Cavaliere del verbo
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Con sua enorme felicità e voglia di vivere si stava nuovamente recando ad una lezione di Storia. L’ultima era stata a malapena sopportabile avendo trattato della Storia della loro Volantis. Peccato che fosse stata anche l’ultima lezione con un qualcosa di interessante da ascoltare. Da quel momento in avanti lo attendevano solo… insulse nozioni di luoghi ancora più insulsi. Si sentì prendere dalla depressione, nella convinzione che avrebbe dovuto fare tutto il possibile per rimanere sveglio in quegli incontri frontali, profumatamente pagati dal suo genitore ma che lui avrebbe volentieri concluso in quel momento.
Possibile che il suo insegnate non si rendesse conto del suo comportamento apatico? Di come i suoi occhi fissavano la parete e non lui, persi nel vuoto dei suoi pensieri? O magari intascava il suo oro, ripeteva a memoria quello che doveva e poi se ne andava a spendere i suoi guadagni. Bella vita, era innegabile, a differenza della sua, almeno nelle prossime ore, che sarebbero state molto soporifere.
Quel giorno in particolare, pensava mentre si trascinava verso la stanza prescelta, avrebbero affrontato un discorso che non aveva praticamente nessuna traccia scritta, ovvero la storia dei Dothraki, se si potesse parlare d storia quando si parlava di quell’infimo popolo barbaro. Quello che avrebbero studiato sarebbe stato probabilmente ciò che avevano fatto, o meglio distrutto, durante le loro interazioni con gli altri popoli.
Si lasciò cadere sull’unica sedia al centro della stanza, in attesa del suo insegnante, che si fece attendere ben oltre l’orario concordato.
Entrò senza degnarlo troppo. Portava con se solo un paio di fogli a differenza dei pesanti topi che si trascinava dietro normalmente, segno che aveva ragione, dei signori dei cavalli non c’era molto di cui parlare.
Si rianimò, raddrizzando la schiena e dando una parvenza di vivacità al suo viso.
Forse la lezione sarebbe durata poco! Si sforzò di mantenere quella pro-positività mentre l’insegnate iniziava a parlare:
“oggi affronteremo la breve storia dei popoli Dothraki, almeno di quella di cui siamo riusciti a venire a conoscenza in questi quattrocento anni dalla loro apparizione nel continente Orientale.
Sappiamo che provengono che Est, oltre le Montagne delle Ossa e secondo le fonti provenienti da Yi-ti là si estende una landa abitata da numerosi popoli nomadi, simili ai Dothraki.
Il fatto che il popolo dei cavalli abbia deciso di invadere il nostro continente pochi anni dopo la caduta di Valyria sembra essere stata una sfortunata coincidenza. Nulla infatti ha mai lasciato presagire, o fatto pensare, un qualche collegamento con il disastro di Valyria.
È anzi triste pensare che, nel caso avessero deciso di passare le montagne qualche anni prima i signori dei draghi avrebbero eliminato la minaccia senza nessun problema, date le mancanze tecnologiche dei Dothraki.
Ma purtroppo questo non avvenne ed i Dothraki percorsero da est a ovest il continente, distruggendo in meno di un secolo tutti i regni di quella che oggi è conosciuta come la distesa Dothraki.
Ma perché i Dotraki erano inarrestabili all’epoca? Oggi giorno sono un nemico distruttivo, difficile la combattere sul campo da battaglia, ma nulla che un robusto paio di mura non riesca a tenere alla larga.
All’inizio invece il popolo dei cavalli non si era ancora diviso in decine di Kalashar ma erano radunati in un’unica, grande ed enorme Orda. Decine di migliaia, un intero popolo, capace di portare morte e devastazione e di sconfiggere i piccoli eserciti di regni e città grazie unicamente alla differenza dei numeri.
L’impulso della loro avanzata distrusse anche buona parte delle città Qarthi nella desolazione rossa e parte delle colonie Valyriane dell’est.
Anche alcune delle città libere vennero attaccate e depredate, ma le successive divisioni dell’orda in diversi Khalasar ridimensionò la minaccia al livello attuale.”
il silenzio calò sulla stanza.
“beh, non c’è molto altro da dire” aggiunse Kelso a mo’ di scusa.
Bene! Perfetto!
Si alzò rapidamente, congedandosi ancor più rapidamente, per andarsene a fare altro, ma cosa aveva da fare? Era dura da ammetterlo, ma non molto, la lista delle sue possibili attività si era molto ridotto negli ultimi mesi.
Era fiducioso che avrebbe trovato trovato qualcosa. Anche il semplice far niente sarebbe stato preferibile ad un’altra lezione del genere. Andare a vedere la bottega? Un giretto al mercato degli schiavi? Una qualche festa forse? Doveva controllare la pila di inviti vicino al camino dell’ingresso, forse c’era qualcosa in programma per quella sera che i servi non avessero ancora usato per avviare il fuoco.
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8 punti esperienza, Storia Essos 5, +10 affinità Dothraki |
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