Il viaggio da Yronwood fin lì era stato lungo, ma tutto sommato privo di pericoli e particolari insidie: il tempo clemente non aveva creato problemi attraverso i passi montani, né si erano scorti banditi o bestie feroci di sorta... Insomma, tutto era filato liscio ed ora il giovane Oberon poteva ammirare davanti a sé l'intera Vecchia Città, cinta dalle candide e spesse mura, con la colossale sagoma dell'Alta Torre a frapporsi tra sé ed il mare che si estendeva alle sue spalle. Il simbolo della famiglia Hightower catturava l'attenzione, ergendosi per decisamente troppi metri al di sopra di qualsiasi altro edificio del panorama urbano, ed era meravigliosa. Veramente fantastica. Lui non era di certo il primo a perdersi davanti allo spettacolo dell'ingegno e operosità umana, a cui nessuno in tutto il continente poteva rimanere indifferente, indipendentemente dalla levatura culturale e dalla sensibilità artistica...
Volgendo lo sguardo verso terra altri viandanti, nel frattempo, stavano dirigendosi verso le porte della città, ed il ragazzo poteva scorgerli sia in lontananza che più vicino: pattuglie di cavalieri, capannelli di avventurieri o carri di mercanti e contadini, a cui volendo si sarebbe potuto unire per fare conversazione e scoprire qualcosa di nuovo riguardo quei luoghi, in cui era possibile che trascorresse gli anni a venire... E magari chissà, avrebbe trovato tra loro altri aspiranti apprendisti, ansiosi di mettere la propria vita al servizio dell'Ordine e di tutta Westeros.

”Circolare, circolare: non sostate nei pressi degli accessi, muovetevi” dicevano le guardie poste a presidio dei varchi nella cinta muraria, incoraggiando i nuovi arrivati a non creare ingorghi: da quel primo incrocio la folla andava infatti in ogni direzione, ma la sua era abbastanza semplice da seguire... Bastava puntare verso l'alta torre, visibile da pressoché ogni strada, e non ci si sarebbe sbagliati, perché la Cittadella sorgeva ai suoi piedi, nelle immediate vicinanze. Certo, adesso che quella parte di viaggio si era conclusa veniva la parte interessante, perché nessuno aveva speso energie per raccomandarlo, né gli avevano assicurato alcunché, garantendogli di poter accedere agli insegnamenti dei maestri... Era partito confidando nella buona sorte ed era cosa ammirabile, ma sarebbe stato sufficiente? Quello era il mondo reale e lui non aveva né soldi, né conoscenti o agganci che potessero aiutarlo: era solo.
Ecco, ad esempio avrebbe dovuto trovarsi un posto per riposare e pianificare al meglio le successive mosse, oppure doveva recarsi immediatamente là, chiedendo udienza? Ma avrebbero mai potuto concederla ad un bastardo dorniano, un figlio di nessuno nato e vissuto in un bordello?
La torre era a poche centinaia di metri e tutta una serie di taverne e locande si alternava a negozi di ogni genere, da cui fuoriuscivano anche alcuni uomini, più e meno giovani, fasciati in lunghi abiti abbastanza simili a quelli che portavano i maestri, che aveva sicuramente visto nella propria città d'origine... Urgeva prendere una decisione.

Lysadhor ridacchiò alla battuta su Caleb, mentre il compagno l'accompagnò con un semplice sorriso, annuendo, per nulla sorpreso dalla semplicità di quelle genti, le cui usanze e tradizioni distavano mille miglia dai livelli raggiunti oltremare. Ma non gliene potevano fare una colpa, dopotutto un regno nato nel sangue avrebbe sempre percepito il richiamo primordiale della sua genesi, e quello avrebbe influenzato Westeros per molti altri anni a venire: certo, in quei momenti capitava qualcosa di simile anche a casa loro, ma il livello di raffinatezza era comunque sufficientemente superiore da consentirgli di non ritenersi loro pari.
”Una flotta del Nord dite? Ambizioso” giudicò prontamente l'ambasciatore sfiorandosi il mento, mentre un guizzo nello sguardo lasciava intendere che avesse ben chiara la situazione e ciò che poteva venirgliene: ”L'accordo con Braavos, con cui Pentos è a stretto contatto, decisamente non giova à votre cause, ma la nostra presenza qui dovrebbe essere sufficiente pour rassurez vous...”
”Per rassicurarvi: gli accordi possono sempre essere sciolti”, già, e loro ne erano la prova lampante, ma lo erano pure della possibilità di guadagnare qualcosa in ogni caso, indipendentemente dalla brutta piega presa dagli eventi. ”Lady Illyria parlava per conto del Roi, ma forse era un'altra Lady che avremmo dovuto incontrare”, Nimekh la indicò con un elegante gesto della mano, chiaro segno degli interessi che nutrivano per gli sviluppi, se ancora non si fosse capito... ”Aussi, i pedaggi richiesti da Dorne violano già questo trattato, dunque potete rassicurare il vostro futuro sposo: terminata la flotta, avrà modo di condurre i suoi affari tranquillement”.
”A proposito, permetteteci di farvi i nostri auguri... Quando avverrà le matrimonio? Non ci dispiacerebbe partecipare, se mi è concesso dirlo”
”Esatto, assisteremmo volentieri alla cerimonia ed incontreremmo pareillement i vostri...”
”Alfieri?”
”Oui, alfieri presenti, oltre che Lord Stark”, dissero, un po' autoinvitandosi, un po' accogliendo la richiesta della Rosa: non serviva un genio o un esperto di politica westerosa per capire che l'unione di due regni così importanti cambiava le carte in tavola, ed il fatto che entrambe i reggenti (o quasi) fossero ambiziosi, al punto da costruire una nuova flotta o convocare due ambasciatori appena cacciati dal loro stesso Re... Era interessante.

Alti Nobili e cittadini di Qohor,
il nemico è stato sconfitto! Il Capro Nero ha vegliato su di noi ed ha infuso forza e coraggio nei nostri soldati, che sono stati in grado di resistere e respingere l'invasore, catturando altresì il loro vile generale e buona parte del suo esercito. La guerra con Volantis, tuttavia, non può ancora dirsi conclusa, ma visto l'allontanamento della minaccia incombente,

Si dispone che:

-Sia nuovamente consentito transitare da e per la città;

-Sia abolito il coprifuoco: da questa sera i cittadini potranno circolare senza limitazioni o vincoli di orario, né luogo, fatta eccezione per l'area dello scontro o laddove siano necessari interventi di riparazione. Resta esclusa la zona antistante le mura in cui sono confinati i prigionieri, a cui è fatto divieto di avvicinarsi;

Si ricorda inoltre:

-Che è ancora sospesa la tassazione dovuta all'amministrazione della città, ma vista la ripresa dei commerci ed il ritorno alla normalità, considerati i limitati danni subiti dal nostro tessuto produttivo, tale sospensione sarà valida fino al concludersi del mese di novembre e non oltre.

Lode al Capro Nero

Dagon
L'entusiasmo scemò rapidamente quando gli Uomini di ferro non incontrarono alcuna resistenza, nessun guerriero da sfidare a duello o sventrare di sorpresa... Corsero, ma arrivarono a fermarsi nel mezzo delle strette e desolate viuzze: davvero era possibile che Dorne avesse lasciato quelle acque, o che avessero scelto un'altra isola come base operativa? Pareva strano, specie dopo quanto detto dai pirati, eppure nessuno aveva pensato di difendere le povere genti, ora impegnate a domare gli incendi. Che fossero tanto codardi, o così pragmatici, da non perdere tempo con inutili pescatori e vecchi marinai?
Uhm, ”Cos... Nella fortezza? Dobbiamo stanarli Dagon, e alla svelta!” Cletus la osservò sbalordito, ma acconsentì a rastrellare gli abitanti del villaggio, determinato a chiudere rapidamente quella faccenda, non volendo trovarsi invischiato in una specie di interminabile assedio... La torre era piccola, ma proprio in virtù di quello facilmente difendibile e con pochi punti deboli da sfruttare a loro vantaggio. E lui, di star lì insieme a pirati indisciplinati, avvezzi a razziare e stuprare, non ne aveva troppa voglia.
Nel mentre che i civili cominciavano a cadere in mano loro, frattanto che Dagon annunciava la sua presenza ai dorniani, Tsalaa constava amaramente l'assenza di una salva di risposta: nessuno rispose al loro lancio di frecce, nessuno parve muoversi lungo il molo o sulle navi che vi erano all'interno. Niente. Qualcosa stava accadendo, e chiaramente non aveva a che fare con la costa o il mare, per cui dovevano adattarsi e cambiare i piani: ”Alle scialuppe, sbarchiamo! Non lasceremo che il novellino ci rubi tutto il guadagno e la gloria!” Ordinò quindi, dando il via alle operazioni di sbarco: ci sarebbe voluto un po' per avere la maggior parte degli uomini a terra, ma almeno avrebbero capito cosa stava succedendo.

Torrad
All'interno della torre l'aria era pesante, la tensione crescente: il codice di condotta prevedeva che dapprima venisse proposta la resa degli assediati e ancora prima che venisse esplicitato il motivo dell'aggressione, percorrendo quindi una via diplomatica e decorosa, ma non sembrava che i pirati fossero realmente in grado di farlo... Esordire con una minaccia inficiava già il risultato finale, tra l'altro.
”Torrad, davvero non dovrei provare a zittirlo con un arpione? Se cominciassimo ad infilzarne qualcuno, certamente non farebbero gli spavaldi!” Intervenne Rhino, mentre il Governatore Karden gli si avvicinava nuovamente, badando a tenere bassa la testa: aveva sentito tutto, ma non pareva impressionato dalle parole che provenivano da sotto: ”Non lasciatevi persuadere: i nostri coloni non sono mai arrivati e potremmo sempre ricostruire quattro baracche... ma non abbiamo garanzie, né possiamo fidarci della feccia. Dobbiamo resistere”.
Spettava comunque a lui condurre la trattativa, essendo quello più vicino alla mentalità degli avversari... Ma effettivamente non avevano ancora fatto alcuna proposta.

Le parole di Torrad furono accolte, magari non bene da tutti, ma vi era sicuramente del vero nel ritenere folle la possibilità di difendere ogni fronte, avendo così pochi uomini e strutture a disposizione: ritirandosi nella fortezza avrebbero concesso terreno, ma avrebbero potuto resistere per molto più tempo, ed era un dato oggettivo. Sarebbe stato sufficiente però? Qualcuno sarebbe giunto in loro soccorso prima o poi?
Rhino acconsentì a spostare la balista sulla torre libera, quella che copriva il fianco del bastione, e portarono sulle mura anche le componenti necessarie a costruirne un'altra, a cui avrebbero cominciato a lavorare il prima possibile. Tutti poi, tra gli sguardi preoccupati degli abitanti del borgo, presero a stivare all'interno cibo, acqua e tutto l'occorrente per sopravvivere ad un assedio di settimane, se non mesi... Non faceva piacere a nessuno sapere che i soldati mandati lì per proteggerli si sarebbero rintanati dietro solide mura di pietra, ma era anche vero che i potenziali assalitori si sarebbero concentrati lì, dunque non su di loro... Forse. Magari dopo un iniziale saccheggio?
Certo era, che tra fare la fine del topo e giocarsela, gli abitanti dell'isola preferivano la seconda.
E dovevano averlo pensato anche i costruttori del fortilizio, perché nonostante le cantine fossero state ricavate direttamente nella roccia, dalla sua sommità era possibile scorgere un passaggio... Niente di evidente, era poco più che una serie di scalini naturali ed appigli muschiosi, levigati dalle intemperie e dai forti venti, ma qui e là si poteva ancora scorgere il segno di uno scalpello, o una sequenza di spaccature troppo regolare per essere frutto del caso. Dalla costa era impossibile notare quelle piccolezze, così come dal villaggio, e durante la notte sarebbe stato veramente difficile percorrere il sentiero in sicurezza... Ma non v'era dubbio che fosse una via di fuga.



Nel villaggio
L'attacco colse la popolazione di sorpresa, sia perché era già all'interno delle proprie case, sia perché non pensava di essere un bersaglio... Eppure le frecce di Tsalaa piombarono su di loro, scatenando presto il panico e la frenesia tipiche di quei momenti dove, in una frazione di secondo, si doveva decidere se salvare la vita o ciò che si era costruito con fatica, ora minacciato dal fuoco che cominciava a rosicchiare tetti e facciate. Non un soldato cadde, essendo al sicuro nella torre.
Dall'altro lato intanto, nemmeno Dagon incontrò resistenza, se non quella dozzina di uomini armati di secchi e stoffe inzuppate d'acqua: i pirati gli avevano detto che quella era gente povera, che si erano impegnati a non vessare negli anni precedenti... ma gli uomini di ferro avrebbero rispettato la tradizione di Essos o quella di Westeros, arrendendosi ai più bassi istinti? Ma soprattutto, dov'era la resistenza dei dorniani? Avevano battuto in ritirata, fuggendo dall'isola?

Nella torre
”Torrad, Rhino, vi affido il comando delle truppe e la difesa del forte: non consentitegli di irrompere. Le mura sono solide e alte, le scorte al sicuro e possiamo resistere per mesi... Potrebbero pure stufarsi e lasciarci stare, chissà” gli disse il Governatore, cercando invano di stemperare un po' la gravità della situazione: l'attacco era cominciato e se non fosse stato per l'idea del Codd a quest'ora sarebbero stati circondati... Anzi, probabilmente sarebbero giù stati scannati da quei pirati, e questo giocava molto a favore del Capitano.
”Faremo del nostro meglio. Quali sono gli ordini, do il segnale di fare fuoco?” Chiese Rhino, osservando Torrad per avere un'indicazione sulla strategia da seguire... Era il suo piano quello, di certo sapeva cosa fare.

La seconda cassa di alcolici era finita tra le mani delle inservienti, ed ora gli restavano da consegnare giusto i rimasugli della fornitura che quei festaioli avevano richiesto, tre misere bottiglie di scotch che avrebbe potuto scolarsi in pace o rivendere, senza che nessuno se ne accorgesse… Ma gli servivano lì. Le aveva tenute da parte apposta, sistemandole in quella cassetta semivuota dove in genere metteva l’estintore, quello che stava nel cassone dello sgangherato pickup usato per fare consegne o raggiungere i fornitori, e l’aveva fatto proprio per avere una ragione in più, una motivazione valida per trovare il coraggio e ritornare al maniero. Non sapeva ancora come avrebbe fatto, forse avrebbe aspettato in strada, ma voleva sincerarsi che Martha non avesse problemi e non venisse importunata da quella gente… Non sarebbe stato male entrare, ma non glielo avrebbero mai concesso e lo sapeva: Bob era un barista, Bob portava gli alcoli o li serviva da dietro il bancone, fine.
Certo, onestamente il vero problema era un altro ed aveva a che fare con i possibili ingaggi della ragazza, ma a quello non voleva pensare.
”’Sera” disse mentre si avvicinava all’ingresso di servizio, dove nel frattempo si era formata una piccola ressa. Le bottiglie tintinnarono nella cassa che portava sotto il braccio e che prontamente posò a terra, accanto alla porta: prese un’ultima boccata di fumo dalla sigaretta che aveva tra le labbra e la gettò via, osservando distrattamente i presenti, tra cui svettavano il prete e la ragazza, un'altra che rischiava di farsi mettere le mani addosso... Il suo partner impomatato non sembrava granché, non era sicuramente in grado di intimorire quei maiali.
Passò un altro istante, prima che le grida strazianti provenienti dall'interno della casa lo scuotessero nel profondo. La musica di sottofondo continuò a giungere allegra alle sue orecchie, ma i mormorii erano cessati di colpo. ”Ma che...” Casa Silverwood pareva aver inghiottito i suoi abitanti e gli ospiti giunti per la serata: nessuno parlava più, nessuno si affacciò alle finestre per chiedere aiuto e nessuno venne ad aprirgli... Stava succedendo qualcosa? Beh...
Non perse tempo, con ogni probabilità Martha era lì dentro e solo il cielo sapeva cosa stessero combinando quei depravati! Si fiondò nella veranda, raggiungendo in un lampo la porta di servizio che, manco a farlo apposta, trovò chiusa a chiave. ”Aprite! Aprite per Dio!” Bussò, con la mente che già si volgeva verso macabri scenari apocalittici... Cominciò a rovistare lì attorno, frugando attorno alla soglia, sotto al tappeto o, comunque, nel resto del patio, sperando di trovare la chiave di quella maledetta serratura: doveva esserci, chiunque lasciava una copia di emergenza all'esterno, ed essendo un'entrata usata dai domestici, che andavano e venivano a tutte le ore...