Dopo secoli di pace, Qohor fu nuovamente scossa dalla guerra; un complotto di Volantis per rovesciarne il governo l'aveva colpita al cuore, tanto che perfino uno dei Sommi Sacerdoti si era rivelato corrotto dalla Prima Figlia. L'intervento del nuovo questore, Syran Naerari, aveva evitato l'effettiva attuazione del piano nemico, costringendo alla fuga il traditore Belano e alla prigionia i suoi complici, tra i quali al fine figurò anche il precedente questore Myrio, erede della casata Voeri ormai in disgrazia.
Volantis non desistette e fallito il complotto scelse di usare la via delle armi per conquistare Qohor. Inviò un esercito affiancato dalla Compagnia Dorata, ma ancora una volta, i suoi piani andarono in fumo, poiché le truppe qohorik guidate da Syran resistettero all'attacco. In occasione di quella battaglia Lotarq venne per la prima volta coinvolto dal clero negli accadimenti cittadini, gli fu difatti ordinato di fare da linea di comunicazione tra il Tempio e l'esercito. Nell'adempimento dei suoi compiti finì nel mezzo della battaglia, ma fortunatamente per lui la divina provvidenza e l'intervento di Syran gli garantirono di aver salva la vita.

Da quel momento i suoi rapporti con il clero divennero sempre più stretti; già molto legato al Culto per via della sua devozione, Lotarq si fece rapidamente notare. Inizialmente gli fu affidata l'organizzazione della cerimonia pubblica per la vittoria, nella quale diede prova di ingegno facendo realizzare degli speciali bracieri sormontati dall'enorme testa metallica di un capro. Stupendo il popolo con giochi di luci ed ombre, lo Xantheon riuscì a dare una profonda enfasi alla cerimonia.
Soddisfatti del suo operato, i Sommi gli concessero di servirli in diversi modi: alcuni molto umili, che lo avvicinarono alla vita tipica del nero sacerdozio, altri più delicati. Grazie al suo intervento i colloqui diplomatici con Myr non ebbero incidenti, giacché riuscì a dissuadere la guardia del magistro, Fortunato, da compiere atti che avrebbero potuto minacciare la sicurezza dei qohorik e delle trattative.
I Sommi, dopo l'adempimento dei compiti assegnatigli, ebbero la conferma della sua fedeltà e del suo amore incondizionato per il Signore del Sangue. Consci del suo desiderio di entrare a far parte delle pratiche più segrete del culto, al fine gli concessero di divenire un loro iniziato. Sfruttando la sua nuova posizione, Lotarq decise di portare avanti un proprio piano: ovvero fermare la guerra con Volantis pacificamente, creando una rete commerciale per rafforzare Qohor e spingere diplomaticamente la Prima Figlia ad abbandonare le armi.

Tuttavia, la vera svolta per Lotarq arrivò durante una cupa notte di preghiera nel Tempio del Capro Nero. Senza alcun preavviso, la maegi Katherya lo coinvolse in riti occulti terrificanti e magnifici, caratterizzati da sacrifici umani, invocazione di demoni e ampio utilizzo della magia del sangue. A notte finita, Lotarq si ritirò in preghiera per nove giorni, isolandosi dapprima nei sotterranei del suo palazzo e poi nel Tempio, digiunando per tutto il periodo. Conscio del costo che avrebbe avuto e non senza una buona dose di sofferenza, arrivò ad accettare i doni che gli furono offerti, abbandonando così la sua parte più umana e divenendo egli stesso un maegi.

Intento a portare avanti i suoi piani per pacificare Volantis e condurre Qohor fuori dalla crisi, Lotarq procede con l'accordo commerciale da lui chiamato "via del legno", e dopo aver radunato gran parte delle famiglie più potenti di Qohor come firmatarie dell'accordo, è partito per Norvos.