Storia Essos 7

Xerys Vin Forin

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    Il giorno successivo aveva ancora meno voglia di presentarsi da Kelso. Il libro che gli aveva mandato bastava a insegnarli tutto quello di cui aveva bisogno e quello che poteva trovare sulla carta stampata non differiva dalle informazioni che quell’uomo avrebbe potuto trasmettergli.
    Era triste dire ma kelso, per quanto intelligente non riusciva a rielaborare quello che sapeva, limitandosi ad una noiosa ripetizione dei concetti scritti da altri uomini ben più colti.
    Xerys quindi preferiva studiarli da se, piuttosto che sorbirsi la voce monotona dell’insegnate. Almeno la sua non lo annoiava!
    Il capitolo successivo a quello sulla baia degli schiavisti e l’antico e scomparso impero Ghiscari lo portava in un luogo ancora più ad Est, presso l’enorme deserto roccioso noto come desolazione rossa, nel quale vivere era pressoché impossibile. A sud della desolazione, affacciata sul mare sorgeva un’unica città, Qarth.
    I suoi abitanti sostenevano di essere il luogo di nascita della civiltà, ma la sua storia lasciava intendere altro: la civiltà dei Qaathi aveva iniziato a fondare città nell’Essos centrale, ma si era sempre dimostrata debole. La loro migrazione verso sud non era stata dettata da mire espansionistiche, ma delle continue sconfitte militari nel corso di secoli ad opera del regno di Sarnor, il quale conquistava ed annetteva ogni nuova città lungo i suoi confini, sfruttando di fatto i Qaathi per la loro espansione nell’entroterra di Essos.
    L'antica Qarth fu fondata assieme ad altre città stato nella regione della desolazione rossa quando ancora era abitale, ma probabilmente già avviata verso il suo destino. Tale scelta scoraggiò persino i Sarnori dalle loro conquiste ed i Qaathi riuscirono a stabilizzarsi, anche se la zona poco abitabile e le difficoltà ad essa legata non portarono ad altro che al lento declino della loro società.
    Quando i Dothraki distrussero il regno di Sarnor, durante il secolo di sangue penetrarono anche in profondità nella desolazione rossa, distruggendo le città Qaathi tranne una, Qarth che per forza di cose divenne l’unica città Qaathi del continente e a suo modo capitale della disgregato popolo.
    Pur partendo da un posto nella storia da eterni perdenti la città stato di Qarth seppe riprendersi e superare la maledizione dei suoi antenati, puntando al commercio come fonte di ricchezza e prosperità. Verso la fine del secolo di sangue costruirono infatti una flotta, con la quale presero il controllo delle porte di giada, imponendo un dazio al commercio tra il mare dell’estate e quello di giada, con i cui proventi ora mantengono la maggior parte dei vizi del palazzo e della città.
    Oltre al profilo commerciale, che durerà fino a quando l’impero di Yi ti non si stuferà di pagare dazi di esportazione e deciderà di spazzare via la flotta di Qarth, la città non riveste altro che un ruolo marginare nella politica di Essos, rappresentando una zona periferica e poco attrattiva nel panorama mondiale e fino a che non sarà in grado di fondare nuove colonie, magari in terre ben più vivibili della desolazione rossa, resterà un’enorme e ricca città, segregata in un angolo spesso dimenticato di mondo, porto di passaggio tra fiorenti porti che si affacciano sul mare stretto e le terre che circondano il mare di giada.
    Xerys chiuse il libro soddisfatto dalla lettura.
    Quello che aveva letto non era molto diverso dalla storia di altre civiltà ed altri popoli. Mettendo da parte la parentesi Dothraki difficilmente i regni del passato si erano estinti da soli, erano semplicemente periti perché non in grado di adattarsi alle sfide del loro tempo, preferendo essere sterminati da un nemico troppo potente piuttosto che sottomettersi, preservarsi ed aspettare tempi migliori. Se I Rhoynar si fossero inchinati ai signori dei draghi l’intera regione sarebbe rimasta più florida e dopo il disastro avrebbero potuto ricreare qualcosa di nuovo ma potente, un’ibrido da Rhoynar e Valyriani.
    Del resto le lezioni che aveva appreso ad occidente ricalcavano gli stessi principi. Chi si era arreso ai conquistatori era stato risparmiato ed era arrivato a ricoprire posizioni di potere, mentre chi si era opposto era stato destinato ai soli libri di storia e la propria dinastia con lui.
    Anche le tigri, con le loro politiche, così come il culto di R’hllor non sapevano adattarsi, solo spingere a muso duro contro i propri avversari, cercandone sempre di nuovi e potenti, fino ad arrivare ad un punto di rottura.
    Il segreto era solo uno, adattarsi per prosperare.
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