La prima arte da imparare per chi ha il potere è di essere capaci di sopportare l’odio

Quest per Iris e Kammo

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    Erano passate diverse ore dal momento in cui il guerriero era ripartito dall'accampamento di Kammo ed il sole cominciava già a calare sull'orizzonte indorando i profili delle Montagne entro cui avevano trovato riparo i Dothraki; la gola era piuttosto stretta da impedire ai cavalli di caricare con efficacia riducendone dunque il loro impatto durante una battaglia e Davvi aveva organizzato per arcieri e donne lo stesso trucchetto che mesi prima aveva utilizzato quando era sotto il comando di Khal Grub.
    Cohollo però non era uno sprovveduto ed Iris avrebbe potuto giurare che possedeva qualche asso nella manica, sempre che si fosse presentato. Come era possibile che avesse deciso di abbandonare l'ultima donna della sua vita nelle mani del nemico?
    Quando oramai tutti cominciavano a dubitare del suo arrivo, il nitrire dei cavalli annunciò due nuove presenze all'interno di quella gola.
    Uno era Cohollo, Iris lo avrebbe immediatamente riconosciuto sul suo destriero non più nel fiore degli anni e Kammo avrebbe potuto notare lo sguardo d'apprensione con cui cercava la figlia; l'altro era palesemente un guerriero dai lunghi capelli e dall'arakh attaccato alla cintola, uno dei suoi Cavalieri di Sangue probabilmente.
    "Kammo. Khal Kammo?"-Cohollo si schiarì la voce cercando con gli occhi il capo in quella grottesca situazione.
    "sono arrivato, esattamente come avevi richiesto. Libera mia figlia e permettile di tornare all'accampamento."

    Sono solo in due. Cohollo + un Cavaliere di Sangue. Andate nell'ordine che preferite.
    Tempo massimo di risposta 13 novembre.
     
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    Kammo aveva fatto disporre gli arcieri in posizione sopraelevata, lungo le pareti della gola, dove le lame e le frecce avversarie non sarebbero potuti arrivare. Aveva mandato anche vecchi, donne, bambini e schiavi lassù, perché li reputava più al sicuro, oltre al fatto che avrebbero potuto scagliare pietre contro gli aggressori. Aveva barricato l’ingresso alla gola con uno dei carri, mentre l’altro lo aveva fatto portare verso l’interno, fin dove il sentiero permetteva, a formare una seconda barricata. Dietro di essa si trovavano i cavalli, Gralato, sua moglie e Kassi, che di certo non poteva arrampicarsi su per le pareti di roccia.
    Il suo khalasar era disposto lungo quel tratto compreso tra i due carri, gli arcieri in testa, per coprire la zona antistante la gola, i lanciatori di pietre lungo quel sentiero stretto e scomodo. I dothraki a cavallo avrebbero difeso fino alla morte, Kammo in testa.
    Il problema di fondo principale era che, parlando con Iris, aveva capito che non era solo il khal a essere strambo, ma l’intero khalasar. Si erano rinchiusi nel loro piccolo mondo e vivevano infischiandosene delle tradizioni che avevano reso i dothraki quello che erano, e probabilmente avrebbero continuato a farlo anche alla morte del khal, se fosse stato possibile. Non erano dothraki, potevano essere guerrieri, ma di certo non potevano essere chiamati dothraki.
    Non avrebbero seguito la forza, ma la figa, quella di Iris, nello specifico, che sosteneva di essere il guerriero più forte del suo khalasar. Sosteneva anche che Kammo non fosse all’altezza di Cohollo, ma l’unico modo per scoprirlo era duellare.
    Il sole lambiva ormai l’orizzonte, cosa che Kammo non aveva tenuto in considerazione. Lui e i suoi uomini avrebbero combattutto con il sole negli occhi se ci fosse stata battaglia. Errore madornale per il giovane butterato, ma una volta all’interno della gola, quel problema non si sarebbe presentato.
    All’arrivo di Khal Cohollo e del suo cavaliere di sangue, Kammo avanzò in sella a Noah, al suo fianco vi era Iris in sella al suo Tuono, mentre gli altri esploratori erano appiedati. Tutti disarmati, eccetto Iris a cui Kammo aveva fatto rendere il suo Arakh.
    “M’ath, khal Cohollo!” esclamò Kammo cordiale. “Io sono Khal Kammo e Iris non è mia prigioniera. Ma mi ha promesso un duello con te e volevo essere certo che tu non ti sottraessi a questa cosa. Lei pare d'accordo nel voler unire i nostri khalasar. Bisogna solo capire chi sarà khal dopo la fusione” spiegò tranquillo.
    “Voglio combattere con te, per vedere chi tra di noi è il più forte. Se verrò sconfitto il mio khalasar sarà tuo e potrai fare quello che preferisci della mia vita. Se vincerò io, il tuo khalasar sarà mio e ti vorrò come mio Kos, affinché la tua gente possa continuare a seguire l’uomo che li ha forgiati. Se vincerò e rifiuterai di piegarti a me, solo allora dovrò ucciderti e dovrò poi combattere con i tuoi cavalieri di sangue e se uscirò ancora vincitore, dovrò misurarmi anche con Iris, poiché lei sostiene di essere il guerriero più forte del tuo khalasar. Se la sconfiggerò, sarà lei a divenire Kos. Se vince lei… spero mi tagli la gola perché essere sconfitto da una donna sarebbe una vergogna insuperabile” ammise tranquillo.
    “Duellerai quindi con me, o le parole di tua figlia sono state vuote?” chiese il giovane butterato. “Se non duellerai, tua figlia è libera di tornare con te, i tuoi uomini invece no, loro moriranno subito e immagino che dopo i nostri due khalasar si dovranno scontrare” commentò il giovane butterato, muovendo la testa da una spalla all’altra per fare schioccare un poco le ossa. Le iridi scure di Kammo si posarono su Cohollo. Non era più giovane. Sicuramente doveva avere una grande esperienza, sicuramente era un avversario da temere, ma la sua forza doveva essere stata ormai fiaccata dagli anni.
    Forse poteva farcela. Forse.
    “Se duellerai, Iris e i tuoi guerrieri miei ospiti saranno testimoni dell’esito dello scontro.”

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    Il khalasar di Kammo era proto alla battaglia. Gli arcieri avevano preso posizione sopra le rocce, lungo le pareti della gola, dove le lame e le frecce avversarie non sarebbero potuti arrivare. Kammo aveva messo in sicurezza le donne e i bambini insieme agli schiavi. A combattere restavano un pugno di soldati, sarebbero caduti in fretta, se quel luogo non fosse così tanto ostile agli attaccanti. In ogni caso, se la guerra fosse giunta, le perdite sarebbero state innumerevoli, gli uomini di Iris che sarebbero riusciti a varcare la soglia sarebbero morti, ma ben presto qualcuno sarebbe riuscito a farsi strada e i pochi uomini di Kammo non avrebbero retto per molto tempo.
    Sarebbe stata una strage e l’erba sotto ai piedi della ragazza si sarebbe dipinta del sangue della sua gente.
    Il sole cominciò a calare all'orizzonte indorando i profili delle Montagne entro cui avevano trovato riparo i Dothraki. La gola era piuttosto stretta da impedire ai cavalli di Cohollo di caricare con efficacia, riducendone dunque il loro impatto durante una battaglia. Iris rimase in piedi davanti all’accampamento. Alle sue spalle il khalasar di Kammo era pronto alla battaglia, la ragazza sentiva i soldati che si davano forza l’un l’altro, preparandosi allo scontro nel caso fosse giunto.
    Il cuore di Iris aumentava il battito scandendo il tempo che passava, gli occhi fissi all’orizzonte che si stava dipingendo dei mille colori caldi del tramonto. Con le mani all’altezza del ventre la ragazza continuò a sfregarsi l’anello che portava all’anulare sinistro, appartenuto a sua madre. Non dubitava dell’arrivo del padre, anzi, da un lato se non fosse venuto sarebbe stato meglio, si sarebbe risparmiata la guerra. Ma ciò era inimmaginabile per Iris, Khal Cohollo stava solamente studiando un piano per riprendersi sua figlia e per uccidere il suo rivale.
    La Khalakki sentì la presenza del Khal di fianco a lei, ma non si voltò, troppo concentrata nei suoi pensieri. Erano tutti pronti, il momento era arrivato, mancavano solo i suoi uomini, ma Iris sentiva che suo padre era li, era vicino.
    I cavalli del khalasar di Kammo cominciarono a nitrire e a quel punto tutti si accorsero dell’arrivo di Khal Cohollo e del suo guerriero di sangue, Kum. Iris osservò i due uomini avvicinarsi, forti, imponenti. Le pitture di guerra macchiavano i loro toraci nudi mentre le campanelle attaccate alla coda del padre risuonavano come dei tamburi da guerra. Khal Cohollo era li, era arrivato per riprendersi sua figlia. A Iris le si bloccò il respiro e il suo stomaco cominciò a contorcersi, provocandole la nausea. Doveva farlo. Se il Grande Stallone l’aveva portata fin li un motivo c’era, doveva uccidere suo padre perché il suo momento arrivasse. Kammo le aveva detto che i dothraki seguivano il guerriero più forte, allora lei avrebbe ucciso il Khal di fronte a tutti e nessuno avrebbe avuto da ridire. Avrebbe ucciso Cohollo e poi si sarebbe unita al khalasar di Kammo e se il suo destino sarebbe stato quello di morire provandoci, allora lei lo avrebbe fatto. Almeno sarebbe morta combattendo.
    Kammo le restituì l’arakh di suo padre ed entrambi montarono sui loro cavalli, dirigendosi verso i nuovi arrivati "Kammo. Khal Kammo?" Cohollo si schiarì la voce cercando con gli occhi il capo in quella grottesca situazione. Poi gli occhi del Khal si posarono sui due cavalli che si stavano separando dal resto del khalasar, seguiti dai quattro esploratori che erano insieme ad Iris. Gli occhi del padre si posarono sulla figlia, riconoscendola immediatamente, ritta e combattiva in sella al suo stallone nero.
    "Sono arrivato, esattamente come avevi richiesto. Libera mia figlia e permettile di tornare all'accampamento." Ordinò, facendo tuonare la sua voce roca e profonda quando Iris e Kammo si fermarono a pochi metri da loro.
    “M’ath, khal Cohollo!” esclamò Kammo cordiale, al contrario del Khal avversario. “Io sono Khal Kammo e Iris non è mia prigioniera. Ma mi ha promesso un duello con te e volevo essere certo che tu non ti sottraessi a questa cosa. Lei pare d'accordo nel voler unire i nostri khalasar. Bisogna solo capire chi sarà khal dopo la fusione” spiegò tranquillo. Iris rimase al fianco di Kammo, gli occhi puntati sul padre. In quel momento le sue emozioni si spensero, come se Iris avesse premuto un interruttore. Non provava più paura, ne rabbia, ne agitazione. Sapeva quello che avrebbe dovuto fare e lo avrebbe fatto senza esitare. “Voglio combattere con te, per vedere chi tra di noi è il più forte. Se verrò sconfitto il mio khalasar sarà tuo e potrai fare quello che preferisci della mia vita. Se vincerò io, il tuo khalasar sarà mio e ti vorrò come mio Kos, affinché la tua gente possa continuare a seguire l’uomo che li ha forgiati. Se vincerò e rifiuterai di piegarti a me, solo allora dovrò ucciderti e dovrò poi combattere con i tuoi cavalieri di sangue e se uscirò ancora vincitore, dovrò misurarmi anche con Iris, poiché lei sostiene di essere il guerriero più forte del tuo khalasar. Se la sconfiggerò, sarà lei a divenire Kos. Se vince lei… spero mi tagli la gola perché essere sconfitto da una donna sarebbe una vergogna insuperabile” Alle ultime parole di Kammo Iris accennò un sorriso, voltandosi verso di lui per scambiarsi uno sguardo fugace.
    “Duellerai quindi con me, o le parole di tua figlia sono state vuote?” chiese il giovane butterato. “Se non duellerai, tua figlia è libera di tornare con te, i tuoi uomini invece no, loro moriranno subito e immagino che dopo i nostri due khalasar si dovranno scontrare” commentò Kammo, muovendo la testa da una spalla all’altra per fare schioccare un poco le ossa. Iris tornò a guardare suo padre, le bastò un secondo, le bastò osservare i suoi occhi, carichi di odio e di disprezzo, per capire che la rabbia che l’uomo stava provando in quel momento era troppo forte per mettersi a parlare, troppo cieca per poter soddisfarla con una sola morte.
    Khal Cohollo era un guerriero esperto, gli anni lo avevano reso abile nel combattimento e rispettato da tutti e sentire quelle parole da un giovane deformato che aveva trattenuto sua figlia e che lo stava costringendo a combattere per riaverla lo faceva andare fuori di testa.
    ‘La prima arte da imparare per chi ha il potere è essere capaci di sopportare l’odio’ pensò Iris, osservando lo sguardo di morte che aveva il padre. Cohollo era sempre stato una testa calda, un uomo vendicativo e sanguinario. Nivaes e Iris erano le sole che, con i loro consigli, erano riuscite a pacare la sete di sangue del guerriero, ma in quel momento, qualsiasi cosa Iris avesse detto a favore di Kammo, il padre l’avrebbe presa come finzione, come se lui la stesse obbligando.
    Khal Cohollo aveva una grande esperienza in battaglia, sicuramente era un avversario da temibile, ma la sua forza era stata ormai fiaccata dagli anni. Iris non sapeva se Kammo sarebbe sopravvissuto allo scontro, era ancora troppo giovane e questo lo si capiva dal fatto che non aveva calcolato che, in caso di guerra, al tramonto, il suo khalasar avrebbe avuto una luce dritta in faccia e gli aceri in cima alle rocce sarebbero serviti a poco se non vedevano gli avversari. Ma Iris avrebbe potuto battere il padre, non perché fosse più forte o più astuta di Kammo, ma perché era sua figlia e se Khal Cohollo doveva cadere in combattimento, allora doveva essere lei a farlo, in modo che il suo khalasar rimanesse nelle sue mani.


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    Cohollo restò in silenzio ascoltando con attenzione il parlare di Kammo e non togliendo gli occhi di dosso dalla figlia nemmeno per un istante. Stava bene e questo lo aveva rincuorato un poco, ma nel suo sguardo oltre al sollievo era evidente il rimprovero. Solamente quando l'altro Khal terminò di parlare, prese parola rivolgendosi prima di tutto alla figlia.
    "Se mia figlia fosse in grado di obbedire ad un ordine non ci troveremmo qui, ma resta pur sempre mia figlia e come Khal ho il dovere di proteggerla insieme a tutti gli altri membri del Khalasar."
    Lo sguardo tornò su Kammo, mentre l'uomo scendeva da cavallo mostrando il suo arakh e scostandosi dal torso le lunghe trecce. Non era più nel fiore degli anni ma qualche battaglia doveva averla vinta in passato.
    "Combatterò contro di te Khal Kammo, ma devo avvisarti. Ho lasciato due dei miei Cavalieri di Sangue all'accampamento con l'ordine di attaccare e massacrare la tua gente se Iris non dovesse far ritorno. Ti conviene mantenere la tua parola."
    Raggiunse il centro di quello spiazzale alzando entrambe le braccia verso l'alto e mostrando una sola arma, un arakh di ferro.
    "Cominciamo?"
     
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    Cohollo non aveva occhi che per sua figlia e Kammo si convinse ancora di più che se la montasse al posto della madre morta, un comportamento che avrebbe potuto produrre figli deboli, ma alla fin fine non lo riguardava più di tanto.
    "Se mia figlia fosse in grado di obbedire ad un ordine non ci troveremmo qui, ma resta pur sempre mia figlia e come Khal ho il dovere di proteggerla insieme a tutti gli altri membri del Khalasar." Il tono dell’uomo era di rimprovero e Kammo sorrise.
    “Se volevi una figlia diligente e sottomessa, dovevi crescerla come gli altri dothraki crescono le figlie, invece le hai messo in testa la grandezza, è normale che per perseguirla si infrangano certe regole. Il fatto già che brandisca un arakh è un’infrazione delle tradizioni” commentò divertito Kammo. Lo divertiva il fatto che khal Cohollo sembrava preoccuparsi solo ora delle conseguenze di aver tirato su sua figlia come se fosse un khalakka e non una khalakki.
    Il giovane butterato sfilò il piede sinistro dalla staffa, fece passare la gamba sopra la schiena del cavallo e scese sul fianco destro di Noah, afferrando il proprio Arakh d’acciaio.
    Quello di Cohollo sembrava di ferro, strano che avesse un khalasar più grande di Kovarro e un’arma di minor pregio.
    "Combatterò contro di te Khal Kammo, ma devo avvisarti. Ho lasciato due dei miei Cavalieri di Sangue all'accampamento con l'ordine di attaccare e massacrare la tua gente se Iris non dovesse far ritorno. Ti conviene mantenere la tua parola."
    “Lo faccio sempre” assicurò Kammo, tranquillo, mentre già svuotava la mente per focalizzarsi sull’imminente duello. “Tua figlia e i tuoi uomini sono stati trattati bene. Sia che io venga sconfitto o che vinca, tua figlia si riunirà al suo khalasar. Se vincerò, il tuo khalasar, che è anche il suo, diventerà mio e rimarrà nostro. Se vinci, avrai il mio khalasar e l’unico problema che avrai sarà dover tornare a Vaes Dothrak per riportare la mia khaleesi al Dosh Khaleen nel caso tu decida di uccidermi. Se il tuo khalasar deciderà comunque di combattere, comunque vadano le cose, allora combatteremo tutti e ci porteremo dietro quanta più gente possibile tra coloro che oseranno attaccarci” assicurò.
    All’esortazione del padre di Iris a cominciare, Kammo annuì.
    “Dopo che avrai parlato con tua figlia” rispose il giovane dothraki. “Le ho promesso che poteva parlarti prima del duello” spiegò e spostò l’attenzione su Iris.
    “Vai, parla con tuo padre e una volta che avrai fatto, io e lui duelleremo. Se vincerò, spero di riuscire a farlo senza ucciderlo. Ha una treccia così lunga che sarebbe fichissimo avere un kos così potente!” commentò infantilmente.
    Rimase quindi vicino a Noah, lasciando che Iris potesse avanzare a parlare con suo padre, mentre lui controllava il filo del proprio arakh, senza particolare interesse. Lo aveva già controllato prima che Cohollo arrivasse, quindi non ce n’era realmente bisogno, ma gli sembrava brutto avvicinarsi a Cohollo assieme a Iris. Anche se avrebbe voluto fare. La ragazza aveva cercato di fregarlo appena qualche ora prima e c’era il rischio che volesse fregarlo ancora.
    Magari sarebbe scappata via col padre e avrebbe attaccato con tutto il proprio khalasar, schiavi compresi. L’unica speranza era che gli schiavi approfittassero della situazione per dare la morte a chi li aveva privati della libertà ed era stato così fesso da insegnargli a combattere e dare loro armi per farlo.
    Ma aveva promesso. Quindi doveva lasciare parlare Iris con Cohollo. Se lei non l’avesse ingannato, sarebbe stato anche un bene, perché il sole avrebbe finito di scomparire dietro l’orizzonte smettendo di ferirgli gli occhi scuri.

    600 parole
    Nel caso si combattesse
    Arakh di Acciaio ATT 13 DIF 2 Peso 7 (Bonus +3 lv 2 marziale)
    Bracciali di cuoio Riduzione del danno 1, peso 1
    Gambali di cuoio Riduzione del danno 1, peso 1
    Stivali di cuoio Riduzione del danno 1, peso 0
    Bracciale oro attrazione +7
    Ciondolo in legno Attrazione +1
     
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  6. blodreina.
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    Cohollo restò in silenzio ascoltando con attenzione il parlare incessante di Kammo e non togliendo gli occhi di dosso dalla figlia nemmeno per un istante. Nel suo sguardo Iris vide sollievo nel vedere che la figlia stesse bene, ma anche un evidente rimprovero. Lui osava rimproverarla per ciò che era accaduto, perchè non aveva minimamente idea di ciò che stava passando per la testa a sua figlia.
    Khal Cohollo vedeva quello scontro come una seccatura, come uno sbaglio da parte della figlia a cui lui doveva porre rimedio. Iris invece lo vedeva come il suo momento di nascita, il momento il cui finalmente i suoi sogni avrebbero cominciato ad avverarsi. E tutto avrebbe avuto inizio con la caduta del Khal.
    "Se mia figlia fosse in grado di obbedire ad un ordine non ci troveremmo qui, ma resta pur sempre mia figlia e come Khal ho il dovere di proteggerla insieme a tutti gli altri membri del Khalasar." Lo sguardo della ragazza si assottigliò, affilato come una lastra di ghiaccio. Tuono, sotto di lei, cominciò ad innervosirsi, percependo i pensieri della sua padrona, come se i due fossero una cosa sola. Nella mente di Iris non c'era più nulla, i suoi pensieri erano vuoti e il suo corpo era caldo, teso, pronto allo scontro. Era la prima volta che suo padre le parlava così, soprattutto con altra gente che potesse udire quelle parole di rimprovero che la sminuivano.
    Kammo sorrise “Se volevi una figlia diligente e sottomessa, dovevi crescerla come gli altri dothraki crescono le figlie, invece le hai messo in testa la grandezza, è normale che per perseguirla si infrangano certe regole. Il fatto già che brandisca un arakh è un’infrazione delle tradizioni” commentò divertito Kammo. 'E non hai ancora visto niente' pensò Iris nella sua mente.
    L'uomo scese da cavallo mostrando il suo arakh e scostandosi dal torso le lunghe trecce "Combatterò contro di te Khal Kammo, ma devo avvisarti. Ho lasciato due dei miei Cavalieri di Sangue all'accampamento con l'ordine di attaccare e massacrare la tua gente se Iris non dovesse far ritorno. Ti conviene mantenere la tua parola."
    Cohollo raggiunse il centro di quello spiazzale alzando entrambe le braccia verso l'alto e mostrando una sola arma, un arakh di ferro. Iris smise di ascoltare, i due Khal continuarono a parlare tra di loro, ma ciò che arrivava alle orecchie della ragazza era solo un flebile ronzio. Cohollo non aveva in mano la sua arma, l'arakh del Khal lo aveva lei. L'arma era appoggiata alla sua coscia destra e la luce del tramonto faceva risplendere l'acciaio con una luce calda, simile all'oro. Il Grande Stallone aveva creato quel momento dipingendo il cielo di rosso, l'aria era calda e il vento sembrava stringerli in un abbraccio tiepido. Il Khal Cohollo si era presentato alla sua morte, aveva mandato sua figlia quella mattina a inseguire un fumo nero all'orizzonte, mandandola verso il suo destino con addosso l'arakh di un Khal. Le parole di Kammo erano vere, Cohollo aveva cresciuto la figlia infrangendo le leggi dothraki, l'aveva cresciuta forte e selvaggia come quelle terre, ma non aveva considerato l'idea che quell'animo libero e temerario potesse ribellarsi anche a lui... o forse si?
    “Vai, parla con tuo padre"
    Iris sfilò i piedi dalle staffe, sollevando la gamba sinistra e passandola sopra la testa dello stallone, per poi scivolare giù dalla sella, sul fianco destro del cavallo. La ragazza si incamminò in direzione del padre, al centro del quadrato formato dai quattro cavalli. Parlò solo quando fu abbastanza vicina al padre in modo che nessun'altro potesse sentire "Come osi parlare in quel modo? Conosco Kammo e ho tutto sotto controllo. Preoccupati piuttosto dei tuoi uomini che non hanno fatto altro che cagarsi sotto per tutto il tempo" sibilò la ragazza tra i denti. Iris dovette sollevare il viso per continuare a sorreggere il suo sguardo "Non pensare di essere arrivato qua per una missione di soccorso, padre."
    Iris si allontanò di qualche passo, portando la mano destra sull'impugnatura dell'arakh "Non sei qui per combattere contro Kammo, padre." la Khalakki sfilò l'arakh dalla cintura che aveva intorno alla vita "So che non lo lasceresti vivo, so che hai già pianificato di distruggere tutto il suo khalasar. Non ti importa delle loro vite e nemmeno di quelle dei tuoi guerrieri. A te importa solo dell'orgoglio, della tua lunga treccia. Speri che questa vittoria possa redimerti, possa sollevarti dalla sconfitta della lunga notte, ma non è così..." il vento si alzò mentre le parole di Iris risuonavano al crepuscolo "E se dovessi cadere nel farlo ne saresti felice. Morire in guerra come un vero Khal, salvando tua figlia dalle braccia di un nemico immaginario. Ma io non ho bisogno di essere salvata da nessuno... Uno di noi due questa notte potrà riabbracciare la mamma" il vendo fece oscillare i capelli della ragazza mentre Iris respirava profondamente, il cuore le batteva forte, ma non eccessivamente, era serena e pronta ad accettare il suo destino. Le parole della Khalakki erano chiare, Khal Cohollo non avrebbe potuto tirarsi indietro, ma avrebbe esitato, Iris lo sapeva. Avrebbe esitato e lei ne avrebbe approfittato.
    Solo per un istante, gli occhi di Iris si posarono su Kammo, poco distante da loro, vicino al suo cavallo. Poi tornò a guardare suo padre. L'arakh stretto in mano. Nella vita di un Khal, essere sfidato dal proprio figlio per il potere era comune. Ogni Khal addestrava il proprio figlio a combattere per saper confrontarsi con i più forti, sapendo il rischio che avrebbe corso quando il Khalakka sarebbe diventato adulto. Khal Cohollo aveva addestrato sua figlia nello stesso modo, seppur lei fosse femmina, e Iris ora rivendicava il potere che apparteneva al padre. Se lei lo avesse sconfitto, il suo khalasar si sarebbe unito a quello di Kammo, pacificamente.



    Edited by blodreina. - 13/11/2018, 11:03
     
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    Ti ricordo che da Regolamento è vietato muovere i png in role che non sono Addestramenti, quindi per rispondere devo aspettare che cancelli le parole e le azioni di Cohollo nel tuo post.
    In linea di massima questo perché tu hai il pieno controllo delle azioni, parole e pensieri del tuo pg, non del mondo che ti circonda che agisce in maniera non sottoposta al tuo controllo.
     
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    "Cosa ne sai di quello che desidera tuo padre? Cosa ne sai di quanti pensieri cavalcano ogni giorno nella mia mente e di quanti incubi montano le mie notti?"
    Cohollo aveva d'improvviso cancellato la presenza di Kammo da quello spiazzale concentrando tutte le sue attenzioni sulla figlia che gli stava vomitando addosso anni di rabbia e frustrazione.
    "Perdere la Luna della propria vita e non poterci fare nulla, avere una bambina ed un intero Khalasar da proteggere. Perché questo ho fatto Iris fino ad ora! Se hai potuto imbracciare un'arma come le altre donne del Khalasar è perché IO ho voluto che sapeste proteggervi!"
    Si avvicinò di qualche passo verso la figlia inspirando ed espirando di rabbia e dolore mesciati insieme.
    "Ed è stato per proteggervi che ho ordinato a te e agli altri esploratori di non avvicinarvi troppo a questi Dothraki. Di tornare nell'accampamento e riferire. Ma tu no, sei così arrabbiata figlia mia che sei pronta a svendere la nostra gente ad un estraneo piuttosto che fidarti di tuo padre. Ma così sia. Ti sei preparata tutta la vita per combattere, credo possa considerarlo un privilegio essere stato scelto."
    Si voltò solo un attimo verso il suo Cavaliere di Sangue blaterandogli di allontanarsi e tornare all'accampamento. L'uomo esitò, restando sulla sua posizione e provando a ribellarsi all'ordine del Khal, ma Cohollo urlò il suo comando con ancora maggior forza, ed il guerriero infine cedette spronando il cavallo verso il suo accampamento.
    "Cominciamo"

    Iris: hai te la prima mossa nel combattimento, segui pure questo Regolamento e se hai dubbi rispondimi pure!
    Kammo, se te vuoi intervenire fallo pure ma a meno che non attacchi direttamente Cohollo, ora lui combatte con la figlia XD
     
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    "Cosa ne sai di quello che desidera tuo padre? Cosa ne sai di quanti pensieri cavalcano ogni giorno nella mia mente e di quanti incubi montano le mie notti?" Cohollo aveva d'improvviso cancellato la presenza di Kammo da quello spiazzale concentrando tutte le sue attenzioni sulla figlia che gli stava vomitando addosso anni di rabbia e frustrazione. "Perdere la Luna della propria vita e non poterci fare nulla, avere una bambina ed un intero Khalasar da proteggere. Perché questo ho fatto Iris fino ad ora! Se hai potuto imbracciare un'arma come le altre donne del Khalasar è perché IO ho voluto che sapeste proteggervi!" urlò suo padre, avvicinandosi di qualche passo verso la figlia inspirando ed espirando di rabbia e dolore mesciati insieme. Iris non abbassò lo sguardo. L'arakh stretto nella sua mano destra era leggermente sollevato all'altezza del fianco.
    "Ed è stato per proteggervi che ho ordinato a te e agli altri esploratori di non avvicinarvi troppo a questi Dothraki. Di tornare nell'accampamento e riferire. Ma tu no, sei così arrabbiata figlia mia che sei pronta a svendere la nostra gente ad un estraneo piuttosto che fidarti di tuo padre. Ma così sia. Ti sei preparata tutta la vita per combattere, credo possa considerarlo un privilegio essere stato scelto."
    Iris inspirò a pieni polmoni, l'aria calda della prateria la invase e il suo cuore trepidante si calmò. Lei sapeva ciò che stava facendo, sapeva che la sua gente l'avrebbe seguita perchè era sempre stata lei a prende le decisioni, non suo padre. Era lei ad averli salvati. Quello era il suo momento, il Grande Stallone la stava osservando e lei non si sarebbe mai tirata indietro "Non sono io quella accecata dall'odio, padre. Sto solo seguendo il mio destino.".
    Cohollo si voltò solo un attimo verso il suo Cavaliere di Sangue blaterandogli di allontanarsi e tornare all'accampamento. Ma l'uomo esitò, restando sulla sua posizione osservando Iris, Cohollo urlò il suo comando con ancora maggior forza, ed il guerriero infine cedette spronando il cavallo verso il suo accampamento "Cominciamo".
    Era tutto pronto, era il momento di combattere. Iris strinse così forte l'impugnatura dell'arakh che le nocche della mano diventarono bianche. Sentì i muscoli tendersi, pronti a scattare in qualsiasi momento, ma sapeva anche che il padre non l'avrebbe attaccata per primo. Lei era esattamente il suo punto debole. Non si era mai allenata con il padre, Cohollo era sempre impegnato e i momenti padre-figlia erano estremamente rari tra i due. Ma Iris lo aveva visto combattere qualche volta. Il Khal attaccava con irruenza, caricava l'avversario come un toro con tutta la forza che aveva.
    La ragazza si concentrò sul suo respiro, come le aveva insegnato Rhorgo. Era una donna e non era di certo forte come il padre, ma Iris era più veloce e più astuta. I lunghi anni di allenamento le avevano insegnato le tecniche da usare con gli avversari più grandi e forti di lei. Non avrebbe attaccato con la forza, avrebbe usato la spinta del suo avversario a suo favore.
    'Precisa e veloce come un morso di serpente, letale.' ripeté nella mente le parole del suo addestratore e poi attaccò. Gli occhi glaciali della ragazza si assottigliarono un'istante prima che i suoi piedi si staccassero dal terreno con uno scatto che la portò davanti al padre, l'arakh alzato tagliò l'aria con un fendente. Con una giravolta la ragazza si allontanò nuovamente dal padre, mettendosi a distanza di sicurezza. L'arakh alzato, proto a parare.

    scusa non ho ancora ben capito come fare per i paramentri dei colpi, ma non volevo tardare con la risposta

    attacco semplice: 7 Att 10 difesa


    Edited by blodreina. - 21/11/2018, 11:03
     
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    Kammo seguì da lontano, troppo lontano per capire cosa Iris stesse dicendo al padre ma, quando vide Iris impugnare saldamente l’arakh e udì il khal berciare al proprio cavaliere di sangue di tornarsene all’accampamento, un brivido gelido corse lungo la schiena del giovane butterato.
    Ecco cos’era quella sensazione di non detto che le parole di Iris gli avevano lasciato, ecco dove stava la fregatura.
    Iris lo aveva usato, lo aveva sfruttato per arrivare a sfidare il khal. La sua ambizione non solo era quella di combattere come un uomo, ma anche di comandare come un uomo!
    “Yer affesi anni” urlò Kammo di frustrazione, alle spalle di Iris, serrando le dita sul proprio Arakh. “Questo duello era mio! Me lo avevi promesso!” ringhiò furente. Quella femmina lo aveva preso in giro, aveva usato il suo sogno, come trampolino di lancio per il proprio e lui ci era caduto con tutti gli stivali. Avrebbe dovuto dare ragione a Davvi e Gralato. E anche stuprarla, perché un furto del genere non poteva restare tanto impunito. Eppure non poteva farci nulla, perché Cohollo ora non lo degnava più nemmeno di uno sguardo, l’avversario del Khal ora era quella femmina.
    Kammo rimontò in sella e colpì con i talloni i fianchi di Noah, affinché si portasse dietro agli uomini di Cohollo che erano ancora suoi ospiti. Erano appiedati, con le mani legate dietro alla schiena, completamente alla mercé del dothraki.
    “Sembra che il vostro Khal abbia deciso di non duellare con me, quindi dovrei uccidervi… ma siete gli unici testimoni del suo khalasar del duello e dovrete riferire agli altri quello che accadrà. Non vi ucciderò, quindi… sempre che non lo faccia poi chi sopravviverà allo scontro” disse il giovane khal, accennando con il mento ai due sfidanti in procinto di scontrarsi.
    “Ferro!” berciò nervoso. “Mi serve una vedetta o due verso nord, per controllare se l’altro khalasar sta arrivando o meno. Voi sei” chiamò riferendosi agli altri dothraki a cavallo, oltre Ferro, che erano rimasti all’imbocco della gola, “disponetevi a cerchio attorno a Cohollo e Iris. Il vincitore dovrà discutere con me e non ci saranno inganni questa volta, o taglierò la gola a entrambi” ringhiò, abbassando lo sguardo sui quattro prigionieri. “Se provate a scappare, vi faccio tagliare le dita di mani e piedi, per cominciare” li minacciò, prima di spronare Noah e portarsi a una decina di metri a Nord di Khal Cohollo e della sua spergiura figlia maledetta.
    Iris lo aveva illuso per ore che avrebbe potuto misurarsi con khal Cohollo in un regolare duello per stabilire chi fosse il più forte e invece gli aveva fregato il posto. Che senso avrebbe avuto sfidare il vincitore, sfiancato dal duello? Lui non era come Villo, lui non lo avrebbe fatto.
    Ma non avrebbe di certo unito un khalasar di 40 persone a un khalasar di 100 persone, dando la guida di quel centinaio di anime a qualcuno che gli aveva appena dimostrato di non sapere rispettare la parola data. No, se anche Iris fosse uscita vittoriosa da quello scontro, non l’avrebbe mai resa kos, con il rischio che in futuro si rivoltasse anche contro di lui. Col cavolo! Iris avrebbe dovuto trovare un altro khal da ingannare, perché Kammo non avrebbe più creduto a una sola parola di chi si era appena giocato la sua fiducia. Si era fatto fregare come un deficiente, in nome di cosa? Di qualcosa esistito prima dell’abbandono? Tutto quello che c’era prima era perduto per sempre, avrebbe dovuto capirlo prima. Tutto quello che era stato, era ormai morto, assieme a tutti quelli che erano stati abbandonati assieme a lui nel Mare d’Erba. Fermò Noah e si preparò ad assistere a quello scontro. Aveva davanti la dimostrazione vivente che c’erano femmine dothraki che erano combattive e indomabili e altre che erano irrispettose dei dettami e delle tradizioni. Merago lo aveva esiliato per molto meno. Khal Cohollo aveva sbagliato e ora ne pagava il conto.

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    “Yer affesi anni” espressione di frustrazione rivolta a una persona che fa scattare il nervoso in chi la pronuncia
    Intimidazione sui prigionieri
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    Guardiamo insieme il Regolamento e vediamo come fare :)
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    All'inizio di ogni scontro, ogni giocatore dovrà suddividere il proprio parametro Marzialità in 2 sottoparametri:
    ATTACCO (ATT) e DIFESA (DIF)

    Iris ha Marzialità 17, è quel 17 che devi dunque dividere in Attacco e Difesa. Ad esempio: 7 Att 10 difesa oppure 15 att 2 difesa oppure 9 Att 8 Dif e così via a seconda della tua preferenza (non posso dividertelo io perché non so quanto vuoi impegnarti in attacco e quanto in difesa).
    CODICE
    MOSSE
    Attacco semplice
    E' l'attacco base, consuma un' azione offensiva ed è una spadata, affondo, fendente o sgualembro che sia. Si calcola in questo modo: VARIABILE * ATT/10 + valore di attacco dell'arma.

    Devi quindi usare la formula: VARIABILE * ATT/10 + valore di attacco dell'arma.
    Andiamo ad analizzarne i vari termini:
    CODICE
    Iniziamo spiegando un concetto che ci sarà utile poi per proseguire. D'ora in poi, userò il termine VARIABILE per identificare un numero scelto dal player che identificherà quanto forte sia l'attacco in questione, ma, quello stesso numero, sarà anche scalato al parametro di riferimento (attacco in caso di una mossa offensiva o difesa in caso di una difensiva).

    ◆ Nel caso in cui io volessi fare un attacco semplice, leggero, tanto per infastidire o studiare il nemico senza compromettere troppo le mie energie, sceglierei un numero basso.
    ◆ Nel caso in cui io attaccassi per ferire o uccidere, sceglierei un numero alto, andando però a stancare il mio pg.

    Ricordo che quando il valore di attacco o difesa scende a 0, non sarete più in grado di eseguire quel genere di mosse.
    Questo valore variabile, però non dovrà mai essere superiore alla propria competenza nell'arma che si sta usando moltiplicata * 3.
    Nel caso in cui non si abbia nessuna competenza con quell'arma, la variabile massima sarà 2.

    Anche la variabile dunque è a tua scelta, non posso inserirla io ma devi metterla tu tra 0 e la tua variabile massima in base alla competenza che hai con l'arma che impugni (trovi nel testo che ho codato sopra quant'è il massimo se non hai la competenza dell'arma).
    Per completare la formula manca dunque l'ultima parte che è il valore di attacco dell'arma (un arakh di ferro) le cui caratteristiche te le riporto qui:
    CODICE
    Arakh di Ferro 11 ATT 1 DIF Peso 6

    La tua formula ora è completa.

    Ti faccio un esempio di un personaggio con Marzialità 30 divisa così (15 ATT 15 DIF) che impugna una Spada di Stagno (4 ATT 2 DIF Peso 2) e che abbia la competenza Arte della Spada 4
    ATTACCO SEMPLICE= 12*15/10 + 4= 22


    Basta ora sostituire in questa formula la variabile che puoi inserire, ciò che metti in attacco e il valore di attacco della tua arma.
    Non potendo io decidere per il tuo personaggio variabili ed attacco, considero questo primo attacco come andato a vuoto, nel prossimo usa la formula qui spiegata :)


    Tiro di intimidazione Kammo vs prigionieri
    [Giudizio mod - Bonus fama + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/4 + Diplomazia/2 + Bonus tortura] - [Giudizio mod + Bonus infamia + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/2]

    Giudizio mod Kammo= 6 circostanza (sei incacchiato come una poiana, ci manca solo che questi ti scappino) 4 modalità (sei stato piuttosto convincente direi) 5 scrittura= 15 PUNTI
    Giudizio mod gente= 3 circostanza (la situazione non volge certo a loro favore) 2 modalità (son prigionieri ma ti sei liberato di qualche guerriero dalla loro sorveglianza)= 5 punti


    [15 -0 + 47/2 + 0 + 102/4 + 19/2 + 0] - [5 + 0 + 0 + 0 + 30/2] = 73,5 - 20= 53,5 Intimidazione riuscita


    I prigionieri tremarono alle parole di Kammo e non osarono muoversi di un millimetro preferendo restarsene in silenzio ad osservare quella strana situazione nel bel mezzo della gola; non capitava molto spesso che un Khal venisse sfidato in combattimento dalla figlia e a prescindere dall'assurdità della situazione e dall'ira di Kammo, era uno spettacolo che aveva catturato ben più di uno sguardo.
    Non solo dunque i prigionieri ed i guerrieri incaricati dal butterato di circondare i due duellanti erano affascinati e rapiti dallo scontro, ma anche il resto del Khalasar di Kammo, fatta eccezione per i Dothraki incaricati di portarsi a controllare se vi fossero altri uomini in arrivo.
    Cohollo non rispose a Kammo dedicando invece alla figlia tutte le attenzioni; non dovette sforzarsi di parare il primo affondo della ragazza che arrivò a mo' di riscaldamento senza colpire alcunché o arrecare danno.
    Neppure lui d'altro canto si preoccupò di caricare la lama verso il colpo della figlia usando invece la pianta del piede per calciarle il bacino e tentare di gettarla a terra nella polvere.

    Cohollo Marzialità 50 (25 ATT 25 DIF) Arakh in acciaio (12 ATT 1 DIF Peso 7) Arte dell'Arakh 3 Corpo a corpo 2

    Sbilanciamento= 6*25/10=15

    Come ci si difende da uno sbilanciamento e cosa fa?
    CODICE
    Sbilanciamento
    Consuma un azione offensiva (quindi se uso questo, in quel turno non posso attaccare.) Spazzata alle caviglie, spintone, sgambetto, mossa corpo a corpo di sbilanciamento. Si calcola con VARIABILE * ATT/10.
    L'avversario difende con VARIABILE * DIF/10 e se questo prodotto non è uguale al mio attacco, il mio avversario subisce un -15 al suo attacco successivo. Se la differenza è maggiore di 30, il difensore cade e perde la propria intera azione offensiva.


    Limite risposta: martedì 27 novembre
     
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    L'aria si fece tesa.
    Il fendente di Iris tagliò l'aria, sibilante come il soffio del serpente. Ma non fu un colpo offensivo. Mancò il padre di pochi centimetri, spostandosi davanti a lui. I due si stavano ancora scaldando, studiandosi mentre il loro sangue caldo ribolliva. Iris vide di sfuggita Kammo davanti a lei agitarsi in sella al proprio cavallo. Sapeva che la sua azione non gli sarebbe piaciuta, ma era inevitabile. Era Iris il successore di Khal Cohollo, lei e nessun altro. Kammo lo avrebbe lasciato in vita, quelle erano state le sue parole e una volta che lo avrebbe nominato Kos, lei non avrebbe più potuto ucciderlo, non avrebbe mai preso il potere che le spettava. Ma le parole della Khalakki erano sincere e vere, avrebbe mantenuto la parola data a Kammo. Lei aveva dato la sua parola, non quella di Khal Cohollo. Se fosse riuscita a sconfiggere il Khal, il suo khalasar l'avrebbe seguita nella sua scelta di unirsi al khalasar di Kammo e nessuno sarebbe rimasto indietro. Il suo gesto non era stato per smania di potere, ma se fosse stato Kammo ad uccidere Cohollo, sempre che ci fosse riuscito, Iris sapeva che il suo popolo sarebbe stato contrariato. Alcuni si sarebbero uniti a lui perchè era stato il più forte, ma altri lo avrebbero odiato e avrebbero tramato una rivolta, perchè Iris era ancora viva ed era lei il successore di Cohollo. Se invece Kammo lo avesse tenuto in vita, nessuno dei suoi uomini lo avrebbe mai seguito.
    Il kahlasar di Kammo ora stava guardando il combattimento strano e inaspettato che si era creato. Tutti gli occhi erano puntati su Iris e su Khal Cohollo. Su una figlia, una ragazza che stava sfidando il padre a combattimento. Gli uomini di Kammo gli avevano circondati, creando un perimetro rotondo intorno ai due combattenti. Non c'era più via di fuga, uno dei due quella notte avrebbe riabbracciato Nivaes mentre l'altro avrebbe continuato a cavalcare il Mare d'Erba.
    Neppure Cohollo si preoccupò di caricare la lama verso il colpo della figlia usando invece la pianta del piede per calciarle il bacino e tentare di gettarla a terra nella polvere. Iris accusò il colpo, strinse gli addominali mentre il piede del padre le colpiva il bacino di striscio perchè lei lasciò che la gamba sinistra accusasse, sollevandosi da terra, ma si concentrò a rimanere salda nel terreno con la pare destra, usando la spinta del padre come forza per roteare nella sua direzione. Come Rhorgo le aveva insegnato, usava la forza del suo avversario contro di lui. Usò la forza della rotazione per colpire nuovamente, stavolta mirando al fianco scoperto del padre. L'arakh disegnò una mezzaluna, fendendo l'aria da sinistra verso destra, aprendosi come in una danza, prolungando il giro su se stessa di Iris. La ragazza si era già stancata del riscaldamento, voleva che questa storia finisse in fretta. Cohollo era un combattetene esperto, era abituato ad accusare colpi e a continuare a combattere, probabilmente aveva più resistenza di lei, nonostante la sua giovane età. Ma era anche abituato a un tipo di combattimento diverso di quello di Iris. Così come la ragazza era riuscita a mettere in difficoltà Rhorgo, lo avrebbe fatto anche con il proprio Khal.

    Iris Marzialità 17 (2 ATT 15 DIF)
    Arakh di Ferro (11 ATT 1 DIF Peso 6)

    VARIABILE 10* DIF 15 / 10 = 15

    Attacco con 2
    VARIABILE * ATT/10 + 11 (attacco dell'arma)

    Attacco= 2 (nessuna competenza con l'arma) * 2/ 10 + 11= 11,4 (?)


    Edited by blodreina. - 21/11/2018, 12:26
     
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    Il duello iniziò e Kammo schiuse le labbra incredulo. Iris menò un fendente con una determinazione appena superiore a quella che aveva visto usare a Davvi. E fortuna che veniva da un khalasar dove le donne combattevano. Cohollo era un padre. Non voleva fare del male alla figlia, era chiaro, tanto che tentò di atterrarla con una spazzata. Ma i suoi movimenti erano così lenti, imprecisi… Palesavano la sua debolezza! Cohollo valeva la metà di Kovarro, anzi, probabilmente persino Ferro avrebbe potuto tenergli testa.
    Quel duello era una pagliacciata!
    Khal Cohollo non era forte, come poteva aver radunato attorno a sé 75 guerrieri tra uomini e donne?
    Che razza di dothraki lo seguivano? I signori dei cavalli seguivano la forza, ma lo spettacolo che si teneva davanti agli occhi del giovane butterato era impietoso. Non c’era forza, solo una ridicola pretesa di potere da parte di una figlia con sogni troppo grandi per la sua attuale abilità.
    Kammo provò rabbia. Lui si sentiva inadatto, aveva sempre mille dubbi sulle sue capacità di Khal e ora si trovava davanti a una persona che era certa di avere le carte in regola per guidare un khalasar, ma non aveva le capacità di combattimento adatte nemmeno per affrontare Zasqa, il suo cucciolo di leone bianco.
    Kammo era pieno di dubbi, non si riteneva mai all’altezza del ruolo che ricopriva con la speranza di incontrare un giorno lo Stallone che Monta il Mondo, mentre Iris era certa di essere superiore a qualsiasi altro dothraki e non vedeva nemmeno i propri limiti.
    Forse Cohollo poteva contare su un gran numero di guerrieri, ma Kammo era quasi certo che ciascuno dei propri guerrieri valesse il doppio di quelli di quel khalasar. Persino sua moglie, nonostante fosse incinta e non fosse mai stata addestrata specificatamente nell’uso delle armi, poteva tener testa a Iris, grazie alla conformazione del terreno di scontro avrebbe potuto tranquillamente affrontare i dothraki di Cohollo.
    Kammo fece una smorfia. La scena che aveva di fronte agli occhi era patetica. Gli era stato promesso un duello che si prospettava grandioso. Forse Iris conosceva l’inutilità del padre e voleva solo evitargli una figuraccia… O forse si riteneva per davvero una grande guerriera. Ma era ovvio che, se la media di quel khalasar aveva come proprio vertice khal Cohollo, Iris non poteva aspirare a molto di più.
    Era ora di finirla con quella sceneggiata.

    Equipaggiamento:
    Arakh di Acciaio ATT 13 DIF 2 Peso 7 (Bonus +3 lv 2 marziale)
    Bracciali di cuoio Riduzione del danno 1, peso 1
    Gambali di cuoio Riduzione del danno 1, peso 1
    Stivali di cuoio Riduzione del danno 1, peso 0
    Bracciale oro attrazione +7
    Ciondolo in legno Attrazione +1

    Statistiche di combattimento:
    Marzialità a cavallo 105
    Att: 45 Dif 60
    Disarmare:VARIABILE * ATT/10 + bonus attacco arma= 1*45/10+16=20.5
    Iris ha difesa 5/15 (ha speso 10 prima, quindi le rimangono 5 punti per eludere l’attacco, quindi la sua elusione massima è: 5*15/10-peso arma. Anche senza il peso dell’arma, la sua elusione massima è: 7.5, quindi Kammo riesce a disarmarla.
    Situazione fine turno:
    Att: 44/45 Dif 60/60
    Intimidazione su entrambi, per farli smettere di combattere e avere la loro completa attenzione.
    Parametri per l’intimidazione:
    Fama +23 (bonus 0)
    Prestigio 47 ( la metà è 23.5)
    Autorità 0
    Marzialità a cavallo 105 (diviso quattro fa 26.25)
    Diplomazia 19 ( la metà è 9.5)
    Tortura 0


    Kammo spronò Noah, roteò l’arakh minacciosamente e lanciò un urlo. “Adesso B A S T A!” tuonò, agganciando l’arma di Iris con la propria, strappando l’arakh di mano alla khalakki. Kammo proseguì la corsa del proprio cavallo di qualche metro, girando l’animale verso i due contendenti. Aveva disarmato Iris perché era chiaro dalle traiettorie che imprimeva ai suoi colpi che voleva uccidere il padre, a differenza di quest’ultimo che sembrava semplicemente voler cercare di mettere un po’ di sale in zucca a quella figlia testarda.
    Kammo puntò l’arakh verso Cohollo. “Mi eri stato presentato come un grande Khal, invece persino i miei guerrieri potrebbero affrontarti a giudicare dalla tua ben poca abilità. I tuoi uomini sono dei codardi” berciò spostando l’arma in direzione dei prigionieri che tremavano come foglie, “tua figlia non sa nemmeno impugnare correttamente un arakh e tu… se ci fossimo affrontati ti avrei sconfitto in un paio di scambi.” Non era certo di essere davvero in grado di batterlo in una paio di colpi, ma aveva sconfitto Fakko con un colpo solo e lui era stato un avversario più tosto che Cohollo.
    Kammo abbassò l’arma, appoggiando la lama ricurva sulle gambe.
    “L’amara verità è che siete deboli e solo dei deboli potrebbero seguirvi” commentò duramente, quasi indispettito da quella realtà. Era rimasto deluso nel vedere le reali capacità di quel khal dipinto come tanto grande e potente.
    “Non ha senso affrontare nessuno di voi due. Che senso ha dimostrare la propria superiorità se poi i vostri dothraki seguirebbero comunque una guida debole come la vostra? Cohollo, prendi tua figlia e andatevene. Terrò i cavalli dei tuoi guerrieri e quei quattro come risarcimento del tempo che mi avete fatto perdere. Prendi il tuo khalasar e vattene, perché se i tuoi guerrieri sono tutti più deboli di te, nessuno di loro ha speranze contro i miei. Se vuoi tornare a combattere, sicuramente qualcuno dei miei guerrieri morirà nello scontro, ma il tuo khalasar di deboli verrà decimato. Tu e tua figlia sparite dalla mia vista e non fatevi mai più rivedere, a meno che non vogliate unirvi a me, obbedire a me, combattere e razziare con me. In quel caso, io addestrerò te e anche lei e chiunque tra di voi voglia imparare, chiunque voglia diventare davvero forte, perché deboli come siete, siete inutili, per qualsiasi altro khalasar sareste a malapena buoni come schiavi.”
    Noah scalpitò nervoso, battendo con lo zoccolo a terra.
    “Ponderate bene le vostre risposte ora. Ho sconfitto e ucciso Khal Kovarro, che era decisamente più forte di te” spiegò indicando Cohollo. “Ho sconfitto e ucciso i suoi tre cavalieri di sangue, che erano ben più forti di te” aggiunse indi su Iris. “Ho sconfitto Draggo, il cavaliere di sangue di Khal Merago, che è ben più forte di te” riprese, riportando lo sguardo su Cohollo, “e ha un khalasar di quasi mille persone.”
    Sbuffò infastidito dall’inutilità di quella giornata, dove aveva sprecato il suo tempo paventando la forza di un uomo che era più debole di qualsiasi altro avversario aveva affrontato sino a quel momento.
    “Potrei uccidervi entrambi, qui, adesso, dimostrare la mia superiorità, approfittare delle tenebre per attaccare il vostro inutile khalasar che di fronte alla nostra forza finirebbe in pezzi come un dente di leone davanti al soffio del vento. E cosa ne otterrei? Nulla, perché non rimarrebbe vivo nessuno a ricordare la mia forza. Tua figlia ha dichiarato di volersi unire a me. Pensavo di farla Kos, anche se è donna, ma non merita una simile carica, poiché non ha onore, non ha lealtà. Ha attaccato il suo khal, nonostante egli sia ancora in forze, nonostante egli possa ancora cavalcare. Ha attaccato il suo khal, nonostante sia più debole di lui” disse fissando Iris, per poi spostare l’attenzione su Cohollo. “E tu… tu non stai combattendo realmente con lei. Non stai nemmeno giocando. Stai solo soffrendo di fronte al suo tradimento, di fronte al fatto che tua figlia è cresciuta e te la vuole mettere nel culo, perché vuole comandare il tuo khalasar di deboli facendoti fuori, come se ormai tu non le fossi più utile. Be’, lasciatelo dire: se fossi io suo padre, la prenderei a sculacciate fino a quando non fosse più in grado di stare in sella per almeno un mese. Tua figlia manca di disciplina! Vuole comandare, ma non vuole farsi la gavetta, non vuole capire cosa vuol dire davvero comandare, vuole la pappa pronta. Unisciti a me, Cohollo, e le insegnerò cosa vuol dire per davvero rispettare un khal. Le spiegherò cosa vuol dire essere un vero dothraki. E temo che non le piacerà. Temo che il Mare d’Erba le starà stretto, perché mi pare di ricordare che lei volesse diventare khaleesi, ma forse nessuno le ha mai spiegato che una khaleesi è tale solo sino a quando il suo khal è vivo, perché alla sua morte il posto di una khaleesi è Vaes Dothrak. Ma le hai messo in testa idee così irrazionali, che non si piegherà mai a fare una cosa simile. La sua unica speranza è quella di non diventare mai khaleesi, perché non potrebbe mai più combattere, se suo marito dovesse morire.
    Non mi conosci, e io non conosco te. Mi baso su quello che sto vedendo e lo confesso: siete deludenti, entrambi. Se le mie parole ti offendono, be’, cazzi tuoi. Vali meno di molti guerrieri che ho affrontato, ma ti ripeto che sono disposto a darti la possibilità di migliorare, a te e ai tuoi uomini. Unitevi a me, fate quello che io vi dirò, seguite la forza come ogni buon dothraki dovrebbe fare. Altrimenti andatevene e non fatevi mai più vedere”
    concluse.

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    Sbilanciamento Cohollo= 15
    Difesa da sbilanciamento Iris= 15
    Iris non viene sbilanciata.

    Attacco Iris= 11,4
    Schivata Cohollo= (VARIABILE * difesa/10 - peso totale equipaggiamento)= 8*25/10 - 7=13
    Elusione riuscita= 0 danni
    Cohollo dif= 25-8= 17
    Att=25-6= 19


    Disarmo Kammo su Iris= 20.5


    Tiro di Intimidazione Kammo vs Iris e Cohollo
    Cohollo lv Khal= 10
    Marzialità 50
    Diplomazia 10
    Intrigo 10
    Amministrazione 20
    Conoscenze 10

    [Giudizio mod - Bonus fama + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/4 + Diplomazia/2 + Bonus tortura] - [Giudizio mod + Bonus infamia + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/2]
    Giudizio mod Kammo= 7 circostanza (ti sei scocciato della situazione) 4 modalità (hai appena disarmato Iris e sei in vantaggio numerico) 5 scrittura= 16 punti
    Giudizio mod Iris= 5 circostanza (comunque sei nel bel mezzo di un duello e questo si infila) 1 modalità (vieni disarmata in automatico, non è tanto promettente come sicurezza) 3 scrittura= 9 punti
    Giudizio mod Cohollo= 3 circostanza (lui comunque è venuto qui a morir per salvare la figlia di partenza quindi di base è più "resistente alla paura") 1 modalità (ma te gli hai disarmato la figlia)= 4 punti

    vs Iris
    [16 -0 + 47/2 + 0 + 105/4 + 19/2 + 0] - [9 + 0 + 2/2 + 0 + 17/2]= 75,25 - 18,5= 56,75 Intimidazione riuscita

    vs Cohollo
    [16 -0 + 47/2 + 0 + 105/4 + 19/2 + 0] - [4 + 0 + 0 + 0 + 50/2]=75,25 - 29= 46,25 Intimidazione riuscita


    Iris non ebbe difficoltà a resistere alla spinta del padre riuscendo a rimanere nella sua posizione e a tentare un affondo contro il Khal che a sua volta schifò il primo fendente che altrimenti lo avrebbe raggiunto. Prima perl che potesse provare a colpire nuovamente la figlia, Kammo si era precipitato in mezzo alla situazione strappando letteralmente l'arakh di mano ad Iris e berciando il suo disprezzo nei confronti dei due.
    Era evidente che per quanto si fossero allenati il Khalasar di Kammo avesse affrontato 'pericoli ben peggiori di quello di Cohollo e quella consapevolezza pesava soprattutto sulle spalle del vecchio Khal; forse aveva sbagliato in tutti quegli anni a restarsene al sicuro evitando per quanto possibile gli scontri. Aveva reso la sua gente un popolo di deboli pronta a soccombere al primo nemico?
    Cohollo guardò i suoi uomini tenuti prigionieri provando un senso di sconforto e vergogna al tempo stesso, quindi si rivolse alla figlia evitando, per il momento, di rispondere a Kammo.
    "E' questo che davvero vuoi? Restare con lui e diventare forte quanto i suoi guerrieri? Preferisci essere la sottoposta di un Khal forte piuttosto che la figlia di uno debole... "
     
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  15. blodreina.
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    Iris non ebbe difficoltà a resistere alla spinta del padre riuscendo a rimanere nella sua posizione e a tentare un affondo contro il Khal che a sua volta schifò il primo fendente che altrimenti lo avrebbe raggiunto. Iris sollevò il suo arakh, pronta a parare l'attacco che il padre stava per sferrarle, ma Kammo arrivò al galoppo in sella al suo cavallo. Le mezze lune degli arakh si incastrarono e Iris sentì l'arma strapparsi via dalla sua mano. Accadde tutto così in fretta che la ragazza nemmeno se ne accorse, concentrata sul combattimento. Si voltò di scatto nella direzione del vento che quella corsa sfrenata aveva lasciato dietro di se, osservando Kammo che puntava l'arakh contro di loro.
    Kammo puntò l’arakh verso Cohollo. “Mi eri stato presentato come un grande Khal, invece persino i miei guerrieri potrebbero affrontarti a giudicare dalla tua ben poca abilità. I tuoi uomini sono dei codardi” berciò spostando l’arma in direzione dei prigionieri che tremavano come foglie, “tua figlia non sa nemmeno impugnare correttamente un arakh e tu… se ci fossimo affrontati ti avrei sconfitto in un paio di scambi.” Iris strinse la mascella osservando i Khal a cavallo. Il busto voltato a metà tra Kammo e il padre. Era vero, Iris non era ancora stata addestrata al combattimento con l'arakh, era la prima volte che ne impugnava uno ed era più difficile di quello che pensava. Era brava con la spada, ma quello era completamente diverso, tanto che il suo primo colpo era andato completamente a vuoto.
    “Non ha senso affrontare nessuno di voi due. Che senso ha dimostrare la propria superiorità se poi i vostri dothraki seguirebbero comunque una guida debole come la vostra? Cohollo, prendi tua figlia e andatevene. Terrò i cavalli dei tuoi guerrieri e quei quattro come risarcimento del tempo che mi avete fatto perdere. Prendi il tuo khalasar e vattene, perché se i tuoi guerrieri sono tutti più deboli di te, nessuno di loro ha speranze contro i miei. Se vuoi tornare a combattere, sicuramente qualcuno dei miei guerrieri morirà nello scontro, ma il tuo khalasar di deboli verrà decimato. Tu e tua figlia sparite dalla mia vista e non fatevi mai più rivedere, a meno che non vogliate unirvi a me, obbedire a me, combattere e razziare con me. In quel caso, io addestrerò te e anche lei e chiunque tra di voi voglia imparare, chiunque voglia diventare davvero forte, perché deboli come siete, siete inutili, per qualsiasi altro khalasar sareste a malapena buoni come schiavi.” Iris strinse i pugni mentre il petto le si alzava e abbassava freneticamente, al ritmo del suo respiro accelerato. Era spaventata, ma era anche tremendamente frustrata da quella situazione. Lei amava il suo khalasar, il suo popolo. Ma le parole di Kammo erano fastidiosamente vere. Suo padre si era ritirato dopo la lunga notte. Il suo khalasar non entrava in combattimento da 20 anni e ormai i guerrieri si erano spenti. I sogni di guerra e di grandezza erano rimasti solo nella mente della Khalakki. Lei si era allenata, ci aveva provato, lei sentiva il fuoco dentro, ma il suo popolo era solo cenere che lei aveva sperato di poter ravvivare.
    "Tua figlia ha dichiarato di volersi unire a me. Pensavo di farla Kos, anche se è donna, ma non merita una simile carica, poiché non ha onore, non ha lealtà. Ha attaccato il suo khal, nonostante egli sia ancora in forze, nonostante egli possa ancora cavalcare. Ha attaccato il suo khal, nonostante sia più debole di lui” lo sguardo di Iris si posò su Kammo che ricambiò il suo sguardo. Le mascelle le dolevano da quanto erano serrate e il suo cuore le martellava nel petto così forte che sembrava voler saltare via da un momento all'altro "Tua figlia manca di disciplina! Vuole comandare, ma non vuole farsi la gavetta, non vuole capire cosa vuol dire davvero comandare, vuole la pappa pronta. Unisciti a me, Cohollo, e le insegnerò cosa vuol dire per davvero rispettare un khal. Le spiegherò cosa vuol dire essere un vero dothraki. E temo che non le piacerà. Temo che il Mare d’Erba le starà stretto, perché mi pare di ricordare che lei volesse diventare khaleesi, ma forse nessuno le ha mai spiegato che una khaleesi è tale solo sino a quando il suo khal è vivo, perché alla sua morte il posto di una khaleesi è Vaes Dothrak. Ma le hai messo in testa idee così irrazionali, che non si piegherà mai a fare una cosa simile. La sua unica speranza è quella di non diventare mai khaleesi, perché non potrebbe mai più combattere, se suo marito dovesse morire."
    Iris abbassò lo sguardo, gli occhi cominciarono a bruciarle. Sentì il vento soffiare tra i suoi capelli e chiuse gli occhi, deglutendo. Inspirò profondamente mentre le parole di Kammo si facevano strada nella sua mente. Cominciò a dubitare di tutto ciò che l'aveva accompagnata nella sua vita, dubitò di suo padre, dei suoi guerrieri, della sua stessa gente. Dubitò dei suoi sogni, troppo grandi per il khalasar in cui era nata, troppo grandi per lei.
    "Unitevi a me, fate quello che io vi dirò, seguite la forza come ogni buon dothraki dovrebbe fare. Altrimenti andatevene e non fatevi mai più vedere” concluse Kammo e il silenzio calò nella radura. Iris rimase immobile, avvolta nei suoi pensieri che le facevano troppo male per poter reagire. Era davvero finita? La ragazza pensava di si. Per tutta la vita aveva sognato di essere una guerriera come sua madre, forte e saggia in sella al suo cavallo. Importante e leale, ma lei non lo era e probabilmente non lo sarebbe mai stata.
    "E' questo che davvero vuoi? Restare con lui e diventare forte quanto i suoi guerrieri? Preferisci essere la sottoposta di un Khal forte piuttosto che la figlia di uno debole... " le parole del padre le arrivarono flebili, come un sussurro smorzato dal rimpianto che anche lui stava provando in quel momento. Era stato lui a rendere i suoi uomini deboli, era stato lui a lasciare che Iris sognasse sogni troppo grandi per quel Mare d'Erba.
    La ragazza inspirò profondamente e riaprì gli occhi, voltandosi verso il padre con lo sguardo lucido "E' giunto il momento che qualcun'altro prenda il comando, padre. Tu hai reso i tuoi uomini deboli, loro non sono più dei guerrieri. Ma io so che dentro di loro c'è ancora il fuoco che arde. Pensavo di poter essere io la scintilla che li avrebbe riaccesi, ma evidentemente mi sbagliavo... " Iris si voltò lentamente verso Kammo, osservò il cavallo che cavalcava, per poi sollevare lo sguardo su di lui "Mi dispiace per non aver mantenuto la parola data, una delle due almeno. Ti ho promesso un combattimento e ciò non è avvenuto..." disse inspirando nuovamente, mentre il cuore le batteva all'impazzata "Ma ti ho anche promesso che il mio khalasar si sarebbe unito al tuo e così sarà. I nostri uomini e le nostre donne saranno liberi di scegliere con chi andare... Loro sono dei guerrieri forti, hanno solo bisogno di qualcuno che glielo ricordi, qualcuno che li guidi in battaglia e che gli dia forza. Un vero Khal."
     
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19 replies since 7/11/2018, 08:29   293 views
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