L'ira non manca mai di ragioni

Quest introduttiva Asten Volmark

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  1. Stramarvelous
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    La variabilità del clima era qualcosa di normale nelle isole, il sole che lasciava spazio alla pioggia, la quiete che veniva bruscamente fagocitata dalla tempesta, una specie di raffigurazione poetica di ciò che turbinava negli animi degli Uomini di ferro, la rappresentazione di quello che portavano dentro.
    Asten aveva passato buona parte della giornata ad allenarsi, parlare con gli uomini ed osservare il mare ingrossarsi, una giornata calma ed oziosa, che però serviva a concentrarsi e guadagnare energie, organizzando e studiando il futuro.
    Non era solito poltrire o bere senza motivo, ogni momento poteva essere prezioso e la festa doveva essere o un preparativo alla battaglia o la sua giusta fine, non un semplice modo per passare il tempo, perché il Dio Abissale non li guidava per sprecare inutilmente le loro giornate.
    Non vi erano razzie all’orizzonte e questo non piaceva al giovane di casa Volmark, non erano stati pagati abbastanza tributi ultimamente ed il mare era furioso, ruggente e lo mostrava giorno dopo giorno, era loro compito porvi rimedio, in un modo o nell’altro.
    Asten era inquieto, sentiva crescere dentro di se quella strana insoddisfazione, la sua famiglia non stava a suo parare raccogliendo ciò che meritava, i Greyjoy avevano fatto sterminare gli Harlaw e loro erano stati presi in mezzo, pagandone le conseguenze.
    Le cose dovevano cambiare.
    Tali pensieri erano ovviamente pericolosi, ma non potevano essere comunque ignorati, suo padre lo sapeva, non poteva accettare una simile situazione con tranquillità, ma Asten sapeva non essere uno sciocco, prima di colpire era necessario essere forti, pronti e spietati.
    I Volmark non erano ancora abbastanza, ma come fare per poter prendere il posto degli Harlaw per iniziare la loro scalata sociale personale?
    Il Dio Abissale avrebbe guidato tutti loro, ne era certo.
    Cosa poteva volere suo padre per chiedere la sua presenza in quel modo?
    Forse aveva in mente per lui qualche incarico? Finalmente avrebbe sfruttato le capacità del figlio, iniziando ad aprire le palpebre su quel nuovo mondo all’insegna delle profondità?
    Doveva essere cosi.
    Verrò subito
    Annuì deciso il ragazzo, non serviva prepararsi, a suo padre interessava la sostanza come a lui, non inutili salamelecchi dalla forma di abiti e gioielli, quelle erano facciate buone per i signorotti del continente, dove anche le serve sembravano damigelle in pericolo e non donne capaci di strozzarti a mani nude.
    Sorrise osservando la serva che era stata mandata per chiamarlo, sicuramente lei non sarebbe stata in grado di ucciderlo, ma avrebbe scalciato come una puledra feroce, di questo poteva esserne sicuro.
    Fammi strada
    Disse lasciando che la ragazza aprisse nuovamente la porta delle sue stanze ed iniziasse a muoversi verso la sala di suo padre, mentre i pensieri cercarono di prendere il largo ma la risolutezza della sua mente le tenne a bada, imbrigliandole come un cavallo e mettendole a tacere come un servo impertinente.
    Non era necessario fantasticare, avrebbe ascoltato suo padre, avrebbe elaborato le informazioni e li reagito, questa era la sua via, fatta di concretezza, fatti, progetti e reazione, non voli pindarici senza alcuna possibilità di realizzazione.
    Non chiese nulla alla serva, aveva adempito al proprio compito, non tocca a lei dare nessun tipo di informazione e non l’avrebbe inutilmente messa in posizione di disagio, inspirando e cacciando via la tensione del momento, limando le aspettative e cercando di rimanere lucido più possibile, neutrale e pronto ad accogliere qualsiasi cosa.
    Sentì crescere dentro di se una giusta eccitazione, di qualsiasi cosa potesse trattarsi, probabilmente aveva a che fare con un qualche cambiamento e piccoli o grandi che fossero, tali novità significavano sempre qualcosa, come le onde che smuovono la placida calma del mare.
    Asten odiava la risacca.
    La tempesta era in arrivo?
    Lui lo sperava.
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