Cicatrici della mente

Libera di cura

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    Condottiero

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    Come d'accordo con Albi_96 , ambiento questa libera nel passato, cioè prima di Pachydermata e immediatamente dopo Cicatrici del Corpo. Dunque, ho ancora a disposizione la schiava Missandei ottenuta alla fine di Dal tramonto all'alba e l'Olio di lavanda ottenuto come ricompensa per Cicatrici del corpo.


    Lampi squarciano ferocemente la notte, mostrando un inferno fatto di fango, sangue, sudore, sporcizia e dolore. Scrosci d'acqua battono incessantemente la terra brulla, creando un paesaggio umido e desolato. Tuoni assordanti rimbombavano nell'aria, simili a tamburi infernali suonati da musici demoniaci giunti ad annunciare la fine del mondo. Lamenti strazianti e urla distorte dal dolore si potevano udire da tutte le direzioni, alcune molto flebili e distanti e altre vicine e forti. Beloros si trovava solo, fradicio fino al midollo, coi piedi che sprofondavano nel fango fino alle caviglie. Ovunque si girasse, non vedeva nessuno: la luce dei lampi non rivelava altri esseri umani nelle vicinanze. Eppure, sentiva le grida intorno a sé... Era armato di spada e scudo e sapeva di dover proteggere qualcosa, o qualcuno. Lentamente, pesantemente, iniziò a muoversi, scegliendo una direzione a caso. Gli stivali affondavano e riemergevano dal fango con un orrendo rumore di risucchio, riempiendosi di acqua melmosa a ogni passo. La terra stessa sembrava intenzionata a trattenere il ragazzo, cingendolo in un abbraccio gelido e viscido. Le urla sembravo farsi più vicine, appena percettibili in mezzo al fragore del temporale. Ora, delle ombre sembravano muoversi intorno a lui, appena oltre la portata del suo braccio. Se sollevava una mano per afferrarne una, questa si allontanava, scontrandosi con altre ombre lì intorno in un effetto strano e inquietante. Alcune di queste ombre erano di dimensioni maggiori e sfrecciavano su quattro zampe, dissolvendo le altre apparizioni con le quali entravano in contatto. Era chiaro adesso che erano queste misteriose ombre a emettere i suoni lamentosi che il ragazzo sentiva tutt'intorno a sé e si diresse comunque verso di loro, quando improvvisamente sentì una stretta sulla caviglia destra. Abbassò lo sguardo e trasalì nel vedere una mano che usciva dal fango e stringeva con forza la sua caviglia. In uno spettacolo orrificante, un busto umano emerse dal fango, appena riconoscibile come tale fra la sporcizia e le ferite che lo straziavano. Purtroppo, Beloros lo riconobbe: si trattava di Kernos, il miliziano che era morto combattendo contri i dothraki.
    "Aiutami!", gli disse. "Salvami!"
    Beloros non poté fare altro che farfugliare alcune parole di scusa, cercando disperatamente di liberarsi dalla presa. Tutto inutile... Un'altra voce si librò nell'aria, distante e spettrale.
    "...ruolo da compiere... Signore della Luce..."
    Beloros aprì gli occhi, catapultato improvvisamente nel mondo reale, come se un artiglio gigante lo avesse strappato dall'incubo che lo aveva imprigionato. Aveva il respiro pesante, affannato e il cuore martellava nel petto. Lentamente, ristabilì il contatto con la realtà. Era nudo, steso su uno scomodo letto di paglia, con addosso una coperta di tela lurida di sudore e sangue. Vicino a lui, Missandei lo osservava con gli occhi spalancati per la paura: doveva aver fatto rumore e averla svegliata. La guardò per un attimo, incapace di parlare, poi fece scivolare una mano sul fianco. Sangue. Decisamente una brutta notizia. Provò a dire qualcosa, ma fu solo in grado di emettere un grido strozzato quando una fitta di dolore gli si propagò per tutto il corpo. MIssandei, intontita per il sonno e preoccupata per la scena che stava vedendo davanti ai suoi occhi, si avvicinò e sollevò di un poco la coperta, notando la ferita riaperta sul fianco.
    "Prete dato unguento", disse laconicamente nel suo basso valyriano stentato. Beloros non aveva idea di cosa stesse parlando. Forse la schiava aveva incrociato il prete quando era andata al fiume a lavare i suoi vestiti e l'armatura. Era troppo dolorante per concentrarsi sulla questione. Missandei rovistò per un momento in una piccola cesta e tirò fuori un contenitore d'argilla che, una volta aperto, riempì la tenda di un profumo piacevole che andò un minimo a coprire il puzzo di sudore e sangue. La ragazza disse una parola in una lingua sconosciuta, come a descrivere il contenuto del contenitore. Beloros non capì, ma era troppo debole per obbiettare. La schiava scostò la coperta di tela e, lentamente, iniziò a spalmare l'unguento nei pressi della ferita, utilizzando il dito indice e il medio. La poltiglia era fresca, ma il contatto con la pelle era doloroso per il ragazzo, che grugnì e si lamentò.
    "Sono arrivato in ritardo", disse fra un respiro e l'altro, parlando più a se stesso che con la schiava. "Avrei potuto... Dovuto...".
    L'unguento avrebbe anche potuto curare le ferite che aveva nel corpo, ma che cosa avrebbe fatto per quelle che aveva nella mente?

    732 parole

    Pronto Soccorso I

    Idealmente vorrei rimuovere il tratto Ferita per trasformarlo in Cicatrice (è la seconda role di cura). Utilizzo l'Olio di Lavanda (+5 pvv recuperati) e vado full vita.
     
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    Edited by Numar - 1/2/2023, 14:06
     
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