Raziel Danaos

Legge 2

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    Parlato Alcaarotar
    Parlato Raziel
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    La grande finestra di una delle sale di palazzo Danaos faceva da cornice dorata al cielo plumbeo, dipinto con sfumature spente di grigio e argento. Il quadro incorniciato tra le imposte di legno massello, avvolgeva l'atmosfera con un leggero manto di malinconia. Le gocce d'acqua scivolavano lungo il vetro, tracciando percorsi irregolari sulla superficie e formando intricati disegni geometrici. Il picchiettio leggero della pioggia risuonava nella stanza come una melodia delicata.
    Le foglie degli alberi nei giardini del palazzo danzavano con grazia, appesantite dal peso delle gocce trasparenti che si adagiavano su di loro. Anche i colori accesi delle chiome sembravano spegnersi alla luce filtrata dalle nuvole grigie, mentre gli uccelli si rifugiavano tra i rami, in cerca di un riparo sicuro dalla pioggia.

    La porta si spalancò di scatto, sovrastando per un secondo la malinconica melodia della pioggia. Raziel si voltò verso l’ingresso. Due passi dentro la stanza, Crixo si inchinò per annunciare l’arrivo di Fratello Alcaarotar.
    Lo schiavo, ligio al suo dovere, aiutò il sacerdote a togliersi il giustacuore fradicio e, salutando cortesemente, prese congedo.

    “Il mio schiavo si prenderà cura del vostro abito. Per quando avremo terminato, vi assicuro che sarà asciutto. Mi spiace che vi siate bagnato. Accomodatevi vicino al fuoco. “

    L’uomo si passò le dita ossute sulla fronte, allontanando così i capelli bagnati da sopra gli occhi. Evidentemente, neppure il cappuccio era riuscito a salvaguardare la testa del prelato dalla pioggia incessante.

    Raziel, vedendo la situazione, avvicinò due poltrone vicino al camino acceso.

    “Prego, sedetevi pure “

    L’uomo ringraziò e si sedette avvicinando ulteriormente la sedia al fuoco.

    “Grazie. Ho commesso uno sbaglio ad uscire di casa senza far uso della carrozza. Poco male, questo fuoco mi scalda a dovere e spero smetta di piovere prima che finisca il nostro incontro. “

    L’uomo parlava con lo sguardo fisso sulle lingue di fuoco danzanti del camino.

    “Oggi parleremo di come funzionano i tribunali a Qohor.“
    Alcaarotar scrocchiò le dita prima di proseguire. Le mani affusolate si allungarono verso la fonte di calore, mentre spiegava a Raziel la natura del potere statale, che vigeva a Qohor. L’uomo iniziò soffermandosi sulla fazione che deteneva maggiori possibilità decisionali: Conclave dei Sommi Sacerdoti.

    I sacerdoti detenevano gran parte del potere politico di Qohor ed erano supportati da un potere laico, formato dalle nobili famiglie della città, che si riunivano nel concilio degli Alti Nobili Rappresentanti.

    Le tre sfere che formavano il potere dello Stato erano suddivise tra le due entità al comando. Il potere legislativo era in mano al Conclave, che veniva supportato dai nobili; il potere esecutivo era diviso equamente tra i due organi di governo, mentre quello giudiziario era in mano al clero.


    “Oggi parleremo del potere giudiziario e del funzionamento del tribunale qohorik.“

    La pioggia si fece più fitta, mentre i due continuavano a conversare.
    Raziel si voltò verso la finestra, preoccupato per la sorte che avrebbe accolto il suo insegnante qualora la pioggia non avesse smesso di abbattersi su Qohor.
    Uno schiocco delle dita di Fratello Alcaarotar riportò l’attenzione del giovane sul sacerdote, che poté così riprendere con il suo insegnamento.

    L’anziano prelato spiegò come il potere giudiziario venisse gestito dal clero della città all’interno o all’esterno del grande Tempio. Il luogo differiva a seconda del tipo di crimine o criminale. Vi erano tre principali distinzioni che determinavano il luogo e la modalità di giudizio.

    I crimini più gravi, perpetrati a danno del Divino o commessi da uno dei membri del clero, venivano giudicati all’interno del Tempio. In aula alla presenza dei sacerdoti e, si pensava, del Capro stesso, gli imputati venivano messi di fronte alle proprie colpe e giudicati. Per i criminali comuni o per le colpe più lievi, la sentenza si spostava all’esterno del Tempio. Il condannato veniva portato in catena sulla sommità delle gradinate e lì messo di fronte alle proprie imputazioni.
    Esisteva un terzo caso, che interessava le famiglie nobili come quella di Raziel.
    Per i crimini perpetrati da un nobile, anche se di poca importanza, il giudizio avveniva dentro il Tempio, lontano da occhi indiscreti e dalla gogna pubblica.


    “La pena, invece, varia solo in base al crimine e non al criminale.
    La legge di Qohor è giusta e equa, e non tiene conto dei natali del condannato.
    Ai ladri verrà mozzata una mano o delle dita, in base alla gravità del crimine.
    I profanatori di luoghi sacri o a coloro che si intromettono nelle questioni appartenenti al clero, vanno incontro a punizioni più gravi come: l’amputazione di un arto, la frusta o l’esilio dalla nostra città. Va da sé che per gli assassini, gli stupratori e i nemici di Qohor; la pena è la morte. “


    Raziel crucciò gli occhi. Le parole del sacerdote avevano fatto germogliare il dubbio nel giovane nobile.

    “Siamo stati privati di uno schiavo di recente. Il colpevole ha pagato con una cifra più che equa per aver accidentalmente ucciso il nostro servo.
    Non sarebbe stato più corretto che pagasse con la vita? Non si è macchiato della colpa di omicidio?“


    Un sorriso sarcastico bagnò le labbra del giovane e, nonostante la barba, il gesto non passò inosservato.

    “Non ti permetto di giocare con me. La tua è demagogia, mio caro.
    I danni a cose o schiavi sono puniti con il risarcimento pecuniario congruo all’offesa ricevuta. Non si tratta di omicidio e questo, se vogliamo spaccare in quattro il crine del cavallo, gioca a favore dei nobile come te e la tua famiglia. Se vuoi metterla su questo piano, ti chiedo: non dovrebbe essere un reato il modo brutale con il quale, generalmente, si dispone dei propri servi? Non rispondere, ti arrampicheresti solo sugli specchi, con l’unico risultato di scivolare giù. Come la pioggia sul vetro della finestra. Passiamo al prossimo argomento, ma vedi di migliorare il tuo comportamento “



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    - Competenza Legge 2
    - 5 punti esperienza, Legge 2, Affinità generale +5
     
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