Ore 12.00 pranzo al sacco

Semilibera Caleb- Aconé

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    18/27 gennaio
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    Parlare con Caleb aveva rasserenato l'animo della Tyrell e le aveva offerto nuova energia per la missione che stavano compiendo. Pentos era infatti solo l'inizio della loro piccola avventura e per la fanciulla abbandonarne gli spiacevoli ricordi la mattina successiva per imbarcarsi nuovamente non fu affatto un peso. Stavolta il viaggio sarebbe stato più breve rispetto a quello dalla capitale e si augurava il marito ne avrebbe sofferto un poco di meno il mal di mare.
    Ovviamente si sbagliava.
    Il Protettore del Nord tornò ad essere una creatura più o meno assimilabile ad un essere umano solamente in vista della cittadina di Tyrosh. Quella che chiamavano "Torre Sanguinante" fu la prima cosa che incontrarono gli occhi di Aconé: un gigantesco faro che dominava l'isola stagliandosi a miglia e miglia di distanza a protezione del porto. Tyrosh era una tappa di passaggio nel viaggio verso sud, ma aveva comunque qualche chicca interessante per la coppia.
    "Ti sei svegliato finalmente." -la fanciulla accolse in un abbraccio il marito, col volto ancora pallido come un cencio. Oltre al cammeo di Caleb da cui non si separava mai e che era riposto a mo' di spilla sul tulle del vestito grigio rosato, la Rosa indossava un solo gioiello, la collana in argento dono della Serrett che riposava nella scollatura.
    "Direi di lasciare Thraur a fare la guardia ai bagagli sulla nave. Se tutto va bene entro sera dovremmo essere di ritorno." -discorreva con lo Stark sistemandosi tra i lacci di cuoio delle scarpe uno dei suoi stiletti, a solo scopo precauzionale.
    Preparatisi per la "missione", restavano da definire i dettagli prima di arrivare all'arenile: "Dove pensi sia opportuno cominciare a cercare informazioni? Potremmo dirigerci direttamente al Conclave dei Magistri, di certo i saggi della città si troveranno lì." -sfortunatamente il libro regalato dai pentoshi offriva solo informazioni sommarie e curiosità e non dava alla ragazza indicazioni precise su come muoversi nell'isola.
    "Per le altre....informazioni invece... tra mercato e case del piacere sono convinta troveremo ciò che fa per noi." -non aveva particolarmente intenzione di ammirare quello che il libro definiva come uno dei più grandi mercati di schiavi delle Città Libere. L'idea di schiavizzare qualcuno, in generale, faceva ribrezzo alla Tyrell; ma data la vicinanza con Myr era plausibile che lì le notizie fossero fresche.
    "Ho considerato di dividerci. Ma senza te al mio fianco sono un bersaglio troppo ghiotto e troppo semplice."-soprattutto per un vecchio nemico -"E senza me accanto al tuo, beh..non capiresti una parola di quello che ti dicono."
    Sorrise sistemando una ciocca di capelli dell'amato, abbastanza ribelle da aver perso la piega.

    Robb_Stark
    visto che gli argomenti sono ben diversi e andiamo a core a core direi di farne due di semi.
    Decidi tu da quale iniziare XD
     
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    Caleb
    Odiava
    Il
    Mare.

    Anzi, odiava navigare.
    Sebbene la sua nausea sembrasse essere diminuita rispetto al viaggio di andata, il temporale che li aveva colti a metà della navigazione lo aveva fatto pentire di essersi creduto un uomo libero da quel male atroce.
    D'altronde, per quanto potesse essere il primo Stark interessato alla navigazione nell'ultimo secolo, centinaia di anni di lontananza dal mare non si potevano disfare tanto in fretta.

    Ora che era tornato, più o meno, in vita, però, si sentiva scattante come una molla.

    Indossati degli abiti leggeri e legata Ghiaccio in vita, Caleb portò con sé soltanto un pugnale, un paio di anelli e la zanna di metalupo, che lo accompagnava ovunque andasse.
    Non potersi portare appresso lo scudo ovunque andasse era un peccato, ma sicuramente non sarebbe stato visto di buon occhio...

    Sorrise a sua moglie.
    Direi di rivolgerci ai saggi della città, per iniziare. Suggerì dopo aver dato a Thraur le nuove disposizioni e aver richiamato Zephirus con un fischio.
    Uomo, donna e lupo: un magnifico trio. Pensò con un sogghigno mentre scendevano dalla nave.

    Condividere i sensi di Zephirus gli dava una magnifica panoramica del fetore dei bassifondi: il povero lupo percepiva gli odori molto più degli umani, motivo per cui lo Stark cercò di accelerare il passo mentre si dirigeva verso il conclave dei magistri.
    Più che accelerare e sopportare il tanfo con il lupo, Caleb non poteva fare. Come si diceva, mal comune mezzo gaudio, no?

    Dimmi. Iniziò voltandosi verso sua moglie. Com'è fatta Tyrosh? E' governata dai magistri ma c'è un sovrano rappresentativo, come a Pentos? Oppure i magistri agiscono come il Concilio Ristretto del Re?

    La camminata verso il conclave, almeno, sarebbe stata illuminata da una piacevole conversazione. Pensò, inspirando l'aria di città, lieto che il tanfo del porto fosse ormai lontano.
     
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    Aconé e Caleb • 18/27 gennaio (?) 286 • Tyrosh - Porto • Mattina


    "Alla Piazza Bianca! Ora!" un manipolo di guardie armate con lance e spade sorpassò di buona leva Aconé e Caleb, marciando rapidamente sul lastricato della strada che portava dal porto verso il centro città. Le armature erano di bronzo lucido, un elemento che raramente si vedeva nelle protezioni dei soldati sui campi di battaglia di Westeros.
    Mentre la Rosa e il Lupo camminavano per addentrarsi nelle vie trafficate, tutto attorno a loro scorreva velocemente: i lavoratori trasportavano le casse dal porto, i ragazzini correvano con vari oggetti nelle mani come armamentari e vari animali gironzolavano incustoditi. Era tutto come in un racconto delle vecchie balie, con profumi che aleggiavano nell'aria e che raccontavano di storie mai narrate a Westeros.
    Era tutto quasi perfetto, eppure...eppure.
    "Ahhhh!" Una donna venne letteralmente buttata a terra dopo che un soldato le diede un colpo in pieno volto con il proprio guanto metallico. "Parla, troia!"
    Checché si potesse pensare su quanto accaduto, nella scena idilliache da poco descritta i casi come questo erano diversi. Non si arrivava a quella violenza, certo, ma era chiaro che i soldati della Città Libera erano piuttosto attivi. Controllavano i mercanti, facevano domande qua e là e, perché no, chiedevano non molto gentilmente ad alcune persone di farsi seguire.
    Improvvisamente, la luce solare venne meno e una grande ombra venne proiettata sulla strada dei nuovi sposi. Guardando in altro, verso l'astro, entrambi avrebbero potuto notare, se non l'avessero già fatto quando la loro nave stava per approcciarsi al porto, l'immensa torre che fungeva da punto di riferimento per mercantili e navi da guerra.
    Era alta, immensa, e riusciva a oscurare completamente il Sole per qualche minuto.
    "Venite, venite! La flotta di Tyrosh cerca nuovi uomini pronti a solcare le acque che circondano la nostra isola! Venite!" Uno strillone vicino ad un edificio che sembrava proprio un ufficio amministrativo cercava di attirare a sé i passanti.
    Sarebbe stato difficile muoversi in quel contesto ma con un po' di destrezza il duo si sarebbe potuto e trovare la via più congeniale.

    Termine: 12/12

    Allora, io non ho trovato in scheda di Caleb la lingua di basso valyriano, se è corretto che non ci sia, lui non capisce nulla di quanto ho scritto nei dialoghi.
    Vi lascio un turno per decidere dove volete andare e se andate insieme.
    qui mappa. Potete muovervi ovunque ma se volete andare verso la fortezza dell'Arconte verrete fermati alla caserma
     
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    Non essendo in effetti ospiti di nessun governante, a Tyrosh la coppia non trovò neppure la minima parte dell'accoglienza che era stata loro riservata a Pentos. Questo però, lungi dall'essere un problema, dava la possibilità alla Tyrell di toccare con mano la faccia più vera della città, ripulita dalla patina dorata che veniva riservata ai dignitari in visita. E quel che vedeva...no, non le piaceva.
    Tyrosh era ricca di anime e di attività, ma sembrava che fosse militarizzata, anche eccessivamente secondo il punto di vista della Rosa. Quando poi vide un soldato riservare un malrovescio ad una donna appellandola con nomi irripetibili rischiò quasi di intervenire per sedare la situazione. Fortunatamente fermò il passo. Non erano ospiti, potevano essere cacciati da un momento all'altro, se non di peggio. Mordersi la lingua era essenziale in quel momento.
    "C'è un gran movimento...sarà per l'assassinio dell'Arconte?" -sussurrò all'orecchio del marito. No, il povero Caleb non sapeva alcunché, ma Aconé aveva studiato con Osirys un po' della politica delle Città Libere e sapeva che in seguito all'omicidio non era stato ancora eletto un suo successore. Checché fossero i motivi che spingevano i soldati a pattugliare le strade e gli strilloni ad arruolare nuove truppe, tutto suggeriva di usare una certa prudenza.
    "Prima di farci fermare e riconoscere, è il caso di informarsi su quanto sta succedendo.Seguimi. " -secondo l'esperienza della Lady, la conoscenza era potere. Prima di ritrovarsi interrogata in malomodo da quelle guardie poco diplomatiche occorreva avere una visione più chiara di quella che era la situazione, in modo tale da capire come comportarsi e come agire nel modo migliore.
    "Buon uomo, perdonami..." -Aconé fermò uno dei passanti che causavano quel disordinato via vai verso il centro cittadino -"C'è un esercitazione militare oggi per caso o è accaduto qualcosa? Come mai ci sono tutti questi soldati per le strade?"
    Che gli abiti li qualificassero come ricchi era piuttosto evidente, ma non dovevano necessariamente indicarne anche le origini se Caleb si fosse limitato a stare zitto e a lasciar parlare lei. Che non fossero di Tyrosh però era ugualmente palese, quindi si affrettò a trovare una spiegazione: "Siamo visitatori, non vorremmo commettere qualche imprudenza. Occorre presentarsi da qualche parte per avere accesso alla città?"

    CODICE
    corsivo= basso valyriano

    CITAZIONE
    Caleb ancora non conosce la lingua quindi mi resta appiccicato al fondoschiena. Prima di avanzare ci informiamo un pochino su che sta capitando.
     
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    Caleb non parlava ancora il Valyriano.
    Sul serio, non capiva un'acca di quello che veniva detto.

    Ma era evidente che quella città non fosse quieta e che la sua popolazione non se la passasse molto bene.

    "C'è un gran movimento...sarà per l'assassinio dell'Arconte?"
    Dubito che sia passato inosservato. Borbottò in risposta. E' probabile che ci troviamo con una città ancora instabile politicamente... Facciamo attenzione e non riveliamo alcunché prima di aver compreso a fondo la situazione. Tu parla, se le cose dovessero andar male ci penso io a proteggerti.

    Seguì a ruota Aconé, preferendo tenere la bocca chiusa e lasciare che fosse lei a parlare in sua vece con il mercante. Era probabile, d'altronde, che questi non capisse la sua lingua, e sbandierare il luogo da cui provenivano non era una cosa prudente, in una situazione come quella.

    Rimase accanto a sua moglie per tutto il tempo, osservando con apparente calma la situazione attorno a loro.
    Forse andare a Tyrosh non era stata una scelta così prudente, ma contava di poter approfittare anche di quella situazione e di volgerla a proprio vantaggio.

    ...Lasciando parlare Aconé, innanzitutto.

    Dei, era proprio ora che imparasse il basso Valyriano.
     
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    Aconé e Caleb • 27 gennaio 286 • Tyrosh - Poco distante dal porto • Mattina


    "Non lo sai?" Disse il passante appena intercettato dalla Tyrell. Hanno ucciso Berÿno! L'uomo poteva avere sui trent'anni, dal fisico asciutto e possedeva una folta barba nera tenuta legata in alcuni punti da alcuni cordoncini, sicuramente molto economici e che non possedevano nemmeno un infimo livello d'oro. Capelli rasati e cranio lucidissimo che quasi rifletteva i raggi solari. Uno strano accostamento vista l'acconciatura della barba e dei baffi. Anche le vesti erano piuttosto semplici, al contrario di quelle dei due sposi.
    Un uomo libero a vedere l'assenza di catene al collo, ma non per questo molto più ricco. Anzi, si poteva riflettere su chi fosse più fortunato visto che a spese sue dovevano anche esserci cibarie e vivande, per lui e forse per la sua eventuale famiglia.
    L'uomo fece solo velocemente caso a cosa indossava la donna che l'aveva appena fermato e, a dirla tutta, non sembrava nemmeno granché interessato...ne era l'esempio il fatto che parlò direttamente come se avesse avuto di fronte una persona del popolino qualsiasi.
    Se c'era un luogo dove era cosa comune ostentare più le proprie ricchezze che le proprie virtù, questo era proprio Essos. Inoltre, gli uomini e le donne di Essos sarebbero rimasti particolarmente colpiti dal numero elevato di benestanti nelle Città Libere...se avessero chiuso gli occhi su chi invece era schiavo.

    Camminava in direzione opposta rispetto alla Tyrell e allo Stark e, se non fosse stato per la seconda domanda rivoltagli dalla nobile dell'Altopiano, non si sarebbe nemmeno fermato ad argomentare ancor di più quanto aveva appena detto.
    "Visitatori? Oh, beh, benvenuti. Il mio nome è Rebeak, sono un mercante e vi inviterei molto volentieri alla fiera del Mattino Bianco che si terrà tra cinque giorni ma..." Sentendo quelle parole Aconé avrebbe potuto capire immediatamente che l'uomo era di fretta e che, se si era fermato a dire tutto ciò, era solo nella speranza di acquisire due nuovi clienti...qualsiasi cosa vendesse per procurarsi da vivere.
    "E' il quarto assassinio nel giro di un mese! La maledizione del nostro Arconte si sta abbattendo sulla città per non averlo saputo proteggere, ve lo dico io! "
    "Tyrosh è ancora una Città Libera, per quanto si possa pensare il contrario, non c'è bisogno di farsi identificare da nessuno, ma se non desiderate problemi forse è il caso di non sostare troppo vicino alle guardie...hanno...istinti particolari, negli ultimi mesi"
    Viste le scene da poco accadute, era chiaro a cosa si stesse riferendo.

    Rebeak aprì la scarsella che portava al fianco e guardò dentro, inserendo anche un dito. Controllava che ci fosse tutto, probabilmente.
    "TI UCCIDO! TI UCCIDO!" Due urla provennero proprio a fianco di Caleb. Era una voce squillante quella che aveva pronunciato quelle minacce di morte. Seguite subito dopo da un altro stridulo, un urlo di dolore?
    Stavano per morire anche loro?
    "Ahahah! Mi hai preso, basta!"
    Solo due bambini che giocavano a rincorrersi con finti stocchi di legno.
    Un bello spavento, non c'è che dire.

    Il nostro amico ha fretta ma vi ha dato una panoramica mooolto generale di cosa accade. Che si fa? Altre domande? Lo si lascia andare?
     
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    "Quarto?" -era evidente che la situazione a Tyrosh fosse bollente, e anche che il mercante avesse una gran fretta di andarsene per i propri affari, ragion per cui la Tyrell non intendeva fargli perdere ulteriore tempo prezioso. Però se le cose stavano così e persino gli abitanti dell'isola sconsigliavano di avvicinarsi alle guardie, provare a raggiungere il Palazzo dell'Arconte in quelle circostanze forse non era l'opzione migliore che avevano a disposizione.
    "La fiera del Mattino Bianco? Ce la ricorderemo sicuramente se ci troveremo ancora qui!" -annunciò fieramente al suo interlocutore in modo tale da solleticarlo nel rispondere ad un'ultima domanda.
    "Una sola cosa, buon uomo. Sapreste indicarci un libraio o un antiquario in zona che possa conoscere la storia della città e le sue curiosità?"-se era saltata la possibilità di domandare ai magistri certe faccende sulla costruzione di Tyrosh e le sue antichità, pensava che qualcuno che assomigliasse a Ponette potesse ovviare al problema fornendo alla coppia le informazioni di cui avevano bisogno.
    Quasi rischiò di saltare per aria all'arrivo di due bimbi in vena di giochi violenti non troppo distante; certo, se i militari si comportavano a tal modo non c'era da stupirsi che i bambini ne fossero in qualche modo impressionati. Forse aveva fatto bene a non portare con sé i suoi figli.
    "Cambiamo piano." -spiegò a Caleb in lingua comune lo scambio che aveva avuto col mercante, preoccupandosi di avvicinarsi al suo orecchio -"Ci sono stati quattro assassini evidentemente importanti nella città, tre dopo l'Arconte. Le guardie sono sul chi vive e non è il caso di importunarle."
    Al mercante sempre un grosso sorriso di circostanza: "Vediamo se troviamo un libraio o qualcosa di simile, una strada alternativa per le nostre domande..."

    CITAZIONE
    Perdonate il ritardo.
    I sussurri a Caleb forse meritano una prova di furtività?
     
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    Vostro onore scoiattoloso, sappiate che non sto battendo la fiacca ma l'idea del libraio è stata mia!


    Caleb guardò storto i ragazzini che avevano deciso di distrarlo dalla sua opera di controllo. Malgrado ciò, però, gli fu impossibile nascondere un sorriso divertito: anche lui, da piccolo, giocava con i suoi fratelli!
    Quando Ivhar non era occupato nei suoi studi extra in quanto erede al seggio e Keriann non aveva la testa ficcata in qualche libro, ovviamente...

    Malgrado i ricordi dolceamari che ciò aveva suscitato nello Stark, era evidente che la città fosse in subbuglio, e le parole di sua moglie confermarono i sospetti di Caleb.
    Quattro omicidi in pochi giorni erano quattro di troppo, sì, ma soprattutto erano abbastanza da agitare gli animi di tutti gli abitanti.
    Guardie e soldati in primis.

    Non ho una gran voglia di inimicarmi i soldati... Borbottò Caleb scoccando un'occhiata ai bambini che stavano continuando a rincorrersi.
    Se le cose si fossero messe male, avrebbero certamente potuto parlamentare... E se si fossero messe ancora peggio sarebbe potuto ricorrere a misure drastiche.
    La prevenzione, però, era la prima delle difese, e stare fuori dai guai il modo migliore per evitare intoppi inutili nel loro viaggio.

    Aveva la sensazione che invischiarsi degli affari di Tyrosh li avrebbe portati ad un conflitto o, peggio ancora, a doversi occupare in prima persona di gestire intrighi politici.
    E aveva già fatto abbastanza per la Corona di Westeros, a riguardo.

    Buona idea, è probabile che ci sia qualche studioso che vive in città... Magari sarà sufficiente a farci scoprire quello di cui abbiamo bisogno. Sussurrò a sua moglie.
     
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    No, sussurrando in lingua comune di Westeros nei paraggi anche volendo nessuno comprenderebbe ciò dici (cosa già difficile data la confusione generale attorno a voi)


    Aconé e Caleb • 27 gennaio 286 • Tyrosh - Poco distante dal porto • Mattina



    "Già! Proprio il quarto!" annuì Rebeak cercando di dare con il volto ancora più enfasi rispetto al tono della voce, già alto di per sé.
    In fondo, era così difficile credere che quattro persone fossero state assassinate nel giro di un mese? Probabilmente la vera domanda era come mai la cosa era diventata di dominio pubblico.
    "Il primo fu Vélisim, l'addetto alla logistica della guardia cittadina, trovato morto nella sua abitazione" anche se impercettibilmente, il tono dell'uomo si era abbassato, come se non volesse proprio farsi sentire da chiunque passasse.
    "Poi è venuta la volta di Trejin e Haffak, il primo un ricco commerciante proveniente da Braavos mentre il secondo un possente schiavista che si era stabilito a Tyrosh da sei? Forse sette anni, mai visto una carnagione così scura come la sua, credete a me signori!
    Sull'ultimo non vi posso aiutare, credo sia capitato due giorni fa, anche se ho sentito dire che è stato trovato morto prima. Era un uomo molto vicino ad uno dei Magistri ma non ne conosco nome o funzioni"
    Fece spallucce, come se in realtà non stesse parlando realmente di persone morte ma solo di avvenimenti con bassi gradi di importanza.
    "Ah, siano maledetti tutti loro! Proprio ora che aspettavamo i maggiori clienti per la fiera!"
    Lasciata cadere nel vuoto quell'ultima macumba appena scagliata, Rebeak si ricompose rispondendo anche all'ultima domanda...
    "Mmmh, antiquari ce ne sono diversi, dipende da cose cercate...ognuno ha...come dire...il suo catalogo di fornitura." Era un espressione curiosa, anche perché "catalogo di fornitura" anche se tradotto letteralmente nella lingua comune di Westeros non sembrava suggerire nulla di immediatamente comprensibile.
    Dal tono usato, però, sembrava che qualunque cosa fosse, non doveva proprio trovarsi alla luce del sole.
    Forse erano metodi di procacciarsi la merce non proprio legali?
    "Ne troverete diversi vicino al Tempio di Trios, appena accanto alla Casa del Grande Pastore! Che la Luce Luminosa irradiata dal Suo Eterno e Splendente Sguardo possa illuminarvi la via!" Quella specie di ode giunse totalmente inaspettata alle orecchie di Aconé...Anche perché, chi poteva essere questo Grande Pastore? La giovane nobile poteva essere sicura di aver sentito già quel nome da qualche parte, forse in quel mucchio di religioni minori che venivano venerate nel continente orientale? Ci voleva un bell'esercizio di memoria per ricordarsele tutte!
    "Di librai non ne esistono molti invece, forse ne potete trovare qualcuno vicino alla Piazza Bianca vicino al mercato ma...se siete interessati a...beh si, vi ho già detto dove trovarli!" Interessati a che?
    Troppo tardi per chiederglielo.

    Complici lo spavento provocato dai due bambini e lo scambio di traduzione e parole tra Aconé e Caleb, Rebeak approfittò per togliersi il cappello di bassa qualità dalla testa in segno di saluto e filare via nuovamente tra le strade della Città Libera, sempre con la stessa fretta che l'aveva contraddistinto fin dall'inizio.
    Insomma, qualche informazione l'aveva data, sì, ma erano state piuttosto frammentate e alquanto criptiche.

    A voi, cari!
     
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    Da quando era giunta ad Essos aveva capito due cose.
    La prima era che in quelle città si praticava il contrabbando alla luce del sole e che probabilmente anche la vecchia cuoca della taverna più dimenticata possedeva una qualche entrata secondaria.
    La seconda era che gli intrighi politici erano più complessi di quelli alla corte di Approdo del Re. Corte da cui voleva tenersi ben lontana, per intenderci.
    Si affrettò a ringraziare il mercante in fuga prima di avviarsi con decisione, a braccetto con lo Stark, verso il Tempio di Trios nella zona indicata come il posto dove trovare il maggior numero di antiquari. Il tragitto, che con gran consolazione della Tyrell la allontanava anche dalle caserme cittadine, fu l'occasione per condividere col marito le sue informazioni e le sue teorie a riguardo.
    "Troveremo degli antiquari vicino al Tempio di Trios, accanto alla Casa del Grande Pastore. Qui ad Essos hanno una divinità per ogni cosa..."-non si poteva nascondere lo scetticismo della Lady -"I Figli non si sono mai spinti oltre il Mare Stretto...dobbiamo proteggere il mondo da un nemico per cui nessun di loro è neanche lontanamente preparato..."
    Non poteva certo mettersi a predicare il verbo degli Antichi...eppure temeva che il fatto che non fosse una religione istituzionalizzata avesse giocato un ruolo fin troppo importante nella lenta decaduta del Credo che aveva fatto suo. Del resto, non si mettono le zampe ad un pesce.
    "Temo che la situazione a Tyrosh sia più calda del previsto." -dalla religione alla politica, quelle sì che erano conversazioni degne di una Lady -"Credevo che gli assassinii fossero casuali, indice di una città violenta al più, ma sta' a sentire..."
    Così come aveva fatto il mercante parlandone con lei, abbassò la voce stringendosi al marito: "Prima muore l'Arconte, la figura più potente della città. Poi muore l'addetto alla logistica della Guardia Cittadina. Poi abbiamo due persone che muovevano denaro verso da e verso l'estero, un commerciante da Braavos ed uno schiavista trasferito da meno di una decina d'anni in città. Ed infine...qualcuno di abbastanza vicino a uno dei magistri della città." -la Rosa arricciò le labbra e la fronte, era evidente che qualcosa bolliva in pentola. E se c'erano guai in arrivo, cosa avrebbe fatto la coppia?
    "Se ci facciamo invischiare nella faccenda rischiamo di non poter più lasciare Tyrosh. Abbiamo una missione Caleb, dobbiamo trovare un modo di sconfiggere il...il male." -quello voleva dire mantenere un profilo basso e stare più lontano possibile da soldati e magistri -"Ma Tyrosh non è una città sperduta nell'estremo oriente. Il Principe Martell ha conquistato le Stepstones grazie all'alleanza con Tyrosh." -ricordò riducendo ora la voce ad un sussurro. Le implicazioni politiche di quanto stava accadendo nella Città Libera potevano essere devastanti anche per il suo Regno.
    "E se una volta salvato il mondo, non ci restasse più nulla da salvare?"
    Ecco il più grande punto debole della coppia: erano solamente in due. Possibile che gli Dei avessero chiamato solamente Caleb a risolvere la faccenda?
    Spoiler non lo avevano fatto vi odio tutti
    ---
    Trovare il primo degli antiquari della città non fu impresa difficile poiché gli attrezzi del mestiere ed i prodotti in vendita indicavano inequivocabilmente la sua professione. Fece il suo ingresso premurandosi di bussare prima di annunciarsi.
    "Salve, buon uomo." -lasciò che anche il marito si guardasse attorno per valutare gli eventuali oggetti in esposizione, le sembrava maleducazione iniziare ad interrogare il poveraccio senza nemmeno dare un'occhiata ai suoi lavori.
    "Siamo viaggiatori di passaggio a Tyrosh, e ci chiedevamo se poteste esserci d'aiuto." -non presentarsi per il momento le sembrava ancora la scelta migliore, almeno fino a quando non avesse deciso un piano con Caleb -"Sono rimasta sbalordita dalle mura della città! Sono in pietra nera, qualcuno sulla nave ha nominato pietra di Drago fusa, ma non avevo mai sentito nominare qualcosa del genere. Sapete cdi cosa si tratta?"
    Ovviamente pensava di dover attirare l'attenzione del mercante in qualche modo se voleva scucirgli le preziose informazioni che le servivano, per cui decise di cominciare così: "Mi piacerebbe così tanto farmi regalare da mio marito un monile dello stesso materiale! Sembra molto antico, ecco perchè siamo qua!"

    CITAZIONE
    Cerco di decidere un piano d'azione con Caleb
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    Non ho descritto l'antiquario così hai campo libero.
     
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    "I Figli non si sono mai spinti oltre il Mare Stretto...dobbiamo proteggere il mondo da un nemico per cui nessun di loro è neanche lontanamente preparato..."

    Caleb sbuffò. E' vero, esattamente come è stato per l'invasione dei Bruti...
    Le rivolse un debole sorriso. La mia priorità è la sicurezza tua, dei nostri figli e del Nord. Salvare il resto del mondo è solo un piacevole effetto collaterale.

    Prima muore l'Arconte, la figura più potente della città. Poi muore l'addetto alla logistica della Guardia Cittadina. Poi abbiamo due persone che muovevano denaro verso da e verso l'estero, un commerciante da Braavos ed uno schiavista trasferito da meno di una decina d'anni in città. Ed infine...qualcuno di abbastanza vicino a uno dei magistri della città."

    Caleb alzò gli occhi al cielo. Non rimaniamo a Tyrosh più del necessario: una città di questo genere è pericolosa almeno quanto Approdo del Re, e ne ho abbastanza di topaie piene di pazzi omicidi.
    Scosse la testa, inspirando l'aria rovente di Tyrosh: gli mancava la sua casa, gli mancava l'aria fredda e le battute di caccia nella Foresta del Lupo.
    Gli mancava terribilmente la neve...

    Fortunatamente Tyrosh è abbastanza lontana da Grande Inverno... borbottò, venendo immediatamente contraddetto da sua moglie.
    Era vero, il Principe Martell aveva conquistato le Stepstones grazie all'alleanza con Tyrosh, quindi era plausibile che quella città avesse abbastanza potere da seminare zizzania nei Sette Regni.

    "E se una volta salvato il mondo, non ci restasse più nulla da salvare?"

    Caleb deglutì: era lo stesso dubbio che lo attanagliava: i Sette Regni erano estremamente vulnerabili, in quel momento, ma lui non aveva avuto altra scelta se non quella di allontanarsi e andare a cercare la chiave per la salvezza di quegli stessi regni...

    D'altronde Rhaegar aveva pensato bene di distribuire titoli e seggi catturati a qualunque nobile diverso da lui e Aconé, quindi era evidente che non li volesse tra i piedi.
    Sbuffò. Sperava solo che il Concilio Ristretto fosse in grado di supportare il re in quel periodo, e che i neolord fossero abbastanza forti da evitare nuovi rovesciamenti degli eventi...

    E con quei pensieri (ahimé, lungi dall'essere veri) in mente, seguì Aconé dall'antiquario. Vista la sua incapacità di parlare il basso Valyriano, avrebbe lasciato ad Aconé l'onere di parlare con il mercante, mentre lui ispezionava la merce in vendita.
    Magari sarebbe riuscito a trovare qualcosa di interessante da comprare...
     
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    Aconé e Caleb • 27 gennaio 286 • Tyrosh - Bottega dell'antiquario • Mattina


    Per fortuna del duo, le strade di Tyrosh erano perfettamente semplici da seguire e i templi nella zona sud-est si potevano vedere già dalle prime piazze, mentre si stagliavano in alto.
    Appena prima di entrare nella bottega dell'antiquario, i due poterono vedere una processione di uomini e donne vestiti di pochi stracci. Il primo portava un grosso bastone di legno, era bendato e vestiva di una pellicciotta piuttosto grezza. Dietro di lui i fedeli avevano dei coprispalle di lana bianca e...belavano?!
    Di certo a Westeros non si era mai vista una scena così particolare.

    L'interno della bottega era piuttosto scuro a causa delle poche finestre e, quelle che c'erano, erano state socchiuse. Per vedere, infatti ci si doveva affidare solo alla luce che veniva quasi interamente proiettata dalle candele, alcune poggiate in candelabri qui e là, altre appese tramite un sistema di catene di ferro che pendevano dal soffitto.
    Ad essere presente era solo un uomo, piuttosto anziano, con pochi capelli bianchi e un pizzetto diradato. Sembrava aver visto giorni migliori dato che anche il fisico era piuttosto asciutto e debole.
    Nonostante ciò, la voce squillante accolse i due sposi.
    "Oh, viaggiotori? Benvenuti, benvenuti!" Rispose in basso valyriano abbandonando la pulizia di un cassettone con uno spolverino.
    "Non me lo dite, non me lo dite...venite dal continente occidentale, vero?"
    In quel momento la lingua variò e, seppur con gravi errori grammaticali, l'uomo provò ad usare la lingua comune.
    "Un tempo commerciavo con gente come voi, nei porti ad occidente, ah quanti anni sono passati da allora"
    Giusto il tempo di provare a rispolverare il suo vocabolario, ed ecco che Aconé decise di domandare all'uomo quanto sapesse su quelle particolari mura di pietra nera.
    "Oh...pietra di drago fusa...siete informata molto bene, giovane ragazza, tutti a Tyrosh conoscono la loro provenienza ma tra voi Westerosi, spesso ci si dimentica delle bellezze oltre il Mare Stretto." L'uomo si portò una mano alla testa, cercando di pettinare quei pochi capelli che gli erano rimasti. Lo sguardo era un po' spostato verso il soffitto, come se stesse cercando di mettere a fuoco qualcosa, probabilmente nella sua memoria "Temo di sapervi aiutare fino ad un certo punto giovanotti, non ho la minima idea di come un drago sia riuscito a fare tutto ciò, ma i miti e le leggende di Tyrosh sono concordi sempre e solo su una cosa. Questo fu un dono dell'Antico Impero di Valyria"
    Un dono? Davvero? Incendiare fino alla fusione delle mura era un dono?
    "Non ho mai visto una sola nave avvicinarsi ai nostri porti con intenzioni ostili, almeno da trent'anni, se la mia memoria non vacilla. Una pietra nera come la morte, morta così tanto durante la combustione provocata dal fuoco di un drago che non può più essere uccisa. Un essere inamovibile, indistruttibile, eterno."
    Il racconto dell'antiquario sembrava alquanto romanzato e filosofeggiante, ma nascondeva sotto quelle parole un pensiero molto chiaro. Forse il dono di cui parlava era stato davvero rendere le fortificazioni indistruttibili?
    Poteva essere vero, poteva essere falso. Per scoprirlo si sarebbe potuto provare a lanciare qualche sfera di ferro o pietra con un trabucco per testarne la durevolezza. Era uno scenario possibile?
    La cosa risultava comunque interessante, possedere una difesa del genere non doveva essere un vantaggio di poco conto in guerra.
    "Monili...monili..."
    L'antiquario si avvicinò ad un cassettone e, lentamente, cominciò ad aprire i cassetti, uno dopo l'altro, tirando fuori di tanto in tanto degli oggetti e riponendoli in altre scatole.
    Una strana richiesta la vostra... disse finalmente trovando quello che cercava.
    Si avvicinò ad una sedia e indossò un duro guanto di cuoio, poi prese nella mano coperta il pezzo di roccia fuso e lo appoggiò sul tavolino più vicino al duo.
    "Gli accessori di Pietra Nera non sono mai di moda, forse perché dicono portino con sé una maledizione che corrode da dentro i loro portatori..." Era una spilla, lavorata piuttosto grezzamente (difficilmente si poteva fare di meglio con quel materiale a meno di avere leggendarie abilità) e sembrava riportare un delfino che saltava fuori dalle acque. "Ma non sarò certo io a negarvi questo acquisto..." Era un mercante, dopotutto, il suo lavoro era ottenere denaro.
    "Vi dovrei chiedere 9 pezzi d'oro, ma siccome mi avete fatto ricordare il passato potrà essere vostra per 8!"

    Così capisce anche Caleb
     
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    27 gennaio
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    Il fatto che quel commerciante li avesse individuati come abitanti del continente occidentale non la riempiva di gioia, ma quantomeno il negoziante parlava la lingua comune e questo avrebbe permesso anche allo Stark finalmente di inframmezzare un paio di parole nel discorso. Stava facendo spendere al Lord di Grande Inverno più soldi del previsto in quella luna di miele, quindi si premurò di verificare con lui se quella fosse una spesa eccessiva: "Otto monete d'oro vi sembrano un buon prezzo, luce della mia vita?"
    Trattenne una risatina all'appellativo con cui aveva chiamato il marito, ma se erano una coppietta appena sposata tanto valeva mostrarsi affettuosi e possibilmente non rivelare i propri nomi ed il proprio status sociale. La storia della maledizione di quella spilla poi, apriva tutto un capitolo particolare nel cuore della Tyrell: generalmente non era una donna superstiziosa, né si faceva influenzare da dicerie e storielle. Purtuttavia aveva avuto più di una volta la prova ineluttabile che gli Antichi Dei esistevano, dunque perché non credere che anche a Valyria ci fosse qualcosa di simile? Poi quell'affare non era né particolarmente bello né dotato di alcun significato: che se ne faceva di un pesce che saltava dall'acqua? Però...però trasportarsi dietro le mura di Tyrosh nelle loro indagini sarebbe stato difficile mentre una pietra lavorata che stava in un palmo era qualcosa di molto più maneggevole.
    "Credete che la maledizione abbia un fondo di verità?" -ad essere onesti non era certa se si stesse fingendo preoccupata o lo fosse davvero -"Un dono certo, una pietra generata dalla distruzione e dal terrore."
    Quella pietra però poteva essere parte di quello che stavano cercando....
    "Sapete, anche nel nostro continente abbiamo delle mura speciali, nell'estremo nord. La Barriera la chiamano, un muro di ghiaccio e pietra, nulla di paragonabile a questo..."-a quel punto i suoi occhi furono tutti per Caleb -"Ci pensate, luce della mia vita, che se Valyria si fosse spinta tanto a nord ora anche la Barriera sarebbe potuta essere di questo materiale? Pietra nera, eterna, inamovibile..."
    Sperò che il marito cogliesse l'antifona.
    Aveva visto il suo dannato esercito di non morti scendere verso sud, questo vuol dire che la Barriera era caduta. Ma se grazie a Valyria, grazie al fuoco valyriano e al sangue che scorreva nelle vene di Galuadh, si fosse potuto creare un materiale che niente sarebbe riuscito a scalfire? Era qualcosa di proponibile? Qualcosa che avrebbe potuto aiutare Westeros a proteggersi? Quel poveretto non sapeva dirle niente di più...le loro ricerche sarebbero dovute proseguire altrove, spilla o non spilla.
    "Queste leggende mi fanno appassionare davvero, conoscete qualcuno che potrebbe essere più informato a riguardo?"

    CITAZIONE
    Visto che questo parla la nostra lingua, lascio a Caleb eventuali indagini e la decisione sull'acquisto della spilla
     
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    Poter capire quello che veniva detto da qualcuno lì ad Essos era un'esperienza magnifica. (Grazie Scoiattolo)
    Sebbene Aconé fosse una traduttrice eccezionale, poter comunicare con qualcuno senza dover fare affidamento su di lei era un bel cambiamento.

    "Temo di sapervi aiutare fino ad un certo punto giovanotti, non ho la minima idea di come un drago sia riuscito a fare tutto ciò, ma i miti e le leggende di Tyrosh sono concordi sempre e solo su una cosa. Questo fu un dono dell'Antico Impero di Valyria"

    Chiamare dono il fatto che un drago avesse fuso la pietra era un bel salto logico, ma Caleb rimase ad ascoltare in silenzio.
    L'uomo spiegò che quella pietra nera era stata un monito per qualunque possibile pirata o città rivale: le monumentali mura avevano intimidito tutti gli avversari, tutti i nemici, proteggendo la città da ogni forma di assalto.

    Strinse le labbra, in parte infastidito dal pensiero che stava prendendo forma nella sua mente e che, a giudicare dalle parole di sua moglie, anche lei stava valutando.
    Ma se Brandon il Costruttore non aveva considerato una simile possibilità, se nessuno dei suoi predecessori ci aveva pensato... Poteva davvero essere una buona idea?

    Il ghiacccio, tra l'altro, aveva la brutta abitudine di fondere quando veniva esposto al calore intenso...

    Era anche vero che avere una simile potenza a difendere il suo regno sarebbe stata decisamente utile... Magari ne avrebbe potuto parlare con Rhaegar, una volta tornato dal viaggio.
    Vi ringrazio per queste informazioni. Disse al mercante prima di spostare lo sguardo su sua moglie. Già! Westeros sembra veramente aver dimenticato i segreti del passato, una vera disgrazia...

    Rimase in silenzio per qualche lungo istante mentre scrutava la spilla: quella strana pietra lo incuriosiva, e l'idea di portare a casa un ricordo di quella città gli piaceva allo stesso modo.

    Avete detto che questi accessori non vanno di moda... Mormorò. Che ne pensate di sette pezzi d'oro? Sette come i Regni del luogo da cui proveniamo, d'altronde... Concluse con un sorriso incoraggiante.
     
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    Aconé e Caleb • 27 gennaio 286 • Tyrosh - Bottega dell'antiquario • Mattina


    L'antiquario aprì bene gli occhi quando la giovane Aconé gli chiese se anche lui credesse a quella maledizione.
    "Quando si parla dei lasciti dell'Antico Impero, miei giovani viaggiatori, la linea tracciata tra dono e maledizione non è che un filo di seta...oh già.
    Non era d'altronde così anche a Westeros? Era risaputo che quando un Targaryen veniva al mondo, gli Dei lanciavano una moneta: un dono o una maledizione sul continente su cui avrebbe potuto governare in futuro?
    "Non ho mai indossato nulla che potesse sperimentare direttamente questa maledizione, ma se ciò che dicono è vero...nei resti del fuoco di un drago rimane ancora la distruzione, rimane ancora il desiderio di bruciare...alcuni dicono che le zone della pelle a contatto con questi oggetti iniziano piano a piano ad annerirsi, come se subissero una lenta decomposizione causate da ustioni prolungate" C'era un motivo forse per il quale l'uomo anziano aveva utilizzato un guanto per prendere quel monile...e probabilmente non era semplice dedizione al suo lavoro.
    "Ma come detto, i miei occhi non hanno mai visto qualcosa di simile, e vi posso giurare che ne hanno viste di cose."
    Sette pezzi? Mmhhh... se in questo momento ci fosse la mia nipote mi darebbe sicuramente una botta in testa per non farmi dire di sì...ma siete fortunati, oggi non è qui! Un sorriso sincero "E sette siano!" Quale miglior modo per iniziare una giornata.
    "Ci sono molte persone interessate a questi racconti, giovanotta: cantastorie, bardi, strilloni, saggi, scribi...a Tyrosh si cerca spesso la conoscenza ma non si sa mai quanto essa sia pura o legata ai propri interessi. Forse la biblioteca del palazzo dell'Arconte potrebbe interessarvi, ma ormai l'intera fortezza è stata sigillata e dicono che perfino i Magistri non sono più ammessi al suo interno."

    Mentre l'anziano si allontanava, diretto verso un bancone per preparare una scatolina in cui avrebbero potuto inserire la spilla, commentò anche l'enorme muro al Nord.
    "Oh, mi è stato raccontato...da un uomo che proveniva da un impero tanto ad est e tanto esteso che è difficile riportare nelle carte geografiche. Sono passati decenni da quel giorno, ma ricordo ancora la sua risata beffarda ohhhh...oh si. Era un viaggiatore arrivato perfino nelle vostre terre e quello che mi raccontò e che rimase altamente deluso da quella che lui definì una infima struttura. Si vantava di come uno solo dei loro Cinque Forti avesse potuto resistere a migliaia di attacchi in più rispetto alla vostra."
    Tornò, tenendo una mano sulla schiena e portando la scatolina con un pezzetto di stoffa rossa all'interno.
    "Non si è mai troppo orgogliosi della propria terra."

    Accettato per 7 ori
     
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