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Semilibera Dagon

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    Dagon Greyjoy • 30 Gennaio 286 • Fantasma • Mare Aperto
    I lenti passi di Dagon risuonarono sul legno scricchiolante della sua nave. Quando finalmente percorse tutte le scale che conducevano alla sua stiva, ebbe visione del suo ospite.

    "Oh speravo di trovarti qui!"

    Al centro della stiva, in catene che gli bloccavano braccia e gambe al pavimento, stava il liberto che aveva catturato nella fortezza di Canio. Ad uno dei lati poi stava Vhagar (ad un certo punto era stato necessario darle un nome), la tigre che Eimar aveva vinto a carte a Myr. Non gli pareva avesse mangiato oggi. Aveva ordinato ai suoi di andare a prendere l'ex-ex schiavo dal mucchio che avevano guadagnato dall'ultima razzia per avere una conversazione privata sulla Fantasma. Aveva specificato come non fosse necessario essere gentili durante il trasporto.

    "Sai sono stati giorni complessi e ho avuto molto per la testa! Stare in mare però permette di schiarire i propri pensieri e... volevo parlare di ciò che è successo alla fortezza."

    Si avvicinò con calma all'uomo per poi abbassarsi, poggiandosi sui propri talloni. I ricordi della morte del Re erano ben vividi nella sua mente, le implicazioni gli erano chiare e ne aveva già discusso con il Marbrand... ma alcuni dettagli erano ancora fumosi. C'era qualcosa in moto, qualcosa di grosso.

    "Perciò ora faremo un gioco che io amo chiamare Dimmi la cazzo di verità. Tranquillo, è molto semplice: fondamentalmente più informazioni mi darai, meno ossa ti spezzerò."

    Il suo sguardo si fece serio, aggressivo. Come se stesse per sferrargli un pugno.

    "Perché Rhaegar Targaryen ha riconosciuto la tua voce? E che c'entra il Velaryon con tutto questo?"



    Semplicemente vorrei interrogare il liberto di Canio, png che ho catturato qui, su ciò che sa riguardo la morte del Targaryen.
     
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    Dagon • 30 gennaio • Fantasma - flotta di Dagon • Mare aperto


    Il libero di Canio sputò per terra. Di certo sembrava aver acquisito maggio sicurezza rispetto a quella che aveva avuto nella fortezza dello schiavista, forse perché sul momento aveva visto, non solo una volta, la propria vita passargli davanti senza lasciare alcun suggerimento per il futuro.
    A Dagon, però, non sarebbe sfuggito che, anche se con una sfacciataggine dello sputo, quell'uomo era completa preda dell'insicurezza. Gli occhi vorticano velocemente passando dalla figura dell'Uomo di Ferro alla tigre che era state posizionata poco distante e che, senza farsi troppi problemi, guardava non solo l'uomo ma tutti quelli che si avvicinavano come possibile preda da spolpare il più velocemente possibile.
    "Cosa credi, di farmi...di farmi paura?" Non era difficile comprendere che quell'uomo avesse realmente paura, anche se voleva dimostrare il contrario.
    "Tu...tu...quando verranno a sapere che sono ancora in vita e che mi stai trattenendo contro la mia volontà...oh, pregherai che le fiamme di plachino, ma quel desiderio non farà altro che avvilupparti ancor di più nel sacro e infinito fuoco"
    Quello fu l'unico momento in cui le sua minacce potevano sembrare effettivamente tali, doveva essere questo il potere della fede in una propria divinità, infondere nuovo coraggio in chi l'aveva perso.
    Nonostante ciò, il liberto di Canio aveva intenzione di vivere qualche altro in più e, possibilmente, con tutte de dita delle propria mano ben attaccate al resto delle articolazioni.
    "Cosa...cosa ti interessa di quel defunto...era forse un Re per la gente come te ma non era altro che uno stolto cieco per il resto del mondo...i miei padroni lo avvisarono un tempo, che qualcosa stava cambiando, e lui non fece altro che credere che fossimo pazzi, che fossimo sulle sue tracce per ucciderlo...eh, forse una volta non era così...come cambiano in fretta le cose"
    Si mosse un po', lasciando che il ferro delle catene che lo costringevano battesse sul legno della Folgore, creando quel classico tintinnio che si trovava in goni luogo di detenzione dei castelli di Westeros.
    "Demetrius era uno di noi...e aveva intenzione di usufruire della sua conoscenza con il Targaryen per inculcargli un po' di sale in quella testa, qualsiasi cosa che lo facesse rinsavire da quella pazzia"
    "Non ti dirò di più, perché qualsiasi cosa ti dicessi decreterà la mia fine e conseguentemente la tua...non che le nostre vite non siano già finite così...avete rovinato tutto. Tutto."

    Per il momento non è necessario fare tiro di intimidazione perché essendo prigioniero è già spaventato di suo.
    Qualcosa ha detto, ma molto fumoso.
    E' il caso di forzare la mano?
     
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    Dagon Greyjoy • 30 Gennaio 286 • Fantasma • Mare Aperto
    "Cosa credi, di farmi...di farmi paura?"

    "Sì."

    Il pirata fissò il prigioniero senza cambiare espressione. Quel patetico ometta credeva che la sua fede lo avrebbe protetto, che lo avrebbe reso forte. Ma Dagon fiutava la debolezza negli uomini come uno squalo che fiutava il sangue nell'acqua. E lì sotto l'odore era nauseabondo. Ascoltò quindi in silenzio le minacce, le scarne informazioni e la sua testardaggine nel non voler rispondere. Ma quello era un ostacolo facilmente superabile: dopotutto il gioco aveva delle regole.

    "Troppo vago."

    Con un rapido movimento, afferrò l'indice del liberto con entrambe le mani per poi piegarlo di scatto spezzandolo.

    "Piuttosto che preoccuparti di ciò che ti accadrà in futuro, dovresti pensare a ciò che sta per accadere adesso! Ci sono altre nove dita che potrebbero rivelarmi ciò che sai... poi dovrò diventare creativo."

    Gli strinse con forza il collo costringendolo a guardarlo negli occhi.

    "Chi sono questi stronzi di cui dovrei avere così tanta paura? Che volevano dal Targaryen?"

    Un sincero interesse nel frattempo si era accesso sotto tutta quell'aggressività.

     
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    Dagon • 30 gennaio • Fantasma - flotta di Dagon • Mare aperto


    Con mano robusta, il capitano della Fantasma afferrò il dito indice del prigioniero, stringendo con una forza che fece gemere già dal primo secondo le ossa. L’uomo urlò di dolore, ma il suono fu soffocato dalle altre parole di Dagon che, impassibile, serrò ancora di più la presa, fino a quando il dito si spezzò con un suono sinistro.

    Il dolore si diffuse attraverso il corpo del prigioniero “Ahhhhhhhhh!!” Non poté fare altro che urlare mentre le gocce di sudore cominciavano a rigargli dei punti delle guance. Nonostante il dolore lancinante del dito spezzato, riuscì a sollevare lo sguardo verso l'uomo di ferro con occhi che non si capiva bene se implorassero aiuto o fossero invece sfavillanti di sfida. La voce era chiaramente rotta dall’urlo e quello che uscì fu solo il sussurro di una voce strozzata: "Tu non hai idea di chi siano loro, Westerosi. Ho conoscenze tra i Preti Rossi, uomini potenti che non lasceranno impunito il male che mi stai facendo."
    Continuò a tessere la sua tela di minacce, che forse non fosse totalmente un bluff e ci fosse una verità profondamente pericolosa? "I Preti Rossi sono solo alcuni tra quelli che vedono tutto, conoscono ogni peccato nascosto. Se mi fai del male, sarai maledetto per l'eternità. I loro occhi sono dappertutto, anche qui, in queste cabina in mezzo al mare.
    Loro sono i salvatori di questo mondo, più potenti di qualsiasi Magistro, anche di quel tuo Re”
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    Che fosse la verità o no, quell’uomo sembrava credere a ciò che stava dicendo.
    "R'hllor... sacerdote di R'hllor," mormorò, cercando di rendere le parole il più chiaro possibile nonostante il dolore. "Ho bisogno di aiuto. Skorun azantys ziry ēdrusmaan, skorun azantys ziry ēdrusmaan… ziry ēdrusmaan” quelle ultime parole ripetute erano incomprensibili per Dagon ed era come se fossero molto più antiche rispetto al basso valyriano che cominciava a capire. Inoltre, gli occhi del prigioniero avevano cominciato a guardarsi in giro velocemente come se si aspettassero di vedere accadere qualcosa.
    ”Avete già agito contro di loro una volta, sei un incosciente se pensi di uscirne vittorioso”

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    Dagon Greyjoy • 30 Gennaio 286 • Fantasma • Mare Aperto
    "Preti Rossi?"

    Non aveva mai sentito parlare di questi tipi, ma il liberto avevano accennato al Dio Rosso quando erano nella fortezza di Canio. Non ci voleva un genio a fare le dovute corrispondenza, ma ignorava cosa questo potesse significare il loro coinvolgimento. Il suo ospite pareva avere un'alta opinione di loro, oltre che una ferrea fede nel loro dio. Aveva persino iniziato a pregare per la sua salvezza. Dagon non riuscì a trattenere una mezza risata: qualunque stronzata fosse questo Dio Rosso non aveva alcun potere lì in mare aperto, nel cuore del dominio dell'Abissale.

    "Oh beh se sono già stato maledetto per il dito..."

    Si chinò per afferrare una delle gambe del prigioniero. Una volta ottenuta una buona presa sulla caviglia, fece tendere l'arto e sferrò un forte calcio sul suo ginocchio per spezzare la gamba.

    "E come avrei agito contro di loro? Non so neanche che vogliono... perché non mi schiarisci le idee?"

     
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    Dagon • 30 gennaio • Fantasma - flotta di Dagon • Mare aperto


    La risata di Dagon risuonò nella cabina, un suono che mescolava derisione e una sfida aperta contro le minacce velate del prigioniero. Mentre la gamba del malcapitato si spezzava con un "crack"sinistro, l'aria sembrò vibrare di un'energia inaspettata. Il prigioniero gridò nuovamente, il suo viso contorto dal dolore, ma nei suoi occhi brillò una luce strana, quasi febbrile.
    Qualcosa che durò solo per un istante ma che Dagon avrebbe potuto vedere bene.
    Qualcosa che trascendeva l'umanità, come lo avevano fatto i Targaryen nel momento in cui avevano domato il fuoco di un drago.

    "Le tue azioni... le tue azioni hanno già risvegliato la Sua ira" ansimò tra i denti stretti per il dolore. "Non è... non è solo per quello che hai fatto ora, ma per ciò che hai interrotto. Un rituale... stavi interferendo, anche senza saperlo".
    Mentre parlava, le ombre nella cabina sembrarono muoversi, come se danzassero al ritmo delle sue parole. Dagon avrebbe potuto scambiare le parole del prigioniero per il delirio di un uomo spezzato dal dolore, se non fosse stato per il mutare dell'atmosfera, per quel sottile cambiamento che faceva sì che anche il mare sembrasse ascoltare.
    "Non...non puoi sfuggire a R'hllor. Anche qui...anche in mare aperto. Lui...Lui vede tutto" il prigioniero sussurrò, la sua voce ora un misto di dolore e di avvertimento.
    Fu in quel momento che qualcosa accadde. La lampada che oscillava lievemente per il moto della nave proiettò una luce che sembrò inghiottire le ombre, rendendole più dense, quasi palpabili. E poi, senza alcun preavviso, un vento freddo spirò all'interno della stanza, spegnendo la lampada e lasciando capitano e prigioniero avvolti nell'oscurità.
    In quel buio, il prigioniero cominciò a cantilenare nuovamente in quella lingua antica e sconosciuta, la sua voce ora non più debole, ma carica di un potere oscuro. Il tono era divero e Dagon, anche se non comprendeva le parole, poteva sentire il peso di esse.
    "Solo uno stolto pronuncerebbe le parole del Signore della Luce pur non essendone degno...tsk" un chiaro rumore di stizza. Era il liberto nell'oscurità a parlare, eppure era come se non fosse lui.
    "Hai interferito già una volta con l'operato della Congrega, Westerosi, e il tuo futuro è costellato da morte. L'Antico Male pende dalle tue mani e le tue scelte ti porteranno talmente ad est che non tornerai più ad ovest...o talmente ad ovest che non tornerai più ad est. Porterai morte ovunque andrai. Ma puoi ancora sopravvivere, prosegui nel tuo viaggio. Abbandona ciò che ci hai sottratto e tornatene da dove sei venuto...solo così vivrai"
    A quel punto tutto tornò normale...se non per il fatto che improvvisamente, proprio sotto gli occhi di Dagon, il liberto cominciò a prendere fuoco. Prima un piede, poi una gamba.
    Una inspiegabile forma di autocombustione che non poteva essere spiegata in alcun modo.
    Le urla di quel prigioniero in quel momento non erano niente rispetto a quelle provocate dalle ossa rotta da Dagon.

    Ma cosa doveva fare ora il capitano della Fantasma? Provare a salvarlo o lasciarlo al suo destino?
    E a cosa stava assistendo...?

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    Dagon Greyjoy • 30 Gennaio 286 • Fantasma • Mare Aperto
    "Che rituale? Di che cazzo stai parlando?"

    Ormai le parole del liberto stavano sempre più assomigliando ai deliri di un pazzo. La sua utilità si stava rapidamente esaurendo, ancor prima di quanto il capitano avesse anticipato. Forse sarebbe riuscito a strizzare qualche altra informazione prima di dar da mangiare a Vhagar...
    Si stava chiedendo cos'altro avrebbe dovuto rompergli quando arrivarono le ombre. Lo spegnersi della lanterna colse di sorpresa il pirata che perse immediatamente di vista il prigioniero. Ebbe comunque modo di percepirlo quando ricominciò a parlare. Eppure la voce non sembrava quasi la sua.

    "Hai interferito già una volta con l'operato della Congrega, Westerosi, e il tuo futuro è costellato da morte. L'Antico Male pende dalle tue mani e le tue scelte ti porteranno talmente ad est che non tornerai più ad ovest...o talmente ad ovest che non tornerai più ad est. Porterai morte ovunque andrai. Ma puoi ancora sopravvivere, prosegui nel tuo viaggio. Abbandona ciò che ci hai sottratto e tornatene da dove sei venuto...solo così vivrai."

    "Ma che cazzo stai... MERDA!"

    La luce era tornata ma il prigioniero aveva cominciato a prendere fuoco. Da dove fossero arrivate quelle fiamme non ne aveva idea, né aveva il tempo per rifletterci sopra.

    "FUOCO! PORTATE DEI SECCHI D'ACQUA SUBITO!"

    Si era immediatamente diretto verso le scale della stiva richiamando a gran voce i suoi uomini. Se il prigioniero fosse morto o meno, poco gli importava: avrebbe pagato il prezzo per aver venerato un dio meschino o qualunque cosa stesse accadendo lì sotto. Tutto ciò che contava era che le sue stronzate da "Congrega" non danneggiassero la sua nave!

     
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    Il panico pervase la ciurma della Fantasma: non c’era come un incendio in Alto mare per finire dimenticati dal mondo senza lasciare nemmeno l’ombra di un relitto. Secchi di acqua marina furono rapidamente riempiti, ma qualche marinaio accorse persino con le botti acqua potabile tanta era la fretta. Ma con visibile sorpresa di tutti, il corpo che aveva preso ad ardere s’illuminava come una lanterna, scoppiettava come un falò, ma pareva ardere per conto suo, come isolato da ciò che lo circondava. Ne legno ne tessuto nelle vicinanze si incendiarono, nemmeno i peli sulle braccia dei marinai accorsi. Il fuoco scaldava e bruciava al tatto, ma le fiamme non si trasmettevano fisicamente. Una volta che ebbe finito di consumare il prigioniero fattosi bocca nefasta, il fuoco semplicemente si estinse lasciando lo scheletro carbonizzato e un po’ di cenere dietro.
    E’ freddo - si limitò a dire in maniera apatica e distaccata un marinaio tastando quei resti.
    Per quanto fosse salda la convinzione di Dagon, sarebbe stato meglio gestire bene l’informazione di quanto accaduto…poteva davvero diventare vittima di una divinità straniera in Mare? Forse negli Abissi sarebbe stato al sicuro, ma non era il caso di affrettarsi eccessivamente.

    Copro Albi per questo giro, è possibile che poi vogliate chiuderla.
     
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    Dagon Greyjoy • 30 Gennaio 286 • Fantasma • Mare Aperto
    Dagon si limitò a fissare in silenzio il macabro spettacolo che gli stava parando dinnanzi agli occhi. Le grida del prigioniero riempivano la stiva, così come i passi degli uomini che erano giunti per impedire l'incendio. Uno sforzo non necessario, a quel che pareva: le fiamme, pur divorando con voracità la carne di quell'uomo, lasciavano pressoché illeso il legno della Fantasma. Un'innaturalità che fu sottolineata dalle parole di uno dei suoi uomini quando del corpo altro non ci fu che un cadavere carbonizzato.

    "E’ freddo..."

    Cos'era successo lì sotto? Una semplice punizione? Un avvertimento? Una dimostrazione del potere divino?
    Qualunque fosse la risposta, Dagon non si sarebbe fatto intimidire. Se questa "Congrega" e i suoi Preti Rossi si fossero messi sulla sua strada, avrebbero patito la furia dell'Abissale e il freddo acciaio della sua arma.

    "Buttatelo in mare. Abbiamo finito qui."

    Ma al momento il capitano aveva ben altro a cui pensare. I giochi di potere di quei fantomatici stregoni si erano intrecciati al suo percorso, ma ora stavano scivolando ben al di là della sua attenzione. O così perlomeno gli piaceva pensare...

     
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    Eccoci, allora intanto puoi usare tutto quello che hai appreso in questa semi nella quest che ti ho aperto, inoltre diciamo che ti avviso che c'è una trama mooooolto importante che si sta sviluppando alle spalle di Dagon e che per forza di cose reagirà alle sue azioni, anche a quelle che non pensi possano essere minimamente collegate...quanto sentito dalla voce è molto, ma molto importante.
    Lo terrei a mente!

    A presto :D
     
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