Dio ha riservato il blu al cielo e agli occhi di alcune donne

Libera Caleb Aconé

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    Non c'era nulla, in nessun Regno che avesse visitato, che poteva rivaleggiare con l'opulenza di quelle che i pentoshi chiamavano "Terme Blu".
    Erano circondate da giardini pensili e rigoli d'acqua, incastonate in un labirinto di arazzi e muraglioni decorati di bassorilievi e murales, nel quartiere più ricco della città. Aveva visto un paio di cisterne che sapevano di vino mentre guadagnava col marito l'ingresso della struttura e diversi uomini e donne non opportunatamente abbigliati, lasciarsi andare in gemiti e affluvi che poco lasciavano all'immaginazione.
    Fortunatamente, da ospiti del Concilio, si erano riusciti a ritagliare una vasca solo per loro, per godere della bellezza del luogo in relativa tranquillità.
    "Westeros non è pronta per qualcosa del genere..." -commentò in un sussurro rivolta più a sé stessa che al marito.
    Si era infine lasciata convincere ad abbandonare le vesti nell'apodyterion femminile, avvolgendosi in un grande drappo bianco, ma di togliere anche quello proprio non sembrava particolarmente entusiasta, almeno fino a quando i servitori continuavano a versare acqua calda o fredda in questa o quella vasca restando nei pressi della coppia.
    Restava dunque seduta sul bordo della vasca coperta di lapislazzuli, lasciando che l'acqua calda le accarezzasse piedi e polpacci, lo sguardo perso dietro qualcosa che probabilmente lo Stark non sarebbe riuscito ad afferrare; almeno fino a quando Aconé non avesse deciso di confessare ciò che l'aveva messa di malumore.
    "Ci sono delle questioni in sospeso di cui dobbiamo discutere." -aveva deciso che evitare sia la questione sia di incrociare lo sguardo di Caleb fosse per il momento la strategia migliore -"Mi sono accordata con Lord Walder Frey per ospitare come protetti a Grande Inverno due membri della sua famiglia. Alla fine il Signore del Guado ci ha propinato due Vance, Edward e Marie, conosci?"-non credeva ci fosse verso che lo Stark conoscesse effettivamente i due giovani -"Si tratta di nipoti di Lord Norbert, ramo cadetto di Casa Vance. Due nomi di poca importanza politica, se posso dare il mio parere."
    Fortunatamente aveva preso col Lord delle Torri Gemelle il tempo necessario per valutare la sua proposta, in modo tale da non sbilanciarsi troppo considerando i due ragazzi che il vecchio Walder aveva loro spedito dalle Terre dei Fiumi.
    "Ovviamente si aspetta di ricambiare l'ospitalità a chi decideremo di inviare alle Torri."-sollevò la gamba sinistra per farla emergere a pelo dell'acqua -"Posso suggerire un Woods, o un Cassell o uno Stane?"
     
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    Rimanere lì seduto al bordo della vasca insieme ad Aconé era un piccolo angolo di paradiso, per Caleb. Era un luogo silenzioso e piacevole.
    Non aveva mai avuto la possibilità di fare un bagno del genere: le sue uniche esperienze come nuotatore erano legate alla Forca Rossa, quando era stato ospite dei Tully.
    Sembrava passato un secolo.

    Si era spogliato con molta più scioltezza di Aconé, desideroso di lanciarsi in acqua... prima di scoprirew che sua moglie non avesse nessuna intenzione di tuffarsi con lui.

    Non sapeva nuotare? Aveva paura dell'acqua?
    Non era molto chiaro.. Ma Caleb si vide costretto a frenare il suo impulso di lanciarsi in acquya per sedersi accanto alla moglie.
    Difficile dire cosa avesse per la testa, in quel momento.

    "Ci sono delle questioni in sospeso di cui dobbiamo discutere."

    Ecco. Appunto. Pensò Caleb con improvvisa apprensione.
    C'era decisamente qualcosa che non andasse. Constatò mentre cercava di incrociare lo sguardo di sua moglie, rischiando quasi di cadere in acqua per essersi sbilanciato troppo.

    "Mi sono accordata con Lord Walder Frey per ospitare come protetti a Grande Inverno due membri della sua famiglia. Alla fine il Signore del Guado ci ha propinato due Vance, Edward e Marie, conosci?"
    Caleb scosse lentamente il capo, ma il termine "propinare" non sembrava promettere qualche strabiliante notizia.
    "Si tratta di nipoti di Lord Norbert, ramo cadetto di Casa Vance. Due nomi di poca importanza politica, se posso dare il mio parere."

    Se posso... Ripeté Caleb sgranando gli occhi, sempre più confuso dalle parole di sua moglie.

    "Ovviamente si aspetta di ricambiare l'ospitalità a chi decideremo di inviare alle Torri. Posso suggerire un Woods, o un Cassell o uno Stane?"

    Suo malgrado, Caleb distolse un attimo lo sguardo dal volto di sua moglie per seguire il movimento della sua gamba a pelo dell'acqua.
    Immagino non sia un problema... Commentò lentamente. Immaginava che nessuna delle tre casate fosse molto grande, visto che aveva conosciuto la maggior parte dei Lord durante le sue campagne militari.

    Ma immagino anche che non sia la memoria del tuo colloquio con Walder Frey ad averti messa di malumore... Anche se sarebbe comprensibile, quel vecchio ha un caratteraccio. Concluse abbozzando un sorriso.
     
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    Caleb accettò senza particolari slanci la notizia dell'accordo col Frey ed i suoi suggerimenti in merito; era evidente che avesse notato il morale della moglie e continuare a nascondergliene le motivazioni avrebbe portato solo a farlo impensierire di più. E poi Aconé aveva un peso dal cuore che aveva bisogno di togliersi, sebbene non avesse idea di come lo Stark avrebbe reagito a quel che stava per raccontargli. In fondo alle Torri non aveva sottolineato come fosse stata un'imprudente a spingersi in un territorio in guerra in quel modo? Oh...solo gli Dei sapevano se era stata imprudente la notte precedente!
    "No, non è stato il vecchio Walder." -negò con la testa sollevando lo sguardo in quello del marito, quando ci si confessava si doveva guardare negli occhi l'ingannato no?
    "In queste ultime settimane mi sono allenata col naginata in segreto."-non aveva senso fare troppi giri di parole che avrebbero finito solo per infastidire il povero Lupo -"Non sappiamo cosa ci troveremo di fronte in questo viaggio e se davvero dobbiamo raggiungere le rovine valyriane... oh gli Dei sanno quanti pericoli dovremo affrontare." -corrugò le sopracciglia per rimarcare con decisione quanto stava per dire -"Volevo imparare a combattere per esserti utile e non solo uno stupido peso."
    Stavolta allontanò lo sguardo portandolo nuovamente sull'acqua, dritto davanti a sé; d'accordo la sincerità, ma non c'era ragione di dover sostenere l'umiliazione delle parole che aveva appena pronunciato. Corinna sì che sarebbe stata utile a Caleb in quell'avventura. Daeva, Selenya perfino! Non era gelosia la sua ma semplice senso di inferiorità che non era ancora riuscita a colmare.
    "Dovevo mettere alla prova le mie abilità con un vero avversario però..."-il suo tono di voce si incupì e gli occhi, mesti, si portarono sulle sue ginocchia -"Sono uscita di nascosto ieri notte...mentre dormivi. Credevo che nei bassifondi della città avrei trovato della feccia pronta a darmi battaglia e...non mi sono sbagliata."
    Oh, ora non riusciva davvero a guardarlo in faccia. Era sgattaiolata fuori dal talamo che condivideva col marito lasciando il suo fianco per girovagare di notte sola per una città straniera, come una poco di buono qualunque. Rhaegar al posto di Caleb sarebbe stato furioso e l'avrebbe rinchiusa nuovamente nelle sue stanze, per la sua "sicurezza"; certo, lo Stark non poteva essere più diverso dal Targaryen, ma sul fatto che fosse preoccupato e probabilmente arrabbiato, Aconé non aveva proprio alcun dubbio.
    "Un avanzo di galera se l'era presa con una povera ragazza...beh, voleva fare quel che fanno gli uomini privi di onore con le fanciulle che non vogliono concedersi." -strinse i pugni, con rabbia -"Avrei potuto saltargli alle spalle, giustiziarlo sul posto. Salvare la ragazza e liberare il mondo da un simile criminale. Ecco cosa dovevo fare."
    Allentò la stretta dei pugni portando invece le mani sulle ginocchia del marito a cui rivolse uno sguardo quasi supplice: "Ho avuto paura, Caleb. Sono stata una codarda. Il cuore mi batteva a mille, ho avuto paura di morire lì in quel vicolo...lontana da te e dai miei figli...ero terrorizzata."-un sottile velo le inumidì gli occhi al ricordo delle sensazioni che aveva provato -"E così invece di combattere mi sono inventata una balla e l'ho messo in fuga. Dovevi vederla...era così spaventata che aveva bagnato i vestiti d'urina e non voleva mi avvicinassi...ho dovuto lasciarla lì."
    Deglutì ingoiando l'amarissimo rospo: "Lui poteva tornare sui suoi passi, oppure la ragazza poteva riconoscermi...non ho avuto nemmeno il coraggio di rischiare abbastanza da prestarle soccorso. Mi sono limitata a far allontanare il tizio e poi sono scappata via."
    Le mani si portarono agli occhi, per coprirseli dalla vergogna: Caleb era un eroe, lei solo una stupida.
    "Potevo assicurarlo alla giustizia e portare in salvo la ragazza. Ora invece...lui potrà rifare questa notte ciò che non gli è riuscito ieri e lei...lei non so nemmeno se si è ripresa."
    Basta, la vergogna era troppa.
    Abbandonò il telo che ne copriva la pelle nuda e si lasciò cadere in acqua fino ad immergere anche la testa sotto il pelo della superficie. Forse lì sotto, dove i suoni le giungevano ovattati e la luce si confondeva nei riflessi, il peso del suo fallimento non l'avrebbe raggiunta.
     
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    A Caleb non dispiaceva che Aconé avesse deciso di tenersi in forma allenandosi col naginata. Lui stesso si dilettava in allenamenti come quello di tanto in tanto.
    Certo, il fatto che Aconé avesse deciso di farlo senza dirglielo lo inquietava: pensava che glielo avrebbe impedito? Che le avrebbe negato di imparare a difendersi da sola? Lui che aveva accettato una donna come sua scudiera?

    Scosse la testa. Aconé... Non ti avrei impedito di imparare a combattere...

    Certo, avrebbe avuto le sue riserve a farla combattere contro qualunque cosa potesse attenderli nell' antica Valyria, ma magari, una volta addestrata a dovere...
    "Dovevo mettere alla prova le mie abilità con un vero avversario però..."

    Quindi voleva solo questo? Chiedergli di combattere con lei un'altra volta?
    Però era già successo... E non era stata così esitante a riguardo.
    Se vuoi combatt...

    "Sono uscita di nascosto ieri notte...mentre dormivi. Credevo che nei bassifondi della città avrei trovato della feccia pronta a darmi battaglia e...non mi sono sbagliata."

    Gelo.
    Caleb deglutì, sperando di aver sentito male.
    Il sangue era immediatamente defluito dalle sue mani, tanto che sentì un freddo dannato anche con quel clima rovente.

    Ascoltò dapprima con orrore, poi con preoccupazione e infine con pena il racconto di sua moglie.
    Quanto doveva aver sopportato...

    "Potevo assicurarlo alla giustizia e portare in salvo la ragazza. Ora invece...lui potrà rifare questa notte ciò che non gli è riuscito ieri e lei...lei non so nemmeno se si è ripresa."

    Pronunciate quelle parole, Aconé si lasciò cadere in acqua sommergendosi interamente.
    Per qualche lungo istante Caleb rimase solo con i suoi pensieri.
    Paura, rabbia, preoccupazione... Troppe sensazioni vorticavano nel suo cuore.

    Se è vero la giustizia viene decretata dalla forza, essere deboli è forse una colpa?


    Inspirò, tentando di calmarsi e di contrastare il desiderio di vendetta lo pervadeva. Voleva tornare indietro e marciare con lei per assicurarsi che nulla potesse andare storto.

    Un compagno d'arme meno abile potrebbe rivelarsi una debolezza, piuttosto che una forza...


    Si tuffò a sua volta, riportando Aconé a galla con sé.
    Ti insegnerò io... Ma devi promettermi che non correrai pericoli inutili. Esalò una volta ripreso fiato.

    Gli unici in diritto di uccidere sono coloro i quali sono consapevoli che potrebbero perdere la propria vita per farlo...


    Ti insegnerò io...

    Perché un giorno potrei non essere accanto a te, pronto a difenderti.


    Perché tu possa camminare su questa terra senza temerne i pericoli.
     
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    Aveva rallentato l'emissione del respiro dalle narici, per restare sott'acqua il più possibile ed evitare di doversi confrontare con lo sguardo del marito, ma Caleb la raggiunse sollevandola e riportandola a galla. Fu praticamente costretta ora ad affondare gli occhi in quelli del Lupo, a qualche centimetro dai suoi. Non la stava rimproverando; oh gli Dei sapevano che nel cuore dello Stark anche la rabbia per quell'azione così avventata aveva scavato un suo posticino, ma il Lord di Grande Inverno aveva scelto la comprensione nei riguardi della moglie. Di più, aveva scelto di esserle alleato in quella pazza risoluzione della ragazza.
    "Oh Caleb..."
    Forse aveva davvero capito ciò che animava quella decisione della Tyrell, o forse voleva solo assicurarsi che fosse ben attrezzata in caso si fosse trovata nuovamente nei guai, ma al momento non era importante.
    "Te lo prometto..." -un guizzo di rinnovata energia aveva acceso lo sguardo della Rosa, aveva ben più di un motivo per imparare a difendersi e non correre rischi inutili ed uno di questi ora la teneva tra le braccia nell'acqua calda di una piscina.
    Non aggiunse altro avvinghiando le braccia al collo del marito in un abbraccio che sapeva di gratitudine e sollievo.
    Il contatto dei due corpi scaldò la temperatura dell'acqua attorno alla coppia di qualche grado, ma non c'era malizia nel fare di Aconé che scostò il volto dalla spalla dello Stark per baciarlo sulle labbra. Benché infatti ogni fibra del corpo della Rosa reagisse a quel contatto come la prima volta, ora che erano sposati, ora che avevano condiviso un momento importante come quello, ora che si trovavano a miglia e miglia dalla nobiltà e dalle sue regole, baciare quelle labbra non aveva il sapore del proibito ma il calore e la semplicità di una minestra calda a casa.
    "La nostra prima tappa.."-un altro bacio a scandire le parole della fanciulla -"sarà Tyrosh."
    Le cosce si strinsero attorno al bacino del marito per non rischiare di scivolare via.
    "Ho letto che..le mura..le mura di...Tyrosh...sono in pietra nera...di Drago...mmh..i Valyriani usavano la...fiamma dei Draghi...per rendere la pietra più dura dell'acciaio...o del diamante..."-i baci sempre meno ordinati che venivano dispensati alle labbra del Lupo non facevano comunque perdere il filo del discorso alla Tyrell, che aveva ancora molto di quel viaggio da discutere col marito.
    "A quel punto...dovremmo proseguire a sud ma..."-si prese un attimo un respiro per staccarsi da quelle labbra che rischiavano di divenire droga per l'appetito della Rosa, un solo secondo prima di tornare ad accarezzarle con le sue -"Myr è all'interno della Baia...di Tyrosh dico...se vuoi...se vuoi andarci dovremo farlo...appositamente."
    Eh già, secondo la breve ricerca di Aconé nel manuale donatole dagli ambasciatori pentoshi, non c'era niente a Myr che valesse le loro ricerche. Niente tranne le tracce dei fuggitivi di cui aveva parlato al Conclave dei Magistri di Pentos. Non ne aveva ancora discusso con Caleb, di che avviso sarebbe stato il Protettore del Nord?
    Si poteva svolgere il proprio ruolo di leali servitori della Corona ad esempio, correre a riscuotere una taglia interessante e assicurare la traditrice Tyche alla giustizia.
    O si poteva ignorare il tutto, facendo finta che quelle informazioni non fossero mai giunte alle loro orecchie in modo da non ritardare il loro viaggio.
    O ancora, si poteva trovare una maniera di sfruttare la frattura a loro vantaggio, esattamente come la Rosa aveva già fatto ad Ovest.
    "Dimmi cosa vuoi fare.."-un sussurro accompagnato da una leccata, dolce, sulle labbra di lui.

    Riorganizziamoci un attimino
     
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    Evidentemente Aconé non comprendeva la difficoltà che Caleb avrebbe avuto nell'elaborare un piano di viaggio in quel momento.
    Per un qualche motivo, le sembrava del tutto naturale essere avvinghiati in quel modo mentre gli parlava della loro prossima meta.

    Caleb deglutì.
    Andare a Myr significa che ci imbatteremo, con ogni probabilità, nei fuggitivi. Una volta trovati, è probabile che dovremo scontrarci con loro e poi consegnarli alla corona...
    Aveva sentito da Aconé storie sulla Lannister che la aveva tradita, quindi dubitava che l'avrebbe lasciata andare tanto facilmente.

    Incontrarli significherebbe rinunciare al resto del nostro viaggio per fare un favore alla corona, quindi... Penso che andare a Tyrosh sia la scelta migliore...
    Visti gli ultimi trascorsi, Caleb non si sentiva particolarmente propenso a sacrificare altro per volere della Corona, o per il suo bene. Che i fuggitivi rimanessero tali, lui non li avrebbe cercati.
    ...A meno che non diventassero una minaccia di qualche tipo.

    "Dimmi cosa vuoi fare.."

    Caleb sapeva bene cosa voleva fare in quel momento.
    Nuotando con le braccia, si trascinò fino al bordo della vasca, intrappolando Aconé con il suo corpo.
    La baciò, liberando la passione che fino a poco prima - concentrato sul da farsi - aveva tenuto a bada.

    Andiamo a Tyrosh, Aconé... Sussurrò ancora con voce roca, afferrando la sua gamba sinistra per sollevarla e poi spingersi dentro di lei.
    Le follie della Corona, quel maledetto viaggio in nave...
    Aveva aspettato fin troppo.

    Baciò di nuovo sua moglie, usando la mano destra per aggrapparsi al bordo dell'enorme vasca mentre si lasciava andare alla brama che lo aveva pervaso.
     
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    Tyrosh.
    Avevano una destinazione.
    Si concesse un ultimo momento di lucidità per confermare la decisione del marito prima di abbandonarsi al piacere, stretta tra il corpo dello Stark ed il bordo della vasca. Dei se le era mancato...
    Affondò i denti nella spalla del Lupo per soffocare i gemiti di quell'amplesso rubato in una vasca pubblica.
    Indecoroso, indecente, riprovevole....aveva almeno una decina di aggettivi per descrivere l'atto che stava compiendo con Caleb, almeno agli occhi di sua madre e della Septa che l'aveva cresciuta e, probabilmente, di buona parte della nobiltà del continente. Forse era il vapore che dalla vasca avvolgeva la stanza e la pelle dei due amanti ad averle annebbiato la ragione, forse la passione troppo a lungo frenata.
    La Fanciulla insegnava il pudore alle ragazze, i Sette la morigeratezza dei costumi, le famiglie a concedersi solo per generare eredi.
    Aconé aveva fatto suo il culto degli Antichi però...una religione fatta di terra, natura, sangue e carne. Allentò la morsa sulla spalla dell'amato cavalcando il suo piacere ovunque l'avesse portata, senza più alcuna paura.
    Era Brann' A Gemnra, la Madre del Nord.
    Caleb era suo.
    Il sesso era suo.
    Gridò il suo piacere senza vergogna mentre gli occhi, aperti sul blu di quel cielo di pietre e lapislazzuli, si chiusero per riposare sulla spalla del marito.
    Stanchi e felici.
     
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    Fertilità Caleb: 33

    Da 1-71 figlio
    Da 72 a 100 necca


    Cicogna in arrivo?: 34
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    • Inviato il
      9/11/2022, 22:00
      Albi_96
     
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