal corpo come il peggiore dei criminali. Oramai il corpo di Rhaegar doveva essere diventato pasto per i pesci della baia di Myrth...una fine troppo onorevole per un uomo del genere.
    "Tyche" sussurrò flebilmente.
    Forse in un'altra vita avrebbero potuto anche avere un futuro, chissà, perfino felice, ma Westeros non era ancora luogo per matrimoni felici, per pensare alla sua personale felicità.
    La passerella era posizionata e mentre tutti gli schiavi armati erano ordinatamente posizionati sulla banchina, guardando la nave davanti a loro, gli ultimi rematori portavano provviste e oggetti accumulati in quei mesi da Leonard e compagni.
    "La vuoi indossare ora?" Alyx si era avvicinato e portava con sé l'armatura in acciaio con le decorazioni dell'albero ardente sul petto. Leonard sorrise e gli mise una mano sulla spalla, dando due colpetti e facendo segno affermativo con il volto.
    "Quando hai finito, chiama Buzdarȳ e fallo venire vicino a me"
    Ci volle qualche minuto ma alla fine Leonard era come pronto per scendere in battaglia. Cenere era stato fatto salire sulla nave e uno schiavo lo teneva a poppa, vicino al punto in cui Leonard e Nenya si erano fermati. Davanti a sé vedeva centinaia di schiavi in formazione, e dietro di loro le case di Myr, i mercati, e ancora più lontano l'alto palazzo che ospitava i Magistri. Il cuore gli batteva e quasi non sentiva il peso delle armi e delle protezioni che aveva addosso. Sopra l'armatura, anche la cappa di hrakkar bianca abbelliva spalle e collo, con il volto di quel magnifico esemplare che gli copriva lo spallaccio sinistro.
    Padrone? Mi avete chiamato?
    "Sì, Buzdarȳ, questa sarà l'ultima volta che mi chiamerai Padrone. Buzdarȳ nella mia lingua nativa si traduce con schiavo...così era chiamato tu e Buzdarȳti erano i tuoi simili. Che questo sia l'ultimo giorno che questo nome ti possa definire. Da oggi tu sarai solo Buzdarȳ, un nome che non avrà traduzione, come Leonard, quello che i miei genitori mi hanno donato con la benedizione dei miei Dei, non può essere tradotto."
    Era chiaro, troppo chiaro che il ragazzo non potesse capire tutto ciò in così poco tempo. Come si poteva chiedere ad un animale sempre stato in gabbia di assaporare il dolce profumo della libertà.
    "Buzdarȳti!" Leonard urlò dalla poppa della nave alla sua piccola armata. "Oggi è il vostro ultimo giorno su questo continente! Siete nati o siete diventati schiavi, avete raccolto con le vostre mani le armi che vi sono state date e mai una volta avete osato levarle contro di me, che sono diventato vostro Padrone. Mi avete seguito in battaglia contro un uomo della vostra stessa terra, solo perché ve l'ho ordinato, e perché mal governava sulle persone come voi. Buzdarȳti, da oggi voi attraverserete il Mare Stretto e porrete piede in una nuova terra, quella che mi ha visto nascere e crescere e che per opera di uomini ben peggiori dei vostri precedenti Padroni è ora avvelenata. Buzdarȳti, con la benedizione e la grazia che ho ricevuto dagli Dei che venero, vi comando di combattere per me la mia guerra, a Westeros, ma non come schiavi ma come soldati di quella che nelle vostre città viene chiamata milizia! Vi appellerete a me e agli uomini che saranno vicini a me non come Padrone ma come Comandante, avrete il potere di decidere dove dormire, cosa dire e quale arma impugnare. La disciplina che ben conoscete non sarà più la vostra macchia di schiavitù ma la vostra virtù. E quando gli Dei ci daranno l'agognata vittoria, le vostre vite, così come i vostri cammini, non saranno più decisi da alcuno! Buzdarȳti, oggi io vi libero dalla schiavitù e vi arruolo per la grande guerra che ci apprestiamo a combattere nel nome di ciò che è giusto, vi dono il potere di possedere un nome. A Westeros non sarete criminali e non infrangerete alcuna legge" In fondo, non potevano nemmeno essere definiti ribelli, erano certamente meno colpevoli di un nobile che dichiarava guerra alla Corona.
    Leonard si girò verso Buzdarȳ "Inchinati" Anche a Westeros si tendeva a farlo, prima di nominare dei Cavalieri.
    Il ragazzo, sbigottito, lo fece, di certo perché vedeva quel comando come ancora un ordine provenire da chi poteva decidere della sua vita e della sua morte.
    Leonard gli mise le mani vicino al collo e, facendo pressione su uno dei lati della catena che da anni portava vicino alla pelle, sbloccò il meccanismo facendola cadere a terra.
    La raccolse e la alzò, mostrandola a tutti.
    "E se un giorno vi concederete il pregio di avere paura, urlata al cielo queste parole: Splendiamo bruciando" Si interruppe, poi lo ripeté, questa volta nella lingua di Westeros, quel motto che aveva ripetuto così tante volte.
    "Splendiamo bruciando!
    Da oggi voi non siete più Buzdarȳti ma soldati di Leonard Marband"


    Mesi...da mesi che pensava a come dirlo. Da mesi a cercare importanti frasi.
    No, non c'era nulla di maestoso, nessuna frase pomposa da dire.
    Solo, finalmente, la realtà.
    "A WESTEROS!"

    Edited by Albi_96 - 3/12/2023, 11:18
     
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    Davvero una bellissima libera Albi, complimenti!

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    Affinità: + 10 Affinità schiavi, + 10 Affinità Buzdarȳ
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    + 1 punto Albero Qualità
     
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