Arthur

Orefice 5/5

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    Età di Arthur: circa 11 anni


    Narrato
    Parlato Arthur
    Parlato Oromis


    Continua da qui...

    Il ragazzo era lì, nella fatiscente casa assegnata al lui e al proprio mentore ed era intento a spolverare e ripulire l'armatura di chissà quali glorie passate di Oromis, quando notò che sul fianco del pettorale arricchito da ornamenti in rilievo in argento smaltato di rosso e bianco c'era una botta che andava a rovinare il pregevole disegno generale.
    Al che, sollevando la testa, si rivolse al proprio mentore intento a mangiarsi una mela sul bancone della cucina.

    Ma questa botta? Glorie passate o è successo qualcosa di recente? Io non me la ricordo questa botta.

    Eh?!

    Il mentore non capì subito, girò lo sguardo all'interno dell'appartamento e guardo Arthur e il suo lavoro.

    Ah si... Si è ribaltato il fantoccio di supporto qualche settimana fa e ha urtato contro il tavolo.

    Alla faccia dell'urto...

    Bhe "potrei" averci preso contro ed essermi aggrappato facendo peso...

    Amhh

    Ora tornavano più o meno tutti i conti, sia i fantocci di legno soggetti a svenimento che la botta troppo evidente per una caduta casuale.

    Se me lo dicevate per tempo, vedevo di rimediare.

    Come sei tediante oggi, giovane Arthur... E poi che facevi scusa? Non è mica un essere umano che va subito soccorso.

    Il mentore tornò a dedicarsi alla sua mela.

    Bhe, si dà il caso che io sappia fare un pò lo sbalzo.

    Che sarebbe? tornò a guardare il giovine.

    Lo sbalzo ... lavorare lastre di metallo per ottenere una figura ornamentale in rilievo.

    Tu? E quando lo avresti imparato?!

    Pochi giorni fa... Dal tuo amico orafo e da sua figlia che è diventata mia amica.

    Solo amica Arthur? Sai... Non so bene come dirtelo, ma sarei contento ti frequentassi con qualcuno che non sia del tuo sesso. Passi sempre il tuo tempo con me o con Syrus o con qualche artigiano. Ma non ti ho mai visto con una ragazza...

    Oromis sembrava leggermente a disagio nell'affrontare quel discorso. E sapeva che Arthur era molto riservato.

    Siamo solo amici, Oromis...

    Non era propriamente vero, ma certe intrusioni non gli piacevano

    Certo Arthur, certo... Non volevo intromettermi troppo.

    Tornò a guardare il panorama

    Se ritieni di poter rimediare, anche solo in parte fai pure. Ti lascerò in cambio un paio di giorni liberi per le tue marachelle.

    Mi servono degli strumenti però...

    Fhss, parlerò con Glaedr e gli chiederò di lasciarti lavorare nel suo negozio domani. Tanto sarà andato a prostitute come ogni fine mese.

    Glaedr va a prostitute ogni fine mese?!

    Credo di sì, non ne sono così sicuro ma è la cosa più probabile conoscendolo.

    Chissà se era vero, fatto sta che il discorso finì lì e si sarebbe dovuto attendere il giorno dopo per ottenere il premio di due giorni liberi da impegni da studente.

    Il giorno dopo...


    Il ragazzo si era alzato piuttosto presto quel giorno. Voleva sfruttare al massimo quella possibilità: due giorni potevano sembrare tanti, ma già uno rischiava di andare speso nel lavoro... ma se avesse iniziato di buon ora poteva saltare fuori una serata interessante all'insegna del puro svago.
    Il mentore era stato di parola: appena intercettato l'artigiano uscire dalla propria bottega, ecco che gli veniva concesso l'uso di alcuni attrezzi lasciati sul tavolo da lavoro... Non era stato certo un prestito a cuor leggero, gli veniva lasciato tutto in gestione ma si vedeva che erano state giocate le carte giuste e così, con solo il rumore delle onde in lontananza e degli uccelli nel cielo si potè mettere all'opera sul busto dell'armatura.
    Erano giorni che non aveva modo di utilizzare quelle nozioni apprese da apprendista dell'orafo, ma essendo passati pochi giorni aveva ancora tutto chiaro in mente cosa fare. Inoltre a chi pratico di certi mestieri come lui, che aveva già imparato l'arte della conciatura e quella della gioielleria, apparve subito un lavoro più semplice di quel che poteva sembrare: il danno si limitava ad una lamina incisa sul pettorale dell'armatura. Ergo, per prima cosa, passò il tempo a staccarla sia dai chiodi che dai ripieghi invisibili in modo lento e accorto, per evitare deformità.
    In seguito cominciò a ripulirla nel lato interno da tutta quella pasta di riempimento che serviva per dare corpo ai rilievi senza che al primo tocco rientrasse rovinando tutto.
    Serviva calore? Non necessariamente, in fondo si parlava di metalli piuttosto duttili e c'era bisogno solo di una riparazione.
    Serviva una base morbida però, adatta a mantenere la deformità data dai colpi di cesello del materiale scolpito, senza dare resistenza alcuna.
    Trovata la giusta base d'appoggio e finalmente finito di lavare in modo decente i residui di "pasta" attaccata alla lamina nei tempi remoti in cui venne applicata all'armatura, con maggiore attenzione alla parte rovinata ovviamente, il tutto venne girato ed adagiato sull'appoggio. Notò che il disegno venne effettuato "in negativo" mentre solo i dettagli vennero definiti sul lato dritto.
    I primi colpiti a cesello fecero capire subito quanto fosse bravo Arthur in quell'arte: non era in grado di riprodurre fedelmente quel che probabilmente era stata l'immagine in rilievo, era troppa la differenza d'abilità con quell'orafo di professione e per rimediare al danno bisognava avere ancora più abilità.
    E quindi?
    Se avesse continuato su quella strada sarebbe venuto fuori un obrobrio fecale, quindi optò per per un metodo misto: dov'era facile rimediare rimandando indietro la lamina a come sarebbe stata in origine si poteva optare per il sistema classico mentre dove il risultato veniva "dubbio" decise d'incidere qualcosa di totalmente diverso e coprente: un bel bandierone che sventolava in mano ad un soldato armato di lancia, di colpo elevato ad araldo.
    Un lavoro faticoso, in cui fu obbligato ad usare le lenti di Myr presenti nel laboratorio dell'orafo ed in più di un caso quel bandierone si ritrovò con degli avvallamenti inaggiustabili camuffati da buchi e lacerazioni dovute a frecce e chissà a quali presupposti eventi bellici.
    Eppure il risultato era "decente" stilisticamente, ma l'idea aveva avuto un effetto gradevole: sul fianco c'era la bandiera lacerata e bucata, ma che sventolava ancora in mano ad un soldato.
    A quel punto poggiò la lamina e cominciò a spargere sopra al negativo del gesso, preferibile alla cera, un po' per i colori usati, un po' perchè la cera sarebbe durata poco sotto al sole e lasciò il tutto lì ad asciugare durante la pausa pranzo.
    Tornato ci fu l'operazione inversa, ovvero riapplicare la lamina al pettorale d'armata in modo esatto. Per fortuna aveva una memoria fotografia affidabile, quindi trovò il lavoro non troppo difficile. Infine il fissaggio con chiodatura e pieghe.
    Dopo una breve lucidata e aver valutato quanto il tutto era rimasto fissato al corpo centrale metallico si poté dire soddisfatto del lavoro svolto, ma mancava ancora il giudizio del mentore: avrebbe gradito quella "rielaborazione"?
    Non mancava che scoprirlo: prese il pettorale con sé, lo portò con modi premurosi alla casa dove alloggiava assieme al vegliardo e si presentò a lui porgendogli il lavoro svolto.
    Lo studioso lo prese in mano e osservò il tutto: sia la parte che si era potuto restaurare che quella "rielaborata".
    Nessun giudizio ancora, il mentore fissò il valyriano e pose il pettorale sul tavolo fissandolo.

    Si vede che hai appena imparato quest'arte, Arthur... Certi tratti sembrano un po' "ingenui"... Com'è andata? Ti converrà fare un po' di pratica se vorrai farne altri in futuro, ma ora almeno l'armatura è di nuovo presentabile e intatta... Ti sei guadagnato la serata libera e pure domani!

    La parola del Maestro fu mantenuta e Arthur si sarebbe goduto quel premio.

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    Marziale
    12 p.e base
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