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Ambientazione: subito dopo questa quest. Missandei, la schiava, mi è stata assegnata in quella stessa quest, ritengo quindi di poterla muovere (del resto, non farà nulla di importante).
La colonna di soldati procedeva ancora più lentamente di prima, rallentata ora dalla presenza dei carri sottratti, o meglio requisiti per lo sforzo bellico, al mercante. Lo scarso senso patriottico dell'uomo d'affari gli era costato la vita, estinta dalla lancia dell'ufficiale in comando. Alle loro spalle, in lontananza, si poteva ancora scorgere il nero fumo dei roghi che avevano acceso per bruciare i cadaveri degli uomini caduti nel recente scontro e tutto il materiale che non era stato possibile recuperare per il trasporto a mano o sui carri, compresi tende e barili ormai inutilizzabili. Lentamente, molto lentamente, quel fumo si allontanava, ma la mente del giovane Beloros era ancora lì, durante quella fatidica notte, dove aveva sperimentato in prima persona la furia della battaglia, il sapore acre e ferrigno del sangue e il freddo bacio dell'acciaio. Da quando avevano ripreso la marcia, stava avendo difficoltà a dormire la notte e si sentiva sempre spossato e stanco, cosa che mal combaciava con i suoi nuovi doveri da sottoufficiale delle Tigri di Fuoco, promosso sul campo alla fine dello scontro notturno.
Anche quella giornata di marcia si accingeva a terminare, finalmente. Ligio a suoi nuovi doveri, Beloros fece il possibile per organizzare gli uomini, stanchi e spossati come lui, nella disposizione di un accampamento che fosse almeno un minimo funzionale. Guidò inoltre una breve preghiera serale davanti al fuoco, dato che il prete rosso si stava ancora rimettendo dalle ferite subite. Terminati i suoi impegni, si diresse con passo lento e quasi strascicato verso i carri dov'erano stati riposti i feriti: quasi non passava una mezza giornata senza che dovessero fermarsi per seppellire un uomo che non ce l'aveva fatta. Il prete rosso, per fortuna, era ancora vivo, per quanto a malapena. La giovane schiava, la sua schiava a tutti gli effetti, che aveva lasciato con lui stava facendo un lavoro se non altro apprezzabile. Probabilmente, riteneva che anche la sua vita fosse legata a doppio filo a quella dell'uomo di fede e, forse, non aveva tutti i torti. Come sempre, la ragazzina si animò quando vide Beloros che si avvicinava.
"Padrone", disse semplicemente.
"Beloros, Missandei", la corresse stancamente lui, come già aveva fatto altre volte, ma l'istinto della ragazza di chiamare "padrone" chiunque fosse più in alto di lei nella scala sociale, cioè praticamente tutti, era molto ben radicato.
Il ragazzo saggiò poi con la mano la pelle del prete, per controllare se fosse in preda alle febbri. Gli sembrava che la temperatura dell'uomo fosse nella norma, ma non poteva esserne del tutto sicuro date le sue rudimentali conoscenze nel campo della medicina. Si sedette dunque stancamente vicino il giaciglio del prete, contraendo i denti per un'improvvisa fitta di dolore. Missandei lo osservava senza dire nulla, tesa come una corda d'arco: sembrava in attesa di qualcosa. Non era la prima volta in quella giornata che Beloros provava un dolore simile. Le sue ferite, per quanto ormai stabili, continuavano infatti a essere fonte di preoccupazione e non voleva certo beccarsi un'infezione ora che Selhorys era così vicina.
"Aiutami a cambiare le bende", disse dunque a Missandei, alzandosi lentamente per rimuovere l'armatura impolverata. La ragazza non se lo fece ripetere due volte e subito aiutò il giovane miliziano a sciogliere i lacci che tenevano insieme i pezzi di cuoio. Fu una sorta di liberazione levarsi quel peso, per quanto modesto, di dosso dopo una lunga giornata di marcia. Lentamente, per non affaticare ancora i muscoli già indolenziti, Beloros si tolse anche la tunica e le brache, a dire il vero ormai quasi luride, restando con indosso solo il perizoma ormai quasi del tutto sfilacciato. Un tempo avrebbe forse provato vergogna, ma quella parte infantile di lui sembrava essere stata recisa da un crudele arakh dothraki. Missandei tornò con delle bende di fortuna, recuperate chissà dove fra le merci requisite, e una brocca d'acqua mentre lui, molto lentamente, rimuoveva la benda dalla ferita alla gamba. La ferita sembrava star guarendo bene, e, a quanto poteva dirne lui, non sembravano esserci tracce d'infezione. Anche l'assenza di febbri era confortante. Prestando la massima attenzione, la ragazza pulì la ferita con l'acqua, sotto lo sguardo attento di Beloros, che ogni tanto digrignava i denti quando il tocco di lei causava dolore alla zona ancora sensibile. Dopo un'ultima occhiata al lavoro svolto dalla ragazza, il giovane annuì e lei procedette a ricoprire la zona con un nuovo bendaggio. Era un lavoro tutto sommato ben fatto, considerate le condizioni a dir poco precarie in cui si trovavano e i mezzi di fortuna a loro disposizione. Ripeterono lo stesso procedimento con la ferita al fianco, che grazie a R'hllor non presentava segni d'infezione o peggioramento. Pulirono la zona e cambiarono il bendaggio alla stessa maniera della ferita sulla gamba, con non poco fastidio per lui. Terminato questo compito ingrato ma necessario, Beloros si rivolse ancora alla giovane.
"Sono stanco di indossare questi abiti luridi", le disse. "Fai bollire dell'acqua del fiume e lavali così. Entro domattina dovrebbero essere asciutti. Per ora mi coprirò con uno di questi stracci". Si sfilò il perizoma e lo gettò dove aveva lasciato cadere la tunica e le brache, avvolgendosi poi in una tela trovata lì vicino. Si sedette infine e appoggiò la testa sul lato del carro, esausto.
Pronto Soccorso I
Idealmente, vorrei trasformare il tratto Ferito nel tratto Cicatrice. Se così fosse, i miei punti ferita massimi tornerebbero a essere 124 e con questa role ne recupererei 41.
Se il tratto ferito persiste, recupererei 37 punti ferita. |
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Ambientazione: subito dopo questa quest. Missandei, la schiava, mi è stata assegnata in quella stessa quest, ritengo quindi di poterla muovere (del resto, non farà nulla di importante).
