Lord Edwin Roote

Chiunque lo incontri potrà vedere un uomo alto 170 cm, di corporatura magra ma non malaticcia; si nota che il suo fisico è comunque in grado di resistere alle ferite. Il volto è sormontato da corti capelli castano chiaro, così come la leggere barba che incornicia il suo volto. Sopra la bocca piccola e il naso regolare vi sono degli occhi color nocciola; se si osserva il suo sguardo si può notare il baluginare della sua forza di volontà. Le sue membra sono coperte da brache nere, una camicia bianca coperta da un gilè in pelle scura, i piedi calzati da stivali e sulla testa, durante i viaggi, porta un berretto nero, dalla forma cilindrica e con una piuma fissata ad un lato; tutti questi vestiti sono di buona fattura, ma non sono mai sfarzosi o stucchevoli, o mostrano alcuno stemma; ciò è in linea con il pensiero di Edwin, che non vuole basarsi sullo sbandierare il proprio status.

Le due battaglie a cui ha partecipato lo hanno decisamente temprato: era diventato meno smilzo, i lineamenti induriti, e dopo l'assedio di Driftmark, portava una cicatrice all'altezza dei polmoni, dove era stato quasi colpito a morte. Una ferita che insegnava non poco.
Iniziavano a intradeversi segni di stanchezza e logoramento, rispetto al suo aspetto da nobile ben tenuto e al sicuro di mesi fa.

"Volontà e Abilità devono essere il proprio cavallo di battaglia, non il proprio Status, la discendenza, o la ricchezza": questa frase riassume in modo conciso buona parte del carattere di Edwin: una persona tranquilla, dal tono e i modi di fare calmi e sereni, ma che arde di volontà, sentimenti e passioni, che è talvolta disposto anche a mettere al di sopra dei doveri e dei costumi: se è carico d'ira, non la dimostrerà tramite forti urla e gestualità violente e troppo impulsive, ma il suo tono e il suo sguardo, seppur fermi, dimostrano chiaramente il sentimento di rabbia provato; Stessa cosa per quanto riguarda gli amori: alle serenate preferisce delle lettere, a dei brindisi in onore di una donna preferisce parlarvici in un posto tranquillo, senza tenere conto dei rispettivi titoli o famiglie. Certo, anche Edwin, talvolta, sfoga i suoi impulsi in un bordello, ma tuttavia non riuscirebbe mai a trattare una ragazza come proprietà.
L'arte della spada lo ha sempre affascinato, ma non tanto per la violenza in se, quanto per l'abilità e l'arte mostrata in ogni fendente e ogni passo.
Moralmente parlando, Edwin ha un suo codice morale che ha sviluppato nel corso del suo addestramento alle armi: mai ricorrere alla forza bruta, ne infierire o mutilare a vita l'avversario, ma usare anche la propria grazia e il proprio acume per sferrare colpi precisi, fermi e puliti; i trucchi e i sotterfugi per lui sono consentiti, ma non bisogna mai abusarne, ricordandosi lo scopo prefisso. Se mai un avversario dovesse cadere, Edwin non gli ruberebbe nessun avere, sopratutto la spada. Per questa sua Pietà morale (seppur sia poco interessato ai riti religiosi dei Sette), Edwin non approva il lato più crudele del fratello maggiore, ma mai lo disprezza per questo, ne per il suo essere primogenito, mentre Edwin è il secondo.

O almeno, questa era la sua forma mentis iniziale. Le vicende recenti lo hanno cambiato non poco, portandolo verso pensieri e priorità diverse.
Non aveva più tempo e motivo di scrivere virtuosismi che mai saranno letti, ne credere che con Lily possa avvenire una storia romantica e fattibile.
Il rischiare di morire per una freccia qualsiasi è stato il punto in cui Edwin ha compreso di dover cambiare atteggiamento.
E ciò è stato anche, in parte, influenzato da Corinna, anche se insconsciamente. Non riesce a capire che pesci prendere con quella donna, se fosse una persona di cui fidarsi e stimare per la risolutezza, oppure disprezzare per quelle volte che sembrava più vicina ad una bestia affamata, piuttosto che ad un umano.
Quel battibecco avuto dopo l'assedio di Driftimark, per quanto non lo ammetterebbe apertamente, lo aveva un po' ferito, in fondo. Lui ci teneva a tutti, che fossero i soldati che aveva comandato sotto le porte, o coloro che si erano visti sottrarre la loro casa con la forza, o anche i compagni di guerra come la rossa del nord.E sentirsi confermare l'ipotesi di essere visto come un pezzo di carne adatto solo ad essere mandato al macello (nonostante Edwin avesse probabilmente percorso la soluzione più intelligente, seppur codarda per alcuni) era stato come un pugno in faccia davanti ai suoi sforzi per non morire.

Edwin è cosciente di quel che pensa di star diventando, e sa che sono necessari più pragmatismo e più sangue freddo per sopravvivere a questo mondo.Ma cerca anche di tenere alcuni suoi principi saldi, per non diventare quello che aveva affibbiato come aggettivo a Sir Forrester durante la discussione indiavolata: un cane rabbioso.
Il giovane Roote non voleva diventare una belva, e se mai lo diventerà, allora tenterà di ritardare la cosa il più possibile.
Ha degli standard da mantenere, per se come per altri.

Edwin Roote, diciannove anni fa, nacque insieme al fratello James, ad Harroway. Insieme a lui si addestrò nell'arte della scherma, ma invece di andarvi a caccia insieme scelse più che altro di fare molteplici scampagnate nelle zone naturali; certo Edwin rimane il secondogenito, ma la famiglia non gli ha certo voltato le spalle per questo; intorno ai 9 anni maturò un secondo interesse verso le conoscenze e il sotterfugio, affascinato più che altro dall'acume di vari uomini immersi negli intrighi. Proprio nell'anno in cui ottenne la maggior età iniziò il tumultuoso regno di Rhaegar I°, e mentre le terre dei Tully e dei Lannister si ribellano ai Targaryen, Edwin sviluppa ancora di più il suo addestramento alle armi, in caso necessiti la propria difesa e quella della famiglia.
Quando però la famiglia subì la confisca dei beni e dei territori, in seguito ad un moto di passione del fratello James, Edwin rimase indignato del gesto subito, a causa del proprio modo di pensare che metteva le passioni al di sopra delle gerarchie e dei costumi.
All'età di 19 anni, nell'anno 285, Edwin decide di voler riscattare suo fratello e la sua famiglia, oltre che crearsi un posto nel mondo; ma nonostante debba raggiungere il fratello alle Torri Gemelle, Edwin sente il bisogno di viaggiare per il Westeros, per farsi le ossa in un mondo in tumulto, affinare la propria abilità ed essere pronto alla rivalsa.

Purtroppo il solo inizio aveva subito una grande serie di battute d'arresto: nella più completa ingenuità di un ragazzo che a malapena aveva messo il naso fuori dalla città natale, si era fermato a Fairmarket e passato la notte con una prostituta di nome Lily. O meglio quasi, dato che si era presto cacciato in un pasticcio per il semplice voler impicciarsi in questioni più complicate. Ben presto si ritrovò, per la prima volta, nel mezzo della guerra che in quei giorni si combatteva nelle Terre dei Fiumi, contro l'usurpatore Tully. Edwin, ignorante com'era di dove fosse il fronte e chi fosse una minaccia, si era preoccupato di mettere in salvo Fairmarket una volta sentite voci di truppe in marcia nella zona, che cercavano soldati nemici che avevano tenuto una feroce imboscata.
Ed è nascondendo la popolazione del villaggio nei boschi circostanti che conobbe, per la prima volta, Corinna Forrester,che aveva richiesto i soldati fuggitivi in cambio della sicurezza dei popolani. E il bene superiore per Edwin erano quest'ultimi.
Anche se il modo in cui la quella donna aveva fatto sbranare uno dei fuggitivi dalla su pantera non gli era piaciuto per niente; era arrivato a puntargli la spada contro per farla smettere e ordinarle di andarsene, lui che sarebbe potuto essere stato disintegrato sul posto da lei.

Giunto a Delta delle Acque, dopo aver deciso di portare e prendersi cura dell'ora incinta Lily, durante le ultime battute dell'assedio, decise di prendere parte nella ripulita dai soldati Lannister, aiutando così nella presa della fortezza e nella cattura di Lord Tully.
E la ricongiunzione col fratello è stata abbastanza disastrosa: Edwin era venuto a sapere che Harroway gli era stata soffiata proprio quando era partito.
In soldoni, era stato un ingenuo e completo imbecille.
Sulla via verso approdo, per celebrare le nozze di James e Daeva, Edwin aveva avuto modo di riflettere. Doveva darsi una svegliata, e non poteva più permettersi l'idea di girare il mondo. Doveva pensare a farsi le ossa su tutti i fronti, non solo per se stesso, ma per la sua famiglia; l'aver perso Harroway per negligenza è una scottatura che probabilmente non si leverà.
Era giunto il momento di diventare meglio di così. Il momento di crescere.
In questo lasso di tempo sembrava star legando con Corinna Forrester; non sembrava una persona così irragionevole, e probabilmente entrambi erano accomunati da un certo fastidio per James, sebbene per Edwin si trattasse di un qualcosa di molto leggero.

Dopo le nozze di suo fratello, vedendo che la presa di casa sarebbe iniziata tardi, Edwin non voleva stare con le mani in mano. Vedendo quindi in partenza una delle varie spedizioni contro la rivolta dei fanatici religiosi, decise di buttarsi a capofitto nell'operazione, da solo, senza togliere uomini della Casa che sarebbero serviti altrove.
Questa esperienza è stata..formativa: aveva imparato a trattare con un mercante, evitando di farsi fregare; aveva viaggiato in mare aperto per la prima volta, e finalmente partecipava ad un assedio fin dal suo inizio. Aveva anche avuto modo di incontrare Lady Velaryon, che sembrava aver catturato subito la sua simpatia.
Ed è lì, nell'assedio di Driftmark, che ebbe il suo primo incontro con il rischio di morire: mentre aveva avuto l'idea di forzare le porte a suon di traino di cavalli e tiri di fune, la sua incoscienza nel non equipaggiarsi meglio lo portò a essere traffitto da una freccia nel polmone, rendendolo ad un passo dalla morte. La sua presenza era inutile lì, così la decisione fu di portare Lord Monford Velaryon, moribondo quanto lui, in salvo a Hull, ad una giornata di cavalcata da Driftmark. E la sua sveltezza, mista a risolutezza e fortuna, giocarono a favore, dato che entrambi sopravvissero.
E il giorno dopo, quando anche la figlia del Lord salvato era scappata al sicuro, ebbero la buona notizia: avevano vinto l'assedio.
Purtroppo c'erano ancora problemi da risolvere: la moglie di Lord Monford era stata catturata dal fanatico Sir Yofus Waters.
Edwin non perse tempo a pensare: avrebbe partecipato alla caccia all'uomo, non solo per i soldi in palio, che sarebbero serviti ad una Harroway ora in ginocchio, ma anche perchè, avendo salvato Lord Monford, sentiva di doverglielo.

Questa seconda guerra, quella in cui è stato finalmente "battezzato" a dovere, ha portato un cambio nelle priorità di Edwin Roote.
Non poteva permettersi di cincischiare e rincorerre sogni idealisti e spensierati di un bamboccio che ha vissuto sempre sicuro tra le mura di casa.
E non poteva pensare di prendere Lily e portarla in un mondo a cui lei non apparteneva e dove sarebbe finita scannata, figurativamente o letteralmente.
In quanto Roote, anche lui ha la responsabilità sulla famiglia, quasi quanto suo fratello, che a Delta aveva ragione.
Edwin Roote doveva crescere, per non venire mangiato vivo dal resto del mondo che lo circondava.
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La caccia all'uomo era stata un successo: aveva dovuto destreggiarsi tra la prima volta a bordo di una nave, e il mettersi sulle spalle i problemi di un fabbro ingannato da Yofus, ma non lo avevano ostacolato: era riuscito ad andare fino ad Essos, catturarlo, giustiziarlo e sia salvare Lady Serranei che vendicare la morte del fratello del garzone.
Al ritorno aveva le tasche piene, il rispetto di una famiglia...ma il rientro ad Approdo gli aveva svuotato il resto: i fanatici l'avevano messa a ferro e fuoco, assassinando e distruggendo, e fra le vittime c'era la moglie di suo fratello.
Si sente incapace, poco adatto all'essere un nobile, ne il lord di un seggio che si era ritrovato a sorpresa da gestire, tantomeno un fratello decente, se non era riuscito ad essere lì e difenderli. La sua famiglia ha ricevuto l'ennesimo duro colpo.
Approdo non è un posto dove vuole restare.