L'Arrocco

Quest per Jayna Westerling ed Erwin Banefort

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    20 Ottobre

    Sarebbero dovuti partire per il Crag già da un paio di giorni, ma l’arrivo improvviso di piogge torrenziali gli aveva convinti ad aspettare per una maggiore praticabilità delle fangose strade.

    I danni più critici al villaggio erano stati rattoppati ed una staffetta di cavalieri e cacciatori riusciva a fornire costante rifornimento di viveri alla guarnigione, ma la presenza di numerosi prigionieri rendeva impellente stabilizzare la situazione e rispedire una parte dell’esercito al Crag ed al Banefort.
    Ma quella piovosa mattina non era certo Jayna a doversi preoccupare di quelle faccende di ordinaria amministrazione, pur essendo nelle remote campagne era pur sempre l’erede del Signore di quelle terre e tutto era organizzato per riuscire a garantirle una certa misura di lusso anche in quella circostanza: acqua calda per lavarsi, selvaggina cucinata a pranzo e cena e uomini ai suoi costanti ordini
    Erwin, in quanto a capo di un numero assai più ristretto di soldati, era trattato più come un ospite che come un padrone, gli era data la possibilità di ricevere le cure presso un guaritore fedele a Ser Saffron mentre i suoi uomini contribuivano a sfamare il villaggio pullulante di soldati.

    Ma quella mattina, ad arrivare sotto la pioggia, non era uno dei soliti cavalieri od un cacciatore della zona. Cappa nera come la pece e lucida per via dell’acqua, la personificazione di un corvo fece ingresso molto presto e molto silenziosamente, venendo ricevuto nella sala grande del palazzo centrale dove, più di una settimana prima, si era consumato il sanguinoso contro con i dissidenti.
    Jayna, fatta alloggiare direttamente sopra avrebbe improvvisamente sentito i cavalieri acclamare e festeggiare in coro e poi, molto rapidamente, tacere.
    Non passò molto tempo che Ser Roth arrivò a bussare fuori dalla sua porta
    Milady, Ser Saffron mi ha chiesto di comunicarle che tutto è pronto per la sua partenza, se vuole una serva per farle i bagli gliela mando subito

    Anche Erwin ricevette una visita pressoché simultaneamente, da Ser Saffron in persona però.
    Buongiorno milord, mi rammarica doverle comunicare che per il mio signore non sarà possibile ospitarla al Crag. Vi devo invitare a tornare nelle vostre terre, probabilmente vorrete parlare con vostro padre. - aggiunse infine con una nota grave - La guerra è finita.

    Queenie_ Hatrax Eccoci con un quasi diretto proseguio, come detto siete liberi di arricchire questo "lapse" temporale di libere e semi. Erwin ancora non è curato, se vuoi puoi incorporare (tenendo conto dei requisiti in termini di parole) la cura nel primo post.
    Per qualsiasi dubbio scrivetemi
     
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    ”Parlato Ser Roth”
    ”Parlato Erwin”


    Parole: Word dice 611



    Jayna Westerling • 20 ottobre 285 A.A., mattino presto • Vecchia Spiga, Westerlands • L’Arrocco, Post I
    Con suo sommo disappunto, dopo più di una settimana erano ancora a Vecchia Spiga. Le piogge a dir poco torrenziali li avevano bloccati al villaggio, che era stato prontamente rattoppato per garantire un minimo di funzionamento mentre attendevano che il diluvio si placasse.
    Jayna stava pensando a come fare per non far morire il villaggio una volta che se ne sarebbe andata, tra i suoi piani ci sarebbe stato quello di chiedere ai più poveri e sfortunati del Crag e dintorni di trasferircisi per farlo rivivere, donando loro un piccolo incentivo alla partenza. Forse qualche stella di rame, o addirittura un cervo d’argento per acquistare animali per formare delle greggi e i semi per piantare nuovo grano da far crescere.
    Stava già pensando che avrebbe lasciato al villaggio un manipolo di soldati, che si sarebbero poi dati il cambio con la guarnigione che avrebbe accompagnato chi avrebbe voluto iniziare una nuova vita a Vecchia Spiga. Forse avrebbe persino sottoposto a sua madre una richiesta di cambiare il nome del villaggio in Nuova Spiga, a simboleggiarne la rinascita. Ma prima le piogge avrebbero dovuto scemare almeno un pochino, per permettere loro di partire e tornare al Crag, da dove lei avrebbe potuto gestire la cosa con più risorse di quelle che aveva in quel momento.

    La sua stanza al municipio era posta proprio sopra la sala grande, quella in cui si riuniva il piccolo esercito Westerling e Banefort ai pasti per servirsi della selvaggina freschissima che veniva cacciata da alcuni soldati e cacciatori della zona; per quello Jayna aveva una visione privilegiata di chi andava e veniva dal villaggio, e inoltre poteva sentire distintamente il cicaleccio dei propri soldati. erano contenti della recente vittoria, certo, ma percepiva anche la frustrazione per l’immobilità forzata, la stessa che sentiva strisciare sotto la propria pelle. Bisognava muoversi da lì, tornare al Crag e andare avanti, chè il mondo girava e loro non potevano stare fermi ad aspettare.

    Quella mattina vide qualcosa di insolito: qualcuno avvolto in una cappa nera come la notte senza luna e senza stelle, zuppa dell’acqua piovana che la rendeva ancora più scura e lucida, che approcciava il municipio nelle prime ore di luce. Jayna rimase immobile con il cuore che batteva all’impazzata, ascoltando le reazioni dei soldati lì riuniti per carpire da esse almeno parte del contenuto del messaggio che quella figura stava portando. Sorrise quando li sentì esultare e intonare cori di festeggiamento, ma si spense rapidamente tanto quanto il successivo ammutolimento dei soldati stessi.
    Subito, l’agitazione si fece strada nel suo animo, generandole un groppo alla gola e rendendola incapace di stare ferma. Cos’era successo che aveva scatenato una tale reazione in quegli uomini d’arme? Era così grave?
    La sua mente volò mentre misurava a grandi passi la stanzetta che aveva fatto propria: avevano perso la guerra, suo padre era morto. Potevano solo essere quelle le ragioni dietro quel silenzio improvviso. Per i Sette, sperava davvero che non fosse così.
    Sperava che, anche se avessero perso la guerra, suo padre fosse ancora vivo, ostaggio magari, ma vivo.

    Il suono di qualcuno che bussava alla sua porta la fece parzialmente uscire da quella spirale di terrore e speranza. ”Milady, Ser Saffron mi ha chiesto di comunicarle che tutto è pronto per la sua partenza, se vuole una serva per farle i bagli gliela mando subito”
    Jayna aprì la porta a Ser Roth. ”Voglio partire nel più breve tempo possibile, Ser Roth. Ma prima voglio sapere cosa ha detto il messaggero*” Avrebbe cercato di mantenere lo sguardo il più neutro possibile, ma dagli occhi si sarebbe potuto capire quanto necessitava conoscere il contenuto del messaggio che era arrivato fino a lì.

    * tiro di seduzione per convincerlo a vuotare il sacco sul messaggero:
    Diplomazia 27
    Attrazione +30
    Affinità varie:
    Cavalieri +4
    Truppe +5
    Uomini +5
     
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    roth
    Ser Roth

    Dip. 15
    Marz. 35
    Amm 5
    Intr. 10
    Con. 5

    Seduzione Jayna>Roth
    [Giudizio mod + Affinità bersaglio/10 + Liv Competenza Seduzione/2 + (Attrazione + Diplomazia)/4] - [Giudizio mod + Intrigo/2 + liv controspionaggio*5]
    8+1+(30+27)/4 – (7+ 5) =23-12= 11 Seduzione riuscita

    Alla domanda di Jayna, Ser Roth sembrò andare subito in panico. Il cavaliere era stato incaricato di assicurare la salvezza e sicurezza della Westerling dal primo giorno e, come un cane da guardia, aveva sviluppato una lealtà a prova d’avversità.
    Ci pensò un po’ sopra, forse valutando gli ordini che rischiava di violare, ma alla fine si aprì con franchezza a Jayna
    Mia signora…sembra che la guerra sia definitivamente finite e…beh, il messaggero arriva da Castamere, non dal Crag…Siete urgentemente convocata da vostro zio. - lo sguardo mesto e travagliato lasciava intendere che non era una notizia particolarmente promettente che il messaggero giungesse da Castamere.
    Ser Saffron ha richiesto che tutto avvenisse con estrema calma e riservatezza, per questo avrebbe preferito che io…beh, che vi lasciassi credere che stessimo partendo per il Crag. Vi prego di non mettermi in difficoltà milady. - supplicò infine, sorprendentemente timoroso di Ser Saffron.
    Partiremo a breve con i prigionieri per Castamere, fate bagagli leggeri, il resto verrà portato successivamente

    Ser Roth ha un debole per Jayna e la informa più del dovuto. Sapere è potere! Per Erwin ovviamente lasciamo la situazione com'è per il momento: con Ser Saffron alla porta.


    Edited by Il Duca di Plexiglass - 29/5/2022, 10:11
     
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    La ferita aveva smesso di dolere. Questo non era affatto male, come primo step e, tenendo conto che la battaglia fosse finita, certamente avrebbe avuto modo di farsi medicare al meglio. Per Erwin quella ferita non era una macchia ma una dimostrazione di coraggio. Aver contribuito in prima linea al successo dei propri uomini era certamente un vanto, anche se ciò in futuro lo avrebbe volentieri evitato. Sapeva bene di non poter, ad ogni modo, mettere a repentaglio la propria vita come aveva fatto incautamente quel giorno. Erwin non aveva soltanto ambizioni da generale, era il rampollo di una casata gloriosa e non un semplice soldato. In futuro, magari, avrebbe avuto più opzioni e più frecce al proprio arco per poter certamente gestire le situazioni in maniera diversa.

    Aveva accettato di procedere verso il Crag ma una tempesta li aveva bloccati. Le strade, per la maggior parte impraticabili, rendevano impossibile muoversi soprattutto al netto dell'imponenza dell'armata Westerling. Non sarebbe stato, in verità, possibile nemmeno per Erwin che portava con sé le fatiche della campagna militare e non solo. Al suo seguito c'erano un mercante e due sue guardie, ai quali aveva promesso aiuto ed il carro coi viveri non poteva certo essere messo in pericolo. Le ruote, fatte di legno e rinforzate solo in alcuni punti con braccia di ferro, avrebbero potuto cedere a causa delle strade irregolari o del peso ed il tutto sarebbe stato aggravato dal fango. Fu per questo, ed altri motivi, che Erwin e Jayna decisero di rimandare la partenza trovando rifugio nella casa del municipio. I soldati di Erwin, compreso ser Hill, si erano accampati nella Hall mentre per lui si era ricavata una stanza nella quale, in ogni caso, non aveva spostato alcunché.

    In quei due giorni si era dedicato, come si diceva, a farsi curare le ferite. A seguito della propria spedizione non vi era un curatore, e questa cosa la diceva lunga sulla poca preparazione della spedizione ed anche sul gran valore dei suoi uomini. Fortunatamente però, tra gli autoctoni vi erano alcune guaritrici che si erano prese cura dei liberatori compreso lui stesso. Avevano fatto per lui impacchi di erbe e altre sostanze, per far si che la cicatrice si rimarginasse, e cambiato la medicazione di fortuna in una molto più pulita. Scongiurato il rischio d'infezione, che visto come aveva tamponato la ferita era più che plausibile, Erwin si era sentito sicuramente sollevato. Quella cicatrice gli avrebbe ricordato la sua prima volta alla guida di un esercito, la prima volta in cui avesse servito il casato Banefort.

    Certo, i suoi scopi andavano ben oltre quell'esperienza e, di gran lunga, oltre il piccolo casato dei Banefort. Doveva, però, accontentarsi. Il suo sogno era rendere grande l'intero Ovest: la sua competenza, astuzia e preparazione bellica dovevano essere una parte fondamentale ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlare con sua cugina. Jayna si era dimostrata un'alleata preziosa e verso di lei, Erwin, provava sentimenti ambigui tra cui, certamente, l'ammirazione per come aveva condotto le proprie forze.
    Quando qualcuno bussò alla porta, mentre riposava nella sua stanza, quasi desiderò che fosse lei. Sfortunatamente si trattava di ser Saffron e portava buone nuove ma anche la notizia dell'impossibilità di recarsi al Crag.
    «Grazie dell'informazione ser Saffron, e buongiorno a te. In merito a ciò devo conferire con mia cugina, saresti così gentile da annunciarle la mia visita?» Chiese attendendo risposta a quella domanda che sarebbe stata, in verità, retorica.
    Avrebbe richiuso la porta per cambiarsi e poi si sarebbe recato da Jayna.

    Dopo pochi minuti uscì dalla sua stanza. L'odore del legno bagnato gli aggredì le narici. Aveva vestito la propria armatura e si era recato alla stanza di Jayna. Bussò e si schiarì la voce.
    «Jayna, sono Erwin, ho bisogno di parlarti.» Disse attraverso la porta sicuro che non fosse sola.

    Eccoci qua.
    Scusate il ritardo, mi rendo conto che questo periodo fino a settembre sarà complesso. In ogni caso, provo a curarmi (non ho trovato nei regolamenti questa cosa purtroppo) e poi vado da Jayna.
    contatti
     
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    ”Parlato Erwin”


    Parole: Word dice 804



    Jayna Westerling • 20 ottobre 285 A.A., mattino presto • Vecchia Spiga, Westerlands • L’Arrocco, Post II
    Ser Roth aveva sempre indossato un’espressione corrucciata come se fosse la sua armatura, e raramente l’aveva visto con espressioni diverse dalla sua seriosità. Per cui, vederlo letteralmente andare nel panico era una novità per Jayna, che dovette lottare per non alzare le sopracciglia per l’incredulità.
    ”Mia signora… sembra che la guerra sia definitivamente finite e… beh, il messaggero arriva da Castamere, non dal Crag… Siete urgentemente convocata da vostro zio”
    Quelle parole ebbero sulla Westerling l’effetto di un macigno. La guerra era finita, ma il messaggero arrivava da Castamere. Le si attorcigliò lo stomaco e sentì che le mancava il respiro solo a pensare, anche solo un minimo, alle implicazioni di tutto ciò.
    ”Ser Saffron ha richiesto che tutto avvenisse con estrema calma e riservatezza, per questo avrebbe preferito che io… beh, che vi lasciassi credere che stessimo partendo per il Crag. Vi prego di non mettermi in difficoltà milady” stava dicendo ancora Ser Roth, ma Jayna quasi non lo stava ascoltando più. Le sembrava di avere la testa sott’acqua, i suoni le arrivavano attutiti, in parte coperti dal battito del proprio cuore.
    ”Partiremo a breve con i prigionieri per Castamere, fate bagagli leggeri, il resto verrà portato successivamente” finì di dire il cavaliere, e la Westerling si ritrovò ad annuire in modo quasi meccanico. ”D’accordo, datemi qualche minuto e poi fate venire l’ancella per aiutarmi a preparare i bagagli, ma che entri solo quando lo dirò io. Ho solo bisogno di… stare da sola per un poco. Grazie per essere stato sincero con me, Ser Roth, lo apprezzo molto” si sentì dire, la voce un poco soffocata dal groppo che stava avvertendo formarsi in gola.

    Jayna attese che il cavaliere uscisse per sedersi di botto sul letto, che cigolò in un modo che, in qualsiasi altro momento, sarebbe stato preoccupante, ma in quel frangente venne immediatamente accantonato. Non ci mise molto perché si mettesse a piangere, i singhiozzi soffocati dalle mani premute contro la bocca e il viso che diventata subito paonazzo per lo sforzo del pianto.
    Se il messaggero arrivava da Castamere voleva dire che suo padre non era al Crag, e ciò voleva dire che avevano perso e che Lord Gawen, nella migliore delle ipotesi, era stato preso prigioniero dall’esercito del Targaryen. Poteva morire, oppure essere già morto, giustiziato per essere stato uno dei generali più fedeli di Tywin.
    L’aveva pregato di non mettersi a repentaglio in quel modo, di lasciar perdere quella guerra e di tornare a casa, perché la sua vita non valeva quanto quella vittoria e non avrebbe potuto nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se invece avessero perso.
    Invece lui l’aveva rassicurata, le aveva detto che avrebbero vinto e che sarebbe tornato a casa presto da loro, e lei gli aveva creduto. Ci aveva sperato, come una stupida, e ora il peggior scenario possibile si stava concretizzando sotto ai suoi occhi. E ora come suo ricordo aveva solo quella lettera che portava sempre con sé da due mesi ormai. La carta era spiegazzata e l’inchiostro iniziava a sbiadirsi, ma era tutto ciò che le restava di suo padre.


    Jayna deglutì, cercando di sciogliere il nodo alla gola che si era formato, e passò le mani tremanti sulle guance e sugli occhi per togliere ogni traccia delle lacrime che aveva versato. Sarebbero rimasti solo gli occhi gonfi ed arrossati ad esserne testimoni.
    Doveva iniziare a mettersi in moto, a capire cosa volesse suo zio da lei - probabilmente un’alleanza con i vincitori, e quale modo migliore per forgiarne una del dare in moglie la propria nipote? – e cercare di trovare il modo migliore per tenere in alto il nome dei Westerling. D’altronde, forse lei sarebbe stata l’ultima della casata*.
    Un leggero bussare alla porta interruppe il flusso dei suoi pensieri, e la ragazza sfiorò la tasca dove era riposta la lettera del padre per darsi forza. ”Cos’avrebbe fatto Lord Gawen in un frangente come quello? era ciò che si chiedeva.
    ”Jayna, sono Erwin, ho bisogno di parlarti” Per un attimo andò nel panico: non poteva farsi vedere in quel modo, così sconfitta. ma poi si disse che era il cugino e non poteva giudicarla per il suo attuale stato d’animo.
    ”Erwin, entra” disse, e trasalì un poco per la voce gracchiante che le uscì, costringendola a schiarirsi la gola prima di continuare. ”Entra pure”

    Avrebbe atteso che il cugino fosse all’interno della stanza e avesse chiuso la porta dietro di sé prima di riprendere la propria espressione miserevole. ”È arrivato un messaggio. Da Castamere. Mio zio, Lord Kevin Spicer, mi ha convocata urgentemente, la guerra è finita. Ma se è mio zio ad avermi convocata, vuol dire che mio padre…
    Erwin, ho paura, non so cosa fare”
    aggiunse Jayna, la voce un poco tremante e lo sguardo perso, gli occhi leggermente lucidi ma decisamente arrossati puntati sul cugino.

    * non sapendo ancora se il padre è stato giustiziato o meno, non sa se è l’ultima della casata
     
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    Ser Saffron non fu particolarmente soddisfatto della risposta di Erwin
    Che sia una cosa rapida, sta partendo anche lei insieme ai prigionieri. - richiese seccato allontanandosi sotto la pioggia. Nella piazza del villaggio stavano preparando un pesante carro e diversi cavalli. Perché tanta fretta?
    Fuori dai suoi appartamenti avrebbe intravisto con la coda dell’occhio Ser Hill già indaffarato a preparare gli uomini del Banefort alla partenza

    Andando verso le stanze di Jayna avrebbe sentito Ser Saffron far pressione sui suoi uomini, confermando l’impressione che agisse mosso da una nuova fretta.
    Tirateli fuori e caricateli immediatamente, prendete quanti cavalli necessari, colmate il carro, non m’importa, i traditori devono essere in strada per Castamere entro stasera. Tutti, fino all’ultimo! Dobbiamo ripulire Vecchia Spiga al più presto!

    Fuori dalle stanze della cugina avrebbe incrociato anche Ser Roth uscire. Il cavaliere lo salutò con un cenno, ma appariva assai più mesto del frettoloso collega. Con un atmosfera tanto pesante non sarebbe stato sorpreso dalla disperazione della cugina, eppure sapevano entrambi ancora così poco.
    Allora, in realtà più che una moderazione è un via libera ad uno scambio libero di post per questo dialogo. Interverrò io quando necessario o quando i personaggi saranno pronti per partire
     
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    La guerra era terminata? Erwin rimase quasi impassibile innanzi alla povera jayna. I suoi occhi iniziavano a diventare lucidi, e quanto mai Erwin sentì che la sua presenza in quell'occasione si stava rivelando più che fondamentale. Non conosceva così bene la bella cugina, ma da quando l'aveva vista prima della battaglia al villaggio aveva sentito forte l'istinto di proteggerla.
    In quell'istante entrambi assistevano al rivelarsi di un ciclo infinito che da sempre si verificava nel mondo: una guerra che finiva ed una guerra che era pronta ad iniziare. A farne le spese erano sempre più spesso le persone fossero esse ricchi membri della nobiltà o poveri villani. Erwin aveva capito da tempo che molte cose nella sua concezione del mondo dovevano andare oltre i semplici sentimenti ed oltre il suo stesso casato. I Banefort oggi esistevano ma domani potevano non esistere più, e così anche le persone. Quando un ciclo iniziava ogni cosa poteva essere sconvolta.

    Si avvicinò a Jayna ed i suoi occhi si riempirono di sincera preoccupazione. L'empatia che provava in quel momento per la cugina era notevole ma non osò proporle la sua spalla per piangere lacrime di disperazione.

    «Credi di poter essere in pericolo?» Le chiese anche con un pizzico ci cinismo. Era noto che dei parenti, soprattutto degli zii, ci si dovesse fidare il minimo indispensabile. Uomini e donne assetati di potere non vedevano l'ora di sbarazzarsi di nipoti scomodi, anche se Erwin non sapeva come potevano andare le cose.
    «Se credi ciò, verrò con te a Castamere. Non posso impedire che Ser Saffron ti conduca da tuo zio, ma è altrettanto vero che lui non possa impedirmi di venire con voi. Almeno se le cose si mettessero male non saresti sola...» Non un sorriso gli solcò il volto ed anzi il suo sguardo espresse preoccupazione facendo da cassa di risonanza alle parole del condottiero Banefort pronunciate a bassa voce per non essere udito. Non sapeva se quella fosse la mossa giusta, suo padre lo attendeva al castello ma era altrettanto vero che aveva già pensato a chi inviare ad avvertirlo del prolungamento della sua missione. Aveva con sé uomini di grande valore ed era più che certo di riuscire ad inventarsi qualcosa nel frattempo.

    Per il master: avevo richiesto nel post precedente di iniziare a curare la ferita. Non ce l'abbiamo fatta?
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    Jayna Westerling • 20 ottobre 285 A.A., mattino presto • Vecchia Spiga, Westerlands • L’Arrocco, Post III
    Per un momento Jayna temette che Erwin potesse voltarle le spalle e andarsene, magari facendosi una risata e sbeffeggiandola per la sua debolezza. Durò solo un attimo, ma fu interminabile, poi il cugino si fece più vicino, gli occhi azzurri improvvisamente pieni di preoccupazione, e lei potè tirare un sospiro di sollievo, almeno per questo riguardava questa cosa. Non sembrava che il Banefort avesse intenzioni malevole, anzi.
    ”Credi di poter essere in pericolo?” fu la prima cosa che chiese lui, e la ragazza si prese un attimo per pensarci. Era in pericolo? Non direttamente, che lei sapesse suo zio Lord Spicer non aveva mai espresso intenzioni malevole verso di lei o Casa Westerling. Eppure aveva una brutta sensazione al riguardo, che le faceva torcere lo stomaco e avere la nausea.
    Ma poi il Banefort proseguì, strappandola a quel tumulto di pensieri. ”Se credi ciò, verrò con te a Castamere. Non posso impedire che Ser Saffron ti conduca da tuo zio, ma è altrettanto vero che lui non possa impedirmi di venire con voi. Almeno se le cose si mettessero male non saresti sola...”
    Erwin non sorrise a quelle parole, ma Jayna lo poteva capire. Sentiva che un sorriso in quelle circostanze sarebbe stato inopportuno, e se la sarebbe presa se il cugino avesse osato, avrebbe pensato che stesse ridendo di lei e delle sue paure, etichettandole come debolezze inutili e abbandonandola al suo destino, sola.

    Aveva paura della solitudine? Si e no, in realtà. Non ne era spaventata quando era qualcosa che cercava, un ambiente che si autocostruiva e in cui si trovava a proprio agio; eppure, ne aveva il terrore quando si ritrovava ad affrontare qualcosa che le era sconosciuto, proprio come in quel frangente.

    ”Devo ammettere che non lo so. Non conosco Lord Spicer bene come vorrei e non so cosa aspettarmi da lui. Ci ha dato una mano inviando un manipolo di cavalieri al Crag prima della partenza, ma nulla più. Io… ho paura perché non so a cosa sto andando incontro, non so come gestire questa situazione e la cosa mi… mi terrorizza. Ecco, l’ho detto”
    Jayna emise un sospiro pesante, chiudendo gli occhi, già esausta al pensiero. ”È stupido, lo so, ma non posso fare a meno di essere enormemente preoccupata da tutta questa situazione. E non so nemmeno dove sia mia madre! Devo scriverle, dovevo scriverle prima e non l’ho fatto, e adesso non ho il tempo per farlo. Oh, sono una pessima figlia” concluse, con tono quasi melodrammatico, accarezzando distrattamente la tasca dove si trovava nascosta la lettera del padre. ”Padre, dammi la forza…”
    Poi Jayna rialzò lo sguardo, aprendo e puntando gli occhioni verdi verso Erwin. ”Se vuoi venire con me a Castamere, io… te ne sarei enormemente grata”*

    * tiro di seduzione per convincere definitivamente Erwin ad accompagnarla:
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    Affinità varie (io le metto, poi se non servono…):
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    Cavalieri +4
    Truppe +5
    Uomini +5
    Cultura Andala +15
    Erwin +3

    Fammi sapere se c'è qualcosa che devo modificare
     
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    Tiro seduzione Jayna v Erwin
    [Giudizio mod + (3/2 + 15/2 + 15/100*50 + 3/10) + (30 + 27)/4] - [Giudizio mod + 4/2]

    9 + 2 + 14 – 6+2= 17 Seduzione Riuscita

    Hatrax puoi continuare direttamente, quando siete pronti procederò a farvi partire
     
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    Un brutto presentimento agitava il cuore di Erwin. Era come se qualcosa non gli tornasse completamente, ma forse ciò era normale. Lui era semplicemente una pedina del gioco e, sebbene ragionasse o credesse di farlo con la sua testa, era evidente che cosa più grandi di lui si muovevano. In quel momento capì che avrebbe dovuto farsi trascinare dalla corrente, almeno in maniera estemporanea.

    Prendere in mano il proprio destino, a differenza di ciò che si possa pensare, non è una cosa semplice. Ci sono molte cose che vanno tenute in debita considerazione e non sempre è possibile rendersene conto. Ogni essere umano è figlio dei propri tempi e rimane stretto in una tenaglia forte e resistente. Quella della società in cui si vive, della legge (anche di Dio) e della morale. In realtà la libertà è un concetto limitato a poche scelte alla volte che non cambiano il quadro sostanziale della propria esistenza. Gli essere umani hanno scelto di essere pesci rossi in grandi acquari con altri pesci rossi piuttosto che essere squali tra gli squali in mare aperto.

    Dunque che scelta pensava di poter avere Erwin? Certamente la scelta era quella di poter aiutare o meno sua cugina, ma lo era davvero? Tutto gli sembrava già scritto e negli occhi bellissimi di Jayna si stava perdendo nuovamente. Combattuto tra il desiderio di aiutarla e quello di non far si che sua cugina lo soggiogasse. Stabilire quale fosse il confine ideale del loro rapporto era davvero molto complesso. Sovente aveva pensato che, per poter realizzare il suo progetto, avesse bisogno di una donna con le abilità di Jayna. Sfortunatamente c'era altro, molto di più. Così Erwin, che già di per sé era determinato ad aiutarla, fu convinto ancora una volta ad aiutarla.


    «Non credo tu abbia molto da rimproverarti. i cambiamenti che stiamo affrontando non dipendono da noi e non possiamo prevederli. Ciò che possiamo fare è reagire nel migliore dei modi» Disse ancora una volta convinto che in quel frangente qualche parola di conforto potesse aiutare la cugina.
    «Dunque predisporrò i preparativi per seguirti a Castamare, ho bisogno solo di qualche ora». Rimase indeciso per qualche secondo poi allungò la mano destra ed accarezzò la spalla di Jayan.
    «Non aver paura, troveremo una soluzione». Fu soltanto qualche secondo, poi ritrasse la mano ed uscì dalla stanza andando al piano di sotto per parlare ai suoi uomini.
    «Ser Hill, c'è un cambio di programma...»
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    ”Parlato Erwin”


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    Jayna Westerling • 20 ottobre 285 A.A., mattino presto • Vecchia Spiga, Westerlands • L’Arrocco, Post IV
    ”Non credo tu abbia molto da rimproverarti. I cambiamenti che stiamo affrontando non dipendono da noi e non possiamo prevederli. Ciò che possiamo fare è reagire nel migliore dei modi”
    Jayna sospirò e annuì. Ciò che il cugino diceva era vero e lei doveva solo sperare di essere all’altezza della situazione, nonostante le agitate onde del mare sembrava volessero fare di tutto per allontanarla dai porti che sapeva essere sicuri.
    Ma forse Erwin si sarebbe potuto mostrare come uno di essi.
    ”Dunque predisporrò i preparativi per seguirti a Castamere, ho bisogno solo di qualche ora” proseguì il Banefort, e sul viso di Jayna si aprì un bellissimo sorriso. In parte era trionfante, perché era riuscita nel suo piccolo e innocente piano per tenersi vicino un proprio parente come… protettore, qualcuno di cui fidarsi in quel mare tempestoso e a cui appoggiarsi quando le onde si facevano troppo tumultuose; dall’altra parte, era anche solo contenta di avere Erwin ancora accanto a sé. Era come se si fosse tolta un peso dal petto.
    ”Sono genuinamente felice che tu abbia deciso di venire con me, e pertanto ti ringrazio. Cercherò di farti guadagnare il tempo necessario affinchè tu possa venire assieme a me; dovrò parlarne con Ser Saffron” aggiunse la Westerling, regalando al cugino un altro sorriso prima che questo le accarezzasse la spalla in un gesto che le sembrò un po' goffo ed impacciato, frutto dell’imbarazzo e dell’indecisione che parlavano di qualcosa pensato sul momento.
    ”Non aver paura, troveremo una soluzione” aggiunse poi lui, e Jayna avrebbe tanto voluto credergli in quel preciso istante. ”Per ora, penso che il piano migliore sia rimanere uniti.
    Ma non ti voglio trattenere oltre, hai una partenza da predisporre. Grazie infinite per il tuo supporto, Erwin”


    Quando fosse arrivata la serva per prepararle i bagagli, Jayna le avrebbe sorriso, la cappa di tristezza e incertezza solo parzialmente dissipata a velarle il volto. Avrebbe atteso quando questa avesse finito per dirigersi verso dove si trovava Ser Saffron.
    ”C’è stata una lieve variazione nei piani, Ser, Erwin verrà con noi” disse la Westerling, con un tono morbido ma che non ammetteva repliche.
    Non disse che sapeva dove si stavano dirigendo, Castamere invece del Crag: voleva che il cavaliere pensasse che lei non sapeva la loro destinazione, e capire se la considerava degna di venire in possesso di quella destinazione. A momento debito avrebbe scoperto quella carta, oppure sarebbe stato direttamente lui a “rivelarglielo”.

    Giochiamo il gioco di Ser Saffron
     
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    Ser Hill guardò il Banefort un po’ sorpreso, ma poi accettò rapidamente gli ordini- Sentito ragazzi? Si va a sud! - poi si rivolse di nuovo ad Erwin, forzando una smorfia di dolore nello smuovere la propria ferita
    E’ una visita di piacere milord? - non c’era paura o preoccupazione nella sua voce, nemmeno di dubbio, la risposta non avrebbe fatto differenza od intaccato l’implacabile lealtà di quel cavaliere.
    La guerra era finita, quale notizia poteva essere più dolorosa?

    Ser Saffron era appena rientrato nell’ex palazzo del sindaco quando Jayna lo raggiunse, il mantello era ancora fradicio e stava sorseggiando da solo da un profondo calice. Sembrava avere una diversa carica. Si irrigidì sicuramente quando sentì Jayna sopraggiungere.
    Milady! - salutò con un mezzo inchino. La notizia della partecipazione di Erwin alla partenza rivelò una smorfia di disappunto che il cavaliere si affrettò a correggere - vostro cugino può sicuramente decider per sé…ma ero convinto volesse raggiungere la sua famiglia per…mi devo essere sbagliato - sorrise forzosamente, insistendo nel voler tenere Jayna all’oscuro della fine della Guerra nonostante avesse tutte le ragioni di pensare che Erwin le avesse detto tutto.
    Permettetemi di aiutarvi, non vorrei farvi prendere troppa pioggia…è già una bestialità dovervi far viaggiare con i prigionieri, ne sono estremamente mortificato…
    Eh già, perché a viaggiare, oltre a numerosi uomini a cavallo (fra i quali anche quelli di Banefort), sarebbero stati due carri: quello di Jayna, dove avrebbe potuto ospitare anche il cugino a quel punto, e quello di “lord” Symann ed i disertori superstiti, il quale destino appariva più grigio ma meno incerto di quello della Westerling.
    La partenza avvenne rapida e nel silenzio, la maggior parte della guarnigione non se ne rese conto e la pesante pioggia cancellava rapidamente le tracce al loro passaggio.
    Vecchia Spiga ed il suo mulino, avvolto da spesse e scure nubi, sparirono rapidamente alle loro spalle, chiudendo quel capitolo della loro vita, chiudendo la guerra dal loro punto di vista.

    ***


    Dopo meno di un giorno ebbero raggiunto i pressi del Crag e Jayna poté notare quanto più velocemente si percorresse quella strada senza doversi portare dietro un esercito di fanteria. Quando anziché imboccare il sentiero che gli avrebbe condotti alla fortezza proseguirono dritti per il sentiero fangoso, furono solo i prigionieri ad essere colti di sorpresa, ma le loro proteste si persero con estrema facilità sotto il fragore della pioggia.
    Per loro fortuna la torrenziale pioggia cessò qualche ora prima del loro arrivo a Castamere, dopo quasi due giorni di viaggio ininterrotti. Ad accoglierli al primo sole dopo giorni di oscurità furono tre uomini a cavallo svettanti l’arazzo della famiglia materna.

    Ser Roth? - chiamò una voce stanca, scricchiolante
    Sono io, Maestro - confermò il cavaliere alla testa della spedizione.
    Se Erwin fosse stato a cavallo avrebbe chiaramente visto che a chiamarlo era stato un piccolo uomo avvolto nel manto tipico dei maestri, con una lunga barba grigia che scendeva fino a cingere il collo del destriero.
    Il vostro operato è impeccabile, dev’essere stato un duro compito essere tanto veloci con la tempesta - il volto era come schiacciato sotto il peso delle marcate rughe sulla fronte - Mi duole molto chiedervi di tornare al Crag immediatamente
    Ma come… - Ser Roth fu preso alla sprovvista, incerto se doversi preoccupare o rasserenare all’idea che forse era stato tutto un errore e che il nome di Gawen Westerling governasse ancora al Crag. Jayna, che invece avrebbe potuto spiare la situazione dalla finestrella del proprio carro, avvertì tutta l’apprensione di quel cavaliere a lei sinceramente fedele
    Non si preoccupi, Ser Ruger qui le darà il suo cavallo, che è fresco e asciutto, e noi porteremo a termine il vostro incarico. - si avvicinò al cavaliere e gli consegnò quindi una pergamena. - Lord Kevin ha bisogno che un uomo affidabile come voi sbrighi alcune faccende al Crag in sua vece. Sarete compensato per questi giorni faticosi, non temete…la vostra scorta è folta, temete che ci siano ancora molti disertori in libertà? - osservò quindi l’anziano
    Erwin Banefort, figlio di Lord Quenten, viaggia con noi eccellenza.
    Oh! - esclamò sorpreso il Maestro. - Castamere sarà onorata di ospitarvi Messer Erwin - lo salutò abbassando il capo e facendo compiere un sorprendente inchino al proprio cavallo. - Sono Lucas, Maestro di Castamere, vi accompagnerò per quest’ultimo tratto fino al castello. Il mio signore è ansioso di vedere sua nipote, ma non dubito che troverà tempo per un udienza anche con voi - sorrise al nobile.
    Ser Rugen, cavaliere biondo di capelli e di armatura, scambiò il proprio cavallo con l’esausto destriero di Ser Roth poi passò a controllare il carro dei prigionieri.
    Ser Roth, montato in sella del nuovo cavallo, si fermò presso il carro invece di Jayna
    E’ stato un onore proteggervi milady, che i Sette vi benedicano - disse piano, quasi sofferente, prima di congedarsi.
    Siam pronti? - domandò Ser Rugen sostituendo Ser Roth alla testa della formazione.
    Il viaggio dura un poco più di un giorno e mezzo, potete ruolare fra di voi nel durante dello spostamento (Hatrax puoi farti guarire in viaggio da un guaritore fra i tuoi uomini durante una sosta per esempio) finché non venite accolti dal Maestro e dal capo della guarnigione Ser Rugen. Potete anche qua interagire e fare domande mentre vi accompagnano a Castamere.
     
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    A quanto sembrava il fatto che la guerra fosse finita aveva arrecato preoccupazione a tutti. Non era tanto il conflitto (ed anzi che fosse terminato poteva essere una gran cosa per tutti) quanto le conseguenze politiche che ne derivavano. Effettivamente la fine di una guerra significava che una delle due parti aveva preso il sopravvento o, come succedeva nella maggior parte dei casi, semplicemente che una parte avesse fatto concessioni ad un'altra. Al popolo importava poco quale Re servisse, l'unica cosa che importava erano le tasse da dover corrispondere a quel regno o a quell'altro. In quell'intermezzo, la guerra, il popolo era il primo a patire le sofferenze della distruzione: saccheggi, stupri, incendi ed omicidi.

    Dunque le preoccupazioni delle casate per la fine della guerra era ben giustificate, dal loro punto di vista. Jayna temeva effettivamente che il potere del padre sarebbe andato perduto e così Erwin iniziava a temere per la vita della cugina. Il rampollo di casa Benefort non aveva idea di che cosa temere o no, perché non era abbastanza addentro alle questioni politiche e soprattutto molti dettagli ancora sfuggivano. Era possibile che se l'annuncio della fine della guerra fosse arrivato fino alle Terre dell'Ovest la guerra potesse essere finita da settimane se non addirittura da già un mese. Ciò poteva tanto cambiare il contesto di casa Benefort quanto non farlo, ma ciò che gli occorreva in quel momento era capire le ambizioni dei Westerling. Non era soltanto buon cuore il suo, infatti, nel voler aiutare Jayna. Tutto doveva essere ben ponderato.

    «Non ne sono sicuro ser Hill, ma spero che la visita rimanga di cortesia e che non duri troppo a lungo. In ogni caso, devo parlare con il mercante...» Erwin cercò il mercante il quale, dalla foresta in poi, aveva seguito con diligenza la spedizione. Lo approcciò con un'aria di severità ma in realtà le sue parole lo furono affatto. In quei frangenti si capiva come la sua scarsa propensione alla diplomazia fosse preponderante.

    «Devo farti una proposta. Come ti avevo detto avevo intenzione di portarti con me a Banefort, ma adesso siamo diretti a Castamere. Non essendo una meta lontana, e dovendoci muovere a cavallo, ho pensato che potreste portare con voi il carro che ci rallenterebbe molto. In questo modo portereste con voi alcune scorte ed i vostri beni. Due dei miei uomini torneranno con voi, avviserete mio padre, Lord di Banefort, della mia assenza a Castamere e così della vittoria riportata qui. Inoltre, riporterete a casa la salma dell'unico caduto di questa spedizione così che possa essere restituita alla famiglia. In cambio, se aspetterai il mio ritorno a Banefort, avrò una proposta per te.» Non conosceva la reazione del mercante ma tant'era la sua volontà. In ogni caso quello aveva bisogno di un nuovo carro che avrebbe potuto acquistare a Banefort. Quindi avrebbe unito utile e dilettevole, e se fosse stato abbastanza curioso avrebbe accettato di ascoltare la sua proposta.

    Successivamente Erwin tornò da ser Hill e gli spiegò ciò che aveva deciso affinché predisponesse il tutto. Due uomini sarebbero tornati, insieme alla salma ed al carro accompagnati dal mercante e le sue guardie a Banefort per informare suo padre di ciò che era accaduto. Specificate queste ultime informazioni Erwin si recò, prima della partenza, dalla guaritrice che teneva d'occhio la sua ferita medicandola come meglio poteva. A quanto aveva compreso Erwin, che dell'arte medica era completamente a digiuno, la donna utilizzava impacchi di erbe diverse volte al giorno. Inizialmente, quando la ferita era ancora fresca, l'applicazione di quella sorta di pesto denso e appiccicoso gli provocava inizialmente dolore e successivamente una sensazione di freschezza che gli entrava come direttamente nella carne. Le sensazioni iniziarono ad alterarsi, variando, già dopo il primo giorno di cure. La guaritrice cambiava periodicamente quelle che era una vera e propria fasciatura, con bende sterilizzate che, vista la posizione molto scomoda della ferita, coinvolgeva anche una parte della testa. A vederlo così, in effetti, pareva fosse oggetto di mummificazione.
    D'altra parte già il giorno successivo, come si diceva, l'applicazione di quell'impacco non gli provocava più dolore. Era evidente segno che l'infezione si fosse ritirata e che la ferita stesse lentamente guarendo. Era chiaro però, e questo lo sostenne fortemente anche la guaritrice, che sarebbe rimasta una cicatrice a deturpare il viso del comandante e che la stessa ferita non sarebbe guarita presto.
    Non guarì così presto tanto che, mentre si mettevano in viaggio sulle strade fangose che si dirigevano a sud, Erwin dovette sottoporsi anche durante il giorno di viaggio alle cure proposte dalla guaritrice e lo stesso sarebbe valso nei giorni successivi. Ormai il rituale era diventato quotidiano: la guaritrice scioglieva la benda, applicava l'impacco e applicava un nuovo bendaggio. Erwin trasse molto giovamento da quei trattamenti ma per quel motivo, durante il viaggio, non scambiò molte parole con Jayna. Se la cugina avesse voluto trovare conforto in lui sicuramente glielo avrebbe dato ma credeva, forse, che l'occasione di un viaggio del genere non fosse decisamente l'occasione ideale.

    In generale il viaggio fu breve. Arrivarono dopo meno di un giorno presso la fortezza del Crag, che doveva essere la loro iniziale meta. Il tutto fu ovviamente facilitato dal fatto che la compagnia fosse ridotta ma la pioggia, che si fermò soltanto quando arrivarono nei pressi del Crag. A quel punto il sole, finalmente, spuntò oltre le nuvole appena in tempo per accompagnare la loro deviazione, accolta da vibranti proteste provenienti dal carro dei prigionieri, in direzione di Castamere.
    In quell'occasione vennero accolti da tre uomini di cui uno evidentemente più vecchio che fu subito appellato come "maestro". Dopo aver chiacchierato a lungo con i componenti di rilievo del drappello ecco che arrivò il turno di Erwin il quale rispose con uno sguardo duro e fiero. Rimase composto sulla sella del proprio cavallo come a voler sottolineare il proprio rango.

    «La ringrazio, maestro.». Disse semplicemente gettando uno sguardo a Jayna per tastarne l'umore ed in parte rassicurarla..
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    ”Parlato Jayna”
    ”Pensato Jayna”
    ”Parlato Ser Saffron”
    ”Parlato Ser Roth”
    ”Parlato Erwin”
    ”Parlato Maestro Lucas”
    ”Parlato Ser Rugen”


    Parole: Word dice 922



    Jayna Westerling • 20 ottobre 285 A.A., mattino presto • Vecchia Spiga, Westerlands • L’Arrocco, Post V
    Jayna sapeva che Ser Saffron non le stave dicendo la verità, ma dal saperlo al vederlo con i propri occhi passava un intero Continente. Osservarlo irrigidirsi al suo arrivo e poi fare quella smorfia quando lei gli ebbe comunicato la lieve variazione nei piani aveva fatto più male del previsto, opprimeva il petto vedere come il cavaliere non si fidasse di lei, forse in un distorto tentativo di proteggerla.
    ”Vostro cugino può sicuramente decider per sé… ma ero convinto volesse raggiungere la sua famiglia per… mi devo essere sbagliato” si corresse, e Jayna ebbe la sua conferma che l’uomo non le volesse deliberatamente dire la verità.
    ”Permettetemi di aiutarvi, non vorrei farvi prendere troppa pioggia… è già una bestialità dovervi far viaggiare con i prigionieri, ne sono estremamente mortificato…”
    La Westerling scosse il capo. ”Sono grata del vostro aiuto, Ser, ma non mi da fastidio viaggiare con i prigionieri, se la logistica non permette altro” Era vero, se non si poteva fare altro modo non si sarebbe messa a frignare come qualsiasi altra Lady del Continente.
    ”Io ed Erwin abbiamo parlato” esordì una volta sul carro, ma ancora rivolta a Ser Saffron, con tono abbastanza casuale, desiderosa di vedere fin dove il cavaliere si sarebbe spinto con quella pantomima. ”Ha deciso da sé che verrà con noi, spinto dal legame di sangue che ci unisce, vuole proteggermi” aggiunse, come a voler giustificare l’azione del Banefort e al contempo accusare l’uomo di fronte a sé di non star facendo altrettanto tramite quell’assurda decisione di tenerla all’oscuro di tutto. Ma non proseguì ulteriormente, già ferita dal comportamento di colui che avrebbe dovuto essere il suo più fedele alleato. Se lui avesse avuto più lealtà nei suoi confronti, le avrebbe già detto tutto.

    Il viaggio fu avvolto nel silenzio e, per Jayna, nell’aspettativa e nella paura di ciò che avrebbe trovato ad attenderla a Castamere, di ciò che era in serbo per lei. L’unico momento in cui la quiete venne spezzata fu quando la colonna, invece di virare verso il Crag che si stagliava ben visibile contro la pioggia che ingrigiva il paesaggio, tirò dritto, e i prigionieri levarono un coro di protesta.
    ”Chiedo perdono, ho fallito, vi ho deluso” mormorò lei, con la voce incerta e tremolante di chi non sapeva bene a chi si stava rivolgendo, se ai prigionieri o ai Sette, oppure ai suoi genitori.

    La pioggia cessò qualche ora prima di arrivare a Castamere, e un pallido sole malaticcio aveva fatto capolino dalle nuvole grigie. Il paesaggio risultante era talmente smorto che faceva il paio con lo stato d’animo malinconico della ragazza. Tre figure a cavallo si stagliavano nette contro il grigiore che ne faceva da padrone, e portavano alti lo stemma degli Spicer, la Casa di sua madre.
    ”Ser Roth?” chiese uno dei tre, e il cavaliere rispose immediatamente, appellando l’uomo ‘Maestro’. ”Il vostro operato è impeccabile, dev’essere stato un duro compito essere tanto veloci con la tempesta. Mi duole molto chiedervi di tornare al Crag immediatamente” aggiunse l’anziano uomo con la catena dei Maestri al collo, e Jayna avvertì il proprio corpo tendersi, il cuore battere più in fretta e l’ansia pervadere nuovamente tutto il suo essere.
    ”Ma come…” Ser Roth era palesemente stato preso alla sprovvista dalla richiesta, così come lei poteva avvertire l’apprensione che il cavaliere stava provando nei suoi confronti. Ecco un vero leale cavaliere.
    ”Non si preoccupi, Ser Ruger qui le darà il suo cavallo, che è fresco e asciutto, e noi porteremo a termine il vostro incarico” Il Maestro si avvicinò al cavaliere e gli consegnò una pergamena. ”Lord Kevin ha bisogno che un uomo affidabile come voi sbrighi alcune faccende al Crag in sua vece. Sarete compensato per questi giorni faticosi, non temete… la vostra scorta è folta, temete che ci siano ancora molti disertori in libertà?”
    ”Erwin Banefort, figlio di Lord Quenten, viaggia con noi eccellenza” Ser Roth non sembrava minimamente contento della piega che stava prendendo la conversazione, ma doveva fare buon viso a cattivo gioco.
    ”Oh! Castamere sarà onorata di ospitarvi Messer Erwin” lo salutò il Maestro, il quale abbassò il capo in segno di saluto e riuscì a costringere il proprio cavallo ad inchinarsi per fare altrettanto. ”Sono Lucas, Maestro di Castamere, vi accompagnerò per quest’ultimo tratto fino al castello. Il mio signore è ansioso di vedere sua nipote, ma non dubito che troverà tempo per un’udienza anche con voi”
    Ser Rugen, un cavaliere dai capelli biondi e dall’armatura dorata, scambiò il proprio cavallo con l’esausto destriero di Ser Roth poi passò a controllare il carro dei prigionieri. Jayna, in tutto ciò, era stata bellamente ignorata. Aveva ricevuto qualche menzione, ma nessuno si era degnato nemmeno di salutarla, di farle un cenno, nulla. Non disse nulla, ma si sarebbe ricordata della cosa, oh si.
    Ser Roth, montato in sella del nuovo cavallo, si fermò presso il carro invece di Jayna. ”È stato un onore proteggervi milady, che i Sette vi benedicano” disse a voce bassa, quasi sofferente. ”È stato un onore per me avervi al mio fianco, Ser. Che i Sette benedicano anche voi e il vostro cammino, e spero che presto le nostre strade si possano incrociare nuovamente” sussurrò lei in risposta, stringendogli rapidamente la mano ricoperta dal metallo dell’armatura e offrendogli un tremolante sorriso che tradiva la sua ansia verso tutta quella situazione così assurda.

    ”Siamo pronti?” domandò Ser Rugen sostituendo Ser Roth alla testa della formazione.
    Jayna annuì. Non era pronta, ma doveva esserlo. ”Proseguiamo” disse solo. Si sentiva come se stesse avanzando verso il patibolo.

     
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    Meno di un ora li separò dal traversare la Porta del Leone, imponente ingresso della rovina di Castamere. Durante quel tragitto, il Maestro Lucas non avrebbe sprecato tempo per preparare i due giovani all’incontro con Lord Spicer.
    La disgrazia di questa guerra… - avrebbe considerate con Erwin - Ha gravato moltissimo sugli umori del mio signore. Aveva sconsigliato vivamente a Lord Gawen di seguire l’usurpatore Tywin Lannister nei suoi criminali appettiti di potere, ma, ahinoi, il timore che Tywin esercitava sui suoi soggetti era potente abbastanza da oscurarne il giudizio…e la Fortezza del mio signore ne è certamente il simbolo. - dai toni forti usati nei confronti dell’uomo più potente dell’Ovest, Erwin avrebbe potuto già iniziare ad intuire la caduta di casa Lannister e Westerling. Erwin non era estremamente familiare con la storia dei Reyne di Castamere, ma se avesse soggiornato nella Fortezza avrebbe avuto sicuramente modo di conoscerla intimamente.

    Lucas avrebbe accostato il proprio ronzino anche alla carrozza di Jayna per reciprocare lo stesso tipo di avvertimento- Milady, è una gioia vedervi in salute. Abbiamo saputo del vostro grande coraggio a Vecchia Spiga…Lord Kevin è molto aggravato dalle disgrazie della guerra però, e la sua preoccupazione per la vostra salute potrebbe sembrare superiore al riconoscimento per il vostro gesto. Non fraintendetelo, il vostro coraggio è molto ammirato!

    Con tutte quelle mani avanti, attraversare i due cancelli della rovinata grande fortezza, passare davanti agli ormai storici campi di rifugiati e smontare dai rispettivi mezzi di trasporto di fronte alla nuova corte, uno dei pochi edifici della struttura che non trasmettesse l’idea di rovina, circondati dai soli arazzi bianco, verdi ed oro degli Spicer dove un tempo erano affiancati da quelli dei Westerling e dei Lannister, contibuì soltando ad aumentare la tensione dietro quell’incontro.
    Io penso ai prigionieri, seguite il Maestro per l’udienza con sua signoria. Tu, avvisa Lord Kevin dell’arrivo dei DUE ospiti - comandò ser Rugen
    Lord Kevin sta già attendendo nella sala privata.- rispose pronto un giovane servo dale orecchie a sventola.
    Attraversare il corridoio principale per giungere alla grande scalinata non impiegò molto tempo, la nuova parte “Spicer” della Fortezza era alquanto piccola. Giunti alla sala grande furono ambedue accompagnati su per la scalinata sinistra ed in fondo al corridoio, dove una piccolo porta di mogano attendeva chiusa.
    Milord, le porto Lady Jayna e Messer Banefort - bussò Lucas con voce cauta.
    Avanti tutti - rispose una voce dietro la porta.

    La stanza non era grande ed era divisa da un grande tavolo imbandito di frutta candita, grappoli d’uva, fette di formaggio, uova bollite, grandi fette di pane e carafe presumbilmente di vino. Seduto dall’altra parte era seduo Lord Kevin elegantemente vestito e con le mani conserte sul tavolo. Aveva folti capelli corvini, gli occhi incavati, la pelle pallida ed il volto glabro. Appena sopra la bocca presentava cicatrici risalienti forse ad un infantile infezione di morbillo o vaiolo.
    Appena furono entrati, il signore di Castamere sorrise a Jayna, spostò la sedia e, rimanendo seduto, allargò le braccia, invitandola ad attraversare la stanza ed aggirare il tavolo per abbrcciarlo.
    Jayna cara, mi da enorme sollievo vederti finalmente qua, a casa nostra, al sicuro.
    Si accomodi pure messere - invitò Lucas indicando una sedia ad Erwin, dato che Lord Spicer nemmeno sembrava averlo visto
    Sono tempi di cambiamento e dobbiamo stare più uniti che mai nipote cara
    Ringraziamo Albi per la fortezza, Erwin non possiede né Storia né Genealogia quindi delle vicende di Castamere ha una consapevolezza limitata (puoi comunque chiedere). Jayna anche mi sembra non possieda i livelli giusti di entrambi gli add per conoscere bene le vicende, ma appunto, in caso potete chiedere e vi verrà raccontato.
     
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