Vox populi, vox Dei

Semi Xerys

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    I pezzi sulla scacchiera si stavano muovendo, la maggior parte nella direzione che aveva auspicato: si era mosso per ricucire la frattura tra gli Elefanti, ma doveva ancora trovare una soluzione al loro annoso problema, ossia le Tigri e i loro contatti troppo regolari con l’alta sacerdotessa. Proporgli un accordo era impensabile, andare da loro a parlamentare ancora meno, dato che teneva alla sua vita, ed anche tentare un approccio al tempio era sconsigliabile visto i suoi precedenti.
    L’alta sacerdotessa gli era parsa un po' troppo motivata a spingere quella guerra, e se il fanatismo poteva essere una risorsa da sfruttare, diventava fastidioso quando remava contro.
    Per cui doveva procedere per una terza strada, che a Volantis non poteva che essere quella del popolo:
    i partiti ed i Triarchi erano solo una sua emanazione e se la guerra contro Qohor, con la recente aggiunta della città dei preti barbuti, doveva essere il popolo a invocare la fine del conflitto, e Xerys aveva deciso di agire come sobillatore in merito.
    Indossato lo stesso travestimento che gli era servito durante la fabbricazione delle false prove si stava dirigendo fuori dalle nere mura, diretto alle case al di là del fiume, che la sua famiglia finanziava profumatamente da generazioni e che per ovvi motivi era sempre stata incline agli elefanti e alle loro politiche. Una piazza sarebbe stata il palco per il suo proclama. Doveva solo ripassare il discorso

    cintura rossa +7 attrazione
    scarsella azzurra +9 attrazione
    spada lunga di ferro 10 atk 6 def 8 peso
    ---
    affinità: generale +77, attrazione +21, popolo +2, mercanti +5, città libere +22, famiglie influenti +57, volantis +15, valyriani +21, Rhoynar +20. R'hllor +44


    236 parole.
    molto semplicemente voglio seminare un pò di dissenso per la guerra con qualche discorso pubblico al popolo, un gira di qui, gira di là facendo notare come i guerrieri benedetti dall'alta sacerdotessa siano stati ammazzati e che forse R'hllor non è così propenso alla guerra
     
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    Seguo te, procedi come meglio credi


    Nel cuore di Volantis, la piazza principale della città si risvegliava con l'alba, avvolta in un'atmosfera vibrante di attività. Le botteghe si preparavano per l'arrivo dei clienti, tirando su le insegne e spazzando via gli ultimi resti della notte. L'aria era impregnata di profumi: il dolce aroma del pane appena sfornato danzava nell'aria grazie alla panetteria di fronte, mentre i vapori speziati si alzavano dalla cucina del ristorante dietro l'angolo.

    Le prime carrozze scivolavano lungo le strade acciottolate, i loro cavalli ansimanti dopo una lunga notte di viaggio. I venditori ambulanti dispiegavano le loro mercanzie colorate lungo i marciapiedi, offrendo frutta fresca, tessuti esotici e oggetti d'artigianato provenienti da ogni angolo del mondo conosciuto.

    Nelle botteghe di sartoria, gli artigiani stavano già al lavoro, tagliando e cucendo con maestria tessuti pregiati per abiti su misura destinati ai nobili e ai ricchi mercanti della città. L'odore pungente dei coloranti e il rumore monotono delle macchine da cucire si mescolavano al fruscio del tessuto e al suono delle conversazioni animate.

    Nei pressi della piazza, un gruppo di artisti di strada si esibiva, attirando una folla crescente con le loro acrobazie e le loro melodie incalzanti. I bambini ridevano e applaudivano, mentre gli adulti si fermavano per un momento di svago, dimenticando per un istante i loro impegni quotidiani.

    Sulle bancarelle del mercato, i commercianti urlavano le loro offerte, cercando di attirare l'attenzione dei passanti con gesti esagerati e sorrisi accattivanti. La vivacità del commercio riempiva l'aria, mentre le monete scambiavano mano in mano, trasformando merci in moneta e moneta in beni di prima necessità.
     
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    Xerys arrivò nella piazza mentre le varie attività che vi si svolgevano stavano iniziando, tra le botteghe che aprivano e i venditori che esibivano le loro mercanzie. Era il momento propizio per agire, quando i ricchi ancora dormivano e le persone comuni, i servitori e gli schiavi iniziavano stavano già svolgendo i propri compiti. Il suo obiettivo non era quello di influenzare i pochi residenti dentro le nere mura, che per quanto potere possedessero non erano che una piccola fetta della popolazione. No, lui voleva portare dalla sua parte la classe media, i proprietari terrieri e gli artigiani. Coloro che avevano diritto di voto ma non appartenevano alla politica.
    Oltre a quelli forse poteva convincere i più umili, che pur non votando avevano il potere di far girare le voci in ogni angolo della città in tempi brevi, se si incontrava il loro favore.
    Si era fatto artefice di un compito ingrato da condurre sul filo del rasoio tra i vari schieramenti, ma agli dei piacendo ci sarebbe riuscito. Nel caso contrario sarebbe stata la sua borsa a risentirne per la cara e vecchia corruzione.
    Doveva trovare un luogo in cui parlare, in cui essere ascoltato, ma non era facile con tutto il trambusto che andava aumentando mentre sempre più gente affluiva al mercato e i venditori facevano a gara per far sentire le loro voci sopra quelle dei concorrenti.
    Ad attirare le sue attenzione furono però un gruppo di artisti di strada che si stavano esibendo, e la folla che si era raccolta attorno a loro.
    Districandosi tra la folla li raggiunse, avvicinando uno di coloro che stava nelle retrovie, coloro che raccoglievano le offerte, e tirando fuori due monete d’argento gli sussurrò a bassa voce:
    “Compare, quando dovrete far pausa, potrei utilizzare il vostro spiazzo per qualche minuto?”
    Tirò fuori un’ulteriore moneta.
    “e magari sarebbe possibile che vi sentiste presto stanchi?”

    313 parole
     
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    L'uomo, con un sorriso sornione sul volto, accettò le monete d'argento con gratitudine, le sue mani rozzamente callose afferrando i preziosi pezzi metallici con un'avidità appena velata.

    "Certamente, amico mio," rispose con un tono melodioso, quasi ipnotico. "Il nostro spiazzo è a disposizione di chi ne ha bisogno, per il giusto compenso, naturalmente."

    Guardò la moneta aggiuntiva con interesse, la luce del sole riflettendosi sul suo volto sudato. "Per quanto riguarda sentirsi stanchi..." fece una pausa, fingendo di considerare l'offerta. "Potrebbe essere organizzato."

    Le sue parole erano accompagnate da un sottile sguardo di complicità, come se entrambi conoscessero il gioco che stavano giocando. L'arte della negoziazione, della concessione reciproca, era una danza ben nota in quel vivace crogiolo di commercio e intrighi che era la piazza di Volantis.

    Una volta ricevuta la terza moneta, però, l'uomo si convinse: con un cenno del capo indicò un angolo tranquillo tra le bancarelle, un piccolo spazio che avrebbe potuto essere utilizzato per un breve riposo. "Sì, penso proprio che mi riposerò un po'... oggi fa davvero molto caldo.."
     
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    Non appena i saltimbanchi si furono allontanati prese il loro posto e soprattutto il loro pubblico. Ripensò al discorso, o almeno una parte, che si era preparato e diete semplicemente aria ai polmoni, cercando di sovrastare il vociare dei mercanti e dei loro clienti.
    Daje, famo i gradassi, tiro di seduzione sul popolo, voglio veder volare i reggiseni
    Cerimoniere R’hllor/ordine pubblico 2
    Affinità generale +77, attrazione 21 base +16 oggetti, popolo +2, mercanti +5, città libere +22, famiglie influenti +57, volantis +15, valyriani +21, Rhoynar +20. R'hllor +44

    “CITTADINI, COMPATRIOTI!!!” iniziò, per attirare l’attenzione generale.
    “come potete, come possiamo, rimanere indifferenti, mentre la rovina sta calando inesorabile sulla nostra Volantis? I sacerdoti, dal loro tempio, vomitano sermoni su come questa guerra sia giusta, benedetta da R’hllor in persona.
    Ma cosa vedono i miei occhi, se non soldati tornati a casa menomati?
    Cosa odono le mie orecchie, se non le voci di una nuova disfatta?
    Come può non piangere il mio cuore, all’idea che anche Norvos muova contro di noi, contro le nostre famiglie?
    Cosa faremo allora, cosa faranno i sacerdoti? Continueranno a diffondere false promesse.
    No, cittadini, perché i sacerdoti rossi non possono conoscere le verità del signore delle fiamme, perché chiunque abbia studiato i dettami del nostro Dio, chiunque conosco a fondo i dettami della nostra sacra fede, sa bene che noi, miseri umani, non possiamo che scorgere la sua volontà, come un cieco che non puà vedere il sole ma può avvertirne il calore sul viso.
    Badate bene però concittadini! Questo non significa che il malefico culto di Qohor, o il misterioso dio di Norvos godano della benevolenza di R’hllor. Giammai! È blasfema la bocca che prova a dirlo.
    Queste sconfitte, queste perdine di sangue Volantiniano hanno un altro significato, più profondo, ma alla portata di tutti noi: Significa che il Nostro Signore non vuole che questa guerra sia combattuta ora.
    Perché vi chiederete? Anche io me lo sono domandato. Ci ho riflettuto mentre lavoravo, mentre dormivo, mentre camminavo tra le nostre strade. Poi sono giunto ai palazzi del potere e li ho visto la risposta:
    cosa può esserci di più importante di sconfiggere i nemici della fede? Sconfiggere i nemici che tramano nell’ombra, coloro che vogliono che la nostra città venga spaccata, che spargiamo il sangue dei nostri stessi fratelli.
    Non è stato forse il Triarca dell’esercito e della flotta a sobillare il tempio? Non è stata forse la mano del patriarca delle tigri a poggiarsi sui nostri soldati, subito dopo quella dell’alta sacerdotessa?
    E non è forse sempre lui, che in barba alla democrazia Volantiniana, del voto di voi Cittadini, che sta spingendo la città sul baratro della guerra civile.
    Forse non lo sapete ancora, ma così stanno le cose.
    Laevar Nohgaris non comanda la nostra città, perché la maggioranza è degli elefanti, ma si comporta come se potesse, come se volesse ribaltare il governo eletto.
    Ho un terribile dubbio concittadini, un dubbio che mi scava e fa lacrimare il cuore.
    Vorrei tacere, ma non posso esimermi: Nohgaris aspira alla dittatura! Guardate i segni, quello che vi ho fatto notare. Parlatene, confrontatevi e ricordate solo una cosa: non c’è nulla di più importante di difendere la nostra patria, di difendere Volantis, eppure qualcuno, che siede sul più alto dei nostri seggi sembra averlo scordato.
    Fate sentire la vostra voce Concittadini, perché il loro potere è nulla senza il nostro consenso. Fate sentire le vostre voci ai triarchi, fate sentire le vostri voci ai sacerdoti, a chiunque.
    E se vi chiederanno da dove vengono queste idee, chi vi ha aperto gli occhi, la risposta sarà semplice.”

    Si portò entrambe le mani al petto
    “solo un cittadino, un patriota preoccupato per il presente e il futuro della nostra gloriosa Volantis!”
    E dettò ciò si girò, pronto a calarsi il cappuccio in testa e perdersi tra la folla.
    611 parole.
     
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