L'ira non manca mai di ragioni

Quest introduttiva Asten Volmark

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    Asten Volmark • 8 Febbraio 286 • Bastione dei Volmark • Volmark

    La giornata era iniziata col sole ma poi un vento dal mare si era sollevato portando con sè le nubi cariche di pioggia e l'acqua delle onde mosse che si infrangevano contro la coste di Volmark. Gli Uomini di Ferro erano abituati a questo e a condizioni peggiori, ben sapendo come l'umore di quello stesso mare potesse cambiare nel giro di poche ore. Di certo poco importava ad Asten se a breve quelle nuvole avrebbero iniziato a scaricare acqua sotto forma di grosse gocce sulla sua dimora: qualunque cosa stesse facendo non sarebbe stata cessata per della semplice pioggia. Tuttavia lo avrebbe fatto per la voce di una donna.

    "Mi manda vostro padre. Vuole vedervi."

    Una giovane gli si era avvicinata con passo veloce. Non si trattava di una serva come quelle che si potevano trovare negli altri regni, il suo sguardo era fiero nonostante rivestisse un ruolo umile, degno delle donne che nascevano nelle Isole. Aspettava la risposta del giovane uomo a braccia conserte, in attesa di poterlo condurre all'incontro il Lord del castello.



    Iniziamo con qualcosa di molto semplice: descrivimi la tua giornata, qualsiasi cosa tu voglia fare (se vuoi puoi anche inserire nel post un addestramento a patto che esso vada a sommarsi alle 300 parole base), e successivamente dimmi se segui la serva da tuo padre o, se per un qualsiasi motivo, non ti va di andare a parlare con lui.

    Termine: 17/03
     
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    La variabilità del clima era qualcosa di normale nelle isole, il sole che lasciava spazio alla pioggia, la quiete che veniva bruscamente fagocitata dalla tempesta, una specie di raffigurazione poetica di ciò che turbinava negli animi degli Uomini di ferro, la rappresentazione di quello che portavano dentro.
    Asten aveva passato buona parte della giornata ad allenarsi, parlare con gli uomini ed osservare il mare ingrossarsi, una giornata calma ed oziosa, che però serviva a concentrarsi e guadagnare energie, organizzando e studiando il futuro.
    Non era solito poltrire o bere senza motivo, ogni momento poteva essere prezioso e la festa doveva essere o un preparativo alla battaglia o la sua giusta fine, non un semplice modo per passare il tempo, perché il Dio Abissale non li guidava per sprecare inutilmente le loro giornate.
    Non vi erano razzie all’orizzonte e questo non piaceva al giovane di casa Volmark, non erano stati pagati abbastanza tributi ultimamente ed il mare era furioso, ruggente e lo mostrava giorno dopo giorno, era loro compito porvi rimedio, in un modo o nell’altro.
    Asten era inquieto, sentiva crescere dentro di se quella strana insoddisfazione, la sua famiglia non stava a suo parare raccogliendo ciò che meritava, i Greyjoy avevano fatto sterminare gli Harlaw e loro erano stati presi in mezzo, pagandone le conseguenze.
    Le cose dovevano cambiare.
    Tali pensieri erano ovviamente pericolosi, ma non potevano essere comunque ignorati, suo padre lo sapeva, non poteva accettare una simile situazione con tranquillità, ma Asten sapeva non essere uno sciocco, prima di colpire era necessario essere forti, pronti e spietati.
    I Volmark non erano ancora abbastanza, ma come fare per poter prendere il posto degli Harlaw per iniziare la loro scalata sociale personale?
    Il Dio Abissale avrebbe guidato tutti loro, ne era certo.
    Cosa poteva volere suo padre per chiedere la sua presenza in quel modo?
    Forse aveva in mente per lui qualche incarico? Finalmente avrebbe sfruttato le capacità del figlio, iniziando ad aprire le palpebre su quel nuovo mondo all’insegna delle profondità?
    Doveva essere cosi.
    Verrò subito
    Annuì deciso il ragazzo, non serviva prepararsi, a suo padre interessava la sostanza come a lui, non inutili salamelecchi dalla forma di abiti e gioielli, quelle erano facciate buone per i signorotti del continente, dove anche le serve sembravano damigelle in pericolo e non donne capaci di strozzarti a mani nude.
    Sorrise osservando la serva che era stata mandata per chiamarlo, sicuramente lei non sarebbe stata in grado di ucciderlo, ma avrebbe scalciato come una puledra feroce, di questo poteva esserne sicuro.
    Fammi strada
    Disse lasciando che la ragazza aprisse nuovamente la porta delle sue stanze ed iniziasse a muoversi verso la sala di suo padre, mentre i pensieri cercarono di prendere il largo ma la risolutezza della sua mente le tenne a bada, imbrigliandole come un cavallo e mettendole a tacere come un servo impertinente.
    Non era necessario fantasticare, avrebbe ascoltato suo padre, avrebbe elaborato le informazioni e li reagito, questa era la sua via, fatta di concretezza, fatti, progetti e reazione, non voli pindarici senza alcuna possibilità di realizzazione.
    Non chiese nulla alla serva, aveva adempito al proprio compito, non tocca a lei dare nessun tipo di informazione e non l’avrebbe inutilmente messa in posizione di disagio, inspirando e cacciando via la tensione del momento, limando le aspettative e cercando di rimanere lucido più possibile, neutrale e pronto ad accogliere qualsiasi cosa.
    Sentì crescere dentro di se una giusta eccitazione, di qualsiasi cosa potesse trattarsi, probabilmente aveva a che fare con un qualche cambiamento e piccoli o grandi che fossero, tali novità significavano sempre qualcosa, come le onde che smuovono la placida calma del mare.
    Asten odiava la risacca.
    La tempesta era in arrivo?
    Lui lo sperava.
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    Il Lord aspettava Asten a braccia conserte, appoggiato ad una colonna di pietra non lontana dal suo scranno. Sembrava pensieroso, ma era difficile decifrare emozioni da quel volto duro. Se non altro, Asten avrebbe potuto supporre che suo padre fosse effettivamente pensieroso, piuttosto che moderatamente arrabbiato.

    Quellon Greyjoy ha richiamato tutti i Lord vassalli a Pyke. Avrebbe annunciato con tono piatto non appena suo figlio fosse stato a portata di orecchio.
    Si staccò dalla parete con uno sbuffo. Senza alcuna spiegazione o motivazione, tra l'altro. Una convocazione senza alcuna informazione, ah! Borbottò con una smorfia.

    Sì, probabilmente Lord Volmark era contrariato, forse sarebbe stato meglio restare in silenzio?
    Deve riguardare quello che è successo alla Flotta di Ferro, mi ci giocherei una mano.

    In effetti, il fatto che la Flotta di Ferro fosse stata ritirata senza alcun ordine diretto di Casa Greyjoy poteva essere un motivo sufficiente a convocare i vassalli... Ma a qual pro? Che Quellon il Pazzo avesse - nuovamente - perso la testa?

    Lord Volmark avrebbe fatto un cenno al figlio, interpellandolo. Non rimanere muto, Asten. Voglio sentire la tua opinione.
    D'altronde, il tono con cui il Lord aveva parlato lasciava presagire che anche Asten avrebbe presto visitato Pyke... Una bella gita di famiglia!
     
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    Asten capì subito dall'espressione del padre che qualcosa lo infastidiva e quando aprì bocca fu subito chiaro il motivo: i Greyjoy.
    Entrambi disprezzavano Quellon e la sua famiglia per molti motivi, probabilmente con motivazioni diverse ma il sentimento comune era forte e tangibili, cosi quando Lord Volmark spiegò il motivo di quella chiamata, Asten rimase inizialmente in silenzio, nel rispetto della sua posizione e con la giusta cautela del non voler condizionare troppo il giudizio di suo padre.
    I Greyjoy avevano distrutto gli Harlaw e tutti quelli che avevano servito sotto di loro si erano ritrovati in una posizione di grande difficoltà, generando turbamento e muovendo le acque, liberando cose che avrebbero dovuto rimanere negli abissi.
    Il silenzio durò solo pochi istanti, perchè Lord Volmark si rivolse a lui con l'intento di tirargli fuori le parole, una piccola spinta ma che diede il giusto segnale ad Asten di poter dire ciò che pensava, in un rapporto molto schietto e diretto tra i due, ma dove il ragazzo comprendeva e rispettava le posizioni ed il potere, consapevole di dover sottostare quando era giusto farlo ad alcune regole, ma di poter essere diretto quando il padre gli dava possibilità di esserlo e quello, almeno per come erano sempre stata i due, era un chiaro segnale.
    I Greyjoy pensano da tempo di poter disporre di tutti noi in qualsiasi momento, senza però portare il giusto rispetto. Gli uomini di Ferro, come mi avete insegnato padre, sanno rispettare il potere, ma chi ne ha di più deve essere capace di utilizzarlo al meglio, avendo cura delle proprie armi e non usarle come meri strumenti senza valore. Noi abbiamo molto valore padre.
    Aveva richiamato tutti i vassalli ma per quale motivo?
    Asten avrebbe potuto immaginare qualsiasi cosa, ma in realtà non aveva la minima idea di ciò che stava succedendo, per quanto potesse sentirsi ormai pronto, il ragazzo non sapeva abbastanza per poter unire facilmente i puntini e creare una storia reale dietro le illazioni.
    Sicuramente qualcosa si stava muovendo, il cambiamento non era mai necessariamente positivo, ma il mare calmo non era qualcosa di ben visto per gli uomini di Ferro ed Asten, che ne rappresentava di gran lunga tutti i lati più ideologici e superstiziosi, pensava che un inizio di mare grosso potesse solo essere qualcosa di enormemente positivo.
    Sarà però per noi un'occasione unica per capire cosa si sta muovendo all'orizzonte e magari chissà, magari iniziare a raccogliere informazioni sugli umori degli uomini di Ferro, per poter sfruttare ogni cosa a nostro vantaggio.
    Le cose dovevano cambiare ed in un modo o nell'altro il vento aveva ripreso a soffiare e per quanto lieve fosse ancora la brezza, poteva trasformarsi in qualcosa sufficiente a muovere le flotte e loro non si sarebbero fatti prendere alla sprovvista.
    Mi avete insegnato a cogliere le occasioni quando si presentano, credo che questa si una di quelle Padre.
    Rimase in silenzio, non volendo dire oltre o spingere troppo su argomenti pericolosi, lasciando che fosse suo padre ad elaborare il suo pensiero e farlo proprio, visto che di sicuro anche quello poteva essere visto come una specie di test, un modo per capire quanto il figlio potesse essere pronto ad affrontare ciò che il futuro avrebbe riservato loro.
    Si guardò attorno Asten, cercando di cogliere dettagli sulle persone che circondavano il padre per capire quali sussurri avrebbero potuto raggiungere le sue orecchie, quali asce si sarebbero alzate per proteggerlo o quali pugnali avrebbero illuminato le notti al sentore di tradimento e vergogna.
    Incrociò le braccia dietro la schiena, alzando nuovamente lo sguardo verso il Lord Volmark, gli occhi attenti e le labbra tese, in attesa di un segnale o di qualsiasi cosa il padre avesse deciso di comunicargli.
    Lui era pronto e lo sarebbe stato da quel momento in avanti.
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    Asten Volmark • 8 Febbraio 286 • Bastione dei Volmark • Volmark

    Il fastidio che suo padre provava all’idea di essere convocato alla presenza del Pazzo era evidente agli occhi di Asten. Tuttavia quello ascoltò con attenzione le parole del figlio, senza interromperlo, e successivamente soppesò con cura le proprie parole prima di dare una risposta.

    “Sì, concordo. Quellon non è mai stato più debole di adesso: la sua famiglia è per la maggior parte o morta o sparita, i Goodbrother hanno mosso la Flotta di Ferro a est senza il suo consenso...”

    La notizia di quello smacco aveva fatto nel tempo il giro di tutte le Isole, generando attenzione, ilarità e preoccupazione in egual modo. Stava ad Asten scegliere come sentirsi sull’argomento.

    “Ma allo stesso tempo non è mai stato così pericoloso. Tieni gli occhi aperti quando saremo là, ragazzo: non lo chiamano il Pazzo senza alcun motivo!”

    Dava per scontato che il figlio venisse con lui e per un buon motivo: che Asten lo volesse o meno il Greyjoy aveva richiamato, come gli spiegò poco dopo, tutti i Lord delle Isole e i membri del ramo principale. Cosa significasse tutto questo era una mera speculazione per tutti gli invitati.

    “Prepara le tue cose. Entro domani sera approderemo a Lordsport.”






    Dopo questa chiacchierata ti aspetta la preparazione per il viaggio a Lordsport (visto che non c’è modo di ancorare la propria nave a Pyke) e una giornata intera di viaggio. Giocati pure le eventuali misure o strategie che vuoi preparare per ciò che pensi che ti aspetti lì, e naturalmente puoi buttarci dentro anche un add se lo desideri.



    Termine: 10/04
     
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    Suo padre condivideva le sue stesse preoccupazioni riguardo a Quellon e a quell’invito, non c’era da fidarsi dei Greyjoy ma alla fine chi poteva meritarsi tale fiducia?
    Asten sapeva bene che il mondo era un luogo per i forti e nessuno poteva dirsi tranquillo in nessun momento, il Dio Abissale professava una via di sangue e giustizia data dalla forza, l’unica verità che andava oltre gli intrighi e le menzogne, il più abile, il più furbo ed il più forte avrebbe prevalso, semplice e giusto.
    Sarebbero partiti alla volta di Pyke, dovendo gettare l’ancora a Lordsport, in attesa di capire il motivo di quella adunata e per comprendere gli animi che turbinavano dietro agli ultimi avvenimenti, di sicuro i Greyjoy avevano in mente qualcosa, forse un messaggio a tutti gli Uomini di Ferro o un tentativo disperato di mostrare un potere che forse non possedevano più.
    Asten non li avrebbe mai sottovalutati, per quanto desiderasse vederli affondare e nutrire gli appetiti del dio abissale, il giovane Volmark era consapevole che un predatore ferito, per quanto possa essere abbattuto, non è mai docile e spesso gli ultimi guizzi possono essere i più pericolosi e carichi di rabbia.
    Si ritirò nelle proprie stanze Asten, passando il tempo nei preparativi per ciò che lo avrebbe atteso da li a breve, poche ore infatti lo separavano dalla partenza ma non sarebbero serviti grossi preparativi se non le proprie armi ed il benestare del suo Dio.
    Solo lui conosceva le sorti di tutti loro ma avrebbe osservato in silenzio, benevolo con chi avesse seguito i suoi voleri e terribile con nemici e traditori: Asten temeva solo lui, per questo nel suo cuore non vi era spazio per la paura e nei suoi occhi nessun nemico avrebbe letto timore, nemmeno della morte stessa, poiché il richiamo delle profondità lo avrebbe attirato a se, se il suo signore lo avesse voluto.
    Suo padre aveva predisposto tutto, i suoi uomini lo aspettavano e quando li raggiunse si unì a loro per i riti di partenza, cercando l’approvazione del Dio Abissale e chiedendo umilmente un viaggio sicuro, nella promessa futura di sangue e bottino.
    Il viaggio fu tranquillo, il mare calmo ed il cielo carico di vento favorevole e nubi pesanti in lontananza, dove Asten lesse chiari presagi di problemi e guai, ma alla fine quando non c’erano?
    Parlò a lungo con i suoi compagni di viaggio, uomini duri e temprati da vita e battaglie, fedeli soldati di suo padre e dediti alla causa della loro famiglia, uomini su cui Asten avrebbe fatto di sicuro affidamento.
    La sua mente si riempì di pensieri, ma tra questi non vi erano preoccupazioni alcune, solo la fame del domani e di ciò che esso avrebbe portato a lui ed alla sua famiglia, il dio Abissale non aveva pazienza per i timorosi, non avrebbe assecondato il volere di un viscido ragazzino impaurito, ma guardato con orgoglio e fiducia un uomo sicuro e sprezzante di qualsiasi pericolo.
    Cosa aveva in mente Quellon il pazzo? Solo il mare lo sapeva, ma sarebbe stato alquanto inutile porsi troppe volte questa domanda, perché tutti loro avrebbero scoperto il proprio destino una volta giunti a destinazione.
    Asten si perse ad ammirare le isole in lontananza, mentre i pensieri lentamente si spegnevano, scivolavano via come la spuma sugli scogli, lasciando il riverbero gorgogliante ed il segno leggero del loro passaggio sulla sabbia, risucchiando via ogni cosa e lasciando spazio al dolce ed inesorabile oblio.
    Sorrise Asten, sorrise di gioia nel pregustare il caos che da li a breve si sarebbe scatenato su tutti loro, perché come un masso nell’acqua cheta, la chiamata di Quellon Greyjoy avrebbe mosso le acque, trasformando piccoli riverberi in lente ma devastanti onde.
    Caos e distruzione, cosa si poteva chiedere di più?
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    Asten Volmark • 8 Febbraio 286 • Bastione dei Volmark • Volmark

    La spuma della onde continuava ad assaltare con determinata consistenza la spiaggia di Lordsport. Asten e suo padre potevano ringraziare l'Abissale per il tempo sereno che li aveva accompagnati in quel breve viaggio, ma ora che erano giunti alla prima meta potevano sentire il vento che iniziava a soffiare con sempre maggior forza e onde scure che si avvicinavano in lontananza. L'aria era carica dell'umidità della pioggia in arrivo.

    "Tu che pensi che sia?"

    "Ma che cazzo ne so! L'unica cosa che posso dirti è che l'ultima volta che i Lord sono stati tutti qui l'Harlaw è stato scuoiato. Difficile fare peggio..."

    "Non impossibile però."

    Mentre il resto delle navi venivano ancorate in vista della ormai prossima turbolenza, Asten aveva avuto modo di scendere al porto della città. Pyke era ancora lontana e ci sarebbe voluto un'ulteriore camminata per raggiungere la fortezza dei Greyjoy. Pareva che molti degli invitati si fossero attardati al porto, chi per chiaccherare, chi per rinforzare le protezioni alle navi, creando una piccola folla. Una cosa era certa: nessuno pareva emozionato all'idea di affrontare l'udienza con Quellon. E fu così che, quasi casualmente, alle sue orecchie giunsero le orecchie di un gruppetto di capitani.

    "Qualche giorno fa ero al largo con dei miei uomini e abbiamo diverse navi lunghe venire da sud. Parevano dirette verso Pyke... e avevano l'insegna del kraken."

    "La Flotta di Ferro? Sono tornati?"

    "Molti di meno di quelli che dovrebbero essere."

    "Quindi forse il Greyjoy vuole solo annunciare che ha rimesso le mani sulla flotta! Dici che è una buona o cattiva notizia?"

    "Secondo te?!"

    Informazioni potenzialmente preziose ma comunque abbastanza scarne. Meglio riferire immediatamente al padre o cercare di ricavare dell'altro?




    Notizie interessanti all'orizzonte!

    Termine: 22/04


    Edited by Numar - 24/4/2024, 00:31
     
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    Il viaggio era stato tranquillo, le nubi all'orizzonte avevano lasciato spazio ad una quiete più controllata, anche se Asten sapeva che certi presagi non svanivano con la stessa facilità degli eventi atmosferici, poiché il dio Abissale non era volubile, ma imprevedibile nella sua concretezza.
    Al suo arrivo fu lieto di vedere l'irrequietudine degli altri uomini di Ferro, sintomo che nessuno in realtà conoscesse il motivo di quella peculiare chiamata, ma la notizia del ritorno della Flotta di Ferro era qualcosa di davvero importante.
    Dove era stata e per quale motivo i suoi ranghi si fossero ridotti in modo visibile era cosa di grande interesse, ma tali notizie sarebbero giunte a tutti loro nel tempo, qualora il loro Dio lo avesse deciso, chi erano loro per affrettare i tempi di piani più grandi di loro?
    Quellon non era che una pedina pronta ad esser divorata da una mossa più scaltra, ma probabilmente nessuno si era ancora seduto di fronte a lui nella scacchiera, forse sarebbe stato il suo turno o forse no, anche questo lo si sarebbe visto, la cosa importante era farsi trovare pronto in qualsiasi situazione si fosse mostrata.
    Troppe voci si alternavano attorno a lui, ma non erano che pettegolezzi dai quali estrapolare poche nozioni e nulla più, voci che si raggruppavano e formavano idee, principi e paure ma alla fine la realtà si sarebbe presentata unendo tanti pezzi di quel puzzle.
    Non avrebbe avuto senso correre a riferire quei pettegolezzi, Asten ne avrebbe raccolti altri, cercando di creare un disegno più chiaro e completo, per poter comprendere e far cosi capire anche al padre ciò che stava succedendo.
    Non interagì con nessuno, i suoi uomini erano abituati al suo silenzio e a sentirlo parlare solo quando era davvero importante che lui lo facesse, amava festeggiare ma non perdersi in inutili chiacchiere e cosi anche loro si erano abituati, ma lui avrebbe voluto solo uomini dediti al dio abissale, alla guerra ed al sangue.
    Lui ed il suo seguito si mossero verso Pyke, mentre gli occhi di Asten veleggiarono all'orizzonte, per scorgere le navi che si apprestavano ad attraccare e cosi capire.
    L'ultima volta che tutti erano stati riuniti li, l'Harlaw aveva smesso di respirare e con lui erano cambiate le sorti di tutti loro, costretti ad arrancare per riguadagnare il terreno perso, ma ora le cose sarebbero cambiate, Asten non avrebbe permesso ai suoi uomini di scivolare lentamente verso l'oblio, avrebbe lottato con tutte le sue forze per permettere al suo nome e a quello della sua famiglia di ritornare dove avrebbe meritato, strappando la gloria e l'onore a tutti i costi e contro chiunque.
    La verità viene e verrà sempre dal mare
    Disse con un mezzo sorriso agli uomini con i quali stava camminando, pensando che in fondo non c'era più niente da aggiungere se non arrivare nel cuore della questione.
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    Asten Volmark • 9 Febbraio 286 • Sala del Trono • Pyke

    Non passò molto prima che la folla terminò tutti i preparativi necessari alle navi per poi muoversi verso l'interno. Lordsport non distava troppo da Pyke ma ci sarebbe voluto comunque una mezz'ora a piedi per poter raggiungere la fortezza di casa Greyjoy. Pur non interagendo direttamente con gli altri Uomini di Ferro, Asten avrebbe comunque potuto percepire il sentimento generale: alcuni trattavano la cosa come un semplice raduna tra vassalli, ma la maggior parte non condivideva quella sicurezza. C'era tensione nell'aria e non faceva altro che crescere man mano che le numerose torri di Pyke si facevano sempre più vicine. Una volta giunti ai cancelli la maggior parte degli uomini rimase nel cortile, lasciando che i vari Lord e altri pochi uomini fidati si addentrassero per incontrare il Pazzo. Asten aveva la fortuna di appartenere a quest'ultimo gruppo. Una volta dentro furono condotti alla sala del trono dove Quellon li attendeva sul Trono di Sale. Aveva gli occhi scavati come se non dormisse da tempo, eppur questo pareva farlo sembrare ancora più minaccioso. Osservava il volto di ciascun dei presenti in maniera compulsiva man mano che entravano nelle stanza. Alla fine la piccola folla si posizionò a diversi metri dal seggio, lasciando uno spazio vuoto tra loro e il Lord delle Isole. Solo quando le porte furono chiuse, quello cominciò a parlare.

    "Bene... sono tutti qui, pare. Avete risposto tutti... eppure..."

    La sua voce restò appesa qualche istante, prima di dare un paio di colpi al proprio trono.

    "Manca ancora un ospite."

    Non passò molto prima che un gruppetto di guardie fece la sua entrata da una delle stanze ai lati. Circondavano un uomo, legato quasi esageratamente con del cordame, trasportandolo esattamente tra i vassalli e Quellon dove fu fatto mettere in ginocchio. Aveva il volto completamente tumefatto ma il padre del Volmark parve riconoscerlo, facendosi scappare una frase a bassa voce.

    "Quello è Maron Wynch!"

    Anche altri a poco a poco riconobbero l'identità di quello sventurato e un leggero vociare iniziò a farsi piede. Lo sguardo di molti cadde su Lord Urrathon Wynch, fratello di quello che a tutti gli effetti era il prigioniero di casa Greyjoy.

    "Waron, qui, porta con sé notizie interessanti! Perché non le condividi con gli altri?"

    Il chiacchericcio cessò immediatamente alle parole dell'uomo. Solo il mormorio spezzato di Waron cominciò a riempire la stanza, mentre un poco di sangue iniziava a colargli dalla bocca.

    "Abbiamo lasciato... Approdo del Re.... e..."

    "Approdo del Re, sì. Per combattere in nome del Targaryen a Roccia del Drago i fanatici della cugina. Sotto il comando niente meno che di SIR Astion Goodbrother! Graydon non ha avuto nemmeno il fegato di vivere per pagare le conseguenze delle sue azioni e ha lasciato che quella fighetta del figlio prendesse il comando! E quando quell'incapace delle Terre Verdi vi ha condotto alla sconfitta perdendo METÀ DELLA CAZZO DI FLOTTA, qual è stata la vostra grande idea?"

    "Ci siamo diretti verso... le..."

    "Le Isole dell'Estate! Giusto per salvare la faccia con qualche razzia! Oh ma quanta grazia da parte del cavaliere di averti inviato ad avvertirmi! QUANTA CAZZO DI CORDIALITÀ!"

    Quellon ormai pareva per la sua strada. Pareva rivolgersi più a sé stesso che ai vassalli lì riuniti. Questi ultimi si scambiavano sguardi l'uno con l'altro: era forse il caso di intervenire in qualsiasi modo oppure era più saggio tenere la bocca chiusa e lasciare che il Greyjoy si desse una calmata. Nel frattempo Waron, legato com'era, sembrava facesse perfino fatica a respirare.




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